Le aziende del settore agricoltura tra lavoro, welfare aziendale e innovazione: convegno al Teatro Donnafugata a Ragusa

Confagricoltura Ragusa continua ad offrire ai propri soci un ampio ventaglio, sempre in crescita, di momenti di formazione e di approfondimento su tematiche care agli imprenditori agricoli.

Prossimo appuntamento da segnare in agenda il 21 novembre, dalle ore 9.30 alle 12.30, presso il Teatro Donnafugata in via Pietro Novelli 3 a Ragusa Ibla, dove si terrà il workshop “Le aziende del settore agricoltura: somministrazione di lavoro, welfare aziendale e innovazione professionale”. L’evento è organizzato da Confagricoltura Ragusa e da Ranstad, in collaborazione con il Centro Orientamento, Formazione & Placement.

Nel corso dell’incontro saranno trattati i seguenti temi legati alle dinamiche del mondo del lavoro nell’agricoltura, settore di importanza strategica per la Sicilia e l’intero Mezzogiorno.

 

Programma

ore 10.00 Apertura lavori e ringraziamenti

Dr. Bruno Piccoli (Area Manager Randstad Italia)

Dr.ssa Vicky Di Quattro (Direttore E.N.F.A.G.A. – Ente Nazionale per la Formazione e l’Addestramento dei Giovani Agricoltori)

 

ore 10.15 Elementi distintivi del CCNL e del CPL su appalto e somministrazione di lavoro nel settore agricolo

Dr. Antonino Pirrè (Presidente Confagricoltura Ragusa)

 

ore 10.30 Aspetti giuridico-amministrativi del contratto di somministrazione

Dr. Giovanni Vindigni (Direttore servizio XIV CPI Ragusa)

 

ore 10.45 Corsi di Laurea in Agraria: i nuovi sbocchi professionali e occupazionali in un mondo in continua innovazione

Prof. Salvatore Bordonaro (Docente di Zootecnica generale Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Di3A – dell’Università di Catania)

 

ore 11.15 Flexible benefits: dall’analisi del bisogno dei dipendenti alle fonti di finanziamento dirette aziendali

Jacqueline Verdicchio (Welfare Manager Randstad Italia) e Luca Citera (Consulting Coordinator Randstad Italia)

 

ore 12.30 Fissa un appuntamento con Randstad

Domiziana Murabito (Unit Manager Randstad Italia)

 

ore 12.45 Aperitivo/Co­ffee break

Per informazioni o adesioni è possibile contattare il numero 0932 228126 o inviare una mail a ragusa@ranstad.it o ragusa@confagricoltura.it.

 

Ragusa, 12 novembre 2019

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Ecomondo, Confagricoltura agli Stati Generali della Green Economy: settore pronto a fare la sua parte

Confagricoltura partecipa agli Stati generali della Green Economy a Ecomondo, a Rimini, quest’anno dedicati al Green New Deal e alla sfida climatica. Dall’appuntamento emergeranno le proposte per raggiungere gli obiettivi al 2030 di un taglio consistente delle emissioni in atmosfera, nonché di una spinta decisiva per la crescita e l’occupazione.

Per Confagricoltura è urgente avviare un programma europeo e italiano di Green New Deal per giungere a risultati concreti già entro il 2025. Per farlo, l’Organizzazione chiede che l’agricoltura sia al centro del progetto, come merita. Il settore primario – evidenzia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è infatti da tempo impegnato nella sfida climatica, dando un grande contributo nell’accelerare i processi di decarbonizzazione e nell’implementare le azioni di mitigazione, rispondendo contemporaneamente ai fabbisogni della società e del sistema economico attraverso la produzione di cibo, mangimi, energia, materiali ecologici e nutraceutica.

Le sfide dell’agricoltura del futuro, che sono già realtà per sempre più aziende italiane, sono molteplici: attenzione alla produzione e alla qualità del cibo, agricoltura conservativa, tutela dei suoli agricoli e della biodiversità, aumento dell’efficienza dell’irrigazione, migliore gestione del bestiame, resilienza, gestione sostenibile delle foreste e assorbimento di CO2, riduzione dei rifiuti, lotta allo spreco alimentare, economia circolare.

Secondo le elaborazioni di Confagricoltura sui dati dell’UNFCCC (trattato ambientale delle Nazioni Unite) le emissioni di gas serra dell’agricoltura italiana sono circa il 7% del totale e sono diminuite dal 2000 ad oggi di oltre il 9%, molto più di quanto registrato dall’Unione europea.

Come dimostra inoltre un recente studio accademico diffuso dall’Istat, la zootecnia italiana sostenibile è un percorso possibile e positivo per l’ambiente. Basti citare il caso della produzione di latte bovino, che dal 1950 ad oggi è aumentata di quasi il 90%, mentre le emissioni si sono praticamente dimezzate.

Per tali motivi Confagricoltura è sempre più convinta che produttività e sostenibilità possano e debbano camminare insieme.

E’ proprio in questa direzione che, nelle giornate di Ecomondo a Rimini, Confagricoltura concentra la propria attenzione su quattro temi prioritari per l’agricoltura italiana: efficientamento delle imprese agricole e delle lavorazioni, digitalizzazione e agricoltura di precisione, bioeconomia circolare, nuove tecnologie molecolari.

 

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Produzione europea olio d’oliva: frena la Spagna, in parziale recupero l’Italia

Per Confagricoltura è ora di rilanciare la produzione nazionale ed i consumi mondiali di olio di oliva

Mentre si prevede un calo mediamente del 9% della produzione di olio d’oliva in Europa e del 30% in Spagna, nel 2019 rispetto al 2018, in Italia si stima un raddoppio della produzione (da 175 mila tonn a 350 mila). Incrementi produttivi anche in Portogallo (+39%) e Grecia (+62%). I livelli altissimi delle scorte europee, con 850 mila tonnellate, hanno un impatto sui prezzi al ribasso che preoccupa gli operatori.

Lo pone in evidenza il report sul comparto olivicolo del Centro Studi di Confagricoltura, sulla base delle previsioni dell’Unione europea, presentate a Bruxelles.

Per l’Italia però è un risultato solo parzialmente soddisfacente – osserva Confagricoltura – dal momento che l’anno scorso la produzione era arrivata ai minimi storici del decennio ed anche ora è lontana dalle 540 mila tonn del 2008. La media produttiva degli ultimi quattro anni, confrontata con il quadriennio 2008-2011, mostra un calo di oltre il 37% e, in relazione al quadriennio 2012-2015, del 28%.

Il Centro Studi di Confagricoltura ha evidenziato come, nel 2018, l’Italia sia stata nel mondo il secondo Paese esportatore di olio d’oliva, dopo Spagna e davanti a Portogallo e Grecia. Principali mercati di sbocco dell’olio confezionato made in Italy sono Stati Uniti (che hanno un valore di 436 milioni di euro e rappresentano il 31,4% del totale dell’export italiano) e Germania (168 milioni di euro, pari al 12,1% del totale dell’export).

Il settore olivicolo – sottolinea Confagricoltura – sta affrontando una fase di significativi cambiamenti strutturali a livello mondiale e l’Italia, che ha una forte vocazione produttiva, non può restare arretrata.

“In questo quadro – commenta il presidente della Federazione olivicola nazionale di Confagricoltura, Pantaleo Greco – va evidenziata la situazione drammatica del Salento a causa della Xylella Fastidiosa. Per il 2019 il crollo della produzione di olio in provincia di Lecce si aggirerà attorno all’85%, rispetto agli anni precedenti. Le zone olivetate sono sempre più ridimensionate e solo le varietà, come il leccino che sembrerebbe tollerante, fanno sì che la produzione non sia azzerata del tutto. La sfida è proprio quella di frenare il crollo produttivo con nuovi impianti e con aiuti al reddito per tutta la filiera ormai allo stremo. Sollecitiamo l’emanazione dei decreti attuativi del decreto legge Emergenze ed in particolare i provvedimenti per l’utilizzo delle risorse previste dal Piano di rigenerazione dell’olivicoltura”.

“Per tutti gli operatori europei – prosegue il rappresentante di Confagricoltura – sarà importante favorire l’aumento del consumo globale di olio di oliva e sviluppare nuovi mercati, con l’aiuto di azioni promozionali per le quali si chiede alla Commissione UE un sostegno economico, anche alla luce delle questioni di politica internazionale in atto e dei dazi imposti dagli Stati Uniti.”.

“In generale per l’olivicoltura italiana ci sono nuove convenienze da cogliere sotto il profilo quantitativo e qualitativo – conclude Pantaleo Greco -. Vanno rinnovati gli impianti colturali con altri più produttivi e che si prestano alla meccanizzazione. E’ giunto il momento di trasformare le difficoltà in opportunità”.

 

 

TABELLE

 

Tabella 1 – Produzione di olio d’oliva nei Paesi Europei (x000 tonnellate)tabella 1

*Stima Commissione Europea

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Commissione Europea

 

Tabella 2 – Evoluzione della produzione di olio di oliva in Italia (x000 tonnellate)

tabella 2

*Stima Commissione Europea

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat e ISMEA

 

Tabella 3 – Principali Paesi del Mondo importatori di olio di oliva dall’Italia nel 2018 (valore in milioni di euro – % su totale importazioni di olio d’oliva)

tabella 3

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Confagricoltura aderisce al Patto per la Ricerca presentato dal ministro Fioramonti

Confagricoltura ha aderito al Patto per la Ricerca presentato ieri alla Camera dei Deputati dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti, un impegno per un grande progetto pubblico e privato per permettere all’Italia di recuperare competitività e sostenibilità.

Confagricoltura è da sempre impegnata nel promuovere la competitività delle aziende agricole associate attraverso lo sviluppo della ricerca, dell’innovazione, del trasferimento della conoscenza, della formazione. Una competitività orientata alla sostenibilità ambientale, etica ed economica.

“L’innovazione – ha detto Luca Brondelli di Brondello, componente della Giunta esecutiva e presidente di Enapra, l’Ente di formazione di Confagricoltura – è lo strumento indispensabile per accompagnare l’agricoltura, la zootecnia e la silvicoltura verso le nuove sfide legate ai cambiamenti climatici, alle strategie europee e nazionali su Clima-Energia, alla Bioeconomia, all’Economia circolare ed allo sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite recepita dall’Italia.”

“I 10 punti del Patto della Ricerca – ha proseguito Luca Brondelli – sono assolutamente condivisibili. Le specificità strutturali del settore primario impongono tuttavia alcune riflessioni e azioni di adeguamento. La frammentazione delle dimensioni delle aziende e la collaborazione tra le stesse aziende all’interno delle aggregazioni dal lato dell’offerta determinano la necessità di una integrazione ancora più forte tra il pubblico e il privato. E’ evidente che in questo contesto va rivisitato e potenziato il sistema della Ricerca e del trasferimento dei risultati svolto dagli enti pubblici e dalle Università, costruendo le giuste sinergie tra i ministeri competenti: dell’Istruzione e delle Politiche agricole.”

Confagricoltura evidenzia come in questi anni di scarsa propensione allo sviluppo di politiche pubbliche coordinate, coerenti e costanti, nonché di occasioni mancate all’interno delle politiche comunitarie, le aziende abbiano, invece, fatto progredire le loro conoscenze quasi autonomamente nell’ottica del concetto di “open innovation”, attingendo cioè in modo trasversale e originale a tutte le opportunità di ricerca, trasferimento e formazione interne e esterne alle aziende.

“Non è quindi solo un problema di risorse – ha sottolineato Brondelli – ma anche di organizzazione e condivisione delle esperienze. Confagricoltura e le sue imprese associate possono e vogliono dire la loro nella gestione delle direttrici di sviluppo e della gestione delle risorse, nel contesto pubblico nazionale e comunitario, attraverso dei propri rappresentanti nei centri di ricerca e nelle Università”.

Confagricoltura ha accolto favorevolmente l’annuncio del ministro Fioramonti sulla costituzione di tavoli specifici di lavoro, per ripartire dalla valorizzazione della formazione, dalla centralità del capitale umano e dalla economia delle conoscenze.

“Questi tavoli – ha concluso Luca Brondelli – non possono prescindere dalla costruzione di un programma strategico per lo sviluppo del comparto primario e del sistema agroalimentare, che necessitano di nuove soluzioni frutto della ricerca, per la produzione sostenibile, ma anche per le infrastrutture, i trasporti, l’alleggerimento della burocrazia.”

 

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Manovra, Confagricoltura: importante dare continuità al bonus verde

“E’ importante che il bonus verde venga confermato anche per gli anni 2020-2021 nell’ambito dei provvedimenti connessi alla manovra economica. Si deve dare continuità a uno strumento – già operativo nel 2018 e nel 2019 – che ha permesso di far crescere il verde privato, in giardini, terrazzi e balconi, con un positivo effetto a favore delle imprese vivaistiche e della manutenzione del verde, ma anche dell’ecosistema e del contrasto dei cambiamenti climatici”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in relazione al decreto fiscale che, nell’ultima versione, sembra aver escluso la misura.

“Al contrario, più che eliminare il bonus verde, andrebbe rafforzato – ha proseguito Giansanti – aumentando il massimale di spesa ammissibile e la percentuale di detrazione, come già richiesto dalla mia Organizzazione. Il verde privato è fondamentale anche nell’ottica della mitigazione del clima e del miglioramento della qualità dell’aria”.

“Il ministro Bellanova, solo pochi giorni fa – ha osservato il presidente di Confagricoltura – ha promesso il mantenimento di questa misura fiscale che fa bene ad un settore, come quello florovivaistico, che produce 2,7 miliardi di fatturato e dà occupazione a 180 mila persone. Un settore moderno, innovativo, che punta alla sostenibilità ed alla qualità della vita, che fa bene all’ambiente. Ci auguriamo che quella promessa venga mantenuta”.

“Si parla tanto – ha proseguito il presidente della Federazione nazionale del Florovivaismo di Confagricoltura Francesco Mati – di ambiente, della necessità di impiantare 60 milioni di alberi, di aumentare il verde per mitigare i cambiamenti climatici, per diminuire la CO2 e poi, alla prova dei fatti, un provvedimento fiscale che va in questa direzione, che sta portando risultati importanti, rischia di essere dismesso. Sarebbe contraddittorio e lesivo degli stessi interessi della collettività. Siamo fiduciosi che in Parlamento si riesca a trovare una soluzione positiva”.

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Confagricoltura al tavolo interistituzionale sul caporalato, Gambuzza: “La legge persegue un fine nobile, ma necessita di interventi correttivi”

“Confagricoltura non si è mai sottratta al confronto con le istituzioni nazionali e territoriali sulle azioni di contrasto al caporalato, a tutela delle tante imprese che operano nel rispetto della legalità e che subiscono la concorrenza sleale di coloro che operano al di fuori delle regole. Lo dimostrano, tra le altre cose, i quattro avvisi comuni sottoscritti con i sindacati dei lavoratori negli ultimi anni, il protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo del 2016 (cui sono seguiti diversi accordi attuativi sottoscritti a livello territoriale), l’adozione di apposite norme nel codice etico dell’associazione”.

Ha esordito così il rappresentante della giunta di Confagricoltura con delega per le questioni del lavoro, Sandro Gambuzza, all’incontro di insediamento, tenutosi mercoledì presso il ministero del Lavoro, del tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.

Come denunciato da Confagricoltura, le cause del fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e delle condizioni di sfruttamento connesse sono composite e molteplici. Alcune hanno connotazioni economiche ed organizzative: la difficoltà crescente di reperimento della manodopera soprattutto per periodi di lavoro brevi ed intensi, l’assenza di adeguati servizi per l’impiego, la carenza di sistemi di trasporto nelle zone rurali; altre cause possono essere, invece, rinvenute al di fuori della sfera organizzativa dell’impresa, in fenomeni di contesto che favoriscono il ricorso al caporalato: la presenza sul territorio della criminalità organizzata o di fasce di lavoratori deboli o disagiate (in primis lavoratori immigrati, soprattutto irregolari).

“Occorre dunque intervenire efficacemente per prevenire il fenomeno, affrontando queste complesse questioni – ha detto Gambuzza -. Perciò Confagricoltura esaminerà con grande attenzione nei prossimi giorni il piano di interventi previsto dalla legge n.199/2016, la cui bozza è stata finalmente presentata dai ministri Catalfo e Bellanova, a quasi tre anni dalla sua emanazione”.

Legge che, fino ad ora, è stata applicata solo nella sua parte repressiva e che necessita, come sempre indicato da Confagricoltura, anche di interventi correttivi di alcune disposizioni di carattere penale, a partire da quelle che estendono la punibilità al datore di lavoro, a prescindere dall’intervento del caporale, a fronte anche di violazioni lievi e occasionali.

“E’ necessario altresì migliorare – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura – l’attività di intelligence da parte degli organi di vigilanza nella selezione delle aziende da ispezionare, cercando di concentrare l’attenzione sulle violazioni più gravi ad opera di imprese agricole completamente o parzialmente sommerse, a volte contigue alla criminalità organizzata”.

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Giornata mondiale alimentazione Fao, Confagricoltura: obiettivi prioritari fame zero e lotta allo spreco

L’obiettivo ‘Fame Zero’ è un imperativo che responsabilmente gli imprenditori agricoli si sono assunti e a cui stanno lavorando incessantemente per raggiungerlo. Lo ha sottolineato la giunta esecutiva di Confagricoltura, riunitasi in occasione della “Giornata mondiale dell’alimentazione” indetta dalla FAO il 16 ottobre.

I paradossi dell’accesso al cibo sono evidenti – ha messo in evidenza Confagricoltura – con 821 milioni di individui sulla terra che ancora oggi soffrono la fame e con 1 persona ogni 3 che è malnutrita. D’altro canto, una persona su 8 nella nostra civiltà occidentale, soffre di obesità o di malattie connesse alla cattiva o eccessiva alimentazione.

Ad avviso di Confagricoltura sono tanti e molteplici i temi che si intrecciano tra di loro: fame zero e lotta allo spreco alimentare, eliminazione delle disparità di accesso al cibo e affermazione di nuovi stili di vita e alimentari. A ciò si aggiungano i problemi che riguardano la produttività agricola che deve crescere ma riducendo l’impatto sulle risorse ambientali e naturali; che deve aumentare ma adattarsi ai cambiamenti climatici che tendono a far ridurre le rese produttive, laddove invece si devono espandere.

Senza dimenticare però che lo spreco alimentare ha due facce – ha osservato ancora l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. Da una parte è un segnale di forti disparità a carattere sociale ed economico nel mondo. Dall’altra parte, è connesso ad un’agricoltura di sussistenza di molte popolazioni, fatta con scarse risorse tecnologiche, strumenti inadeguati, situazioni climatiche sfavorevoli, tensioni politiche; condannata a produrre quantitativamente e qualitativamente in modo ridotto e che perde (spreca) parte di quello che realizza per carenza di strutture e infrastrutture di stoccaggio, conservazione trasporto e lavorazione dei raccolti.

Senza dimenticare le nuove malattie delle piante che si diffondono anche grazie alle diverse condizioni ambientali, come, nel nostro Paese, la cimice asiatica nel settentrione o i virus della tristezza al Sud, che sta distruggendo i nostri agrumi; insetti alieni e contagi virulenti riescono a sopravvivere e diffondersi a causa degli inverni miti e dell’aumento delle temperature.

Nonostante tutto – ha evidenziato Confagricoltura – gli agricoltori occidentali fanno la loro parte per produrre risorse alimentari per tutti, con un impegno straordinario in chiave sostenibile e basandosi sul rinnovamento tecnologico. Servono però il supporto costante ed incessante della scienza e dei governi. L’agricoltura, tecnologica e sostenibile, produttiva e virtuosa, deve essere la priorità delle politiche mondiali.

Ci auguriamo che la Giornata dell’alimentazione faccia riflettere– ha concluso la giunta di Confagricoltura -. E’ giunto il momento di uno sforzo collegiale dei governi per superare le tensioni e le guerre commerciali. Serve volontà politica per affermare nuovi equilibri, pacificazione e benessere.

 

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Accordo tra Confagricoltura e Pastificio Rummo per una filiera italiana d’eccellenza

Confagricoltura ha firmato un accordo di filiera con la società Rummo, azienda italiana leader del settore alimentare, produttrice di pasta di semola di grano duro. L’accordo è stato siglato a Foggia tra il pastificio Rummo, la OP Società Cooperativa agricola tra cerealicoltori di Capitanata in Confagricoltura Foggia e il molino/stoccatore Santacroce Giovanni.

Un contratto di coltivazione e vendita che impegna la OP a produrre e successivamente a vendere al molino/stoccatore la granella di frumento duro, dal quale il pastificio Rummo si impegna ad acquistare la semola ottenuta.

È previsto un prezzo del grano pari a 28 euro al quintale, che ovviamente prevede delle premialità legate agli indici e ai valori qualitativi del prodotto. Se il valore del grano dovesse aumentare in un periodo di tempo definito, il prezzo, ovviamente, verrà adeguato. Al momento saranno forniti circa 30-40 mila quintali di grano.

“Due anni fa abbiamo creato questa OP, che nel tempo è cresciuta grazie ai soci che hanno conferito grano in misura sempre maggiore – ha detto Filippo Schiavone, presidente di Confagricoltura Foggia -. Siamo soddisfatti di questo accordo basato sulla massima affidabilità di entrambe le parti, con l’obiettivo comune di creare una filiera tutta italiana”.

“Puntiamo all’eccellenza estrema. É riconosciuto che la pasta italiana è la migliore al mondo e il nostro obiettivo è lavorare con grano italiano di altissima qualità – ha dichiarato Cosimo Rummo, presidente e amministratore delegato dell’azienda -. Il Tavoliere delle Puglie è una zona di eccellenza e per questo abbiamo stipulato questo accordo. È un lavoro che dovrà durare il più possibile, facendo ricerca per avere grande successo a livello nazionale e internazionale”.

 

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Dazi, Giansanti: “Più risorse per gestire l’impatto delle tariffe aggiuntive Usa sull’import agroalimentare Ue”

“La dotazione della riserva di crisi per l’agricoltura, che ammonta a circa 400 milioni di euro, è assolutamente inadeguata per gestire con efficacia l’impatto dei dazi aggiuntivi annunciati dagli Stati Uniti sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Ue. E’ necessario mobilitare risorse aggiuntive all’interno del bilancio dell’Unione”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista della riunione del Consiglio Agricoltura della Ue, in programma a Lussemburgo il 14 ottobre, quattro giorni prima della prevista entrata in vigore dei dazi statunitensi.

“Oltre a quella della ministra Bellanova – precisa Giansanti – sono già arrivate sul tavolo della Commissione le formali richieste di intervento da parte di altri Stati membri. Per fare fronte a queste istanze si può ricorrere al miliardo di euro che la Commissione aveva dichiarato essere disponibile per i settori più colpiti dall’accordo, sempre più contestato, con il Mercosur”.

Confagricoltura segnala che la Francia ha sollecitato, in particolare, un sostegno a favore del settore vitivinicolo con l’obiettivo di salvaguardare la presenza sul mercato statunitense. Da parte spagnola è arrivata, tra l’altro, la richiesta di apertura dello stoccaggio privato per l’olio d’oliva. L’Irlanda ha chiesto una misura specifica per il burro e i formaggi.

“I dazi Usa potrebbero anticipare di pochi giorni il recesso, sempre più probabile, a fine ottobre del Regno Unito dalla Ue senza accordi – aggiunge il presidente di Confagricoltura – Si rischia un blocco immediato degli scambi che avrebbe effetti pesantissimi sui nostri prodotti destinati al mercato britannico, a partire da quelli più deperibili, come nel caso dell’ortofrutta”.

“Dobbiamo fare in modo che le tensioni commerciali non finiscano per mettere in crisi intere filiere” – conclude Giansanti.

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Partecipata assemblea dell’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori di Confagricoltura a Scicli. Presente il segretario nazionale Angelo Santori

Oltre 150 iscritti hanno partecipato all’assemblea provinciale di Anpa all’ex Convento della Croce a Scicli

Un vero successo l’assemblea provinciale dell’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori di Confagricoltura che si è tenuta martedì 1 ottobre nella prestigiosa cornice dell’ex Convento della Croce a Scicli: presenti un foltissimo gruppo di pensionati iscritti, oltre 150.

Presente il segretario nazionale, on. dott. Angelo Santori, il funzionario nazionale, dott. Andrea Lepri, il membro di giunta di Confagricoltura, Dott. Sandro Maria Gambuzza, il presidente di ANPA Ragusa, Sig. Giovanni Barcella, nonché tutti i dipendenti di Confagricoltura Ragusa.

Ad aprire i lavori Giovanni Barcella, con un intervento caratterizzato dal suo consueto e contagioso entusiasmo, seguito dal bellissimo intervento del segretario nazionale Angelo Santori sul tema di grande attualità e interesse, ovvero i servizi alle persone. L’intrattenimento musicale a cura del gruppo “Canta e Cunta” ha poi allietato la cena sul sagrato del suggestivo complesso architettonico.

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ANPA Confagricoltura (Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori di Confagricoltura) è stata fondata nel 1976 nell’ambito della Federazione Nazionale Impresa Familiare Coltivatrice. Raggruppa i Sindacati Regionali e Provinciali costituiti presso le sedi territoriali di Confagricoltura.

Lo scopo principale dell’ANPA Confagricoltura è la difesa degli interessi materiali e morali dei soci pensionati coltivatori diretti, imprenditori agricoli principali e di tutti i pensionati che fanno propri gli scopi statutari e, a tal fine, assume la rappresentanza di questi interessi nei confronti degli organi dell’Unione Europea, dello Stato Italiano, delle Regioni, Enti locali, Enti pubblici e privati.

Per la concreta realizzazione di tali interessi, ANPA Confagricoltura – in collaborazione con Confagricoltura – ha promosso il Patronato ENAPA, il CAAF Confagricoltura (di cui l’Associazione è socio unico), la ONLUS Senior-l’Età della Saggezza e la MUTUA FIMA nel settore dell’assicurazione sanitaria integrativa.

 

Ragusa, 3 ottobre 2019

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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