Coronavirus, Confagricoltura: “Bene il decreto, un primo importante sostegno alle imprese”

“Prima di tutto, rivolgo un sentito ringraziamento al presidente del Consiglio e al governo per il decreto legge varato ieri, per far fronte alla crisi economica innescata dalla Covid-19”, dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Vedremo nel dettaglio le misure decise e faremo le nostre proposte nel corso dell’iter parlamentare. Quello che è importante è la risposta forte e con significative risorse finanziarie alle esigenze delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori”.

“E’ evidente – aggiunge Giansanti – che saranno necessari ulteriori provvedimenti per limitare i contraccolpi di una crisi pesantissima, tenendo anche conto delle necessità dei singoli settori produttivi”.

“Intanto, desidero evidenziare che le misure varate dal governo – conclude Giansanti – assicurano un primo e importate sostegno alle imprese agricole che, pur tra tante difficoltà, continuano a lavorare per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini”.

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Coronavirus, Giansanti: “Grazie Presidente Mattarella. Meritiamo solidarietà e iniziative comuni”

“Sembra ormai inevitabile il blocco della libera circolazione delle persone all’interno della UE, alla luce delle decisioni che altri Stati membri stanno assumendo in queste ore per contrastare l’emergenza Coronavirus” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“E’ però indispensabile un coordinamento a livello europeo e la definizione di misure comuni, per garantire la circolazione delle merci e la tutela sanitaria degli operatori coinvolti nei trasporti”.

“Voglio ringraziare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il messaggio di ieri con il quale ha puntualizzato che l’Italia si aspetta dall’Europa solidarietà e non ostacoli”.

“In una situazione tanto difficile – prosegue Giansanti – al di là della retorica, l’Unione europea ha il dovere di essere vicina, in modo tangibile, ai cittadini e al mondo economico. Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le iniziative straordinarie, per gestire e limitare le conseguenze della crisi e per supportare lavoratori e imprese”.

“Sarebbe deludente se non si riuscisse a varare un programma ambizioso e in linea con l’ammontare delle risorse che altri Stati membri hanno mobilitato in passato, per scongiurare il crollo del sistema finanziario e bancario”.

“Per quanto riguarda l’agricoltura – conclude il presidente di Confagricoltura – rilanciamo alla Commissione Ue la richiesta di iniziative idonee a compensare i mancati redditi e i settori produttivi più colpiti dalla crisi. La normativa europea prevede alcuni strumenti di intervento come, ad esempio, gli ammassi. Non c’è tempo da perdere”.

Confagricoltura ricorda che è a disposizione una riserva finanziaria per le crisi dei mercati agricoli con una dotazione di circa 450 milioni di euro.

 

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Coronavirus, Confagricoltura sollecita cabina di regia unitaria

La crisi sanitaria non deve diventare crisi economica. Per Confagricoltura è importante avviare subito una cabina di regia interministeriale che affronti in maniera coordinata l’emergenza Coronavirus per tutto il settore agricolo e agroindustriale.

Dalla giunta straordinaria convocata ieri dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è emersa chiara la richiesta dell’Organizzazione di fare la propria parte nell’affrontare quest’urgenza che, oltre ai gravi aspetti sanitari, rischia di aggravare una situazione economica già difficile.

La costituzione di una cabina di regia che veda coinvolti tutti i dicasteri interessati, le organizzazioni di imprese delle filiere “dal campo alla tavola” è uno sforzo congiunto necessario per garantire continuità produttiva e commerciale a un comparto che rappresenta quasi il 20% del PIL nazionale e circa il 10% dell’export nazionale complessivo.

Intanto Confagricoltura, grazie alla capillare rete sul territorio, ha costituito una task force che segue attentamente la situazione e interviene sulle autorità competenti perché si riduca al massimo il disagio di imprese e lavoratori.

Trasporti, logistica, consegne dei prodotti sono le questioni più urgenti: non potendo evadere gli ordini, le aziende stanno subendo perdite importanti.

E’ inaccettabile, perché ingiustificato, evidenzia Confagricoltura, qualsiasi rallentamento dei nostri prodotti verso i mercati esteri.

La situazione è più fluida nelle zone rosse laddove i problemi si stanno affrontando con la massima responsabilità da parte degli imprenditori agricoli e grazie a specifici permessi di transito concessi dalle autorità competenti per affrontare i disagi nell’immediato.

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Bilancio pluriennale UE, Confagricoltura: “No a proposta di tagli all’agricoltura per 54 miliardi di euro”

Per aumentare la sostenibilità ambientale servono risorse finanziarie adeguate

Posizione fortemente critica quella di Confagricoltura sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo sul quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione.

Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella missiva si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.

La valutazione decisamente critica di Confagricoltura riguarda i contenuti del documento diffuso venerdì scorso per la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo, il 20 febbraio a Bruxelles, convocata per raggiungere l’intesa sul prossimo quadro finanziario pluriennale della Ue.

“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.

E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.

“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.

Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).

“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere”.

“La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e la ministra Bellanova condividano questa posizione”.

Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.

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Giansanti al Fruit Logistica di Berlino: “Innovazione e infrastrutture per far crescere il settore ortofrutticolo”

Il mondo dell’ortofrutta si è incontrato ieri all’Ambasciata d’Italia a Berlino all’ottava edizione dell’appuntamento organizzato da Confagricoltura con Messe Berlin (Fiera di Berlino) e ICE Agenzia, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

In occasione di Fruit Logistica, la più importante fiera di settore che si chiude oggi nella capitale tedesca, Confagricoltura, che ha consolidato negli anni le relazioni internazionali, è promotrice, insieme all’Ambasciata e a Fruitimprese, di un confronto tra il mondo della produzione italiana e quello della distribuzione tedesca, insieme ai massimi rappresentanti di istituzioni, enti e imprese.

Giansanti a Berlino 2

“In un anno caratterizzato da Brexit, dazi ed emergenze fitosanitarie – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – dobbiamo più che mai lavorare insieme. Le aziende vogliono fare strategia e sono pronte, quindi bene il Tavolo dell’ortofrutta convocato dal ministro il prossimo 25 febbraio, ma andiamo avanti”.

“Se c’è una nazione che ha lavorato bene sulla sicurezza alimentare, questa è l’Italia. In un mondo di pandemie, saper garantire sicurezza e standard elevati può essere un vantaggio”, ha aggiunto Giansanti in relazione alle conseguenze dell’emergenza Coronavirus sul settore agricolo.

Al Fruit Logistica si sta registrando un’affluenza molto elevata, gli stand sono affollati e si respira una generale voglia di crescita per un comparto che per la nostra Penisola rappresenta un quarto del valore della produzione agricola. L’Italia è il Paese più rappresentato in fiera, con uno spazio dedicato ulteriormente ampliato e realtà imprenditoriali, da Nord a Sud, fortemente innovative. Spiccano i valori della sostenibilità ambientale, delle produzioni certificate di cui siamo leader e del packaging ‘plastic free’. A fianco delle produzioni standard ci sono poi quelle di nicchia: antiche varietà valorizzate in chiave moderna o prodotti trasformati innovativi.

La bilancia commerciale registra qualche segno meno nelle esportazioni, ma il mondo dell’ortofrutta ha un alto livello di aggregazione, elemento fondamentale per competere sui mercati internazionali.

”Tra le priorità da affrontare segnalo migliori infrastrutture, materiali e immateriali – ha ribadito Giansanti- oltre a una food policy europea affinché le norme sugli standard di sicurezza siano uguali per tutti“.

E riguardo alla cimice asiatica, Confagricoltura ha ribadito la necessità di attivare tempestivamente un fondo europeo a sostegno delle aziende colpite, attraverso il ricorso all’articolo 221 dell’OCM, che prevede la possibilità di varare misure eccezionali per settori in crisi.

 

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Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare: Italia capofila con Confagricoltura e Università di Torino

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità. Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.

 

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Tavolo vino, la filiera al ministro Bellanova: una cabina di regia per dare valore all’Italia vitivinicola

“Instabilità geopolitiche, guerre commerciali, dazi e Brexit hanno forti ripercussioni sulle esportazioni vinicole. È fondamentale avviare una vera e propria ‘cabina di regia’ tra istituzioni e filiera del vino, luogo di confronto per avviare un prezioso gioco di squadra ed individuare opportune strategie per un settore che è ambasciatore nel mondo del made in Italy”.

Lo ha ribadito al ‘Tavolo del Vino’, promosso dal ministro Teresa Bellanova, la filiera rappresentata dai presidenti delle organizzazioni più autorevoli del settore (Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Assoenologi, CIA Agricoltori, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini).

“Abbiamo apprezzato l’approccio pragmatico e la disponibilità espressa dalla ministra Bellanova ad un confronto diretto e costruttivo – hanno aggiunto i rappresentanti della filiera -. I produttori intendono essere al fianco delle istituzioni e da queste si aspettano un reciproco sostegno anche su tutta una serie di delicati temi da affrontare nei prossimi mesi, come la nuova politica agricola comune, la semplificazione degli adempimenti burocratici, l’evoluzione dei modelli di commercializzazione, l’attenzione alla sostenibilità, il vino come parte integrante della dieta mediterranea, il suo consumo responsabile e le nuove sfide legate all’etichettatura. Ci auguriamo – hanno continuato – che la cabina di regia possa essere operativa in tempi rapidi, con obiettivi chiari e scadenze definite, coinvolgendo i soggetti maggiormente rappresentativi delle imprese attive in vigna, in cantina e sui mercati”.

Le organizzazioni agricole e settoriali da vari anni hanno attivato un tavolo di analisi e proposte che ha consentito di raggiungere importanti traguardi come il ‘Testo Unico del Vino’. La richiesta, ora, è di avere presto tutti i decreti applicativi entro Vinitaly 2020, la fiera in programma a Verona dal 19 al 22 aprile prossimi.

“L’esortazione – hanno concluso i presidenti – è di collaborare all’obiettivo comune della crescita in reputazione e valore dell’Italia del vino”.

 

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Green economy: Confagricoltura aderisce al Manifesto di Assisi

Confagricoltura ha aderito al Manifesto di Assisi “per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”.

Il documento mette in luce l’esigenza di affrontare la crisi climatica con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali e soprattutto la partecipazione dei cittadini.

E’ stato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a firmare il Manifesto che ha raccolto la condivisione di tanti imprenditori, politici, istituzioni e associazioni di categoria. “Si tratta di una sfida decisiva per il futuro di tutti – afferma Giansanti – e per la quale l’Italia può giocare un ruolo importante”.

Nel documento sono contenuti alcuni principi che hanno ispirato da tempo Confagricoltura nella propria azione a favore di una nuova economia, attenta al pianeta ma anche ai territori, alla sostenibilità e alla qualità, all’innovazione, alla crescita e all’inclusione.

“Un’economia che richiede un impegno serio e costante da parte delle imprese e della politica – ribadisce Giansanti – Siamo convinti che insieme ai cittadini e alle istituzioni possiamo dare un futuro migliore alle nuove generazioni, facendo già oggi la nostra parte”.

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Dazi Usa – Cina, a rischio i prodotti simbolo del Made in Italy: il presidente di Confagricoltura scrive a Conte e Di Maio

E’ terminata ieri la missione a Washington del commissario UE Hogan per evitare, dopo l’accordo tra Usa e Cina, l’inizio di una “guerra” commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Continua, intanto, il pressing di Confagricoltura per contrastare le nuove ipotesi di dazi aggiuntivi statunitensi sui prodotti agroalimentari europei. Dopo la conclusione, il 13 gennaio, della consultazione pubblica avviata dall’Amministrazione Usa, si attende ora la decisione, che sarà assunta in tempi brevi, sui prodotti a cui applicare le tariffe doganali, che potrebbero arrivare fino al 100 per cento su vini, pasta e olio d’oliva importati dall’Italia. Potrebbero essere aumentati anche i dazi, in vigore da ottobre, su formaggi, agrumi e salumi made in Italy.

Per questo, dopo l’incontro a Bruxelles e la lettera inviata al Commissario europeo al Commercio Phil Hogan alla vigilia della missione negli Usa, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio per ringraziarli per le iniziative politiche e diplomatiche finora intraprese e per chiedere un rafforzamento delle azioni nei confronti dell’Amministrazione statunitense, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori italiani.

“E’ difficile comprendere come un contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai consorzi Airbus e Boing – commenta il presidente Giansanti – possa mettere a rischio la tenuta e le prospettive del sistema agroalimentare europeo. Se i nuovi dazi venissero applicati ai nostri prodotti, compresi quelli a indicazione geografica protetta, rischieremmo una perdita di posizioni sul mercato statunitense, con pesanti danni economici per le filiere produttive interessate, a cui si sommerebbe la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro”.

A tale riguardo Confagricoltura ha apprezzato molto l’attenzione che l’ambasciata a Washington ha dedicato al tema del riconoscimento e della tutela delle indicazioni geografiche protette.

Confagricoltura ricorda che le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare destinate al mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l’anno. Si tratta del primo mercato per i nostri prodotti fuori dall’Unione europea ed il terzo in assoluto. Quasi la metà delle esportazioni totali è assicurata dalle vendite di vini, pasta alimentare e olio d’oliva.

 

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Agroalimentare: serve un piano di azione comune per il controllo del settore e del territorio

Il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli interviene al convegno del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri

Uno specifico piano di azione concordato tra le Istituzioni politiche, Forze dell’Ordine, imprese, parti sociali e Autorità preposte, teso non solo al recupero del controllo dell’indotto agroalimentare, ma anche dell’intero territorio: è quanto ha chiesto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel suo intervento al convegno “Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più qualità”, organizzato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Giansanti ha ricordato come l’agricoltura italiana si sia profondamente rinnovata: è cresciuta ed ha saputo valorizzare in particolar modo le produzioni vegetali di più alto pregio, che hanno permesso all’Italia di conquistare un ruolo guida tra i Paesi agricoli dell’Europa. Nel 2018 il valore aggiunto dell’agricoltura italiana è stato stimato su 32,2 miliardi di euro. Quello della Francia in euro 32,1 miliardi; della Spagna in euro 30,2 miliardi e alla Germania in 16,8 miliardi. E questo valore aggiunto è il risultato di produzioni importanti per quantità e qualità.

Il settore dei prodotti agroalimentari, soprattutto di qualità (DOP, IGP), costituisce un segmento nel quale l’Italia riveste in Europa un ruolo guida, non solo per il numero di riconoscimenti ottenuti (esclusi i vini sono 299 i prodotti alimentari tutelati in Italia sugli 822 protetti nella UE), ma anche per la capacità di farne un traino per l’economia ed i territori. Nel 1992 i marchi DOP e IGP costituivano una piccola nicchia di mercato. Oggi sviluppano un fatturato all’origine di circa sette miliardi di euro, che diventano oltre 14,7 al consumo e un giro di affari all’estero di 3,5 miliardi. Dal 2008 ad oggi il fatturato della produzione è aumentato del 46%, quello al consumo del 63%, ma il vero e proprio boom è stato quello dell’esportazione, più che triplicata.

“A fronte di questa situazione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura – non si è però ancora consolidata un’adeguata tutela internazionale della nostra produzione agricola, soprattutto di quella che si fregia di riconoscimenti di marchi o di titoli valoriali, che ne attestano la genuinità, la qualità, le capacità nutrizionali.”

Questo non può far dimenticare gli interventi compiuti dall’ICQRF a tutela dei prodotti italiani fuori dai confini nazionali e sul web. Le iniziative di controllo nel 2018 sono state 561 nel settore del vino. Gli interventi a tutela delle produzioni agricole fuori dai confini nazionali e sul web sono stati, negli ultimi quattro anni, pari a 2763.

“Questa azione di contrasto – ha rimarcato Giansanti – pur avendo dato risultati positivi e lusinghieri, e a cui va il nostro sincero riconoscimento, va potenziata per combattere i danni incalcolabili che procura la contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani, compresa l’imitazione servile delle nostre produzioni, che va sotto il nome di italian sounding.”

Per questo, a parere di Confagricoltura, occorre rivedere la normativa penale, oramai superata e comunque non adeguata a fronteggiare organizzazioni criminali che oggi si avvalgono di mezzi e strutture tecnologiche, particolarmente sofisticate e che agiscono su base transnazionale; ponendo al centro della tutela repressiva, nuovi valori come quelli identitari del patrimonio agroalimentare, che racchiude in sé, non solo le tradizioni, ma che rappresenta anche la sintesi dei saperi e delle capacità creative ed innovative del mondo produttivo.

“Ma è l’intero ‘sistema Paese’ – ha concluso il presidente Giansanti – che deve dare risposte e trovare soluzioni per soddisfare le istanze di innovazione di un’imprenditoria agricola impegnata sul fronte dell’ammodernamento delle proprie strutture e di una crescita competitiva delle proprie produzioni.”

 

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