Turismo, Università La Sapienza e Imprese Familiari di Confagricoltura insieme per valorizzare i territori rurali

 

Il 16 e 17 ottobre due giornate internazionali di approfondimento

 

Si terrà a Roma, nella sede di Confagricoltura il 16 ottobre e alla Sapienza il 17, il convegno: “Turismo Esperienziale, Turismo Sostenibile: per una Rete Mediterranea di Territori, Comunità, Imprese, Ricerca”. Il Dipartimento di Studi europei, americani e interculturali (SEAI) della Sapienza, in collaborazione con la FIIAF, associazione di rappresentanza delle imprese agricole familiari di Confagricoltura, organizza due giorni di dibattito e approfondimento per evidenziare l’importanza di una collaborazione tra territori, comunità, imprese e ricerca.

Il Mediterraneo, ricco di storia, cultura e bellezze naturali, è da sempre una delle mete più ambite per i viaggiatori di tutto il mondo. Il convegno punta a esplorare soluzioni innovative per promuovere un turismo che sia benefico per tutti gli attori coinvolti. Un focus di approfondimento sarà dedicato al tema del turismo rurale e delle aree interne, capace di coniugare l’esperienza del territorio, lo sviluppo economico delle comunità locali con una gestione sostenibile e innovativa delle attività turistiche.

Proprio il turismo esperienziale e sostenibile, la collaborazione tra territori, il coinvolgimento delle comunità, la ricerca e l’innovazione saranno tra gli argomenti chiave dell’evento, con particolare attenzione alla valorizzazione delle aree rurali e al ruolo delle imprese agricole e agrituristiche nel sistema di sviluppo e di partecipazione attiva delle dinamiche turistiche, attrattive e ricettive dei borghi e delle aree interne.

All’evento, oltre a relatori provenienti da diversi paesi mediterranei (Italia, Grecia, Spagna, Malta, Marocco e Tunisia), parteciperanno la Magnifica Rettrice di Sapienza Università di Roma Antonella Polimeni, il Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Raffaele Fitto, il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il Presidente della FIIAF Carlo Lasagna, la Direttrice del Dipartimento SEAI Camilla Miglio, il Presidente di Agriturist, Augusto Congionti, e rappresentanti del Parlamento italiano, del Governo e della Segreteria di Stato del turismo spagnolo.

Il convegno si rivolge a operatori turistici, esperti del settore, rappresentanti delle comunità, accademici e istituzioni.

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Turismo, Agriturist e Confagricoltura per la prima volta al TTG Travel Experience di Rimini

“È con grande entusiasmo che interveniamo, insieme a Confagricoltura e per la prima volta, al TTG Travel Experience di Rimini dall’11 al 13 ottobre. La capacità di unire natura, sostenibilità, esperienza, spazi aperti e buon cibo, rilassandosi in un’azienda agricola ha reso l’agriturismo, a tutti gli effetti, un unicum sempre più apprezzato all’interno del ricco patrimonio turistico italiano.” Questo l’annuncio di Augusto Congionti, presidente dell’associazione che ha inventato e dato il nome alle vacanze nelle aziende agricole in Italia, della partecipazione alla fiera italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale in Italia. 

“Essere presenti a questa edizione del TTG Travel Experience e incontrare i professionisti del settore nel più importante marketplace del turismo in Italia – continua Congionti – è un’opportunità di confronto irrinunciabile e preziosa per promuovere il nostro sistema e proporre tutte le novità della nostra offerta”. Confagricoltura e Agriturist danno appuntamento a Rimini nel padiglione C4 – 211 per presentare le strutture agrituristiche associate, disseminate lungo lo Stivale.

Si potrebbe pensare che gli agriturismi – oltre 25.000 strutture in Italia –  poiché sono all’interno delle aziende agricole, siano lontani da tutte le mete turistiche. Non è così. La campagna è dappertutto: vicino a piccole e grandi città d’arte, nelle valli che conducono in alta montagna e al mare. L’offerta turistica italiana è estremamente diversificata e, all’interno di questa, l’agriturismo ha una peculiarità unica perché mostra e racconta l’agricoltura, la campagna, l’incontro fra l’uomo e la natura.

Agriturist e Confagricoltura consigliano vacanze diverse e per tutte le tasche, dal castello al glamping, dal casale al campeggio. Un ventaglio estremamente variegato di proposte, dal marchio tutto italiano, che ha saputo ritagliarsi uno spazio crescente tutto con un comune denominatore: offrire la ricetta perfetta per rigenerarsi in ampi spazi, conoscere il territorio e gustarne le eccellenze.

“Siamo fieri ambasciatori del concetto di tipicità, tradizione culinaria e territoriale,  della riscoperta delle aree rurali, della loro cultura, contribuendo a promuovere l’innovazione del settore agricolo. Le nostre strutture – conclude il presidente Agriturist – sono pronte ad incontrare gli operatori nazionali e internazionali per far conoscere il valore salutare, rilassante e sostenibile che può dare solo una vacanza in un’azienda agricola”.

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PNRR, Agriturist (Confagricoltura): importante rilanciare il turismo in campagna

“E’ positivo che, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sia contenuto un pacchetto dedicato al rilancio del turismo, all’interno del quale gli agriturismi italiani rappresentano un importante segmento di offerta. Si tratta di risorse importanti, un primo decisivo passo considerato il peso economico del settore e l’importanza strategica della sua ripresa”. Questo il commento di Augusto Congionti presidente dell’associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura allo stanziamento di 2,4 miliardi di euro del “Pacchetto Turismo”.

 

“Riteniamo estremamente efficace – continua Congionti – oltre al credito d’imposta dell’80%, aver considerato prioritario l’ammodernamento delle strutture e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Indispensabile è stata la dotazione per il miglioramento delle strutture turistiche, ma ugualmente importante destinare altrettante risorse al miglioramento dell’ambiente”.

 

Agriturist sottolinea che l’ambiente più esteso è proprio l’agroambiente, che comprende anche gli spazi rurali e i boschi, in gran parte privati e gestiti dagli imprenditori agricoli. E’ fondamentale sostenere, curare e valorizzare il paesaggio a vantaggio dell’intera offerta turistica italiana, considerata la grande attrattiva che esercita nelle scelte dei luoghi dove passare le vacanze.

 

Gli agriturismi sono un elemento chiave del tessuto produttivo nazionale con 24.000 aziende agrituristiche, dotate di oltre 250.000 posti letto e più di 400.000 posti a tavola, che attira quasi 14 milioni di presenze l’anno e occupa 100.000 addetti. E’ una formula di vacanza in crescita costante e dedicare risorse per la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale, per promuovere le produzioni agricole, è un’opportunità per rilanciare la fruizione dello spazio rurale.

 

“Tutto – conclude il presidente di Agriturist – va realizzato con una visione collegata alla sostenibilità energetica e ambientale della recettività agrituristica, che vede gli imprenditori agricoli estremamente interessati e già operativi”.

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Agriturist (Confagricoltura): voglia di viaggiare e ampi spazi hanno accelerato la ripresa in campagna

Il post pandemia ha velocizzato lo sviluppo sostenibile economico, ambientale e sociale dei territori rurali

Grande protagonista delle vacanze degli italiani è stato indubbiamente l’agriturismo. La stagione è stata decisamente migliore dello scorso anno e, spesso, addirittura meglio del 2019 e le presenze tengono anche per tutto settembre. Certo parlare dell’altra faccia del Covid è esagerato, ma registriamo una vera e propria riscoperta delle vacanze in campagna, con gli ampi spazi, i ritmi, il contatto con la natura, le atmosfere familiari ed il buon cibo. Tocca ora riuscire a cogliere questa opportunità contribuendo, con le nostre offerte uniche, alla promozione dei territori rurali, una ricchezza nazionale da valorizzare di più”. Lo ha detto Augusto Congionti, presidente di Agriturist, facendo un bilancio dell’estate e delineando le prospettive per il settore.

La pandemia, sottolinea l’associazione che riunisce le aziende agrituristiche di Confagricoltura, ha cambiato radicalmente le abitudini di viaggio improntandole su sicurezza e distanziamento, spingendo gli italiani lontano dalla folla e dagli itinerari più battuti. Non è un caso che si siano modificate, di conseguenza, anche le abitudini: meno prenotazioni last minute, soggiorni più lunghi e maggiore attenzione alla sicurezza. A riscoprire la vacanza in campagna, oltre alle famiglie con bambini, anche moltissimi i gruppi di giovani, che hanno premiato soprattutto le strutture vicino al mare o quelle che offrono percorsi esperienziali, capaci, attraverso la scelta di attività inconsuete per chi vive in città, di renderli protagonisti della propria vacanza.

Secondo i dati di Agriturist, mediamente, le presenze italiane nelle 24.000 strutture sono state intorno al 70%, raggiungendo ad agosto anche punte del 90%, e il 30% di turisti provenienti dall’estero.  Trend diametralmente opposto in Costiera Amalfitana, Sorrentina e in Veneto dove le città d’arte come Venezia, Verona, Vicenza e Padova hanno attirato molti stranieri, mentre Belluno ha fatto il pieno con soggiorni italiani. Estremamente variegato, ma tutto sommato buono il bilancio della Toscana. Molto bene il Chianti, forte presenza dall’estero e bilancio superiore, per alcuni, anche all’ante Covid, positivo l’andamento nel Senese. Ad Arezzo presenza dall’estero al 75%; al 50%, meglio dello scorso anno a Grosseto e in Maremma dove, in alcune strutture, i risultati sono stati addirittura migliori rispetto a prima della pandemia.

Molto buoni i risultati in Piemonte, che ha registrato numerose presenze di turisti stranieri “di prossimità”; non sono mancati gli italiani che hanno allungato di qualche giorno le permanenze. Soddisfacente anche la stagione in Liguria dove, a sorpresa, è cresciuta la presenza di turisti provenienti dall’est. Il Lazio segnala un andamento positivo, in particolare, vicino ai laghi con presenze estere prevalenti e in Maremma laziale, bene anche le strutture vicine alla Capitale che offrono attività e ristorazione. Continua il boom della Puglia, che si conferma regina dell’estate. Già da metà maggio i turisti, per il 70% italiani, avevano scelto questa meta che registra il tutto esaurito per tutto il mese di settembre.

La Sicilia si è confermata una delle prime regioni ad appeal turistico. Gli agriturismi hanno accolto ospiti prevalentemente italiani. Con la zona gialla e la limitazione a tavoli da quattro, numerose le disdette per feste e banchetti. Ottimi i risultati dell’Alto Adige, che continua a registrare “full booked”. Superiore alle aspettative l’andamento della stagione in Umbria e nelle Marche. Bene la Calabria, così come l’Emilia Romagna, l’Abruzzo e il Friuli.

“Non sempre è oro tutto quel che luce – conclude Congionti – quest’anno è stato migliore di quel che molti operatori si aspettavano. E’ vero che come offerta agrituristica, come Italia, partiamo con un grande vantaggio: abbiamo paesaggi unici, borghi stupendi e offriamo anche buon cibo e ottimi vini. Le nostre strutture hanno grandi opportunità da sfruttare. Dobbiamo essere capaci di partire dalla riscoperta della campagna da parte dei nostri connazionali e, utilizzando in modo mirato le risorse del PNRR, riuscire a promuovere a pieno lo sviluppo sostenibile, economico e sociale dei nostri territori”.

 

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Economia turistica, anche negli Iblei situazione al collasso: le proposte operative di Agriturist Ragusa

Le proposte dell’ing. Salvatore Giacchi (Agriturist-Confagricoltura Ragusa) per salvare le aziende, limitando i danni economici

Rateizzazione in 5 o 7 anni per le situazioni debitorie delle aziende turistiche e agrituristiche, riduzione del 50% degli oneri previdenziali INPS per gli anni 2020/2021, rateizzazione in 5 o 7 anni dei debiti previdenziali INPS, annullamento e/o rimborso dell’IMU sui terreni coltivati, sospensione e/o rimborso di tutte le imposte comunali per il biennio 2020-21, agevolazioni sulle tariffe dei costi inerenti l’energia elettrica ed i consumi idrici strettamente legati all’esercizio turistico e/o agrituristico, sostegni al reddito intesi come contratti di solidarietà espansivi per il mantenimento dei livelli occupazionali anche per i lavoratori del settore agrituristico, cambiamento della modalità di individuazione delle imprese beneficiarie degli aiuti, semplificazione burocratica nella presentazione delle domande e nell’erogazione degli aiuti (No Click Day e miglior suo dei codici Ateco).

Queste le proposte di Agriturist-Confagricoltura Ragusa, rese note venerdì 5 c.m. dall’ing. Salvatore Giacchi, all’interno di un incontro pubblico tenutosi a Punta Braccetto, nel comune di Santa Croce Camerina, alla presenza delle autorità politiche e non solo, organizzata dai proprietari di strutture ricettive sulla devastante crisi che sta colpendo le imprese e i lavoratori dei comparti turistico ed agrituristico, oltre a quello commerciale.

Gli effetti delle restrizioni da Covid-19 sull’indotto economico turistico siciliano, come si evince dai dati di Bankitalia, sono devastanti – spiega Giacchi –e stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese dei suddetti settori. Occorrono risposte urgenti e ad ogni livello da parte delle istituzioni, prima che sia troppo tardi”.

Le misure che proponiamo – aggiunge il rappresentante di Agriturist Ragusa – sono pratiche e mirano a creare le condizioni per dare ossigeno alle imprese turistiche e agrituristiche, adottando interventi già conosciuti ed approvati in passato nell’ambito agricolo. Non c’è tempo da perdere, siamo favorevoli all’organizzazione di un tavolo territoriale per l’economia iblea con la Prefettura, al fine di coordinare e rendere operativi interventi locali, bypassando procedure farraginose e dando soluzioni valide e tempestive”.

 

Ragusa, 10 febbraio 2021

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Fase 2, Agriturist (Confagricoltura): “Siamo pronti. Ripartiamo dalla campagna e dai borghi”

Ci avviciniamo ad un’estate da trascorrere preferibilmente nel nostro Paese, senza affollamenti e con meno stress: una vacanza diversa, ‘on the road’ sulle strade poco battute, alla riscoperta dell’Italia dei borghi e delle campagne italiane, che contribuiranno a creare nuove esperienze e nuovi ricordi.

“L’agriturismo può e deve giocare un ruolo chiave nell’estate della ‘fase 2’. Muta radicalmente il concetto di turismo, che va ripensato e riorganizzato secondo le nuove esigenze del distanziamento sociale e della vacanza di prossimità. Termini certamente non affascinanti, che detteranno però le regole da osservare per il prossimo futuro” – sostiene Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura.

“Le nostre aziende hanno tutte una caratteristica unica, coniugata in base alle diverse zone del nostra splendida Italia – ribadisce Congionti -. In montagna, come al mare o in collina ci sono sempre contatto diretto con la natura, spazi ampi, sistemazioni indipendenti, appartamenti, lontananza dalla folla, dal chiasso, all’insegna del benessere e del buon cibo genuino e locale. Una vacanza che calza a pennello con le nuove esigenze per uscire dall’emergenza Covid-19”.

Molte, tuttavia, sono le preoccupazioni degli imprenditori agrituristici, a partire dalla mancanza di liquidità e dai tributi da pagare. Numerose sono state le disdette e gli annullamenti a causa del lockdown, che ha totalmente azzerato i fatturati. Una perdita secca, tra ospitalità, ristorazione e fattorie didattiche che supera i 900mila euro. “Ma come agricoltori – precisa Congionti – non ci siamo mai fermati e laddove è stato possibile abbiamo continuato a lavorare consegnando pasti e prodotti a domicilio”.

Gli imprenditori agrituristici contano i danni, ma soprattutto guardano al futuro e chiedono di riprendere l’attività al più presto, con lo stesso trattamento che è stato riservato alle strutture alberghiere.

“La materia agrituristica è demandata alle Regioni – osserva Congionti – ma in questo momento è necessario un coordinamento dell’azione politica, con regole semplici, immediate, meno gravose sul fronte burocratico, che permettano a tutti gli operatori di ripartire, alla stessa velocità e con gli stessi tempi in ogni parte d’Italia”.

“Per l’estate, in alcune località, ci sono pure timidi segnali che potrebbero concretizzarsi in presenze di stranieri – conclude il presidente di Agriturist -. Siamo pronti a ricominciare e a farlo in piena sicurezza”.

 

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Se il vino non riparte, l’Italia perde occupazione, economia, cultura e paesaggio

Con 356mila aziende, 650mila ettari vitati, 50 milioni di ettolitri e un valore di 13 miliardi di euro, il comparto vitivinicolo è una delle eccellenze più rappresentative dell’Italia, non soltanto per il primato mondiale di volumi produttivi, ma per il significato che tutto ciò rappresenta in termini economici, occupazionali, culturali e paesaggistici. Tuttavia, il brusco calo dell’export e il perdurare della chiusura di ristoranti, bar ed enoteche nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus mettono a rischio la sopravvivenza del settore, che conta 1,3 milioni di addetti.

Confagricoltura evidenzia che il 35% del vino è consumato nel canale HoReCa, che assorbe il 55% del valore del comparto. Il lockdown di queste attività fino a inizio giugno, sommato al mancato recupero crediti degli ultimi mesi di vendite, farà perdere oltre il 40% del fatturato delle aziende.

“La maggior parte delle piccole e medie imprese vitivinicole italiane – spiega il presidente della Federazione Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci – non serve la grande distribuzione, ma ha come principali canali di riferimento quello tradizionale e quello della vendita diretta in azienda, anche negli agriturismi, di fatto bloccati dalle restrizioni dei DPCM”.

“Il tracollo del settore vino – continua – avrebbe conseguenze nefaste per l’economia del Paese, con gravi perdite occupazionali e anche per l’ambiente, con alcune aree vitate che potrebbero essere abbandonate senza alternative sostenibili”.

La vitivinicoltura italiana, che ha origini antiche ed è immagine e sostanza di innumerevoli territori, più di altre al mondo ha un forte legame con le caratteristiche pedoclimatiche di ogni regione: queste peculiarità danno ai nostri vini un valore unico e irripetibile. Condannare la vitivinicoltura italiana al collasso, pertanto, significa condannare un settore che, insieme all’arte, alla cultura e alla gastronomia, costituisce l’identità e la fortuna del nostro Paese.

Confagricoltura ha proposto una serie di interventi, come la rinegoziazione del debito, la sospensione delle rate per 12 mesi, la concessione dei contributi in conto interessi, l’attivazione del pegno rotativo anche per il vino e lo sviluppo di garanzie sui crediti. Si è inoltre attivata per l’avviamento della vendemmia verde, anche parziale, per un sostegno allo stoccaggio dei vini di qualità e per una possibile distillazione di crisi accompagnata da un’adeguata riduzione delle rese per ettaro.

“Se in una fase critica come questa non si riesce ad avere una forte e immediata iniezione di liquidità, senza troppa burocrazia – conclude Castellucci – molte aziende rischiano realmente di non poter neanche arrivare al termine dell’emergenza Covid-19 e si vedranno superate dai concorrenti degli altri Paesi europei ed extraeuropei”.

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Coronavirus, Agriturist/Confagricoltura: per gli agriturismi perdite per oltre 800 milioni di euro

Salta la Pasqua e fioccano le disdette anche per la prossima estate per le quasi 24mila aziende agrituristiche italiane. Niente più vacanze e fine settimana in campagna, stop alle fattorie didattiche ed ai banchetti per matrimoni e comunioni.

“Come tutto il Paese – mette in evidenza Augusto Congionti, presidente di Agriturist – ci siamo completamente fermati. I nostri agriturismi finora, tra disdette e mancati arrivi, hanno riscontrato perdite di fatturato per oltre 800 milioni di euro, senza contare quelle derivanti dalle fattorie didattiche e dalla vendita diretta che assommano ad oltre 40 milioni di euro. Ma i nostri imprenditori, come tutti gli agricoltori, non sospendono il loro lavoro e, in molti casi, reinventano la loro attività. In tutta Italia numerosi sono gli operatori che consegnano prodotti dell’azienda agricola e pasti pronti della cucina tipica a domicilio. E c’è anche chi fa di più, ospitando medici e infermieri in servizio nelle aree più colpite dal Coronavirus.

La Pasqua e i ponti del 25 Aprile e del 1° Maggio segnano di solito l’inizio della stagione negli agriturismi italiani. Un comparto che occupa circa 100mila addetti e ospita, annualmente, 3/4 milioni di arrivi per un totale di 13,4 milioni di presenze. Con il Coronavirus si è azzerato tutto.

“Normalmente – spiega Congionti – lavoriamo cinque/sei mesi a pieno ritmo e in molte regioni si raggiunge il pienone proprio già tra maggio e giugno, con gli ospiti stranieri, che certamente non torneranno presto nel nostro Paese. Non ci sono guadagni, mentre restano i problemi da affrontare, come quello della mancanza di liquidità e del notevole carico di tributi”.

“E’ vero che ci sono molte disdette e che non arrivano ancora le prenotazioni per l’estate, però sono assolutamente convinto che, finita l’emergenza della pandemia, la vacanza preferita dagli italiani sarà proprio quella in agriturismo – conclude il presidente di Agriturist -. Lo dico perché, dal mare alla montagna, passando per le colline, dopo il lungo periodo di quarantena, gli italiani cercheranno spazi aperti e vasti orizzonti. Le nostre aziende propongono un’offerta ricca, mai banale o monotona, che permette di scegliere, secondo i propri gusti e il proprio budget, tra sport, cultura, buona cucina, rilassandosi in piena campagna e ‘respirando’ la natura.”

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Pienone negli agriturismi a Ferragosto, ma l’abusivismo penalizza il settore

“In questa settimana di Ferragosto avremo il picco di presenze, ma non è un momento favorevole per l’attività agrituristica. Non tanto per un calo della domanda, quanto per la crescita dell’abusivismo che sta mettendo in seria difficoltà le aziende agrituristiche in regola con tutti gli adempimenti di legge, fiscali e burocratici”.

A dare l’allarme è Cosimo Melacca, presidente di Agriturist, l’Associazione per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio di Confagricoltura, e titolare di un’azienda agrituristica in provincia di Savona nei giorni del periodo ferragostano, segnati dall’esodo verso i luoghi di vacanza, anche per chi è alla ricerca di relax nel verde della campagna di un agriturismo per essere a più stretto contatto con la natura.

“Le aziende agrituristiche più penalizzate – spiega Melacca – sono quelle lontane dai luoghi di grande interesse turistico e situate nelle zone interne, ma l’offerta turistica abusiva e senza regole crea gravi danni anche gli albergatori. Il turismo sommerso vale 13 miliardi di euro. Di recente il ministero delle Politiche agricole, alimentari forestali e del turismo ha introdotto l’obbligo di assegnare un numero identificativo a ogni struttura turistica: questo rappresenta un primo passo in avanti, ma non basta. Occorrono anche i controlli sul territorio, così come avviene per l’agriturismo”.

Come sta andando la stagione estiva negli agriturismi? “Non possiamo far finta che vada tutto bene in nome del marketing: in base ai dati raccolti – spiega il presidente di Agriturist – la flessione, rispetto alle presenze in agriturismo rilevate nello scorso anno, è del 10% o anche del 20% per le strutture ubicate in zone di grande appeal turistico. Le perdite sono maggiori, arrivano anche al 50%, se gli agriturismi non si trovano in posizioni così favorevoli”.

In Italia l’ultimo censimento disponibile, quello del 2017, evidenziava la scomparsa di circa 1.300 strutture che svolgevano attività agrituristica e la contestuale apertura di altre 1.500 agriturismi. “Leggendo questi dato il bilancio sembra essere positivo per la creazione di 200 nuove strutture. In realtà questi nuovi agriturismi nascono solo grazie ai subentri generazionali, il passaggio di padre in figlio con la chiusura e la riapertura dell’azienda”.

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Pesca, la Regione Siciliana stanzia 16,3 milioni per 62 comuni costieri

“Presto un altro finanziamento a favore del rifacimento dei borghi marinari, per rilanciare il binomio pesca-turismo”, dichiara il presidente della Regione Nello Musumeci

In arrivo 16,3 milioni di euro per la pesca in Sicilia. A beneficiare dei fondi, a valere sul programma comunitario Feamp, saranno 62 comuni costieri suddivisi in sette gruppi di azione locali.

“Gli interventi sono contenuti in decreti in fase di pubblicazione”, ha spiegato il direttore del dipartimento, Dario Cartabellotta, in conferenza stampa con l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera, e il presidente della Regione, Nello Musumeci, alla presenza di alcuni sindaci, tra cui Totò Martello (Lampedusa) e Giuseppe Pagoto (Favignana).

Musumeci ha affermato che si tratta di interventi che vanno “dalla riqualificazione dei porti all’innovazione tecnologica”. “Per fare pesca ed essere competitivi servono non solo incentivi ma infrastrutture qualificate per la flotta che conta oltre 2.773 imbarcazioni in Sicilia per quasi 10 mila addetti”, ha sostenuto Musumeci.

Clicca il link seguente per il video con la dichiarazione del presidente Musumeci: Sicilia, Musumeci: oltre 16 milioni per le marinerie dell’isola

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