Confagricoltura Sicilia: priorità alla gestione responsabile delle risorse idriche

La riunione che si è svolta mercoledì presso il Consorzio di Bonifica di Palermo ha rappresentato un’importante occasione per discutere delle sfide e delle proposte volte a migliorare la gestione delle risorse idriche in Sicilia, in un contesto di siccità e di pesante crisi nel settore agricolo.

L’incontro ha visto la partecipazione di numerose organizzazioni, Confagricoltura è stata rappresentata dal direttore regionale facente funzioni, dott. Alessandro Vita, e dal direttore di Confagricoltura Palermo, dott. Salvatore Taranto. Qualcuno ha deciso di abbandonare il tavolo in segno di protesta, preferendo la via della demagogia a quella della responsabilità. Confagricoltura Sicilia, in coerenza con il suo profilo e il suo stile, ha scelto di rimanere nel tavolo insieme ai rappresentanti delle altre organizzazioni (Cia e Copagri) per trovare insieme soluzioni concrete, a stretto contatto con le Istituzioni regionali.

Confagricoltura Sicilia ha condiviso con il tavolo proposte concrete, precise e circostanziate:

– La manutenzione delle reti idriche, con azioni e programmazione mirate per ridurre le perdite;

– Il riempimento prioritario dei laghetti prima dell’inizio della campagna irrigua;

– La sospensione del pagamento del beneficio irriguo per chi non utilizza l’acqua;

– La detrazione del contributo alle aziende agricole per la prossima campagna irrigua;

– L’utilizzo delle acque fluviali per aumentare le risorse idriche disponibili;

– Il collaudo delle dighe in Sicilia per garantirne l’efficacia.

“Un’occasione di confronto estremamente proficuo – dichiara il direttore regionale facente funzioni di Confagricoltura Sicilia, Alessandro Vita – che ha evidenziato la necessità di azioni concrete per garantire una gestione efficace delle reti idriche nella nostra Regione, battaglia portata avanti dalla nostra Federazione e rilanciata dal presidente Marchese Ragona nei lavori dell’Assemblea di Confagricoltura a Bruxelles appena qualche giorno fa. È fondamentale ridurre le perdite d’acqua causate da rotture delle condotte e massimizzare la disponibilità di riserve d’acqua, specialmente in vista della prossima campagna irrigua”.

“Confagricoltura Sicilia – ha aggiunto il Direttore Vita – continuerà a impegnarsi per trovare soluzioni e collaborare con le Istituzioni al fine di garantire un’equa distribuzione dell’acqua e sostenere le aziende agricole in un momento di particolare difficoltà come quello attuale”.

Palermo, 1 marzo 2023

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Siccità, Confagricoltura: necessario un piano d’azione per evitare gli sprechi e per far fronte ai cambiamenti climatici

Le fotografie scattate da un satellite dell’ Agenzia Spaziale Europea certificano la secca dei fiumi e dei laghi in Italia. Se lo scorso anno si parlava di siccità e di eventi climatici eccezionali che in passato capitavano nell’arco di un decennio, il 2023 presenta con largo anticipo un quadro molto preoccupante.

E’ quanto afferma Confagricoltura sul quadro che si sta delineando con evidenza in questi giorni: in Piemonte la crisi idrica ha raggiunto livelli tali da obbligare alcuni Comuni all’invio di autobotti per l’uso potabile.

Il lago più grande lago italiano, il Garda, è ai minimi storici.

Secondo Terna, la crisi idrica ha ridotto la produzione di energia idroelettrica del 37,7% nel 2022, e a dicembre è stato registrato -18,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

L’allarme, insomma, è già rosso. Gli agricoltori  – evidenzia la Confederazione – sono i primi a segnalare e a subire le conseguenze della mancanza di acqua, che colpisce tutta l’Italia e gran parte dell’Europa. Alcuni comparti produttivi ne hanno risentito moltissimo.

Il riso, ad esempio, nel 2022 ha perso 23.000 ettari soltanto nella Lomellina, 3.000 nel Novarese. I risicoltori, anche a causa dell’aumento dei costi dei fertilizzanti, dei principi attivi e per l’essiccazione, hanno abbandonato 9.000 ettari di riso, passando a coltivazioni come soia, girasole, mais. Una scelta dettata proprio dai cambiamenti climatici.

Confagricoltura chiede un piano d’azione su più fronti, che sappia far fronte alle emergenze e guardare al futuro, alla luce dei cambiamenti climatici in atto. Occorre intanto rinnovare le infrastrutture, pensare un nuovo piano sugli invasi, ridisegnare l’intera rete per evitare le attuali perdite d’acqua.

Poi occorre insistere sull’innovazione, strettamente connessa alla produttività. La siccità ha cambiato i parametri colturali con conseguenze economiche importanti sulle imprese e sul tessuto produttivo. Per il settore primario, l’Agricoltura 4.0 porta indubbi vantaggi economici e ambientali, poiché riduce gli sprechi.

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Acqua, Confagricoltura: “L’uso efficiente e consapevole passa per l’innovazione delle reti idriche”

“L’acqua è un bene prezioso da preservare con attenzione promuovendone l’uso responsabile. L’agricoltura ha ridotto, negli ultimi decenni, di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, come l’irrigazione di precisione. Ma non basta. Occorre mettere mano con urgenza all’intera rete idrica nazionale, che dopo trent’anni di abbandono è in pessime condizioni”. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione del 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.

Nel nostro Paese solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta, è necessario costruire nuovi invasi, rinnovare i sistemi irrigui, sanare la rete dell’acqua potabile che perde il 42% tra quella immessa e quella erogata. Per Confagricoltura sono queste le priorità su cui intervenire. Va ripristinata e rinnovata una rete infrastrutturale vecchia, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.

Le annate siccitose hanno creato danni per più di 15 miliardi, metà dei quali in quattro regioni: Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. E l’Italia è al terzultimo posto nella classifica europea per investimenti nel settore idrico: solo 40 euro per abitante l’anno, contro una media europea di 100 euro.

Confagricoltura invita a cogliere l’occasione del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e del Recovery Plan per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, forieri di eventi estremi siccitosi e alluvionali, per ripristinare e realizzare quelle infrastrutture necessarie a gestire la risorsa idrica.

Nei prossimi anni l’aumento delle temperature aggraverà ulteriormente la carenza idrica dell’Italia. L’agricoltura è il settore che più risentirà della siccità, per questo diventa sempre più importante riuscire ad accumulare l’acqua piovana, per poterla utilizzare nei momenti di carenza. Occorre distinguere fra l’acqua prelevata e l’effettivo consumo. Quello primario è l’unico settore economico che produce rispettando la risorsa idrica, perché quella impiegata nell’uso irriguo – ricorda Confagricoltura – non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale, ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

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