Carrube, prezzi record. Pirrè (Confagricoltura): “Boccata di ossigeno per i produttori”

Pubblichiamo di seguito l’articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia di oggi, 6 febbraio 2019, a firma di Marcello Digrandi

Questa volta i produttori hanno avuto la meglio. In un mercato senza regole certe. La vendita e la commercializzazione delle carrube dipende da mille fattori. Il prezzo al rialzo, con quotazioni record, dovute anche alla scarsa produzione degli anni precedenti, ha portato nelle casse dei piccoli produttori 20 milioni di euro. Con una produzione, quest’anno, di circa 19 mila tonnellate di carrube su una superficie di 26 mila ettari. Un mercato impazzito con quotazioni tra i 64 e i 70 centesimi al chilo.

Per tante piccole aziende agricole gli alberi di carrubo sono fonte di sostentamento indispensabile. In Sicilia la produzione è stata pari a 32mila tonnellate, di cui il 60% in provincia di Ragusa (nei territori di Santa Croce Camerina, Comiso, Vittoria, Giarratana, Ragusa, Modica e Scicli).

Il mercato al rialzo ha creato qualche problema solo ai commercianti e ai trasformatori“, spiega Lorenzo Antoci, amministratore dell’azienda Sicilian Carob Flour. “Ai commercianti che non hanno potuto speculare sul prezzo e ai trasformatori perché si sono ridotti i margini di trasformazione. Con pochissimi margini di guadagno per chi, come noi, lavora con il trasformato per la produzione della farina di carruba. La causa primaria del prezzo così alto è sicuramente da addebitare allo scarso raccolto degli anni precedenti (circa il 50% in meno di un raccolto normale)“.

Per i prossimi anni – continua Antoci – ci auguriamo che il prezzo dei prodotti finiti si mantenga abbastanza alto, in modo che possa goderne tutta la filiera“.

Nel Ragusano sono una decina le industrie di trasformazione delle carrube, alcune delle quali esportano in tutto il mondo. Il presidente provinciale di Confagricoltura, Antonino Pirrè, parla della filiera del carrubo come uno strumento indispensabile in un mercato così complesso. “Il prezzo delle carrube quest’anno è stato più alto che in passato. E i produttori – spiega Pirrè – sono riusciti a prendere una boccata di ossigeno. Il prezzo basso degli anni scorsi non ha consentito ai produttori di sostenere i costi della raccolta, interamente manuale e molto dispendiosa per via delle caratteristiche della pianta e del frutto e, soprattutto, non ha consentito di effettuare i lavori di potatura e di manutenzione delle piante, necessari per mantenere una produzione di buon livello“.

Per questo – aggiunge il presidente di Confagricoltura – spero che si torni a credere in questa coltura che, più di ogni altra, caratterizza la nostra provincia, insieme ai muri a secco. Bisogna seriamente pensare ad una filiera del carrubo con una serie di accordi che possano permettere a tutti gli attori (produttori, commercianti e trasformatori) di poter ricevere una remunerazione equa, che possa permettere di mantenere l’esistente e, perché no, spingere verso nuovi impianti“.

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Confagricoltura Donna Sicilia punta su economia circolare, formazione e innovazione

Confagricoltura Donna Sicilia, l’organizzazione il cui scopo principale è quello di dare rappresentanza politico sindacale ad una componente significativa dell’agricoltura regionale, ha definito il nuovo programma di attività per il prossimo triennio.

Dopo un attento esame degli scenari futuri ed in particolare degli indirizzi della nuova PAC post 2020 è stato deciso di allargare il proprio raggio di azione includendo attività legate alla valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, formazione ed innovazione ed in materia di “green” ed economia circolare.

Nel corso dell’Assemblea programmatica, tenutasi a Palermo presso la sede della Confagricoltura regionale, è stato anche deliberato di mettere in agenda il problema delle mutazioni climatiche e ciò per non trovarsi costretti a subire, senza alcuna opera di prevenzione, i danni provocati dalle calamità naturali, calamità che per la loro frequenza non possono più essere definiti “eventi eccezionali”.

Per quest’ultimo punto le imprenditrici agricole di Confagricoltura Sicilia hanno auspicato l’emanazione di interventi regionali per rendere meno costose le polizze assicurative.In questo modo – ha evidenziato la presidente Maria Pia Piricòsi creerebbero le condizioni per avvicinare le aziende agricole a questo strumento assicurativo, poco utilizzato in Sicilia, che consente, nel caso di calamità declarate, di ottenere risorse finanziarie in tempi certi per l’immediata ripresa produttiva”.

Nel corso dell’appassionata assemblea è stato ricordato il lavoro che le donne svolgono, da sempre ed il più delle volte dietro le quinte, all’interno delle aziende agricole siciliane e che ora, grazie alle associazioni di genere, si sta tentando di riportare nei binari delle pari opportunità. Sotto l’aspetto normativo gran parte delle iniziative finora adottate non convincono del tutto le signore in verde. Uno dei motivi di scetticismo è legato alla constatazione che le priorità previste all’interno dei provvedimenti per la concessione di incentivi agli investimenti non producono gli effetti sperati poichè il contesto generale concorre successivamente ad azzerare tutti i vantaggi iniziali.

Negli ultimi anni ed in controtendenza con i vari indicatori statistici la presenza di donne alla guida di imprese ha seguito un trend positivo. In Sicilia, secondo gli ultimi dati rilevati da UnionCamere, su un totale di oltre 25 mila aziende condotte al femminile, il settore agricolo si posiziona, con il 29%, al terzo posto della speciale classifica, subito dopo i servizi e le attività socio-sanitarie.

Da un esame delle schede di adesione all’associazione è emerso un dato abbastanza significativo ovvero l’alta percentuale di aziende condotte in regime biologico o in conversione. Altri elementi qualificanti riguardano la presenza di più indirizzi produttivi all’interno della stessa azienda, mandando in soffitta la tradizionale monocoltura, il rispetto del principio di vocazionalità dei territori attraverso la reintroduzione di varietà autoctone e l’elevata propensione verso tutte le forme di certificazione di qualità dei prodotti agricoli.

Per quest’ultimo aspetto l’assemblea di Confagricoltura Donna Sicilia, che tornerà a riunirsi a metà febbraio per procedere al rinnovo delle cariche sociali, ha espresso molto interesse nei confronti del marchio regionale “Qualità Sicura Sicilia” auspicando l’immediata emanazione dei disciplinari di produzione da parte dell’assessorato all’agricoltura.

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DL semplificazioni: obbligo etichettatura per tutti i prodotti alimentari

Centinaio: “Vince il Made in Italy, i produttori onesti e i consumatori”. Giansanti: “Etichettatura risultato importante, ma tante semplificazioni non sono state prese in considerazione”.

“Vince il Made in Italy, vincono i produttori onesti e i consumatori che ora potranno scegliere in totale trasparenza. Niente più informazioni ingannevoli né falsi sulle nostre tavole. Lo avevamo promesso e ora portiamo a casa questo importante risultato. Ce lo avevano chiesto i cittadini, le associazioni di categoria e le nostre aziende che ogni giorno, con il loro lavoro e le eccellenze agroalimentari prodotte, portano in alto il nome del nostro Paese nel mondo. Noi siamo dalla loro parte.”

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, sull’approvazione in Senato dell’emendamento al decreto legge Semplificazioni che prevede l’obbligo di etichettatura di origine per tutti i prodotti alimentari.

Giansanti: persa un’occasione importante. Inspiegabile lo stralcio dei provvedimenti per Xylella e Puglia

“Si è persa un’occasione per semplificare veramente”: così il presidente di Confagricoltura commenta il decreto legge Semplificazioni. “Doveva essere un provvedimento – aggiunge Giansanti – che serviva alle imprese per migliorare e superare norme che appesantiscono inutilmente le incombenze delle aziende, ma per l’agricoltura i risultati raggiunti sono veramente limitati”.

“Etichettatura e snellimento della denuncia aziendale rappresentano un risultato importante, ma tante possibili semplificazioni non sono state prese in considerazione. Inspiegabile lo stralcio delle previsioni normative per la Xylella e per le aziende agricole pugliesi colpite dalle gelate”.

“Le aziende del comparto olivicolo pugliese – spiega il presidente di Confagricoltura – attendevano con fiducia l’emendamento che è stato stralciato, che sarebbe servito ad alleviarne le difficoltà. Senza il decreto, il rischio per moltissimi imprenditori che aspettavano la sospensione delle cambiali agrarie e lo slittamento delle rate dei mutui è di un conseguente peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie”.

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Cgil, Giansanti (Confagricoltura): “Auguri a Landini. Continuare nella direzione del dialogo costruttivo”

Le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro sono giunti al neo segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, e da tutta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli.

La nomina di Landini – dice il presidente Giansanti – arriva in un momento particolarmente importante del nostro Paese, in cui occorre rafforzare il confronto tra le parti sociali ed il governo, essenziale per la crescita e la competitività delle imprese e dell’occupazione.”

In questo senso il presidente Giansanti auspica di poter continuare nella direzione del dialogo costruttivo con il sindacato dei lavoratori.

Le congratulazioni di Confagricoltura vanno anche al segretario della Flai Ivana Galli, che entra a far parte della nuova segreteria generale.

“L’ingresso, per la prima volta, del segretario della Flai nella segreteria confederale – conclude Giansanti – è fatto importante per un settore, come quello agricolo, chiamato a svolgere un ruolo sempre più determinante nel nostro Paese.

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Ragusa, il dott. Ignazio Nicastro nominato componente del Consiglio Direttivo del Corfilac

Il sindaco Peppe Cassì nomina Ignazio Nicastro componente del consiglio direttivo del Consorzio per la ricerca filiera lattiero casearia di Ragusa

Con propria determina il sindaco Peppe Cassì ha provveduto a nominare il dott. Ignazio Nicatro quale componente del Consiglio direttivo del Consorzio per la ricerca filiera lattiero casearia di Ragusa.
Il primo cittadino infatti in base a quanto previsto dall’art. 8 dello Statuto dello stesso Consorzio approvato con deliberazione della G.M. n. 448 del 20/11/2018 provvede alla nomina di uno dei membri del Consiglio direttivo; altri due componenti come previsto sempre dallo statuto vengono invece nominati rispettivamente dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e dall’Università degli Studi di Catania.

Il dott. Nicastro, agronomo, dal 2009 è uno dei due vicepresidenti di Confagricoltura Ragusa ed ha, tra l’altro, collaborato dal 1998 al 2000 con il Corfilac a scopo di ricerca nella preparazione del disciplinare di produzione del formaggio “Ragusano”,occupandosi degli aspetti dell’alimentazione del bestiame nelle aziende che caseificano e delle tecniche di gestione degli allevamenti.

Sono lieto della nomina –  commenta a caldo il dott. Nicastro – e, nello stesso tempo, consapevole delle difficoltà che dovremo gestire. Il Corfilac va rilanciato partendo dal superamento delle precarietà finanziarie degli anni scorsi e, su questo versante, la Regione deve fare la sua parte con continuità. Inoltre la ricerca deve essere integrata con un rilancio delle aziende zootecniche di tutto il territorio siciliano”.

Congratulazioni e auguri di buon lavoro al proprio vice-presidente da parte di Confagricoltura Ragusa, nella certezza che saprà dare un contributo prezioso nell’imprimere il giusto e necessario rilancio al Consorzio di Ricerca Filiera Lattiero-Casearia.

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Danni da gelo nel Ragusano, Pirrè: “Agevolare l’attivazione delle polizze assicurative”

Riportiamo di seguito il testo dell’articolo di Marcello Di Grandi apparso oggi, mercoledì 16 gennaio, su Il Giornale di Sicilia con la dichiarazione del presidente di Confagricoltura Ragusa 

Le colture danneggiate rientrano nel piano assicurativo. Senza la polizza assicurativa, gli imprenditori agricoli colpiti dalle gelate dei giorni scorsi avranno pochissime possibilità di essere indennizzati. L’allarme viene lanciato da Confagricoltura Ragusa, con il presidente dott. Antonino Pirrè, che chiede di attivare, da subito, uno strumento legislativo a sostegno delle imprese agricole che vogliono attivare le polizze. “Stiamo parlando di un costo eccessivamente alto per una piccola-media azienda serricola. Lo stato – commenta il presidente di Confagricoltura – potrebbe incentivare, attraverso lo sgravio fiscale e un sostegno al reddito, l’attivazione delle polizze che sono di fondamentale importanza per quelle aziende che producono in serra o a pieno campo”.

L’intera fascia trasformata, da Scicli a Marina di Acate, è stata gravemente danneggiata dal maltempo dei giorni scorsi. La tradizionale copertura di plastica non è riuscita a riparare dal gelo intere piantagioni di zucchine, peperoni e pomodori. Il 20% delle colture è stato danneggiato. Alla quantificazione dei danni immediati, bisogna aggiungere quelli che si verificheranno in seguito, sia sugli ortaggi che su frutteti e oliveti, con le piante compromesse dal freddo. Il problema per le altre coltivazioni invernali è quello del rallentamento della crescita, sia nell’interno che nella costa. Ai danni subiti dalle colture si aggiungono le difficoltà logistiche create dal maltempo, viste le attuali condizioni della viabilità, specie in alcune aree del territorio ragusano.

“Le gelate – spiega Pirrè – rientrano tra le calamità del Piano Assicurativo Nazionale. Il nostro auspicio è che sia da subito un tavolo di concertazione tra lo Stato, le organizzazioni agricole e la Regione per capire il da farsi. Si potrebbero attivare strumenti legislativi ad hoc per incentivare le aziende a stipulare le assicurazioni”.

L’Ispettorato Provinciale all’Agricoltura invita le aziende a segnalare alla Condotta Agraria di Riferimento e agli uffici dell’Ispettorato i danni subiti. Le richieste e le domande inoltrate sono state, fino ad ora, pochissime. “Abbiamo attivato – spiega il dirigente dell’Ispettorato, Giorgio Carpenzano – i nostri funzionari in tutto il territorio provinciale, sensibilizzando anche le organizzazione agricole a raccogliere le segnalazioni. Siamo certi dell’entità dei danni, sia per le colture in serra, che a pieno campo. Ma non siamo in grado di parlare di numeri o dati. Il nostro compito è raccogliere le segnalazioni con la documentazione e trasmetterle all’Assessorato regionale competente. I danni, in questa prima fase, sono ingenti, specie nelle colture a pieno campo e in serra”.

Al danno si aggiunge la beffa per lavoratori agricoli e braccianti “vittime” del maltempo: i lavoratori utilizzati per la raccolta degli ortaggi hanno perso il lavoro. “Serve subito una legge che riconosca ai lavoratori – dicono le organizzazioni di categoria – un numero di giornate aggiuntive rispetto a quelle effettivamente prestate, in modo da raggiungere le quote necessarie alla fruizione dei benefici previdenziali ed assistenziali.

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“L’Arancia Rossa di Sicilia Igp conquista i mercati europei. Occorre però un piano agrumicolo nazionale”

Intervista al dott. Giovanni Selvaggi, Presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp

Riportiamo di seguito il testo dell’intervista rilasciata dal dott. Selvaggi a agricultura.it

Un’Arancia Rossa di Sicilia Igp da record quella che ha chiuso il 2018, dove si sono raggiunte le 18 mila tonnellate di prodotto commercializzato. Un traguardo mai tagliato prima che rappresenta però solo una tappa, seppur importante, nel percorso di crescita che sta facendo il Consorzio dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp. Consorzio impegnato sia nella crescita quantitativa del prodotto, sia nella tutela e per la competitività sui mercati dell’arancia rossa, partendo da regole internazionali uguali per tutti i paesi competitor. Consorzio che sarà presente a Siena il 5 febbraio per il Kickoff di Qualivita in cui si farà il punto sulle indicazioni geografiche e sulle opportunità di crescita del sistema delle denominazioni.

 

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Presidente Selvaggi, come si presenta l’Arancia Rossa Igp nel nuovo anno, 2019? «Abbiamo chiuso la campagna 2018 con un risultato mai raggiunto in passato (18mila tonn) ed auspichiamo per la campagna che si è appena aperta (il 7 gennaio – leggi quali solo le tre varietà di arance) di superare il dato di arance commercializzate lo scorso anno. Stiamo lavorando per proseguire il lavoro nella promozione, tutela e vigilanza. Un aspetto, quest’ultimo, dove grazie anche ad un’attenta opera di vigilanza degli addetti del Consorzio (e con l’Icqrf), sono state sventate molte truffe a danno dei consumatori e dei produttori. E’ necessario non abbassare la guardia su questo aspetto, tutelare il bollino dell’Igp sulle arance che significa qualità e attenzione in ogni parte della filiera. Per quanto riguarda la promozione stiamo lavorando ad un piano promozionale con la Regione Sicilia, con l’auspicio di trovare risorse per fare spot e promozione sui media nazionali».

Mercato, dove vanno a finire le arance? «La Gdo la fa da padrona, con circa l’85 per cento del prodotto commercializzato, lavoriamo con le più grosse catene agroalimentari con cui facciamo anche co-branding. Siamo presenti in Europa, sempre più forti in Germania e nei paesi del Nord Europa. Oggi possiamo ‘rischiare’ di bere una spremuta di arancia rossa a Berlino e di non trovarla a Catania. Anche su questo aspetto stiamo lavorando. Altra tipologia di mercato sui cui le aziende, specialmente medio-piccole, l’online. Un segmento di mercato che permette di abbattere gran parte dei costi logistici per le aziende».

Secondo i dati disponibili, i margini di crescita per il prodotto certificato sono davvero ampi. Cosa occorre fare? «Il Consorzio conta oggi oltre 600 soci fra produttori e confezionatori, per 6500 ettari di coltivazione certificata (circa l’8-10 per cento degli ettari ad arancia rossa). Le 17-18mila tonnellate prodotte a marchio Igp rappresentano meno del 10% dell’intera produzione di arancia rossa siciliana. Il margine di crescita per il Consorzio e per il marchio Igp è quindi molto ampio, ma per crescere è necessario che noi produttori abbiamo un valore aggiunto economico dall’Igp. Per questo il lavoro da fare è enorme. Ma ovviamente non dipende solo da noi».

Quali sono i problemi principali che dovete affrontare? «Su tutti, la mancanza di un piano agrumicolo nazionale, oltre che regionale. Sembra paradossale, ma quello che ci manca non sono i canali di vendita, ma le arance. Ma senza un piano agrumicolo è impossibile prevedere nuovi impianti e programmare un aumento consistente della produzione. E poi non ci sono norme chiare sull’intera filiera e mancanza di tracciabilità ad esempio nei prodotti trasformati, come i succhi di arancia, che potrebbero rappresentare nuove importanti opportunità di mercato, basti pensare ai succhi nelle scuole o mense degli ospedali».

Quali sono i principali concorrenti? «La concorrenza più alta arriva dalla Spagna, che dobbiamo guardare comunque con grande ammirazione. Rappresenta il faro a cui fare riferimento. C’è tanto da lavorare in innovazione e tecnologia, siamo davvero indietro. E poi subiamo la concorrenza dei paesi nordafricani (Tunisia, Marocco ed Egitto) che hanno regole differenti ed un mercato del lavoro diverso, basti pensare che il costo di un dipendente in Sicilia è circa 10-15 volte superiore ad uno in Egitto. E poi il costo dell’energia, ad esempio. Siamo indietro in termini di concorrenza con questi paesi, non ci confrontiamo ad armi pari: per questo è necessario continuare a lavorare sulla massima qualità del prodotto e far comprendere il valore di questa qualità, il valore dell’indicazione geografica, in primis verso il consumatore.

L’Europa cosa può fare? «Ci vogliono intanto leggi e regole uguali per tutti, altrimenti è una gara falsata. Intanto sulle barriere fitosanitarie; l’armonizzazione delle molecole, dove siamo costretti ad utilizzare prodotti molto costosi rispetto ai paesi concorrenti, che però importano quel prodotto in Italia. Sono anni che chiediamo più chiarezza nelle regole».

Selvaggi, per concludere, ricordiamo l’evento del prossimo 5 febbraio a Siena, il Kickoff organizzato da Qualivita: un appuntamento che metterà insieme il sistema delle Indicazioni Geografiche per renderlo ancora più forte. «Il Consorzio Arancia Rossa parteciperà, Qualivita rappresenta un ottimo strumento per la promozione al grande pubblico delle denominazioni. Saremo presenti».

 

Fonte: agricultura.it

Intervista a cura di: Lorenzo Benocci

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Ondata di gelo in Sicilia, Bandiera: “Censimento dei danni in corso. Pronti per lo stato di calamità”

Segue il testo della dichiarazione rilasciata in queste ore dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Edy Bandiera

“Abbiamo già allertato gli uffici e gli Ispettorati provinciali al fine di garantire e tutelare gli interessi degli agricoltori siciliani, ai quali esprimo la mia assoluta vicinanza”.

“Parte da subito il censimento dei danni per valutarne e verificarne sia la perimetrazione che l’entità del danno, in termini di percentuale sulla produzione lorda vendibile, in maniera tale che poi si possa portare in Giunta di Governo la richiesta, al Ministero per le Politiche Agricole, di declaratoria dello stato di calamità per le successive provvidenze che speriamo di ottenere”.

“Gelo e neve che arrivano fino al mare è un evento assolutamente straordinario faremo leva su queste ragioni per tentare di superare il tema della non risarcibilità, nel caso dei danni non assicurabili”.

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Bando Psr Sicilia da 5 milioni per la prevenzione degli effetti da calamità naturali

Con l’obiettivo di sostenere investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre il rischio di calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana ha pubblicato in data 22 dicembre 2018 il bando relativo la sottomisura 5.1 del PSR Sicilia dal titolo “Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”.

I beneficiari delle sottomisura sono:

– Imprenditori agricoli singoli o loro associazioni, Enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica, per investimenti in azioni di prevenzione da rischi di inondazioni/alluvioni, a condizione che sia stabilito un nesso tra l’investimento intrapreso e il potenziale produttivo agricolo.

L’importo massimo concedibile è pari ad € 150.000,00 per beneficiario, mentre l’importo minimo ammissibile è pari ad € 10.000,00 per beneficiario. Le domande di sostegno per la partecipazione al bando potranno essere caricate sul portale SIAN di AGEA dal 24 gennaio al 9 maggio 2019.

La sottomisura, come accennato sopra, prevede inoltre il sostegno di interventi che potranno essere sia aziendali che interaziendali, realizzati da imprenditori agricoli singoli o loro associazioni, per investimenti in azioni di prevenzione per la gestione del rischio climatico, con impianti di reti antigrandine, e del rischio idrogeologico, mediante la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica e/o realizzazione e riefficientamento di canali di scolo in aree classificate a pericolosità geomorfologica e idraulica elevata/molto elevata.

Si prevede, inoltre, di sostenere gli investimenti, realizzati da Enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica, per il miglioramento delle infrastrutture destinate alla regimazione dei deflussi superficiali ed al controllo dei livelli di falda freatica, finalizzato ad evitare i rischi di inondazione/alluvioni/esondazioni che possono determinare la perdita del potenziale produttivo agricolo.

Il bando che gode di una dotazione finanziaria di 5.000.000 di euro prevede un’intensità del sostegno, concesso sotto forma di contributo in conto capitale,del: 80% del costo dell’investimento ammissibile per interventi di prevenzione realizzati da singoli agricoltori e, in generale, per gli investimenti non riguardanti infrastrutture (anche per gli associati vale 80% se non riguarda infrastrutture); 100% del costo dell’investimento ammissibile solo per gli investimenti in infrastrutture per interventi di prevenzione realizzati collettivamente da più beneficiari o da Enti pubblici a condizione che vi sia un nesso con la produzione agricola.

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Fondi europei, Sicilia promossa: superato il target anche su agricoltura, pesca e spesa sociale

Traguardo raggiunto e superato di oltre 21,3 milioni di euro. La Regione Siciliana è riuscita a passare l’esame con Bruxelles anche per le risorse comunitarie – assegnate all’Isola dall’Ue per il periodo 2014/2020 –  relative al Fondo sociale europeo (Fse).

Il target di spesa fissato a fine 2018 era di 96,7 milioni di euro. Si partiva, a dicembre del 2017, da 32,9 milioni di euro. Il dato definitivo è più che positivo vista una certificazione finale di 118 milioni di euro (quindi con una spesa nell’anno appena trascorso di oltre 85 milioni di euro).

Come è noto, anche sul Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale – con il quale vengono finanziate infrastrutture e concessi aiuti alle imprese – il governo Musumeci è stato promosso ieri l’altro con una spesa complessiva di 719 milioni di euro (dato finale al 31 dicembre), maggiore di oltre 44 milioni di euro rispetto al limite minimo imposto di 674,6 milioni di euro.

Un risultato insperato, visto che alla fine del 2017, a tre anni dall’avvio della programmazione, erano stati certificati appena 6,3 milioni di euro.  Una corsa contro il tempo quindi quella che il governo regionale, insediatosi nel dicembre del 2017, ha dovuto fare negli ultimi dodici mesi.

“Un risultato ottimo – evidenzia il governatore della Sicilia Nello Musumeci –  visto il livello bassissimo di utilizzo delle risorse su alcuni Programmi in quel momento. Un obiettivo reso possibile da un grande lavoro di squadra politico e burocratico e da una sinergica collaborazione istituzionale con il ministero per il Sud”.

Buone notizie anche dal Programma di sviluppo rurale – destinato alle aziende agricole – con un superamento di oltre 185 milioni di euro rispetto al traguardo di 377 milioni di euro imposto da Bruxelles . La spesa raggiunta è infatti di 562,3 milioni di euro.

Anche nel Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ampiamente raggiunto il target –  fissato a livello centrale, trattandosi di un Programma nazionale – con 7,9 milioni di euro certificati.

A chiudere in positivo anche il Programma transfrontaliero Italia-Malta, del quale la Sicilia è Autorità di gestione. L’obiettivo imposto da Bruxelles, pena la restituzione delle somme, era di 945mila euro. Spesa raggiunta di 1,5 milioni di euro (+538mila euro).

“Sono veramente orgoglioso – aggiunge Musumeci – di essere il presidente di una Regione che sta iniziando a cambiare passo e che guarda al futuro con ottimismo e minore rassegnazione. Prima le risorse non venivano spese e ritornavano indietro, ora questo non avviene più. Ovviamente è solo il punto di partenza, perché dobbiamo puntare a migliorare la qualità della spesa, modificando quella parte della programmazione, che non abbiamo fatto noi, per adeguarla alle esigenze del territorio. Voglio rivolgere nuovamente un ringraziamento a tutti gli assessori, in particolare a quelli all’Istruzione Roberto Lagalla e all’Agricoltura Edy Bandiera, che erano direttamente responsabili di alcuni Programmi, e un plauso ai dirigenti generali coinvolti e a tutti i loro collaboratori, che hanno dato il massimo per il raggiungimento dell’obiettivo, sacrificando, in alcuni casi, anche i propri affetti familiari”.

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