Commercio internazionale, Confagricoltura: “Rilancio economico a rischio se torna tensione Ue-Usa”

I dazi doganali sulle aragoste in arrivo dagli USA rischiano di far ripartire le tensioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti.

“Il presidente Trump ha minacciato venerdì scorso di imporre dazi aggiuntivi sulle importazioni di auto dalla UE, se non sarà soppressa immediatamente la tariffa dell’Unione sulle aragoste esportate dagli USA” – evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Non è la prima volta che Trump minaccia il settore automobilistico europeo – aggiunge Giansanti – L’ultimo annuncio, però, arriva a pochi giorni di distanza dall’avvio di un’indagine sulle tasse a carico delle grandi imprese digitali varate in alcuni Paesi terzi, tra i quali l’Italia. Sono segnali che non vanno sottovalutati. Se l’indagine si concludesse con l’accertamento di una condizione discriminatoria per le imprese statunitensi, potrebbero scattare dazi aggiuntivi anche sui nostri prodotti agroalimentari”.

“Occorre anche ricordare – aggiunge il presidente di Confagricoltura – che ad agosto gli Stati Uniti potrebbero rivedere la lista dei prodotti importati dalla UE sui quali, da ottobre 2019, si applicano dazi aggiuntivi nell’ambito del contenzioso bilaterale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. A rischio anche i nostri prodotti agroalimentari destinati al mercato statunitense, a partire dai vini, olio d’oliva e pasta alimentare”.

Confagricoltura ricorda che i dazi aggiuntivi USA – pari al 25% – già si applicano sulle esportazioni italiane di formaggi, salumi, agrumi e succhi di frutta per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro.

“Chiediamo alla Commissione europea e al governo italiano di rilanciare le iniziative per raggiungere un accordo con gli USA su tutte le questioni aperte”.

“Un contenzioso commerciale tra Unione europea e Stati Uniti – conclude Giansanti – sarebbe un ostacolo in più per la ripresa economica dopo la pandemia e per il rilancio delle nostre esportazioni agroalimentari, che quest’anno già faranno registrare una contrazione del 15%”.

Confagricoltura ricorda che gli USA sono il primo mercato di sbocco fuori dalle Ue per il “Made in Italy” agroalimentare. L’export ammonta a circa 4,5 miliardi di euro l’anno.

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Agroalimentare: nel 2020 partito bene l’export italiano nella Ue, ma rallentato dalla pandemia

Senza l’emergenza Covid l’export del ‘made in Italy’ agroalimentare verso i Paesi UE sarebbe aumentato in modo rilevante nel 2020. E’ quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Confagricoltura che evidenzia un aumento del 4% nel mese di gennaio e del 10% in febbraio. Crescita, purtroppo, annullata da un -10% registrato in marzo, quando la pandemia si è diffusa in tutta l’Europa, con le conseguenti restrizioni agli spostamenti delle persone e alla chiusura delle attività di ristorazione, caffetteria e ospitalità turistica.

Prendendo in considerazione i prodotti agricoli e dell’industria alimentare più esportati verso i Paesi dell’Unione Europea, il rapporto del Centro studi di Confagricoltura indica sensibili differenze per prodotto e per mese nel primo trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Emblematico il caso dell’olio d’oliva, che scende del 6% a gennaio, del 16% a febbraio per riguadagnare il 2,4% a marzo. Per formaggi e latticini dal +6,6% di gennaio si passa al +7,7 di febbraio, per arrivare un -16% in marzo.

Sono evidenti, in termini di export, le conseguenze dell’emergenza Coronavirus soprattutto per le limitazioni agli spostamenti internazionali delle persone, fra cui la manodopera agricola stagionale, indispensabile per la raccolta dei prodotti, le restrizioni alle attività del settore Ho.Re.Ca, le modifiche della domanda di prodotti agroalimentari conseguenti ai provvedimenti di lockdown.

Nel mese di marzo infatti, quando gli effetti della pandemia CoViD-19 si sono estesi a un maggior numero di Paesi UE, su 15 categorie di prodotti ben 10 hanno segnato un andamento negativo del valore dell’export rispetto a marzo 2019 e, di queste, 8 presentano decrementi superiori al 10%, con il massimo di -47% per i fiori e le piante (tabella 5c). Ma, evidenzia lo studio, non tutti i settori produttivi hanno risentito nello stesso modo della pandemia: hanno tenuto, ad esempio, riso e cereali (+9,6% a gennaio, + 24,1% a febbraio e +13,3% a marzo) e salumi (+ 12,1%, +14,6 e +9,2).

Il trimestre gennaio-marzo (tabella 6) si chiude con una crescita del valore dell’export di solo un milione di euro (4.859 contro 4.858 milioni), con 7 settori produttivi in crescita, 4 con variazioni (negative o positive) inferiori allo 0,5%, 4 in sensibile flessione. Fra questi ultimi, mette in evidenza il rapporto di Confagricoltura, è particolarmente rilevante la crisi dell’esportazione dei prodotti florovivaistici, che segna -15% a causa del quasi dimezzamento registrato in marzo (-47%).

Questi dati, conclude il rapporto del Centro Studi di Confagricoltura, pur consentendo alcune prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore agroalimentare, non permettono di individuare, nemmeno per i prossimi mesi, chiari segnali di tendenza, perché siamo di fronte ad un contesto incerto e in costante cambiamento.

 

 

Tabella 5c – Valore delle esportazioni dall’Italia verso i Paesi UE, per le principali categorie di prodotti agricoli e dell’industria alimentare, nei mesi di marzo 2020 e 2019 (milioni di euro)

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Fonte: Istat e Agenzia delle Dogane

Tabella 6 – Valore delle esportazioni dall’Italia verso i Paesi UE, per le principali categorie di prodotti agricoli e alimentari, nel periodo gennaio-marzo 2020 e 2019 (milioni di euro)

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Fonte: Istat e Agenzia delle Dogane

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Coronavirus, Confagricoltura: “Dall’Europa misure inadeguate per il settore agricolo”

Le richieste della Confederazione in vista del Consiglio Agricoltura della Ue del 13 maggio

 

“Le misure varate finora dalla Commissione europea per l’emergenza Coronavirus sono assolutamente insufficienti. Occorre mobilitare nuove risorse finanziarie ed ampliare la sfera degli interventi di mercato. Sul settore vitivinicolo e delle carni suine è indispensabile agire con la massima urgenza”. Sono le richieste avanzate dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista della riunione, in programma il 13 maggio, del Consiglio Agricoltura della Ue.

“Nel recente rapporto sulle prospettive economiche – rileva Giansanti – la Commissione ha indicato che la crisi in atto è senza precedenti e può addirittura minare il funzionamento del mercato unico. In questo scenario è stata prevista per l’agricoltura una spesa straordinaria limitata a 80 milioni di euro. E’ un importo del tutto inadeguato. Basti guardare a quanto deciso fuori dalla UE”.

Negli Stati Uniti, sottolinea Confagricoltura, solo per il sostegno della filiera dei biocarburanti è stato varato un intervento superiore a quello complessivo della Ue. E nel Regno Unito non ci saranno limiti di spesa per supportare il reddito dei produttori di latte. In Canada, per compensare i costi per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza sanitaria, gli agricoltori riceveranno un contributo pubblico di 55 milioni di dollari USA”.

“Alla luce di questi dati – dichiara il presidente Giansanti – è di tutta evidenza che l’Unione europea deve fare molto di più per sostenere un settore che, assieme alle altre parti della filiera, garantisce la sicurezza alimentare”.

“Adotteremo tutte le azioni necessarie per rispondere in tempi rapidi e in modo efficace alle richieste delle imprese – conclude Giansanti – sapendo di poter fare affidamento anche sulle iniziative annunciate dal Parlamento europeo”.

Nei giorni scorsi, ricorda la Confagricoltura, i coordinatori del gruppo del gruppo PPE e dei Socialisti Democratici, Dorfmann e De Castro, hanno inviato una lettera alla Commissione europea per annunciare il voto contrario della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento sulle misure varate “in assenza di un significativo miglioramento”.

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Coronavirus, Confagricoltura: “Inadeguate le misure della commissione Ue per il settore agroalimentare”

“Provvedimenti inadeguati e carenti sotto il profilo finanziario. Inoltre, sono state ignorate le esigenze delle produzioni tipicamente mediterranee”.

E’ decisamente negativo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sui regolamenti della Commissione europea, pubblicati ieri sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione, con i quali sono state disposte una serie di misure per supportare il settore agroalimentare alle prese con la pandemia Covid-19.

“Gli aiuti allo stoccaggio privato – sottolinea Giansanti – non riguardano il settore suinicolo. E non sono state mobilitate risorse finanziarie aggiuntive per il settore vitivinicolo, l’ortofrutta e l’olio d’oliva”.

“Completamente ignorato – aggiunge il presidente di Confagricoltura – il comparto florovivaistico, per il quale alcuni Stati membri hanno sollecitato la concessione di aiuti straordinari commisurati alla perdita del reddito”.

“Per far fronte, nel 2014, alle conseguenze del blocco delle esportazioni agroalimentari della UE sul mercato della Federazione Russa, fu disposta una spesa straordinaria di oltre un miliardo di euro. Ora, nel vivo di una crisi epocale, i fondi messi a disposizione del settore si attestano appena a 80 milioni”.

Secondo Giansanti è indispensabile fare ricorso nell’immediato alla riserva di crisi già esistente, con una dotazione di circa 470 milioni di euro, e prevedere per l’anno venturo uno stanziamento eccezionale per i mercati agricoli nella nuova proposta sul quadro finanziario pluriennale dell’Unione che la Commissione UE presenterà nei prossimi giorni.

“Ci dobbiamo preparare ad affrontare con mezzi e strumenti adeguati una crisi che non sarà di breve durata – conclude Giansanti – Il corretto funzionamento della filiera agroalimentare è un interesse strategico per la collettività”.

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“Inadeguata e deludente la risposta del commissario Ue all’Agricoltura su risorse finanziarie per il settore”

“Una risposta deludente e non adeguata alla gravità della situazione del settore agricolo in Italia e nella UE. L’emergenza non può essere gestita con il ricorso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei fondi ancora non spesi a livello nazionale per lo sviluppo rurale”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’intervento svolto ieri dal commissario UE all’Agricoltura nel corso della riunione della competente Commissione del Parlamento Europeo. Secondo il commissario il bilancio dell’Unione non dispone delle risorse finanziarie, per dare seguito agli interventi richiesti dagli Stati membri – tra i quali l’Italia – per reagire alle crisi già in atto in termini di contrazione dei prezzi ed instabilità dei mercati.

“In sostanza – sottolinea Giansanti – il commissario ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci nazionali sotto pressione, o attingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura”.

“E’ una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte strategico – dichiara il presidente di Confagricoltura -. La crisi è profonda e non sarà di breve durata. E’ indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’agricoltura almeno fino alla fine di quest’anno. La recessione economica taglierà la domanda interna e, secondo le recenti stime del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), il commercio internazionale farà registrare nel 2020 una contrazione in volume di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi. Va ricordato, al riguardo, che la UE è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari.”

Per continuare ad assicurare, per la propria parte, la sicurezza alimentare, l’agricoltura ha bisogno di interventi straordinari dal lato del sostegno dei redditi, della gestione dei mercati, della liquidità delle imprese. Sulla base della normativa vigente, alcune proposte sono già arrivate sul tavolo della Commissione. Ad esempio, gli aiuti allo stoccaggio per i prodotti della zootecnia.

“Nel bilancio agricolo della UE esiste già una riserva di crisi – evidenzia il presidente di Confagricoltura – con una dotazione di circa 450 milioni di euro, a cui attingere per il varo dei provvedimenti più urgenti. Ulteriori e adeguati stanziamenti dovranno essere individuati nella proposta sul nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’Unione che la Commissione presenterà entro la fine di aprile”.

Confagricoltura ricorda che nel 2014, per limitare l’impatto del bando delle esportazioni agroalimentari della UE verso la Federazione Russa, furono stanziati fondi extra-agricoli per oltre un miliardo di euro.

“Di fronte ad una crisi di portata storica – conclude Giansanti – la Commissione non può trincerarsi dietro i limiti di bilancio.”

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Coronavirus, in arrivo da Bruxelles le prime misure sollecitate da Confagricoltura

“Un primo pacchetto di misure che risponde ad alcune nostre sollecitazioni, ma resta aperta la questione della crescente instabilità dei mercati”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato le decisioni annunciate dalla Commissione europea per limitare l’impatto sul settore agricolo della pandemia Covid-19.

“E’ positivo l’aumento degli anticipi relativi agli aiuti diretti della PAC e delle erogazioni previste dai programmi per lo sviluppo rurale. Va fatto un ulteriore passo in avanti, anticipando la data ordinaria dei pagamenti” – sottolinea Giansanti.

Confagricoltura segnala che le misure eccezionali in via di definizione a Bruxelles prevedono l’aumento dal 50 al 70% dell’anticipo sugli aiuti diretti della PAC. Per i pagamenti relativi allo sviluppo rurale, l’anticipo sale dal 75 all’85%.

“La nostra valutazione è positiva anche sulla possibilità di rivedere i programmi per lo sviluppo rurale, consentendo così alle Regioni di intervenire a sostegno delle imprese sulla base delle specifiche esigenze territoriali” – aggiunge il presidente di Confagricoltura.

“Di grande interesse anche la misura che prevede la concessione di prestiti agevolati alle imprese fino ad un massimo di 200 mila euro”.

“Attendiamo ora ulteriori proposte della Commissione in materia di gestione dei mercati più in sofferenza per la contrazione della domanda e le difficoltà di regolare funzionamento delle filiere; con l’attivazione degli strumenti già previsti dalla normativa europea, che vanno dai ritiri di mercato agli incentivi per lo stoccaggio dei prodotti” – conclude Giansanti.

“A questo riguardo, proseguono le nostre iniziative per fare in modo che le nuove proposte arrivino al Consiglio Agricoltura della UE in programma il prossimo 27 aprile”.

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La commissione Ue accoglie le sollecitazioni di Confagricoltura di un coordinamento su controllo e chiusura frontiere

“Nei giorni scorsi, di fronte alle decisioni unilaterali di alcuni Stati membri, abbiamo sollecitato un coordinamento europeo in materia di controlli e chiusure delle frontiere. Le linee guida, approvate ieri dalla Commissione UE, rispondono alle nostre sollecitazioni” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Nell’ambito delle restrizioni decise negli ultimi giorni a livello nazionale – aggiunge Giansanti – viene salvaguardata l’attività della filiera agroalimentare, a garanzia della sicurezza dei rifornimenti. L’obiettivo può essere raggiunto, nell’interesse di tutti i cittadini della UE, solo se viene garantita la libera circolazione dei prodotti all’interno del mercato unico, fatti salvi i necessari controlli finalizzati alla tutela sanitaria degli autotrasportatori che devono poter effettuare regolarmente le consegne”.

“La Commissione Ue ha ribadito che nessuna certificazione aggiuntiva deve essere richiesta e imposta sui prodotti agroalimentari, in quanto l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha reso noto che non c’è alcuna evidenza che il cibo possa essere una fonte di contagio, come peraltro già indicato all’inizio di marzo dal nostro ministero della Salute” – sottolinea il presidente di Confagricoltura.

“Le linee guida della Commissione garantiscono anche il movimento dei lavoratori stagionali che sono indispensabili, non solo in Italia, in particolare per le operazioni di raccolta”.

“In termini generali – prosegue Giansanti – la Commissione ha raccomandato agli Stati membri di non porre ostacoli ingiustificati alla libera circolazione di beni essenziali e deperibili, tra cui rientrano anche i prodotti del settore florovivaistico, in piena crisi”.

“Il nostro augurio – conclude il presidente di Confagricoltura – è che le linee guida della Commissione siano seguite e applicate in modo rigoroso da tutti gli Stati membri. Diversamente, rischierebbe la tenuta del mercato unico e sarebbe resa molto più difficile la ripresa economica, quando l’emergenza sanitaria sarà finita”.

 

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Bilancio pluriennale UE, Confagricoltura: “No a proposta di tagli all’agricoltura per 54 miliardi di euro”

Per aumentare la sostenibilità ambientale servono risorse finanziarie adeguate

Posizione fortemente critica quella di Confagricoltura sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo sul quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione.

Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella missiva si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.

La valutazione decisamente critica di Confagricoltura riguarda i contenuti del documento diffuso venerdì scorso per la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo, il 20 febbraio a Bruxelles, convocata per raggiungere l’intesa sul prossimo quadro finanziario pluriennale della Ue.

“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.

E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.

“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.

Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).

“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere”.

“La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e la ministra Bellanova condividano questa posizione”.

Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.

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Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare: Italia capofila con Confagricoltura e Università di Torino

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità. Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.

 

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A rischio 400 milioni di risorse Ue per lo sviluppo rurale: subito un tavolo ministeriale con organizzazioni e Regioni

La Giunta di Confagricoltura, riunita ieri ad Alessandria per celebrare i 100 anni della Confederazione, ha affrontato in particolare la difficile situazione della applicazione dei Piani di sviluppo rurale che rischia di determinare la perdita di ingenti risorse comunitarie specie in alcune Regioni.

L’analisi è impietosa e non lascia spazio a dubbi: “Sono a rischio disimpegno poco più di 444 milioni di euro di risorse comunitarie a valere dei piani di Sviluppo rurale regionali e nazionali; per una spesa pubblica complessiva di quasi 800 milioni di euro che verrebbe meno per il sistema agricolo nazionale”.

“E’ particolarmente grave poi – evidenzia la Giunta – che oltre i tre quarti delle somme comunitarie a rischio siano concentrate in quattro delle cinque regioni meno sviluppate e cioè Puglia, Sicilia, Campania e Basilicata; sommando anche il possibile disimpegno del Psr della Regione Sardegna si arriva ad oltre l’80 delle somme a rischio che si concentrano in sole cinque regioni meno sviluppate ed in transizione”.

La Giunta di Confagricoltura si è quindi soffermata sulle cause che hanno determinato questa situazione e che vanno quanto prima rimosse: “Lentezze amministrative inaccettabili, in primo luogo, che hanno interessato l’emanazione dei bandi e le istruttorie delle domande; ma anche una programmazione che non ha tenuto conto dei reali fabbisogni delle imprese.”

“Dobbiamo ora intervenire con urgenza sulle amministrazioni meno performanti per evitare di perdere risorse – ha ribadito il presidente Giansanti – ma in prospettiva va promossa una visione più strategica e coordinata dei piani con una particolare attenzione alle misure di più diretto interesse delle imprese e con una ricaduta effettiva in termini di crescita e di occupazione. Sono questi gli interventi sui quali vanno concentrate le risorse, evitando una dispersione che certo non giova in termini di efficacia e di efficienza della spesa. A tale scopo potrà sicuramente risultare utile la riforma della PAC per il ‘post 2020’ e la predisposizione del Piano Strategico Nazionale proposto dalla Commissione europea”.

“Ho scritto nei giorni scorsi al ministro Bellanova per sollecitare tutta l’urgenza e la rilevanza che richiede questa situazione – ha concluso il presidente Giansanti – proponendo anche l’istituzione di un tavolo specifico partecipato da organizzazioni agricole e regioni per indirizzare al meglio l’attività nelle prossime settimane, evitando per quanto possibile il disimpegno ma anche per programmare azioni efficaci per l’immediato futuro”.

 

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