Olio Evo Made in Italy: Confagricoltura e Deoleo insieme per creare valore nella filiera

Entra nella fase operativa l’accordo tra Deoleo e Confagricoltura. Tre incontri programmati in Sicilia, Calabria e Puglia. Obiettivo: aumentare produttività, qualità e sostenibilità

Il protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso giugno tra Confagricoltura Deoleo Spa entra nella sua fase operativa. Tre gli incontri programmati, in Sicilia, Calabria e Puglia, tra i dirigenti dell’azienda olearia, frantoi e produttori associati all’Organizzazione agricola, con l’obiettivo di illustrare finalità e modalità di applicazione dell’accordo. Il primo, oggi, presso la Camera di Commercio di Palermo.

Gli incontri territoriali sono l’occasione per verificare i requisiti dei frantoi partecipanti alle attività per la prima annualità e per coinvolgere ulteriori operatori per le annualità successive.

Il protocollo prevede di avviare interventi diretti all’incremento dei mercati di sbocco per le produzioni olearie, con un contestuale miglioramento sia della produzione che della produttività a livello agricolo italiano; ma anche di implementare alcune caratteristiche qualitative dell’olio di oliva extravergine e la sostenibilità della sua produzione a condizioni mutualmente vantaggiose per tutti gli operatori della filiera. L’impegno sarà, quindi, quello di lavorare insieme per creare valore aggiunto nella filiera, attraverso azioni precise.

“Nell’incontro di oggi a Palermo – dichiara il direttore di Confagricoltura Ragusa, Giovanni Scucces – si è presentato un progetto ambizioso che punta ad aumentare, oltre alla produttività, la qualità e la sostenibilità delle produzioni olearie siciliane”. “Senza dubbio – aggiunge il direttore Scucces – un’opportunità nuova e importante per i produttori di olio associati alla nostra organizzazione di categoria”.

“Stiamo lavorando per nuovi rapporti di filiera, puntando sulla condivisione degli obiettivi, in un’ottica interprofessionale – sottolinea Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura -. Bisogna agire assieme con politiche di aggregazione ed integrazione a livello di comparto agricolo ed industriale, rafforzando l’export, rilanciando i consumi. Bisogna passare dalla competizione sui prodotti, alla competizione sulla soddisfazione dei bisogni del cliente”.

“La produzione dell’olio di oliva destinato ad extravergine in Italia è notoriamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno dell’industria di trasformazione e del consumo – fa notare Pierluigi Tosato, Presidente e AD Carapelli Firenze SpA, gruppo Deoleo -. Inoltre, è ancora troppo bassa la percentuale di conferimento di materia prima in strutture aggregate che possano vantaggiosamente favorire una ordinata commercializzazione del prodotto; anche su promettenti mercati esteri, come gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina”.

In Italia il comparto dell’olio di oliva confezionato crea, ogni anno, un surplus di bilancia commerciale di circa 114 miliardi di euro. Tra aziende ed indotto (packaging, macchinari, logistica), in Italia sono oltre 10mila i dipendenti del settore oleicolo.

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Deoleo, con i suoi brand, tra cui BertolliCarapelli e Sasso, è al primo posto nel settore olio di oliva in Italia, Spagna e Stati Uniti (fonte dati: Nielsen, dicembre 2017), con un valore netto delle vendite di 692 milioni di euro ed un volume di oltre 170 milioni di litri di olio.

Confagricoltura è l’Organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. I datori di lavoro associati rappresentano i due terzi del totale delle imprese del settore e assumono oltre 500 mila lavoratori. Nel comparto olivicolo rappresenta oltre 90 mila aziende, con una produzione commercializzata che supera le 100 mila tonnellate.

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“Coltiviamo Agricoltura Sociale”: presentata la III edizione del concorso nazionale di Confagricoltura

Sostenere l’agricoltura sociale, incoraggiando e accompagnando lo sviluppo di attività imprenditoriali capaci di coniugare sostenibilità e innovazione: questo l’obiettivo di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il bando indetto da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza, con Intesa Sanpaolo e la partecipazione attiva della Rete Fattorie Sociali, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, giunto alla sua terza edizione.

A Roma presso la sede di Confagricoltura sono stati illustrati gli esiti dei progetti che hanno vinto l’edizione 2017. Tre i premiati: la cooperativa agricola Giuseppe Garibaldi di Roma, l’azienda agricola Vivaio Villanova di Foggia e l’azienda agricola sociale Capone di Macerata, che si è aggiudicata la sezione dedicata alle zone colpite dal terremoto. A ognuno è andato un assegno di 40 mila euro con il quale è stato realizzato il progetto, oltre ad una borsa di studio per la frequenza del Master in Agricoltura Sociale (MAS) che è alla terza edizione presso l’Università di Roma Tor Vergata.

E quest’anno si replica con altri 120 mila euro, messi a disposizione da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza – ha sottolineato il suo segretario nazionale Angelo Santori – insieme ai partner, che premieranno i tre migliori progetti presentati da imprenditori agricoli singoli o associati e cooperative sociali e che dovranno riguardare minori e giovani in situazione di disagio, anziani, disabili, immigrati che godono dello stato di rifugiato e richiedenti asilo.

Oltre al premio in denaro, anche quest’anno saranno destinate ai vincitori otto borse di studio per partecipare al ‘Master online in Agricoltura Sociale’ presso l’Università di Roma Tor Vergata, proprio perché – ha evidenziato il prof. Andrea De Dominicis – si punta molto sulla formazione per accompagnare le aziende associate nel percorso di acquisizione delle competenze necessarie per chi si occupa di agricoltura sociale.

I progetti che intendono partecipare al terzo bando dovranno riguardare minori e giovani in situazione di disagio sociale, anziani, disabili, immigrati dotati dello stato di rifugiati o richiedenti asilo e dovranno essere presentati entro il prossimo 15 ottobre. Clicca qui per avere ulteriori informazioni.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo – ha dichiarato il suo direttore regionale Lazio-Sardegna-Sicilia, Pierluigi Monceri per tradizione è sempre stato vicino all’agricoltura in tutte le sue manifestazioni, considerandolo un settore vitale dell’economia. Guardiamo con interesse alle iniziative agricole nel sociale e le favoriamo attraverso ‘Banca Prossima’ che è dedicata esclusivamente al mondo nonprofit; una banca pensata per partecipare alla crescita dell’ ‘economia del bene comune”.

Il presidente della Rete delle Fattorie Sociali, Marco Berardo Di Stefano, è stato particolarmente colpito dalla valutazione che i colleghi irlandesi, incontrati durante un viaggio di studio, hanno dato sull’agricoltura sociale nel nostro Paese: è “brilliant”. “È vero, quelli realizzati sono progetti che ‘brillano’ sul territorio – ha detto -. E che brilleranno ancora di più se si varerà il marchio nazionale con i decreti attuativi della legge 141/15”.

L’agricoltura sociale – ha sottolineato il sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, Alessandra Pesceè l’emblema di un’agricoltura integra, non sfruttatrice ma generosa, in prima fila per la collettività”. Quindi ha sottolineato come i decreti attuativi della legge 141 siano in arrivo.

L’agricoltura – ha concluso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansantiè il contatto tra uomo e natura. E allora chi meglio dell’agricoltore può dar valore al sociale? È bello fare del bene, rendersi utile agli altri. L’agricoltura sociale declina i temi dell’inclusione, dell’aiuto, della vicinanza e della solidarietà”.

In Italia sono quasi 4 mila le realtà rurali che si occupano di portatori di handicap, rifugiati, detenuti, minori in comunità, anziani, dando lavoro a più di 35 mila addetti. Da Nord a Sud questo tipo di agricoltura viene declinata in diversi modi, che rispettano le esigenze sociali e del territorio, ma tutte con un denominatore comune: coinvolgere le “fasce deboli” della società all’interno di quanto stabilito dalla legge 141/2015 sull’agricoltura sociale, portando un beneficio reale all’intera società.

Di seguito i tre progetti che hanno vinto l’edizione 2017:

“Ti p’orto l’orto con l’ape che gira” della Cooperativa G. Garibaldi, Roma

Il progetto nasce dall’esigenza di chiudere il ciclo produttivo della Cooperativa Sociale G. Garibaldi, attivando un punto vendita ambulante, attraverso il quale i giovani adulti con autismo severo della Cooperativa incontreranno al “mercato” la città, portando i frutti del proprio orto e se stessi tra la gente. L’Ape che gira diventa così un moltiplicatore di opportunità di incontro e quindi potenziale strumento abilitativo, oltre che un modo per sensibilizzare i cittadini sui disturbi dello spettro autistico.

“Essenzialmente vivaio” di “Vivai Villanova”, Foggia

Il progetto prevede l’avvio della coltivazione di piante aromatiche – officinali (rosmarino, timo, menta, lavanda) per la produzione di oli essenziali con l’inserimento lavorativo, inizialmente nella fase della produzione primaria, di persone con disagio sociale o disabilità. Il passo successivo comporta il loro inserimento nella fase della trasformazione, che culminerà nella costituzione di una nuova cooperativa, “Gli essenziali”, che vedrà tra i soci proprio le persone target del progetto.

“Ubuntu” di “Apicoltura Capone”, Pollenza in provincia di Macerata (Premio riservato alle zone terremotate)

Il progetto (Ubuntu in africano sud-sahariano indica benevolenza verso il prossimo, forte senso di umanità) prevede l’inserimento di ragazzi fragili che soffrono di ritardo mentale e dello spettro autistico nelle attività aziendali, in particolare nell’apicoltura e nell’equitazione. L’obiettivo è quello di creare una rete di aziende, associazioni ed enti pubblici, per sviluppare idee, proposte e collaborazioni volte alla rinascita economica e allo sviluppo di servizi nelle zone duramente colpite dal terremoto.

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Uva da tavola, produttori siciliani in ginocchio a causa del cracking

Il presidente Musumeci: “Presto un Tavolo di Filiera sull’uva da mensa e la sottoscrizione con l’Università di Catania di una convenzione per la ricerca scientifica per individuare le cause del cracking con fondi regionali”.

In grave sofferenza il comparto dell’uva da tavola siciliana a causa del “cracking”, ovvero una fisiopatia che provoca la lacerazione della buccia degli acini. Oltre a danneggiarsi esteticamente, gli acini vengono così attaccati da agenti di marciumi e muffe.Il cracking è è dovuto ad uno squilibrio ormonale della pianta causato dai trattamenti con fitoregolatori e da altri cofattori (potatura verde, siccità, eccesso di acqua, ecc.).

Quest’anno la fisiopatia si è presentata in modo massiccio in Sicilia, colpendo tutte le coltivazioni di uva da tavola della regione. L’area in cui il fenomeno si è manifestato maggiormente è quella di Mazzarrone. Il sindaco del comune etneo, appena qualche settimana fa, ha richiesto alla Regione il riconoscimento dello stato di calamità.

Per discutere dell’emergenza cracking, venerdì scorso (5 ottobre) è stato organizzato, presso il Palazzo della Regione a Catania, un incontro promosso dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura, retto da Edy Bandiera, e presieduto dal governatore Nello Musumeci.

All’incontro hanno partecipato non solo i sindaci e gli amministratori dei centri agricoli maggiormente colpiti che ricadono nel Calatino, nell’Agrigentino, nel Siracusano e nel Ragusano, ma anche i dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, i vertici delle organizzazioni Cia e Confagricoltura, una rappresentanza di produttori, i docenti del Dipartimento di Agraria dell’ateneo catanese Alessandra Gentile, Giancarlo Polizzi e Alberto Continella. Per la Regione erano presenti il direttore generale del dipartimento Agricoltura Carmelo Frittitta ed i capi dell’Ispettorato agrario di Catania, Siracusa e Ragusa.

Il sindaco di Mazzarrone Giovanni Spada, Comune capofila, ha denunciato la grave situazione di disagio economico determinata quest’anno dal cracking, che ha provocato la esclusione dai mercati di buona parte della produzione di Uva Italia coltivata in Sicilia. Sulla stessa linea anche gli altri interventi e l’invito al governo regionale a promuovere ogni iniziativa a sostegno dei produttori colpiti.

In particolare, è stata evidenziata la necessità di ottenere la deroga all’obbligo di assicurarsi ai fini della copertura del danno, la esenzione dagli oneri contributivi e ogni altra misura finalizzata ad evitare che le aziende agricole diventino morose con l’Inps e gli Istituti di credito per la impossibilità di far fronte ai pagamenti alle scadenze ormai prossime.

Molta attenzione è stata rivolta alla necessità di trovare soluzioni per migliorare la elasticità della buccia del prodotto e sulla opportunità di puntare per il futuro su nuove varietà autoctone, per le quali i docenti universitari hanno lavorato in questi anni con risultati soddisfacenti. Puntuale la relazione del direttore del dipartimento Frittitta, che ha riproposto il contesto normativo – regionale, nazionale e comunitario- entro il quale la Regione può agire per venire incontro alle esigenze dei produttori danneggiati.

L’incontro si è concluso con l’intervento del presidente Nello Musumeci che ha assicurato, per i prossimi giorni, l’adozione da parte del governo regionale della delibera con la quale sarà chiesta al governo centrale la dichiarazione dello stato di calamità, secondo le delimitazioni territoriali già pervenute dagli ispettorati provinciali.

Musumeci ha anche annunciato l’istituzione di un Tavolo di filiera sull’uva da mensa e di voler sottoscrivere con l’Università di Catania una convenzione finalizzata alla ricerca scientifica per individuare le cause del cracking, con fondi regionali.

Al ministro dell’Agricoltura sarà consegnato un dossier con le richieste dei produttori affinché si intervenga, fra l’altro, sull’Inps e sull’Abi, per consentire le deroghe essenziali alle aziende siciliane che rischiano di restare in ginocchio.

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Fiera Agroalimentare Mediterranea: tagliato il nastro di un’edizione da record per aziende espositrici e capi di bestiame in mostra

All’Assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera il compito di tagliare il nastro della 44^ edizione della Fiera Agroalimentare Mediterranea.

Stamattina in contrada Nunziata a Ragusa si sono aperti i battenti della 44^ Fiera Agroalimentare Mediterranea, con una affollata cerimonia di inaugurazione alla quale hanno partecipato le massime autorità civili e militari provinciali, il Presidente della Commissione Attività Produttive On. Orazio Ragusa e i vertici della Camera del Commercio del Sud-Est, organizzatrice dell’evento che si conferma il più importante del settore dell’area del Mediterraneo.

Quest’anno edizione dei record per i numeri eccezionali di presenze in termini di aziende espositrici e di capi di bestiame in mostra. Subito dopo il taglio del nastro, il corteo delle autorità ha percorso tutta la Fiera, passando in rassegna i tantissimi stand che occupano interamente i quarantamila metri quadrati a disposizione.

L’assessore Bandiera ha voluto evidenziare la vicinanza della Regione ad un comparto fondamentale per l’economia siciliana e si è complimentato con gli operatori del settore che hanno voluto con la loro presenza partecipare ad un momento fondamentale di confronto e di rilancio per il settore. Bandiera ha fatto anche due importanti annunci: a breve ripartiranno i controlli zootecnici sugli animali, centralizzando il lavoro in Regione attraverso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che fa capo all’Assessorato regionale all’Agricoltura e che avrà il compito di controllare e censire gli animali puntando alla valorizzazione delle razze autoctone. L’assessore ha anche annunciato la riapertura dell’Agenzia per la Sicurezza e il Controllo degli Alimenti, chiusa da tanti anni, ma pronta a ripartire grazie alla dotazione di macchinari e attrezzature. Per la riapertura si sono chiusi accordi tutti di natura pubblica che consentiranno di dotare il territorio del sud-est di questo presidio fondamentale che permetterà ai produttori di ottenere certificazioni sulla loro attività senza necessariamente andare fuori sede.

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Al taglio del nastro è stato presente il Presidente della Camera di Commercio del Sud-Est Pietro Agen, accompagnato dai componenti di Giunta Sandro Gambuzza e Salvatore Guastella, dal consigliere camerale Giuseppe Giannone e dal segretario generale, Alfio Pagliaro. Agen ha evidenziato come una realtà come la F.A.M., molto sentita dal territorio, meriti maggiori investimenti soprattutto dal punto di vista infrastrutturale e che i fondi che sarà possibile recuperare dalla vendita delle quote delle strutture aeroportuali permetteranno importanti investimenti in tal senso sul territorio. Tra questi la possibilità di un grande polo fieristico, con un centro di formazione eno-gastronomica, grandi parcheggi e collegamenti veloci.

Importante il contributo dato anche quest’anno all’evento dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, il Presidente Schininà ha voluto sottolineare personalmente la storica vicinanza della BapR alla Fiera. Il Sindaco del Comune di Ragusa Peppe Cassì ha ribadito la bontà dell’evento e lo sforzo che l’Ente ha in programma di fare in vista del futuro per la creazione di un polo fieristico. Vicinanza espressa anche dal Commissario del Libero Consorzio dei Comuni di Ragusa Salvatore Piazza.

La F.A.M è realizzata grazie al sostegno di diversi soggetti istituzionali e organizzazioni di categoria. Tra queste, Confagricoltura Ragusa, con la piena consapevolezza dell’importanza strategica rappresentata dalla Fiera, in quanto momento di grande rilevanza di promozione del mondo agroalimentare ibleo e siciliano.

Fino a domenica ci saranno decine e decine di manifestazioni, concorsi, eventi. Per tenersi aggiornati basta collegarsi al sito www.famragusa.it e sulla pagina facebook FAM Ragusa. Per recarsi in Fiera sono stati messi a disposizione bus-navetta da sabato pomeriggio e per tutta la giornata di domenica.

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Agriturismi: nel 2017 più presenze e valore economico, aumentano le imprese al femminile

Cosimo Melacca, presidente di Agriturist (Confagricoltura): “Un trend positivo per l’agriturismo a conferma dell’interesse dei turisti italiani e stranieri per vacanze nelle aziende agricole”.

Il dato più evidente delle cifre 2017 sull’agriturismo appena pubblicate dall’ISTAT è il netto e costante aumento, negli ultimi 10 anni, delle aziende agricole che hanno investito sull’avvio dei servizi di ospitalità. Lo rileva Agriturist, Associazione per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio di Confagricoltura, attribuendo questo sviluppo al desiderio di un turismo diverso, più rilassato, alla scoperta dell’Italia dei borghi, dell’enogastronomia, delle tradizioni agricole, che permette di vivere un’esperienza sempre più legata al territorio, al made in Italy e al concetto di benessere inteso nel senso più ampio del termine.

Negli ultimi dieci anni sono aumentati i posti letto (+40,7%), le piazzole di sosta (+66,5%) e i posti a sedere (37,1%), ma è cresciuta moltissimo l’offerta di sport e attività varie, a dimostrazione che all’interesse per una vacanza rilassata, che segue i ritmi della campagna e della natura e che permette di gustare prodotti agricoli di qualità vanno uniti pacchetti turistici integrati con attività diverse dal trekking, alle passeggiate a cavallo, dai corsi di cucina al benessere. Accanto ai dati positivi – rimarca Agriturist – va anche segnalato che 1376 aziende, nel 2017, hanno cessato la loro attività.

Sottolineo puntualmente – ricorda Cosimo Melaccacome la nostra agricoltura, insieme alla cultura e all’arte, costituiscano un universo unico, che fa bene al turismo, all’economia, alla società: un patrimonio irripetibile da valorizzare, tutelare e difendere dalla concorrenza sleale. L’abusivismo è un problema che esiste e a cui va assolutamente trovata, nelle sedi opportune, una soluzione. Gli operatori non autorizzati, di cui è impossibile avere cifre ufficiali, danneggiano l’intero sistema turistico”.

Sono aumentati gli agriturismi che producono Dop e Igp, cosi’ come è netta la connotazione “al femminile” della crescita dell’agriturismo nel 2017: sono 8.483 gli agriturismi gestiti da donne. L’agriturismo – conclude la nota di Agriturist – ha tutte  le carte in regola per intercettare quote significative del turismo mondiale. Le potenzialità di sviluppo dell’offerta sono ancora notevoli, soprattutto in termini di antichi edifici rurali da recuperare per l’accoglienza, con la proposta di attività diversificate, per venire incontro alle nuove richieste della collettività e l’offerta di specialità enogastronomiche “made in Italy”, da valorizzare tramite la ristorazione e la vendita sul posto.

 

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Grande attesa per l’edizione 2018 della Fiera Agroalimentare Mediterranea: si parte venerdì

Presentata sabato quella che sarà un’edizione da record, con ben quarantamila metri quadrati di spazi espositivi. All’inaugurazione di venerdì prossimo, 28 settembre alle 10.30 al Campo Boario a Ragusa, sarà presente il presidente della Camera di Commercio del Sud Est, Pietro Agen. A tagliare il nastro l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera

La 44^ edizione della Fiera Agrolimentare Mediterranea, aprirà i battenti venerdì prossimo ma l’evento è già sold out. Non un solo metro quadrato dei quarantamila a disposizione è rimasto vuoto: questo il dato più esplicativo del successo organizzativo della F.A.M. che già lo scorso anno aveva preannunciato di scommettere su un futuro più grande. La F.A.M. sarà visitabile da venerdì 28 a domenica 30 settembre.

La presentazione della Fiera Agroalimentare Mediterranea è avvenuta sabato mattina nella consueta conferenza stampa di presentazione tenuta alla Camera di Commercio di Ragusa. I dati illustrati annunciano che quest’anno il Foro Boario di contrada Nunziata sarà stracolmo. Le aziende zootecniche hanno raddoppiato il numero dei capi di bestiame presenti in Fiera, a dimostrazione del fatto che c’è voglia di investire e rilanciare e che la F.A.M rappresenta un’importante opportunità di crescita e di confronto.

La F.A.M. si conferma strumento di promozione, efficace vetrina commerciale e occasione preziosa per agricoltura e zootecnia, ma è evidente anche che, adesso più che mai, è necessario che anche le strutture ed i servizi vengano incontro alla domanda sempre più in crescita del tessuto economico del territorio.

Ad aprire i lavori dell’affollata conferenza stampa è stato il dott. Vito D’Antona, dirigente della Camera che ha salutato tutti gli intervenuti, tra cui l’ex Presidente della CamCom di Ragusa e consigliere della Camera accorpata, Giuseppe Giannone, il presidente del Consorzio provinciale allevatori di Ragusa, Gianni Campo e Gianni Molè in rappresentanza del Libero Consorzio di Ragusa.

I numeri eccezionali, illustrati dalla responsabile dell’organizzazione della F.A.M, la dott.ssa Giovanna Licitra, confermano l’appuntamento di fine settembre come il più grande del settore, nell’area del Mediterraneo. Sono 52 le aziende espositrici di bovini, 330 i capi di bestiame presenti appartenenti alle razze Modicana, Frisona, Cherolaise, Limousine, Pezzata Rossa, Bruna e poi ancora 9 aziende per gli equini e 4 per gli asinini, 350 gli animali di bassa corte. Ben 55 le aziende espositrici della meccanizzazione, 65 le aziende agroalimentari, 12 quelle dell’utensileria, 2 le aziende florovivaistiche con circa 80 esemplari di piante e alberi, 20 le aziende per il settore delle attività al servizio dell’agricoltura e della zootecnia.

In rappresentanza della Camera di Commercio del Sud Est, il componente della Giunta Camerale Sandro Gambuzza che ha portato il saluto del Presidente Pietro Agen ed ha voluto evidenziare l’appoggio corale della Camera di Commercio del Sud Est, vicina alle istanze del territorio, che rappresenta motivo di serenità per il futuro della Fiera stessa. Gambuzza ha quindi invitato ad una riflessione sulla opportunità di investire sulle infrastrutture perché è evidente che, se la fiera ha raggiunto questi numeri, è perché ha saputo rinnovarsi e bisogna, quindi, proseguire su questa strada. Gambuzza ha infine annunciato che all’inaugurazione sarà presente l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera.

Il Sindaco di Ragusa Peppe Cassì ha dichiarato la sua soddisfazione per i numeri citati ed ha assicurato l’impegno dell’ente Comune a trasformare il sito in un polo fieristico polifunzionale che abbia al centro questo evento, ma non solo. Cassì ha annunciato che il Comune di Ragusa ha raddoppiato il numero di servizi igienico-sanitari, che saranno messi a disposizione dei visitatori dei bus-navetta sabato pomeriggio e per tutta la giornata di domenica e che gli orari delle navette sono stati ampliati.

Arturo Schininà presidente della Banca Agricola Popola di Ragusa, nel suo intervento ha manifestato il suo appoggio all’evento che rappresenta una grande occasione proiettata alla crescita del territorio. Un modo per reagire alla tendenza depressiva che bisogna necessariamente capovolgere. Questo è possibile puntando sulla qualità e sul fattore del richiamo turistico. Si può fare di più, la provincia merita di più.

La F.A.M. è organizzata dalla Camera di Commercio di Ragusa, con la collaborazione del Comune di Ragusa e del Consorzio Provinciale Allevatori di Ragusa, e con il contributo dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura, dell’IZS Ragusa, della Federazione Provinciale Coltivatori Diretti Ragusa, della Confederazione Italiana Agricoltori, di Confagricoltura Ragusa, dell’Associazione Provinciale Commercianti Ragusa, della Confindustria Ragusa, della CNA Ragusa e della Confartigianato Ragusa.

Per tenersi informati sul programma è possibile collegarsi al sito www.famragusa.it. Il calendario degli eventi, dei concorsi, dei convegni, seminari, presentazioni commerciali delle aziende espositrici, delle manifestazioni equestri e degli altri eventi può essere consultato anche sulla pagina Facebook FAM Ragusa.

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Quali priorità per l’agrumicoltura siciliana? Conferenza stampa a Paternò

Tali priorità saranno oggetto di un documento che la filiera agrumicola presenterà al ministro perle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e al sottosegretario all’Agricoltura, Alessandra Pesce

Le priorità da affrontare con urgenza per lo sviluppo dell’agrumicoltura siciliana saranno esposte dalla filiera agrumicola siciliana nel corso della conferenza stampa promossa da Distretto Agrumi di Sicilia, Confagricoltura Catania, CIA Sicilia e Confcooperative Sicilia-Federagripesca Sicilia, che si terrà giovedì 20 settembre alle 10,30 nella Biblioteca Comunale di Paternò, città il cui territorio è altamente agrumetato.

Tali priorità saranno oggetto di un documento che la filiera agrumicola presenterà al ministro perle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e al sottosegretario all’Agricoltura, Alessandra Pesce, facendo seguito all’incontro dello scorso 21 luglio a Catania a cui prese pare anche il vice premier Luigi Di Maio.

Alla conferenza stampa, dopo i saluti del sindaco di Paternò, Antonino Naso e dell’assessore Franco Pennisi, interverranno: Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia; Giuseppe Di Silvestro, presidente CIA Sicilia Orientale; Giovanni Selvaggi, presidente Confagricoltura Catania; Luciano Ventura, segretario generale Confcooperative Sicilia e Nino Accetta, presidente Confcooperative Fedagripesca Sicilia.

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Florovivaismo, Confagricoltura: “Confermare il bonus verde anche per il 2019”

Confagricoltura: “Il bonus verde va confermato anche per il 2019. Apprezzabili le dichiarazioni del ministro Centinaio sui benefici per ambiente e salute”

“Il bonus verde con le detrazioni fiscali per la sistemazione a verde di giardini, terrazze e balconi va riconfermato anche nella legge di Bilancio 2019”. Lo chiede Confagricoltura in una nota.

“Con il bonus verde si è sfatato il pregiudizio che le opere a verde privato debbano essere considerate una spesa ‘estetica’ e non un beneficio per l’ambiente, per la salute dei cittadini e per il loro portafoglio – sottolinea Francesco Mati, presidente nazionale della Federazione Florovivaismo di Confagricoltura -. Ha ragione il ministro per le Politiche agricole Centinaio quando afferma che il bonus verde è importante per l’ambiente, l’economia e la salute. La sua applicazione non solo ha generato un aumento dell’interesse per i giardini, ma ha favorito anche giardinieri e aziende che operano alla luce del sole”.

Attualmente con il bonus – ricorda Confagricoltura – è prevista un’apposita detrazione ai fini IRPEF nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. La detrazione  spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni (bonifici ‘parlanti’, ecc.).

“Auspichiamo – conclude Francesco Mati – che, con la prossima Finanziaria, sia possibile proseguire con il bonus verde e magari, come accaduto per il settore edile, incrementarne la percentuale a detrazione o l’imponibile”.

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Giunta Confagricoltura: “Necessario piano nazionale di rilancio per l’olio extravergine d’oliva”

La mancata soluzione dei problemi legati alla Xylella e il rischio di nuove importazioni agevolate dalla Tunisia, stanno mettendo a dura prova il comparto, fiore all’occhiello dal made in Italy

Un grande piano nazionale a sostegno dell’olio extravergine d’oliva. La proposta arriva dalla giunta di Confagricoltura – che si è riunita ieri a Napoli – di fonte alle crescenti difficoltà che sta attraversando il comparto, stretto tra i problemi sanitari e quelli di mercato.

È ormai urgente – a parere dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli – trovare una soluzione per risolvere la drammatica crisi economica provocata dalla Xylella, con provvedimenti straordinari a sostegno degli produttori e degli operatori del settore.

Occorre – sottolinea Confagricoltura – un coordinamento tra tutte le Istituzioni per poter garantire da subito i provvedimenti necessari a far ripartire l’economia olivicola, che rappresenta una parte essenziale della produzione nazionale”.

Oltre ai problemi sanitari, preoccupa Confagricoltura la conferma da parte della Commissione europea della richiesta, da parte della Tunisia,  di estendere per altri due anni la concessione del contingente aggiuntivo di 35.000 tonnellate di olio di oliva in esenzione da dazio nelle esportazioni verso l’UE. Confagricoltura ribadisce la sua posizione e chiede una valutazione d’impatto preventiva.

Aumentare il contingente agevolato per l’olio importato dalla Tunisia potrebbe costituire un rischio per i produttori europei ed in particolare per quelli italiani – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – influenzando negativamente gli equilibri del mercato interno UE e le quotazioni dell’olio d’oliva. Considerato anche che nei due anni in cui il provvedimento è stato attivo non si sono riscontrati vantaggi per il mercato e l’economia tunisina.”

Confagricoltura, già nel 2016, si era mobilitata scrivendo al ministro delle Politiche agricole e ai componenti delle commissioni competenti di Camera e Senato per sollecitare interventi correttivi per mitigare gli effetti negativi delle importazioni a dazio zero di olio dalla Tunisia. E nello scorso mese di giugno aveva scritto all’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, ai commissari al Commercio e all’Agricoltura, agli europarlamentari italiani e ai presidenti di Camera e Senato, per chiedere una valutazione preventiva adeguata degli effetti di un’eventuale rinnovo delle condizioni agevolate alla Tunisia  per le esportazioni di olio nella UE. e che – in base ai dati diffusi dal ministero dell’Agricoltura tunisino – da inizio stagione al 31 marzo 2018 ha aumentato le esportazioni del 124% rispetto alla campagna precedente. La stessa Commissione europea attesta che, nella prima settimana del 2018, le esportazioni di olio di oliva dalla Tunisia alla UE hanno raggiunto  56.700 tonnellate, pari alla quota annuale del contingente ordinario a dazio zero.

 

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Caporalato, Agrinsieme in prima linea contro lavoro irregolare e sfruttamento nelle campagne

“Agrinsieme ha sempre appoggiato e continuerà a sostenere ogni iniziativa finalizzata a combattere qualsiasi fenomeno di lavoro irregolare e di sfruttamento della manodopera, in agricoltura così come in altri settori produttivi, ed è al fianco delle imprese che si comportano in maniera etica”. Così il coordinamento che riunisce le organizzazioni professionali Cia, Confagricoltura e Copagri e le centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, esprimendo soddisfazione per l’odierna riunione alla Prefettura di Foggia del Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.

“L’incontro, convocato dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, rappresenta per noi il punto di partenza per un contrasto più incisivo ad un fenomeno che, pur interessando aree circoscritte del Paese, danneggia l’immagine e il lavoro onesto della maggioranza delle imprese e cooperative agricole, andando anche a incidere sul loro reddito”, ha detto il coordinatore di Agrinsieme Franco Verrascina, che è intervenuto alla riunione odierna, nell’ambito della quale ha consegnato al Ministro un documento contenente le proposte del coordinamento in materia.

“Il caporalato è un problema sociale nazionale, che pur interessando aree circoscritte del Paese va affrontato secondo una logica nazionale, con una discussione approfondita sulla filiera agroalimentare. Ben vengano dunque i maggiori e rafforzati controlli annunciati dal Governo, sempre nell’ottica di una maggiore qualità e semplificazione, sapendo tuttavia che questi da soli non bastano e che la questione va affrontata a 360°, lavorando sul concetto di ospitalità e integrazione. Ospitalità e integrazione vanno poi coniugate seguendo un ragionamento di sistema che agisca su leve economiche e puntando ad una sinergia comune che miri alla piena legalità e al giusto prezzo”.

“La Legge 199/2016, a causa della mancanza di chiarezza in alcune sue disposizioni, in alcune casi assolutamente inapplicabili, ha determinato sinora scarsi risultati concreti, e necessita pertanto di essere rivista. È ad esempio necessario – propone Agrinsieme – intervenire per una maggiore e più chiara distinzione tra reati gravi/gravissimi e violazioni, anche solo meramente formali, agire sulla riduzione degli oneri burocratici e produttivi, accompagnare la revisione normativa con un profondo impegno politico e istituzionale per incentivare le assunzioni e mettere le aziende agricole nelle condizioni di consolidare gli importanti e positivi trend occupazionali del settore”.

Il presidente di Confagricoltura Ragusa: “Il caporalato al centro dell’attività della nostra Unione Provinciale”

“La battaglia al caporalato è al centro dell’attività di Confagricoltura Ragusa“, spiega il presidente dott. Antonino Pirrè. Che aggiunge: “La nostra unione provinciale è molto attenta al fenomeno, infatti ci siamo imposti una regola interna che prevede l’immediata espulsione per le aziende agricole che si macchiano di questo reato che reintroduce nuove forme di schiavismo nelle nostre campagne. E, nel contempo, siamo onorati di avere tra gli associati alla nostra Unione Provinciale il vincitore del premio Welfare Index 2018 (Dott. Roberto Giadone – Natura Iblea), un riconoscimento che valorizza le aziende attente al benessere dei lavoratori a 360 gradi. Esempi come Natura Iblea rappresentano il nostro modello di azienda agricola, in cui l’attività di business non travalica i diritti di nessuno ma, piuttosto, produce benessere diffuso, autentico e per tutti”.

“Noi continueremo la nostra azione – spiega il dott. Pirrè – mirata ad apportare dei correttivi alla legge 199/2016, che riteniamo giusta nei principi ispiratori, ma che necessita di correttivi per renderla più giusta e efficace nel colpire i casi di effettivo sfruttamento, senza il rischio di sanzionare, ed in maniera pesante, i casi di illecito di tipo amministrativo. Siamo disponibili inoltre, anche attraverso il sistema della bilateralità, a mettere in campo iniziative volte a dare attuazione , insieme alle Istituzioni deputate, al piano di intervento preventivo previsto dalle legge e fino ad a oggi praticamente inattuato e disatteso.

“Stupisce piuttosto – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – la posizione espressa da altra associazione datoriale di appoggio, pieno ed incondizionato, all’impianto sanzionatorio della legge i cui profili possono destare dubbi anche di incostituzionalità”.

 

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