Inflazione, Giansanti (Confagricoltura): “Interventi urgenti per salvaguardare produzione e occupazione”

“Il nuovo balzo in avanti dell’inflazione, che ha raggiunto il livello più alto dal 1985, è da imputare prevalentemente al prezzo dell’energia. Se non si mettono in atto misure immediate a livello nazionale e straordinarie in ambito europeo sul costo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio, l’Italia rischia una grave recessione”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, interviene sulle stime comunicate oggi dall’Istat, che riportano un aumento dell’inflazione dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua.

Anche l’inflazione annuale dell’area euro, secondo Eurostat, l’ufficio statistico della Ue, dovrebbe attestarsi al 9,1% ad agosto, un nuovo valore record, in aumento rispetto all’8,9% di luglio. Anche in questo caso è il fattore energia la principale variabile.

“Dopo un anno difficile, fortemente caratterizzato dagli alti costi, gli ultimi aumenti dell’energia elettrica e del gas – aggiunge Giansanti – mettono letteralmente fuori controllo il sistema degli oneri delle aziende agricole”

“Nelle prossime settimane, senza interventi governativi in grado di modificare lo stato attuale, le imprese saranno costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti, con un effetto a caduta sui consumatori, se non addirittura a tagliare l’attività produttiva”.

“Analogamente a livello europeo, tenendo conto della specificità del settore agricolo, dove in molti casi le chiusure delle attività sarebbero definitive, è indispensabile che si assumano decisioni straordinarie e altrettante urgenti sul prezzo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio”.

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Nutriscore, Giansanti replica a Hercberg: “Fuori luogo le critiche all’Antitrust”

“Possiamo comprendere le preoccupazioni di Serge Hercberg per le crescenti critiche al sistema di etichettatura Nutriscore da lui messo a punto, ma dovrebbe astenersi dal contestare le prese ufficiali di posizione di organismi pubblici che operano negli Stati membri”.

 

E’ la replica del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alle dichiarazioni, riportate dalla stampa, dell’ideatore del Nutriscore, secondo il quale “è vergognoso che l’Antitrust italiano assecondi le assurde argomentazioni delle lobby italiane”.

 

Nei giorni scorsi, anche a seguito delle iniziative assunte da Confagricoltura, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha riconosciuto che, in mancanza di contestuali e adeguati chiarimenti, il Nutriscore potrebbe indurre in errore il consumatore sulle proprie scelte alimentari. A seguito della decisione dell’Autorità, chi utilizza il Nutriscore dovrà obbligatoriamente specificare che il sistema non è universalmente riconosciuto dalla comunità scientifica.

 

“Una decisione di fondamentale importanza – aggiunge Giansanti – per la tutela del diritto dei consumatori ad avere accesso a informazioni chiare, complete e trasparenti. A questo riguardo, è il caso anche di ricordare che Hercberg lo scorso febbraio ha proposto di applicare il bollino nero sulle bottiglie di vino”.

 

Il presidente di Confagricoltura ha anche evidenziato che il sistema Nutriscore è contestato anche nei paesi dove è già diffuso. Le contestazioni sono infatti arrivate dai produttori francesi di formaggi e dagli olivicoltori spagnoli che hanno sollecitato modifiche al funzionamento dell’algoritmo che è alla base del sistema.

 

“Siamo giunti in prossimità di un passaggio delicato – sottolinea Giansanti – A novembre la Commissione dovrebbe presentare la propria proposta per il varo di un sistema europeo di etichettatura fronte pacco”.

 

“L’alternativa al Nutriscore è già disponibile – conclude il presidente di Confagricoltura – E’ il sistema a batteria Nutrinform, che è in grado di dare ai consumatori informazioni coerenti con lo stile di vita e i consumi ordinari nel rispetto delle tradizioni gastronomiche di ogni Stato membro”.

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Suini, accolta la richiesta di Confagricoltura: il Mipaaf autorizza l’accorpamento dei controlli per le partite fuori peso

Il Ministero delle Politiche Agricole ha accolto le istanze di Confagricoltura per il comparto suinicolo interessato dalle verifiche ispettive supplementari (VIS) a seguito delle emissioni di non conformità riscontrate in particolare nel 2020, durante la pandemia Covid-19, quando si erano verificate difficoltà di consegna e macellazione degli animali.

 

Il provvedimento, che autorizza l’accorpamento dei controlli per le partite fuori peso, era stato fortemente richiesto dai suinicoltori che hanno avuto i controlli necessari a garantire le conformità degli animali rispetto ai disciplinari dei Consorzi dei prosciutti di Parma e San Daniele.

 

Le aziende suinicole sono tuttora oggetto di più verifiche da parte degli organismi di certificazione in seguito alle emissioni di non conformità. L’attivazione delle misure di controllo rinforzate  – evidenzia Confagricoltura – sono totalmente a carico delle imprese agricole, compresi tutti gli oneri collegati: spese di viaggio, vitto, alloggio degli ispettori. Finora ogni VIS era finalizzata a una sola segnalazione, con il conseguente lievitare dei costi per ogni controllo ulteriore (tra i 200 e i 300 euro ciascuno) anche nella stessa azienda.

 

Il conto, per le imprese, era diventato insostenibile, aggravando già una difficile situazione per la filiera suinicola.

 

Confagricoltura si è attivata presso il Ministero affinché si potessero accorpare le visite ispettive supplementari nell’ambito dello stesso controllo. Il Mipaaf ha ufficialmente accolto questa richiesta, autorizzando le VIS in un’unica tranche.

 

Con questo pronunciamento, anche le spese sostenute nell’ambito della stessa giornata di ispezione vengono addebitate all’azienda una sola volta. Si tratta di una misura importante,  – conclude Confagricoltura – anche alla luce del fatto che l’ammontare dei costi per le VIS negli allevamenti suinicoli aveva raggiunto 7 milioni di euro.

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Accordo sul grano, Giansanti (Confagricoltura): “Lo sblocco dell’export ucraino è fondamentale per scongiurare la crisi alimentare globale”

“Con la ripresa delle esportazioni via mare dell’Ucraina, circa 20 milioni di tonnellate di grano potranno essere collocate sui mercati internazionali, con il risultato di ridurre sensibilmente il rischio di una crisi alimentare globale. Adesso valuteremo gli effetti dell’intesa sul mercato, anche alla luce della flessione che le produzioni hanno subito e subiranno a causa della siccità”. È il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’accordo firmato oggi per lo sblocco dell’export agroalimentare dai porti dell’Ucraina.

Secondo i dati della FAO – evidenzia Confagricoltura – sono più di 50 i Paesi in via di sviluppo che, fino allo scorso anno, dipendevano dal grano esportato dall’Ucraina per la copertura del fabbisogno totale interno.

Nel 2021, ha fatto sapere la Commissione europea, le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina ammontarono a circa 24 miliardi di euro. Le vendite all’estero di grano e semi oleosi hanno inciso per l’84% sul totale. Quasi il 90% dell’export complessivo di settore è stato effettuato via mare.

“L’accordo raggiunto è positivo anche sotto un altro aspetto di rilievo”, prosegue Giansanti. “La ripresa delle vendite all’estero da parte dell’Ucraina consentirà di liberare le strutture necessarie per lo stoccaggio dei nuovi raccolti, facilitandone l’ordinata commercializzazione”.

“Seguiremo con particolare attenzione anche gli eventuali effetti che lo sblocco dell’export agricolo ucraino potrà avere sulle quotazioni internazionali dei cereali”, conclude il presidente della Confederazione.

Secondo i dati ancora provvisori dell’Istat, nei primi tre mesi di quest’anno il saldo valutario dell’Italia per l’interscambio con l’estero di cereali, semi oleosi e farine proteiche è risultato negativo per 781 milioni di euro, con un incremento di 240 milioni sullo stesso periodo del 2021.

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Etichettatura europea, Giansanti (Confagricoltura): “Serve un sistema chiaro che aiuti a scegliere cibi sani”

“Siamo convinti che riassumere le qualità nutrizionali di un prodotto alimentare con una lettera o con un colore risulti poco convincente e, in alcuni casi, addirittura fuorviante per i consumatori”. Questo il deciso appello di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura a proposito della possibile definizione di un sistema di etichettatura europeo, che sarà presentato in autunno, ma delineato nei prossimi giorni.

“Siamo molto preoccupati – sottolinea Giansanti – del potenziale enorme impatto negativo sui nostri prodotti, se sistemi come il Nutri-Score saranno scelti dalla Commissione. Mantenere viva l’attenzione sul nuovo sistema di etichettatura nutrizionale fronte pacco (FOPNL) che sarà scelto è fondamentale, per questo abbiamo ritenuto indispensabile continuare nella nostra azione di sensibilizzazione scrivendo al Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, agli eurodeputati e al Governo”.

Confagricoltura e gran parte del sistema Italia ritengono che una concezione eccessivamente semplicistica e poco aderente alle reali peculiarità degli alimenti non può e non deve essere adottata. Basarsi esclusivamente sulla quantità di calorie, grassi e zuccheri di un alimento non fornisce una valutazione complessiva della qualità dell’alimento in esame e rischia perfino di ottenere l’effetto contrario di quello desiderato, inducendo in errore il consumatore.

“È diventato vitale ricordare alla Commissione la nostra posizione e la nostra opposizione al Nutri-Score. Occorre sensibilizzare tutti i policy makers coinvolti nel processo decisionale dell’Unione europea, rimarcando come sistemi di etichettatura del tipo Nutriscore non assolvono il compito loro assegnato dalla Farm to Fork, vale a dire aiutare i consumatori a scegliere cibi salubri. E’ il momento di agire e capitalizzare tutti gli sforzi fatti – conclude la lettera del presidente di Confagricoltura – affiancandoci in questa battaglia coinvolgendo gli eurodeputati di altri Stati europei e facendo pressione sulla Commissione per scegliere un’etichettatura che non ci penalizzi”.

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ET LABORA: attivata la nuova piattaforma digitale che incrocia domanda e offerta di lavoro. Confagricoltura Ragusa aderisce all’iniziativa

Nell’ambito delle attività svolte dal Centro per l’Impiego di Ragusa sul versante dell’incrocio di domanda e offerta di lavoro, è attivo il nuovo servizio digitale ET LABORA, nato per soddisfare le esigenze avanzate da parte delle aziende, che offre alle imprese e alle Organizzazioni di categoria la possibilità di poter richiedere informaticamente lavoratori per le proprie scoperture di organico.

Come fanno sapere gli Uffici del CPI di Ragusa, retto dal dott. Giovanni Vindigni, gli operatori di Anpal Servizi sono a disposizione delle imprese che vogliono conoscere i servizi dei Centri per l’Impiego o che hanno bisogno di supporto per la presentazione di richieste di personale, anche presso le varie sedi operative nel territorio. Per maggiori informazioni si può inviare una mail di richiesta agli indirizzi gbattaglia@anpalservizi.it – giovanni.vindigni@regione.sicilia.it , specificando l’azienda richiedente e i riferimenti telefonici per un rapido contatto e per la definizione dell’eventuale incontro presso le sedi aziendali.

Le selezioni del personale verranno effettuate presso i Centri per l’impiego presenti nel territorio provinciale, al fine di applicare la condizionalità ai percettori di Naspi e Reddito di Cittadinanza che non dovessero accettare eventuali “offerte congrue”.

Si evidenzia che questa procedura ha dato esiti rilevanti, in quanto sono stati individuati circa 2.500 percettori di reddito di cittadinanza (dei 10.000 presi in carico da tutti i CPI provinciali) che non hanno rispettato la normativa di riferimento.

Confagricoltura Ragusa aderisce con convinzione alla piattaforma ET LABORA

“Come Confagricoltura Ragusa – spiega il Presidente, dott. Antonino Pirrè -abbiamo sollecitato e accogliamo con favore questo nuovo servizio che può rappresentare uno snodo strategico e operativo per far incontrare domanda e offerta di lavoro, soprattutto nel settore agricolo, dove c’è continua richiesta di manodopera, offrendo lavoro legale e dignitoso a chi è alla ricerca di un’occupazione”.

“Faremo attività di divulgazione della nuova piattaforma digitale presso i nostri associati – spiega il presidente Pirrè –, convinti della bontà del sistema, nell’ottica strategica di indirizzare la selezione e la formazione mirata alle nuove competenze richieste dalle aziende”.

Ragusa, 15 luglio 2022

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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L’Ente Produttori Selvaggina aderisce a Confagricoltura. Le parti rafforzano la propria collaborazione per la tutela del comparto faunistico e agrituristico venatorio

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e il presidente dell’Ente Produttori Selvaggina (EPS), Galdino Cartoni, hanno firmato una convenzione che va a rinnovare e rafforzare la collaborazione tra i due soggetti per la tutela e la rappresentanza delle imprese agricole impegnate nella gestione faunistica del territorio.

In base alla nuova intesa, EPS diventa ente aderente alla Confederazione. Le parti si impegnano nel raggiungimento di tre obiettivi ben definiti: un adeguato riconoscimento delle attività che gli istituti faunistici privati svolgono a beneficio dell’intero sistema della biodiversità e della collettività; una piena progettazione e valorizzazione della filiera alimentare, venatoria e naturalistica; una necessaria, concreta e urgente revisione delle politiche fiscali per alleggerire la pressione sulle attività del comparto.

Confagricoltura riconosce, così, l’EPS quale principale ente a di livello nazionale in rappresentanza dei concessionari degli istituti faunistici privati e l’Ente, a sua volta, riconosce la Confederazione quale principale organismo nazionale di riferimento di rappresentanza delle imprese agricole.

Sono 5.000 gli associati a EPS e 2.700 gli istituti faunistici aderenti che gestiscono un milione di ettari di superficie.

La Confederazione si impegna a fornire la propria collaborazione ed assistenza di tipo legale, previdenziale, sindacale, legislativa, tributaria, tecnica ed economica. EPS potenzierà la propria azione sul territorio grazie alla presenza capillare dell’associazione degli imprenditori agricoli in tutta la Penisola. Confagricoltura, infatti, ospita la sede nazionale dell’Ente presso i propri locali; inoltre, le parti valuteranno di comune accordo l’opportunità di trasferire la sede delle Sezioni regionali e Provinciali dell’EPS presso le Federazioni Regionali e le Unioni Provinciali di Confagricoltura.

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Il 70% del territorio siciliano è a rischio desertificazione. Confagricoltura: “Dati impressionanti. A rischio produzioni e posti di lavoro”

La Sicilia è la regione italiana con maggior rischio di desertificazione. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Italiana Enti di Bacino, il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado di rischio medio-alto. Un problema che riguarda sia le aree interne che quelle costiere, fatta eccezione per le province di Catania, Messina e Palermo, in cui il rischio è molto più basso.

La media annuale delle temperature nell’isola continua a salire e le condizioni climatiche assumono sempre più caratteristiche continentali, con inverni più freddi ed estati sempre più afose. Il problema della desertificazione riguarda oltre il 25% della popolazione mondiale a causa delle crescenti pressioni esterne dovute alle attività umane ed al cambiamento climatico che aggraveranno ulteriormente la situazione.


desertificazione sicilia

“Faccio mie le parole della nostra componente di Giunta, Giovanna Parmigiani, in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità: senza suolo fertile e in salute, non c’è vita. E i dati attuali sulla siccità sono impressionanti. In una situazione che è già di grande incertezza sul piano economico, rischiamo di perdere produzioni, reddito, posti di lavoro”: così il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè.

“Non meno impressionante – aggiunge Pirrè – il ritardo che è stato accumulato nel risolvere problemi di portata pluriennale e via via aggravati dal cambiamento climatico. Partendo dai fondi straordinari del PNRR, occorre un veloce e deciso cambio di passo rispetto al passato, senza ritardi ulteriori che ricadrebbero sugli imprenditori agricoli”.

All’emergenza attuale si sommano i danni sulla fertilità dei suoli che, secondo l’Ispra, riguardano circa il 28% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. Negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.

“Occorre gestire l’emergenza, accertando le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità naturale e attivando tutte le possibili iniziative in modo coordinato per salvaguardare le produzioni agricole”.

Bisogna poi lavorare alla diffusione delle innovazioni tecnologiche in grado di salvaguardare il potenziale produttivo, con una minore pressione sulle risorse naturali.

Da anni, a riguardo, Confagricoltura ha avviato una stretta collaborazione con l’Ambasciata di Israele per far conoscere alle nostre imprese le migliori e più avanzate tecnologie che consentono di risparmiare il fabbisogno di acqua nei processi di produzione.

Confagricoltura ha sollecitato inoltre l’avvio degli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, ma anche la realizzazione di nuovi invasi necessari a rispondere alle richieste dei territori.

In delicatissima fase storica agli imprenditori agricoli viene chiesto di far fronte alla crescente richiesta di cibo per evitare una crisi alimentare di vaste dimensioni, ma, senza acqua, non è possibile coltivare e rispondere a questa necessità.

Ragusa, 20 giugno 2022

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Manodopera, accordo tra Confagricoltura e il Ministero del Lavoro di El Salvador

Favorire l’occupazione per i lavoratori provenienti da El Salvador e soddisfare il fabbisogno di manodopera delle aziende agricole italiane, facilitando le procedure di reclutamento e l’assunzione, nonché l’inserimento di questi lavoratori nel nostro mondo del lavoro.

Questo l’obiettivo del protocollo di intesa sottoscritto stamani a Palazzo della Valle dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e il ministro del Lavoro della Repubblica di El Salvador, Oscar Rolando Castro.

Con l’accordo, che ha durata triennale, le parti avviano una cooperazione per cercare occasioni di lavoro con una gestione coordinata ed efficiente dei flussi migratori, nel rispetto delle normative vigenti in materia. El Salvador rientra infatti tra i Paesi ai quali l’ultimo decreto flussi per il 2021 ha riservato una quota di ingresso in Italia.

L’annunciato ampliamento delle quote per il 2022, soprattutto per il lavoro stagionale, aggiunge ulteriori possibilità di collaborazione, sebbene – evidenzia Confagricoltura – siano ancora da risolvere i problemi di carattere burocratico e informatico che rendono la situazione delle imprese agricole italiane particolarmente difficile nel pieno della stagione di raccolta.

Con questo accordo la Confederazione, che è l’Organizzazione maggiormente rappresentativa dei datori di lavoro agricolo, si impegna a verificare il fabbisogno delle imprese associate, mentre il ministero del Lavoro di El Salvador comunicherà il numero dei lavoratori salvadoregni disponibili a prestare la propria attività in Italia, fornendo tutte le informazioni utili al loro inserimento nelle aziende.

Alla firma dell’intesa a Palazzo della Valle erano presenti anche l’ambasciatore di El Salvador, Efrén Arnoldo Bernal Chévez, e i vicepresidenti di Confagricoltura, Giordano Emo Capodilista, con delega all’Internazionalizzazione, e Sandro Gambuzza, con delega al Lavoro.

 

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Ucraina, Giansanti (Confagricoltura): “Accelerare lo sblocco del grano fermo nei porti. Le alternative via terra troppo lunghe”

“Solo la ripresa delle esportazioni dell’Ucraina via mare può scongiurare il rischio di una crisi alimentare su vasta scala. Le alternative basate sull’utilizzo di ferrovie e rotte stradali hanno tempi di consegna troppo lunghi”.

Questa la presa di posizione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulle iniziative in corso per sbloccare il grano, circa 22 milioni di tonnellate, stoccato nei porti ucraini. Nella media degli anni passati – rileva Confagricoltura – l’Ucraina esportava in questo periodo 5 milioni di tonnellate di grano al mese. Ora, nonostante l’apertura di ‘corridoi di solidarietà’ da parte degli Stati membri della UE, non si va oltre un milione.

“Non resta molto tempo a disposizione per trovare un accordo – evidenzia Giansanti –perché con l’aumento delle temperature il grano stoccato rischia di marcire. Occorre, inoltre, liberare i silos per i nuovi raccolti”. A proposito dei nuovi raccolti, le notizie che arrivano da Kiev non sono incoraggianti. Secondo le ultime stime diffuse dall’Associazione interprofessionale cerealicola, a cui aderiscono gli agricoltori e gli esportatori di settore, nella campagna di commercializzazione 2022-2023 la produzione di grano dovrebbe attestarsi a 19 milioni di tonnellate, il 40% in meno sulla precedente annata che ha fatto registrare quantitativi da record. Le esportazioni sono valutate attorno ai dieci milioni di tonnellate, con un taglio del 50%. Anche per i raccolti di mais è prevista una diminuzione nell’ordine del 30%.

“Spetta ai principali Paesi produttori ed esportatori di cereali colmare il vuoto provocato dalla riduzione delle esportazioni di cereali dell’Ucraina – puntualizza il presidente di Confagricoltura – per evitare ulteriori e gravi squilibri di mercato a livello internazionale e fermare la corsa verso l’alto dei prezzi spinta anche dalla speculazione finanziaria”. In un anno – secondo l’indice della FAO – i prezzi dei cereali sono saliti del 56%.

“In ambito europeo, una maggioranza di Stati membri – aggiunge Giansanti – ha chiesto alla Commissione europea di utilizzare tutto il potenziale produttivo, rinviando eccezionalmente l’entrata in vigore delle nuove regole sulla rotazione delle colture e consentendo la semina dei terreni destinati al riposo produttivo”.

“Gli Stati Uniti hanno già deciso di incentivare gli agricoltori per aumentare la produzione. La Commissione UE è in ritardo e deve agire con la massima sollecitudine” – conclude il presidente di Confagricoltura.

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