La dichiarazione dello stato di emergenza per Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Veneto trova Confagricoltura d’accordo. Positiva la previsione da parte del Consiglio dei Ministri di 36,5 milioni di euro in favore dei territori maggiormente colpiti dalla grande siccità in corso. Si tratta di uno stanziamento economico importante, ma che rappresenta solo un primo passo verso la tutela delle produzioni e del lavoro delle aziende agricole.
La Confederazione è convinta dell’importanza della nomina, nel più breve tempo possibile, di un Commissario straordinario che, di concerto con i territori e le rappresentanze degli agricoltori, proceda con lo stanziamento delle risorse necessarie a coprire i danni già subiti dal settore primario. È fondamentale mettere in campo ogni sforzo necessario per la salvaguardia dei raccolti, e di conseguenza, l’occupazione.
Confagricoltura auspica, però, che questa grave situazione abbia tolto ogni dubbio sulla necessità di superare la politica dell’emergenza per avviare un piano per la modernizzazione del sistema idrico che il Paese aspetta da oltre 20 anni. Nell’ultimo rapporto Istat è contenuto un dato esemplificativo della condizione attuale: a causa della vetustà della rete, nel 2020 è andato perso 1 miliardo di metri cubi di acqua.
È necessaria un’inversione di marcia e alcuni strumenti sono già a disposizione. È possibile procedere fin da subito con i lavori di efficientamento della rete nazionale previsti e finanziati nel PNRR con 190 milioni di euro. Ma la manutenzione non basta: Confagricoltura è convinta che sia necessario rimodulare la destinazione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicando una quota a nuove infrastrutture strategiche per la raccolta dell’acqua piovana e per la gestione e il riutilizzo dei reflui a scopi irrigui. Inoltre, il settore primario aspetta da tempo incentivi che rendano accessibili alle imprese gli investimenti in tecnologie per il risparmio idrico proprio come è stato fatto in Francia e Spagna.
Riportiamo di seguito il testo dell’intervista realizzata da Biagio Tinghino al Vice Presidente di Confagricoltura, dott. Sandro Gambuzza, pubblicata sul Quotidiano di Sicilia del 29 giugno 2022
“È fondamentale lavorare alla diffusione delle tecnologie per salvaguardare la produttività”
Negli ultimi mesi non si fa altro che parlare di rischio desertificazione. La desertificazione è non solo una conseguenza, ma anche una delle cause del cambiamento climatico: il degrado del suolo dovuto all’attività antropica dà luogo all’emissione di gas a effetto serra, e i suoli degradati hanno una minore capacità di trattenimento del carbonio. La desertificazione può comportare povertà, problemi di salute dovuti alla polvere portata dal vento, nonché una diminuzione della biodiversità. Può anche avere conseguenze demografiche ed economiche, costringendo la popolazione a migrare lontano dalle aree colpite. La Sicilia è la regione italiana con maggior rischio di desertificazione. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Italiana Enti di Bacino, il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado di rischio medio-alto. Un problema che riguarda sia le aree interne che quelle costiere, fatta eccezione per le province di Catania, Messina e Palermo, in cui il rischio è molto più basso.
Confagricoltura: “La siccità sta già impattando sulle rese agricole nazionali”
Per approfondire la questione, abbiamo intervistato Sandro Gambuzza, vice presidente di Confagricoltura nazionale. “La siccità sta già impattando sulle rese agricole nazionali – ha detto al QdS, Gambuzza -. Per questa ragione, Confagricoltura ha chiesto al governo di assumere, di concerto con le Regioni, tutte le iniziative necessarie a mettere le aziende agricole nelle condizioni di assicurare almeno i livelli produttivi ordinari. La media annuale delle temperature nell’isola continua a salire e le condizioni climatiche assumono sempre più caratteristiche continentali, con inverni più freddi ed estati sempre più afose. Il problema della desertificazione riguarda oltre il 25% della popolazione mondiale a causa delle crescenti pressioni esterne dovute alle attività umane e al cambiamento climatico che aggraveranno ulteriormente la situazione”.
Occorrono interventi immediati contro la siccità
La siccità causata dalle scarse piogge invernali sta creando problemi seri all’agricoltura e richiede interventi immediati come turni per innaffiamenti programmati e irrigazioni di soccorso per salvare le produzioni in campo. “Negli ultimi giorni stiamo affrontando il problema della carenza di acqua destinata all’agricoltura – ha continuato il vice Presidente – e stiamo iniziando ad elaborare una prima indicazione dei danni provocati dallo stress idrico, in corso ormai da mesi. Il primo calcolo attendibile è relativo ai cereali. Secondo le stime di Palazzo Della Valle, la siccità colpirà i raccolti di grano duro e tenero che registreranno una flessione calcolata tra il 15 e il 20%. Se la situazione meteorologica non cambierà e se non verranno messi in campo i provvedimenti necessari, gli effetti si estenderanno anche ad altre colture. Dall’ortofrutta al mais, fino alla produzione di uva e olive. Nessuna esclusa”.
All’emergenza attuale si sommano i danni sulla fertilità dei suoli che, secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), riguardano circa il 28% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. Negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.
Alla siccità si somma la crescita dei costi di produzione
“Non dimentichiamo che il settore primario sta già affrontando un periodo molto complicato – ha stigmatizzato Gambuzza – per l’eccezionale crescita dei costi di produzione dovuta all’invasione dell’Ucraina. Se il governo non si attiverà in tempi stretti, la perdita di produzione potrebbe avere impatti negativi anche sulla spesa alimentare degli italiani. Occorre gestire l’emergenza, accertando le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità naturale e attivando tutte le possibili iniziative in modo coordinato per salvaguardare le produzioni agricole”.
In questa delicata fase storica viene chiesto agli imprenditori agricoli di far fronte alla crescente richiesta di cibo per evitare una crisi alimentare di vaste dimensioni, ma, senza acqua, non è possibile coltivare e rispondere a questa necessità. “È di fondamentale importanza lavorare alla diffusione delle innovazioni tecnologiche in grado di salvaguardare il potenziale produttivo – ha sottolineato il vice Presidente -, con una minore pressione sulle risorse naturali. Da anni, a riguardo, Confagricoltura ha avviato una stretta collaborazione con l’Ambasciata di Israele per far conoscere alle nostre imprese le migliori e più avanzate tecnologie che consentono di risparmiare il fabbisogno di acqua nei processi di produzione. Confagricoltura ha sollecitato inoltre l’avvio degli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, ma anche la realizzazione di nuovi invasi necessari a rispondere alle richieste dei territori”.
Occorre un cambio di passo rispetto al passato
Occorre un veloce e deciso cambio di passo rispetto al passato, senza ritardi ulteriori che ricadrebbero sugli imprenditori agricoli. Tutta l’Italia ha bisogno disperatamente di acqua ed i prossimi giorni saranno decisivi per salvare almeno il primo raccolto dell’estate. L’irrigazione è essenziale in questi giorni, perché molte colture stanno arrivando a maturazione e hanno bisogno di una grande quantità di acqua.
“Ho sempre detto che la crisi si supera attraverso l’innovazione, la ricerca e la formazione – ha puntualizzato Gambuzza -. Serve una visione ed una strategia in grado di aumentare la capacità di produzione dell’agricoltura italiana, con l’obiettivo di raggiungere la sovranità alimentare e puntare a nuovi mercati con le nostre produzioni, sinonimo di qualità e sicurezza. A ciò si lega la competitività, anche in termini di reciprocità di condizioni a livello comunitario e extracomunitario. Bisogna puntare a percorsi di innovazione attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie applicate all’agricoltura frutto dei risultati della scienza e della ricerca. Innovazione, transizione digitale, sostegno alla filiera agroalimentare, transizione verde, ricerca e formazione, uniti a riforme strutturali e infrastrutturali dell’amministrazione per ridurre gli oneri burocratici a carico delle imprese, per Confagricoltura, sono i pilastri su cui costruire il futuro del settore primario italiano”.
“L’agricoltura è un comparto trainante per l’economia nazionale, europea e mondiale – ha concluso Sandro Gambuzza -. La carenza di infrastrutture idriche è un grave problema che ostacola la crescita di questo settore. Innanzitutto servirebbe creare una rete di nuovi bacini e invasi sul territorio per l’accumulo e lo stoccaggio di acqua piovana”.
La Sicilia è la regione italiana con maggior rischio di desertificazione. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Italiana Enti di Bacino, il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado di rischio medio-alto. Un problema che riguarda sia le aree interne che quelle costiere, fatta eccezione per le province di Catania, Messina e Palermo, in cui il rischio è molto più basso.
La media annuale delle temperature nell’isola continua a salire e le condizioni climatiche assumono sempre più caratteristiche continentali, con inverni più freddi ed estati sempre più afose. Il problema della desertificazione riguarda oltre il 25% della popolazione mondiale a causa delle crescenti pressioni esterne dovute alle attività umane ed al cambiamento climatico che aggraveranno ulteriormente la situazione.
“Faccio mie le parole della nostra componente di Giunta, Giovanna Parmigiani, in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità: senza suolo fertile e in salute, non c’è vita. E i dati attuali sulla siccità sono impressionanti. In una situazione che è già di grande incertezza sul piano economico, rischiamo di perdere produzioni, reddito, posti di lavoro”: così il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè.
“Non meno impressionante – aggiunge Pirrè – il ritardo che è stato accumulato nel risolvere problemi di portata pluriennale e via via aggravati dal cambiamento climatico. Partendo dai fondi straordinari del PNRR, occorre un veloce e deciso cambio di passo rispetto al passato, senza ritardi ulteriori che ricadrebbero sugli imprenditori agricoli”.
All’emergenza attuale si sommano i danni sulla fertilità dei suoli che, secondo l’Ispra, riguardano circa il 28% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. Negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.
“Occorre gestire l’emergenza, accertando le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità naturale e attivando tutte le possibili iniziative in modo coordinato per salvaguardare le produzioni agricole”.
Bisogna poi lavorare alla diffusione delle innovazioni tecnologiche in grado di salvaguardare il potenziale produttivo, con una minore pressione sulle risorse naturali.
Da anni, a riguardo, Confagricoltura ha avviato una stretta collaborazione con l’Ambasciata di Israele per far conoscere alle nostre imprese le migliori e più avanzate tecnologie che consentono di risparmiare il fabbisogno di acqua nei processi di produzione.
Confagricoltura ha sollecitato inoltre l’avvio degli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, ma anche la realizzazione di nuovi invasi necessari a rispondere alle richieste dei territori.
In delicatissima fase storica agli imprenditori agricoli viene chiesto di far fronte alla crescente richiesta di cibo per evitare una crisi alimentare di vaste dimensioni, ma, senza acqua, non è possibile coltivare e rispondere a questa necessità.
“Da parte di tutte le nostre sedi provinciali ci vengono segnalate le preoccupazioni degli agricoltori per l’andamento anomalo di questo primo scorcio di anno”.E’ l’inizio della lettera che il presidente della Confagricoltura regionale, Ettore Pottino ha inviato all’assessore all’agricoltura Edy Bandiera in merito all’attuale situazione delle campagne siciliane.
“La mancanza di piogge accompagnata da temperature molto al di sopra delle medie stagionali, per non dire estive – scrive Pottino – sta producendo ritardi e fallanze a carico delle produzioni cerealicole ed anticipi di fioritura per quelle arboree con notevoli rischi in caso di riabbassamento delle temperature o gelate. Si tratta di un fenomeno abbastanza inconsueto, non solo per l’agricoltura siciliana, al punto che non sembrano esserci spazi per l’applicazione, in caso di mancato reddito, delle disposizioni previste dal Fondo di Solidarietà Nazionale”.
Queste, si legge ancora nella nota, trovano infatti applicazione solo nel caso di perdita della Produzione Lorda Vendibile causata da avversità atmosferiche, tra cui anche la siccità, o sanitarie. Resterebbero quindi senza protezione, anche assicurativa, tutte le fasi antecedenti la mancata produzione dovuta alle stesse calamità naturali. Poiché quello del cambiamento climatico è un fenomeno di cui ormai bisogna tenere conto visto anche gli esempi del recente passato, all’assessore viene chiesto di voler avviare una seria ed urgente riflessione sulle disposizioni attualmente in vigore e che non contemplano in modo chiaro tale evenienza.
“Si rappresenta ancora – conclude il presidente Pottino – che specie per il settore cerealicolo gli agricoltori hanno già dovuto affrontare, con la messa a dimora delle sementi, il grosso delle spese di coltivazione. Per queste tipologie di danni dovrebbero essere anche modificate le metodologie di accertamento da parte degli organismi competenti”.
Centinaio: “Sono state ascoltate le nostre richieste”
La pubblicazione della Decisione comunitaria, attesa nei prossimi giorni, consentirà ad Agea e agli altri Organismi pagatori regionali di procedere all’erogazione degli anticipi maggiorati a partire dal 16 ottobre 2018
Via libera dal Comitato Pagamenti diretti e sviluppo rurale della Commissione europea alla richiesta dell’Italia e di altri Paesi comunitari, di erogare gli anticipi dei fondi Ue della politica comune a favore dei produttori colpiti dalla siccità che ha interessato il nostro Paese nel secondo semestre 2017 e nel primo 2018. In particolare sarà possibile elevare l’anticipo dei pagamenti diretti fino al 70%, e fino all’85% per le misure a superficie dello sviluppo rurale.
“Bruxelles ha tenuto conto delle nostre richieste avanzate lo scorso agosto per sostenere i proprietari delle piccole e medie aziende agricole che hanno sofferto per la siccità che ha colpito il nostro Paese“, ha dichiarato Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo, commentando il via libera della Ue all’anticipo della Pac. “Gli interessi dei produttori italiani sono al primo posto e continueremo a difenderli in sede europea. Nessuno sarà lasciato solo”. La pubblicazione della Decisione comunitaria, attesa nei prossimi giorni, consentirà ad Agea e agli altri Organismi pagatori regionali di procedere all’erogazione degli anticipi maggiorati a partire dal 16 ottobre 2018, data dalla quale potranno esse erogati i fondi a valere sul bilancio UE 2019.
Anche per i territori ragusani c’è la declaratoria di stato di calamità naturale per i danni causati dall’eccezionale siccità e dalla calura nei mesi di luglio e agosto scorsi. A renderlo noto con una nota ufficiale l’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, tramite le parole del neo-assessore Edy Bandiera.
“A fronte delle notizie apparse sui quotidiani – spiega Bandiera – relative ad una presunta mancanza di declaratoria per lo stato di calamità naturale dei danni causati da eccezionale siccità-calura nelle province siciliane, si chiarisce che la stessa è stata approvata e deliberata dal Governo regionale anche per la provincia di Ragusa con la delibera numero 513 del 18/12/2017“.
“Ci sarà ancora da attendere qualche tempo per i danni causati nella provincia iblea dal maltempo e dal nubifragio del 10 novembre 2017 – aggiunge l’assessore – che ha interessato soprattutto l’area del vittoriese. “È in fase di ultimazione l’iter, da parte dell’Ispettorato dell’ Agricoltura di Ragusa, per l’accertamento della contezza, perimetrazione ed entità del danno – precisano dall’Assessorato – che consentirà di portare in Giunta la proposta di declaratoria dello stato di calamità anche per questo recentissimo evento”.
“Sono già stati effettuati i sopralluoghi di verifica del danno nelle 160 aziende che ne hanno fatto segnalazione presso l’ispettorato competente. Da una prima stima, i danni riguarderebbero circa 100 ettari di serre, per un importo complessivo di circa 22 milioni di euro, di cui orientativamente 16 milioni e mezzo alle strutture e 5 milioni alle produzioni e alle colture – precisa l’Assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera – Non appena completato l’iter sarà mia cura portarlo tempestivamente in Giunta di Governo per chiedere la declaratoria al Ministero”.
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