Giornata Mondiale del Suolo, Confagricoltura: risorsa essenziale per la vita sulla Terra

Un suolo sano garantisce cibo sano e aiuta a catturare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, combattendo così i mutamenti climatici che affliggono il Pianeta mettendo in serio pericolo la produzione agroalimentare globale, poiché il 95% del cibo proviene dal suolo. Lo sostiene Confagricoltura in occasione della Giornata Mondiale del Suolo istituita nel 2014 dalla FAO, che si celebra il 5 dicembre.

“Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non può esserci una contrapposizione tra agricoltura e ambiente – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Suoli in salute sono essenziali per realizzare un’economia pulita e circolare, garantire la biodiversità, arrestare il degrado, salvaguardando la salute umana attraverso la stretta connessione tra suolo sano e sicurezza alimentare”.

Il suolo infatti è indispensabile nella produzione alimentare ed elemento imprescindibile per l’equilibrio ecologico.

A livello mondiale, secondo la FAO, il 33% dei suoli già oggi presenta segni di degrado. E, se non si interverrà per tutelarli intervenendo sulle attuali pratiche di gestione, quella percentuale raggiungerà il 90% entro il 2050, minacciando le produzioni agricole.

In Italia i danni sulla fertilità dei suoli, secondo l’Ispra, riguardano circa il 30% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. E negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.

Tra il 2006 e il 2021, l’Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale o seminaturale, con una media di 77 chilometri quadrati all’anno, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno.

Per raggiungere l’obiettivo di avere entro il 2050 ecosistemi del suolo sani e se si vogliono centrare gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile.

Da sempre gli agricoltori sono impegnati in prima linea nel custodire i territori e l’ambiente circostante attraverso le buone pratiche che favoriscano la salvaguardia della biodiversità, sottolinea Confagricoltura, che, con le proprie aziende, promuove lo sviluppo tecnologico, la scienza e sistemi di produzione avanzati, e sostenibili, per l’agricoltura, l’allevamento e le comunità.

“E’ il momento di fare scelte consapevoli, aiutare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell’importanza di questa risorsa e destinando allo scopo le necessarie risorse finanziarie – conclude il presidente Giansanti -. C’è ancora un discreto gap tra promesse e azioni concrete”.

 

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Imballaggi, Confagricoltura: opportuno che la Commissione riveda la nuova proposta di regolamento. Serve un percorso condiviso, graduale e armonizzato

La proposta di regolamento sugli imballaggi, ufficializzata con un comunicato stampa della Commissione Europea, conferma tutte le preoccupazioni che già avevamo denunciato e che emergevano da una prima lettura delle bozze circolate informalmente. Si è scelto di mantenere l’impostazione di Regolamento direttamente applicabile quando sarebbe stato opportuno preferire la “direttiva” come strumento legislativo, così da permettere ad ogni Stato Membro di avere più tempo nel recepire il dettato comunitario e più spazio di manovra per identificare specifici bisogni del proprio tessuto imprenditoriale.

Altra criticità che viene confermata è legata all’aumento dei costi che inevitabilmente la ricerca di materiali alternativi (con le alte percentuali di riciclato richiesto) a quelli che vengono banditi, genererà. Enormi e di forte impatto, inoltre, le ricadute in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili. Preoccupano, poi, l’esiguo lasso di tempo concesso per il passaggio al bio e al compostabile di alcuni materiali e il divieto di utilizzare imballi monouso per i prodotti ortofrutticoli freschi. Confermate, infine, le rigide disposizioni che regoleranno l’etichettatura degli imballaggi.

Confidiamo che, nel passaggio che attende il provvedimento in Parlamento europeo e in Consiglio, si possano superare le diverse criticità registrate e che si avvii un percorso condiviso, graduale e armonizzato. Un percorso che è mancato e senza il quale siamo convinti che la transizione enfatizzata nel comunicato della Commissione, non possa dirsi pienamente compiuta e sostenibile perché incompatibile con le esigenze e le peculiarità dei diversi settori e con obiettivi realistici ed economicamente percorribili. Una mancanza di realismo, quella dei commissari, ancora più lampante se si considera la situazione di tempesta perfetta o di “policrisi”, come è stato definito proprio a livello comunitario il complicatissimo contesto climatico, politico, storico ed economico – con tutti i principali input produttivi al rialzo – in cui si trova ad operare il settore primario.

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Regolamento su Carbon Farming, Confagricoltura: la proposta della Commissione UE primo passo verso regole certe e condivise attese da tempo

La Commissione UE ha adottato la proposta per l’istituzione di un primo quadro volontario europeo di certificazione di carbonio trattenuto nei terreni. In attesa dell’inizio della discussione del documento in Parlamento e nel Consiglio europei, Confagricoltura accoglie con favore questo primo passo verso la creazione di un mercato regolamentato, basato sullo scambio delle quote stoccate dell’elemento chimico, responsabile del surriscaldamento terrestre.

La Confederazione condivide gli obiettivi che si pone il regolamento: ossia quantificare, monitorare e verificare il risparmio in atmosfera di carbonio.

Positiva anche la previsione di norme per la verifica indipendente della veridicità dei  crediti emessi e per l’indicazione di sistemi di certificazione attendibili e conformi al quadro UE.

Bene il riferimento al Fondo per l’innovazione, al Fondo di sviluppo regionale, al programma LIFE e al programma Horizon Europe, quali fonti di finanziamento delle attività di carbon farming. Solo con sostegni economici di medio-lungo periodo si può sostenere la diffusione di pratiche ad hoc per lo stoccaggio di lungo periodo del carbonio dalla biomassa e nel suolo. È opportuno, peraltro, sottolineare che il finanziamento del carbon farming non deve sottrarre fondi alla Pac.

La Confederazione giudica con favore anche il riferimento al riconoscimento della capacità di stoccaggio per materiali edili a base legnosa. Un aspetto, questo, che sostiene il ruolo che le aree boschive e forestali, insieme agli altri comparti agricoli, devono avere nell’attività di carbon farming. Le foreste, infatti, assorbono ogni anno circa 40 milioni di tonnellate di C02: una quantità (pari al 10% dei gas a effetto serra emessi in Italia) che supera di circa 10 milioni/t le emissioni totali del settore agricolo”.

Confagricoltura chiede da tempo la regolamentazione e certificazione del settore del carbon farming. Solo con regole certe e condivise, le aziende agricole possono fare la propria parte nel raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali fissati nel Green Deal europeo.

Nel 2020 il mercato del carbon farming ha riguardato circa 190 milioni di tonnellate di C02. Quantità che si punta a moltiplicare di 15 volte entro il 2030.

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Ovinicoltura, una filiera da quasi un miliardo di euro: in Italia 135mila allevamenti e circa 7,4 milioni di capi

Per quanto venga spesso considerato marginale, il settore ovicaprino riveste un ruolo strategico per l’economia zootecnica del nostro Paese. L’intera filiera vale quasi  un miliardo di euro annui tra produzione di latte e carni, con un totale di 135mila allevamenti e circa 7,4 milioni di capi.

“Riconoscendo il valore del settore e con l’intenzione di sostenerlo, quest’anno abbiamo deciso di introdurre il tema dell’ovinicoltura con gli Stati Generali dell’ovinicoltura italiana all’interno delle Fiere Zootecniche Internazionali, in programma a Cremona dall’1 al 3 dicembre – dichiara Roberto Biloni, Presidente di CremonaFiere -. Ritenevamo importante completare l’offerta della fiera zootecnica, per questo abbiamo inserito il settore ovino e stiamo costruendo le basi per un importante lavoro di promozione della filiera a partire dall’incontro del prossimo 2 dicembre”.

Agli Stati Generali dell’ovinicoltura italiana (2 Dicembre Fiera di Cremona, sala Amati, ore 16.30) prenderanno parte Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura;  Riccardo Crotti,  Presidente della Libera di Cremona; Angela Saba, Presidente della FNP Allevamenti Ovicaprini di Confagricoltura; Gianni Maoddi, Presidente Consorzio di Tutela Pecorino Romano DOP; Carlo Santarelli, Presidente del Consorzio Pecorino Toscano DOP; Marcello Mele, Università Pisa Dipartimento Alimentazione Agricoltura e Ambiente; il Sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna; Gennaro Giliberti, Dirigente Agricoltura Regione Toscana; gli imprenditori Tiziano Iulianella e DinoCartoni. Moderatore: Vincenzo Lenucci, direttore Politiche di Sviluppo Economico – Confagricoltura nazionale.

“Purtroppo anche il settore ovicaprino sta vivendo una difficile congiuntura a causa dell’aumento dei costi di produzione e delle quotazioni insoddisfacenti – spiega Angela Saba – che, sebbene in aumento, non consentono di coprire i maggiori costi, soprattutto a causa dei rincari per mangimistica ed energia. Una manifestazione come la Fiera di Cremona rappresenta il luogo ideale per meglio far conoscere il valore di questo settore in aree dove ad oggi ancora rimane poco sviluppato e per promuovere scambi di conoscenza e partenariati che possono rafforzare il comparto”.

L’Italia ha un ruolo determinante nella produzione ovicaprina a livello europeo: il nostro Paese è al primo posto per produzione di formaggi a base di latte di pecora, al terzo per la produzione di latte ovino dietro Grecia e Spagna e al settimo posto per la produzione di cani ovicaprine. A livello nazionale, la metà dei capi allevati oggi sono in Sardegna e lì si concentra quasi la metà del valore della produzione di carne e latte; il resto del patrimonio ovicaprino e della relativa produzione è localizzato tra Sicilia, Toscana e Lazio ed in misura minore Calabria, Basilicata e poi nel resto d’Italia.

 

 

Le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona – da Giovedì 01 a Sabato 03 Dicembre 2022 –  sono l’unico appuntamento fieristico internazionale specializzato in Italia sulla zootecnia ad alta redditività e rappresentano lo strumento più efficace per fare network con i protagonisti del settore agroalimentare. L’edizione 2021 delle Fiere Zootecniche Internazionali ha confermato Cremona come una delle principali capitali mondiali per il settore, che rilancia quest’anno con l’evento zootecnico internazionale più importante di sempre in Italia: 650 capi iscritti da 120 allevamenti da 8 paesi, oltre all’esposizione di servizi e attrezzature e soluzioni per la zootecnia che occupa l’intero quartiere fieristico.

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Giornata Mondiale dell’Olivo, Confagricoltura: innovare per rendere più competitivo questo importante patrimonio tricolore

“Nella Giornata mondiale dell’olivo, che si celebra il 26 novembre, è necessario richiamare l’attenzione su un comparto di grandissimo valore ambientale, paesaggistico, storico e culturale”. Lo afferma Walter Placida, presidente della FNP Olio di Confagricoltura.

L’Italia è il primo Paese importatore e il secondo esportatore mondiale di olio, con circa il 15% della produzione complessiva. La superficie olivetata italiana si estende su 1.1 milioni di ettari, in gran parte in Puglia, Calabria e Sicilia, ma la produzione olivicola in diverse regioni italiane raggiunge livelli qualitativi eccellenti.

L’annata 2022/2023 si presenta come particolarmente scarsa in termini di volumi a livello nazionale ed europeo. Nel nostro Paese la produzione non raggiunge 230 mila tonnellate, con un calo del 30% dovuto agli effetti dell’alternanza produttiva, delle alte temperature e in alcune aree per l’attacco della mosca dell’olivo.

I numeri della filiera italiana raffigurano comunque un comparto di tutto rispetto: 3.3 miliardi di fatturato (con un peso sull’agroalimentare del 2.2%), 640 mila imprese olivicole, circa 5.000 frantoi e 220 imprese industriali.

Nella Giornata mondiale dell’olivo è giusto evidenziare la forte integrazione del comparto con il territorio e la ruralità, rivestendo un ruolo primario nella tutela e nella valorizzazione delle produzioni locali. Sono circa 50 i riconoscimenti DOP e IGP, che rappresentano quasi la metà di quelli complessivamente registrati nell’Unione europea, con un valore di 91 milioni di euro (in crescita del 27%).

Anche l’indotto legato all’oleoturismo sta assumendo un’importanza crescente in termini culturali, sociali ed economici.

“A fronte di cali di volume così drastici di quest’annata – afferma Placida – gli olivicoltori devono sostenere gli aumenti dei costi degli input produttivi: fertilizzanti, irrigazione, manodopera, molitura, materiali per il confezionamento. Preoccupa l’andamento del mercato, incerto e instabile, unito al timore che i notevoli aumenti dei costi non vengano adeguatamente assorbiti dalla distribuzione”.

“Queste criticità contingenti, insieme alle carenze strutturali più volte sottolineate da Confagricoltura, sono legate alla poca competitività del settore. Occorre attivare con urgenza – conclude Placida – azioni per ridurre i costi dei fattori di produzione e dare slancio al comparto. Tra gli obiettivi, in primis, segnaliamo il rinnovamento delle strutture in campo e nella fase di trasformazione. Non di minore importanza è l’opportunità di incidere sul cuneo fiscale per restituire attrattività e competitività al comparto e individuare strategie funzionali che privilegino il prodotto interno (italiano) garantendone la giusta remuneratività per tutti gli attori della filiera”.

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Manovra, Confagricoltura accoglie con favore le misure. Su alcuni interventi si poteva osare di più

Confagricoltura accoglie con favore le misure introdotte dal disegno di Legge di Bilancio per il 2023, in particolare la proroga dell’esenzione IRPEF sui redditi dominicali e agrari, il rinvio di plastic e sugar tax, la rideterminazione del costo di acquisto dei terreni con imposta sostitutiva e il fondo per l’innovazione in agricoltura, attraverso contributi e garanzie su finanziamenti, per favorire lo sviluppo di progetti di innovazione finalizzati all’aumento della produttività.

Per le imprese agricole è essenziale sia innalzata l’aliquota del credito di imposta su energia elettrica e gas naturale e che sia prevista la possibilità di accedere al credito per l’energia prodotta e autoconsumata così come avviene per le imprese classificate come energivore.

Rimane prioritario che gli interventi sul credito d’imposta riguardino anche l’utilizzo del carburante nel settore agricolo e della pesca nel primo trimestre 2023, così come si ritiene necessario per le imprese agricole rivedere il tema degli extraprofitti sulle energie rinnovabili in relazione alle misure introdotte dal decreto c.d. Energy release e dal Regolamento UE 1854/22.

Preoccupa l’assenza di interventi sulle aliquote di agevolazione sul credito d’imposta Transizione 4.0, che sarebbero dunque dimezzate rispetto al 2022, e per la proroga del credito d’imposta SUD.

A sostegno delle imprese agricole si auspica inoltre un confronto sulle misure settoriali d’interesse agricolo sul rifinanziamento del fondo filiere e interventi a sostegno del settore zootecnico, in particolare bovino e suino e il rinnovo delle garanzie pubbliche su operazioni di finanziamento in linea con le indicazioni della Commissione europea.

Strumento di flessibilità utile, infine, i voucher introdotti per ampliare l’accesso delle aziende alla possibilità di utilizzo del contratto di prestazione occasionale, per quanto la complessità del mercato del lavoro in agricoltura comporti la necessità di intervenire primariamente sulla scarsità di manodopera ed i costi del settore, per i quali sarebbe utile estendere in parte anche alle imprese l’apprezzato taglio del cuneo fiscale.

 

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Frutta in crisi, summit Confagricoltura: necessari interventi urgenti per salvare le imprese

«Misure urgenti per dare un supporto finanziario alle imprese, quali indennizzi e strumenti di sostegno al reddito e alla liquidità, ma anche interventi per alleviare i costi di produzione, oramai insostenibili, agendo sulla riduzione del costo del lavoro attraverso la decontribuzione degli oneri sociali. Servono inoltre detrazioni fiscali per calmierare i prezzi dell’energia e interventi tempestivi per ridare competitività al settore, accelerando sullo sviluppo della ricerca scientifica e delle moderne biotecnologie sostenibili». E’ quanto è stato sottolineato all’incontro tra la sezione frutticola di Confagricoltura Emilia Romagna e il presidente della Federazione Nazionale Frutticoltura, Michele Ponso, insieme agli uffici di Confagricoltura. Al centro della riunione la gravissima situazione in cui versa la frutticoltura, e in particolare quella emiliano-romagnola, dopo una campagna compromessa dalla siccità e dall’ondata di caldo anomalo, oltre che dai folli rincari dei fattori produttivi.

«Ci troviamo ad affrontare l’ennesimo anno nero, che ha visto crollare produttività e redditività delle imprese – afferma Ponso – Occorrono azioni immediate da parte del Governo e dell’Europa, in raccordo con le Regioni e le Organizzazioni dei Produttori”.

Le richieste da proporre al nuovo Parlamento e al nuovo Esecutivo sono su più fronti: affrettare i tempi per costituire il catasto frutticolo oramai richiesto da anni; istituire un Tavolo frutticolo nazionale permanente per affrontare lo stato di crisi e puntare al rilancio del comparto; mirare a ottenere la moratoria sui mutui e la concessione di aiuti per l’espianto e il reimpianto; risolvere la problematica relativa alla sospensione dei contributi; indirizzare la ricerca e destinare i fondi regionali per la risoluzione delle problematiche più urgenti.

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Ecomondo: food security, transizione ecologica e competitività, sfide possibili grazie alle tecnologie e all’innovazione

Sicurezza alimentare e transizione ecologica sono un binomio possibile grazie al ruolo delle tecnologie, che hanno fatto ingresso nel settore primario e della trasformazione con una visione innovativa e sostenibile.

E’ quanto è emerso nella tavola rotonda stamani a Ecomondo “Farm to Fork 2.0: filiere agroalimentari rigenerative, food security, competitività economica” con i presidenti di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti; di Federalimentare, Ivano Vacondio, di Federchimica Assofertilizzanti, Giovanni Toffoli; di Federchimica Agrofarma, Riccardo Vanelli, e la vicepresidente di Federchimica Assobiotec, Elena Sgaravatti.

L’Italia, rispetto agli obiettivi della Farm to Fork, ha fatto molto, tuttavia – come è emerso nella relazione di Denis Pantini di Nomisma, che ha introdotto i temi della tavola rotonda – le recenti proposte normative, quali il regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e la direttiva emissioni, potrebbero penalizzare pesantemente il nostro sistema agroalimentare e di conseguenza mettere a rischio la nostra “food security”.

“Nel dibattito relativo alla transizione ecologica – ha detto Massimiliano Giansanti – il settore primario è spesso sul banco degli accusati, tuttavia gli agricoltori stanno pagando duramente gli effetti della crisi climatica. L’interesse a intraprendere il percorso della sostenibilità è, quindi, vivo e reale, guidato dalla necessità di coniugare la salvaguardia dell’ambiente e della competitività aziendale. Purtroppo, nel dibattito in corso si tende ancora a contrapporre la sostenibilità ambientale con quella economica. La sicurezza alimentare, per il momento, è garantita ma non è scontata per sempre, ha bisogno di attenzione, di cure e di rinnovate strategie che la preservino. La strada prefigurata dalla commissione, fatta di divieti, tagli e burocrazia, mette a rischio il potenziale produttivo delle aziende e la sicurezza dei rifornimenti”.

“In merito al Farm to fork  – ha affermato Ivano Vacondio – da subito ci siamo ripromessi  di lottare per affermare il principio per il quale la sostenibilità va sempre vista in tutte le sue componenti (sociale, ambientale ed economica) ed evitare che si trasformi esclusivamente in uno strumento di politica commerciale tendente a compromettere interi settori e mettendo fuori mercato molti prodotti del Made in Italy alimentare, che rappresenta il fiore all’occhiello del nostro Paese. Fortunatamente qualche segnale positivo lo stiamo registrando. È il caso dell’etichettatura fronte pacco (FOP) – una proposta fortunatamente ancora in gioco. La Commissione sembra essersi resa conto della complessità del tema e delle ricadute di una eventuale scelta inadeguata sulla stabilità del mercato unico”.

“La sfida della sostenibilità  – ha detto  Elena Sgaravatti – corre parallela a quella della produttività e il sistema agroalimentare italiano deve affrontarle entrambe. Come conciliarle? Certamente una gestione oculata di tutte le risorse e le prospettive della digitalizzazione vanno in questo senso. Ma le scienze della vita, le biotecnologie avanzate, continueranno ad avere un ruolo determinante. La possibilità di intervenire con i metodi precisi del genome editing, per noi Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), capaci di valorizzare la straordinaria biodiversità del patrimonio varietale italiano, apre strade che dobbiamo percorrere con determinazione. Produrre cibo abbondante e sicuro per tutti e difendere la competitività del “made in Italy” su tutti i mercati è quello che dobbiamo porci come obiettivo, disponendo di nuove varietà resistenti alle avversità e adeguate alle nuove condizioni climatiche. Questo può avvenire solo se disporremo di un quadro normativo adeguato e di investimenti sull’innovazione orientati a sostenere le eccellenze della nostra ricerca, che consentano di trasferire rapidamente al campo coltivato i successi ottenuti in  laboratorio.”

“La nostra industria – ha affermato Riccardo Vanelli – condivide l’obiettivo di un sistema agroalimentare più sostenibile e ha assunto degli impegni volontari nelle aree dell’innovazione, della formazione e dell’economia circolare che vanno proprio in questa direzione. Ma abbiamo bisogno di un contesto normativo che valorizzi l’introduzione di nuove soluzioni e che, al contempo, tuteli la competitività del Made in Italy, e non di limiti quantitativi fissati senza un’adeguata valutazione d’impatto complessiva”.

“Grazie anche al nuovo Regolamento fertilizzanti – ha commentato Giovanni Toffoli  – le imprese del settore stanno portando avanti attività di ricerca per prodotti sempre più sostenibili ed efficaci. Non possiamo, però, non considerare le criticità che stiamo vivendo in questo periodo storico, tra crisi energetica e conflitto in Ucraina. Per questo motivo  – ha concluso – auspichiamo un sostegno concreto da parte delle istituzioni per garantire la capacità produttiva europea, ribadendo l’importanza della fertilizzazione per la sicurezza alimentare”.

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Il siciliano Giovanni Gioia è il nuovo presidente dei Giovani di Confagricoltura

Le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro di Confagricoltura Ragusa al neo presidente di Anga e al Comitato di Presidenza

È Giovanni Gioia il nuovo presidente dei Giovani di Confagricoltura (ANGA), succede a Francesco Mastrandrea. “Ringrazio per questa grande responsabilità. Sono orgoglioso di avere raggiunto un traguardo con la vostra collaborazione, ma allo stesso tempo sono conscio – ha affermato il neopresidente dell’Anga – che si tratta solo di un punto di partenza e di un impegno per la crescita della nostra Associazione, in una fase storica così delicata. Un grazie a Claudia Guidi per il nostro confronto leale, che ha portato vivacità ed energia. Cominciamo oggi, con grande senso del dovere, insieme al nuovo Comitato, un’esperienza umana e sindacale all’interno di Confagricoltura”.

Comitato di Presidenza (da sinistra: Domenico Parisi, Giorgio Grani, Emma Cogrossi, Giovanni Gioia, Caterina Luppa, Luigi Saviolo, Angelo Varvaglione).
Comitato di Presidenza (da sinistra: Domenico Parisi, Giorgio Grani, Emma Cogrossi, Giovanni Gioia, Caterina Luppa, Luigi Saviolo, Angelo Varvaglione).

Palermitano, 30 anni, Gioia rappresenta la quarta generazione di una famiglia attiva nell’imprenditoria agricola nell’entroterra siciliano, da sempre vocato alla cerealicoltura. È la coltivazione di grano duro da seme certificato il core business della sua impresa, l’Agricola Kibbò, nel territorio di Petralia Sottana (PA). Oggi l’azienda produce, oltre a grano duro certificato, foraggi di qualità, leguminose da granella, olio extravergine d’oliva, canapa, lino e miele.

“A nome mio, del direttore Giovanni Scucces e del presidente di Anga Ragusa, Lorenzo Cannella e di tutta Confagricoltura Ragusa, le più vive congratulazioni e gli auguri di buon lavoro al neo presidente Gioia, nella certezza che saprà portare avanti, insieme al Comitato di Presidenza, questo importante e delicato incarico con la determinazione e la serietà che ha sempre caratterizzato il suo impegno per la crescita e il radicamento della nostra Organizzazione”: così il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè.

Ragusa, 9 novembre 2022

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Confagricoltura porta a Ecomondo 2022 un calendario di approfondimenti dedicati al PNRR e alla sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni agricole

“Dal recupero di materia ed energia, allo sviluppo sostenibile” è il titolo di quest’anno di Ecomondo, manifestazione fieristica in programma a Rimini dall’8 all’11 novembre prossimi. Confagricoltura conferma la propria partecipazione (Pad. D1, Area 075, ingresso Est) anche a questa edizione dedicata alla transizione ecologica con convegni e talk sui grandi temi della sostenibilità, della bioeconomia circolare, delle agroenergie, dell’innovazione che verranno raccontati con video interviste e articoli attraverso il sito e i canali social (YouTube, Facebook, Instagram, LinkedIn) della Confederazione.

Da non perdere gli appuntamenti presso lo stand di Confagricoltura (Pad. D1, Area 075, Ingresso Fiera Est) organizzati insieme a BNL BNP Paribas sulle opportunità offerte alle imprese dal settore delle energie rinnovabili con due talk sul fotovoltaico sui fabbricati rurali, Parco Agrisolare (8 novembre alle 15.00) e Biometano (9 novembre alle 15.00). Sarà anche l’occasione, per gli operatori del settore, di conoscere la struttura “Agri and Green Energy Solution” di BNL BNP Paribas, un team specialistico della Banca, in grado di intercettare sui territori le esigenze dei singoli imprenditori del comparto agricolo e green per accompagnarli nello sviluppo aziendale.

Sempre il 9 novembre la mattina alle 10.30 si parlerà di Agrivoltaico con l’ENEA.

Il 10 novembre nello stand di Confagricoltura si affronteranno i temi legati alla sostenibilità, con un talk su Agricoltura100, con la partecipazione di Innovation Team e Reale Mutua, sulla forestazione delle aree urbane, periurbane e rurali, e sullo sviluppo delle aree interne con una attenzione particolare al carbon farming.

Martedì 8 novembre (ore 14.15-17.30), Nicola Gherardi, componente di giunta di Confagricoltura, parteciperà al convegno “PNRR e azienda agricola 4.0: le sinergie tra filiere per uno sviluppo sostenibile”, organizzato nell’Area Forum (Pad. D) dal Consorzio Italiano Biogas con la collaborazione del Cts di Ecomondo.

Giovanna Parmigiani, componente di giunta della Confederazione, sarà presente invece al convegno degli Stati Generali della Green Economy e del CREA, “Il futuro verde del sistema agroalimentare italiano”, in programma in Sala Neri 2 (ore 15:00-18:00).

Rosario Rago, componente di giunta di Confagricoltura e presidente di Rago Group, sarà ospite del convegno di Cluster Agrifood, “L’economia circolare come solido punto di riferimento per i sistemi agroalimentari nell’incertezza dello scenario futuro”, previsto mercoledì 9 novembre (ore 10.00-13.00) in Sala Tiglio 1 (Pad. A6).

Sempre nella giornata di mercoledì (ore 11.30-13.30) nella Sala Tulipano (Pad. B), il vicepresidente FNP Bioeconomia di Confagricoltura, Alberto Mazzoni, parteciperà a “La nuova frontiera dei sistemi agrivoltaici”, convegno organizzato da ANIE, ENEA, ETA Florence.

“Farm to fork 2.0: filiere agroalimentari rigenerative, food security, competitività economica” è il convegno organizzato dalla Confederazione insieme al Comitato tecnico scientifico di Ecomondo, Federalimentare e ENEA. L’appuntamento è per giovedì 10 novembre dalle 10.00 alle 13.00 in Sala Ravezzi 1 (Hall Sud) per discutere dell’importanza che la sicurezza alimentare e la sostenibilità rivestono nelle strategie produttive agricole e agroalimentari di oggi. Al convegno parteciperà il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Venerdì 11 novembre, dalle 10.00 alle 13.00 la Sala Biobased Industry (Pad. D1) ospiterà “Nuove frontiere per le filiere forestali: policy e governance per dare valore ad una risorsa strategica per il nostro Paese”, organizzato da Confagricoltura insieme a Università del Molise, Università della Tuscia e al Comitato tecnico scientifico di Ecomondo. Il presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Risorse Boschive, Enrico Allasia, dialogherà sulle recenti novità che hanno interessato il comparto, a partire dalla pubblicazione della Strategia forestale europea e di quella italiana.

Il nuovo regolamento comunitario sui fertilizzanti è il tema dell’incontro organizzato venerdì 11 novembre (ore 10.30-11.30) dall’Albo gestori a cui parteciperà Alessandro Pantano di Confagricoltura.

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