Glifosato, Confagricoltura: il mancato rinnovo avrebbe avuto pesanti conseguenze sui livelli produttivi

In Italia è utilizzato solo nelle fasi di pre-semina, garantendo massimi livelli di sicurezza

“Una decisione positiva per le imprese agricole e fondata su solide basi scientifiche. Il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe avuto rilevanti conseguenze sui livelli di produzione”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato l’annuncio odierno della Commissione europea che procederà al rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato per un periodo di dieci anni con nuove condizioni e restrizioni, in assenza di parere da parte degli Stati membri. Anche in seno al comitato di appello, infatti, non è stata raggiunta la maggioranza necessaria per approvare o respingere la proposta di rinnovo presentata dalla Commissione.

La proposta – evidenzia Confagricoltura – ha fatto seguito alle conclusioni a cui è giunta l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dopo un processo di valutazione che è iniziato nel 2019. Secondo l’EFSA, “non sono state individuate aree critiche di preoccupazione per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”.  Nel corso di un’audizione che si è svolta al Parlamento europeo a fine agosto, i rappresentanti dell’EFSA hanno dichiarato che quella sul glifosato è stata la valutazione più approfondita mai effettuata.

Dal canto suo, anche l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha sostenuto che “l’esame dei pericoli posti dal glifosato non soddisfa i criteri scientifici che ne giustifichino la classificazione come sostanza cancerogena”.

“L’uso di prodotti chimici in agricoltura va ridotto, proseguendo un percorso che è già in atto da tempo – sottolinea Giansanti – ma gli agricoltori devono avere a disposizione valide alternative sul piano tecnico ed economico. Nella fase di grande incertezza che è in atto, anche l’impatto sul potenziale produttivo deve essere attentamente valutato”.

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Farina di insetti, Confagricoltura: occorrono etichette chiare e buonsenso

In Europa fino allo scorso 24 gennaio i prodotti a base di insetto per il consumo umano non erano ancora consentiti. L’80% della popolazione mondiale già include regolarmente gli insetti nella propria alimentazione e, come certificato dall’Efsa, non fanno male. Sono oltre 2 mila le specie commestibili con un fatturato in crescita esponenziale, mentre in Europa le specie edibili sono tre: cavallette, larve della farina e grilli. A sottolinearlo è Confagricoltura, che entra nel vivo del dibattito su un tema di stretta attualità, facendo chiarezza sulla questione della farina di grillo.

 

Global Market Insights stima aumenti di oltre il 43,5% del mercato fino a raggiungere un valore di 710 milioni di dollari nel 2024. International Platform of Insects for Food and Feed calcola che più di 6.000 tonnellate di proteine di insetti sono già prodotte in Europa e, entro il 2030, la crescita del settore potrebbe arrivare a 2-5 milioni di tonnellate l’anno, a seconda del quadro legislativo.

 

Il cibo italiano è universalmente riconosciuto e la questione va affrontata in generale con buonsenso. La cucina tricolore – mette in evidenza l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è un modello anche sostenibile con effetti positivi sotto l’aspetto ambientale e quello economico. La dieta mediterranea, oltre ad essere sana, contrasta anche il rischio di insorgenza di patologie croniche come diabete, ipertensione arteriosa e obesità.

 

Le innovazioni – conclude la Confederazione – sono nostre alleate strategiche. Mentre siamo convinti che la nostra ricca cultura alimentare difficilmente perderà spazi di mercato in favore di alimenti a base d’insetti, occorre tuttavia sviluppare una produzione UE di proteine per la mangimistica.

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Glifosato, Confagricoltura: “Tutte le valutazioni siano ispirate dal massimo rigore scientifico”

Il glifosato non è cancerogeno, mutageno e tossico per la riproduzione. Ci sono, quindi, le condizioni per prolungare l’autorizzazione all’uso del prodotto, anche se servono ulteriori analisi in merito all’impatto sulla biodiversità.

Sono le conclusioni – segnala Confagricoltura – del rapporto preliminare, redatto su mandato della Commissione europea, dalle autorità di quattro Stati membri – Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria – che è stato trasmesso all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).

In una nota ufficiale diffusa ieri, l’EFSA ha evidenziato che le autorità dei quattro Stati membri, non hanno previsto “una modifica alla classificazione esistente” del glifosato.

“Prendiamo atto del parere preliminare – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Siamo solo al primo passaggio di una lunga e accurata procedura che si concluderà l’anno prossimo. Confidiamo che il prosieguo delle valutazioni, fino alla decisione finale, sia esclusivamente ispirato dal massimo rigore per la piena tutela di tutte le parti in causa, a partire dai consumatori”.

Il parere preliminare sarà oggetto, a partire da settembre, di consultazioni aperte al pubblico a cura dell’EFSA e della ECHA. A seguire, la classificazione del glifosato sarà portata all’esame del Comitato per la valutazione dei rischi dell’Agenzia per le sostanze chimiche. Infine, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare effettuerà una revisione conclusiva che sarà resa nota nella seconda metà dell’anno venturo.

Terminata la procedura, sarà la Commissione europea a presentare la proposta per l’eventuale rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato. L’attuale autorizzazione quinquennale scadrà il 15 dicembre 2022.

“Occorre comunque rilevare che gli agricoltori italiani fanno un ricorso limitato al glifosato, utilizzato solo nelle fasi di presemina. Al di là di quelle che saranno le scelte della Ue, – conclude il presidente di Confagricoltura – la transizione ecologica impone la diffusione di processi produttivi più sostenibili e una minore pressione sulle risorse naturali”.

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