Lavori in corso per la creazione di un unico Distretto del Cibo Siciliano

Investire sul brand Made in Sicily costituendo un unico Distretto del Cibo siciliano che mira ad ottenere il riconoscimento da parte dell’Assessorato regionale all’agricoltura: la proposta arriva da un comitato che condivide la consapevolezza che i mercati vedono nella Sicilia una terra unica per valori, clima, prodotti e l’ospitalità. I consumatori, ad oggi, non riescono a riconoscere le differenze tra i prodotti dei vari territori. Pertanto il valore assoluto è costituito dal brand Made in Sicily che, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di genuinità, qualità, bontà, salubrità.

Tra i promotori di questa iniziativa il Consorzio di ricerca Coreras, l’Esa, l’Agenzia di Sviluppo degli Iblei e l’Agenzia di sviluppo Sosvima. Ma anche alcuni comuni rurali e costieri, alcuni Flag e numerosi Gal: Madonie, Elimos, Golfo di Castellammare, MetropoliEst, Natiblei, Rocca di Cerere Geopark, Sicani, Sicilia centro-meridionale, Terre Normanne, Tirrenico Mari Monti e Borghi, Tirreno Eolie, Valle del Belice e Terre Barocche.

Per riflettere su questa opportunità sono stati programmati tre incontri. Il primo è in programma a Palermo il 10 maggio alle 10 presso la sede dell’Esa – Ente di Sviluppo Agricolo, il secondo a Catania il 14 maggio sempre alle 10 al Maas, e il terzo a Barcellona Pozzo di Gotto il 14 maggio alle 10 nell’Aula Consiliare.

Gli incontri si svolgeranno proprio a ridosso della pubblicazione del bando per il riconoscimento dei distretti del cibo che si aspetta sulla Gazzetta Ufficiale per il prossimo 10 maggio. Per questo è necessario procedere nei diversi territori ad una rapida consultazione di tutti i potenziali partecipanti del distretto unico del cibo. L’obiettivo è giungere a formulare un’unica proposta che valorizzi il “Made in Sicily”, salvaguardando l’autonomia, le peculiarità e le prerogative di tutte le filiere coinvolte.

Il Distretto unico del cibo siciliano si caratterizzerebbe come strumento di aggregazione di terzo livello. I singoli componenti, pur mantenendo il proprio ruolo autonomo di proposizione e coordinamento delle attività di competenza, parteciperebbero alle attività di promozione del comparto agroalimentare e turistico in ambito nazionale ed internazionale della  nascente aggregazione.

Ai distretti del cibo siciliano in molti, compreso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, attribuiscono un ruolo strategico per promuovere lo sviluppo territoriale e salvaguardare il paesaggio rurale, favorire l’integrazione tra le diverse attività agricole, agroalimentari, di promozione e salvaguardia complessiva del territorio e valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità anche favorendo l’aggregazione delle filiere agroalimentari con imprese di altre filiere produttive.

Un altro motivo che spingerebbe nella direzione di un unico distretto del cibo è la modestia delle risorse che il Mipaaft mette a disposizione dei distretti del cibo: 15 milioni di euro per il primo bando e 10 milioni per i bandi successivi. Bisogna, pertanto, individuare una organizzazione che permetta di evitare gli sprechi e di capitalizzare al massimo le risorse disponibili.

Nella prossima programmazione, inoltre, i distretti del cibo avranno un ruolo fondamentale per l’individuazione di temi e filiere sulle quali investire i fondi strutturali comunitari – Feasr, Feamp, Fesr ed Fse – rappresentando gli Stati generali dell’economia regionale.

Le nuove forme di aggregazione già esistenti in Sicilia – organizzazioni di prodotto, consorzi di tutela, patti di distretto – rappresentano una buona base di partenza per costruire un’aggregazione di livello superiore che possa svolgere un ruolo di coordinamento e non di sostituzione, finalizzato a massimizzare i risultati.

Tuttavia, questo progetto ambizioso, potrebbe riscontrare delle difficoltà nel governare un unico distretto che coinvolgerebbe, al suo interno, componenti assai diverse tra di loro, che già operano in totale autonomia. Non esistono esempi di pari livello ai quali ispirarsi e pertanto la capacità di mantenere unito il distretto dipenderà dalla volontà e dalla capacità dei singoli costitutori. Una bella sfida che punta a una pratica poco diffusa in Sicilia: il lavoro sinergico e di squadra per l’ottenimento di un grande risultato utile all’intero tessuto economico dell’isola.

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Agricoltura in Sicilia: i dati del rapporto 2017 del Coreras

La fotografia dell’agricoltura siciliana, tra potenzialità inespresse e performance esemplari, con i numeri pubblicati nel rapporto 2017 del Consorzio Regionale per la Ricerca Applicata e la Sperimentazione.

MARCHI DOP IGP

La Sicilia è regione di eccellenza per le produzioni tipiche e di qualità annoverando ben 69 prodotti agroalimentari a marchio comunitario DOP/IGP

VINO E VITE

È la regione con la maggiore superficie coltivata a vite del Paese: con circa il 17% della SAU nazionale.
Nel 2016 la superficie investita ad uva da vino è stata pari a 106.000 Ha.

OLIO

Nel settore dell’olio la Sicilia è terzo produttore italiano dopo la Puglia e la Calabria, con i suoi 140.000 Ha di uliveti pari al 13% del dato nazionale: Di questi, ben 16.000 Ha sono in bio.

AGRUMI

Nel comparto agrumicolo la Sicilia guadagna il primo posto delle regioni italiane con 70.000 Ha di superficie in produzione pari al 58 % del dato nazionale. Di questi, ben 19.124 ha sono in bio.

OCCUPAZIONE

In termini occupazionali l’agricoltura siciliana assorbe oltre 26 milioni di giornate lavorative con 105.000 occupati, collocandosi al secondo posto dopo la Puglia.

INDUSTRIE ALIMENTARI

Anche nel settore della trasformazione la Sicilia si colloca ai primi posti in Italia per numero di industrie alimentari: sono 7.321 quelle attive nel 2016 rappresentando il 12% del totale nazionale.

ZOOTECNIA

Nel settore zootecnico aumentano nell’ultimo decennio le aziende, in controtendenza rispetto al dato nazionale e aumenta pure il numero di capi allevati per azienda. Nel comparto ovino la Sicilia, con i suoi 735.000 capi, è il secondo produttore in Italia di latte e formaggi, dopo la Sardegna.

VALORE DEL COMPARTO

Il valore complessivo della produzione agricola in Sicilia nell’anno 2015 è stato di 4 miliardi e 685 milioni di euro.
La Sicilia è la regione italiana che possiede la maggiore Superficie Agricola Utilizzata (SAU), pari ad 1.387.520,77 Ha che equivalgono al 10,8% della SAU nazionale. In termini di numero di aziende agricole è seconda solo alla Puglia, annoverando 219.677 aziende che equivalgono al 13,6% del dato nazionale. La dimensione aziendale media è di 6,3 Ha.

BIOLOGICO

Nel settore del biologico è la prima regione italiana sia per numero di operatori (11.326 aziende pari al 18,9% del dato nazionale) che per SAU (345.071 Ha pari al 23,1% del dato nazionale).

Fonte: Rapporto Coreras 2017

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