Le proposte di Confagricoltura al Governo

“Un incontro proficuo, che ha consentito di fare il punto sull’insieme delle situazioni di crisi dell’agricoltura italiana. Abbiamo, in larga misura, apprezzato gli obiettivi e il programma di priorità annunciato dal Governo ed in particolare apprezziamo l’apertura di un tavolo con il Governo sul tema del lavoro ”, dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a conclusione della riunione che si è svolta oggi a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni.

“Da parte nostra, abbiamo rimarcato che il ripristino dell’esenzione IRPEF deve riguardare tutti gli agricoltori, in difficoltà da tempo per il calo dei prezzi all’origine, mentre i costi di produzione restano elevati” sottolinea Giansanti.

“E’ di grande importanza l’attenzione rivolta dal governo alle questioni aperte sul fronte del credito, del costo del lavoro e dei rapporti all’interno delle filiere. Al riguardo, abbiamo presentato alcune proposte per alleggerire i costi di produzione delle imprese, anche attraverso la riduzione degli oneri previdenziali, che limitano la nostra capacità competitiva sui mercati nonché la nostra capacità d’investimento sulle misure del PNRR.” 

“Importante – continua il presidente di Confagricoltura – anche l’impegno per la riforma del sistema assicurativo in linea con le nuove esigenze poste dal cambiamento climatico e l’accelerazione nei piani di contenimento dei grandi ungulati”.

“Per quanto riguarda il versante europeo, nel corso della nostra Assemblea, a Bruxelles, il 26 febbraio, presenteremo le proposte per una radicale riforma della PAC. Intanto, però, bisogna puntare, come indicato dal Governo, sulla semplificazione amministrativa, sulla soppressione delle norme che limitano la capacità produttiva dell’agricoltura e sulla reciprocità in materia di importazioni dai paesi terzi” conclude il presidente di Confagricoltura, chiedendo al Governo di accelerare il saldo dei pagamenti PAC nonché degli aiuti nazionali.

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L’agroalimentare italiano: strategico per l’economia nazionale, dimenticato (e maltrattato) dai media

L’acuta riflessione del dott. Roberto Giadone (Natura Iblea), imprenditore agricolo associato a Confagricoltura Ragusa, sul trattamento riservato all’agroalimentare italiano da parte dei media

Per il sistema produttivo nazionale l’agricoltura ed il comparto agroalimentare sono sicuramente una grande risorsa se è vero che da solo vale dal 15 al 20% del PIL italiano. Nell’agroalimentare diamo lavoro a circa un milione di famiglie, in una nazione dove il settore costruzioni auto ne impiega circa la metà. Ora vorrei confrontare l’attenzione posta dalle organizzazioni politiche, sociali e soprattutto dai media a questi due settori.

Se in Sicilia chiude la fabbrica della Fiat di Termini Imerese e 580 dipendenti vanno in cassa integrazione, questa chiusura diventa un caso politico e mediatico nazionale. Se nello stesso periodo chiude un’importante azienda agricola di Ragusa con mille addetti tutto tace. Perché? Io penso che ci sia una sperequazione tra le due tragedie (una chiusura aziendale è sempre una tragedia). Da una parte l’operaio metalmeccanico con relativa fabbrica è considerato una risorsa e una bandiera del sistema produttivo nazionale, dall’altra una fattoria ed i sui braccianti sono considerati una piccola cosa che non interessa a nessuno. L’azienda agricola non è un “marchio”, non ha storicità, e quindi non rappresenta una risorsa. La fattoria è solo una insignificante azienda che chiude.

Nessuno governo ha mai varato un decreto per il salvataggio di una azienda agricola anche se con 1.000 dipendenti, come invece è avvenuto per la Fiat di Termini. Eppure i dipendenti sono il doppio, ci sono mille famiglie che hanno perso il lavoro e, badate bene, non esiste in agricoltura la cassa integrazione. Quando si chiude vuol dire: fine, stop, tutti a casa, un po’ di disoccupazione e via. In agricoltura si lavora, si soffre e si chiude in silenzio, da sempre ci siamo abituati sia noi imprenditori che i nostri braccianti.

Ci sono però alcune cose che vengono immediatamente attenzionate e messe alla ribalta dai media nazionale: gli scandali alimentari. Cosa è uno scandalo alimentare? È un’inchiesta in cui i NAS o la Repressione Frodi ravvisano che un’azienda agroalimentare sta attuando delle pratiche produttive non conformi ai regolamenti nazionali ed europei. L’Italia è il Paese che ha la maggiore sicurezza produttiva alimentare grazie ai controlli costanti e serrati di questi organismi, non esiste nessun altro Paese al mondo con un’organizzazione di controllo alimentare simile al nostro.

Bene. Siamo contenti di ciò, anche noi che siamo i controllati. Ma qual è il bisogno di dare un’eco mediatico impressionante a qualsiasi scandalo alimentare su giornali e TV con tanto di conferenza stampa della Procura della Repubblica con enorme scritta alle sue spalle che recita per esempio “Operazione Ravanello Velenoso” ? Dopo ogni notiziona del genere ci sentiamo chiamare da tutti i nostri clienti esteri che ci chiedono di cosa si è trattato, se lo scandalo è avvenuto sul nostro territorio, in alcuni casi ci chiedono addirittura una nostra dichiarazione di estraneità ai fatti anche se lo scandalo è sulle carni e noi produciamo zucchine! Tutto questo all’estero è visto non come un Paese serio che ha controlli serrati unici al mondo sull’alimentare, ma ci fanno identificare come il Paese dei “furbi” che costantemente cercano di aggirare le norme in vigore. Ditemi quando avete mai sentito su giornali e Tv di uno scandalo alimentare in Spagna o in Germania? Qual è il bisogno di “darsi la zappa sui piedi” (ottimo modo di dire per noi agricoltori)? Ogni scoop di questo genere crea solo panico e disaffezione dei consumatori italiani ed esteri verso il prodotto alimentare nazionale. Quindi controllare va bene (cercando anche di far lavorare gli imprenditori), ma creare una notiziona per autoscreditare un sistema produttivo che vale un milione di posti lavoro…. anche no.

P.S. Nel 2020 il sistema Rasff (sistema di allerta alimenti dell’Unione Europea) ha rilevato 511 segnalazioni di violazioni delle norme in frutta e vegetali in Europa: solo 11 riguardavano l’Italia, ma per tutti i nostri clienti europei l’Italia è il Paese dei “furbi” in agricoltura.

 

Roberto Giadone

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Quirinale, Giansanti: “Congratulazioni al Presidente Mattarella. Ora avanti con l’agenda politica, le aziende hanno bisogno di stabilità”

“Al Presidente della Repubblica eletto vanno le nostre più vive congratulazioni, insieme all’augurio di buon lavoro. La figura e l’operato di Sergio Mattarella danno fiducia al Paese. Le imprese agricole, dal canto loro, hanno bisogno di stabilità politica e di efficacia nell’azione di governo”.

Questa la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito delle votazioni per il Quirinale.

“Desidero, nella circostanza, ricordare un passaggio del messaggio inviato dal presidente Mattarella per la celebrazione, nell’ottobre 2020, dei 75 anni dalla fondazione della FAO” – prosegue Giansanti.

“Il cibo, sottolineò Mattarella, insieme al suo antico e inscindibile legame con le colture, la tradizione e la terra, deve essere considerato materia nobile da salvaguardare”.

“L’impegno per la ripresa economica e le tensioni in atto a livello internazionale – aggiunge Giansanti – non consentono cali di attenzione, incertezze e ritardi, per non compromettere i risultati positivi conseguiti nell’anno passato”.

“L’emergenza sanitaria non è superata. I rincari senza precedenti dei costi dell’energia hanno già determinato una revisione al ribasso della crescita economica prevista per l’anno in corso”.

“Le priorità sono di tutta evidenza – conclude il presidente di Confagricoltura – Servono decisioni straordinarie ed urgenti del governo, per ridurre i costi di produzione delle imprese. E va ridato slancio al programma di riforme concordato con le Istituzioni di Bruxelles”.

 

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Governo, Confagricoltura: “La ripresa economica sia al centro del programma”

La ripresa della crescita economica deve essere al centro del programma del nuovo governo. Tanto più in un contesto decisamente critico per l’economia su scala mondiale. Servono decisioni immediate ed iniziative a respiro pluriennale, a partire dalle infrastrutture, per rilanciare la competitività del sistema produttivo.

Urge una sensibile riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, al fine di ridurre i costi per le imprese ed aumentare la domanda interna.

Sollecitiamo il varo di un programma strategico che consenta di far salire il contributo che il settore già assicura all’economia italiana. Proponiamo la costituzione di un fondo, attingendo anche a risorse finanziarie della Ue, per la diffusione tra le imprese agricole delle più avanzate innovazioni tecnologiche, anche al fine di migliorare la sostenibilità ambientale delle produzioni; contrastare il cambiamento climatico; accrescere la tutela delle risorse naturali. A questo riguardo, l’agricoltura ha un ruolo di rilievo da svolgere per l’ulteriore crescita delle energie rinnovabili.

Le imprese agricole hanno anche bisogno, da tempo, di una profonda riforma della Pubblica Amministrazione: deve assicurare il raggiungimento dei risultati nel rispetto delle scadenze fissate.

A livello europeo, ci attendiamo dal nuovo governo una chiara presa di posizione a proposito delle scelte fondamentali, in programma nei prossimi mesi, per l’agricoltura.

All’interno del nuovo quadro finanziario della Ue per il periodo 2021-2027, va salvaguardata la stabilità della spesa agricola. E, per quanto riguarda la riforma della Pac, vanno contrastate le proposte che tendono a penalizzare le imprese di maggiore dimensione.

Va assicurato il pieno sostegno alle iniziative della Ue per l’apertura di nuovi mercati, sui quali affermare l’eccellenza del “Made in Italy” agroalimentare. Dal lato delle importazioni, occorre assicurare il pieno rispetto degli standard europei in materia di sicurezza dei consumatori, tutela del lavoro e dell’ambiente.

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Elezioni europee, Confagricoltura Ragusa: “Ecco le priorità che segnaliamo ai neo eletti”

Il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, interviene sui risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo di domenica: “Ci congratuliamo innanzitutto con i parlamentari siciliani eletti, certi che sapranno perseguire e rappresentare gli interessi diffusi dell’agricoltura siciliana ed italiana. Diamo inoltre il benvenuto agli esponenti politici che fanno il loro ingresso per la prima volta al Parlamento UE”.

“La nuova assemblea – aggiunge il presidente Pirrè – ha davanti sfide importanti per l’Europa, come ad esempio la riforma della PAC, determinante e urgente per la nostra agricoltura. Come imprenditori che operano in un mercato comune chiediamo regole europee reciproche, partendo dal sistema fiscale, che invece oggi opprime le aziende italiane e le penalizza rispetto agli altri Paesi”.

“L’armonizzazione delle norme – spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa – deve riguardare anche il costo del lavoro e le pratiche ambientali per costruire un’Europa più competitiva in ambito internazionale. Per farlo abbiamo bisogno di un’Italia più coraggiosa e lungimirante nelle riforme, capace di essere protagonista in questa battaglia. Siamo pertanto al fianco dei nostri parlamentari che condividono queste esigenze e intendono affrontarle con tempestività”.

“Stiamo vivendo una fase politica cruciale – conclude Pirrè – e auspichiamo che il nuovo Europarlamento tenga conto delle nostre peculiarità per valorizzarle a beneficio dell’economia italiana e delle nostre imprese”.

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Quali priorità per l’agrumicoltura siciliana? Conferenza stampa a Paternò

Tali priorità saranno oggetto di un documento che la filiera agrumicola presenterà al ministro perle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e al sottosegretario all’Agricoltura, Alessandra Pesce

Le priorità da affrontare con urgenza per lo sviluppo dell’agrumicoltura siciliana saranno esposte dalla filiera agrumicola siciliana nel corso della conferenza stampa promossa da Distretto Agrumi di Sicilia, Confagricoltura Catania, CIA Sicilia e Confcooperative Sicilia-Federagripesca Sicilia, che si terrà giovedì 20 settembre alle 10,30 nella Biblioteca Comunale di Paternò, città il cui territorio è altamente agrumetato.

Tali priorità saranno oggetto di un documento che la filiera agrumicola presenterà al ministro perle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e al sottosegretario all’Agricoltura, Alessandra Pesce, facendo seguito all’incontro dello scorso 21 luglio a Catania a cui prese pare anche il vice premier Luigi Di Maio.

Alla conferenza stampa, dopo i saluti del sindaco di Paternò, Antonino Naso e dell’assessore Franco Pennisi, interverranno: Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia; Giuseppe Di Silvestro, presidente CIA Sicilia Orientale; Giovanni Selvaggi, presidente Confagricoltura Catania; Luciano Ventura, segretario generale Confcooperative Sicilia e Nino Accetta, presidente Confcooperative Fedagripesca Sicilia.

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