Europa, il 14 maggio si avvia negoziato su quadro finanziario: bilancio agricolo e imprese più strutturate devono essere priorità

Giansanti (Confagricoltura): “Delegazione italiana si impegni per bilancio agricolo e imprese più strutturate”

Parte ufficialmente il negoziato sulle proposte della Commissione europea relative al  quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027. Le proposte saranno presentate il 14 maggio al Consiglio Affari Generali della UE ed i rappresentanti degli Stati membri formuleranno nell’occasione le prime reazioni, anche in preparazione del vertice tra i capi di Stato e di Governo in programma a fine giugno.

Alla vigilia della riunione del Consiglio Affari Generali, Confagricoltura ha ribadito la propria posizione sul nuovo quadro finanziario della UE. “La proposta della Commissione è inaccettabile”, ha dichiarato il presidente Massimiliano Giansanti.  “A valori costanti il Centro Studi di Confagricoltura ha prospettato una riduzione degli aiuti diretti del 12% e, per i programmi di sviluppo rurale, il taglio sarebbe di quasi il 25%”.

“Bruxelles dimentica che l’agricoltura assicura ai cittadini produzioni abbondanti, stabili e con requisiti di qualità e sicurezza che sono all’avanguardia a livello mondiale – ha proseguito Giansanti -. Inoltre, l’attività degli imprenditori agricoli contribuisce alla gestione dello spazio rurale e alla protezione delle risorse naturali. Per questo, il settore primario rientra a pieno titolo tra i cosiddetti ‘beni pubblici’ che l’Unione europea ha l’obbligo di tutelare e di valorizzare nell’interesse della collettività”.

Ad avviso di Confagricoltura merita un particolare approfondimento il taglio proposto per i contributi diretti della Pac. “I trasferimenti in questione – ha posto in evidenza il presidente Giansanti – non hanno una finalità di natura sociale, ma costituiscono una rete di protezione minima a fronte dei rischi naturali ed economici ai quali sono esposte le aziende agricole. È quindi immotivata e contradditoria la proposta della Commissione, che intende obbligare gli Stati membri a limitare gli aiuti diretti destinati alle imprese di maggiore dimensione, fissando un massimale aziendale o introducendo un sistema di degressività (riduzione progressiva) del sostegno in funzione degli ettari”.

In pratica – ha ricordato – è stato proposto di discriminare le imprese che assicurano la parte preponderante dell’occupazione e della produzione lorda vendibile di settore; che sono meglio integrate con il settore della trasformazione e più idonee a realizzare un processo di innovazione tecnologica, indispensabile anche per far fronte alle nuove sfide poste dal cambiamento climatico.

Giansanti ha così concluso: “Sollecitiamo la delegazione italiana ad assumere, da subito, una posizione determinata per l’invarianza in termini reali del bilancio destinato all’agricoltura e per la tutela di tutte le imprese agricole, senza distinzioni e discriminazioni”.

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Istituire un’agenzia europea per le domande PAC: la proposta di Confagricoltura al commissario Hogan

“Pieno appoggio al commissario Hogan e agli eurodeputati italiani per difendere gli interessi degli agricoltori italiani ed europei in questa fase delicata, nella quale l’Italia è senza governo”. Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’incontro con il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, svoltosi a Parma presso Origo, il Forum globale sulle indicazioni geografiche. Il commissario ha poi visitato lo stand di Confagricoltura al Cibus.

“Per dare valore alla Pac bisogna rafforzare il ruolo economico dell’impresa agricola – ha proseguito Giansanti -. Il capping fissato a 60 mila euro (il tetto ai contributi comunitari che sembra sia inserito nelle proposte di riforma attese per le prossime settimane), è assolutamente penalizzante per le imprese agricole che guardano al mercato e vogliono rafforzare la loro competitività. Analoga considerazione vale per l’eventuale introduzione di un meccanismo di degressività (riduzione) dei contributi Ue”.

‎Il presidente di Confagricoltura ha poi riconosciuto a Hogan il merito di avere contenuto al 4% il taglio agli aiuti diretti  laddove, all’interno della Commissione, si proponevano riduzioni draconiane e trasferimenti al secondo pilastro. “È un grande risultato – ha commentato Giansanti – il fatto che la Pac sostenga, in primo luogo, il reddito degli agricoltori”.

Il commissario europeo, dal canto suo, ha giudicato estremamente interessante la proposta del presidente di Confagricoltura Giansanti di creare un’Agenzia europea per la presentazione delle domande Pac.

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Sottomisura 16.4 PSR Sicilia: opportunità per lo sviluppo locale dell’economia agricola

Sintesi del bando PSR Sicilia Sottomisura 16.4

Area geografica: Sicilia

Settore: agricoltura

Dotazione finanziaria: 2 milioni di euro

Obiettivo: cooperazione tra gli operatori del settore agricolo, agro-alimentare e forestale per promuovere la creazione di reti

Beneficiari: agricoltori, cooperative, trasformatori e rivenditori

Spese ammissibili: costituzione partenariato, amministrazione, consulenze, studi di fattibilità, promozione

Tipo di finanziamento: contributo in conto capitale

Procedura di selezione: valutativa a sportello

Scadenza: non specificata

Approfondimento Bando

L’obiettivo della sottomisura 16.4 “Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali ” è quello di finanziare progetti finalizzati a promuovere l’aggregazione degli operatori economici tramite la creazione e lo sviluppo di filiere corte e sostenere attività promozionali in Sicilia, contribuendo così a migliorare l’integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare e la promozione dei prodotti nei mercati locali.

Chi può partecipare alla sottomisura 16.4 del PSR Sicilia?

I beneficiari sono produttori agricoli (possessori di partita IVA con codice attività ATECO2007 prevalente agricolo e regolarmente iscritti alla CCIAA), cooperative, trasformatori e rivenditori, raggruppati in:

  • gruppi di cooperazione (G.C.) organizzati almeno tra un agricoltore e un soggetto compreso tra operatori dei settori agricolo e forestale e della filiera alimentare e altri soggetti che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi della politica di sviluppo rurale.
  • poli e reti di nuova costituzione e già esistenti.

I gruppi possono presentare domanda anche in forma di ATI (Associazione Temporanea di Imprese) o ATS (Associazione Temporanea di Scopo).

Quali sono le spese ammissibili per l’intervento del PSR Sicilia e la sottomisura 16.4?

La sottomisura si divide in due interventi:

  • cooperazione per lo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali;
  • promozione delle filiere corte e dei mercati locali.

Per quanto riguarda la cooperazione le spese ammissibili non possono essere superiori al 40% dell’importo complessivo del progetto e riguardano costi:

  • amministrativi e legali per la costituzione del partenariato;
  • di predisposizione del progetto di cooperazione;
  • di esercizio per il personale e spese generali;
  • di progettazione e consulenza (questi costi non possono superare il 7% rispetto al totale delle spese relative alle azioni di cooperazione).

Per gli interventi relativi alla promozione le spese ammissibili sono relative a:

  • attività finalizzate alla conoscenza diretta dei luoghi di produzione e dei metodi di lavorazione dei prodotti;
  • manifestazioni, esposizioni, eventi per degustazioni, giornate dimostrative e gastronomiche territoriali, prodotti distribuiti gratuitamente durante le iniziative promozionali, fiere, promozioni sui canali HORECA;
  • realizzazione di un sistema informatico gestionale comune e promozione di portali/siti web e App per la vendita on line dei prodotti.

Almeno il 60% dell’importo complessivo del progetto deve essere destinato a questo tipo di intervento.

Entità di aiuto e massimali di spesa

L’aiuto è pari al 100% dei costi sostenuti e ritenuti ammissibili, il contributo massimo concedibile è di 100 mila euro per beneficiario. Il progetto della cooperazione deve avere una durata compresa tra 18 mesi e 42 mesi.

Come fare per partecipare alla sottomisura 16.4 del PSR Sicilia?

Prima di presentare la domanda è necessario costituire o aggiornare il fascicolo aziendale; la domanda dovrà essere compilata attraverso il portale SIAN, utilizzando il modello predisposto dall’amministrazione regionale.

Dopo il rilascio informatico della domanda si hanno 10 giorni di tempo per recapitarla a mano o tramite raccomandata A/R alla Regione Siciliana.

Scarica le disposizioni attuative della sottomisura 16.4 del PSR Sicilia 2014 – 2020

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Inaccettabile tagliare i fondi Ue per l’agricoltura: in gioco il futuro della costruzione europea

“Tagliare i fondi all’agricoltura per far quadrare i conti di un bilancio che resterà inadeguato, dimostra che c’è scarsa fiducia sul futuro della costruzione europea”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla  proposta della Commissione europea sul nuovo quadro finanziario della UE (periodo 2012-2017), che prevede la riduzione delle spese destinate all’agricoltura per un ammontare di circa 40 miliardi di euro a prezzi correnti rispetto all’attuale dotazione. In particolare, i trasferimenti diretti agli agricoltori potrebbero subire un taglio superiore al 7%.

“È sbagliata e da respingere al mittente – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura –  anche la proposta di ridurre i trasferimenti alle imprese di maggiore dimensione. Vale a dire, quelle che assicurano la maggior parte dei posti di lavoro, producono per il mercato interno e per le esportazioni e sono aperte all’innovazione”.

“Le vere imprese agricole – ha continuato Giansanti – hanno assicurato produzioni abbondanti, sicurezza alimentare, tutela del territorio e delle risorse naturali. Il tutto ad un costo che non arriva a trenta centesimi al giorno ad abitante. Alla luce di queste cifre, i tagli proposti dalla Commissione europea sono inaccettabili”.

“L’agricoltura rientra a pieno titolo nella lista dei beni comuni che l’Unione Europea deve tutelare e valorizzare – ha concluso  il presidente di Confagricoltura -. Occorre salvaguardare la dotazione finanziaria destinata all’agricoltura europea negli anni a venire, per continuare a dare un quadro di riferimento positivo a supporto della crescita di tutte le imprese, senza alcuna discriminazione. È questo l’obiettivo per il quale lavoreremo in ambito europeo e a livello nazionale”.

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Grani antichi siciliani: 16 nuove varietà iscritte nel registro nazionale

14 nuove varietà di frumento duro e 2 di frumento tenero di origine siciliana sono state iscritte nel registro nazionale delle varietà da conservazione delle specie agrarie. I grani antichi altro non sono che varietà del passato rimaste autentiche e originali, ovvero che non hanno subìto alcuna modificazione da parte dell’uomo per aumentarne la resa.

Via libera da parte del ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dunque, alla iscrizione di nuove varietà di frumento nel Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive.

Nel 2014 erano state iscritte Maiorca, Strazzavisazzi, Timilia reste nere ( con variazione di denominazione o responsabili di purezza nel marzo scorso), adesso si aggiungono: Capeiti 8, Farricello, Tripolino, Timilia reste bianche, Scorsonera, Ciciredda, Paola, Urrìa, Russello, Gioia, Martinella, Biancuccia, Castiglione Glabro, e Bidì.

Invece, per quanto riguarda il frumento tenero, alla Maiorca, si aggiungono le varietà Maiorcone e Romano.

“Ci sono tutte le premesse perché in Sicilia si possa costituire una filiera dei grani antichi tracciata in tutte le sue fasi a partire dall’utilizzo di sementi certificate.Il riconoscimento di dette varietà non può non tradursi in una forte ricaduta in termini di qualità e quindi di maggiore rendimento economico delle produzioni e allo stesso tempo i consumatori avranno le necessarie garanzie di prodotto, tutelati in tal modo da eventuali frodi”, ha detto l’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera.

Come sappiamo esistono tanti i motivi per cui bisognerebbe consumare i grani antichi più spesso. Intanto, perché non hanno subito alterazioni, cioè non sono stati rimaneggiati geneticamente dall’uomo e per questo hanno una resa molto minore rispetto al più diffuso e moderno grano; sono meno raffinati perché lavorati con la macinazione a pietra, ancora, hanno meno glutine, sono più leggeri, digeribili e assimilabili di quelli realizzati con il grano moderno.

Il vantaggio di utilizzare grani antichi, meglio ancora se variando la propria alimentazione con cereali senza glutine, scongiura o quanto meno allontana, la possibilità di sviluppare intolleranza al glutine.

Dal punto di vista della filiera, la riscoperta dei grani antichi è merito soprattutto dei piccoli produttori agricoli che ogni giorno con coraggio affrontano la concorrenza del grande mercato e scelgono comunque di produrre grani di qualità anche se non sempre gli conviene. È per questo che vanno aiutati a sopravvivere, acquistando, anche se sono un po’ più costosi, i loro prodotti. Senza dimenticare la tutela della biodiversità e il loro valore artistico e culturale.

Il decreto ministeriale arriva a conclusione dell’iter istruttorio messo a punto dalla Commissione tecnico scientifica di valutazione istituita presso il dipartimento regionale dell’Agricoltura e composta dal CREA (Consiglio per la Ricerca e l’Analisi in Agricoltura – ex ENSE), dalla Stazione di Granicoltura per la Sicilia, dal Servizio Fitosanitario regionale, dall’università di Palermo e Catania e dal consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”.

 

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Dazi, scongiurare guerra commerciale: serve un’azione forte a tutela della competitività delle imprese agricole

“Bene i tre Paesi europei contro la guerra dei dazi. Ci auguriamo, comunque, che non venga innescata una spirale di ritorsioni”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sul monito di Merkel, Macron, May a Trump”.

Confagricoltura ribadisce che va assolutamente scongiurata una guerra commerciale; la necessità è semmai quella di più regole e più accordi.

“Le guerre dei dazi rischiano di accrescere squilibri di mercato – evidenzia il presidente Giansanti -. Si parte dall’acciaio, ma si puó arrivare facilmente all’agricoltura ed all’agroalimentare, con effetti molto negativi per un Paese come il nostro. Nel rispetto del ruolo del lavoro ed in ossequio alla sicurezza alimentare che deve sempre essere al centro della nostra azione, quello che dobbiamo perseguire è l’abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie”.

Nell’epoca degli accordi bilaterali basta che una delle parti non sia d’accordo per trovarsi di fronte all’imposizione di dazi. “Nel solco della nostra tradizione – continua Giansanti – sollecitiamo il ritorno ad accordi multilaterali capaci di valorizzare le nostre produzioni di qualità”:

A parere di Confagricoltura l’Europa deve essere compatta e dura nei confronti di questo approccio alla politica commerciale di Trump, arrivando a chiedere l’apertura di un panel del WTO.

“Al centro – aggiunge conclude il presidente Giansanti – deve rimanere sempre la competitività dell’impresa, per la quale è di primaria importanza un’azione forte a livello comunitario.”

A tal proposito Confagricoltura sottolinea le prime indiscrezioni che circolano sul budget UE per il periodo 2020/2027, che saranno presentate il 2 maggio: se, come sembra, la PAC subirà un taglio del 6% (con un contributo degli Stati membri che dovrebbe aggirarsi intorno all’ 1,13% – 1,18%), la proposta di MFF prevederebbe un “capping” per le aziende agricole pari a 60.000 euro”.

“Tale massimale di aiuti – conclude Giansanti – se mantenuto, avrà un impatto negativo sulle medie e grandi imprese agricole, le uniche in grado di garantire posti di lavoro, qualità, innovazione e sicurezza alimentare”.

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Ponte Primo Maggio, Agriturist (Confagricoltura): sempre più italiani e turisti scelgono gli agriturismi

Il ponte del Primo Maggio milioni di Italiani lo trascorreranno negli agriturismi, a contatto con il verde coltivato e la natura, godendo delle bellezze paesaggistiche, di tradizioni e cultura rurale, dell’offerta enogastronomica genuina, di sport all’aria aperta (in particolare equiturismo, cicloturismo, trekking). Lo sottolinea Agriturist, l’associazione del turismo in campagna, promossa da Confagricoltura, che ha fatto il punto sulla situazione nelle varie regioni.

L’aumento delle prenotazioni – pone in evidenza Agriturist – riguarda soprattutto i turisti italiani. Ma in Piemonte il pienone è dato dagli stranieri (tedeschi, svizzeri, austriaci e francesi) con soggiorni mediamente di tre giorni. In particolare  si registra il tutto esaurito nelle Langhe e nel Monferrato.

Le permanenze medie per il ponte del Primo Maggio – osserva ancora  Agriturist – sono prevalentemente di 2 notti; si differenzia la Campania con prenotazioni di più notti. Si prevede pieno soprattutto in Costiera e in concomitanza con sagre e manifestazioni. Continuano prenotazioni last minute.

Tutta la Toscana fa il pieno. Soggiorno medio di due notti. Decisamente meglio di Pasqua grazie alle temperature piacevoli. Unico neo i pernottamenti troppo brevi di turisti prevalentemente italiani, anche se sulla costa cominciano ad arrivare i tedeschi.

Soggiorni più lunghi, anche di 3 notti si registrano in Puglia, dove c’è il tutto esaurito e la richiesta si mantiene alta con soddisfazione degli operatori: al top il  Salento e il brindisino, benissimo Bari ed il Gargano.

Sicilia con luci ed ombre – evidenzia Agriturist -. In provincia di Trapani situazione in parte compromessa dalla riduzione dei voli low cost dell’aeroporto che taglia fuori molti arrivi anche a Mazzara e Marsala. Tengono S. Vito, Scopello e Castellammare. In flessione Agrigento. Bene Catania. Molto bene Siracusa e Ragusa. Palermo altalenante.

Lombardia molto bene. Operatori soddisfatti soprattutto in collina e sui laghi, Garda in testa. Pernottamenti minimi tre giorni, ma qualche arrivo c’è già stato dal 26/27 aprile.

Liguria bene, anche se i soggiorni sono brevi e last minute. Benissimo Emilia Romagna.

“L’andamento generalmente positivo mette in evidenza come l’agriturismo continui a piacere – conclude Agriturist -. L’importante è scegliere agriturismi ‘veri’, cioè imprese che assumono, investono sul territorio e che lo mantengono attraverso l’attività agricola. Troppi i fenomeni che si registrano di abusivismo, dei B&B senza partita Iva, fuori da regole, tassazioni e controlli. Con il rischio di far disamorare i vacanzieri e di creare un danno di immagine a tutto il settore”.

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Il Welfare Index PMI premia le aziende agricole: buone pratiche esempio per la crescita del Paese

Le aziende agricole hanno dimostrato, nel tempo, di avere una funzione anche sociale, sviluppando progetti al proprio interno, e sul territorio, capaci di generare benessere e migliorare la produttività. A confermare l’importanza del settore primario nell’ambito del welfare è stata la presentazione del Rapporto Welfare Index PMI 2018, promosso da Generali Italia con Confagricoltura, Confindustria, Confartigianato e Confprofessioni, dedicato alla valutazione e implementazione delle buone pratiche aziendali rivolte ai dipendenti e al contesto in cui gli stessi operano.

Il Welfare Index PMI è giunto alla terza edizione coinvolgendo il doppio delle imprese rispetto all’esordio, a conferma che il tema della sostenibilità sociale è di interesse trasversale per l’economia nazionale e in particolare per le piccole e medie aziende che rappresentano l’80% della forza lavoro del Paese. All’edizione 2018 hanno preso parte 4.014 realtà dei comparti produttivi, dei servizi e del terzo settore attive in tutta Italia.

Di queste, 151 sono imprese agricole (in crescita rispetto al 2017), e 43 sono attive nell’agricoltura sociale. Confagricoltura segue con attenzione lo sviluppo di queste realtà, valorizzandone esperienza e potenzialità.

Nel corso dell’evento, che si è svolto oggi al Salone delle Fontane a Roma, sono state premiate le prime tre aziende del terzo settore, dell’industria, del commercio/servizi e dell’agricoltura. Per il settore primario le prime tre classificate sono, nell’ordine:

  1. Natura Iblea Srl di Ispica (RG)
  2. Azienda Agricola Fungar Snc di Coriano (RN)
  3. Peverelli Srldi Fino Mornasco (CO)

Tutte e tre le aziende vantano anche le 5W di rating, ovvero il massimo livello di welfare.

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Natura Iblea è un’impresa agricola di Ragusa con una significativa incidenza di lavoratori immigrati di cui facilita l’inserimento con iniziative di mediazione culturale, di proposte di studio e sostegno a tutti i livelli. Si attiva anche con successo nella compilazione delle pratiche di ricongiungimento familiare, laddove necessario.

Fungar, in Romagna, ha saputo rispondere con politiche sociali mirate ai bisogni dei propri dipendenti, circa 70 in tutto, per la maggior parte donne, mamme provenienti dalla Cina. A loro, in particolare, sono rivolti i principali servizi di welfare in azienda.

Peverelli è un’impresa in provincia di Como attiva dal 1890. L’ acquisizione continua di esperienza e tecnologia costituisce l’elemento fondante e vincente per la crescita dell’azienda, protagonista nel settore del verde e non solo, che vede coinvolta ora la quarta generazione con la recente creazione di una divisione per la progettazione e realizzazione di accessori per l’arredo urbano, con grande attenzione ai temi della sicurezza e della salute.

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Tra le quattro menzioni speciali assegnate dal Welfare Index 2018 spiccano quella per i giovani e quella riservata all’agricoltura sociale.

Nella categoria “Giovani, formazione e sostegno alla mobilità sociale” il premio è andato ad Agrimad Srl Società Agricola di San Demetrio Corone (CS). L’azienda è riuscita, attraverso le sue politiche di welfare, a creare occupazione in una zona con elevato tasso migratorio. La maggior parte dei lavoratori proviene dal paese di San Demetrio Corone o da zone limitrofe e l’azienda assume spesso entrambi i coniugi o familiari dei dipendenti mettendo la comunità al centro dell’impresa e sviluppando così anche le potenzialità del territorio.

La menzione riservata all’agricoltura sociale, infine, è andata alla Onlus Terra Mia Scs, di Torino. Nata nel 1984 come emanazione di un’associazione di solidarietà giovanile, la cooperativa interviene sul disagio e sulle varie forme di marginalità, lavorando in modo integrato con enti pubblici e privati, mirando alla realizzazione di una politica sociale innovativa e attenta ai bisogni emergenti.

“Siamo diventati una società più matura e gli esempi delle nostre imprese lo dimostrano – afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – Abbiamo recuperato le buone pratiche e le condividiamo con i nostri lavoratori. L’agricoltura, grazie al suo profondo legame con il territorio e le sue popolazioni, è pioniera del welfare e conferma oggi, rinnovato, il suo ruolo sociale”.

 

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Non si può morire di crisi a 31 anni: la morte di Giovanni Viola è sconfitta morale per tutta la comunità iblea

“Non si può morire di crisi: un giovane che si toglie la vita è sconfitta morale per tutta la comunità”, questa la dichiarazione del presidente di Confagricoltura, dott. Antonino Pirrè, nel giorno del lutto cittadino a Vittoria e dell’ultimo saluto a Giovanni Viola, giovane imprenditore agricolo, morto suicida, che lascia moglie e un figlio di due anni.

“Porgo le mie sentite condoglianze – aggiunge Pirrè – e manifesto vicinanza alla famiglia di Giovanni Viola, a nome di tutta la nostra organizzazione ad ogni livello e degli iscritti. Un giovane padre di famiglia che decide di gettare la spugna, vessato dalla crisi, è un fatto grave che non può essere sottovalutato”.

“Adesso è il momento del dolore – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – e non delle polemiche. Ma può essere anche l’occasione per fare un po’ di autocritica, da parte di chi ha responsabilità importanti, sulle modalità con cui si sta affrontando la crisi che sta stravolgendo la nostra economia”.

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Crisi agricola iblea, Confagricoltura Ragusa: “Impegno finanziario e supporto tecnico da parte nostra a sostegno della nascita di nuove OP”

Il Direttivo di Confagricoltura Ragusa, l’organizzazione di rappresentanza e tutela delle imprese agricole iblee, manifesta vivo apprezzamento per il tempestivo intervento del Governatore  della Sicilia Musumeci, venuto a Vittoria nei giorni scorsi per individuare le più efficaci e tempestive iniziative da adottare per contrastare la grave crisi di mercato del comparto orticolo.

Le aziende agricole sono costrette a confrontarsi giornalmente con un mercato ormai globale e globalizzato, caratterizzato da profondi mutamenti climatici che creano instabilità ed imprevedibilità, in una cornice di forte concentrazione della domanda ed in uno scenario di forte competizione con produzioni provenienti da paesi extracomunitari a dazi agevolati. Confagricoltura Ragusa ribadisce la necessità di riorganizzare la produzione e la commercializzazione attraverso idonei strumenti di programmazione ed aggregazione.

In piena sintonia con quanto sostenuto dall’Assessore Bandiera (e rincuorati  dalle rassicurazioni  in merito alla burocrazia regionale venute dal direttore generale Frittitta), Confagricoltura Ragusa evidenzia il ruolo insostituibile  che assumono le OP (Organizzazioni di Produttori), soprattutto in considerazione di quanto previsto dalla OCM ortofrutta ed in situazione di crisi di mercato.

Pertanto, certi che l’intervento della Regione sarà portato avanti nella direzione di limitare gli effetti incontrollati e, spesso, nefasti di alcuni accordi di libero scambio, riteniamo che in una situazione di così grave crisi è dovere delle Organizzazioni Professionali più responsabili avanzare proposte e “fare la propria parte” per aiutare la nostra agricoltura e, quindi, la nostra terra, ad uscire dalla morsa delle criticità e della rassegnazione.

Con questo spirito Confagricoltura  Ragusa intende non sottrarsi alla sfida che abbiamo davanti, ossia il futuro delle nostre imprese agricole,  dando il proprio contributo per la costituzione di un adeguato numero di OP, fornendo ai produttori le giuste informazioni, la massima assistenza legale-amministrativa e ove necessario, sostenendo i costi notarili di costituzione delle OP.

In questa iniziativa – conferma il Presidente Antonino Pirrè – abbiamo ricevuto l’appoggio incondizionato della nostra Confederazione Nazionale che, oltre a mettere a disposizione il proprio Ente di formazione (l’Enapra) per assicurare la più adeguata preparazione a tutti i soggetti costituenti le OP, non farà mancare il proprio apporto in qualità di facilitatore di relazioni commerciali in Italia ed all’Estero”.

Ringrazio il consiglio direttivo di Confagricoltura Ragusa – conclude Pirrè – per avere deliberato un congruo intervento finanziario per le suddette finalità. Nei prossimi giorni ci attiveremo per avviare l’iniziativa, e chiederemo anche ai Sindaci dei comuni della fascia vocata interessati di organizzare una serie di incontri con i produttori che vorranno costituirsi in OP al fine di fornire loro i primi e fondamentali dettagli“.

Per informazioni è possibile chiamare il numero 0932 642492, inviare una mail all’indirizzo ragusa@confagricoltura.it o venirci a trovare in via Spampinato 7 a Ragusa.

Ragusa, 26 marzo 2018

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