Uragano Apollo, Confagricoltura: distrutti agrumeti, ortaggi e strutture

Siracusa e Catania stanno fortemente subendo le conseguenze dell’uragano mediterraneo che, da giorni, imperversa nella Sicilia orientale. La situazione viene monitorata con attenzione, ma è impossibile – afferma Confagricoltura – fare almeno una prima conta dei danni perché si è ancora in piena allerta meteo.

 

La situazione è critica in tutta la provincia di Siracusa: si segnala la completa distruzione degli ortaggi autunnali annegati in pieno campo. Completamente distrutti o estirpati anche i nuovi impianti di agrumi e si segnalano danni a serre e strutture. A Lentini la furia del tempo ha tirato fuori perfino le tubature d’irrigazione principale, da una profondità di quasi un metro. Numerose – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – sono le zone rurali completamente isolate, devastate da acqua e fango.

 

Nella Piana di Catania si evidenziano, a Paternò, strade completamente sparite, forti allagamenti, distruzione di tettoie e muri di sostegno. A Palagonia l’esondazione del fiume ha completamente sepolto con acqua e fango i nuovi impianti di agrumi, mentre continuano la pioggia e il vento. Condizioni gravi si registrano a Scordia dove le aziende agricole si sono letteralmente trasformate in laghi. Timori per gli allevamenti ovini della zona.

 

Ora è la Sicilia ad essere in piena emergenza – rimarca Confagricoltura – e queste situazioni si ripresentano, purtroppo, con sempre maggiore frequenza. Nessuna regione, da Nord a Sud, è risparmiata da questi fenomeni, a dimostrazione della fragilità dei nostri territori. Prevenzione e messa in sicurezza vanno considerate una priorità a cui vanno dedicate adeguate risorse.

 

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Maltempo in Sicilia, Confagricoltura: “Danni enormi alle colture agricole. Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione”

L’allerta meteo lanciata dalla Protezione Civile per quest’ultima settimana di ottobre viene seguita con particolare attenzione da tutte le strutture provinciali della Confagricoltura. La parte dell’isola che al momento sembra essere più sotto pressione è quella della Sicilia orientale, dove diversi temporali di forte intensità hanno provocato gravi disagi alle vie di collegamento interne a causa di straripamenti di fiumi e corsi d’acqua.

La situazione, specialmente nella Piana di Catania, viene monitorata con particolare attenzione ed un quadro più preciso dei danni, evidenziano i tecnici dell’Unione provinciale, verrà fatto non appena l’emergenza sarà cessata. Le prime segnalazioni degli associati parlano di alcuni crolli verificatesi nei terrazzamenti agrumicoli del versante jonico e di diverse frane ed allagamenti di carciofeti ed agrumeti dove l’acqua stenta a defluire.

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“Per il momento – conferma il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino – da altre provincie  non sono giunte notizie particolarmente allarmanti sul fronte di danni alle strutture ed alle colture. In questo momento le preoccupazioni maggiori sono per le coltivazioni in corso di raccolta, quali quelle olivicole e per gli agrumi ed ortaggi in pieno campo a causa del  rischio di grandinate e venti impetuosi. Il punto dolente – continua Pottino – è sempre lo stesso, ovvero la fragilità dei collegamenti delle aree interne, con il conseguente isolamento di interi territori ad alta vocazione agricola. Il mutamento climatico è divenuto ormai una realtà che ci deve far seriamente riflettere sulla necessità   di introdurre nuove disposizioni normative a tutela delle produzioni agricole magari utilizzando uno strumento più celere come la Protezione Civile che, nel caso dei recenti incendi che hanno devastato gli allevamenti dell’isola, è riuscita a dare in tempi relativamente brevi le risorse per riprendere immediatamente le attività”.

L’altro aspetto importante rilevato dai tecnici dell’organizzazione riguarda la diffusione a macchia di leopardo delle precipitazioni e la loro breve ed elevata intensità che, proprio per questa ragione non consente  all’acqua di defluire attraverso i canali e le condotte concepite per eventi non straordinari come quelli che ormai si verificano da qualche anno a questa parte.

“Un territorio fragile come quello siciliano – conclude il presidente Pottino – ci espone ad un rischio continuo che non può gravare solo ed esclusivamente sulle spalle degli agricoltori, agricoltori  che ai sensi della nuova PAC in via di definizione dovrebbero rivestire un ruolo di custodia ben più accentuato e con meno risorse disponibili”.

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