Dazi USA sui prodotti cinesi, Confagricoltura: si rischia guerra commerciale che potrebbe coinvolgere l’agroalimentare

Il drastico aumento dei dazi su alcune produzioni in arrivo dalla Cina che è stato annunciato negli USA è comprensibile sul piano economico. Sostenuta da generosi sussidi pubblici, la capacità produttiva cinese continua a superare largamente e in misura crescente la domanda interna: auto elettriche, pannelli solari, i semiconduttori Made in China hanno letteralmente invaso i mercati internazionali.

“Resta il fatto – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che la decisione dell’amministrazione USA rischia di innescare una guerra commerciale che può influire negativamente sull’andamento economico globale. La Cina ha già reagito, facendo sapere che adotterà ogni misura necessaria. Vale a dire, ritorsioni sulle importazioni dagli Stati Uniti”.

Secondo le ultime previsioni del WTO, gli scambi internazionali di merce dovrebbero crescere quest’anno solo del 2,6%, dopo la contrazione di oltre un punto percentuale registrata nel 2023.

Confagricoltura ricorda che la Commissione europea sta conducendo un’indagine sui sussidi pubblici cinesi alla produzione di auto elettriche. Anche alla luce delle decisioni annunciate a Washington, il rialzo dei dazi della UE potrebbe essere deciso nel giro di poche settimane.

“A quel punto – evidenzia Giansanti – dovremo mettere in preventivo la possibilità di misure di ritorsione da parte delle autorità di Pechino che potrebbero riguardare anche le importazioni agroalimentari dalla UE”. La Cina è il terzo mercato di sbocco per le produzioni di settore degli Stati membri. Secondo i dati della Commissione europea, le vendite sul mercato cinese sono ammontate a 14,6 miliardi di euro alla fine del 2023.

L’export agroalimentare dell’Italia si attesta attorno ai 18 miliardi di euro, con potenzialità di crescita di tutto rilievo. Vini, olio d’oliva, lattiero-caseari e salumi, i prodotti più richiesti.

“La situazione che si profila – conclude il presidente di Confagricoltura – aggiunge nuove tensioni in uno scenario internazionale già ad alta instabilità. Paghiamo il prezzo di aver messo da parte le regole multilaterali per la governance del commercio internazionale”.

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USA, inizia l’era Biden: momento del dialogo per superare dazi e ritorsioni commerciali

“C’è la possibilità di rilanciare un dialogo costruttivo sulle relazioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti d’America, superando definitivamente la stagione dei dazi e delle misure di ritorsione”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dell’insediamento ufficiale di Joe Biden alla Casa Bianca.

“Un primo positivo segnale potrebbe arrivare, ci auguriamo in tempi brevi, con un accordo sulla vicenda degli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, evidenzia Giansanti, che ha determinato l’imposizione di dazi doganali anche sul settore agroalimentare assolutamente estraneo alla vicenda”.

Al riguardo, Confagricoltura ricorda che dall’ottobre 2019 sono sottoposte a un dazio aggiuntivo del 25% le esportazioni italiane di formaggi, agrumi, salumi e liquori destinate al mercato Usa, per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro.

“Dovrebbe anche ripartire la discussione per definire una soluzione condivisa in materia di tassazione sui servizi digitali, per la quale – rileva il presidente di Confagricoltura – l’amministrazione Usa uscente ha minacciato l’imposizione di dazi sulle importazioni da alcuni Stati membri della Ue, Italia compresa”.

“In generale, le prime dichiarazioni rilasciate dal presidente Biden e dai suoi collaboratori fanno ritenere possibile il rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali e una riforma del WTO (Organizzazione mondiale del commercio)”.

“I contrasti tra Ue e Stati Uniti – rileva Giansanti – hanno finora impedito la nomina del nuovo direttore generale del WTO e la mancata designazione dei rappresentanti statunitensi sta bloccando da tempo l’attività dell’organo di appello per la risoluzione delle controversie. L’Organizzazione è di fatto paralizzata”.

“Per il Made in Italy agroalimentare, quello statunitense è il primo mercato di sbocco fuori dalla UE – rileva Giansanti. Trainate dai vini, le vendite sfiorano nel complesso i 5 miliardi di euro l’anno”.

Oltre il 12% dell’export agroalimentare dell’Unione è destinato al mercato Usa, mentre le importazioni di settore incidono per l’8% sul totale dell’export di settore statunitense. Gli ultimi dati della Commissione UE indicano che l’interscambio commerciale bilaterale è sensibilmente diminuito, circa 1,2 miliardi di euro da gennaio ad agosto dello scorso anno sullo stesso periodo del 2019. “Il rilancio della cooperazione è quindi nell’interesse comune”, conclude Giansanti.

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Il WTO autorizza l’Ue a imporre dazi aggiuntivi su prodotti Usa. Confagricoltura: “Urge accordo bilaterale per fermare contenzioso”

Rischia di aggravarsi il contenzioso commerciale tra Unione europea e Stati Uniti. L’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha infatti deciso di autorizzare l’Unione europea ad imporre dazi aggiuntivi sui prodotti importati dagli Usa per un controvalore di 4 miliardi di dollari.

La decisione – informa Confagricoltura – sarà formalizzata nei prossimi giorni.

“Si tratta di un ulteriore e preoccupante passaggio nell’ambito del contenzioso ultradecennale tra la Ue e gli Stati Uniti sugli aiuti pubblici erogati ai gruppi Airbus e Boeing – rileva il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Va fatto ogni sforzo per raggiungere un’intesa bilaterale. I dazi e le misure di ritorsione sono sempre dannose; tanto più nell’attuale situazione di crisi economica e di rallentamento del commercio internazionale per effetto della pandemia”.

Confagricoltura ricorda che, sempre nel quadro della disputa relativa agli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, gli Stati Uniti sono stati autorizzati nell’ottobre 2019 ad applicare dazi aggiuntivi sulle importazioni dalla Ue per un controvalore di 7,5 miliardi di dollari. Secondo i dati della Commissione europea, a seguito dei dazi, l’export agroalimentare degli Stati membri verso gli USA è diminuito di oltre 400 milioni di euro nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019.

Anche i nostri prodotti agroalimentari sono stati colpiti dai dazi Usa, nonostante l’Italia non faccia parte del consorzio Airbus.

Le tariffe doganali, pari al 25% del valore, si applicano sulle importazioni dall’Italia di formaggi, salumi, agrumi e liquori per un valore di circa 500 milioni di euro.

“Con l’inasprimento del contenzioso – evidenzia Giansanti – sarebbero a rischio, in particolare, le esportazioni di vini, pasta e olio d’oliva destinate al mercato statunitense. Chiediamo alla Commissione europea e al nostro governo un’iniziativa urgente per un negoziato che consenta di chiudere, una volta per tutte, una partita da cui la filiera agroalimentare italiana ha molto da perdere”.

Le esportazioni agroalimentari italiane verso gli USA ammontano a circa 4,7 miliardi di euro. Si tratta del primo mercato di sbocco fuori dalla UE.

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Dazi Usa invariati sull’agroalimentare italiano, Giansanti: “Ottima notizia in questa fase di ripresa”

I dazi Usa sulle importazioni di prodotti agroalimentari italiani restano invariati. Scongiurati gli aumenti – fino al 100% del valore – che sono stati in discussione nei giorni scorsi. Lo fa sapere Confagricoltura sulla base della nota ufficiale diffusa dall’Ufficio del Rappresentante statunitense per i negoziati commerciali (USTR).

“E’ un’ottima notizia – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – perché l’inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l’emergenza sanitaria”.

“Un particolare ringraziamento va al governo e alla nostra rappresentanza diplomatica per l’efficace azione svolta nei confronti dell’amministrazione statunitense” – sottolinea Giansanti.

Confagricoltura ricorda che gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco del Made in Italy agroalimentare fuori dalla UE. Nel 2019 l’export di settore ha superato 4,5 miliardi di euro. I vini, da soli, incidono sul totale per 1,5 miliardi.

“E’ anche importante rilevare che gli Stati Uniti hanno formalmente espresso la disponibilità a negoziare con la UE un accordo che metta fine al contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing” – aggiunge il presidente di Confagricoltura – E’ una disponibilità che va colta con la massima urgenza da parte della Commissione europea, per raggiungere un’intesa che consenta di eliminare i dazi che gravano sui nostri prodotti dall’ottobre dello scorso anno”.

I dazi, pari al 25% del valore, si applicano su formaggi – tra i quali Parmigiano Reggiano e Grana Padano – salumi, agrumi e liquori, per un totale di circa 500 milioni di euro.

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Dazi Usa, Confagricoltura: “Il nostro export già penalizzato, salvaguardiamo l’agroalimentare italiano”

“Sollecitiamo un’iniziativa politica e diplomatica del governo sull’amministrazione statunitense per salvaguardare le nostre esportazioni agroalimentare. Già paghiamo un conto eccessivo per un contenzioso che non ci riguarda né come Paese, né come settore”.

E’ la richiesta lanciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a seguito dell’avvio delle procedure, a Washington, per rivedere la lista dei prodotti importati dalla UE sui quali si applicano dazi aggiuntivi dall’ottobre 2019.

“L’iniziativa era in programma – rileva Giansanti – Rientra nel cosiddetto sistema ‘carosello’ scelto dagli Stati Uniti per dare seguito alla pronuncia dell’Organizzazione mondiale del commercio che ha ritenuto illegali gli aiuti pubblici assegnati al consorzio Airbus.

“La precedente revisione è stata effettuata lo scorso febbraio – ricorda Giansanti – senza ulteriori penalizzazioni per i nostri prodotti, grazie all’efficace azione svolta dal governo”.

Attualmente i dazi aggiuntivi USA, pari al 25% del valore, si applicano sulle importazioni dall’Italia di formaggi, salumi, agrumi e alcuni liquori per un controvalore di 500 milioni di euro.

“Il modo migliore per risolvere un contenzioso che si trascina da oltre un decennio, sarebbe quello di un negoziato tra la Commissione e le autorità statunitensi. Finora è stato impossibile avviare le trattative – sottolinea il presidente di Confagricoltura – Per questo risulta essenziale l’iniziativa diretta del nostro governo per tutelare le esportazioni agroalimentari italiane sul mercato Usa che superano i 4 miliardi di euro l’anno”.

“Gli eventuali dazi aggiuntivi sui nostri prodotti avrebbero un effetto particolarmente pesante – conclude Giansanti – Sarebbero un ostacolo in più sulla strada del rilancio economico dopo l’emergenza sanitaria”.

Confagricoltura evidenzia che, sulla base dei dati diffusi dalla Commissione Ue, per effetto dei dazi già in vigore, si è registrata una contrazione di 66 milioni di euro delle esportazioni agroalimentari dell’Unione sul mercato statunitense. La contrazione, più del 20%, ha riguardato soprattutto i vini francesi e spagnoli che, a differenza di quelli italiani, sono già sottoposti alle tariffe doganali USA.

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Commercio internazionale, Confagricoltura: “Rilancio economico a rischio se torna tensione Ue-Usa”

I dazi doganali sulle aragoste in arrivo dagli USA rischiano di far ripartire le tensioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti.

“Il presidente Trump ha minacciato venerdì scorso di imporre dazi aggiuntivi sulle importazioni di auto dalla UE, se non sarà soppressa immediatamente la tariffa dell’Unione sulle aragoste esportate dagli USA” – evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Non è la prima volta che Trump minaccia il settore automobilistico europeo – aggiunge Giansanti – L’ultimo annuncio, però, arriva a pochi giorni di distanza dall’avvio di un’indagine sulle tasse a carico delle grandi imprese digitali varate in alcuni Paesi terzi, tra i quali l’Italia. Sono segnali che non vanno sottovalutati. Se l’indagine si concludesse con l’accertamento di una condizione discriminatoria per le imprese statunitensi, potrebbero scattare dazi aggiuntivi anche sui nostri prodotti agroalimentari”.

“Occorre anche ricordare – aggiunge il presidente di Confagricoltura – che ad agosto gli Stati Uniti potrebbero rivedere la lista dei prodotti importati dalla UE sui quali, da ottobre 2019, si applicano dazi aggiuntivi nell’ambito del contenzioso bilaterale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. A rischio anche i nostri prodotti agroalimentari destinati al mercato statunitense, a partire dai vini, olio d’oliva e pasta alimentare”.

Confagricoltura ricorda che i dazi aggiuntivi USA – pari al 25% – già si applicano sulle esportazioni italiane di formaggi, salumi, agrumi e succhi di frutta per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro.

“Chiediamo alla Commissione europea e al governo italiano di rilanciare le iniziative per raggiungere un accordo con gli USA su tutte le questioni aperte”.

“Un contenzioso commerciale tra Unione europea e Stati Uniti – conclude Giansanti – sarebbe un ostacolo in più per la ripresa economica dopo la pandemia e per il rilancio delle nostre esportazioni agroalimentari, che quest’anno già faranno registrare una contrazione del 15%”.

Confagricoltura ricorda che gli USA sono il primo mercato di sbocco fuori dalle Ue per il “Made in Italy” agroalimentare. L’export ammonta a circa 4,5 miliardi di euro l’anno.

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Dazi Usa – Cina, a rischio i prodotti simbolo del Made in Italy: il presidente di Confagricoltura scrive a Conte e Di Maio

E’ terminata ieri la missione a Washington del commissario UE Hogan per evitare, dopo l’accordo tra Usa e Cina, l’inizio di una “guerra” commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Continua, intanto, il pressing di Confagricoltura per contrastare le nuove ipotesi di dazi aggiuntivi statunitensi sui prodotti agroalimentari europei. Dopo la conclusione, il 13 gennaio, della consultazione pubblica avviata dall’Amministrazione Usa, si attende ora la decisione, che sarà assunta in tempi brevi, sui prodotti a cui applicare le tariffe doganali, che potrebbero arrivare fino al 100 per cento su vini, pasta e olio d’oliva importati dall’Italia. Potrebbero essere aumentati anche i dazi, in vigore da ottobre, su formaggi, agrumi e salumi made in Italy.

Per questo, dopo l’incontro a Bruxelles e la lettera inviata al Commissario europeo al Commercio Phil Hogan alla vigilia della missione negli Usa, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio per ringraziarli per le iniziative politiche e diplomatiche finora intraprese e per chiedere un rafforzamento delle azioni nei confronti dell’Amministrazione statunitense, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori italiani.

“E’ difficile comprendere come un contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai consorzi Airbus e Boing – commenta il presidente Giansanti – possa mettere a rischio la tenuta e le prospettive del sistema agroalimentare europeo. Se i nuovi dazi venissero applicati ai nostri prodotti, compresi quelli a indicazione geografica protetta, rischieremmo una perdita di posizioni sul mercato statunitense, con pesanti danni economici per le filiere produttive interessate, a cui si sommerebbe la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro”.

A tale riguardo Confagricoltura ha apprezzato molto l’attenzione che l’ambasciata a Washington ha dedicato al tema del riconoscimento e della tutela delle indicazioni geografiche protette.

Confagricoltura ricorda che le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare destinate al mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l’anno. Si tratta del primo mercato per i nostri prodotti fuori dall’Unione europea ed il terzo in assoluto. Quasi la metà delle esportazioni totali è assicurata dalle vendite di vini, pasta alimentare e olio d’oliva.

 

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Dazi, il presidente di Confagricoltura Giansanti scrive al commissario Hogan alla vigilia della sua missione in Usa

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha scritto al Commissario europeo al commercio, Phil Hogan, in vista della missione negli Stati Uniti, che avrà inizio il 14 gennaio.

Nella missiva Giansanti riprende alcuni temi già affrontati con lui nell’incontro di dicembre a Bruxelles in relazione ai dazi che potrebbero essere applicati già nelle prossime settimane su vini e olio d’oliva italiani. Attualmente i dazi USA applicati nell’ambito del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus sono già in vigore sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi e agrumi.

Le consultazioni con gli operatori economici promosse dall’amministrazione statunitense per questa seconda tornata di dazi si concluderanno lunedì prossimo, 13 gennaio, il giorno prima della missione di Hogan. Le nuove tariffe potrebbero scattare al massimo nel giro di un mese. Per l’Italia significa andare a colpire due comparti che rappresentano 2 miliardi di euro, la metà dell’intero valore delle esportazioni agroalimentari verso gli States.

“Sono convinto che il sistema agroalimentare in Italia e a livello europeo – scrive Giansanti – abbia molto da perdere nell’eventualità di un inasprimento delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Pertanto il nostro auspicio è che possa essere avviato un negoziato diretto per evitare l’aumento dei dazi e le inevitabili misure di ritorsione. La firma della ‘fase uno’ dell’accordo con la Cina e l’intesa raggiunta con il Giappone, che riguarda anche i prodotti del settore agroalimentare, fanno ritenere che, con tutta probabilità, le pressioni degli Stati Uniti si concentreranno ora sull’Europa. Ogni possibile iniziativa va posta in essere da parte dell’Unione – evidenzia il presidente di Confagricoltura – per evitare questo scenario fortemente negativo”.

Un inasprimento delle tariffe già in essere su formaggi, salumi e agrumi, e l’applicazione di nuove tasse su vino e olio, spingerebbero i nostri prodotti fuori mercato rispetto alla concorrenza dei Paesi terzi, con danni economici enormi per le imprese italiane e anche per il sistema americano basato sul florido business agroalimentare con l’Italia.

Confagricoltura ribadisce che, in via precauzionale, occorre accelerare le procedure per il varo delle misure compensative che si rendessero necessarie per i settori produttivi più colpiti. “I negoziati diretti possono dare risultati positivi anche per il settore agricolo – conclude Giansanti – in attesa dell’auspicabile rilancio del sistema multilaterale di gestione del commercio internazionale. Ovviamente, dal nostro punto di vista, esistono alcuni punti fermi non negoziabili, quali la massima sicurezza alimentare, la protezione delle risorse naturali e la salvaguardia della normativa europea in materia di indicazioni geografiche protette”.

 

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Usa-Cina, Confagricoltura: “Vigilare sui flussi commerciali delle commodities (soia in particolare) che cambiano con il nuovo accordo”

“Dovremo esaminare con grande attenzione i contenuti del nuovo accordo tra Stati Uniti e Cina. Dalle anticipazioni che sono state diffuse, l’intesa potrebbe alterare i flussi e le dinamiche del mercato delle commodities agroalimentari a livello mondiale”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dell’annuncio della Casa Bianca relativo alla firma, il 15 gennaio, della cosiddetta “fase uno” dell’accordo tra Stati Uniti e Cina.

Da parte statunitense è stato indicato che le autorità di Pechino hanno assunto l’impegno a far salire almeno fino a 40 miliardi di dollari in due anni le importazioni di prodotti agroalimentari dagli Usa. “In pratica, le importazioni della Cina dovrebbero raddoppiare in valore rispetto ai livelli in essere fino all’avvio del contenzioso commerciale – ha sottolineato Giansanti – L’aumento andrebbe a scapito degli altri principali fornitori del mercato cinese: Unione europea, Australia, Argentina e Nuova Zelanda. Da parte nostra, invitiamo la Commissione Ue a valutare se la nuova intesa tra Stati Uniti e Cina rispetta in pieno le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) in materia di libera concorrenza”.

Confagricoltura ricorda, in particolare, le recenti vicende che hanno caratterizzato il commercio internazionale della soia.

A seguito del crollo delle esportazioni verso la Cina, gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore di soia del mercato europeo con un’incidenza di oltre il 70% sul totale delle importazioni. La percentuale risulta più che raddoppiata rispetto alla situazione in essere alla metà del 2018.

“Questa situazione è destinata a cambiare – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – a seguito della nuova intesa tra Stati Uniti e Cina e la prevedibile ripresa delle esportazioni di soia statunitense verso il mercato cinese. Fino all’avvio del contenzioso commerciale, il 60% delle esportazioni complessive di soia degli Usa era destinato alla Cina”.

“Dovremo verificare con attenzione gli effetti sui prezzi della rotazione dei flussi commerciali, che sembra prossima. Inoltre, a livello europeo, occorre varare un piano straordinario per l’aumento della produzione di cereali e proteine vegetali, al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni dai Paesi terzi”.

Confagricoltura segnala, infine, che le importazioni cinesi di soia prodotta negli Usa sono già in ripresa. Lo scorso mese di novembre, stando ai dati del ministero dell’agricoltura di Pechino, gli acquisti sono ammontati a 2,6 milioni di tonnellate: il quantitativo mensile più elevato dall’inizio del 2018.

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Dazi, Giansanti: “Più risorse per gestire l’impatto delle tariffe aggiuntive Usa sull’import agroalimentare Ue”

“La dotazione della riserva di crisi per l’agricoltura, che ammonta a circa 400 milioni di euro, è assolutamente inadeguata per gestire con efficacia l’impatto dei dazi aggiuntivi annunciati dagli Stati Uniti sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Ue. E’ necessario mobilitare risorse aggiuntive all’interno del bilancio dell’Unione”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista della riunione del Consiglio Agricoltura della Ue, in programma a Lussemburgo il 14 ottobre, quattro giorni prima della prevista entrata in vigore dei dazi statunitensi.

“Oltre a quella della ministra Bellanova – precisa Giansanti – sono già arrivate sul tavolo della Commissione le formali richieste di intervento da parte di altri Stati membri. Per fare fronte a queste istanze si può ricorrere al miliardo di euro che la Commissione aveva dichiarato essere disponibile per i settori più colpiti dall’accordo, sempre più contestato, con il Mercosur”.

Confagricoltura segnala che la Francia ha sollecitato, in particolare, un sostegno a favore del settore vitivinicolo con l’obiettivo di salvaguardare la presenza sul mercato statunitense. Da parte spagnola è arrivata, tra l’altro, la richiesta di apertura dello stoccaggio privato per l’olio d’oliva. L’Irlanda ha chiesto una misura specifica per il burro e i formaggi.

“I dazi Usa potrebbero anticipare di pochi giorni il recesso, sempre più probabile, a fine ottobre del Regno Unito dalla Ue senza accordi – aggiunge il presidente di Confagricoltura – Si rischia un blocco immediato degli scambi che avrebbe effetti pesantissimi sui nostri prodotti destinati al mercato britannico, a partire da quelli più deperibili, come nel caso dell’ortofrutta”.

“Dobbiamo fare in modo che le tensioni commerciali non finiscano per mettere in crisi intere filiere” – conclude Giansanti.

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