Earth Day, Confagricoltura: giornata importante per ricordare il ruolo del settore primario

Tutela della natura e sviluppo sostenibile, educazione ambientale, partecipazione fattiva di imprese e cittadini ad iniziative che promuovano la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di preservare il pianeta da squilibri ed abusi di un bene che non è inesauribile: è questa, per Confagricoltura, la mission della Giornata Mondiale della Terra, evento annuale che si celebra il 22 aprile per far luce sulle questioni ecologiche più urgenti come la crisi climatica, il riscaldamento globale e il consumo di suolo. Il tema di quest’anno è “Invest in our Planet”. E gli agricoltori da sempre investono su questo bene vitale, sanno quale dono sia la Terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le generazioni future – sottolinea l’Organizzazione agricola -. Il loro impegno è produrre cibo sano per tutti preservando le risorse naturali.


I primi risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura diffusi nel 2022 da Istat registrano in Italia una SAU (Superficie agricola utilizzata) di 12.535 mila ettari e una SAT (Superficie agricola totale) di 16.474 mila ettari.


“L’innovazione digitale e quella genetica, come le Tea, sono il supporto concreto per rendere i sistemi produttivi sempre piu’ sostenibili – ricorda il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Sono un valido aiuto nella lotta ai mutamenti climatici, consentono di ridurre il consumo di acqua, di produrre di più, e meglio, per una popolazione in continua crescita. Occorre perciò investire di più in ricerca e innovazione, solo così sarà possibile un sistema economico globale equo e sostenibile”.

 

L’agricoltura fa dunque della sostenibilità il suo più grande investimento: attraverso l’economia circolare ricicla di più per produrre meno scarti inutili, riduce il consumo di acqua attraverso i sistemi di irrigazione a goccia per conservare questa risorsa in futuro, preserva la biodiversità avendo cura dei suoli e del paesaggio, custodendo i boschi e le foreste.

 

Sono infatti – sottolinea Confagricoltura – oltre 700mila le imprese agricole attive sul territorio nazionale a garantire, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità colturali attraverso pratiche benefiche per l’ambiente e modelli di produzione sempre più evoluti. Lo dimostra il report di AGRIcoltura100, il progetto che Confagricoltura e Reale Mutua portano avanti da anni per la misurazione del livello di sostenibilità del settore primario. Attraverso parametri specifici di valutazione e i risultati ottenuti, il report testimonia come sostenibilità ambientale e sociale siano centrali per più della metà delle oltre 2.800 imprese coinvolte nell’indagine.

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Innovation for Sustainability Summit, Giansanti (Confagricoltura): “Il mondo di oggi ha bisogno di filiere del cibo intelligenti”

“Un’agricoltura forte contribuisce anche alla solidità delle democrazie perché l’efficienza della sua produttività garantisce lo stato di salute degli ecosistemi in cui i cittadini vivono”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, durante il suo intervento alla seconda edizione del summit romano dell’European Institute of Innovation for Sustainability (EIIS). 

Le imprese agricole condividono con quelle dell’industria la principale delle sfide di oggi. “Siamo chiamati a pensare ad un nuovo modello produttivo, orientato verso filiere intelligenti che tengano insieme produttività e sostenibilità – ha spiegato Giansanti –. Ecco perché, protagonisti di questa fase di grande cambiamento sono gli imprenditori professionali del settore, quelli che sanno esprimere competitività sul mercato”.  

Il rinnovamento della filiera del cibo è un obiettivo reso ancora più complesso dai cambiamenti climatici e dalle ripercussioni ambientali ed economiche che questi hanno sulle colture. Ecco perché è fondamentale il contributo di tutti gli ambiti convolti nell’agroalimentare. Compreso quello della ricerca scientifica. 

“Finalmente – ha chiosato il presidente della Confederazione – si torna a parlare di genetica vegetale e animale. Un discorso avviato in Italia nella prima metà del ‘900 e che oggi, insieme alla rivoluzione digitale già in corso, risulta centrale per selezionare produzioni che permettano di ridurre al massimo il consumo di risorse naturali”. 

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Riforma IG, Confagricoltura: il voto in ComAgri accoglie molte nostre richieste

Con il voto di oggi della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche sono state accolte molte istanze presentate da Confagricoltura che mirano a rafforzare la protezione delle Dop e Igp, a snellire le procedure di approvazione e di modifica dei disciplinari, prevedere un ruolo per i produttori agricoli nei consorzi, aumentare la trasparenza verso i consumatori e tutelare il settore vitivinicolo.

E’ un provvedimento importante, evidenzia Confagricoltura, ricordando che l’Italia è il primo Paese europeo per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine, con un valore di circa 20 miliardi di euro.

La proposta di regolamento va a normare le Associazioni di produttori e le Associazioni di produttori riconosciute.

Confagricoltura giudica molto positive le misure introdotte per semplificare le procedure di gestione delle IG, con tempistiche per la registrazione e la modifica dei disciplinari più snelle rispetto alle attuali, che oggi richiedono oltre i 12 mesi.

Bene anche il mantenimento del ruolo dell’EUIPO, agenzia che gestisce i marchi Ue a cui sono attribuiti solo compiti amministrativi nella gestione delle richieste.

Positivi, inoltre, il carattere volontario degli impegni di sostenibilità, che possono essere inclusi nel disciplinare di produzione o in un documento a parte, e la maggiore protezione su internet, per esempio sui siti di e-commerce.

In ambito vitivinicolo, il risultato di oggi va incontro alle richieste di Confagricoltura: sono infatti stati lasciati nella regolamentazione di base elementi importanti di tutela delle IG. Le norme che regolano la protezione, l’omonimia, la relazione con i marchi e gli impegni di sostenibilità restano dunque specifiche per il vino, contrariamente a quanto inizialmente proposto dalla Commissione.

La Confederazione ringrazia infine gli europarlamentari per il lavoro svolto, auspicando che l’assemblea plenaria e il Consiglio possano sostenere le posizioni della ComAgri.

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Energia, Confagricoltura: bene approvazione decreto sugli impianti agrivoltaici

Confagricoltura esprime soddisfazione nell’apprendere che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il decreto di attuazione del PNRR per lo sviluppo degli impianti agrivoltaici.

“Il decreto consentirà infatti di supportare nuovi investimenti nella produzione di energia fotovoltaica in impianti realizzati su terreni agricoli, secondo modelli innovativi, su cui viene mantenuta e monitorata l’attività agricola”, sottolinea il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Bioeconomia di Confagricoltura, Alessandro Bettoni.

“Si tratta di un provvedimento molto atteso dal settore – prosegue Bettoni – che potrà così avvalersi di specifiche risorse. Rispetto allo schema di decreto preannunciato nel giugno 2022 non possiamo che apprezzare il fatto che il decreto annunciato preveda uno specifico contingente (300 MW su 1.04 GW) dedicato alla realizzazione di impianti di potenza fino ad 1 MW realizzati da imprese agricole. Tale novità, conferma il ruolo prioritario che assumono le imprese agricole nella produzione di energia rinnovabile e nella decarbonizzazione”.

Confagricoltura attende di conoscere maggiori elementi in ordine al livello di incentivazione dell’energia immessa in rete, che si integrerà con l’aiuto in conto capitale al 40% annunciato dal ministro, per esprimere valutazioni più puntuali da parte delle imprese.

L’Organizzazione coglie l’occasione per sollecitare la definizione della disciplina sulle aree idonee allo sviluppo delle FER, sottolineando che molte aziende agricole ricadono in aree soggette a vincoli di diversa natura che impediscono la realizzazione di impianti fotovoltaici, benchè funzionali ai processi produttivi. “Un tema, questo, – conclude Bettoni – su cui occorre fare una riflessione profonda se vogliamo che il settore agricolo raggiunga la propria indipendenza energetica”.

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Confagricoltura: DL sviluppo TEA e registro crediti di carbonio strumenti importanti per la transizione ecologica

La concentrazione di anidrite carbonica in atmosfera ha raggiunto le 419,13 parti per milione (ppm) con un aumento di 1,82 parti per milione rispetto al 2022. Lo dicono i recenti dati dell’osservatorio NOAA, situato a 3.3387 metri sul vulcano Mauna Loa sull’isola di Hawaii. Si tratta di un nuovo, negativo, record: in 63 anni non era mai stata rilevata così tanta CO2 nell’aria.  

Alla luce di questa notizia, per Confagricoltura, è evidente l’importanza della definizione delle regole per il mercato dei crediti di carbonio. Uno strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo del Green deal europeo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. 

Parallelamente, è altrettanto importante mettere il settore primario nelle condizioni di esercitare il ruolo, che riveste da sempre, di ambito produttivo capace di “catturare” e immagazzinare il carbonio prodotto dalle attività umane.

Per questa ragione, Confagricoltura guarda con grande interesse alle recenti iniziative messe in campo dal governo: da una parte, il disegno di legge sulla sperimentazione in campo delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea); dall’altra, l’emendamento al decreto-legge PNRR per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili. 

Confagricoltura sostiene da tempo l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico. Il disegno di legge sulle Tea – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Non solo. 

Le tecniche di evoluzione assistita permettono di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda di cibo e per mantenere alta la qualità Made in Italy. Questo permetterà all’Italia di essere pronta quando verrà pubblicato il Regolamento che la Commissione Ue intende proporre per regolamentare le nuove tecniche genomiche.

La Confederazione ha accolto con entusiasmo anche l’approvazione dell’emendamento che prevede l’istituzione del Registro dei crediti di carbonio agroforestali presso il CREA. L’iniziativa valorizza la capacità delle imprese agroforestali di “imbrigliare” la CO2 attraverso i servizi ecosistemici svolti nella gestione del patrimonio agro-forestale nazionale. L’emendamento mira a definire il modo in cui le quantità di carbonio immagazzinato verranno certificate e trasformate in crediti da scambiare su un mercato unico e condiviso. 

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Made in Italy e mutamenti climatici, Confagricoltura: bene consentire la sperimentazione in campo delle TEA

Confagricoltura condivide in pieno il disegno di legge che consentirà la sperimentazione in campo delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), proposta dal Senatore Luca De Carlo e da oggi in IX Commissione del Senato. 

È importante – mette in evidenza Confagricoltura – fare dell’Italia un Paese leader sulle TEA, le tecniche di evoluzione assistita in agricoltura, per poter avere piante più sostenibili, ridurre l’uso di fitofarmaci, e fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico, con oggettivi benefici per la produttività e, dunque, per le richieste alimentari di una popolazione mondiale in crescita. Sempre preservando il ‘Made in Italy’.

Confagricoltura auspicava da tempo questa possibilità per fronteggiare i cambiamenti climatici. Le TEA sono una promettente speranza per una produzione agricola sostenibile. 

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AGRIcoltura100: l’impresa ragusana Natura Iblea è tra le 100 aziende agricole italiane che investono di più in sostenibilità

Presentato il III Rapporto AGRIcoltura100 di Reale Mutua e Confagricoltura.  A Natura Iblea la menzione speciale per l’attenzione alla sostenibilità ambientale

Le imprese agricole sostenibili crescono più rapidamente in termini di fatturato e competitività. Lo dimostrano i dati del terzo Rapporto “AGRIcoltura100”, il più approfondito studio sulla sostenibilità del settore agricolo, voluto da Reale Mutua e Confagricoltura, presentato ieri a Roma, a Palazzo della Valle.

L’indagine, finalizzata a promuovere il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile e al rilancio del Paese, è stata realizzata da Innovation Team, società del Gruppo Cerved, e ha coinvolto 2.806 imprese agricole di tutta Italia, il 30% in più rispetto alla seconda edizione.

Tra i premiati, Natura Iblea, azienda di Ispica (Ragusa) leader nella produzione di ortofrutta biologica di alta qualità e già vincitrice di diverse edizioni del Welfare Index PMI, che ottiene una menzione speciale per l’attenzione alla sostenibilità ambientale.

Ma non è l’unica azienda ragusana a salire sul podio delle 100 aziende più sostenibili secondo il Rapporto. C’è anche Centro Seia Srl, azienda operante a Ragusa, che da oltre 20 anni produce giovani piante orticole per le colture protette attraverso le più innovative e sicure tecniche di coltivazione.

“Ancora una volta Natura Iblea ottiene un riconoscimento autorevolissimo – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – che conferma che nel nostro Sud Est ci sono aziende agricole esemplari non solo per le loro produzioni di eccellenza, ma anche per innovazione, attenzione al welfare e alla sostenibilità a 360 gradi. A Roberto Giadone e a tutta la sua squadra, ma anche al Centro Seia che si è qualificato tra le 100 aziende più sostenibili, le vive congratulazioni da parte dell’Unione Provinciale di Confagricoltura e della Federazione Regionale di Confagricoltura”.

“L’interesse del settore a intraprendere il percorso della sostenibilità – aggiunge Pirrè – è vivo, concreto e guidato dalla necessità di coniugare i doveri legati alla produzione di cibo per una popolazione in crescita al mitigare gli effetti del cambiamento climatico e a salvaguardare l’ambiente. La strada da percorrere è quella dell’innovazione e delle nuove tecnologie grazie alle quali è possibile perseguire gli obiettivi ambientali ed economici. Insieme, perché gli uni non escludono gli altri”.

“Siamo orgogliosi di questo riconoscimento – dichiara il CEO di Natura Iblea, dott. Roberto Giadone – che premia il nostro impegno costante nel creare all’interno della nostra azienda e intorno ad essa inclusione e sostenibilità. Senza rispetto dei diritti dei lavoratori e senza rispetto dell’ambiente non può esserci sviluppo condiviso, ma soltanto business. Noi da sempre abbiamo scelto di fare di Natura Iblea una fabbrica di benessere diffuso, che non può esserci se si prescinde dall’attenzione nei confronti dell’ambiente in cui operiamo e a un utilizzo responsabile delle risorse naturali”.

L’indice AGRIcoltura100 considera il numero e l’intensità delle iniziative adottate in tutte le aree del Paese basandosi su 236 variabili relative alla sostenibilità ambientale e sociale, alla gestione e delle relazioni con le filiere e le comunità locali e alla qualità dello sviluppo e dell’occupazione.

Oltre alla maggiore competitività delle aziende attente a questi temi, il Rapporto 2023 rileva anche il forte legame tra sostenibilità e produttività e il ruolo centrale dell’innovazione quale acceleratore verso gli obiettivi.

L’agricoltura ha dimostrato forte resilienza nella fase più acuta della crisi e i dati raccolti dimostrano come il movimento della sostenibilità viaggi in controtendenza rispetto agli indici di criticità e al contesto economico e politico instabile: le aziende con un livello elevato di sostenibilità passano dal 49,8% nel 2021 al 52,7% nel 2022, a dimostrazione della capacità del settore primario di integrare pienamente la sostenibilità nel modello di business.

Dal report si evince come la consapevolezza dell’importanza attribuita alla sostenibilità sia ormai radicata stabilmente nell’identità delle imprese: l’85% delle aziende ritiene prioritario investire nella qualità dei prodotti per garantire il consumatore, il 73% di doversi occupare con più impegno della protezione dell’ambiente, mentre il 66% ritiene necessario rafforzare le relazioni per fare rete e raggiungere gli obiettivi.

Ben l’80% delle imprese con alto indice di sostenibilità manifesta anche un elevato livello di innovazione; al contrario, appena il 2% delle aziende con un basso livello di sostenibilità può qualificarsi come innovativa.

I risultati dell’indagine sulle aree interessate dalle iniziative imprenditoriali rispecchiano un impegno trasversale delle aziende agricole in ambito sociale, ambientale e di governance. Il campo in cui le aziende focalizzano maggiormente il proprio impegno è nel miglioramento dell’utilizzo delle risorse quali acqua, suolo ed energia (98,7%), un dato che rimarca un’attenzione prevalente sui temi ambientali, mentre l’impegno nella tutela della qualità alimentare e della salute (92%, in aumento dello 0,5% rispetto al 2021) sottolinea la volontà delle imprese di garantire maggiormente il consumatore finale.

L’impegno nell’area della sicurezza sul lavoro (64,5%) e nell’area gestione dei rischi (79,5%, in aumento del 3% rispetto al 2021) rispecchiano come l’impatto delle strategie sostenibili non sia isolato all’area ambientale, ma abbia una forte incidenza anche nell’area sociale e di governance.

Un fattore sostanziale, che rimarca il valore della sostenibilità in funzione della crescita del settore, è l’interdipendenza tra la sostenibilità e la competitività: il 57% delle imprese con un alto livello di sostenibilità è anche molto competitivo sul mercato.

I vincitori

La classifica generale della terza edizione di Agricoltura100 ha selezionato tre aziende vincitrici:

  1.      Santissima Annunziata – San Vincenzo (LI, Toscana). Attività: Olivicoltura

  1.      Azienda Agricola Bosco de’ Medici di Palomba Giuseppe – Pompei (NA, Campania). Attività: Viticoltura

  1.      Azienda Agraria Sperimentale Stuard – Parma (PR, Emilia-Romagna). Attività: Aziende Miste

Sono state riconosciute, inoltre, 7 menzioni speciali:

Attenzione all’impatto ambientale: 

Società Agricola Natura Iblea – Ispica (RG, Sicilia). Attività: Ortive

Qualità e salute alimentare:

OPOA Marsia Società Coop. Agricola – Avezzano (AQ, Abruzzo). Attività: Ortive

Gestione del rischio e protezione dei lavoratori:

Azienda La Cura di Enrico Corsi – Massa Marittima (GR, Toscana). Attività: Viticoltura

Rapporti con le reti, la filiera e la comunità locale: 

Cooperativa Agricola Di Girolamo Gianni – Sabaudia (LT, Lazio). Attività: Ortive

Qualità del lavoro e occupazione dei giovani: 

Società Agricola F.lli Cherubini – Lonato del Garda (BS, Lombardia). Attività: Aziende miste

Agricoltura al femminile:

Impresa Sociale Agricola Grow Up – Pinerolo (TO, Piemonte). Attività: Ortive

Contributo alla transizione e all’autonomia energetica: 

Società Agricola Fattorie Menesello – Lozzo Atesino (PD, Veneto). Attività: Aziende Miste

Ragusa, 31 gennaio 2023

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Sostenibilità nelle imprese agricole, domani presentazione a Roma della III edizione del Rapporto AGRIcoltura100

Martedì 31 gennaio alle 11, nella sede di Confagricoltura a Palazzo Della Valle a Roma, verrà presentata la 3^ edizione del Rapporto AGRIcoltura100, un progetto avviato da Confagricoltura e Reale Mutua, curato da Innovation Team.

 

AGRIcoltura100 è lo studio più approfondito sulla sostenibilità nel settore primario in Italia. Nato come modello di analisi pluriennale, misura il livello delle imprese agricole in quattro aree di sostenibilità: ambientale, sociale, gestione dei rischi e delle relazioni, qualità dello sviluppo. Lo fa aggregando 236 variabili, attraverso indicatori di attività, responsabilità-gestione e performance. In questa edizione il modello è stato arricchito con oltre 20 nuovi indicatori che misurano i risultati ottenuti dalle imprese.

 

Nel corso dell’evento, a cui prenderà parte anche il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava, verranno presentati i risultati della ricerca che ha coinvolto circa 3.000 aziende agricole, rilevandone l’impegno dal punto di vista della sostenibilità, sotto ogni profilo, valorizzando così il contributo del settore primario alla crescita economica e sociale del Paese.

 

invito ibrido V5

 

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Libro Bianco del Verde, Confagricoltura e Assoverde: cinque le tappe chiave per realizzare i Parchi della Salute

Aria più pulita e sana nelle città per creare un ambiente più salutare e a misura d’uomo. Sono cinque le tappe chiave emerse oggi alla giornata di studio organizzata da Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il CREA e l’istituto Superiore di Sanità per presentare il focus del Libro Bianco del Verde dedicato quest’anno a verde urbano e salute.

Per Confagricoltura e Assoverde occorre sensibilizzare le amministrazioni comunali per creare i “parchi verdi della salute” in ogni quartiere delle città metropolitane. Serve puntare su più aspetti: la pianificazione integrata per scegliere i siti più adatti ad accoglierli, la progettazione mirata effettuata da gruppi di professionisti, la realizzazione (scelta delle specie, distanza dagli edifici), la cura per garantire una corretta e continua manutenzione delle aree verdi, la fruizione per accrescere la consapevolezza dell’importanza dell’esperienza e della connessione con l’ambiente.

Infine, per assolvere adeguatamente alla riduzione di polveri sottili e CO2, rendendo le aree urbane finalmente più salutari e a misura d’uomo, occorre adeguatamente certificare “i parchi della salute”. Proprio per questo sono stati organizzati appositi tavoli di lavoro che hanno coinvolto un centinaio tra medici, istituzioni, docenti e studiosi di università ed enti di ricerca, tecnici, esperti, imprenditori e professionisti per porre le basi al coraggioso progetto ideato da Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il CREA e l’Istituto Superiore di Sanità per rendere finalmente le nostre città più salubri.

“Invitiamo a riflettere – ha affermato la presidente di Assoverde, Rosi Sgaravatti – quanto sia necessario investire nel verde. Metà della popolazione mondiale risiede in contesti urbani e tutelare la salute è un diritto di tutti. Oggi le aree verdi urbane sono fondamentali ed ecco come un investimento diventa un risparmio, se ben progettato, curato e certificato. Ci vuole la pianta giusta al posto giusto, non solo messa a dimora, ma anche curata e potata da professionisti”.

“È diventata evidente – ha messo in evidenza il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – la necessità di dare un nuovo volto e una nuova dimensione alle nostre città: quella verde. Si continua a rafforzare il nostro impegno per diffondere la consapevolezza del valore aggiunto che parchi, giardini, aree verdi, pubbliche e private, danno per migliorare le nostre città e il nostro benessere psico-fisico. Il settore del verde in Italia è vitale e strategico e contribuisce a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità con vantaggi sulla salute e per una migliore qualità della vita”.

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Acquacoltura, API (Confagricoltura): serve intervento rapido sui costi energetici e sulla tracciabilità del pesce “Made in Italy”

L’acquacoltura è un’attività sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Puntare su questo comparto migliora l’autosufficienza alimentare nazionale per i prodotti ittici e contribuisce a colmare il divario tra consumo e produzione di piscicoltura sostenibile nell’Unione europea. Lo ha messo in evidenza l’Api (Associazione Piscicoltori Italiani) di Confagricoltura intervenendo all’Audizione informale prima di Natale, presso la commissione Agricoltura della Camera dei deputati.

Nel 2021, l’acquacoltura ha prodotto 180.000 tonnellate di prodotti ittici tra pesci e molluschi, con un fatturato di circa 500 milioni di euro negli 850 sono i siti produttivi concentrati per il 60% al Nord, il 15% al centro e il 25% al Sud.

“Il perdurare del conflitto russo-ucraino – ha affermato il vicepresidente Api, Marco Gilmozzi – ha acuito notevolmente i costi energetici per le nostre aziende, che hanno consumi estremamente elevati. Chiediamo di inserire nell’elenco delle imprese energivore quelle che svolgono l’attività di acquacoltura in impianti a terra utilizzando acqua dolce, salmastra o salata. Per raggiungere una maggiore efficienza energetica sarebbe anche necessario consentire impianti fotovoltaici innovativi su strutture come vasche o bacini d’allevamento”.

In Italia si allevano, in grande biodiversità, 25 specie ittiche in ambienti diversi: acqua dolce, salmastra (lagune), mare. Il pesce più allevato è la trota, seguono orata e spigola. Si producono anche 130 milioni di avannotti di specie ittiche marine pregiate e siamo leader europei per il caviale di storione.

“Proprio per questi motivi – ha aggiunto il direttore dei piscicoltori di Confagricoltura, Andrea Fabris – occorre fornire una informazione chiara ai consumatori indicando l’origine (da pesca o allevamento) e il Paese di provenienza del pesce, alla stregua di quanto è già d’obbligo per la vendita al dettaglio nei supermercati o nelle pescherie. La trasparenza con l’etichettatura obbligatoria dei prodotti ittici, somministrati attraverso i canali Ho.Re.Ca., tutela il diritto del consumatore e le produzioni made in Italy”.

È stato infine evidenziato il problema della durata delle concessioni per acquacoltura e delle procedure di assegnazione. Per i piscicoltori è necessario avviare, nel più breve tempo possibile, i bandi per l’utilizzo dei fondi residui del FEAMP di compensazione finanziaria per il mancato guadagno e per i costi aggiuntivi sostenuti a causa del conflitto russo-ucraino, attivando un’analoga procedura per l’utilizzo dei fondi FEAMPA relativi alla programmazione 2021-2027. L’Api ha sottolineato la vitalità del comparto il cui numero di addetti è in costante crescita.

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