Confagricoltura e Assoverde creano KEPOS, associazione per promuovere la sostenibilità verde in Italia

Agire concretamente per la salute e il benessere della comunità locale, diffondendo una cultura della sostenibilità ambientale attraverso la pubblicazione del Libro Bianco del Verde, promuovere il pieno sviluppo di attività finalizzate alla coesione sociale, alla crescita civile e culturale e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Questi gli obiettivi principali di Képos, la neonata associazione del terzo settore, fortemente voluta da Confagricoltura e Assoverde.

È stato nominato presidente, per i prossimi quattro anni, l’imprenditore Francesco Maccazzola, al vertice di “Floricoltura San Donato Milanese – Grandi Trapianti”. Sarà affiancato dai vicepresidenti Francesco Ferrini, Ordinario presso Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze, e Alberto Giuntoli, paesaggista e componente del Comitato nazionale Sviluppo Verde Pubblico del ministero dell’Ambiente. Eletti consiglieri Grazia Francescato, Carlo Gaudio, Piero Mastroberardino, Fabio Ernesto Rappo, Rosario Rasizza e Donato Rotundo. 

“Con Képos – spiega il presidente Maccazzola – intendiamo, moltiplicare l’impegno che ci siamo assunti con la pubblicazione di due edizioni del Libro Bianco del Verde, dedicandoci ancora di più a promuovere lo sviluppo della cultura ambientale e della sostenibilità. Continueremo a coinvolgere istituzioni, tecnici, professionisti e volontari per generare nuova conoscenza basata su evidenze scientifiche. Il nostro obiettivo è quello di proseguire in questo processo virtuoso in grado, da un lato di far crescere la consapevolezza e l’informazione nei cittadini, dall’altro di promuovere progetti, interventi e servizi concreti per tutelare il patrimonio culturale e del paesaggio, valorizzando il verde urbano ed extra-urbano. Proponiamo un percorso di formazione universitaria e post-universitaria, iniziative turistiche di interesse sociale e culturale, in raccordo con il mondo della scuola e della formazione e le Pubbliche amministrazioni”. 

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Earth Day, Confagricoltura: giornata importante per ricordare il ruolo del settore primario

Tutela della natura e sviluppo sostenibile, educazione ambientale, partecipazione fattiva di imprese e cittadini ad iniziative che promuovano la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di preservare il pianeta da squilibri ed abusi di un bene che non è inesauribile: è questa, per Confagricoltura, la mission della Giornata Mondiale della Terra, evento annuale che si celebra il 22 aprile per far luce sulle questioni ecologiche più urgenti come la crisi climatica, il riscaldamento globale e il consumo di suolo. Il tema di quest’anno è “Invest in our Planet”. E gli agricoltori da sempre investono su questo bene vitale, sanno quale dono sia la Terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le generazioni future – sottolinea l’Organizzazione agricola -. Il loro impegno è produrre cibo sano per tutti preservando le risorse naturali.


I primi risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura diffusi nel 2022 da Istat registrano in Italia una SAU (Superficie agricola utilizzata) di 12.535 mila ettari e una SAT (Superficie agricola totale) di 16.474 mila ettari.


“L’innovazione digitale e quella genetica, come le Tea, sono il supporto concreto per rendere i sistemi produttivi sempre piu’ sostenibili – ricorda il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Sono un valido aiuto nella lotta ai mutamenti climatici, consentono di ridurre il consumo di acqua, di produrre di più, e meglio, per una popolazione in continua crescita. Occorre perciò investire di più in ricerca e innovazione, solo così sarà possibile un sistema economico globale equo e sostenibile”.

 

L’agricoltura fa dunque della sostenibilità il suo più grande investimento: attraverso l’economia circolare ricicla di più per produrre meno scarti inutili, riduce il consumo di acqua attraverso i sistemi di irrigazione a goccia per conservare questa risorsa in futuro, preserva la biodiversità avendo cura dei suoli e del paesaggio, custodendo i boschi e le foreste.

 

Sono infatti – sottolinea Confagricoltura – oltre 700mila le imprese agricole attive sul territorio nazionale a garantire, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità colturali attraverso pratiche benefiche per l’ambiente e modelli di produzione sempre più evoluti. Lo dimostra il report di AGRIcoltura100, il progetto che Confagricoltura e Reale Mutua portano avanti da anni per la misurazione del livello di sostenibilità del settore primario. Attraverso parametri specifici di valutazione e i risultati ottenuti, il report testimonia come sostenibilità ambientale e sociale siano centrali per più della metà delle oltre 2.800 imprese coinvolte nell’indagine.

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Riforma IG, Confagricoltura: il voto in ComAgri accoglie molte nostre richieste

Con il voto di oggi della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche sono state accolte molte istanze presentate da Confagricoltura che mirano a rafforzare la protezione delle Dop e Igp, a snellire le procedure di approvazione e di modifica dei disciplinari, prevedere un ruolo per i produttori agricoli nei consorzi, aumentare la trasparenza verso i consumatori e tutelare il settore vitivinicolo.

E’ un provvedimento importante, evidenzia Confagricoltura, ricordando che l’Italia è il primo Paese europeo per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine, con un valore di circa 20 miliardi di euro.

La proposta di regolamento va a normare le Associazioni di produttori e le Associazioni di produttori riconosciute.

Confagricoltura giudica molto positive le misure introdotte per semplificare le procedure di gestione delle IG, con tempistiche per la registrazione e la modifica dei disciplinari più snelle rispetto alle attuali, che oggi richiedono oltre i 12 mesi.

Bene anche il mantenimento del ruolo dell’EUIPO, agenzia che gestisce i marchi Ue a cui sono attribuiti solo compiti amministrativi nella gestione delle richieste.

Positivi, inoltre, il carattere volontario degli impegni di sostenibilità, che possono essere inclusi nel disciplinare di produzione o in un documento a parte, e la maggiore protezione su internet, per esempio sui siti di e-commerce.

In ambito vitivinicolo, il risultato di oggi va incontro alle richieste di Confagricoltura: sono infatti stati lasciati nella regolamentazione di base elementi importanti di tutela delle IG. Le norme che regolano la protezione, l’omonimia, la relazione con i marchi e gli impegni di sostenibilità restano dunque specifiche per il vino, contrariamente a quanto inizialmente proposto dalla Commissione.

La Confederazione ringrazia infine gli europarlamentari per il lavoro svolto, auspicando che l’assemblea plenaria e il Consiglio possano sostenere le posizioni della ComAgri.

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Xylella, Agrinsieme chiede la nomina di un commissario straordinario

Roma, 19 aprile 2023 – Un Commissario straordinario ad acta in grado di governare gli attuali strumenti finanziari e tutte le azioni necessarie messe in campo, al fine di accelerare l’uscita dall’emergenza e gestire in maniera programmatica il ripristino del patrimonio olivicolo perso e la gestione di quello indenne.

E’ la richiesta avanzata con forza dal Coordinamento di Agrinsieme durante l’audizione indetta dalla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati in merito all’indagine conoscitiva avviata dalla stessa Commissione sull’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia.

“Riteniamo tale provvedimento non più procrastinabile – ha affermato Luca Lazzàro, di Confagricoltura, intervenuto a nome di Agrinsieme – Il Commissario straordinario dovrà essere immediatamente operativo e, seguendo il modello della Zone Economiche Speciali, dovrà essere accompagnato da un’adeguata struttura sul territorio pugliese e da strumenti di natura fiscale e contributiva che possano agevolare la ripresa dell’occupazione nell’area. Si ricorda infatti la perdita di circa 30.000 posti di lavoro a causa dell’avanzata del batterio. Con adeguati strumenti utili alla rigenerazione produttiva in Puglia, coadiuvati da procedimenti autorizzativi e burocratici snelli e veloci, si potrebbe dare nuovo slancio all’area colpita”.

Tali iter – ha precisato il Coordinamento – dovranno inoltre servire a incidere sulla gestione della sputacchina, che va necessariamente contrastata pulendo i cigli stradali e le aree pubbliche e intervenendo per garantire la pulizia dei terreni in stato di abbandono.

Un primo passo è stato fatto con la misura contenuta nel Milleproproghe, relativa agli interventi a favore del comparto olivicolo colpito dalla Xylella fastidiosa per l’annualità 2023, con una proposta che aveva come obiettivo anche una ricomposizione fondiaria e una rigenerazione dei territori interessati dall’evento patogeno. Utile per intervenire anche su un rilevante fattore di competitività, quale la taglia aziendale, ad esempio con il finanziamento di progetti di rigenerazione su lotti minimi che partano dalla superficie minima di cinque ettari. Un ruolo importante a tal riguardo possono rivestirlo le cooperative di conduzione dei terreni che possono semplificare i processi di aggregazione e rendere più funzionali e sostenibili gli investimenti.

L’audizione è stata l’occasione per Agrinsieme per richiedere ulteriori fondi e un’attuazione più incisiva del Piano di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese con l’implementazione di tutte le misure e la valutazione di un eventuale riorientamento delle risorse verso gli strumenti più utilizzati e per ribadire l’importanza della ricerca e dell’innovazione come uniche chiavi di volta per giungere a una vera soluzione della problematica.

Sempre in tema di ricerca e innovazione – ha concluso Agrinsieme – è necessario che il Commissario straordinario abbia tra i propri compiti quello di coordinare la ricerca scientifica, da attuarsi anche sul patogeno, facendo sì che tutte le università e gli enti di ricerca lavorino all’unisono a progetti che abbiano ricadute pratiche in termini di rallentamento del contagio.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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DEF, le richieste di Confagricoltura per il settore primario

“Rafforzare la posizione negoziale dei produttori agricoli nella fase di formazione dei prezzi nella filiera agroalimentare, in modo che il prezzo riconosciuto ai produttori agricoli sia allineato sui costi di produzione”. Lo ha chiesto il direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, all’audizione odierna sul Documento di Economia e Finanza (DEF) dinanzi alle Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera. 

“Per contrastare la volatilità dei prezzi e garantire un maggior equilibrio nella catena alimentare – ha detto il DG – in diversi Paesi europei questo meccanismo è stato fissato a livello legislativo mostrando risultati estremamente positivi anche in fasi con elevata inflazione, come l’attuale”. 

Confagricoltura evidenzia che il DEF vede la luce in un quadro economico incerto e non privo di rischi, a causa delle tensioni geopolitiche ancora elevate e il rialzo dei tassi di interesse che incrementano crisi nel sistema bancario internazionale. 

Nel 2022 la produzione agricola italiana si è ridotta dello 0,7%, le coltivazioni sono diminuite del 2,2%, con riflessi sui prezzi al consumo che ha avuto picchi del 12,9% a ottobre e del 15,5% nel febbraio scorso per i prodotti alimentari lavorati. 

“In questo contesto – ha aggiunto Barrile – risultano essenziali quelle misure in grado di garantire la tenuta delle imprese”. Preoccupa, pertanto, l’assenza di interventi di correzione delle aliquote di agevolazione sul credito d’imposta Transizione 4.0, ancora dimezzate rispetto al 2022”. La richiesta di Confagricoltura è di ripristinare le aliquote del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali al 40% (beni strumentali 4.0), auspicando allo stesso tempo un più generale riconoscimento dell’agevolazione anche per altre tipologie di beni.

Con riferimento all’estensione delle disposizioni per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca, estesa anche alla spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali, il DG di Confagricoltura ha suggerito “il mantenimento della misura fino a una stabilizzazione dei prezzi europea e il riconoscimento, anche per il settore agricolo, dei crediti d’imposta per i carburanti per i trimestri successivi al primo del 2023, utile soprattutto in assenza di una traccia comunitaria sulla gestione dei prezzi energetici”.

“Ribadiamo infine la richiesta di inserire il settore primario all’interno della categoria dei comparti energivori, – ha concluso Barrile – per tutelare maggiormente le imprese agricole in questo periodo critico, a vantaggio anche delle famiglie. Resta fondamentale, infatti, intraprendere un’azione di contrasto al caro bollette, anche tenendo conto dei modelli già adottati da altri Stati membri nostri principali concorrenti (Francia, Germania, Spagna) e, soprattutto, delle relative tempistiche di adozione”.

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Export grano ucraino, Confagricoltura: l’UE lavori per tutelare i prezzi e i mercati interni degli stati membri

L’influenza dei flussi di grano ucraino sui mercati interni agli Stati membri è un tema che, per Confagricoltura, deve essere affrontato al più presto. Secondo i dati definitivi resi noti dalla Commissione europea, le esportazioni di settore dell’Ucraina verso il mercato UE, a fine 2022, hanno superato in valore i 13 miliardi di euro, circa 6 miliardi in più sull’anno precedente. 

Con un aumento complessivo dell’88% nell’arco di un anno, l’Ucraina è diventata il terzo fornitore di prodotti agroalimentari della UE, superando gli Stati Uniti. L’import di cereali, in particolare, si è attestato sui 4,6 milioni di tonnellate per un incremento di valore del 100%. Il risultato è che i prezzi negli Stati membri confinanti sono crollati, suscitando le proteste degli agricoltori.

Per sostenere l’attività agricola a seguito dell’invasione russa, lo scorso anno la UE ha proceduto alla sospensione dei dazi doganali sui prodotti agroalimentari in arrivo dall’Ucraina fino a giugno 2023. È già stata inviata al Parlamento e al Consiglio europei una proposta di proroga fino a giugno 2024.

Secondo Confagricoltura la soluzione dei problemi in atto va trovata in ambito europeo e in accordo con le autorità di Kiev. La politica commerciale rientra tra le competenze esclusive della Commissione europea. Le decisioni unilaterali degli Stati membri sono sempre contrarie alle regole dell’Unione, ma l’impatto determinato dallo straordinario aumento delle importazioni dall’Ucraina sull’agricoltura negli Stati membri confinanti richiede la massima attenzione.

Va anche garantito il transito dei prodotti ucraini nei “corridoi di solidarietà” aperti dalla UE per dare un’alternativa alle esportazioni ucraine dal Mar Nero. Da maggio a dicembre 2022 sono transitati 17 milioni di tonnellate di grano ucraino.

Infine, la Confederazione ricorda la necessità di salvaguardare e incrementare la presenza dei prodotti ucraini nel contesto delle iniziative internazionali per la sicurezza alimentare nei Paesi meno avanzati. Tenendo anche conto che le recenti contestazioni della Federazione Russa hanno fatto salire l’incertezza sul futuro dell’Accordo sul grano in partenza dai porti del Mar Nero.

Come segnalato nell’ultimo rapporto della FAO, resta aperta la sfida della sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo importatori netti di prodotti destinati all’alimentazione, a causa dell’aumento del debito pubblico e del deprezzamento del cambio delle valute locali nei confronti del dollaro USA e dell’euro.

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Energia, Confagricoltura: bene approvazione decreto sugli impianti agrivoltaici

Confagricoltura esprime soddisfazione nell’apprendere che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il decreto di attuazione del PNRR per lo sviluppo degli impianti agrivoltaici.

“Il decreto consentirà infatti di supportare nuovi investimenti nella produzione di energia fotovoltaica in impianti realizzati su terreni agricoli, secondo modelli innovativi, su cui viene mantenuta e monitorata l’attività agricola”, sottolinea il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Bioeconomia di Confagricoltura, Alessandro Bettoni.

“Si tratta di un provvedimento molto atteso dal settore – prosegue Bettoni – che potrà così avvalersi di specifiche risorse. Rispetto allo schema di decreto preannunciato nel giugno 2022 non possiamo che apprezzare il fatto che il decreto annunciato preveda uno specifico contingente (300 MW su 1.04 GW) dedicato alla realizzazione di impianti di potenza fino ad 1 MW realizzati da imprese agricole. Tale novità, conferma il ruolo prioritario che assumono le imprese agricole nella produzione di energia rinnovabile e nella decarbonizzazione”.

Confagricoltura attende di conoscere maggiori elementi in ordine al livello di incentivazione dell’energia immessa in rete, che si integrerà con l’aiuto in conto capitale al 40% annunciato dal ministro, per esprimere valutazioni più puntuali da parte delle imprese.

L’Organizzazione coglie l’occasione per sollecitare la definizione della disciplina sulle aree idonee allo sviluppo delle FER, sottolineando che molte aziende agricole ricadono in aree soggette a vincoli di diversa natura che impediscono la realizzazione di impianti fotovoltaici, benchè funzionali ai processi produttivi. “Un tema, questo, – conclude Bettoni – su cui occorre fare una riflessione profonda se vogliamo che il settore agricolo raggiunga la propria indipendenza energetica”.

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Grano duro, le quotazioni basse rischiano di compromettere la produzione italiana. Le proposte di Confagricoltura al tavolo Masaf

Valorizzare maggiormente le produzioni nazionali di pasta ottenuta con 100% di grano duro italiano, intensificando anche i controlli sulle produzioni italian sounding; fronteggiare la volatilità dei prezzi puntando ancora di più sui contratti di filiera; riattivare la Commissione Unica Nazionale per il grano duro per aiutare a migliorare la conoscenza dei processi di formazione dei prezzi.

Sono queste le priorità che Filippo Schiavone, componente di Giunta Confagricoltura, ha esposto al Tavolo sul grano duro convocato oggi al MASAF alla presenza del ministro Lollobrigida.

“La recente evoluzione delle quotazioni di mercato a livello nazionale sta preoccupando non poco gli operatori del comparto. Sono in particolare le quotazioni del grano duro all’origine che nelle ultime settimane si sono contratte notevolmente con riduzioni anche del 10% su base settimanale”, ha detto.

Sulle piazze di Bari e Foggia le quotazioni del grano duro ‘fino’ all’origine sono crollate del 25-26% da inizio anno e del 14-15% nell’ultimo mese.

“La questione della tenuta del prezzo pone un serio problema di autoapprovvigionamento – ha spiegato Schiavone -. Mentre negli ultimi anni si era assistito a un miglioramento del tasso di autoapprovvigionamento per il grano duro, la minore remunerazione della materia prima potrebbe indurre a contrarre le semine e quindi la produzione nazionale con un maggiore ricorso alle importazioni”.

Questa situazione – evidenzia Confagricoltura – farà aumentare anche il potenziale dell’export verso l’Italia, che nel 2022 aveva subito un vero e proprio crollo con un calo delle importazioni dal Canada di oltre il 40%. Nel 2022 l’Italia, primo produttore mondiale di pasta, ha importato più grano duro dall’UE (essenzialmente da Francia e Grecia) che dal Canada, tradizionalmente primo Paese fornitore.

“E’ inoltre essenziale – ha concluso Schiavone – avere maggiore conoscenza della situazione di mercato con dati aggiornati e disponibili in materia. A questo scopo, tuttavia, Confagricoltura non ritiene sia confacente l’obbligo di istituzione e tenuta del registro di carico e scarico di cereali e derivati, il cosiddetto ‘granaio d’Italia’ che sinora non è di fatto partito se non in via sperimentale e che rischia di tradursi unicamente in un ulteriore aggravio burocratico per le imprese”.

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Decreto Siccità, Confagricoltura: soddisfazione per la linea assunta dal Governo per affrontare l’emergenza

Confagricoltura esprime piena soddisfazione per i risultati ottenuti nel Decreto Siccità appena varato dal Governo, all’interno del quale sono presenti diverse linee di intervento per arginare il fenomeno climatico estremo che rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura con l’avvicinarsi della stagione estiva.

In primo luogo, la Confederazione esprime soddisfazione per l’articolato volto a ben delineare gli ambiti di intervento della Cabina di regia già operativa sul tema e della figura del Commissario straordinario. 

Particolare apprezzamento per la misura volta al riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo attraverso il rilascio di un provvedimento autorizzatorio unico, un intervento fortemente auspicato da Confagricoltura.

Le procedure semplificate per la realizzazione di infrastrutture idriche, tra cui i progetti di desalinizzazione, e per la realizzazione di invasi aziendali per gli imprenditori agricoli sono concreti manifesti di un iniziale impegno da parte del Governo in carica di cercare di risolvere le future carenze di approvvigionamento della risorsa blu.

Un segno di ulteriore sensibilità del Governo emerge altresì dall’istituzione degli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici e per il contrasto dei fenomeni di scarsità idrica presso ciascuna Autorità di bacino distrettuale. Questi organismi saranno determinanti per la raccolta, l’aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all’utilizzo della risorsa idrica nel distretto idrografico di riferimento. 

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Confagricoltura: DL sviluppo TEA e registro crediti di carbonio strumenti importanti per la transizione ecologica

La concentrazione di anidrite carbonica in atmosfera ha raggiunto le 419,13 parti per milione (ppm) con un aumento di 1,82 parti per milione rispetto al 2022. Lo dicono i recenti dati dell’osservatorio NOAA, situato a 3.3387 metri sul vulcano Mauna Loa sull’isola di Hawaii. Si tratta di un nuovo, negativo, record: in 63 anni non era mai stata rilevata così tanta CO2 nell’aria.  

Alla luce di questa notizia, per Confagricoltura, è evidente l’importanza della definizione delle regole per il mercato dei crediti di carbonio. Uno strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo del Green deal europeo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. 

Parallelamente, è altrettanto importante mettere il settore primario nelle condizioni di esercitare il ruolo, che riveste da sempre, di ambito produttivo capace di “catturare” e immagazzinare il carbonio prodotto dalle attività umane.

Per questa ragione, Confagricoltura guarda con grande interesse alle recenti iniziative messe in campo dal governo: da una parte, il disegno di legge sulla sperimentazione in campo delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea); dall’altra, l’emendamento al decreto-legge PNRR per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili. 

Confagricoltura sostiene da tempo l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico. Il disegno di legge sulle Tea – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Non solo. 

Le tecniche di evoluzione assistita permettono di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda di cibo e per mantenere alta la qualità Made in Italy. Questo permetterà all’Italia di essere pronta quando verrà pubblicato il Regolamento che la Commissione Ue intende proporre per regolamentare le nuove tecniche genomiche.

La Confederazione ha accolto con entusiasmo anche l’approvazione dell’emendamento che prevede l’istituzione del Registro dei crediti di carbonio agroforestali presso il CREA. L’iniziativa valorizza la capacità delle imprese agroforestali di “imbrigliare” la CO2 attraverso i servizi ecosistemici svolti nella gestione del patrimonio agro-forestale nazionale. L’emendamento mira a definire il modo in cui le quantità di carbonio immagazzinato verranno certificate e trasformate in crediti da scambiare su un mercato unico e condiviso. 

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