“Agricoltura È”, il Capo dello Stato visita lo spazio di Confagricoltura in Piazza della Repubblica a Roma

Questa mattina il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha visitato lo spazio di Confagricoltura al villaggio Agricoltura È, il grande evento dedicato al mondo agricolo italiano, ospitato a Roma nell’area riqualificata di Piazza della Repubblica.

Il Capo dello Stato si è soffermato all’interno dello stand, dove è stato allestito anche un apiario della FAI-Federazione Apicoltori Italiani e dove ha avuto un breve scambio di battute con i dirigenti ed alcuni imprenditori dell’Organizzazione presenti alla manifestazione organizzata dal MASAF.

L’evento, che terminerà mercoledì 26, domani prevede la visita del commissario UE all’Agricoltura Hansen. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sarà relatore all’incontro con il commissario. Nel pomeriggio, alle 15, nello spazio MASAF, Confagricoltura organizza la tavola rotonda dal titolo Agricoltura è sostenibilità e innovazione”, a cui partecipano, oltre al presidente Giansanti, Andrea Segrè, agronomo ed economista dellUniversità di Bologna, Marco Caprai ed Emma Cogrossi, imprenditori.

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Europa, Giansanti (Confagricoltura) alla premier Meloni: “No al Fondo Unico. La PAC deve restare una politica centrale dell’Unione”

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per esprimere forte contrarietà all’eventuale proposta di un Fondo Unico nazionale per il finanziamento delle misure che attualmente rientrano nella PAC, nei fondi di coesione e altri fondi diretti europei.

“Questa proposta – evidenzia Giansanti – non solo creerebbe disparità nell’allocazione delle risorse tra gli Stati, ma metterebbe a rischio l’intero sistema della politica agricola europea e del mercato unico”.

La lettera è stata recapitata alla premier in occasione del Consiglio europeo, in corso oggi e domani a Bruxelles.

“La riassegnazione dei finanziamenti UE in un Fondo Unico – spiega il presidente di Confagricoltura – comporterebbe l’eliminazione degli storici strumenti di finanziamento della PAC, ovvero il fondo europeo agricolo di garanzia e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, minacciando la competitività dell’agricoltura e della stabilità delle zone rurali europee”.

Una scelta in questa direzione, insomma, rappresenterebbe un cambiamento radicale nella governance finanziaria dell’UE e avrebbe conseguenze gravissime sull’agricoltura. Da sempre il mondo agricolo chiede, invece, un aumento di bilancio per il settore e un adeguamento dei premi per rispondere alle esigenze che emergono con forza dall’attuale contesto caratterizzato da instabilità geopolitica e incertezza economica.

“E’ invece necessario che l’agricoltura continui a rimanere una politica unionale che non rientri nel Fondo Unico. Un’Europa forte e sicura – conclude Giansanti – non può prescindere da un settore agricolo solido e competitivo, supportato da un bilancio adeguato e mirato, fondamentale per il futuro del nostro Paese, in primis, e dell’Europa in generale”.

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Olio di oliva, Confagricoltura e Unapol: la forte competizione internazionale obbliga l’Italia a una svolta. In 15 anni perso oltre il 30% del raccolto e il 38% della produzione

Nella foto, da sin.: Maurizio Pescari, Carlo Alberto Buttarelli, Ignacio Silva, Anna Cane, Tommaso Loiodice, Massimiliano Giansanti, Walter Placida, Salvatore Camposeo, Paolo Mariani.

 

Il Sottosegretario La Pietra annuncia a breve la convocazione del Tavolo di settore

Riconquistare posizioni a livello internazionale e attivare una strategia nazionale unica lungimirante con risorse dedicate: è il messaggio del settore olivicolo emerso oggi al convegno organizzato da Confagricoltura e Unapol a Roma, a Palazzo della Valle “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana”, con tutti gli attori della filiera e le istituzioni.

La produzione di olio d’oliva nel nostro Paese è in calo strutturale: tra condizioni climatiche avverse, frammentazione produttiva (il 40% delle aziende olivicole ha meno di 2 ettari di oliveto), volatilità dei prezzi e della redditività, negli ultimi 20 anni i volumi di olive raccolte si sono ridotti di oltre il 30%, quelli di olio più del 38%, mentre il calo delle superfici si è limitato al 3%. Una deriva che occorre a tutti i costi fermare.

“Abbiamo un quadro italiano fatto di luci e ombre e occorre ripensare alla filiera produttiva – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – con investimenti concreti e senza far prevalere la visione ideologica. Se l’impresa è orientata al mercato, c’è bisogno di grande professionalità, perché altrimenti l’Italia perderà questa partita. Sul fronte internazionale il 73% della produzione è in mano a 5 Paesi: Spagna, Turchia, Tunisia, Grecia e Italia, ultima in questa classifica. Gli altri Paesi del bacino del Mediterraneo hanno saputo creare politiche settoriali mirate: Tunisia, Marocco, Egitto e Turchia stanno crescendo in maniera esponenziale. Non possiamo permetterci di stare a guardare”.

Ciò che frena l’Italia nella competizione internazionale sono più fattori, a partire da una strategia politica settoriale frammentata, con piani di settore territoriali, mentre occorre che si uniformino a quello nazionale in arrivo, anche per sfruttare al meglio le risorse che saranno messe in campo.

A riguardo il sottosegretario al Masaf Patrizio la Pietra ha annunciato la prossima convocazione del Tavolo Olio, per il quale “si sta lavorando alla definizione delle linee guida, in modo da essere immediatamente operativi, e a un’unica interprofessione che coinvolga tutti gli attori della filiera”.

L’oliveto Italia è poi da ristrutturare. Il 61% delle piante ha più di 50 anni; il 49% ha una densità per ettaro inferiore a 140 piante e solo l’1.5% ha più di 400 piante per ettaro. Il quadro che emerge è di un oliveto Italia vecchio e poco competitivo, che necessita di essere ristrutturato.

Occorre aumentare la produttività, rendere la gestione dell’oliveto economicamente più sostenibile e al contempo favorire azioni di rinnovamento degli impianti produttivi con modelli moderni che consentano di accrescere la capacità competitiva, come gli impianti ad alta densità da implementare senza pregiudizi per varietà.

Infine, ma non ultime, la formazione e la valorizzazione del prodotto, a iniziare dalle scuole e dalla ristorazione. L’olio di oliva italiano non è sufficientemente valorizzato, ma non è neanche conosciuto bene dai consumatori, i quali, nelle scelte della spesa, rischiano di affidarsi esclusivamente al fattore prezzo.

“Oggi abbiamo ribadito il nostro impegno nel rafforzare la collaborazione con Confagricoltura – ha affermato Tommaso Loiodice, presidente di Unapol – confermando l’importanza di unire le forze per affrontare le criticità del settore olivicolo. L’eccessiva frammentazione delle aziende e la necessità di garantire un valore equo all’olio extravergine italiano sono sfide che richiedono visione e cooperazione. Formazione, innovazione e adeguamento alle nuove tecnologie sono le chiavi per dare slancio a un comparto storico, ma bisognoso di rinnovamento. Insieme, Unapol e Confagricoltura possono offrire risposte concrete per il futuro dell’olivicoltura italiana”.

“L’olivicoltura non è solo un settore agricolo, ma un pilastro strategico per l’intero Paese, con ricadute significative non solo sull’economia rurale, ma anche sulla salute pubblica, sul turismo e sulla formazione. È quindi fondamentale un dialogo sinergico tra i diversi ministeri, affinché si riconosca il valore trasversale di questo comparto e si adottino politiche adeguate a valorizzarne il ruolo sia a livello nazionale che internazionale.”

Il mercato globale, insomma, offre spazi importanti per gli oli di oliva, e il know how italiano legato alle capacità e alla qualità del prodotto ancora dà all’Italia un vantaggio competitivo che dobbiamo certamente sfruttare senza rimandare.

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Zootecnia, è emergenza. Confagricoltura chiede l’attivazione della riserva di crisi UE. Lunedì a Bruxelles il primo Agrifish sotto la presidenza polacca

Attivare la riserva di crisi unionale che permetterebbe, con l’aiuto delle risorse europee, di affrontare la grave crisi del settore zootecnico. E’ quanto propone Confagricoltura, che ha scritto al ministro Lollobrigida per sollecitare un suo intervento in questa direzione.

La zootecnia italiana sta infatti affrontando una crisi senza precedenti a causa del diffondersi inarrestabile di diverse epizoozie e del proliferare della fauna selvatica. I dati relativi all’influenza aviaria sono allarmanti: secondo il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, solo nei mesi di dicembre 2024 e metà gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 1.700.000 animali tra tacchini, polli e galline, con un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. I focolai confermati nello stesso periodo sono arrivati ormai a 51 nel domestico e a 77 nel selvatico, con un tasso di crescita che sta accelerando.

Per il comparto suinicolo – aggiunge Confagricoltura – stanno partendo le procedure per la liquidazione dei danni indiretti subiti dagli allevatori per il periodo 1° dicembre 2023-30 novembre 2024, con un plafond che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto al fabbisogno.

A rendere ancora più complessa la situazione è la conferma della presenza dell’afta epizootica, virus ad altissima morbilità, in campioni prelevati da alcuni bufali presenti in un allevamento tedesco nel Brandeburgo e per cui si auspica la messa in atto di tutte le misure possibili per evitare il diffondersi della patologia.

Nonostante il forte impegno del ministro Lollobrigida nel reperire le risorse stanziate, la gravità della situazione supera le capacità finanziarie di intervento attualmente disponibili – evidenzia Confagricoltura – rendendo impossibile garantire un adeguato indennizzo  ai produttori colpiti. Per fronteggiare l’emergenza sanitaria l’istituzione di un fondo nazionale per le emergenze zootecniche che possa attingere al cofinanziamento comunitario, come già avvenuto in passato per l’aviaria, aumenterebbe la leva finanziaria degli interventi compensativi.

Lunedì prossimo, 27 gennaio, il presidente di Confagricoltura Giansanti, nel ruolo di presidente del COPA, sarà a Bruxelles alla prima riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca (Agrifish) sotto la neo presidenza polacca che presenterà il suo programma di lavoro e le sue principali priorità per il settore primario nel prossimo semestre. Sarà anche l’occasione per tornare sulla questione, che per l’Italia è una vera emergenza.

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Edison e Confagricoltura: energia e agricoltura, una strategia condivisa a supporto della decarbonizzazione del settore primario

Focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili con il progetto pilota a Mantova

Una sinergia per decarbonizzare il settore agricolo in linea con l’Agenda dell’Unione Europea. A poco più di un anno dall’avvio dell’intesa tra Edison e Confagricoltura, siglata a dicembre 2023, le due organizzazioni si sono riunite oggi a Palazzo della Valle per fare il punto della situazione, con un focus sulle Comunità Energetiche Rinnovabili.

La società leader dell’energia con 140 anni di storia e la più antica Associazione di rappresentanza delle aziende agricole italiane hanno, infatti, avviato un progetto pilota a Mantova proprio su questo tema: un’iniziativa che rientra nel percorso di Confagricoltura per la realizzazione di una comunità energetica rinnovabile di respiro nazionale (facendo leva su una norma – articolo 47, comma 10 – del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13) che opererà sottoforma di una cooperativa. Quello di Mantova rappresenta un primo esempio concreto di configurazioni locali di autoconsumo, e Edison è un partner cruciale per la definizione progettuale e la fornitura di tecnologie.

“Confagricoltura ha ritenuto fin da subito che l’adesione da parte delle imprese agricole a un modello di condivisione dell’energia potesse rafforzare la competitività, abbattendo i costi, riducendo l’impronta ambientale e migliorando l’accesso a tecnologie avanzate. La collaborazione con Edison nell’ambito del progetto ci consente di supportare le aziende, promuovendo le rinnovabili e l’efficienza energetica. Puntiamo a una crescita, certamente in termini di produttività, ma anche culturale del sistema agricolo – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, proseguendo con un commento sulle agroenergie –. Il contributo dell’agricoltura alle rinnovabili elettriche è importante con circa 3 GW di fotovoltaico installato e più di 1 GW di biogas a cui va aggiunto anche il contributo delle biomasse. Crediamo che nel 2026, anche grazie alle misure del PNRR, si possa raggiungere un potenziale aggiuntivo di +3 GW, con benefici economici, ambientali e sociali”.

“Edison è impegnata nel fornire soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate – dalle comunità energetiche rinnovabili al biometano – per accelerare la transizione energetica del settore agricolo, un comparto altamente strategico. La collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di sperimentare modelli di comunità energetiche rinnovabili, che non solo garantiscono benefici economici e ambientali, ma che promuovono anche un approccio sostenibile e condiviso all’energia. Progetti come quello di Mantova rappresentano un passo importante verso l’integrazione delle rinnovabili nel

tessuto produttivo italiano e un esempio concreto di come le sinergie possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione”, ha dichiarato Nicola Monti, Amministratore delegato di Edison.

L’evento ha coinvolto altri attori del settore energia per stimolare una riflessione più ampia sul tema della decarbonizzazione. La mattinata si è aperta con una relazione di Giorgio Graditi, Direttore di ENEA, con un focus sulle tecnologie al servizio della transizione ecologica, seguita dall’intevento di Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che ha ricordato gli ottimi risultati del Bando Agrisolare conseguiti senza consumare terreno agricolo. Si è poi proseguito con un tavolo di confronto che ha visto gli inteventi, oltre che di Giansanti e di Monti, anche di Paolo Arrigoni, Presidente di GSE, e di Franco Cotana, Amministratore Delegato di RSE.

Giorgio Graditi, Direttore ENEA, ha così dichiarato: “Parliamo di agroenergetica, un segmento che mette a sistema diverse soluzioni per valorizzare e rafforzare sia l’agricoltura sia la produzione di energia. L’energia e il suo costo, infatti, sono elementi cruciali per la competitivitá di tutte le imprese, comprese quelle agricole. In questo contesto, il legame tra agricoltura ed energia consente di implementare innovazioni con sinergie virtuose connesse alla produzione di cibo. Tre aspetti sono fondamentali in questa relazione: le bioenergie, l’agrivoltaico e le comunitá energetiche. Pilastri che contribuiscono alla costruzione di un modello sostenibile, dal punto di vista economico, ambientale e sociale. L’integrazione tra questi fattori rappresenta una soluzione concreta alla transizione green e apre a nuove prospettive di sviluppo dei territori”.

Paolo Arrigoni, Presidente GSE, ha così dichiarato: “Il settore agricolo sta svolgendo un ruolo da protagonista nella transizione energetica. Sono 4 le misure del PNRR, gestite dal GSE, specifiche per il comparto e la domanda da parte delle imprese é davvero forte. Gli ambiti interessati sono: agrisolare, agrivoltaico, biometano e comunitá energetiche”.

Franco Cotana, Amministratore Delegato RSE, ha così dichiarato: “Per una completa decarbonizzazione dobbiamo sviluppare tecnologie ancora non mature. RSE è impegnata su questo fronte. Il rapporto con l’agricoltura in questo senso é fondamentale perché é dal territorio che nascono le opportunitá, ad esempio le bioenergie. É opportuno iniziare dalla consapevolezza del loro forte contributo alle rinnovabili. C’è ancora un ampio margine di sviluppo. Pensiamo ai 4milioni di ettari di terreni marginali abbandonati; almeno 1 milione di ettari potrebbero essere utilizzati per produrre energia. Lo sviluppo della ricerca sarà foriero di grandi opportunitá”.

 

In foto da sinistra: Nicola Monti (ad Edison), Massimiliano Giansanti (presidente Confagricoltura), Paolo Arrigoni (presidente GSE), Franco Cotana (Ad RSE)

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Al via l’edizione 2025 di AGRIcoltura100 con Reale Mutua e Confagricoltura

Molte le novità dell’indagine più approfondita sulla sostenibilità delle imprese agricole italiane

Torino-Roma, 21 ottobre 2024 – Al via l’edizione 2025 dell’indice AGRIcoltura100, l’iniziativa di Reale Mutua e Confagricoltura dedicata a supportare e valorizzare l’impegno delle imprese agricole italiane sul fronte della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

AGRIcoltura 100, attraverso il Rapporto finale elaborato da MBS Consulting sulla base dell’indagine, fornisce un quadro altamente dettagliato del settore primario italiano partendo dall’esperienza diretta delle aziende su alcuni asset. I principali sono l’innovazione come fattore di sostenibilità e l’impatto di quest’ultima sui risultati economici; la tecnologia e la ricerca applicata in campo, l’agricoltura 4.0, la gestione dei rischi idrogeologici, ma anche il lavoro e la manodopera, l’economia circolare e l’autosufficienza energetica. Tutti temi di grande attualità che vedono impegnate, ciascuna per il proprio core business, Confagricoltura e Reale Mutua.

Le aziende possono partecipare compilando un questionario che raccoglie informazioni sulle loro pratiche sostenibili, con una valutazione gratuita che misura i risultati raggiunti. Questo strumento permette inoltre alle imprese di confrontarsi con realtà simili, evidenziando il proprio percorso verso un futuro sempre più responsabile.

Quest’anno l’indice AGRIcoltura100 si arricchisce di novità significative: il questionario è stato semplificato per ampliare la partecipazione e sono stati introdotti nuovi temi, tra cui una sezione approfondita sulla gestione del rischio. Quest’ultimo aspetto è di particolare rilevanza sia per Confagricoltura, sia per Reale Mutua, che da sempre si impegna a favorire la consapevolezza dei rischi e a promuovere pratiche di prevenzione e protezione per le aziende agricole.

AGRIcoltura100 è molto più di un’indagine: è una iniziativa concreta per il settore agricolo italiano, uno strumento che aiuta le imprese a misurare e migliorare il loro impegno verso un’agricoltura responsabile e resiliente – dichiara Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Group Questo progetto, frutto di una lunga collaborazione con Confagricoltura, riflette la convinzione di Reale Mutua che il futuro del settore risieda in un approccio fondato sull’innovazione, la gestione dei rischi e la tutela dell’ambiente.”

L’edizione 2025 include, inoltre, un’analisi comparativa del settore agricolo italiano in relazione al contesto europeo, permettendo di evidenziarne le eccellenze e le aree di miglioramento.

“Le imprese sanno bene che oggi è impossibile parlare di agricoltura senza abbinarla al concetto di ‘sostenibilità’ – afferma il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – ma sanno anche che per rimanere competitive hanno bisogno di sistemi di produzione attenti alle necessità del presente e a quelle delle nuove generazioni, nonché ai ritmi di rigenerazione del nostro pianeta. Il monitoraggio e il confronto su questi temi rappresentano elementi indispensabili in un percorso virtuoso di crescita”.

La nuova edizione di AGRIcoltura 100 vede l’ingresso di Mario Calderini, Professore Ordinario alla School of Management del Politecnico di Milano e riconosciuto esperto di impatto sociale, che assume il ruolo di supervisor del progetto. La sua competenza rappresenta un apporto significativo per potenziare le misurazioni di iniziativa, responsabilità e risultati, rendendo l’indice AGRIcoltura100 uno strumento ancora più efficace nell’affrontare le sfide del settore.

Fondata a Torino nel 1828, la Società Reale Mutua di Assicurazioni è la più importante Compagnia di assicurazioni italiana in forma di mutua. È capofila di Reale Group, un Gruppo internazionale nel quale operano oltre 4.276 dipendenti per tutelare oltre 4,8 milioni di Clienti in campo assicurativo, bancario e dei servizi. Reale Mutua offre una gamma molto ampia di prodotti, sia nei rami Danni sia nei rami Vita. I suoi Soci/Assicurati sono più di 1,4 milioni, facenti capo a oltre 360 agenzie presenti su tutto il territorio italiano. La Società evidenzia un’elevata solidità, testimoniata da un Indice di Solvibilità (Solvency II), calcolato con il Modello Interno Parziale, che si attesta al 394% (YE 2023). 

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World Durum and Pasta Forum, Giansanti: dare valore alla filiera per promuovere il prodotto italiano

“Nel 2012 il tasso di autoapprovvigionamento del grano duro era al 78%, nel 2023 è sceso al 56% e nel 2024 con ogni probabilità si chiuderà sotto il 50%, condizionato dalle avversità climatiche che hanno inciso sulle rese per ettaro. Anche il valore della produzione è calato, influenzato dalle importazioni”.

Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al primo World Durum and Pasta Forum, oggi a Roma a Palazzo Brancaccio, dove si è data voce a un pilastro della produzione agroalimentare italiana, simbolo della dieta mediterranea e del Made in Italy a tavola, insieme ai più importanti attori della filiera ed esperti internazionali per una panoramica anche sui mercati globali.

L’Italia è il primo produttore mondiale di pasta e il primo esportatore con quasi 4 miliardi di euro. 

“Nonostante la nostra produzione di frumento duro sia leader in Europa, – ha detto Giansanti – per garantire la sostenibilità della nostra industria siamo costretti a importare grano dall’estero. Questa necessità è una testimonianza della complessità delle catene di approvvigionamento alimentare globali e dell’interdipendenza economica tra nazioni”.

 “Dare valore alla filiera significa rafforzare il rapporto tra agricoltura e industria orientando il nostro prodotto su una sempre maggiore qualità che va comunicata meglio. Dobbiamo saper costruire valore e valori. Per questo – ha concluso Giansanti – Confagricoltura e UnionFood hanno stretto un’alleanza che, su questo comparto, mira a far tornare il tasso di autoapprovvigionamento ai livelli più alti. Il Governo ci crede e sta investendo nelle filiere: la relazione, l’aggregazione sono le chiavi per raggiungere i risultati”.

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Congratulazioni a von der Leyen: Confagricoltura auspica una transizione verde fatta con gli agricoltori. Pronti a lavoro congiunto

Confagricoltura si complimenta con la Presidente Ursula von der Leyen per la rielezione.

L’auspicio è che l’agricoltura torni ad essere una colonna portante dell’Unione e che la Presidente resti favorevole a una transizione verde costruita insieme agli agricoltori.

Palazzo della Valle esprime soddisfazione per alcuni passaggi del discorso pronunciato stamattina alla plenaria del Parlamento europeo; in particolare, per il riferimento a un’Europa che “sostiene i cittadini e le imprese, improntata al pragmatismo, dove prosperità e competitività sono i driver principali di sviluppo”. La Confederazione, infatti, come ampiamente affermato durante la recente Assemblea Estiva a Palazzo Mezzanotte (Milano), ribadisce l’urgenza di sostenere la produttività degli agricoltori, puntando quindi sulla sostenibilità economica e sociale, oltre che su quella ambientale. Fondamentale la tutela del reddito degli agricoltori e del rafforzamento della catena del valore lungo la filiera agroalimentare.

Ottimo, a questo proposito, il rimando di von der Leyen alla necessità di diminuire la burocrazia e aumentare gli incentivi all’impresa, oltre che il passaggio su una dotazione maggiore al bilancio dell’UE. Al riguardo, l’auspicio di Confagricoltura è che possa aumentare anche il bilancio destinato all’agricoltura che attualmente corrisponde solo allo 0,33% del PIL degli Stati membri.

La Presidente ha anche segnalato la necessità, per l’agricoltura e per l’industria, di “investire su tecnologie digitali e strategiche, ma anche sulle competenze delle persone”. Confagricoltura è pronta a lavorare in maniera congiunta in questa direzione, adoperandosi da sempre per accompagnare le imprese agricole verso una transizione digitale che ne aumenti la competitività e le doti degli strumenti necessari per fare fronte alle sfide contemporanee. Per far questo, sottolinea la Confederazione, bisogna favorire l’accesso delle imprese alle innovazioni che, oltretutto, sono le migliori alleate per il raggiungimento della carbon neutrality.

Sempre in relazione al Green Deal e agli obiettivi di sostenibilità ambientale, Confagricoltura sottolinea l’importanza della reciprocità negli scambi con i Paesi terzi, affinché i prodotti importati nel mercato europeo rispettino i parametri di sicurezza e qualità adottati dall’Unione.

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DL Agricoltura, Confagricoltura: bene sostegno alle imprese. Ora riportiamo l’agricoltura italiana al centro dell’Europa

Confagricoltura ribadisce la propria soddisfazione per le numerose misure a sostegno delle imprese agricole contenute nel DL Agricoltura, diventato legge. Positivi gli strumenti per contrastare i danni legati al cambiamento climatico (anche quelli catastrofali come le frane in alcune Regioni) e per rafforzare le filiere italiane. Un plauso particolare alle azioni messe in campo per debellare il caporalato, alla flessibilità in relazione a mutui e finanziamenti per le imprese in difficoltà, alla proroga sulle sperimentazioni in campo delle TEA.

A pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento europeo, la Confederazione è pronta a dare il suo contributo per riportare l’agricoltura italiana al centro dell’Europa.

Il ruolo dell’agricoltura nella nuova Europa sarà oggetto di un confronto tra istituzioni, imprese ed esperti, durante l’Assemblea Estiva di Confagricoltura “Quale Europa? Per una politica agricola sostenibile e competitiva”, martedì 16 luglio, dalle 15:00, a Palazzo Mezzanotte, a Milano.

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Confagricoltura, NGT: rammarico per il mancato accordo su un dossier fondamentale per l’agricoltura italiana ed europea

 Gli ambasciatori delle rappresentanze permanenti degli Stati membri presso l’Unione Europea (COREPER I) non sono riusciti a trovare un accordo per il mandato negoziale sulla proposta della Commissione europea relativa alle Nuove Tecniche Genomiche (NGT – New Genomic Techniques).

Confagricoltura si rammarica di questo ennesimo fallimento istituzionale per un settore che garantisce l’unica autonomia strategica dell’Unione Europea, quella alimentare, nonostante le numerose difficoltà che continuano a bersagliare il settore primario. Eventi climatici avversi, fitopatie e una crescente domanda da parte dei consumatori sono sfide che possono essere affrontate grazie all’innovazione e alla ricerca scientifica, come dimostrato da Paesi terzi che già ampiamente adoperano le Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura.

“L’Italia, grazie al contributo di Confagricoltura, si è dimostrata all’avanguardia approvando la sperimentazione in campo già l’anno scorso, in attesa di una legislazione europea più completa in materia di commercializzazione, che tarda ad arrivare per questioni, a nostro avviso, ampiamente superabili”, questo il commento del Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Il nostro auspicio” – conclude Giansanti – “è che la prossima Presidenza del Consiglio europeo possa giungere a una posizione comune per concludere quanto prima l’iter legislativo di questo dossier fondamentale per l’agricoltura, italiana ed europea, del futuro”.

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