Vinitaly, l’intervista del presidente Giansanti sul Corriere della Sera

“La presenza della premier e di molti ministri al Vinitaly è un segnale che ribadisce l’importanza del settore vino, che è cultura e sviluppo economico, con un export di quasi 8 miliardi di euro. Ed è importante che il governo sia a fianco dei produttori”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere delle Sera.

“A Verona le aziende incontreranno i loro clienti promuovendo i territori, con una visione di business che, oltre agli incontri di affari, racconterà il grande valore che il vino rappresenta in termini di tradizione e storie d’impresa” ha sottolineato Giansanti.

Il presidente di Confagricoltura ha poi parlato di alcune criticità del comparto legate ad esempio alla proposta europea sugli imballaggi, ricordando come la Confederazione, insieme a Federvini, chieda che il vino sia escluso dal regolamento. Altra difficoltà è la diffusione della Flavescenza dorata che “rischia di compromettere il ‘Vigneto d’Italia’ se non troviamo le giuste cure anche attraverso il genoma editing”. 

Anche l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno un impatto significativo sul mercato interno: alcuni vini sono stati interessati dalla flessione dei consumi dovuta all’aumento, appunto, del carrello della spesa.

Quanto alla sostenibilità, ha evidenziato Giansanti, il settore ha raggiunto “risultati sorprendenti: i concimi minerali sono stati ridotti del 50% negli ultimi 20 anni, i fitosanitari fino al 60%, sono state ridotte le emissioni del 25% e la produzione dei gas serra del 17%. Molte aziende mettono in campo grandi azioni per la transizione green, come la produzione di energia pulita e il riuso delle acque”.

Un comparto, quello del vino, che deve inoltre fronteggiare, lo ha ricordato Giansanti, attacchi di chi in Europa vuole imporre per questo prodotto “etichette come quelle sui pacchetti di sigarette”. Confagricoltura ha sempre promosso il consumo consapevole e responsabile. 

Il Vinitaly, ha concluso Giansanti, in occasione del quale anche i giovani racconteranno le loro storie, sarà un’ulteriore occasione per mettere a punto con il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, le linee per aggredire i mercati esteri e promuovere nel mondo il vino italiano.

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Etichetta vino, Confagricoltura: il caso Irlanda pericoloso precedente

“Siamo particolarmente preoccupati per la deriva proibizionistica che il settore vitivinicolo europeo sta affrontando. La Commissione non ha ascoltato le riserve che l’Italia, con altri numerosi Stati membri, ha manifestato per opporsi alle misure introdotte dalla normativa irlandese creando un grave precedente e un potenziale ostacolo al commercio interno”.

Questo il primo commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla notizia della non opposizione odierna allo schema di regolamento irlandese inerente l’etichettatura delle bevande alcoliche che era stata notificato dall’Irlanda alla Commissione lo scorso mese di giugno.

Il progetto di regolamento – evidenzia Confagricoltura – introduce l’obbligo di riportare messaggi sanitari relativi al cancro, alle malattie del fegato, alle donne in gravidanza nell’etichettatura e presentazione di tutte le bevande alcoliche, vini inclusi, immesse nel mercato domestico.

Il Governo italiano è stato il primo a trasmettere un parere circostanziato alla Commissione europea per manifestare la propria contrarietà a questa misura, che costituisce un pericoloso precedente per altre iniziative simili che potrebbero eventualmente essere presentate da altri Paesi.

“Occorre contrapporre a queste decisioni l’evidenza che è solo l’abuso di alcol, e non il consumo moderato, a poter determinare effetti nocivi sulla salute – conclude Giansanti – Soltanto con strumenti di prevenzione ed educazione al consumo consapevole è possibile evitare i fenomeni dell’alcolismo”.

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Fondi promozione UE, Confagricoltura: Italia decisiva nell’evitare penalizzazione per vino, carni rosse e derivati in una fase delicata per l’agroalimentare

Confagricoltura rimarca l’ottimo esordio del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, su un tema delicato per il settore agroalimentare italiano, quello dei fondi per la promozione commerciale. Senza la posizione assunta oggi dall’Italia – evidenzia la Confederazione – vini, carni rosse e derivati avrebbero rischiato un drastico taglio dei finanziamenti destinati principalmente alla promozione sui mercati esteri.

“E’ un esordio che lascia ben sperare sulle prossime sfide – aggiunge il presidente Massimiliano Giansanti – perché la proposta presentata dalla Commissione UE rientra nell’ambito di una strategia complessiva che metterebbe a rischio l’insieme del sistema agroalimentare”.

“Peraltro – continua il presidente di Confagricoltura – i fondi per la promozione risultano ancora più significativi in questa fase in cui, a seguito del caro energia e dell’aumento dell’inflazione, è in atto un preoccupante calo dei consumi”.

A riguardo, Confagricoltura ricorda che nel primo semestre di quest’anno le vendite totali di vino nella grande distribuzione sono diminuite di oltre il 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2021 e che nei primi tre mercati esteri l’export del comparto è sceso di oltre 10 punti in percentuale.

La tendenza al calo delle esportazioni è certificata anche dagli ultimi dati della Commissione UE sul commercio estero relativo all’agroalimentare: a luglio, le esportazioni degli Stati membri sono cresciute soltanto del 2% in valore su base annuale, il che vuol dire una contrazione in termini di quantità che fa riflettere in un contesto economico di annunciata recessione.

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Agroalimentare, Confagricoltura: annus horribilis per il comparto. Insostenibile scatto dei prezzi per energia, carburante e fertilizzanti

Il Copa prende posizione 

In vista del vertice dei capi di Stato e di Governo che si terrà a Bruxelles i prossimi 20 e 21 ottobre, il mondo agricolo, rappresentato all’interno del Copa ha assunto una decisione comune con l’obiettivo di fare partire con urgenza misure efficaci di contenimento dei prezzi energetici.

“Oggi abbiamo messo a punto un documento di proposte concrete per la Commissione europea in vista dell’inizio dell’inverno, sui piani di razionamento del gas ed alla riduzione della domanda di elettricità. Gli agricoltori, in Italia come in Europa, sono in forte difficoltà anche per gli aumenti dei costi dei fattori di produzione e per i cambiamenti climatici, che hanno compromesso molte produzioni agricole in UE. Se non si interviene subito e in modo efficace, ciò che abbiamo dato per scontato, come il facile accesso al cibo, potrebbe essere compromesso”. Lo ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa, in occasione del Praesidium dell’Organizzazione che riunisce gli agricoltori europei.

“Il solo prezzo dell’energia elettrica, in Italia, da gennaio 2021 a settembre 2022 è lievitato del 691%, quello del gasolio agricolo del 94%. Nello stesso periodo per i fertilizzanti l’aumento dei costi è stato del 189,1% per l’urea e del 257,1% per il nitrato ammonico, senza calcolare gli altri fattori di produzione. E in Europa non va meglio. Se consideriamo anche l’inflazione e l’impatto dei cambiamenti climatici – ha proseguito Giansanti anticipando i contenuti del documento di concrete proposte per la Commissione e le Istituzioni – occorre a livello nazionale ed europeo supportare con urgenza gli agricoltori e il settore agroalimentare. Servono risorse finanziare specifiche europee per contenere l’impennata dei costi energetici, dei fertilizzanti e sostenere la liquidità delle imprese”.

Gli agricoltori europei vogliono produrre di più e in modo sostenibile, ma hanno necessità che, in circostanze di emergenza come l’attuale, si compiano sforzi straordinari dando risposte comuni ai cittadini, facendo funzionare il mercato unico e mettendo l’agroalimentare in grado di assicurare le forniture di cibo. “A proposito dell’introduzione di un prezzo massimo europeo sul gas – ha concluso il presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa – contiamo che le proposte urgenti ed efficaci della Commissione non interferiscano con le forniture energetiche e con l’approvvigionamento, dando effettiva priorità al settore agroalimentare”.

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Energia, l’appello di Confagricoltura: ulteriori rincari insostenibili per le imprese

Giansanti: sì a una risposta europea per ridurre i costi a famiglie e aziende

 

“Le imprese agricole non sono assolutamente in grado di assorbire ulteriori aumenti dei costi energetici” – dichiara la Giunta esecutiva di Confagricoltura che si è riunita oggi, a Mantova, in occasione dell’apertura del Food&Science Festival.

“Senza il blocco del prezzo del gas a livello europeo e il varo di nuove misure a supporto della liquidità c’è il rischio imminente che un elevato numero di imprenditori del nostro settore sia costretto a sospendere o a ridurre l’attività produttiva. Di conseguenza, calerebbero le forniture ai mercati e alle industrie di trasformazione, a vantaggio delle importazioni da Paesi in cui i costi energetici sono inferiori”.

Secondo i dati diffusi da ISMEA, i costi di produzione dell’agricoltura, nei soli primi tre mesi di quest’anno, sono aumentati di oltre il 18% sullo stesso periodo del 2021.

La Giunta di Confagricoltura ha anche esaminato le decisioni, annunciate ieri dal governo tedesco, che prevedono la fissazione di un tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e uno stanziamento pubblico di 200 miliardi di euro a sostegno di famiglie e aziende.

“Le decisioni unilaterali degli Stati membri determinano una vera e propria distorsione di concorrenza tra le imprese. Il regolare funzionamento del mercato unico non può dipendere dalla capacità di spesa dei bilanci statali” – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Il sostegno alle imprese deve essere attuato a livello europeo, riproponendo le misure comuni già attuate durante la pandemia a tutela dell’occupazione (con il programma SURE), oppure, autorizzando gli Stati membri a utilizzare per la riduzione dei costi energetici una parte dei fondi già assegnati dall’Ue per altre finalità, ma non ancora impegnati”.

Nonostante l’intensità della crisi in atto – fa notare la Giunta confederale – l’Unione europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. Non solo: dal prossimo anno subiranno una progressiva riduzione del 15% in termini reali.

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Seminativi, Confagricoltura: “Con le deleghe della UE più flessibilità agli agricoltori per l’aumento dei raccolti”

“Un provvedimento di assoluto rilievo che abbiamo sollecitato e sostenuto anche per scongiurare il rischio di una crisi alimentare globale. In alcuni paesi la carenza di cibo è già in atto”.

Lo dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito delle deroghe, annunciate oggi dalla Commissione europea, che riguardano la produzione di cereali e semi oleosi nell’Unione.

Per effetto delle misure annunciate dalla Commissione, potranno essere coltivati i terreni destinati a finalità non produttive. Non scatterà, inoltre, la rotazione annuale obbligatoria dei seminativi prevista dalla nuova politica agricola comune (PAC) che entrerà in vigore all’inizio del 2023.

“La deroga sulla rotazione delle colture era particolarmente attesa dagli agricoltori – evidenzia Giansanti – perché semplificherà le scelte d’impresa in una fase complessa segnata da un incremento senza precedenti dei costi di produzione: dall’energia ai fertilizzanti”.

Le deroghe proposte dalla Commissione consentiranno di mettere a coltura almeno tre milioni di ettari aggiuntivi negli Stati membri, di cui circa 200 mila in Italia.

Confagricoltura evidenzia che, a causa della siccità, la produzione di cereali nella UE ha subito un sensibile calo. Secondo gli ultimi dati resi noti dalla Commissione, i raccolti sono stimati quest’anno a 289 milioni di tonnellate, con una riduzione del 2,5% sulla precedente campagna. Per il grano duro, in particolare, la diminuzione sale al 7,4 %, circa 580 mila tonnellate in termini di quantità.

In Italia, per la siccità la perdita dei raccolti di cereali ha raggiunto in alcune aree punte del 30% rispetto ai livelli dello scorso anno, con il risultato di far salire la dipendenza dalle importazioni per la copertura del fabbisogno interno.

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Ucraina, Giansanti (Confagricoltura): “Accelerare lo sblocco del grano fermo nei porti. Le alternative via terra troppo lunghe”

“Solo la ripresa delle esportazioni dell’Ucraina via mare può scongiurare il rischio di una crisi alimentare su vasta scala. Le alternative basate sull’utilizzo di ferrovie e rotte stradali hanno tempi di consegna troppo lunghi”.

Questa la presa di posizione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulle iniziative in corso per sbloccare il grano, circa 22 milioni di tonnellate, stoccato nei porti ucraini. Nella media degli anni passati – rileva Confagricoltura – l’Ucraina esportava in questo periodo 5 milioni di tonnellate di grano al mese. Ora, nonostante l’apertura di ‘corridoi di solidarietà’ da parte degli Stati membri della UE, non si va oltre un milione.

“Non resta molto tempo a disposizione per trovare un accordo – evidenzia Giansanti –perché con l’aumento delle temperature il grano stoccato rischia di marcire. Occorre, inoltre, liberare i silos per i nuovi raccolti”. A proposito dei nuovi raccolti, le notizie che arrivano da Kiev non sono incoraggianti. Secondo le ultime stime diffuse dall’Associazione interprofessionale cerealicola, a cui aderiscono gli agricoltori e gli esportatori di settore, nella campagna di commercializzazione 2022-2023 la produzione di grano dovrebbe attestarsi a 19 milioni di tonnellate, il 40% in meno sulla precedente annata che ha fatto registrare quantitativi da record. Le esportazioni sono valutate attorno ai dieci milioni di tonnellate, con un taglio del 50%. Anche per i raccolti di mais è prevista una diminuzione nell’ordine del 30%.

“Spetta ai principali Paesi produttori ed esportatori di cereali colmare il vuoto provocato dalla riduzione delle esportazioni di cereali dell’Ucraina – puntualizza il presidente di Confagricoltura – per evitare ulteriori e gravi squilibri di mercato a livello internazionale e fermare la corsa verso l’alto dei prezzi spinta anche dalla speculazione finanziaria”. In un anno – secondo l’indice della FAO – i prezzi dei cereali sono saliti del 56%.

“In ambito europeo, una maggioranza di Stati membri – aggiunge Giansanti – ha chiesto alla Commissione europea di utilizzare tutto il potenziale produttivo, rinviando eccezionalmente l’entrata in vigore delle nuove regole sulla rotazione delle colture e consentendo la semina dei terreni destinati al riposo produttivo”.

“Gli Stati Uniti hanno già deciso di incentivare gli agricoltori per aumentare la produzione. La Commissione UE è in ritardo e deve agire con la massima sollecitudine” – conclude il presidente di Confagricoltura.

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Ucraina, Confagricoltura: cereali e semi oleosi strategici quanto gas e petrolio

Giansanti: “Sfruttare tutto il potenziale per un rapido aumento della produzione in Ue”

“Vanno poste le condizioni per spingere al massimo i raccolti di cereali e semi oleosi nell’Unione europea, modificando le regole vigenti. L’aumento della produzione è indispensabile per compensare il blocco delle importazioni dall’Ucraina e dalla Federazione Russa. E tutto il settore agroalimentare va incluso tra quelli destinatari dei provvedimenti allo studio per il ‘caro energia’.

Queste le richieste avanzate dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista delle misure annunciate dalla Commissione UE per limitare l’impatto economico determinato dalla crisi in Ucraina.

“I segnali che arrivano dai mercati – afferma Giansanti – sono chiarissimi. La metà del mais importato dalla UE arriva dall’Ucraina che lo scorso anno, di questi tempi, ne esportava circa 3,5 milioni di tonnellate al mese. Ora i movimenti sono bloccati. Cereali e semi oleosi sono diventati quindi un asset strategico, come il gas ed il petrolio, ma con una sostanziale differenza. Nell’Unione abbiamo il potenziale per aumentare rapidamente la produzione agricola”.

“Alle mancate importazioni da Ucraina e Federazione Russa – prosegue il presidente di Confagricoltura – dobbiamo aggiungere la drastica contrazione dei raccolti in Ucraina. E la Cina ha autorizzato di recente la ripresa delle importazioni di grano dalla Federazione Russa, bloccate da tempo per ragioni fitosanitarie”.

“Per i cereali possiamo soddisfare l’aumento del fabbisogno negli Stati membri. Ma la UE e gli Stati Uniti saranno chiamati anche a rispondere alla richiesta dei Paesi Terzi, più dipendenti dalle importazioni da Ucraina e Federazione Russa. La situazione – evidenzia Giansanti – è particolarmente delicata nell’area del Mediterraneo dove, dai dati disponibili, risulta che le scorte utilizzabili coprono il fabbisogno solo fino alla prossima estate”.

Nel caso della Tunisia, ad esempio, per Confagricoltura, gli acquisti di grano ucraino e russo incidono tradizionalmente per quasi il 60% sul totale delle importazioni di settore. Nel 2021 il grano raccolto in Ucraina ha coperto il 30% dell’import totale dell’Egitto.

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La filiera vitivinicola italiana unita contro il il Prošek a tutela della politica di qualità europea

La lettera inviata al Commissario UE all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al Commissario Gentiloni e agli eurodeputati italiani della Comagri

 

“Il riconoscimento della Menzione Tradizionale «Prošek» porterebbe ad un generale indebolimento del sistema di protezione delle DOP e IGP dell’UE, che dovrebbe invece godere di un più ampio ambito di protezione: il luogo geografico non sarebbe più l’elemento prioritario da tutelare e il sistema di protezione sarebbe esposto ad un potenziale pericolo per le similari istanze di riconoscimento che potrebbero essere inoltrate da parte di Paesi terzi”.

È quanto si legge nella lettera inviata oggi dalle principali organizzazioni della filiera vitivinicola italiana – Alleanza delle Cooperative Italiane- agroalimentare, Assoenologi, Confagricoltura, CIA – Confederazione Italiana Agricoltori, Copagri, Federvini, Unione Italiana Vini – al Commissario UE all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, al Commissario all’Economia Paolo Gentiloni e agli eurodeputati italiani della Comagri per sottolineare con forza la contrarietà ad una possibile registrazione del termine «Prošek» come Menzione Tradizionale.

La lettera è stata inviata il giorno della scadenza del termine per presentare la dichiarazione di opposizione alla richiesta croata di registrazione, una richiesta che, si legge nella missiva, se non verrà rigettata “metterà a repentaglio sia la dimensione interna che quella esterna del regime UE DOP e IGP. Essa indebolirà la capacità dell’UE di promuovere e difendere i segni di qualità europei nei confronti dei principali partner commerciali. Sulla dimensione interna aprirà conflitti inutili e fastidiosi tra gli Stati membri”.

L’Alleanza delle Cooperative Italiane- agroalimentare, Assoenologi, Confagricoltura, CIA – Confederazione italiana agricoltori, Copagri, Federvini, Unione Italiana Vini sono uniti in questa battaglia, nella ferma convinzione che “riconoscere una menzione tradizionale omonima metterebbe a rischio il patrimonio di valore sviluppato dalle imprese italiane ed europee”.

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Fertilizzanti, Confagricoltura: serve iniziativa europea per evitare ulteriore aumento dei prezzi e il crollo delle produzioni agricole

“La carenza di fertilizzanti avrebbe un impatto devastante sulla quantità e sulla qualità delle produzioni agricole a livello mondiale. Serve un’iniziativa in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – per far fronte a una situazione che non sarà di breve durata, a causa dello straordinario aumento del prezzo del gas”.

Negli ultimi giorni – segnala Confagricoltura – si sono registrati ripetuti annunci di tagli dell’attività da parte delle principali imprese produttrici di fertilizzanti. Alla chiusura di alcuni stabilimenti nel Regno Unito, si è aggiunto l’annuncio del taglio del 40% della produzione in Europa da parte di uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca – da cui si ricavano i fertilizzanti – e primo operatore italiano del settore. In Italia, il mercato dei fertilizzanti vale circa un miliardo di euro.

“Il settore agricolo è già sottoposto a una crescita record dei costi di produzione che non vengono generalmente trasferiti sui prezzi di cessione dei prodotti” – sottolinea Giansanti.

“L’ulteriore aumento dei prezzi dei fertilizzanti, o addirittura una prolungata carenza, porterebbe fuori controllo la situazione sotto il profilo economico e produttivo, con possibili ripercussioni sociali nei Paesi meno avanzati, dove la spesa per l’alimentazione ha un’incidenza elevata sul costo della vita”.

“A livello mondiale, ci sono segnali di vero e proprio accaparramento. In questa situazione di emergenza – puntualizza il presidente di Confagricoltura – andrebbe anche valutata l’ipotesi di procedere con acquisti centralizzati di fertilizzanti da parte dell’Unione europea”.

“In Italia l’uso di prodotti chimici è in costante calo da anni – conclude Giansanti – ed è in atto un processo condiviso tra agricoltura e industrie di settore per una accresciuta tutela delle risorse naturali, grazie alla ricerca, alle innovazioni e agli investimenti”.

“Occorre, però, essere consapevoli che i fertilizzanti continuano ad essere fondamentali per ottenere quantità e rese adeguate. E livelli qualitativi in linea con le esigenze del mercato”.

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