Florovivaismo, Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Ripristinare le attività di manutenzione del verde, il comparto non può più attendere”

Nel corso della riunione della task force del settore florovivaistico del Copa-Cogeca (il Comitato delle Organizzazione agricole e delle cooperative europee) che si è svolta venerdì scorso a Bruxelles, Confagricoltura ha ribadito le richieste per sollevare uno dei comparti che maggiormente sta soffrendo le conseguenze dell’emergenza Coronavirus.

Si tratta solo dell’ultima azione di sensibilizzazione delle Istituzioni nazionali e comunitarie che Confagricoltura sta prevedendo a salvaguardia del comparto florovivaistico, al fine di prevedere adeguati indennizzi e contromisure per compensare le perdite di ricavo e di reddito subite dagli operatori.

“Le misure messe in atto a seguito dell’emergenza  Covid-19 – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – hanno provocato un crollo delle vendite dei prodotti florovivaistici ed una drastica riduzione dei fatturati delle aziende impegnate nella produzione, vendita e manutenzione del verde. L’area iblea, nella quale ricadono numerose e importanti imprese che operano nel settore, è particolarmente colpita dagli effetti economici nefasti di questa crisi”.

“Nonostante il recente chiarimento arrivato da Palazzo Chigi – aggiunge Pirrè – che consente la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti e di altri prodotti simili perché rientra nelle attività di produzione, trasporto e commercializzazione di prodotti agricoli ammesse dal Dpcm del 22 marzo 2020, il settore continua a soffrire per l’ancora difficile collocazione del prodotto”.

“Continua, inoltre, la sospensione dell’attività della cura e manutenzione del verde. Un comparto che fattura circa 1,8 miliardi annui a livello nazionale e dà lavoro a circa 40mila addetti. Ogni mese di fermo, quindi, rappresenta in media non meno di 150 milioni di euro di giro di affari; una cifra sottostimata se si considera che in questi mesi primaverili l’attività è decisamente superiore”.

“Come Confagricoltura – conclude il presidente Pirrè – abbiamo chiesto al governo di soprassedere alla sospensione di questa attività (perlomeno per quanto riguarda la cura e manutenzione di parchi, giardini, verde pubblico, impianti sportivi, anche per evitare il degrado degli investimenti verdi) e di prevedere un adeguato ristoro – a valere di risorse nazionali o comunitarie – per il mancato fatturato in questo periodo di sospensione”.

Confagricoltura ricorda che il settore florovivaistico italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari e 27mila aziende, produce un giro d’affari di circa 2,9 miliardi di euro l’anno (1,32 miliardi di euro di fiori recisi e piante in vaso e 1,55 miliardi di euro di piante ornamentali) ed impiega oltre 100mila addetti lungo tutta la filiera.

Sulla base di tali valori Confagricoltura aveva presentato già a fine marzo, a Bruxelles, le sue prime stime sui danni al comparto che, se l’emergenza dovesse proseguire, dovrebbero essere riviste in termini più preoccupanti. A queste dovrebbero poi aggiungersi quelle relative ai danni subiti dalle imprese dedite alle attività per la manutenzione del verde.

Tra le misure necessarie da mettere in campo rapidamente, Confagricoltura ha avanzato le seguenti richieste: moratorie mutui, finanziamenti e pagamenti per le aziende; cassa integrazione per i lavoratori derogando alle attuali regole; rinvio pagamento contributi previdenziali ed imposte; sostegno al reddito per gli agricoltori anche in forma associata, attraverso strumenti che valorizzino il prodotto ancorché non venduto sul mercato; sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti. Alle Istituzioni comunitarie, inoltre, si chiede di prevedere idonee misure eccezionali tipo quelle previste dal Reg. n. 1308/2013 “Ocm unica” per alleviare le perturbazioni di mercato determinatesi a seguito della diffusione del Covid-19.

Al termine del periodo di emergenza sarà necessario, infine, promuovere una campagna di sensibilizzazione della popolazione affinché tutti “si regalino un fiore” per ripartire e tornare a sperare in un futuro.

Ragusa, 6 aprile 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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“Pronto? Sono Teresa”: il ministro Bellanova chiama l’azienda florovivaistica La Mediterranea di Acate

“Pronto? Sono Teresa…”. È iniziata così la telefonata ricevuta poche ore fa dagli amministratori dell’azienda floricola ‘La Mediterranea’ di Acate, associata a Confagricoltura Ragusa, da parte del ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova.

Una telefonata per esprimere la propria vicinanza umana ed istituzionale nei confronti di un’azienda che sta subendo, come tutto il comparto florovivaistico italiano, gli effetti economici pesantissimi dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19. Ma non solo. Il ministro ha telefonato anche per complimentarsi per l’iniziativa portata avanti da “La Mediterranea” insieme all’associazione siciliana dei florivivaisti e in collaborazione con i commercianti: mettere fiori davanti ai negozi di generi alimentali e anche davanti le edicole, affinché ognuno possa prendere un mazzo e abbellire la propria casa.

L’azienda floricola siciliana ‘La Mediterranea’ si estende per circa 100 ettari e produce crisantemo programmato a ciclo continuo dà lavoro a circa 200 persone, molte delle quali straniere, perfettamente integrate con i dipendenti italiani e con il territorio in cui vivono.

Teresa Bellanova ha ritenuto opportuno complimentarsi personalmente per quella bella iniziativa di solidarietà proprio da parte di chi ha subito un colpo gravosissimo dall’emergenza in atto. E noi vogliamo ringraziarla pubblicamente, anche a nome della famiglia Gurrieri, per la sua sensibilità e per la sua vicinanza.

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Florovivaismo, il ministro Bellanova scrive al premier per chiedere provvedimenti urgenti sollecitati da Confagricoltura

Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Bene la lettera del ministro. Adesso ci aspettiamo interventi solerti e concreti da parte del governo”

“Vi scrivo per segnalarvi le difficoltà di uno dei comparti agricoli nei quali stiamo registrando il più alto livello di danni: quello del florovivaismo. Si tratta di un settore che conta oltre 24mila imprese, con oltre 2,5 miliardi di fatturato e migliaia di lavoratori”: questi alcuni passaggi della lettera inviata oggi dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, al premier Conte per chiedere interventi concreti e urgenti a sostegno del comparto florovivaistico.

“Oggi – continua il ministro nella sua missiva – è completamente fermo, come purtroppo numerose altre attività. Come Ministero interverremo con gli strumenti per agevolare il credito e con le garanzie Ismea rafforzate col decreto Cura Italia, ma non è sufficiente”.

“Mi preme sottolineare – aggiunge il ministro – che parliamo di un prodotto deperibile, già programmato e che avrebbe un costo di smaltimento imputato a carico delle aziende e dei consorzi che già oggi sono in difficoltà. Per questo vi chiedo di attivare insieme un’azione straordinaria con un intervento risarcitorio per imprese che segnalano già una perdita di reddito che va oltre i 250 milioni di euro”.

“Allo stesso modo – conclude la Terranova – credo vada approfondita la possibilità di consentire la vendita dei prodotti florovivaistici all’interno dei garden center o ipermercati in condizioni di sicurezza per le persone che vi lavorano e per i cittadini. È una possibilità che vi chiedo di tenere in considerazione nelle decisioni che verranno prese in queste ore”.

Soddisfazione esprime il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè: “Bene la lettera del ministro che ha ascoltato le sollecitazioni che sono arrivate dalla nostra Organizzazione, anche dall’Unione Provinciale di Ragusa. Come ho avuto modo di denunciare pubblicamente in queste ore il comparto è in ginocchio con numeri che raccontano un disastro.

“Adesso – conclude il presidente Pirrè – ci aspettiamo interventi puntuali e solerti da parte del governo nazionale”.

 

Ragusa, 20 marzo 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Settore florovivaistico in ginocchio, Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Collasso totale, occorrono interventi urgenti”

Fiori e le piante non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i produttori, che hanno già investito per mettere a disposizione del mercato un prodotto di prima qualità

“Mercato florovivaistico fermo, totale azzeramento degli eventi, chiusura dei mercati ambulanti rionali, numerose disdette provenienti dal mercato estero, legate alla disinformazione e a fenomeni di opportunismo e concorrenza sleale: questa la condizione del mercato florovivaistico nel Ragusano, come nel resto d’Italia. Abbiamo fatto appena il punto con i soci che operano nel settore che ci riferiscono di un crollo totale del mercato, con numeri che si avvicinano al 100%. Occorrono interventi straordinari e urgenti da parte del governo per sostenere l’intero comparto florovivaistico”: così il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè.

Confagricoltura Ragusa saluta positivamente la lettera inviata nelle ore scorse al ministro Teresa Bellanova per chiedere interventi immediati da parte del coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Perdere la stagione primaverile significherebbe dire addio al 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare addirittura al 100% per i produttori che si dedicano a produzioni esclusivamente primaverili.

Il florovivaismo italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale.

È chiaro che i fiori e le piante in questo momento non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i produttori, che hanno già investito per produrre e mettere a disposizione del mercato un prodotto di prima qualità.

“È fondamentale lavorare, come giustamente richiesto da Agrinsieme – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – per consentire che il comparto possa beneficiare di moratorie su mutui, finanziamenti e pagamenti per le aziende, cassa integrazione per i lavoratori in deroga alle attuali regole, rinvio del pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte, sostegno al reddito per i soci produttori delle cooperative; è inoltre fondamentale garantire lo sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria di PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti e, al termine del periodo di emergenza, portare avanti un’ampia campagna di sensibilizzazione della popolazione”.

 

Ragusa, 14 marzo 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Manovra, Confagricoltura: importante dare continuità al bonus verde

“E’ importante che il bonus verde venga confermato anche per gli anni 2020-2021 nell’ambito dei provvedimenti connessi alla manovra economica. Si deve dare continuità a uno strumento – già operativo nel 2018 e nel 2019 – che ha permesso di far crescere il verde privato, in giardini, terrazzi e balconi, con un positivo effetto a favore delle imprese vivaistiche e della manutenzione del verde, ma anche dell’ecosistema e del contrasto dei cambiamenti climatici”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in relazione al decreto fiscale che, nell’ultima versione, sembra aver escluso la misura.

“Al contrario, più che eliminare il bonus verde, andrebbe rafforzato – ha proseguito Giansanti – aumentando il massimale di spesa ammissibile e la percentuale di detrazione, come già richiesto dalla mia Organizzazione. Il verde privato è fondamentale anche nell’ottica della mitigazione del clima e del miglioramento della qualità dell’aria”.

“Il ministro Bellanova, solo pochi giorni fa – ha osservato il presidente di Confagricoltura – ha promesso il mantenimento di questa misura fiscale che fa bene ad un settore, come quello florovivaistico, che produce 2,7 miliardi di fatturato e dà occupazione a 180 mila persone. Un settore moderno, innovativo, che punta alla sostenibilità ed alla qualità della vita, che fa bene all’ambiente. Ci auguriamo che quella promessa venga mantenuta”.

“Si parla tanto – ha proseguito il presidente della Federazione nazionale del Florovivaismo di Confagricoltura Francesco Mati – di ambiente, della necessità di impiantare 60 milioni di alberi, di aumentare il verde per mitigare i cambiamenti climatici, per diminuire la CO2 e poi, alla prova dei fatti, un provvedimento fiscale che va in questa direzione, che sta portando risultati importanti, rischia di essere dismesso. Sarebbe contraddittorio e lesivo degli stessi interessi della collettività. Siamo fiduciosi che in Parlamento si riesca a trovare una soluzione positiva”.

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Florovivaismo, Mati (Confagricoltura): “In Italia è necessario investire sul verde pubblico”

L’esperienza e la competenza dei florovivaisti dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli per gestire parchi e giardini

“All’estero c’è un’attenzione particolare per il verde pubblico e vengono apprezzati specialmente fiori e piante ‘made in Italy’. Lo dimostrano i risultati conseguiti dal distretto vivaistico di Pistoia che mostrano una forte ripresa dell’export florovivaistico. Gli imprenditori di Confagricoltura rappresentano le eccellenze del comparto, hanno contatti costanti con architetti del verde, Università e centri di ricerca e mettono a disposizione competenza, esperienza e know how”. Lo dice Francesco Mati, presidente della Federazione che riunisce i florovivaisti di Confagricoltura.

Il settore vale oltre 2,5 miliardi, occupa più di 100.000 addetti in 27.000 aziende.

“Il florovivaismo – puntualizza Mati – va rilanciato sul fronte interno, offrendo al Paese la grande cultura del verde dei produttori. Gli investimenti pubblici vengono accantonati, ma è un errore. Per questo appoggiamo la proposta di legge ‘disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione del settore florovivaistico’, ora in prima lettura in Commissione, che istituisce un tavolo tecnico, un osservatorio per il settore ed un ufficio dedicato al Mipaaft. E’ essenziale che le Istituzioni nazionali e locali si rendano conto dell’importanza di avvalersi delle giuste competenze sulle complesse tematiche da affrontare quando si parla di verde pubblico e della sua gestione”.

“Siamo pronti – mette in evidenza il presidente della FNP florovivaistica di Confagricoltura – a valorizzare le aree urbane e periurbane delle nostre città con la progettazione e la realizzazione di spazi verdi, aumentando la loro ‘qualità’ e combattendo un’inutile quantità che, spesso, non offre risultati”.

“Troppa burocrazia e poca lungimiranza finora hanno frenato l’azione degli operatori per parchi e giardini pubblici – conclude Mati -. C’è la necessità che sindaci, enti pubblici e comunità investano, favorendo e sviluppando un’adeguata progettazione del verde, tenendo conto delle effettive esigenze della popolazione, che chiede spazi belli, curati, utili e realmente fruibili. Questi investimenti hanno indubbi ritorni per la collettività”.

 

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Florovivaismo, Confagricoltura: “Confermare il bonus verde anche per il 2019”

Confagricoltura: “Il bonus verde va confermato anche per il 2019. Apprezzabili le dichiarazioni del ministro Centinaio sui benefici per ambiente e salute”

“Il bonus verde con le detrazioni fiscali per la sistemazione a verde di giardini, terrazze e balconi va riconfermato anche nella legge di Bilancio 2019”. Lo chiede Confagricoltura in una nota.

“Con il bonus verde si è sfatato il pregiudizio che le opere a verde privato debbano essere considerate una spesa ‘estetica’ e non un beneficio per l’ambiente, per la salute dei cittadini e per il loro portafoglio – sottolinea Francesco Mati, presidente nazionale della Federazione Florovivaismo di Confagricoltura -. Ha ragione il ministro per le Politiche agricole Centinaio quando afferma che il bonus verde è importante per l’ambiente, l’economia e la salute. La sua applicazione non solo ha generato un aumento dell’interesse per i giardini, ma ha favorito anche giardinieri e aziende che operano alla luce del sole”.

Attualmente con il bonus – ricorda Confagricoltura – è prevista un’apposita detrazione ai fini IRPEF nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. La detrazione  spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni (bonifici ‘parlanti’, ecc.).

“Auspichiamo – conclude Francesco Mati – che, con la prossima Finanziaria, sia possibile proseguire con il bonus verde e magari, come accaduto per il settore edile, incrementarne la percentuale a detrazione o l’imponibile”.

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Rinnovato il CCNL per operai agricoli e florovivaisti: più flessibilità e nuove regole per la rappresentanza

Nella tarda serata di ieri 19 giugno 2018 è stato siglato, presso Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, l’accordo di rinnovo del CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti per il quadriennio 2018-2021, scaduto il 31 dicembre 2017.

Ne da l’annuncio Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, sottolineando “il senso  di responsabilità che ha qualificato l’intera trattativa da parte della nostra Organizzazione, nonostante le difficoltà che, a livello generale, stanno caratterizzando l’attuale fase economica”.

L’intesa è arrivata al termine di un negoziato serrato, durato oltre sei mesi, e nel corso del quale non sono mancati momenti di tensione e di aspra conflittualità, sfociati anche nello stato di agitazione da parte dei sindacati e nella proclamazione di uno sciopero (15 giugno 2018), poi rientrato.

Soddisfazione è stata dunque espressa dal presidente dell’Organizzazione dei datori di lavoro agricolo “per la chiusura di un importante contratto che interessa oltre 200.000 imprese e più di 1 milione di lavoratori”.

“Le imprese hanno fatto la loro parte – continua Giansanti – nonostante la perdurante congiuntura economica negativa, le incertezze sulla futura politica agricola comune, il quadro ancora in divenire delle politiche economiche del nuovo Governo”.

L’aumento retributivo previsto è del 2,9 per cento ed è ripartito in due tranche. Si tratta di un aumento sostanzialmente in linea con gli indicatori di riferimento, che cerca di mediare l’esigenza di salvaguardare il potere di acquisto dei lavoratori con quella di prevedere un costo del lavoro sostenibile per l’impresa.

Tra le novità più significative si segnala l’ampliamento della sfera di applicazione del CCNL – che è stato esteso anche alle imprese che esercitano attività di frangitura delle olive in via esclusiva (frantoi) e alle imprese di coltivazione idroponiche – e l’introduzione di una maggiore flessibilità nella distribuzione dell’orario settimanale di lavoro, anche attraverso un sensibile ampliamento delle causali che possono determinare l’interruzione dell’attività lavorativa.

L’accordo – che rappresenta un’ulteriore dimostrazione delle buone relazioni sindacali che caratterizzano il settore agricolo – si qualifica anche per una specifica intesa sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali legittimate a sottoscrivere la contrattazione collettiva per gli operai agricoli e florovivaisti, anche al fine di limitare il rischio di contratti “pirata” sottoscritti da soggetti privi di reale rappresentatività.

“I contenuti del rinnovo del CCNL per gli operai agricoli, avvenuto la scorsa notte nella sede di Confagricoltura, dimostra, ancora una volta, la grande attenzione delle parti sociali agricoli su temi di importanza strategica”, dichiara a caldo dopo la firma Sandro Gambuzza, membro della Giunta Nazionale di Confagricoltura con delega alle politiche del lavoro.

“Nel nuovo CCNL – aggiunge Gambuzza – c’è l’allargamento della base di applicazione del contratto, semplificazione amministrativa e nelle procedure d’appalto, riconoscimento delle specificità di alcuni comparti come l’acquacoltura, orario di lavoro e organizzazione aziendale più flessibile, maggiore sostenibilità economica, più welfare, difesa del potere di acquisto tutela della salute”.

“Un grazie grande al Presidente Giansanti per la fiducia ed all’insostituibile Direttore Roberto Caponi col Suo staff”, conclude Sandro Gambuzza.

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Bioeconomia circolare, biodiversità e lotta al consumo del suolo: rilanciare la coltivazione della canapa

Confagricoltura, rilanciare la coltivazione industruale della cannabis sativa: funzionale alla lotta al consumo di suolo ed alla perdita di biodiversità, si coniuga completamente con  i nuovi concetti di bioeconomia circolare

Confagricoltura, insieme alle altre organizzazioni della filiera, ha presentato – alla “Indica Sativa Trade”, fiera internazionale della canapa, che si tiene a Bologna – il progetto per lo sviluppo della coltivazione della canapa industriale (cannabis sativa),  coltura che ha anche un alto valore ambientale; è funzionale alla lotta al consumo di suolo ed alla perdita di biodiversità e si coniuga completamente con  i nuovi concetti di bioeconomia circolare. In tale ambito si è proposta l’adozione, su base volontaria, di un disciplinare di produzione dedicato all’infiorescenza di canapa coltivata in Italia, al fine di creare una filiera tracciabile e di qualità.

Siamo in una fase delicata per la ripresa di un settore che contava 110 mila ettari a metà del ventesimo secolo e che oggi ne conta appena 5 mila e comunque in forte aumento rispetto lo scorso anno – ha detto Confagricoltura. Per questo, abbiamo sollecitato l’adozione di un quadro regolamentare della coltivazione della canapa poi consolidato dalla legge 242/16 (disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa)“.

La legge 242/16  – ha rilevato  Confagricoltura – introduce la libera coltivazione delle varietà di canapa industriale (cannabis sativa), indicate nel ‘Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole’ e caratterizzate da THC inferiore allo 0.2%, escluse dal campo di applicazione delle disposizioni sulle sostanze stupefacenti. Ed apre alla possibilità a diversi prodotti: alimenti (ad alto valore nutraceutico), cosmetici, fibre per il tessile e per la bioedlizia, materiali per la fitodepurazione e per la bioingegneria ed anche prodotti destinati al florovivaismo.

Con l’emanazione della legge si sono sviluppati anche nuovi prodotti della canapa, derivanti dalle infiorescenze, che si affiancano a quelli tradizionali della fibra e dei semi.

L’auspicio – ha concluso Confagricoltura – è che la normativa recepisca al più presto le nuove opportunità di produzione e mercato che si stanno sviluppando. Nel frattempo con la redazione del disciplinare si intende supportare le nostre imprese nel cogliere nella loro interezza le opportunità che derivano dalla coltivazione della canapa industriale“.

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Arriva il Bonus Verde: una boccata d’ossigeno per il comparto florovivaistico

Il bonus verde per terrazze, giardini e balconi sta per diventare realtà: è stato infatti inserito nella legge di bilancio 2018 in via di approvazione e riguarderà ville, villini palazzi di pregio e condomini. Si tratta del risultato di un lavoro di squadra a cui Confagricoltura ha partecipato con grande impegno, come evidenzia Francesco Mati, riconfermato presidente nazionale della Federazione florovivaismo di Confagricoltura il 27 novembre scorso.

Sarà possibile detrarre il 36% sulle spese per il verde, fino a un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare divisi in dieci anni.

In realtà non è una conquista di poco conto – precisa Mati – se si considera che la detrazione si potrà applicare anche alle unità abitative di un condominio e quindi rientrare nelle spese condominiali”.

In questo periodo si registra anche un sensibile aumento delle esportazioni di prodotti florovivaistici, un segnale positivo di ripartenza del mercato a livello internazionale. L’Italia sta cercando di recuperare spazi dopo anni di crisi anche se la domanda interna resta ancora debole.

Rimane ancora da sfatare – aggiunge il presidente Mati – il pregiudizio che le opere a verde pubblico o privato debbano essere considerate un costo e non un beneficio anche per l’ambiente e la salute dei cittadini come dimostrano autorevoli studi scientifici sul valore del verde come risorsa contro l’inquinamento”.

Su un altro versante, quello della circolazione delle merci, il presidente della Federazione nazionale di prodotto esprime invece preoccupazione per i mancati o inadeguati controlli fitosanitari sui prodotti florovivaistici in arrivo dai Paesi extra-Ue.

Il problema della diffusione delle fitopatie deve essere affrontato a livello di Unione Europea – spiega – perché dall’emergenza xylella sono derivati problemi non solo nella produzione di olivi nei vivai pugliesi ma anche echi mediatici negativi per il comparto florovivaistico italiano sul mercato internazionale. Il problema delle fitopatologie deve essere risolto a Bruxelles. In Italia può arrivare materiale florovivaistico in 56 porti diversi mentre negli Stati Uniti il materiale d’importazione passa attraverso un unico porto e prima di ottenere il via libera viene sottoposto a ispezioni accurate”.

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