Consiglio UE: Giansanti a Bruxelles incontra Wojciechowski e si complimenta con Meloni, Lollobrigida e Fitto per il risultato

Il Consiglio Europeo ha aperto la strada per una proroga del Temporary Framework (Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a seguito dell’aggressione della Russia all’Ucraina), sollecitata dall’Italia e cruciale per garantire liquidità alle imprese. Confagricoltura ha sostenuto con decisione questo orientamento pertanto auspica che si proceda celermente nella messa appunto degli strumenti necessari.

In questo quadro, si aggiunge in termini positivi la decisione del Coreper di sospendere le procedure di approvazione della Legge sul Ripristino della natura. È un segnale che evidenzia come le scelte debbano essere ponderate e prese sulla base del reale impatto che avranno sull’ambiente e sui settori. Il testo concordato, infatti, secondo Confagricoltura, avrebbe comportato tagli al potenziale produttivo e aumento dei vincoli alle opere di adeguamento al cambiamento climatico. Infine, come già comunicato da Palazzo della Valle nelle scorse ore, un plauso va anche ai dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia.

Un vertice più che positivo per l’agricoltura. Per questo, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, agli Stati generali d’Italia a Bruxelles, ha incontrato e ringraziato la Premier Giorgia Meloni, il ministro Francesco Lollobrigida e il ministro Raffaele Fitto per l’attenzione data alle richieste degli agricoltori e il contributo concreto dimostrato.

Sempre a Bruxelles, stamattina, Giansanti, nella sua veste di primo vicepresidente del Copa, insieme alla presidente del Copa-Cogeca, Christiane Lambert, ha incontrato il Commissario Wojciechowski. Il Commissario hai illustrato le proposte presentate dalla Commissione il 15 marzo.

Ad esempio, la trasformazione della BCAA 7 (obbligo di rotazione, che divetterebbe diversificazione, cover crops) e BCAA 8 (destinazione del 4% della superficie a seminativo a elementi non produttivi) ad eco-schemi, sono valutate dalla Confederazione come un sicuro miglioramento per gli agricoltori.

Ulteriori novità possono emergere in relazione alla riduzione dei controlli e delle sanzioni anche per le imprese con una dimensione superiore ai 10 ettari.

Una decisione in questa direzione rafforzerebbe ulteriormente il messaggio positivo per tutti gli agricoltori, italiani ed europei.

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Assemblea a Bruxelles: Confagricoltura presenta documento alle Istituzioni europee per cambiare la PAC

“È scaduto il tempo per gli approfondimenti e per le consultazioni on line. Abbiamo presentato le nostre proposte per una profonda semplificazione burocratica e per la salvaguardia del potenziale produttivo delle imprese”.

“Ora spetta alle istituzioni dare una risposta efficace e non oltre marzo alle aspettative del mondo agricolo italiano ed europeo. Diversamente, le proteste e le manifestazioni di piazza sono destinate ad aumentare”.

È il messaggio lanciato dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’apertura dell’assemblea straordinaria dell’organizzazione che è in corso, a Bruxelles, in concomitanza con la riunione del Consiglio Agricoltura della UE.

“Per Confagricoltura – prosegue Giansanti – i limiti della PAC in vigore dallo scorso anno sono stati subito evidenti. Per applicare la nuova normativa le amministrazioni nazionali hanno dovuto redigere piani strategici di migliaia di pagine. Gli adempimenti burocratici sono saliti a dismisura a fronte di risorse finanziarie in calo e l’eccezionale rialzo dell’inflazione ha aumentato le difficoltà degli agricoltori. Si è discusso molto sul bilancio della UE destinato all’agricoltura, ma l’aiuto diretto della PAC è ormai ridotto a 120 euro in media ad ettaro”.

“La prossima scadenza della legislatura europea rende oltremodo complicata la modifica degli atti di base della PAC, ma esistono strade alternative”, sottolinea il presidente di Confagricoltura.

“In caso di emergenze e di cause di forza maggiore possono essere sospese le sanzioni previste in caso di inadempimento. Dalla pandemia all’impatto economico dell’aggressione dell’Ucraina, fino alla recente crisi in Medio Oriente, l’agricoltura italiana ed europea è in emergenza da oltre tre anni”.

“In aggiunta ai vistosi limiti della PAC, il settore è alle prese con le conseguenze dell’aumento senza precedenti dei tassi di interesse. Da qui la nostra richiesta di una moratoria concordata a livello europeo a supporto della liquidità delle imprese”, aggiunge Giansanti.

“Un’altra questione da affrontare è quella della reciprocità delle regole negli accordi commerciali con i paesi terzi: dalla sicurezza alimentare, alla tutela del lavoro, delle risorse naturali e del benessere animale. Se riduciamo la produzione europea e aumentiamo le importazioni da paesi dove vigono normative meno rigorose di quelle europee, riduciamo la sicurezza alimentare e allo stesso tempo importiamo più CO2”, mette in evidenza il presidente di Confagricoltura.

“Siamo convinti sostenitori del libero mercato e del multilateralismo per la gestione del commercio internazionale – prosegue Giansanti – ma vanno previste clausole di salvaguardia automatiche quando il flussi delle importazioni raggiungono livelli tali da destabilizzare i mercati agricoli della UE”.

“A gennaio, ad esempio, rileva Giansanti, le esportazioni di arance dell’Egitto sul mercato europeo sono ammontate a 45 mila tonnellate, il 104% in più sullo stesso mese del 2022”.

“La PAC è una politica comune che, in situazioni di crisi, richiede risposte altrettanto comuni. L’assenza e il ritardo delle decisioni da parte delle istituzioni di Bruxelles apre la strada alla concessione di aiuti pubblici a livello nazionale. Proprio ieri il governo di Parigi ha annunciato un piano a sostegno del settore degli allevamenti con una dotazione di oltre 450 milioni di euro. Nel complesso, gli aiuti pubblici interni varati nelle ultime settimane a favore dell’agricoltura hanno raggiunto i 900 milioni di euro”.

“In questo modo – conclude Giansanti – si incrina la solidità del mercato unico e viene infranto il principio della libera concorrenza tra le imprese. E l’Europa fa un passo indietro”.

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Darsi all’ippica conviene. Confagricoltura: con immediata adozione direttiva europea si riduce IVA a allevamenti e attività equine

Fortemente sollecitata da Confagricoltura e grazie all’impegno del Copa-Cogeca è stata portata a casa l’aliquota IVA ridotta per le attività di allevamento ed equine, compresi i servizi legati al cavallo come, ad esempio, i centri di pensionamento e di addestramento, le passeggiate a cavallo, l’ippoterapia. Per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli la veloce adozione nazionale della Direttiva Europea è un passo fondamentale per rilanciare e ridare ossigeno al settore, preservando la competitività delle imprese.

In Italia, attualmente sono poco più di 400.000 i capi allevati e il rischio di sgretolamento del settore è forte per la situazione economica e strutturale, aggravate dall’emergenza Covid e dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino.

“E’ stato compiuto, a livello europeo, un passo storico per rilanciare e sviluppare la filiera equina. Tocca ora rapidamente – dichiara Ferruccio Badi, presidente della Federazione nazionale Equini di Confagricoltura – recepire a livello nazionale questa importante Direttiva, che va nella direzione giusta per rafforzare i nostri allevamenti”.

La Direttiva Europea adottata in via definitiva e unanime dai ministri europei preposti all’Economia e alle Finanze consente l’applicazione di un’aliquota IVA ridotta “agli equini vivi e alle prestazioni di servizi connessi agli equini vivi”. “Gli allevamenti di cavalli e l’intera filiera equina italiana – conclude Badi – non possono permettersi ritardi. Il recepimento della direttiva è una priorità per iniziare la ripresa di questo settore, ancora strategico in molte aree del nostro Paese”.

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Olio tunisino, nuove concessioni agevolate: Confagricoltura chiede valutazione d’impatto alla Commissione Europea

Confagricoltura ha scritto all’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, ai commissari al Commercio e all’Agricoltura ed agli europarlamentari italiani, per chiedere una valutazione d’impatto preventiva adeguata degli effetti di un’eventuale rinnovo delle condizioni agevolate alla Tunisia  per le esportazioni di olio in UE, concesse in via eccezionale per il 2016 ed il 2017.

Confagricoltura evidenzia che in occasione della conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione europea Juncker per annunciare l’intenzione di aprire un negoziato di libero scambio tra UE e Tunisia, il premier tunisino Chahed avrebbe chiesto di estendere per altri due anni la concessione del contingente aggiuntivo di 35.000 tonnellate di olio di oliva in esenzione da dazio nelle esportazioni verso l’UE.

Ad ottobre scorso, prima ancora della conclusione della precedente concessione, il governo tunisino avrebbe avanzato la richiesta di rinnovo di tale provvedimento, sebbene non ci fossero più i presupposti per una tale agevolazione. La Commissione europea, anche su sollecitazione del Copa Cogeca, si era espressa negativamente. E anche il Consiglio europeo si era dichiarato contrario.

“I problemi per i produttori europei, ed in particolare per quelli italiani – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli –  sarebbero gravi e influenzerebbero negativamente gli equilibri del mercato interno UE e le quotazioni dell’olio d’oliva nel nostro Paese. Considerato anche che nei due anni in cui il provvedimento è stato attivo non si sono riscontrati vantaggi per il mercato e l’economia tunisina”.

Confagricoltura – che già nel 2016 si era mobilitata scrivendo al ministro delle Politiche agricole e ai componenti delle commissioni competenti di Camera e Senato per sollecitare interventi correttivi per mitigare gli effetti negativi delle importazioni a dazio zero di olio dalla Tunisia – ha chiesto di avere molta cautela di fronte a questa recente richiesta della Tunisia e, in ogni caso, di procedere ad una approfondita e preventiva valutazione di impatto.

L’appello non è rimasto inascoltato. Diversi parlamentari hanno già mostrato interesse alla sollecitazione dell’Organizzazione ed hanno previsto iniziative a riguardo sulle Istituzioni comunitarie.

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