Occupazione, Giansanti (Confagricoltura): “Incentivare la stabilizzazione dei rapporti di lavoro”

“Occorre favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro anche nel settore agricolo attraverso appositi strumenti contrattuali e incentivi economici”.

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti in riferimento alla nota del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali (MLPS), della Banca d’Italia e dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL), da cui emerge che nei settori privati extra agricoli è aumentata l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle attivazioni nette”.

Pur essendo la gran parte della attività agricole di tipo stagionale, è indubbio infatti che la percentuale di forza lavoro a tempo indeterminato – che oggi si attesta intorno al 10% – potrebbe essere migliorata.

La stabilizzazione comporterebbe vantaggi per il datore di lavoro, che potrebbe contare su personale formato e fidelizzato, e per l’addetto, che migliorerebbe la propria condizione lavorativa, acquisendo maggiore sicurezza. “Al contempo – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – la stabilizzazione potrebbe favorire la contrazione della spesa da parte dell’INPS per la disoccupazione agricola che, come noto, riguarda quasi esclusivamente gli operai agricoli a tempo determinato, e potrebbe contribuire a contenere il deplorevole fenomeno dello sfruttamento e del caporalato, che si verificano quasi esclusivamente nell’ambito dei lavori stagionali”.

Occorre, a parere della maggiore organizzazione datoriale, ridurre il costo del lavoro per le aziende agricole e, in particolare, per quelle che assumono a tempo indeterminato o che trasformano in rapporti stabili quelli in essere a tempo determinato.

La nota del Ministero del Lavoro evidenzia che, nei mesi di maggio e giugno, l’occupazione agricola ha avuto una contrazione nei territori colpiti da eventi meteorologici estremi, come le alluvioni in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. “Poiché sussiste la preoccupazione che analoga riduzione possa verificarsi a causa delle forti ondate di caldo – ha concluso Giansanti – è indispensabile attivare appositi strumenti di tutela per le aziende e per i lavoratori costretti a sospendere le attività”.

A tal fine Confagricoltura ha formulato alcune proposte, in sede di conversione in legge del cd. “decreto caldo”, chiedendo la Cassa integrazione agricola (CISOA) anche per gli operai a tempo determinato e per tutti gli eventi verificatisi a partire dal 1° luglio.

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Food System Summit, Giansanti (Confagricoltura): innovazione e digitalizzazione per la sicurezza alimentare. L’esempio di Hubfarm

“L’innovazione e la digitalizzazione sono strumenti essenziali per lo sviluppo economico, ambientale e sociale. Sono di fondamentale importanza per affrontare, in primo luogo, la sicurezza alimentare, poi il cambiamento climatico”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo oggi al Food System Summit alla FAO, all’evento sulla “Digitalizzazione per sistemi agroalimentari resilienti”.

In Italia la siccità e l’alluvione hanno colpito tutte le filiere, dall’ortofrutta al riso, dal Nord al Sud del Paese. La sola siccità ridurrà dal 10 al 40% le risorse idriche. Considerando che un ettaro di terreno irrigato ha una resa superiore del 30% rispetto al non irrigato, il problema è chiarissimo. Serve una strategia per prevenire queste catastrofi ambientali, proteggendo la produzione agricola e l’economia dei territori. “L’acqua e le sue infrastrutture – ha sottolineato Giansanti – giocano un ruolo fondamentale. E le innovazioni tecnologiche e digitali sono fondamentali per aumentare produttività, competitività e sostenibilità del settore agricolo”.

Confagricoltura ha quindi creato HubFarm per fornire gli strumenti necessari per ottimizzare i raccolti, ridurre gli sprechi e migliorare la sostenibilità nel settore agricolo.

“HubFarm può facilitare una notevole riduzione, che va dal 20% al 25%, del consumo di acqua; – ha spiegato Giansanti – una sostanziale diminuzione dell’uso di agenti fitosanitari tra il 7% e il 12%; una significativa diminuzione dell’applicazione di fertilizzanti, dal 12% al 16%. Inoltre, è stato dimostrato un potenziale di ottimizzazione dell’utilizzo delle macchine, compreso tra il 4% e l’8%, in parallelo a una notevole riduzione del consumo di gasolio, variabile dal 2% al 10%.

Per affrontare con successo la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico, conclude Confagricoltura, è inoltre fondamentale una solida collaborazione internazionale e la condivisione delle conoscenze. L’Italia, il prossimo anno, con la presidenza del G7 giocherà un ruolo centrale nel dibattito, con particolare attenzione proprio alla transizione digitale”.

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Assegnate le Spighe Verdi 2023: sono 72 i comuni virtuosi

I comuni rurali hanno la “Spiga verde” come le località turistiche balneari hanno la “Bandiera blu”

Le Spighe Verdi 2023 per i Comuni rurali sono state annunciate questa mattina in conferenza telematica con i sindaci vincitori.

72 località rurali potranno fregiarsi, in questa ottava edizione, del riconoscimento Spighe Verdi 2023, rispetto alle 63 dello scorso anno: 12 sono i nuovi ingressi, 3 i Comuni non confermati.

Spighe Verdi è un programma nazionale della FEE – Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.

Spighe Verdi è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione. Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’Amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione. 

L’iter procedurale, certificato ISO 9001-2015, ha guidato la valutazione delle candidature, permettendo alla Commissione di Valutazione il raggiungimento del risultato finale. Nel gruppo di lavoro è stato importante il contributo di diversi Enti istituzionali, tra i quali il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle foreste; il Ministero per il Turismo; il CNR; i Carabinieri, oltre a Confagricoltura, partner di FEE.

Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Questi sono solo alcuni degli indicatori che guidano il programma e che saranno suscettibili di variazioni, in un’ottica di miglioramento continuo e di massimo coinvolgimento dei Comuni italiani. 

Spighe Verdi si basa sull’esperienza trentennale di FEE, presente in 81 Paesi, nella gestione del programma internazionale Bandiera Blu, un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari.

L’agricoltura ha un ruolo prioritario nel programma Spighe Verdi, poiché è qui che deve avvenire la vera rivoluzione culturale. Da questa necessità nasce la collaborazione con Confagricoltura e gli altri partner istituzionali. 

“Anche quest’anno cresce il numero di Comuni che hanno ottenuto le Spighe Verdi con 12 nuovi ingressi – dichiara Claudio Mazza, presidente della FEE Italia -. Spighe Verdi non premia un modello astratto di gestione territoriale, ma certifica azioni mirate e concrete, scelte quotidiane di amministrazioni, imprese e cittadini che concorrono a una gestione virtuosa accertata e condivisa. Con Spighe Verdi si certificano quei Comuni rurali che sanno porre al centro sfide importanti: dalla gestione ambientale al turismo, dall’agricoltura – cui sono fortemente vocati – alla cultura e all’enogastronomia, dalla mobilità sostenibile alla protezione e valorizzazione del paesaggio.

La FEE è da oltre 30 anni accanto ai Comuni che intendono iniziare questo percorso, da sempre attraverso il Programma Bandiera Blu, e da otto anni attraverso Spighe Verdi. Ottenere la certificazione Spighe Verdi vuol dire aver compreso che non si può prescindere da virtuose e nuove politiche territoriali e che anzi, solo attraverso di esse, è raggiungibile un nuovo sistema economico, culturale e sociale realmente sostenibile e vincente”.

“Riconoscere alle aree rurali, con le loro imprese, il ruolo centrale nella gestione dei territori e per la conservazione della natura e del paesaggio è doveroso e giusto – afferma Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura – Con Spighe Verdi viene messo in evidenza il valore del lavoro degli agricoltori, sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, grazie anche all’innovazione e alle tecnologie in campo. Il programma della FEE ‘Spighe Verdi’, di cui Confagricoltura è dal suo esordio parte attiva e integrante, ha avuto il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica sul concetto stesso di sostenibilità, che implica un impegno costante su vari fronti da parte delle amministrazioni, delle attività produttive e della cittadinanza.

Un’agricoltura dinamica, moderna, al passo con i tempi, fa crescere i territori anche dal punto di vista turistico, culturale ed enogastronomico. E i Comuni virtuosi delle Spighe Verdi 2023 ne sono un ottimo esempio”. 

Le Spighe Verdi 2023 sono state assegnate in 14 Regioni. 

Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 12 Spighe Verdi: Alba, Bra, Canelli, Centallo, Castiglione Falletto, Cherasco, Gamalero, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo

Segue la Toscana che ottiene 9 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Greve in Chianti, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello

Subito dopo le Marche, con 8 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Sirolo

Sono 8 le località anche per la Calabria: Belcastro, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce.

La Puglia ottiene 7 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Ostuni, Troia

Arriva a 7 anche il numero delle Spighe Verdi in Umbria: Acquasparta, Deruta, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi

La Campania ottiene 6 riconoscimenti: Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Positano

Sono 5 le località del Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Sabaudia. 

Il Veneto vanta due località: Montagnana e Porto Tolle

Anche in Liguria i Comuni sono due: Lavagna e Sanremo

Sono 2 i Comuni Spighe Verdi anche in Abruzzo (Gioia dei Marsi e Tortoreto) e in Lombardia (Ome e Sant’Alessio con Vialone). 

Uno è il Comune in Emilia-Romagna, Parma

Entra anche la Basilicata con un nuovo Comune: Nova Siri.

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UE, al via negoziato sulle TEA. Confagricoltura: importante fare presto

Parte, a Bruxelles, il negoziato sulla proposta di regolamento per inquadrare nella normativa della UE le tecniche di evoluzione assistita (TEA). In altri termini, le nuove tecniche del genoma.

Il progetto legislativo della Commissione – fa sapere Confagricoltura – sarà presentato ufficialmente al Consiglio Agricoltura nel corso della riunione che si terrà il 25 luglio. Dopo la presentazione, i ministri formuleranno le prime reazioni.

“E’ un passaggio di grande importanza per l’agricoltura italiana ed europea – sottolinea il presidente dell’Organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti -. Finalmente, seguendo le indicazioni del mondo scientifico, viene posta l’attenzione sulla sicurezza e sui requisiti dei prodotti e non sulle tecniche utilizzate per produrli”.

“Le nuove tecniche del genoma sono in grado di dare agli agricoltori, grazie alla ricerca e alle innovazioni, nuovi strumenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e per continuare a ridurre la pressione sulle risorse naturali, a partire dall’acqua. Salvaguardando, allo stesso tempo, i potenziali di produzione”.

“La proposta della Commissione contiene alcuni elementi che richiederanno un particolare approfondimento. Ad esempio, la tracciabilità e la gestione a livello nazionale delle procedure di verifica – rileva Giansanti -. Sono problemi superabili. Quello che più conta è arrivare alla decisione finale il più rapidamente possibile, senza dover attendere le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e l’insediamento della nuova Commissione europea. L’invito che, dunque, rivolgiamo all’Europarlamento e al Consiglio è quello di far presto”.

Confagricoltura evidenzia che la presidenza spagnola di turno del Consiglio considera prioritario il “dossier” sulle TEA e, per facilitare le discussioni, il tema sarà all’ordine del giorno della riunione ministeriale informale in programma, a Cordoba, a metà settembre.

“Siamo convinti che l’Italia avrà un ruolo fondamentale nel corso del negoziato – conclude il presidente di Confagricoltura -. Con l’avvio della sperimentazione in campo varata dal Parlamento con il pieno sostegno del governo, l’Italia ha già inviato un messaggio inequivocabile”.

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Assemblea Confagricoltura, Giansanti: “Dal Governo risposte importanti per la crescita dell’agroalimentare”

“La due giorni di lavori assembleari di Confagricoltura è stata proficua e apre nuove prospettive per il settore primario. Il confronto tra istituzioni, politica e imprese fotografa un comparto che ha i numeri per consolidare il proprio primato”.

E’ soddisfatto il presidente Massimiliano Giansanti al termine dell’assemblea generale che a Palazzo della Cancelleria ha visto oggi gli interventi dei ministri Antonio Tajani, Matteo Salvini, Gilberto Pichetto Fratin, Daniela Santanché. Ieri avevano partecipato i ministri Adolfo Urso e Anna Maria Bernini, il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni.

Nel faccia a faccia conclusivo con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Giansanti ha accolto con soddisfazione quanto annunciato per il settore, in linea con le richieste di Confagricoltura. A partire dal miliardo in più a favore dei contratti di filiera, nell’ambito della revisione del PNRR, per soddisfare le richieste delle imprese, di gran lunga più numerose rispetto alla dotazione finanziaria iniziale. “Un risultato importante, perché rafforza il dialogo tra agricoltura e industria che può fungere da caposaldo per un piano di crescita per l’intero sistema agroalimentare italiano”.

Molto positiva anche l’attenzione che il governo ha mostrato alla richiesta del presidente Giansanti di avviare un confronto strutturato tra i soggetti della filiera sulla formazione dei prezzi, dal produttore al consumatore, in un’ottica di medio periodo capace di dare certezze a tutti. “Questo strumento – aggiunge Giansanti – avrebbe già consentito di far fronte alla forte crescita dell’inflazione alimentare che ha già prodotto un calo dei consumi”.

Il presidente di Confagricoltura ha quindi ribadito le preoccupazioni sull’inasprimento dei tassi di interesse che rischia di provocare un brusco calo dell’attività economica.

Sul fronte ambientale, anche alla luce delle recenti posizioni europee relative all’uso di fitofarmaci, alle emissioni e al ‘Ripristino della Natura’, il quadro resta aperto: “Non è stata presa alcuna decisione definitiva, anzi – precisa il presidente di Confagricoltura – i punti di riferimento dei rispettivi negoziati sono migliorati rispetto alle proposte iniziali della Commissione UE. Restano ancora impegnative le sfide per coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica, ma va riconosciuto che i risultati ottenuti oggi sono il frutto delle azioni di Confagricoltura e delle decisioni assunte dal governo italiano in ambito europeo”. 

Confagricoltura Ragusa ha partecipato ai lavori dell’Assemblea 

Anche Confagricoltura Ragusa ha partecipato ai lavori dell’Assemblea Generale di Palazzo della Cancelleria: presente il presidente, Antonino Pirrè, e la componente del Direttivo, Paola Gurrieri.

Paola Gurrieri ha preso parte al Panel su ricerca, innovazione e azione che si è tenuto nella seconda giornata.
“Ho fatto presente, presentando la mia azienda, che la ricerca e l’innovazione sono stati dall’inizio i temi fondamentali sulla base dei quali è nata La Mediterranea, così come altre aziende associate a Confagricoltura nel ragusano”.
“Ricerca e innovazione – aggiunge Paola Gurrieri – per molte associate si sono tradotte anche in azioni, non soltanto sul versante della sostenibilità ambientale, ma anche su quello della sostenibilità sociale. Proprio in merito a questo, ho condiviso con l’Assemblea le attività di prevenzione del rischio oncologico che dal 2021 ha coinvolto numerose aziende associate e la collaborazione con il progetto TFT – trasformare la fascia trasformata”.
“Come imprenditrice del settore florovivaistico, – conclude la Gurrieri – ho chiesto alla Ministra dell’Università e della Ricerca uno sforzo per ridurre la burocrazia nei progetti di trasferimento tecnologico tra ricerca accademica e imprese, per facilitare la collaborazione tra università e aziende, velocizzare l’innovazione e migliorare la competitività del comparto. Le aziende vivono di scienza e ricerca”.
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Lavoro, è emergenza nei campi. Parte da Confagricoltura l’appello a fare sistema per risolvere il problema della mancanza di manodopera

Fare sistema, insieme a tutti gli attori del settore agricolo, partendo dal contratto nazionale di lavoro e rivedendo gli strumenti attuali, per dare una risposta concreta ed efficace alle esigenze delle imprese e degli addetti.

E’ questa la proposta scaturita oggi dal convegno sul lavoro organizzato da Confagricoltura, principale organizzazione datoriale agricola, a Palazzo della Valle a Roma.

Al tavolo, oltre al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, anche i segretari generali della FAI CISL Onofrio Rota, della UILA UIL, Stefano Mantegazza e il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Paolo Pennesi, il consigliere agricolo dell’Ambasciata australiana Emma Hatcher, il giornalista Alessandro Plateroti, oltre a Ersilia di Tullio di Nomisma e il direttore dell’Area Lavoro di Confagricoltura, Roberto Caponi. E’ intervenuto con un contributo il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.

“Oggi abbiamo un racconto dell’agricoltura che non fotografa la realtà; – ha detto Giansanti – il dibattito sui cambiamenti del contratto di lavoro è quindi necessario tenendo presente quali sono le difficoltà e le richieste effettive di imprese e lavoratori”.

Intervenire sui trattamenti economici per renderli più attrattivi e competitivi nell’ambito del CNL, mantenere il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti, detassare gli aumenti retributivi contrattuali, ma anche avvicinare i giovani al mondo agricolo riconoscendo crediti e incentivi, rivedere insieme il decreto flussi che così come è strutturato non funziona. Per quanto riguarda le esternalizzazioni, per Confagricoltura è essenziale poter contare su un quadro normativo chiaro e stabile, che consenta alle imprese agricole di operare correttamente senza correre il rischio di interpretazioni opinabili che possono comportare gravi conseguenze sotto il profilo sanzionatorio.

Queste alcune delle proposte avanzate da Confagricoltura per contrastare la mancanza di manodopera, grave problema delle campagne italiane. “L’emergenza è tale – ha rimarcato Giansanti – che alle richieste di ridurre il costo del lavoro e di semplificare gli adempimenti si è sommata, prendendo il sopravvento, l’esigenza di manodopera disponibile e qualificata. Semine, raccolte e lavorazioni seguono cicli naturali e non si possono rimandare”.

Oltre un milione di dipendenti e 117 milioni di giornate lavorate. Questo il quadro del settore agricolo italiano fotografato da Nomisma. Quasi un terzo dei lavoratori è straniero, sebbene cambi la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. Ma gli intoppi burocratici frenano il loro inserimento nelle aziende, che diventano così meno attrattive rispetto a quelle estere. L’esperienza illustrata per l’Australia è una delle più palesi conferme sul fronte del coinvolgimento dei giovani.

Lo stesso ministro Calderone ha evidenziato la necessità di rivedere gli strumenti utili allo sviluppo del settore primario, coinvolgendo proprio le nuove generazioni.

Nella tavola rotonda conclusiva moderata dal giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, il segretario generale della CGIL Landini ha sottolineato l’urgenza di gestire i cambiamenti in atto stabilendo insieme priorità per arrivare a scelte lungimiranti e di qualità per tutti.

Da Plateroti un invito a cambiare la visione dell’agricoltura partendo dalle scuole, costruendo una cultura del settore primario e facendolo diventare realmente attrattivo.

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Sistemi alimentari, Giansanti (Confagricoltura): “Costruiamo insieme un nuovo modello agricolo. Il settore primario fondamentale per lo sviluppo sostenibile”

“Assistiamo a una discrepanza, ormai consolidata, tra i prezzi agricoli e quelli dei prodotti ai consumatori. Come dimostrano le recenti rilevazioni dell’indice FAO, mentre questi ultimi continuano a crescere, i primi calano”. 

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti all’incontro di oggi a Viterbo che ha chiuso il ciclo di appuntamenti preliminari al Food System Summit, in programma a Roma, nella sede della FAO, dal 24 al 26 luglio. 

Un altro tema affrontato da Giansanti è stato quello della crescita della domanda di cibo e della conseguente necessità di aumentare la produzione agricola. Megatrend che vedono coinvolte tutte le economie mondiali. “Nel prossimo decennio dovremo aumentare la produzione agricola media globale del 28% – ha affermato – Ciò comporterà cambiamenti nell’assetto stesso del settore primario. Sarà, infatti, necessario stabilire su dove distribuire questo incremento e con quali strumenti e risorse. Non solo: a tale aumento non corrisponderà una crescita del numero di ettari di terreno coltivabili, anzi, il contrario”. 

Altro argomento centrale è quello dei cambiamenti climatici. “L’anno che stiamo vivendo è stato davvero anomalo, passando da siccità ad alluvioni che stanno mettendo in crisi intere produzioni. Basti pensare che, anche se siamo a giugno, nelle campagne italiane non c’è ancora una sola mietitrebbia in azione”. 

Il sistema primario deve essere parte della soluzione, come lo è stato fino ad oggi. “A livello mondiale, nell’arco di 30 anni il settore agricolo ha ridotto le emissioni pro capite del 20% – ha detto Giansanti –. Secondo un recente studio dell’Università di Oxford, negli ultimi 10 anni in Italia le attività zootecniche hanno contribuito a raffreddare l’atmosfera con un risparmio di 49 milioni di tonnellate di CO2. Numeri – ha aggiunto – che dimostrano che il modello agricolo italiano è tra i più avanzati”. 

In questo quadro si inseriscono il processo di transizione ecologica e l’applicazione della ricerca di base al miglioramento delle specie vegetali e animali. Riferendosi all’emendamento sulle Tecniche di Evoluzione Assistita recentemente approvato, il presidente di Confagricoltura ha dichiarato: “Spero che adesso l’iter di conversione in legge non incontri ostacoli. L’apertura alla ricerca genomica è importante e trova preparate le università italiane che, nonostante il lungo periodo di oscurantismo che abbiamo vissuto, non hanno smesso di lavorare e trovare soluzioni che miglioreranno quantità e qualità dei nostri prodotti. E per questo dobbiamo ringraziarle”.

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Mercato del lavoro agricolo: antichi vizi, nuove virtù. Convegno mercoledì 21 giugno a Palazzo della Valle

Per le imprese agricole è sempre più difficile trovare lavoratori disponibili e adeguatamente professionalizzati. Da Nord a Sud, dall’ortofrutta alla zootecnia, il grido di allarme è unanime: manca manodopera. Questa carenza, grave e strutturale, genera problemi di produzione e crea stress alle imprese.

Non è una questione solo agricola, ma è più grave e preoccupante, proprio per le caratteristiche di questo tipo di attività, poco elastica rispetto ai tempi delle lavorazioni, che seguono i cicli biologici naturali. Finora si è ricorso in modo crescente a manodopera straniera, con tutte le incertezze dei decreti flussi e delle relative procedure, oppure esternalizzando con contratti di appalto labour intensive, con le preoccupazioni di una normativa tutt’altro che chiara rispetto a questa forma contrattuale.

Sono queste le soluzioni possibili o si può fare di più per restituire dignità al lavoro agricolo e renderlo maggiormente attrattivo, specialmente per i giovani?  Che cosa fanno gli altri Paesi?

Verranno analizzati e dibattuti, con esperti della materia e rappresentanti delle Istituzioni, i problemi del mercato del lavoro agricolo e i fenomeni economici e sociali che lo caratterizzano, immaginando possibili soluzioni, anche innovative, per aiutare le imprese a risolvere questa criticità.

L’appuntamento è per mercoledì 21 giugno a Roma, a Palazzo della Valle, alle 10.30.

Segue il programma del Convegno:

SALUTI E INTRODUZIONE AI LAVORI

Sandro Gambuzza – Vicepresidente Confagricoltura 

Annamaria Barrile – Direttore Generale Confagricoltura 

Daniele Rossi – Segretario Generale Agronetwork

 

RELAZIONI

Ersilia Di Tullio – Nomisma

Mercato del lavoro agricolo: situazione e tendenze

 

Roberto Caponi – Confagricoltura 

Lavoro agricolo: criticità e proposte

 

Emma Hatcher – Consigliere agricolo dell’Ambasciata australiana 

L’esperienza australiana: il lavoro nelle farm

 

Paolo Pennesi – Direttore Ispettorato Nazionale del Lavoro 

La vigilanza nel lavoro agricolo: le esternalizzazioni

 

INTERVENTI

Maria Raffaella Caprioglio – Presidente Umana S.p.A. 

Onofrio Rota – Segretario Generale FAI-CISL

Stefano Mantegazza – Segretario Generale UILA-UIL

 

TAVOLA ROTONDA

Marina Elvira Calderone – Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 

Massimiliano Giansanti – Presidente Confagricoltura

Maurizio Landini – Segretario Generale CGIL

Alessandro Plateroti – Direttore Notizie.it

 

CONDUCE: Federico Fubini – Giornalista Corriere della Sera

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Lavoro, Confagricoltura: ora necessario sostenere competitività delle imprese. Apprezzamento per aiuto ai consumi

In una fase di riduzione dei consumi dovuta all’inflazione valutiamo positivamente il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che ci auguriamo diventi presto strutturale. Il percorso imboccato è quello giusto, ora occorre accelerare ancora per alleggerire finalmente il costo datoriale del lavoro agricolo, che resta tra i più alti d’Europa, riducendo le aliquote contributive delle imprese per sostenere, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario. Lo afferma Confagricoltura in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.

Positiva anche la semplificazione apportata nelle comunicazioni da dare al lavoratore all’atto dell’assunzione, che potranno ora essere fornite dal datore di lavoro rinviando alla contrattazione collettiva, come peraltro richiesto da Confagricoltura. 

L’auspicio dell’Organizzazione è che si consideri l’importanza del fattore umano per le aziende agricole. E, soprattutto in questa fase in cui viene richiesto un grande sforzo produttivo, impegnarsi anche sul contenimento del costo degli oneri sociali sarebbe fondamentale per favorire lo sviluppo del settore e promuovere la stabilizzazione degli occupati in agricoltura.

L’agricoltura, ricorda la Confederazione datoriale, con un milione di dipendenti, senza contare l’indotto, i lavoratori autonomi, coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, nonostante le difficoltà causate dell’aumento dei costi di produzione. 

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Emissioni, Confagricoltura: bene voto UE che esclude stalle da norme revisione

“Con il voto di ieri sono state accolte le richieste di Confagricoltura a difesa del comparto zootecnico, escludendo gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva sulle emissioni industriali ed eliminando ogni ulteriore aggravio per gli allevatori di suini e pollame”. E’ il commento del presidente dell’Organizzazione, Massimiliano Giansanti, all’esito della commissione Agricoltura dell’Eurocamera, in merito alla proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. Ora il voto passerà in commissione Ambiente.

Confagricoltura ha seguito il dossier da vicino, lavorando insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca, evidenziando l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti, già fortemente provati da molte difficoltà che rischiano di compromettere irreversibilmente la produttività delle imprese agricole italiane.

“Riteniamo assurdo ed infondato paragonare gli allevamenti alle attività industriali – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, – dal momento che c’è un impegno forte da parte del mondo zootecnico nel dare una risposta ad una sempre maggiore richiesta di attenzione verso l’ambiente, che vede l’Italia primeggiare sul fronte delle tecnologie innovative e della sostenibilità, come peraltro dimostrano i risultati ottenuti rispetto alle emissioni di ammoniaca e gas serra che, negli ultimi 30 anni, si sono ridotte rispettivamente del 24% e 12% (fonte Ispra)”.

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