Confagricoltura partecipa a Radix, progetto per l’agricoltura sociale e il contrasto al caporalato

Prosegue l’impegno di Confagricoltura nell’ambito dell’agricoltura sociale. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Confederazione con delega al lavoro, Sandro Gambuzza, in occasione del primo seminario di approfondimento del progetto “Radix”, dal titolo “Agricoltura sociale e contrasto al caporalato”. Dopo il bando “Coltiviamo Agricoltura Sociale” con Reale Foundation, il bando “Agro-social: Seminiamo valore” con JTI Italia per l’agricoltura sociale e Cultum Change, programma di formazione finalizzato all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo dei rifugiati in agricoltura, arriva Radix, un progetto della Cooperativa Sociale Kairos, finalizzato ad offrire alternative sostenibili al lavoro irregolare, contrastando il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura di cittadini di paesi terzi. Confagricoltura ed Enapra, l’Ente di Formazione della Confederazione, sono partner del programma.

“Agricoltura sociale e contrasto al caporalato sono questioni che non possono non trovare accoglienza in Confagricoltura – ha rimarcato Gambuzza, che ha inoltre evidenziato come si sia passati adesso al secondo pilastro della legge 199/2016 sul contrasto al caporalato, ovvero dalla fase sanzionatoria a quella più propriamente della prevenzione, della formazione e delle politiche attive del lavoro. E proprio qui si inserisce l’attività di Radix. Obiettivi del progetto sono attivare campagne di sensibilizzazione delle comunità locali e creare una rete di Sportelli in Agro Pontino e a Roma, per interventi di engagement e orientamento dei beneficiari”.

Tali obiettivi sono perseguiti attraverso l’attivazione di reti territoriali composte da più soggetti e stakeholder che facilitano la connessione e la riorganizzazione delle conoscenze nel mondo dell’agricoltura e dei servizi alla persona (pubblici e non profit) per l’inclusione attiva dei beneficiari.

I fruitori del programma vengono indirizzati da un vero e proprio Team di Accompagnamento all’Inclusione (TAI) che si occupa, tra le altre cose, del potenziamento delle competenze dei soggetti coinvolti per il loro inserimento professionale. “I servizi, come quello di formazione e matching tra domanda e offerta di lavoro – ha precisato infine Gambuzza – possono e devono essere al centro delle attività di contrasto al caporalato”.

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Lavoro, Confagricoltura: rinnovato contratto per quadri e impiegati. Grande attenzione alle nuove figure per Agricoltura 4.0

È stato firmato ieri a Roma, a Palazzo Della Valle, il nuovo contratto di lavoro per i quadri ed impiegati del settore agricolo. Si tratta di un accordo che riguarda oltre 7 mila imprese agricole e circa 30 mila lavoratori, nella maggior parte dei casi impiegati tecnici ed amministrativi.

 

Questo contratto, sottolinea Confagricoltura, è importante perché regola i rapporti con le figure più professionalizzate e vicine all’imprenditore. Le aziende agricole che si avvalgono dei quadri e degli impiegati sono quelle più grandi, strutturate e che hanno imboccato la strada del progresso e dell’innovazione.

 

Non a caso il rinnovo cerca di rendere il contratto al passo coi tempi e con le nuove esigenze delle imprese e dei lavoratori. In particolare, sono state introdotte nuove figure professionali meglio rispondenti alla realtà dell’agricoltura 4.0. E’ stata anche rivista la disciplina della trasferta del lavoratore, per adeguarla alle mutate esigenze delle imprese che, sempre più, guardano ai mercati nazionali e internazionali.

 

L’incremento retributivo è pari al 2%, sostanzialmente in linea con gli indicatori di riferimento.

 

Un’attenzione particolare è stata dedicata alla previdenza complementare, allo scopo di rilanciare il fondo pensione Agrifondo e garantire a una platea sempre più ampia di lavoratori il secondo pilastro previdenziale.

 

La firma dell’accordo rappresenta un segnale di attenzione verso una categoria di lavoratori che, nonostante le difficoltà legate alla crisi pandemica, ha continuato a svolgere la propria attività, consentendo alle imprese di portare avanti l’attività produttiva.

 

Da ultimo, Confagricoltura ricorda che impiegati, quadri e dirigenti occupati nel settore agricolo per il 54% sono maschi, la componente femminile (46%) rappresenta comunque una presenza rilevante. La fascia di età più consistente (31%) è quella dai 35 ai 44 anni. Si tratta comunque – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – di numeri in crescita, seppur moderata a testimonianza del rinnovato interesse per il settore.

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Il presidente di Confagricoltura Giansanti ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Mattarella

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è stato ricevuto ieri pomeriggio al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il Capo dello Stato, nel settembre dello scorso anno, aveva partecipato alle celebrazioni del centenario della più antica Organizzazione agricola italiana.

L’incontro di ieri ha fornito l’occasione per fare il punto della situazione sul settore primario dopo oltre un anno di pandemia, ma anche per evidenziare le sfide dell’agricoltura italiana ed europea: dalla sostenibilità alla sicurezza alimentare, fino alla nuova politica agricola comune.

Il presidente Giansanti ha rinnovato i ringraziamenti al Capo dello Stato per la grande attenzione riservata all’agricoltura e ai possibili scenari che si prospettano per le imprese del settore e l’economia italiana.

 

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Sostegni bis, Agrinsieme in audizione: “Diamo slancio all’agricoltura con misure più coraggiose”

Aumentare le risorse per fare fronte ai danni delle gelate di aprile, rifinanziare la Nuova Sabatini, reintrodurre la cessione del credito d’imposta 4.0, prorogare la speciale forma di contratto per l’assunzione in agricoltura di percettori di altri sussidi, riconoscendo loro la possibilità di cumulare la retribuzione con le indennità percepite.

Sono le principali richieste avanzate da Agrinsieme – il coordinamento di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – nel corso dell’audizione di lunedì pomeriggio sul decreto Sostegni bis alla Commissione Bilancio della Camera.

In particolare, l’aumento delle risorse del Fondo di solidarietà nazionale di 105 milioni appare decisamente sottostimato rispetto all’ingente entità dei danni alle imprese, che sfiora il miliardo di euro, concentrato soprattutto nei comparti viticolo e ortofrutticolo.

Il Coordinamento ha espresso invece grande apprezzamento per lo sforzo del Governo sugli interventi di sostegno alla liquidità delle aziende, in particolare la proroga al 31 dicembre 2021 delle misure temporanee di cui al decreto liquidità, l’estensione a 10 anni della durata massima dei finanziamenti con garanzia pubblica, l’assegnazione all’ISMEA di 80 milioni di euro per il 2021 per la concessione a titolo gratuito della garanzia agli imprenditori agricoli e della pesca, la proroga al 31 dicembre per la sola quota capitale, delle moratorie per le piccole e medie imprese.

Misure che, secondo Agrinsieme, consentiranno alle aziende fornitrici della filiera della ristorazione di accompagnare la lenta ripresa del comparto ho.re.ca., compensando almeno in parte le dilazioni di pagamento della materia prima. In questo senso apparirebbe altrettanto opportuno – ad avviso del Coordinamento – il rifinanziamento della cambiale agraria, strumento che si è dimostrato particolarmente efficace nel sostegno alla liquidità delle imprese agricole.

In materia di occupazione e previdenza, sono giudicate positive le novità riguardanti il lavoro nelle attività agrituristiche, che viene considerato agricolo a tutti gli effetti anche con riferimento alla valutazione del rapporto di connessione con l’attività agricola principale. Agrinsieme sottolinea però la necessità di un ripensamento sulla disposizione che potrebbe annullare l’armonizzazione nazionale dei criteri guida in materia di lavoro.

Agrinsieme ha infine espresso apprezzamento per gli interventi a favore del comparto zootecnico con l’aumento delle compensazioni Iva per le cessioni di bovini e suini; l’esonero contributivo per i settori più colpiti dalla pandemia, come il vitivinicolo e l’agriturismo; l’istituzione di un Fondo per il sostegno del settore bieticolo saccarifero; il rafforzamento dello strumento delle garanzie Ismea a favore degli imprenditori agricoli e della pesca. Misure che, di pari passo con le graduali riaperture, offriranno un’occasione di rilancio per le imprese agricole che le sapranno cogliere, opportunamente accompagnate.

 

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Sandro Gambuzza entra nel Consiglio di Presidenza del CNEL

Gambuzza, già membro dell’Assemblea, adesso entra nel Consiglio di Presidenza del CNEL

Il vice-presidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, con determina firmata dal presidente Tiziano Treu, dal 16 febbraio è membro nel Consiglio di Presidenza del CNEL, dopo essere stato membro dell’Assemblea dell’ente.

Il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) è un ente pubblico, previsto dall’articolo 99 della Costituzione Italiana, composto da esperti e rappresentanti delle categorie produttive. È organo di consulenza delle Camere e del Governo, ha l’iniziativa legislativa e può contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale.

Siciliano, con un’azienda agricola ad indirizzo orticolo ed olivicolo in provincia di Ragusa, Gambuzza è stato presidente di Confagricoltura Ragusa e presidente della Camera di Commercio di Ragusa. È presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia. In Confagricoltura nazionale ha la delega al lavoro.

Confagricoltura esprime apprezzamento e soddisfazione per l’incarico conferito a Gambuzza che porterà, in seno al Consiglio di Presidenza del CNEL, la voce e la visione degli imprenditori agricoli italiani.

L’Unione Provinciale di Ragusa, nella persona del presidente Antonino Pirrè, con vivo compiacimento, augura buon lavoro a Gambuzza. “Siamo certi che Sandro – dichiara Pirrè –  porterà avanti questo nuovo incarico con la dedizione e lo spirito di servizio che hanno sempre caratterizzato il suo lavoro”.

 

Ragusa, 5 marzo 2021

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Governo, Giansanti: “L’agricoltura ha ruolo centrale nella transizione ecologica e nella ricostruzione economica e sociale”

“Il settore agroalimentare può dare un solido contributo alla ricostruzione sociale ed economica che è al centro del programma presentato al Parlamento dal presidente del Consiglio Draghi”. E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alle linee programmatiche del nuovo governo.

“La ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro possono accelerare con il rilancio della produzione agricola e dell’attività di trasformazione e commercializzazione dei nostri prodotti – sottolinea Giansanti – Servono investimenti, ma prima di tutto serve un progetto e una visione strategica”.

Nel processo di transizione ecologica l’agricoltura ha un ruolo importante, ma in una dimensione globale. Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale è una priorità. “E a riguardo, come Confagricoltura, lanciamo al nuovo governo la proposta di un’iniziativa, da realizzare durante la presidenza italiana del G20, per discutere sul legame tra sostenibilità ambientale, protezione delle risorse naturali e ruolo delle innovazioni tecnologiche”.

Un altro passaggio importante e fortemente innovativo del discorso di Draghi, ad avviso di Confagricoltura, è quello relativo alla protezione delle attività economiche che non possono essere tutte sostenute in modo indifferenziato.

“Ci auguriamo – evidenzia Giansanti – che sia il primo passo verso una concentrazione degli incentivi e degli investimenti sulle imprese che hanno un futuro, perché producono per il mercato, danno lavoro e sono aperte alle innovazioni”.

Infine la formazione: “Ho particolarmente apprezzato l’attenzione che il premier intende riservare agli Istituti tecnici superiori nel quadro dei percorsi scolastici e formativi. Come già si verifica in altri paesi europei, gli Istituti possono essere un punto di riferimento per il crescente interesse dei giovani nei confronti del mondo agricolo”.

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Nasce a Ragusa la Consulta delle Associazioni Datoriali

Aderiscono alla Consulta Agci, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Sicindustria

 

Fare squadra per superare, insieme, un’emergenza senza precedenti: è con questo spirito che Agci, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Sicindustria hanno deciso di dar vita al coordinamento delle associazioni di categoria della provincia di Ragusa. “Il bisogno di un grado maggiore di collegialità e di condivisione sui temi di principale interesse per il tessuto produttivo ibleo – si legge nel documento costitutivo della consulta – ha accompagnato il percorso di questo organismo, che ha lo scopo di studiare e approfondire le esigenze e le problematiche socio-economiche del territorio della provincia di Ragusa e di proporre soluzioni, progetti e linee strategiche di sviluppo a tutte le Istituzioni ai vari livelli, come gli enti locali territoriali e non territoriali, la Camera di Commercio, i governi e i parlamentari nazionali e regionali”.

A guidare la consulta sarà, per i primi sei mesi, Gianni Gulino, presidente di Confcooperative.

“La nuova programmazione e gli strumenti del Next generation Eu – si legge ancora nel documento – rappresentano un’opportunità unica che richiede una partecipazione dal basso, così da fare emergere le esigenze del territorio, e la costituzione di una vera e propria ‘banca dei progetti’. Questo è il momento di progettare iniziative per creare sviluppo, innovazione e occupazione: un lavoro che deve partire dai territori, dialogando tra istituzioni di ogni livello. Le risorse messe a disposizione da Recovery Fund, fondi strutturali e Fondo di sviluppo e coesione daranno al Mezzogiorno la possibilità di recuperare il gap dei mancati investimenti, pubblici e privati, degli ultimi 30 anni. Ma, affinché ciò avvenga, occorre una programmazione che tenga conto delle reali esigenze del tessuto produttivo. E solo una azione collegiale permetterà di affrontare e superare i ritardi e migliorare le condizioni di sviluppo del nostro territorio, della nostra regione e del nostro Paese”.

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Carenza manodopera nella campagne, Confagricoltura Ragusa: “I percettori di reddito di cittadinanza vengano a lavorare nelle nostre aziende”

Utilizzo dei percettori di reddito di cittadinanza nelle campagne e reintroduzione dei voucher: le proposte di Confagricoltura Ragusa per sopperire alla crescente mancanza di manodopera nelle aziende agricole iblee

“Far lavorare nelle aziende agricole, attualmente a corto di manodopera, chi percepisce il reddito di cittadinanza”: a chiederlo il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè. Che aggiunge: “Come previsto dall’articolo 94 del Decreto Rilancio, i percettori di Reddito di Cittadinanza possono stipulare dei contratti a termine non superiori a 30 giorni nel settore agricolo, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, senza subire perdite o riduzioni dei benefici previsti, nel limite di 2mila euro per l’anno 2020. In tali casi, il lavoratore percettore del Reddito di Cittadinanza non è tenuto alla trasmissione del modello “RdC/PdC – Com Esteso” per la comunicazione dei redditi percepiti”.

“È il momento – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa – per i questi disoccupati di dimostrare di voler lavorare e di voler dare un contributo alla nostra economia in un momento così complesso: il modo migliore per dare un senso a quello che dovrebbe essere un incentivo al lavoro e non un sussidio tout court“.

Pirrè chiede anche la reintroduzione dei voucher. “L’agricoltura – spiega – è nella fase in cui si sta programmando la raccolta estiva e in cui ci sono anche le campagne di manutenzione dei vigneti. Un momento, dunque, in cui c’è grande richiesta di manodopera rispetto alla media stagionale. Inoltre, dopo la fine del lockdown, c’è il rischio che tanti lavoratori extracomunitari tornino al loro Paese e che si fermino più a lungo “.

Infatti si sta registrando un picco di richiesta che supera le 200.000 unità, cui vanno aggiunti i lavoratori che, direttamente o indirettamente, sono entrati in contatto con il coronavirus e non possono recarsi a lavorare. Di conseguenza oggi abbiamo una richiesta media di circa 250.000 unità lavoro. C’è difficoltà a far venire in Italia i collaboratori storici.

“Con i voucher”, afferma il presidente di Confagricoltura Ragusa, “noi diamo la possibilità ai cittadini italiani, che magari sono senza lavoro, di farlo nelle aziende agricole. L’impalcatura normativa non è semplice ed è per questo che abbiamo chiesto come Confagricoltura, solo temporaneamente, solo per l’emergenza coronavirus, la reintroduzione dei voucher, perché permettono alle imprese di sostituire il lavoratore”.

“Il voucher – chiarisce Pirrè – renderebbe più semplice la vita alle imprese. Inoltre, tutti i giovani che in questo momento non possono studiare e hanno del tempo libero potrebbero venire a lavorare in campagna. Uno strumento di semplificazione molto apprezzato da tutti noi. Ci vuole un po’ di coraggio, viviamo in una situazione eccezionale e occorrono strumenti altrettanto eccezionali. L’agricoltura può dare lavoro a chi, in un momento così complesso per la nostra economia, è alla ricerca di un reddito per sostenersi e ha voglia di mettersi in gioco”.

 

Ragusa, 18 giugno 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Coronavirus: le proposte di Confagricoltura al governo per la ripresa

Semplificazione e strumenti immediati per favorire la ripresa economica e la tenuta del settore agroalimentare, che, nonostante le difficoltà, ha proseguito l’attività garantendo in questi mesi di emergenza gli approvvigionamenti dei beni alimentari sulle tavole degli italiani.

E’ quanto ha evidenziato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’incontro di ieri con il premier Conte e i ministri Bellanova, Catalfo, Gualtieri e Patuanelli per fare il punto sulla fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

“Il lockdown dei pubblici esercizi ha influito negativamente sui consumi, innescando un drastico calo della domanda da parte dei canali Ho.Re.Ca e del commercio estero. – ha affermato Giansanti – Alcuni comparti agricoli sono in forte sofferenza o fermi del tutto: abbiamo avanzato la richiesta di un fondo straordinario per aiutare questi settori. Molte aziende hanno trovato soluzioni organizzative adattandosi alle richieste di sicurezza e sanitarie, senza interrompere la produzione ed esponendosi economicamente alle nuove esigenze. Per la ripartenza, quindi – ha aggiunto – occorre mettere celermente in atto una serie di strumenti per le imprese”.

La proposta di Confagricoltura si concentra nell’immediato sul credito di imposta e l’estensione a tutti i datori di lavoro agricolo delle agevolazioni contributive adottate per i territori montani particolarmente svantaggiati. E’ necessario anche velocizzare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione per dare fiato alle imprese e, sulla questione manodopera, dare risposte concrete, perché si è in forte ritardo.

Confagricoltura, in qualità di organizzazione più rappresentativa dei datori di lavoro agricolo, ha anche chiesto al Governo di fare parte del “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti lavoro”, che dispone misure per la sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro con la riapertura delle attività produttive. Finora il settore primario è stato escluso dalla firma dell’accordo, ma a riguardo c’è stata un’apertura da parte dell’esecutivo.

“E’ necessaria anche una visione a lungo termine per ripartire – ha concluso il presidente Giansanti – Con le amministrazioni si deve sviluppare una strategia nazionale per accompagnare l’agricoltura in questa fase, basandosi sulle difficoltà che caratterizzano il settore e che con la diffusione del Coronavirus hanno frenato la continuità economica delle aziende. Tra questi ricordiamo il digitale, l’innovazione, la semplificazione, il lavoro e la formazione”.

 

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Fase 2, le proposte di Confagricoltura: liquidità alle imprese e riapertura del canale Ho.Re.Ca

“Le imprese hanno urgente bisogno di liquidità. I ritardi e le complessità burocratiche fanno salire il costo economico della pandemia”. E’ quanto ha evidenziato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’odierna riunione del Comitato Direttivo di Palazzo Della Valle dedicata alla gestione dell’emergenza Covid-19.

“In primo luogo – aggiunge – proponiamo il riconoscimento di un credito di imposta commisurato alle perdite di reddito subite dalle imprese, quindi l’estensione all’intero territorio nazionale degli oneri previdenziali attualmente applicati nelle zone montone”.

Giansanti ha fatto il punto sui contatti in corso con il Governo e con il mondo politico, in vista della presentazione, nei prossimi giorni, del decreto legge sui nuovi interventi per le imprese.

“Stiamo mettendo l’accento sulla necessità di salvaguardare il tessuto produttivo e l’occupazione – indica Giansanti – Dobbiamo farci trovare pronti per la fase di ripresa economica, senza lasciare spazio ai nostri concorrenti. Per questo chiediamo, tra l’altro, la ristrutturazione almeno a dieci anni delle posizioni fiscali e contributive pregresse, il sollecito recepimento della direttiva Ue sulle pratiche sleali, nuove risorse finanziarie per la promozione all’estero del Made in Italy agroalimentare, il miglioramento del bonus verde”.

“A sostegno della ripresa, proporremo inoltre al sistema bancario un piano per il consolidamento a lungo termine dei prestiti in essere”.

Nel corso del dibattito è stata ribadita la persistente carenza di manodopera per le imminenti operazioni stagionali: “Continuiamo a svolgere tutte le possibili iniziative per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro – sottolinea Giansanti – Restiamo invece in attesa delle specifiche iniziative del Governo. Deve essere chiaro a tutti che ogni giorno che passa, sale il rischio di perdita dei raccolti”.

A livello europeo, Confagricoltura considera assolutamente inadeguati i provvedimenti annunciati nei giorni scorsi dalla Commissione europea.

“Nel contesto di una crisi epocale – sottolinea Giansanti – è inaccettabile l’assenza di fondi aggiuntivi per le produzioni più tipiche dell’agricoltura mediterranea: vino, ortofrutta, olio d’oliva. Contestiamo, inoltre, la mancanza di interventi per le produzioni suinicole”.

“L’emergenza sanitaria – prosegue il presidente di Confagricoltura – ha dimostrato che la sicurezza alimentare è un punto di forza e un elemento strategico per la coesione sociale. Va fatto ogni sforzo per l’aumento della produzione agroalimentare italiana, grazie anche a una maggiore integrazione tra tutte le parti della filiera”.

In vista della cosiddetta “fase 2”, Confagricoltura chiede di accelerare, in presenza di adeguate condizioni di sicurezza, la ripresa dell’attività del canale HoReCa per favorire il collocamento delle produzioni di settore.

La filiera vino chiede al Governo la riapertura del canale Ho.Re.Ca

Far ripartire ristoranti, bar ed enoteche il prima possibile è vitale per il futuro delle cantine italiane, altrimenti per molte aziende non ci sarà alcuna fase due

“La notizia della riapertura delle attività ristorative al 1° giugno è un altro duro colpo per il nostro settore. Oggi più che mai il canale Ho.Re.Ca è di vitale importanza per le aziende vitivinicole, che hanno già perso irreversibilmente almeno il 30% delle vendite con danni permanenti. Per questo occorre farlo ripartire il prima possibile, pur nel pieno rispetto di tutte le misure di sicurezza e di distanziamento. Altrimenti per molte imprese del canale HoReCa ecantine italiane non ci sarà alcuna fase due”.

E’ questo l’appello unanime rivolto al Governo da parte della filiera vino – che riunisce le principali organizzazioni del settore Confagricoltura, CIA, Copagri, Unione italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi – a pochi giorni dall’adozione delle misure contenute del nuovo DPCM che dà il via libera alla cosiddetta fase due dell’emergenza Coronavirus. Disposizioni sull’allentamento del lockdown che però non contemplano una rapida ripresa delle attività di bar, enoteche e ristoranti con conseguenze disastrose non solo per gli operatori del settore, ma anche per le migliaia di piccole e medie imprese del comparto vitivinicolo nazionale già alle prese con un export quasi completamente bloccato e costrette a ricorrere alle vendite online come unica, ove possibile, via per la sopravvivenza.  Nell’esprimere piena solidarietà e sostegno agli operatori dell’Ho.Re.Ca e alle loro famiglie duramente colpite dal lockdown, la filiera auspica dunque che il Governo, pur nel rispetto delle indicazioni espresse dal Comitato tecnico scientifico, tenga conto delle urgenti richieste di ripartenza di questo canale e prenda in seria considerazione un ripensamento dell’impianto normativo recentemente proposto per dare una risposta concreta ad uno dei comparti più strategici e decisivi per l’economia e il turismo italiani.

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