Focus Latte, plauso ai risultati positivi ma supporto alle imprese agricole. L’intervento di Gambuzza (Confagricoltura) al tavolo permanente del MIMIT su distribuzione, industria e produzione

Il vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, ha partecipato al Tavolo permanente sui settori distribuzione, industria e produzione presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Al centro del suo intervento: i risultati positivi del “Trimestre Anti-Inflazione”; l’andamento di prezzi all’origine dei prodotti agricoli; le ultime decisioni prese in UE in favore del settore primario; la rimodulazione del PNRR. Per quanto riguarda i prezzi all’origine, il vicepresidente della Confederazione si è concentrato su quello di latte e cereali che – tra gennaio e ottobre scorsi – sono calati, rispettivamente, del 12% e del 28%. Nel caso del latte, tale contrazione non è stata seguita da una riduzione dei prezzi al consumo contribuendo, così, a acuire le difficoltà che stanno vivendo le imprese del comparto.

“Confagricoltura ha da subito accolto con favore l’iniziativa del Ministro Urso ‘Trimestre Anti-inflazione’ – ha detto il vicepresidente di Confagricoltura al tavolo del MIMIT –. Dunque, oggi applaudiamo ai risultati positivi ottenuti da un grande lavoro sinergico, di sistema, e auspichiamo che tale esperimento funga da apripista verso un meccanismo strutturato per la formazione dei prezzi nella filiera che oggi ancora manca. Obiettivo raggiungibile anche grazie alla definizione di una filiera integrata e tracciabile nell’ambito del Made in Italy”.

“Non posso non sottolineare il significativo impegno delle imprese agricole che, in questa operazione, risultano particolarmente esposte – ha proseguito Gambuzza –. Infatti, i prezzi di alcuni prodotti, in primis il latte (prodotto agroalimentare con maggiori scostamenti negativi) ma anche i cereali, stanno subendo una contrazione marcata”. A questo proposito Confagricoltura ritiene particolarmente benefico l’apporto della Social Card che può fornire nuovo impulso al mercato. “Ci auguriamo una pronta messa a terra a beneficio dei produttori”, ha commentato al riguardo il vicepresidente della Confederazione.

“Le imprese del sistema cibo stanno affrontando sfide incisive, come quella legata ai cambiamenti climatici, continuando a garantire la sicurezza alimentare al nostro Paese, per questo ogni supporto possibile da parte delle istituzioni è ampiamente apprezzato”.

Infine, il vicepresidente della Confederazione ha ringraziato i ministeri competenti “per i grandi raggiungimenti ottenuti nel recente periodo, tra cui il rinvio della Plastic Tax, la rivisitazione del regolamento sugli imballaggi e la rimodulazione del PNRR a favore del comparto”.

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Allarme latte, Confagricoltura condivide l’appello di Granarolo e Lactalis: aiutare anche le aziende agricole

“L’allarme congiunto sull’inflazione lanciato da due colossi del comparto lattiero caseario, quali il Gruppo Granarolo e il Gruppo Lactalis in Italia, è un segnale che non può essere sottovalutato. Confagricoltura si unisce alla loro richiesta di un intervento urgente del Governo per salvare le imprese del settore, strette nella morsa dell’aumento dei costi produttivi”.

 

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, interviene sul messaggio che Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, e Giovanni Pomella, AD di Lactalis Italia, hanno lanciato in modo congiunto, pur essendo concorrenti sul mercato, a conferma dell’eccezionale gravità della situazione del comparto. Entrambi chiedono un intervento pubblico per scongiurare che l’aumento dei costi energetici faccia schizzare il prezzo del latte oltre i 2 euro al litro.

 

“Le imprese sono allo stremo – aggiunge Giansanti – e a serio rischio tenuta. I consumatori, d’altro canto, non possono supportare ulteriori rincari del carrello della spesa. Chiediamo al Governo di sostenere tutta la filiera del latte, a cominciare dal comparto zootecnico, che è quello che soffre di più sia per il caro energia, sia per l’aumento del costo delle materie prime, ormai fuori controllo”.

 

Da oltre un anno i costi produttivi per tutti i settori dell’agricoltura sono in continuo aumento e la recente esplosione dei prezzi legata al rincaro dei costi energetici ha messo a dura prova la tenuta del settore primario.

 

“Una simile crisi – conclude il presidente di Confagricoltura – necessita, pertanto, di essere affrontata con prontezza e assoluta determinazione sia sul piano nazionale, con misure economiche e finanziarie tempestive ed improcrastinabili, sia sul piano europeo, con prospettive di medio termine che non lascino margine di incertezza per le imprese”.

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Vertenza comparto lattiero-caseario ragusano: massima attenzione sul rinnovo del contratto con l’industria acquirente

Stamattina una delegazione di imprenditori del comparto lattiero-caseario, composta da Confagricoltura Ragusa, Legacoop Ragusa, Confcoperative Ragusa, Cooperative del latte e singoli produttori, è stata ricevuta in Prefettura in via Mario Rapisardi.

Il Vice-Prefetto Dott.ssa Cettina Pennisi ha ascoltato con grande attenzione le richieste dei produttori di latte ragusani, che si sostanziano nella convocazione di un tavolo di filiera latte bovino che coinvolga tutti i soggetti coinvolti, al fine di trovare un’intesa comune per far fronte alla crisi in atto; nella stesura dei nuovi contratti tra produttori di latte e industriali (in scadenza il prossimo 31 marzo), la possibilità di limitare la durata degli stessi a un mese e di garantire  che l’indicizzazione prevista si basi sui reali costi di produzione locali con un prezzo congruo; inoltre un’interlocuzione a tutti i livelli, Ministeriale e Regionale, sulla crisi in atto e l’immediata individuazione di ristori economici per far fronte all’urgente crisi di liquidità delle aziende zootecniche e lattiero-casearie iblee.

La dott.ssa Pennisi ha garantito che la Prefettura farà tutto ciò che è nelle Sue facoltà per agevolare l’accoglimento di tutte le richieste rappresentate, considerata la rilevanza della vertenza che riguarda un fiore all’occhiello strategico dell’economia ragusana.

“Siamo soddisfatti dell’esito dell’incontro – dichiara il Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Ignazio Nicastro – e rimaniamo vigili sulla scadenza del 31 marzo, data da cui dipende il futuro dei produttori di latte ragusani, momento in cui le industrie acquirenti dovranno decidere se approvare o meno le nostre proposte volte a garantire flessibilità e sostenibilità economica”.

Ignazio Nicastro, Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa
Ignazio Nicastro, Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa

“Ringraziamo Sua Eccellenza il Prefetto e il vicario dott.ssa Pennisi per la sensibilità e la grande attenzione – aggiunge Nicastro – e il primo cittadino di Ragusa, avv. Giuseppe Cassì, che ha incontrato oggi i produttori, comunicando il suo impegno nel sostenere le nostre ragioni ad ogni livello e nell’individuazione nel bilancio comunale di ristori a sostegno del settore, seppur simbolici”.

“Un ultimo ringraziamento al Presidente della Regione Siciliana, on. Nello Musumeci, che domani incontrerà a Roma il Ministro dell’Agricoltura, on. Stefano Patuanelli, e ci ha garantito che rappresenterà al ministro le nostre richieste”.

“Siamo speranzosi – conclude il Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa – che ognuno farà la sua parte e, ad aprile, potremo partire con contratti adeguati alle esigenze di chi garantisce ai consumatori italiani una produzione di eccellenza, perno della dieta mediterranea e vanto del nostro territorio”.

 

Ragusa, 28 marzo 2022

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

 

 

 

 

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Comparto lattiero-caseario in ginocchio: i produttori ragusani incontrano il Prefetto

Si è tenuto sabato a Ragusa un vertice tra gli imprenditori del comparto lattiero-caseario, promosso da Confagricoltura e al quale hanno partecipato Legacoop, Confcoperative, Cooperative del latte e singoli produttori, per fare il punto di una situazione drammatica che sta mettendo in ginocchio un fiore all’occhiello del tessuto economico ragusano.

Infatti la crisi della guerra in Ucraina, preceduta da 2 anni di crisi per la pandemia, sta producendo un esorbitante lievitazione del costo delle materie prime: mangimi (soprattutto mais e soia), energia elettrica, gasolio agricolo, ecc.

Costi di produzione altissimi che superano abbondantemente il prezzo attuale di vendita: gli allevatori di Ragusa, per fronteggiare gli alti costi di produzione, sono spesso costretti a macellare i capi bovini, depauperando così un patrimonio zootecnico frutto di anni di sacrifici ed investimenti (solo nell’ultima settimana a Ragusa sono state macellate circa 700 vacche).

Inoltre, dall’ 01/04/2022, dovrebbero partire i nuovi contratti di fornitura del latte tra produttori e industriali, con l’indisponibilità da parte dell’industria di riferimento di ottenere un prezzo indicizzato sulla base dei costi di produzione locali, come avviene in Francia e Germania. Nemmeno la grande distribuzione intende venire incontro alle esigenze dei produttori di latte.

Per queste ragioni Confagricoltura Ragusa, Legacoop Ragusa, Confcoperative Ragusa, Cooperative del latte e i singoli produttori che hanno partecipato al vertice, domani, lunedì 28 marzo, incontreranno Sua Eccellenza il Prefetto di Ragusa, dott. Giuseppe Ranieri, per comunicare le richieste condivise degli allevatori e dei produttori di latte ragusani per superare l’emergenza.

Ignazio Nicastro, Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa
Ignazio Nicastro, Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa

“Chiederemo a Sua Eccellenza, che ringraziamo per la solerzia con cui ha accettato di   incontrarci, – spiega il Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Ignazio Nicastro – la convocazione di un tavolo di filiera latte bovino che coinvolga tutti i soggetti coinvolti: produttori, cooperative di produttori, industriali, mangimisti, al fine di trovare un’intesa comune per far fronte alla crisi in atto”.

“Chiederemo inoltre nella stesura dei nuovi contratti, la possibilità di limitare la durata degli stessi a periodi brevi e di garantire  che l’indicizzazione prevista si basi sui reali costi di produzione locali, partendo già dal mese di Aprile con un prezzo congruo”.

“Per noi di Confagricoltura e per tutte le sigle che aderiscono al tavolo – conclude il Vicepresidente di Confagricoltura Ragusa – è necessaria un’interlocuzione a tutti i livelli, Ministeriale e Regionale, sulla crisi in atto e l’immediata individuazione di ristori economici per far fronte all’urgente crisi di liquidità delle aziende zootecniche e lattiero-casearie iblee”.

 

Ragusa, 27 marzo 2022

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Via libera dell’Antitrust all’Accordo Latte. Confagricoltura: “Con senso di responsabilità le parti diano rapida attuazione all’intesa”

“Un’ottima notizia per gli allevatori che, come tutti gli imprenditori agricoli italiani, sono sotto pressione a causa di un aumento senza precedenti dei costi di produzione”. È il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sul parere non sfavorevole formulato dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato sul Protocollo d’intesa della filiera lattiero-casearia, sottoscritto lo scorso 9 novembre, per la salvaguardia degli allevamenti italiani.

Nel parere dell’Autorità – rileva Confagricoltura – si sottolinea che il Protocollo è finalizzato a sostenere “transitoriamente il reddito degli allevatori in una situazione di effettiva emergenza e di forte impennata dei prezzi degli input produttivi”.

“Serve ora il forte senso di responsabilità di tutte le parti interessate – prosegue Giansanti – per dare rapida attuazione all’intesa raggiunta, allo scopo di dare respiro agli allevatori. Ringraziamo il ministero delle Politiche Agricole per la riunione già convocata il 30 dicembre”.

“Per il futuro – prosegue il presidente di Confagricoltura – l’Autorità garante ha auspicato la messa a punto di strumenti di tutela del comparto agricolo e dell’intera filiera che non disincentivino la competizione sull’efficienza e non inibiscano il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori”.

“È un tema da riprendere ed approfondire in tempi brevi al Tavolo permanente del settore lattiero-caseario che, accogliendo una nostra precisa richiesta, è stato costituito con decreto a firma del ministro Patuanelli”.

Il Protocollo d’intesa – ricorda Confagricoltura – riguarda gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt, formaggi freschi e semi stagionati ottenuti per intero da prodotto italiano.

Un “premio di emergenza”, sino a tre centesimi di euro al litro di latte utilizzato per i prodotti di cui sopra sarà riconosciuto dalle strutture della grande distribuzione alle imprese di trasformazione che lo gireranno integralmente agli allevatori con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla IVA esclusa.

Un altro centesimo di euro potrà essere erogato dalle imprese di trasformazione, nel caso in cui non si raggiunga la soglia massima di 41 centesimi al litro.

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Latte, Giansanti: “Accordo importante per garantire stabilità e futuro alla filiera. Bene il premio emergenza stalle e il tavolo permanente”

“È stato raggiunto un primo importante risultato. Ringraziamo il ministro Patuanelli per essersi impegnato a raggiungere un accordo tra le parti, e tutta la filiera che ha colto la necessità di un’intesa capace di dare respiro agli allevamenti”.

 

Questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla sigla del protocollo di intesa tra le organizzazioni agricole, le cooperative, l’industria e la grande distribuzione per la salvaguardia degli allevamenti italiani.

 

Con l’accordo di filiera, valido fino al 31 marzo 2022, gli allevatori potranno raggiungere il prezzo di 41 centesimi al litro, Iva esclusa. Il “premio emergenza stalle”, introdotto dall’intesa, è di 3 centesimo/litro. Un altro eventuale centesimo sarà integrato dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si raggiunga la soglia massima di 41 centesimi.

 

“E’ il primo passo significativo nella direzione da noi auspicata – afferma Giansanti – Ora è indispensabile lavorare per valorizzare il prodotto italiano, obiettivo che vede impegnata in prima linea la parte agricola e che deve vedere coinvolti tutti gli attori”.

 

“Siamo particolarmente soddisfatti che sia stata accolta la nostra proposta di rendere strutturale il Tavolo con un apposito decreto ministeriale che renderà permanente il dialogo e il confronto, nel comune interesse di superare le criticità e individuare ogni possibile iniziativa utile a sostenere il settore”.

 

“Finalmente – conclude Giansanti – si inizia a recuperare un assetto più equilibrato della filiera, che vale oltre 16 miliardi di euro e occupa più di 100.000 persone. Non dimentichiamo che l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia nel corso del 2021 sta mettendo a dura prova il settore lattiero-caseario e non solo, e che la tenuta delle imprese ha ricadute positive in termini di reddito e coesione sociale”.

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Zootecnia siciliana in ginocchio a causa dei costi di produzione

Pubblichiamo di seguito l’articolo pubblicato su Il Giornale di Sicilia del 21 febbraio 2019 a firma di Marcello Digrandi

Cento aziende zootecniche chiuse in un anno. Un migliaio di posti di lavoro in meno. Con tutto l’indotto che ruota attorno in un’economia circolare di un milione di euro che mancano. Colpa di una crisi di mercato e degli aumenti dei costi produttivi – che vanno dal 20% fino al 200% – e interessano carburanti, concimi, antiparassitari e mangimi.

Il latte vaccino viene pagato agli allevatori ragusani 38 centesimi al litro che, in alcuni casi, può raggiungere anche i 42 centesimi inclusi le premialità relative alla qualità del latte, carica batterica, proteine nella norma, e benessere degli animali. Per produrre un litro di latte vaccino occorrono non meno di 50 centesimi al litro.

Un ricchissimo patrimonio zootecnico nella provincia più agricola della Sicilia, con 30 mila vacche da latte e 1000 aziende zootecniche. Stamane con inizio alle 10.00, giornata di mobilitazione, a Vittoria, dinanzi alla Fiera Emaia. Gli allevatori e i pastori, insieme ai serricoltori, getteranno in strada i loro prodotti. La mobilitazione è organizzata dal Tavolo Verde Sicilia, dal movimento Mda, Riscatto Agricoltura e AltraAgricoltura.

“E’ arrivato il momento di dire basta – spiega Maurizio Ciaciulli, leader di Riscatto Agricoltura – ad una filiera che penalizza solo i produttori. Chiediamo il sostegno di tutto il mondo produttivo ragusano, senza bandiere o partiti di appartenenza”. La giornata di sciopero dell’agricoltura e delle imprese proseguirà venerdì pomeriggio, dalle 17 alle 22, in Piazza del Popolo a Vittoria.

A proposito di allevatori, Confagricoltura chiede al mondo politico uno sforzo comune per migliorare la produttività e, quindi, la qualità del latte. “La Regione, insieme agli enti di ricerca – spiega Ignazio Nicastro, vice-presidente di Confagricoltura Ragusa – deve mettere su un piano per la valorizzazione del latte vaccino. In provincia di Ragusa, fortunatamente, abbiamo tutti gli strumenti per farlo, iniziando proprio dal Corfilac. Altrimenti, senza la qualità e i parametri a norma, per i piccoli allevatori non ci sarà alcun futuro“.

Il mondo allevatoriale ragusano non sembra avere le idee chiare sulle strategie da adottare per affrontare un mercato sempre più globale. “In questo momento puntiamo alla valorizzazione del territorio – spiega Gianni Campo, allevatore – al brand Ragusa e a rafforzare tutta la filiera del latte, dalla stalla fino al consumatore. Puntiamo sull’identità territoriale e sulla tracciabilità delle produzioni per offrire certezze ai consumatori e condizioni di sopravvivenza alle imprese”. Per gli allevatori ragusani il prezzo del latte incide, e di molto, sull’economia del territorio. In contrada Meusa Maiorana, all’estrema periferia della città, Mattia Occhipinti, allevatore, insieme alla famiglia punta l’indice verso il mondo allevatoriale.

“Nelle attuali condizioni di mercato è inevitabile che molte aziende zootecniche siano costrette a chiudere, con o senza incentivi. Le responsabilità sono di ognuno di noi, in questo momento non si ha il coraggio di scendere in strada e rivendicare, insieme agli amici della Sardegna, un prezzo equo pari a 50 centesimi al litro”.

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