Il testo del nuovo CPL degli operai agricoli e florovivaisti

In data 21 aprile 2022 è stato firmato presso la sede dell’EBAT (Ente Bilaterale Agricolo Territoriale) a Ragusa il nuovo Contratto Provinciale di Lavoro degli operai agricoli e florovivaisti, valido per il quadriennio 2020/23.

Viene confermata l’articolazione dell’orario di lavoro già prevista dal precedente CPL; viene prevista l’indicazione dell’orario giornaliero di lavoro (6.50 – 7.00 – 8.00) nel contratto individuale di lavoro. Viene introdotto un aumento salariale del 2%, a decorrere dal I maggio 2022 e un una tantum/vacanza contrattuale di € 1,00 lorde per ogni giornata di lavoro dal I gennaio 2021 al 30 aprile 2022.

“Il 2% è un aumento superiore a quello registrato nelle altre province siciliane – spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè. “Un segnale necessario, – aggiunge – considerando la difficilissima congiuntura economica che sta mettendo in serie difficoltà le imprese i lavoratori”.

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Transizione ecologica, a Vittoria convegno regionale sulle energie rinnovabili nei settori produttivi siciliani

Tra i relatori ci sarà il Presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, che rappresenterà la voce dell’Organizzazione di categoria degli imprenditori agricoli con una relazione sul quadro normativo in aggiornamento sulle energie rinnovabili nel settore primario e condividendo proposte operative e progetti in fase di realizzazione nel nostro territorio su questo versante. 

“Le energie rinnovabili per l’Agricoltura, la Pesca, l’Artigianato e le Piccole e Medie Imprese”. Questo il tema del convegno regionale che si terrà a Vittoria, presso il Cinema Golden (via Adua, 204) il pomeriggio del 26 e la mattina del 27 maggio.
Organizzato dal Centro Studi Socio-Economici di Ragusa e degli Iblei, con il sostegno dell’Assemblea Regionale Siciliana e il patrocinio del Comune di Vittoria, il convegno intende fornire uno sguardo al tema della transizione ecologica e dell’applicazione delle energie rinnovabili nei principali settori produttivi del territorio siciliano.

 

 

Lo scopo è quello di analizzare l’argomento, con particolare riguardo alla produzione di cibo (agricoltura, zootecnia, pesca) alimentando, del tutto o in parte, gli impianti necessari al lavoro con energia solare, eolica o qualsiasi altra struttura tecnologica capace di ridurre i consumi, rispettare l’ambiente e risparmiare sulle spese in bolletta che gravano sulle aziende.

 



PROGRAMMA DEI LAVORI

26 Maggio, ore 16-20.30

– Aprirà i lavori: Francesco Aiello, Sindaco di Vittoria;
– Spazio ai saluti da parte delle autorità presenti;
– Introdurranno: Graziano Scardino, Presidente regionale CIA; Gaetano Malannino, Presidente nazionale Altragricoltura; Giuseppe Santocono, Presidente provinciale CNA; Gaetano Cannizzo, Responsabile UNCI Pesca Sicilia per la provincia di Ragusa; Giuseppe Pezzati, Presidente regionale ConfArtigianato; Antonino Pirrè, Presidente provinciale ConfAgricoltura.
– Interverranno: gli imprenditori agricoli Giovanni Traina e Alessandro Speranza.

27 Maggio, ore 9-13.30

– Apriranno i lavori: Anastasia Licitra, assessore Sviluppo Economico del Comune di Vittoria; Giuseppe Nicastro, assessore Energie Rinnovabili del Comune di Vittoria;
– Relazioneranno: Salvatore Davino Professore di Patologia vegetale e delegato alla ricerca
e sviluppo per il dipartimento SAAF; Gianni Polizzi, Direttore Distretto del Cibo e Distretto Orticolo Sud-Est Sicilia; Giovanni Iacono, Amministratore delegato SOSVI; Marco Anfuso, REGRAN srl; Alberto Pulizzi, Direttore generale Dipartimento Pesca mediterranea Regione Siciliana; Silvio Balloni, Responsabile Tecnico GAL Valli del Golfo
– Concluderà i lavori: Nello Dipasquale, parlamentare regionale, segretario alla Presidenza ARS.

Le due sessioni di lavoro saranno moderate dal president del Centro Studi SEREI, Riccardo Roccella.



 

 

 

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Grano duro, prezzi in rialzo fino all’80% rispetto al 2021. Le prime stime produttive della campagna 2022 in Italia sono in leggero calo

Sono i dati emersi dai Durum Days di Foggia, l’evento che ha visto tutti i protagonisti della filiera fare il punto sulle previsioni del grano duro. In Italia pesano le incognite legate al clima; la produzione nazionale si attesterà al di sotto di 4 milioni di tonnellate.

Restano sostenuti i prezzi del grano duro, con quotazioni superiori di circa il 70-80% rispetto a un anno fa. A maggio il prezzo della Camera di Commercio di Foggia si è attestato sui 544,50 €/t, un valore non distante dai picchi massimi toccati a gennaio 2022. È difficile al momento ipotizzare riduzioni di prezzo superiori al 15%, anche per il sostegno che arriva da condizioni sempre più critiche sul generale mercato dei cereali. In Europa il clima secco sta mettendo a rischio il raccolto di frumento duro, soprattutto in Francia, mentre in Italia le recenti piogge potrebbero non essere sufficienti a compensare la siccità dei mesi precedenti, anche alla luce dei ritardi delle semine, ed in considerazione dell’ondata di caldo che sta investendo il Paese. Le prospettive di riduzione dei prezzi per il grano duro, peraltro modeste, restano quindi subordinate ai rischi di ulteriore deterioramento delle produzioni per via dell’impatto climatico. La produzione nazionale faticherebbe a raggiungere i 4 milioni di tonnellate, facendo quindi registrare un leggero calo rispetto alla campagna precedente.

È questo il quadro che è emerso dai Durum Days 2022, l’evento che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della campagna, svoltisi oggi a Foggia con la partecipazione dei rappresentanti di Assosementi, Cia – Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa, Unione Italiana Food e CREA, con Areté quale partner tecnico e con la partecipazione in veste di sponsor di Syngenta.

Secondo le previsioni elaborate da Areté, società di ricerca e consulenza specializzata nell’agri-food, dopo il pesante impatto della siccità che nella scorsa campagna ha compromesso oltre la metà del raccolto atteso in Nord America, anche per la campagna 2022/23 (che si apre a giugno 2022) le condizioni climatiche non ottimali stanno ipotecando le produzioni attese.

In Nord America (USA e Canada), i ritardi nelle semine e la siccità stanno limitando le potenzialità di rimbalzo dell’offerta, comunque significative dopo la produzione deludente della scorsa campagna. In Canada, dove l’aumento atteso delle aree seminate è superiore al 10%, le stime di Areté prevedono produzioni che non andranno oltre i 5,5 milioni di tonnellate: non certo un dato record, ma comunque un recupero importante rispetto al dato precedente di 2,6 milioni di tonnellate.

Tornando invece alle previsioni di resa del grano duro per l’Italia, sono pesanti le incognite legate ai cambiamenti climatici. Secondo il Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali del CREA, il più importante ente di ricerca dedicato all’agroalimentare, “nelle regioni meridionali, le semine scalari di inizio stagione, dovute alle abbondanti precipitazioni, unitamente alle basse temperature del periodo primaverile hanno provocato un allungamento del ciclo della coltura, costringendola ad una fase di riempimento della granella con temperature in forte aumento. Pertanto, in questi areali, se le condizioni meteorologiche permangono stabili, la produzione media attesa potrebbe essere limitata per effetto della “stretta”. Nelle regioni centro-settentrionali, superato l’allarme siccità del periodo invernale-primaverile, al momento la coltivazione si presenta in buone condizioni anche dal punto di vista fitosanitario. Resta anche al Nord l’incognita meteorologica delle prossime settimane che potrebbe influenzare ancora la produzione finale.

 

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Massimiliano Giansanti al forum Verso Sud: “Settore primario fondamentale nel dialogo con i Paesi Terzi”

Pandemia e guerra affidano all’Italia e alla sua agricoltura un ruolo importante nel rinnovato dialogo con il Nord Africa e l’Asia, interlocutori oggi fondamentali di una nuova politica agricola ed energetica. Un tema da sempre presente nell’agenda di Confagricoltura e che il presidente della Confederazione, Massimiliano Giansanti, porta oggi al forum “Verso Sud”, organizzato dalla ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, insieme all’European house – Ambrosetti.

“Il settore primario italiano è colonna fondamentale del ponte tra Europa e Paesi terzi – commenta il presidente dell’associazione degli imprenditori agricoli –, lo dimostrano anche i risultati che sta raggiungendo, nonostante le difficoltà. Per questo è urgente intervenire sui fattori che limitano il potenziale agricolo del Paese”.

“Sono tante le iniziative che, come Confagricoltura, abbiamo chiesto e ottenuto che venissero inserite nelle misure del governo – commenta Massimiliano Giansanti –. É rimasta inascoltata, però, la nostra richiesta di estendere la cosiddetta Decontribuzione Sud e il Bonus Sud (rivolto alle imprese che investono in nuovi beni strumentali) anche alle imprese agricole”.

Il Mezzogiorno è fondamentale anche per la produzione di energia green visto che ospita il 52,3% delle rinnovabili nazionali. “Le risorse previste per il settore dal PNRR ci fanno ben sperare su un rilancio del Sud Italia come produttore di energia pulita – commenta Giansanti –, anche per affrontare la pressione dei costi energetici sulla produttività”.

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Tagli Prezzi, Confagricoltura: buono l’impianto, senza proroga il gasolio agricolo

“Siamo da sempre convinti che il nostro settore possa dare un importante apporto per l’indipendenza energetica italiana. Aver voluto incoraggiare la produzione di rinnovabili in ambito agricolo, dando la possibilità agli impianti a biogas esistenti di incrementare la propria capacità produttiva fino al 20%, dimostra che siamo sulla strada giusta. Ora occorre proseguire in questa direzione”. Questo il commento di Confagricoltura in merito al “taglia prezzi” oggi in Aula, che ha accolto, in generale, le sollecitazioni della Confederazione.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli apprezza la decisione, contenuta nel decreto, di concedere più tempo alle Autorità distrettuali di bacino per completare le sperimentazioni sul deflusso ecologico, consentendo di adattare gli strumenti attuativi vigenti e garantire la razionale utilizzazione delle risorse idriche per le produzioni.

Bene, per Confagricoltura, in materia di pratiche sleali per la filiera delle carni, aver esteso l’elenco dei prodotti deperibili a base di carne includendone alcuni ai quali sarebbero garantite tempistiche di pagamento più favorevoli. Positiva anche l’attenzione del decreto allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile utilizzando lo strumento della garanzia pubblica ISMEA. Importante, nell’attuale quadro di emergenza, aver voluto dare maggior ossigeno alle imprese, posticipando la restituzione del capitale finanziato.

“Ci aspettavamo, però, un intervento più incisivo sull’abbattimento dei costi – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – in particolare sul gasolio agricolo: il credito d’imposta resta limitato al primo trimestre, esclusivamente per la trazione delle macchine agricole”.

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Russia, Confagricoltura: il blocco dell’export di legname deve servire a valorizzare il patrimonio boschivo italiano

Gli effetti del conflitto avranno ripercussioni nel lungo periodo, anche per quanto riguarda la filiera foresta-legno. A dirlo è Confagricoltura, che sottolinea come, a causa delle restrizioni alle esportazioni di tronchi dalla Russia e Ucraina, si stia aggravando ulteriormente la crisi dei prezzi e lo squilibrio dei mercati internazionali.

“Questo contesto, con i rapidi mutamenti del quadro geopolitico internazionale e gli ingenti aumenti energetici, è l’occasione per far tornare centrale la risorsa legno italiana nelle politiche di approvvigionamento di materie prime – afferma Enrico Allasia, presidente dellaFederazione Nazionale di Prodotto Boschive di Confagricoltura -. Occorre accelerare le dinamiche economiche orientate allo sviluppo del settore, rafforzando le filiere nazionali del legno”.

L’attuale situazione d’incertezza richiede, anche da parte del nostro Paese, strategie capaci di ridurre la forte dipendenza di legname dall’estero. “Il nostro patrimonio forestale – sottolinea Allasia – è una risorsa importante che copre più di 1/3 della superficie nazionale, pari a oltre undici milioni di ettari, e merita di essere valorizzato e utilizzato”.

In quest’ottica Confagricoltura ritiene che l’avvio da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali della procedura per l’iscrizione al registro nazionale per gli operatori che commercializzano legno e prodotti derivati rappresenti un importante passo per aumentare la trasparenza del comparto, qualificare la provenienza e la tracciabilità delle produzioni.

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DEF, Confagricoltura in audizione: intervenire rapidamente sui costi di energia, fertilizzanti e mangimi

“L’agricoltura rischia di subire l’eccezionale aumento dei costi, che impatta drammaticamente sulla debolezza finanziaria del settore. Se a questo si aggiunge il timore di un’elevata inflazione accompagnata dal rallentamento nella crescita, il sentiment delle nostre imprese, proprio quando sono chiamate ad un maggiore sforzo produttivo per garantire la sicurezza alimentare, è pessimistico”. Lo ha affermato il componente di Giunta di Confagricoltura Nicola Gherardi, nel corso dell’audizione delle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, sul Documento di economia e finanza 2022.

Dopo l’apprezzamento per le scelte del Governo, in particolare nel PNRR, in tema di agricoltura sostenibile e nelle sue declinazioni, la Confederazione ha sottolineato la necessità di un intervento urgente su energia, fertilizzanti e mangimi.

Per contenere i costi del carburante, occorre estendere il credito di imposta del 20% sull’acquisto, previsto per il primo trimestre, almeno al secondo trimestre, chiarendo che si riferisce a tutti gli usi del gasolio agricolo. In alternativa si propone di eliminare l’accisa sul carburante per il 2022. “Le agevolazioni e gli interventi previsti per le imprese energivore – ha sottolineato Gherardi – andrebbero estese alle imprese agricole che rientrano nei parametri, potenziando invece la percentuale e il periodo di applicazione del credito di imposta per quelle non vi rientrano. Serve anche una rapida azione di contrasto all’aumento esponenziale del costo dei fertilizzanti e dei mangimi”.

Il settore agricolo va sostenuto incentivando gli investimenti, per consolidare il suo ruolo chiave per una crescita sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici. Occorre intervenire sul decalage delle aliquote del credito d’imposta 4.0 e sulle attuali limitazioni del c.d. Bonus Sud, non applicabile alle imprese agricole. E’ necessario inoltre, per Confagricoltura, portare a regime la concessione del credito d’imposta per gli investimenti tecnologici nella misura del 50% prevista per il 2021, che potrebbe rappresentare una garanzia per l’accesso al credito presso banche ed istituti creditizi.

 

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Rinnovabili, Confagricoltura: il settore primario può contribuire a ridurre dipendenza energetica dall’estero

“Apprezziamo che il Presidente del Consiglio voglia accelerare l’installazione di nuove fonti di energia. Quanto ha affermato nel discorso di ieri va nella direzione che avevamo chiesto. In questa fase così critica l’agricoltura può incrementare il suo contributo alla produzione di energia”. Così Confagricoltura a proposito della dichiarazione del premier Mario Draghi nella conferenza stampa a margine dell’incontro a Palazzo Chigi con il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte.

Potenziare e sveltire l’iter per l’installazione di rinnovabili nelle imprese agricole è diventato quanto mai necessario alla luce dell’urgenza di progettare una strada per arrivare all’indipendenza energetica o quanto più vicino possibile all’autosufficienza del Paese.

“Nell’emergenza – conclude Confagricoltura – occorre fare quadrato e avviare prontamente, oltre ai necessari interventi normativi e tecnici per potenziare e sburocratizzare le pratiche d’istallazione, anche la definizione dei nuovi regimi d’incentivazione per accompagnare le imprese, riducendo il più possibile la nostra dipendenza dall’estero”.

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Bollette, Confagricoltura: il Cdm semplifica e accelera sulle rinnovabili. Ancora irrisolto il caro energia delle imprese agricole

In attesa della pubblicazione del testo definitivo licenziato venerdì dal Consiglio dei Ministri in materia energetica, Confagricoltura esprime apprezzamento per l’accelerazione sulla semplificazione e sulle risorse a disposizione per sviluppare ulteriormente le energie rinnovabili, che riguardano gli impianti tra 50 kw e 200 kw e l’iter autorizzativo.

Rilevanti novità riguardano l’agrovoltaico, per cui si amplierebbero le tipologie costruttive, fermo restando la sinergia tra produzione agricola ed energetica.

Importante – per Palazzo della Valle – sarebbe la dotazione di 267 milioni di euro per promuovere la produzione di energia elettrica green e l’autoconsumo per le PMI con la realizzazione di impianti con potenza massima di 200 Kw.

Bene anche il credito d’imposta, nel 2022 e 2023, per promuovere l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili, per le imprese che investono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Non sono risolutivi, invece, ad avviso di Confagricoltura, gli interventi a breve termine che sarebbero previsti sui costi energetici. Pur essendo importanti anche per le imprese agricole, con la conferma dell’annullamento degli oneri di sistema, non riguarderebbero infatti gli extra costi energetici, ma esclusivamente le imprese classificate energivore.

Per il settore agricolo si tratta esclusivamente di poche e specifiche realtà produttive che svolgono attività di trasformazione a cui è associata una forte domanda di energia elettrica o gas. Se le anticipazioni saranno confermate, – conclude Confagricoltura – si sarebbe persa, in generale, l’occasione di agire in modo efficace sulla compensazione dei costi energetici delle imprese agricole, in particolare del settore florovivaistico.

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Prorogati gli incentivi sul biogas agricolo come richiesto da Confagricoltura

I nuovi impianti di cogenerazione in ambito agricolo alimentati a biogas potranno accedere al regime degli incentivi statali anche per il 2022. È questo il contenuto dell’emendamento inserito nel decreto Milleproroghe su specifica richiesta di Confagricoltura.

Questa proroga è fondamentale per dare continuità agli investimenti negli impianti con potenza non superiore ai 300 Kw, in attesa che sia definito il nuovo sistema di incentivazione per le bioenergie, di cui al D.lgs. 199/22 che ha recepito la direttiva europea sulle rinnovabili (RED II).

La proroga per l’anno in corso – conclude Confagricoltura – riguarda gli impianti realizzati da imprese agricole, anche in forma consortile, alimentati per almeno l’80% da reflui e scarti di produzione derivanti prevalentemente dalle stesse aziende.

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