Coronavirus, le imprese della filiera agroalimentare e distributiva italiana in prima linea al servizio del Paese

“La drammatica situazione che stiamo attraversando a causa della pandemia del COVID-19 ha dimostrato in maniera inequivocabile quanto le imprese della filiera agricola, industriale, della pesca e distributive siano in prima linea a servizio del Paese, continuando ad assicurare con grande senso di responsabilità, non senza difficoltà, un costante rifornimento di prodotti agroalimentari di qualità, con gli standard più elevati a livello globale, in quantità sufficiente e a prezzi accessibili a tutti i consumatori, contribuendo in tal modo alla tenuta socio-economica dell’Italia”.

Lo sottolineano Alleanza delle Cooperative Italiane del settore Agroalimentare, Cia-Agricoltori Italiani, ANCD-Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti Conad, ANCC-Coop Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori, Confagricoltura, Copagri, Federalimentare e Federdistribuzione, evidenziando il ruolo strategico delle produzioni agricole, agroalimentari, della distribuzione e di tutte le imprese collegate.

Per la parte agricola e agroalimentare, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle Cooperative del settore Agroalimentare rappresentano oltre i 2/3 delle aziende e delle cooperative agricole italiane, con oltre il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e più di 800.000 persone occupate. Per la parte che riguarda l’industria del food & beverage, Federalimentare rappresenta il secondo settore manifatturiero del Paese che in Italia conta 56mila imprese e dà lavoro a 400mila addetti. Per la parte distributiva, ANCD-Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti Conad, ANCC-Coop Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori e Federdistribuzione rappresentano oltre il 70% delle vendite della Grande Distribuzione Organizzata, operando sul territorio con 15.000 punti vendita e 340.000 addetti.

“Riteniamo, infatti, che l’aver consentito che tali filiere proseguissero la loro attività, garantendo tutte le forniture e i servizi essenziali ad esse connessi, abbia permesso di far fronte, in modo meno traumatico e drammatico, alla gravissima crisi”.

“Tuttavia – aggiungono le otto sigle della filiera – mentre siamo impegnati a far fronte all’emergenza, abbiamo la consapevolezza di essere davanti a una situazione straordinaria che non si esaurirà in tempi brevi. Non possiamo, pertanto, non guardare con attenzione a quanto sta avvenendo intorno a noi e che potrà condizionare le scelte e le prospettive dell’intera filiera alimentare italiana”.

“Vogliamo perciò ribadire con forza alle Istituzioni e all’opinione pubblica tutto l’impegno delle imprese agroalimentari e distributive italiane a fare la propria parte, con la consapevolezza che saremo in grado di rispondere nel modo migliore a questa sfida”.

“Continueremo a impegnarci a promuovere i nostri valori, tipici di quella cultura di impresa, di ‘buona impresa’, che è per noi senso di appartenenza, senso della comunità, di cultura, di valori sociali e patrimonio di tutti noi, prerequisito fondamentale e imprescindibile per continuare a costruire assieme un Paese migliore”.

 

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Coronavirus, Giansanti: “Per la ripresa servono più coraggio e meno burocrazia”

“Ci avviamo ad affrontare la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, ma serve maggiore coraggio. L’agroalimentare è tra settori che hanno garantito continuità produttiva, ma oggi, a quasi due mesi dall’avvio del lockdown, ogni giorno di limitazione ulteriore al generale sistema imprenditoriale confina l’Italia a una recessione troppo pericolosa e difficilmente recuperabile”.

All’indomani della presentazione del nuovo DPCM da parte del premier Conte, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, pone l’attenzione alla fase di ripartenza, evidenziando l’esigenza di un cambio di passo.

“L’agroalimentare è strategico e rientra tra i settori ‘protetti’ dal Golden Power, – afferma – dobbiamo pensare di affrontare questo periodo con capacità di visone e strategia. Serve uno scatto di coraggio da parte della politica, che deve delineare la strada della ripresa assumendosi le responsabilità delle scelte ed evitare che ogni incertezza possa pesare gravemente sulla tenuta economica e sociale del Paese”.

“Analogamente, – continua Giansanti – non possiamo permettere alla burocrazia di essere così soffocante, soprattutto in un periodo di grave crisi in cui è necessario e urgente semplificare. Lo abbiamo visto con la questione manodopera in agricoltura: ad un mese dalle nostre proposte per affrontare l’emergenza, ad oggi non si è ancora trovata una soluzione”.

“Ciascuno deve fare la propria parte, e le imprese hanno dimostrato di saperla fare, – conclude il presidente di Confagricoltura – ma chiediamo che ci siano chiare strategie nazionali, ed europee, per rafforzare l’agroalimentare, aumentandone la capacità produttiva e competitiva per garantire l’autoapprovigionamento e non permettere all’Italia di perdere spazi di mercato e risorse preziose. Il nostro Paese deve mantenere la leadership in Europa per valore aggiunto e recuperare terreno sulla Francia in termini di PLV”.

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Coronavirus, Giansanti: misure Ue sbilanciate a favore del Nord Europa

“Un pacchetto importante, ma senz’altro da migliorare a favore delle produzioni tipicamente mediterranee”.

E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’annuncio fatto oggi dalla Commissione europea a proposito di un pacchetto di misure per limitare le conseguenze della pandemia Covid-19.

Le misure annunciate dalla Commissione – informa Confagricoltura – riguardano il varo di aiuti allo stoccaggio privato per latte in polvere, burro, formaggi, carni bovine e del settore ovi-caprino. Prevista, inoltre, la distillazione di crisi per i vini e la possibilità di realizzare iniziative straordinarie (come, ad esempio, la distribuzione gratuita) a sostegno delle produzioni colpite dalla crisi, anche se non rientranti nell’organizzazione comune dei mercati.

“Finalmente la Commissione ha preso atto della necessità di mobilitare risorse finanziarie aggiuntive a favore del settore che sta garantendo, in piena emergenza sanitaria, la sicurezza alimentare ai cittadini europei” – sottolinea Giansanti – Tuttavia, i fondi supplementari risultano insufficienti e, secondo le nostre valutazioni, troppo sbilanciati sulle produzioni più tipiche dei Paesi membri del Nord Europa. Notiamo che non è stato considerato il settore suinicolo. E’ una lacuna che va colmata, tenendo conto della specificità della nostre produzioni”.

I provvedimenti annunciati oggi dalla Commissione sono ancora in via di definizione a livello formale e dovranno essere votati dagli Stati Ue.

“Lavoreremo con la massima determinazione – dichiara Giansanti – perché siano prese nella giusta considerazione le esigenze delle produzioni mediterranee che, in aggiunta all’impatto della pandemia, sono messe a rischio anche da una preoccupante situazione di siccità”.

“L’emergenza che stiamo attraversando dimostra che l’Unione europea deve puntare sulla piena sovranità alimentare – conclude il presidente di Confagricoltura – Per centrare l’obiettivo, occorre un incremento significativo del bilancio agricolo. Sovranità alimentare, sostenibilità ambientale delle produzioni e protezione delle risorse naturali possono assolutamente coesistere”.

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“Inadeguata e deludente la risposta del commissario Ue all’Agricoltura su risorse finanziarie per il settore”

“Una risposta deludente e non adeguata alla gravità della situazione del settore agricolo in Italia e nella UE. L’emergenza non può essere gestita con il ricorso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei fondi ancora non spesi a livello nazionale per lo sviluppo rurale”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’intervento svolto ieri dal commissario UE all’Agricoltura nel corso della riunione della competente Commissione del Parlamento Europeo. Secondo il commissario il bilancio dell’Unione non dispone delle risorse finanziarie, per dare seguito agli interventi richiesti dagli Stati membri – tra i quali l’Italia – per reagire alle crisi già in atto in termini di contrazione dei prezzi ed instabilità dei mercati.

“In sostanza – sottolinea Giansanti – il commissario ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci nazionali sotto pressione, o attingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura”.

“E’ una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte strategico – dichiara il presidente di Confagricoltura -. La crisi è profonda e non sarà di breve durata. E’ indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’agricoltura almeno fino alla fine di quest’anno. La recessione economica taglierà la domanda interna e, secondo le recenti stime del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), il commercio internazionale farà registrare nel 2020 una contrazione in volume di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi. Va ricordato, al riguardo, che la UE è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari.”

Per continuare ad assicurare, per la propria parte, la sicurezza alimentare, l’agricoltura ha bisogno di interventi straordinari dal lato del sostegno dei redditi, della gestione dei mercati, della liquidità delle imprese. Sulla base della normativa vigente, alcune proposte sono già arrivate sul tavolo della Commissione. Ad esempio, gli aiuti allo stoccaggio per i prodotti della zootecnia.

“Nel bilancio agricolo della UE esiste già una riserva di crisi – evidenzia il presidente di Confagricoltura – con una dotazione di circa 450 milioni di euro, a cui attingere per il varo dei provvedimenti più urgenti. Ulteriori e adeguati stanziamenti dovranno essere individuati nella proposta sul nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’Unione che la Commissione presenterà entro la fine di aprile”.

Confagricoltura ricorda che nel 2014, per limitare l’impatto del bando delle esportazioni agroalimentari della UE verso la Federazione Russa, furono stanziati fondi extra-agricoli per oltre un miliardo di euro.

“Di fronte ad una crisi di portata storica – conclude Giansanti – la Commissione non può trincerarsi dietro i limiti di bilancio.”

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Coronavirus, le aziende di Confagricoltura portano la spesa a domicilio e aiutano chi ha necessità

Qui l’elenco completo delle iniziative poste in essere su tutto il territorio nazionale dalle varie Unioni provinciali e regionali

Con le restrizioni determinate dall’emergenza Coronavirus, molte imprese agricole si sono organizzate per la consegna a domicilio di prodotti di stagione e non solo: frutta e verdura, vino, birra alimentare, olio, latte, formaggi, latticini, yogurt, carne, salumi, uova, ma anche piantine in vaso, semi e cibo per animali. Lo sottolinea Confagricoltura che, sul territorio, sta supportando le iniziative delle aziende associate.

In Lombardia, la regione più colpita dal Coronavirus, oltre 250 imprese di Confagricoltura hanno aderito all’iniziativa “Negozi a casa tua” con la consegna della spesa direttamente a domicilio (sul sito http://lombardia.confagricoltura.it/ita/ le aziende aderenti, divise per province). E’ stata attivata anche la distribuzione di piatti pronti di cucina tipica dagli agriturismi.

In Piemonte segnaliamo a Torino “Arrivano i nostri”, ovvero i prodotti freschi, senza intermediari, sulle tavole (https://www.confagricolturatorino.it/).

“Sapori di Liguria a casa tua” è la campagna di Confagricoltura regionale che promuove, attraverso sito, social e newsletter le aziende associate che fanno consegna porta a porta.

In Veneto, Confagricoltura Verona ha lanciato “Fai la spesa con un WhatsApp” per ricevere, a domicilio, formaggi e prodotti biologici. Padova supporta le aziende che vendono on-line, mentre Rovigo fornisce a riso agli indigenti. Belluno e Treviso consegnano a domicilio, oltre ai prodotti agricoli, anche piatti pronti cucinati dai cuochi degli agriturismi.

In Trentino, Confagricoltura propone, oltre alle consegne a domicilio, l’iniziativa #rimaniamoingiardinoconifiorideltrentino.

A Ravenna Confagricoltura ha previsto #restiamoacasaemangiamobene con le numerose aziende associate che fanno consegne a domicilio.

Iniziative analoghe anche in Toscana (i giovani dell’Anga hanno organizzato su Facebook “Maremma a domicilio”, devolvendo il 10% degli incassi alla CRI) e in Umbria, dove oltre alla campagna sui social #restaacasa pensiamo noi a far arrivare il cibo alla tua tavola, gli agricoltori sono al lavoro anche per sanificare le strade dell’Alto Tevere. A L’Aquila, per rispettare la tradizione abruzzese dell’agnello a Pasqua, Confagricoltura lo porta direttamente a casa chiamando il numero 3687199712.

Numerosi gli imprenditori del Lazio che si sono organizzati per consegnare prodotti agricoli a Roma. Confagricoltura Frosinone sta censendo e valorizzando le aziende agricole che consegnano a domicilio.

Confagricoltura Napoli sta riorganizzando l’offerta dei produttori associati che prima effettuavano vendita diretta, così come Salerno ha lanciato “La spesa a casa tua”, a base di ortaggi di stagione, mozzarella di bufala, miele, formaggi di pecora e capra, miele, limoni e marmellate.

Sul fronte della solidarietà, in Sicilia, a Ragusa, è in partenza #rialziamociinsieme. Gli imprenditori agricoli associati, con l’OP Abiomed, in collaborazione con i servizi sociali, la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e i 12 i sindaci dei comuni Iblei, consegnano settimanalmente frutta e verdura agli indigenti perché “bisogna essere comunità e remare tutti compatti nella stessa direzione”.

In Piemonte, i risicoltori associati a Novara hanno donato 6.000 porzioni di riso all’ospedale da campo di Bergamo, mentre in Sardegna attraverso Agrinsieme, è in partenza un’apposita piattaforma per fornire prodotti agricoli ai bisognosi attraverso la Croce Rossa Italiana.

Confagricoltura Parma promuove la raccolta fondi “Sosteniamo insieme” per le strutture ospedaliere di Parma, Fidenza-Vaio e Borgotaro, impegnate nell’emergenza Coronavirus.

In Abruzzo e a Foggia è stata attivata l’Onlus di Confagricoltura “Senior- l’età della Saggezza” per raccogliere fondi, rispettivamente per gli Ospedali di L’Aquila, Sulmona e Avezzano e per gli Ospedali Riuniti di Foggia. E molte altre sono le iniziative di solidarietà avviate in tutte le regioni da imprenditori associati o attraverso la Onlus, come nelle Marche. A Cosenza, per esempio, gli agricoltori stanno raccogliendo fondi per donare un respiratore all’Ospedale civile dell’Annunziata e mascherine e camici all’Avis e al centro trasfusionale.

Le aziende agricole e agroalimentari in questo periodo di emergenza e di quarantena si confermano fondamentali. I consumatori – conclude Confagricoltura – hanno capito che dietro ogni cibo acquistato c’è il lavoro di un agricoltore, che non si è fermato e sta continuando, nonostante le difficoltà, ad assolvere il proprio compito di attività indispensabile. E lo fa – come recita la campagna social di Confagricoltura – “orgoglioso di garantire cibo. Il più buono. Quello italiano”.

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Coronavirus, Confagricoltura: intervenire per evitare il lockdown del comparto ortofrutticolo italiano

Frutta e verdura sono un orgoglio della cucina tricolore e pilastro della dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. Il comparto ortofrutticolo – evidenzia Confagricoltura – rappresenta un quarto del valore della produzione agricola nazionale e il 20% della spesa alimentare. E’ anche la prima voce del nostro export agroalimentare.

In questo periodo le aziende ortofrutticole italiane stanno garantendo senza interruzione i rifornimenti ai punti vendita, cosicché sulle nostre tavole non sono finora venuti a mancare ortaggi e frutti di stagione. Ma l’emergenza Coronavirus inizia a destabilizzare anche questo comparto. Le cause sono molteplici: dalla difficoltà di mercato alla logistica, fino alla carenza di manodopera che sta preoccupando non poco gli agricoltori italiani.

Attualmente il problema è limitato alle primizie, come le fragole (di cui l’Italia è il quarto produttore al mondo, con 3.700 ettari coltivati e un export, seppure in flessione, che vale 29,8 milioni di euro), o gli asparagi, ma il timore degli operatori è che l’emergenza si acuisca nei prossimi giorni, quando, in particolare al Sud, inizierà la raccolta di zucchine, melanzane, pomodori e peperoni.

Confagricoltura pone anche l’attenzione alle esportazioni di ortaggi e frutta, che hanno subito un rallentamento dell’80%, o addirittura si sono azzerate.

Per alcune regioni – evidenzia Confagricoltura – il Coronavirus è un ulteriore danno per il comparto: in Emilia Romagna, ad esempio, la situazione è particolarmente preoccupante per le emergenze che si sono susseguite nell’ultimo anno. Si è passati dalla cimice asiatica, alle gelate dei giorni scorsi, e ora la carenza di manodopera per l’emergenza sanitaria rischia di chiudere consolidate realtà produttive.

Di qui la necessità di misure ad hoc, quale la richiesta alla Commissione UE di poter effettuare un ritiro straordinario dal mercato di prodotti ortofrutticoli, allargando l’attuale elenco e snellendo le procedure, con risorse aggiuntive a quelle dei correnti programmi operativi (come era capitato in passato per altre emergenze sanitarie che avevano colpito il comparto).

Confagricoltura è intervenuta predisponendo alcuni emendamenti al decreto “Cura Italia”, nell’ambito delle misure di sostegno al settore agricolo, quali la previsione di risorse straordinarie di almeno 20 milioni di Euro da utilizzare a supporto di quei comparti ortofrutticoli, come la fragola, particolarmente colpiti dall’effetto dell’emergenza COVID-19, prevedendo l’estensione della copertura anche ai produttori non soci delle OP.

Confagricoltura ha inoltre sostenuto la richiesta di poter anticipare ad oggi la campagna di promozione per stimolare i consumi di fragola (il frutto ha perso in un mese il 15,5% del valore del prezzo all’origine nei due principali distretti produttivi, in Basilicata e Campania) attivata dall’Organismo Interprofessionale con il patrocinio del Ministero, sull’intero territorio nazionale, in collaborazione con la GDO, i negozi di dettaglio specializzati e gli operatori grossisti dei mercati agroalimentari.

Rimane valido, poi, l’invito alla grande distribuzione a fare la propria parte, sostenendo il prodotto italiano in questo periodo di generale difficoltà economica.

Confagricoltura ritiene che la pandemia Coronavirus segni il punto di svolta per riorganizzare la filiera ortofrutticola italiana, che manifesta ancora punti di debolezza a sfavore dei produttori agricoli e di tenuta sui mercati internazionali. Senza contare poi l’organizzazione del lavoro all’interno degli stabilimenti post COVID-19, dove la sicurezza degli addetti necessiterà di ulteriori precauzioni.

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Accordi di filiera, bene incentivi per rafforzare la filiera grano duro-pasta Made in Italy

Valutiamo positivamente ed apprezziamo il nuovo decreto del ministero delle Politiche agricole che stabilisce i criteri e le modalità di accesso ai finanziamenti (ulteriori 30 milioni che si aggiungono ai 10 già previsti) diretti ai cerealicoltori per i contratti di filiera grano duro-pasta. Lo sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, in relazione al decreto ministeriale oggi all’attenzione della Conferenza Stato Regioni.

“Proseguono le politiche di incentivazione, favorite dal protocollo d’intesa sottoscritto dalle associazioni di rappresentanza del mondo agricolo e della trasformazione, tra cui Confagricoltura – pone in evidenza il suo presidente Massimiliano Giansanti -. Così si danno certezze ai produttori e si accresce la fiducia in uno strumento di politica di filiera importante e che vorremmo anche estendere ad altri comparti”.

“Siamo attivamente impegnati a promuovere ed a rilanciare gli accordi di filiera che, grazie alle politiche di incentivazione, stanno crescendo notevolmente – prosegue Giansanti -. In Italia si producono quasi 4 milioni di tonnellate di grano duro, per un valore di 1,2 miliardi di euro e registriamo con favore il raddoppio dei contratti definiti nel precedente triennio, che sono passati da 6 mila a oltre 12 mila. Ci auguriamo ora che vengano snellite le procedure e si possano erogare tempestivamente le risorse, come promesso dal sottosegretario L’Abbate”.

“I contratti di filiera e gli incentivi non solo danno sicurezze ai produttori ma consentono di poter applicare tutte le tecniche per migliorare la qualità e per garantire la sostenibilità. Soprattutto – aggiunge – permettono a tutti i componenti della filiera della pasta di crescere assieme”.

“Anche con questo provvedimento si guarda e si costruisce il futuro del dopo Covid-19 – conclude il presidente di Confagricoltura -. Questo è un progetto a lungo termine che consente di investire per migliorare il grano italiano e che va a vantaggio anche del consumatore. Per una filiera che si attrezza in chiave qualitativa e quantitativa per rafforzare l’export di pasta totalmente made in Italy, investendo così sulla sua leadership”.

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Coronavirus, le misure di Ismea a sostegno di imprese e giovani agricoltori vanno incontro alle aspettative di Confagricoltura

I provvedimenti straordinari di ISMEA per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole e agroalimentari a seguito dell’evolversi dell’emergenza Coronavirus soddisfano le aspettative di Confagricoltura.

Le misure economiche si articolano in otto sezioni e vanno dalla sospensione di tutte le rate dei mutui con scadenza nell’anno 2020 all’estensione delle garanzie dell’Istituto su tutti i finanziamenti per i quali si chiede un periodo più lungo di ammortamento.

Attenzione anche ai giovani, ai quali sono stati dedicati specifici interventi, come il posticipo della presentazione delle domande per la Banca delle Terre al 31 maggio e della pubblicazione del bando per l’insediamento aziendale al 31 luglio 2020.

Si tratta di provvedimenti importanti – commenta Confagricoltura – per le imprese costrette ad operare in un contesto economico recessivo con una conseguente forte caduta produttiva.

 

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Soddisfazione per delibera Enpaia su sospensione versamento contributi previdenziali

Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la decisione del consiglio di amministrazione di Enpaia (Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e gli Impiegati in Agricoltura) che oggi ha deliberato la sospensione del versamento della contribuzione dovuta da tutti i datori di lavoro agricolo per i dirigenti, i quadri e gli impiegati, in scadenza nel periodo dall’8 Marzo al 30 Settembre 2020.

La delibera attua in modo estensivo gli artt. 61 e 62, comma 2 del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18, prevedendo un allungamento dei termini e riconoscendo la sospensione a tutte le imprese agricole, a prescindere dall’entità dei ricavi o compensi (anche al di sopra dei 2 milioni di euro), e ricomprende anche la quota a carico dei lavoratori.

Confagricoltura ricorda che i versamenti sospesi dovranno essere effettuati, senza applicazione di sanzioni o interessi, in un’unica soluzione entro il 25 ottobre 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dalla stessa data. La domanda per fruire della rateizzazione dovrà essere presentata all’Enpaia entro il termine perentorio del 31 Luglio 2020 tramite Pec.

Sono altresì posticipati al 25 ottobre 2020 i termini di pagamento dei piani di rateizzazione fino al 30 settembre 2020, con slittamento di tutte le successive rate dei piani di rateizzazione.

Per Confagricoltura si tratta di un intervento importante per le imprese agricole, impegnate nell’emergenza Coronavirus a garantire i rifornimenti alimentare, e che si trovano costrette ad operare in situazioni particolarmente difficili.

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La commissione Ue accoglie le sollecitazioni di Confagricoltura di un coordinamento su controllo e chiusura frontiere

“Nei giorni scorsi, di fronte alle decisioni unilaterali di alcuni Stati membri, abbiamo sollecitato un coordinamento europeo in materia di controlli e chiusure delle frontiere. Le linee guida, approvate ieri dalla Commissione UE, rispondono alle nostre sollecitazioni” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Nell’ambito delle restrizioni decise negli ultimi giorni a livello nazionale – aggiunge Giansanti – viene salvaguardata l’attività della filiera agroalimentare, a garanzia della sicurezza dei rifornimenti. L’obiettivo può essere raggiunto, nell’interesse di tutti i cittadini della UE, solo se viene garantita la libera circolazione dei prodotti all’interno del mercato unico, fatti salvi i necessari controlli finalizzati alla tutela sanitaria degli autotrasportatori che devono poter effettuare regolarmente le consegne”.

“La Commissione Ue ha ribadito che nessuna certificazione aggiuntiva deve essere richiesta e imposta sui prodotti agroalimentari, in quanto l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha reso noto che non c’è alcuna evidenza che il cibo possa essere una fonte di contagio, come peraltro già indicato all’inizio di marzo dal nostro ministero della Salute” – sottolinea il presidente di Confagricoltura.

“Le linee guida della Commissione garantiscono anche il movimento dei lavoratori stagionali che sono indispensabili, non solo in Italia, in particolare per le operazioni di raccolta”.

“In termini generali – prosegue Giansanti – la Commissione ha raccomandato agli Stati membri di non porre ostacoli ingiustificati alla libera circolazione di beni essenziali e deperibili, tra cui rientrano anche i prodotti del settore florovivaistico, in piena crisi”.

“Il nostro augurio – conclude il presidente di Confagricoltura – è che le linee guida della Commissione siano seguite e applicate in modo rigoroso da tutti gli Stati membri. Diversamente, rischierebbe la tenuta del mercato unico e sarebbe resa molto più difficile la ripresa economica, quando l’emergenza sanitaria sarà finita”.

 

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