Vino, avviata la vendemmia: aumento dei raccolti e ottima qualità

I produttori più innovativi impegnati con la viticoltura di precisione

“Superate in luglio piogge e qualche grandinata ora finalmente i viticoltori possono affrontare agosto con maggiore ottimismo. La qualità delle uve appare ottima, con acidità e gradazione che sono nei giusti parametri; la quantità sembra in aumento rispetto al 2017, annata piuttosto avara”. Lo sottolinea Confagricoltura all’avvio della vendemmia, in base alle primissime rilevazioni sul territorio, che saranno affinate nei prossimi giorni dai tecnici dell’Organizzazione.

Confagricoltura prevede: aumenti dei raccolti in Emilia Romagna di circa il 25%; in Veneto, Trentino e Umbria tra il 15 ed il 20%; in Lombardia e Marche tra il 5 ed il 10%; in Puglia raccolti probabilmente nella media. In alcuni areali del Lazio invece si annuncia un calo della produzione dovuta alla forte pressione di malattie fungine. Peronospora e mal dell’esca, dovuti alle piogge, hanno creato problemi in alcune zone d’Italia.

In Franciacorta, dove si è già al lavoro, si prospetta una vendemmia lunga e minuziosa – informa Confagricoltura -. È di aiuto ai produttori più innovativi la precision farming con rilevazione dei dati da sensori, satelliti e droni; in tal modo è possibile esaminare le curve di maturazione ed avere una panoramica in tempo reale della situazione analitica di ogni appezzamento.

“In ogni caso per il risultato definitivo di questa vendemmia – conclude Confagricoltura – saranno essenziali le condizioni climatiche delle prossime settimane che potrebbero incidere anche significativamente sulle performance produttive”.

Leggi

Assicurazioni agevolate, Giansanti: volano per accrescere l’utilizzo dei fondi Ue

Finalmente si è avviata l’azione di semplificazione che Confagricoltura ha, da sempre, invocato tra le priorità”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha commentato la ripresa della erogazioni dei sostegni  previsti dal Programma di sviluppo rurale nazionale (PSRN 2014-2020), in favore delle aziende che hanno fatto ricorso all’assicurazione agevolata a copertura dei rischi.

“Si è dimostrato – ha aggiunto Giansanti – che lo snellimento delle procedure burocratiche è possibile e produce effetti positivi; riduce gli oneri a carico delle aziende agricole e permette ad esse di superare i cronici ritardi nei pagamenti che ne compromettono la competitività. Tutto ciò si traduce in un incisivo volano per accrescere l’utilizzo dei fondi europei”.

Ha concluso il presidente di Confagricoltura: “Il processo di semplificazione dell’impianto della gestione dei rischi nel nostro Paese va ulteriormente accelerato,  con rapidità, per dare certezze sui tempi di pagamento alle aziende che ricorrono a tale misura di sostegno. Ci aspettiamo un ulteriore avanzamento nella direzione proposta da Confagricoltura per il 2019”.

Leggi

A Ferragosto sempre più italiani e turisti stranieri scelgono la campagna: i numeri di Agriturist (Confagricoltura)

Quella del 2018 si conferma un’estate importante per l’agriturismo tricolore. In aumento le presenze straniere, soprattutto di olandesi, tedeschi, austriaci, seguiti da francesi, belgi, svizzeri e nord europei. Anche gli americani apprezzano sempre più le vacanze nelle campagne italiane, soprattutto in Lombardia, Piemonte, Toscana e Puglia. Lo conferma Agriturist (Confagricoltura), spiegando che gli stranieri prenotano prevalentemente online. Premiate le strutture che offrono ristorazione. Le famiglie preferiscono alloggiare in appartamenti attrezzati; il soggiorno medio, nelle camere, rispetto allo scorso anno è salito a 4-5 giorni.

“L’agriturismo – mette in evidenza Cosimo Melacca, presidente di Agriturist –  è una formula di vacanza che, a prezzi contenuti, permette di coniugare relax in campagna, mare, collina, montagna, cultura, con le città d’arte e il buon cibo. Gli italiani privilegiano sempre più l’ospitalità familiare, la buona cucina, i prodotti tipici, il benessere, il relax e le attività all’interno dell’azienda. Gli stranieri, invece, cercano, oltre al buon cibo, gli agri campeggi (soprattutto olandesi e tedeschi) e le attività di scoperta ed escursioni in bici, a cavallo e percorsi di trekking”.

La crescita del turismo contribuisce allo sviluppo dell’economia agricola italiana attraverso gli ospiti delle aziende agrituristiche, la vendita diretta dei prodotti delle aziende agrituristiche e in generale dei turisti nelle zone rurali. “Questo dimostra – continua Melacca – quanto il settore agrituristico debba essere sempre più valorizzato come fondamentale driver economico di crescita e difeso dai fenomeni di abusivismo e di operatori improvvisati su piattaforme Internet. Le nostre campagne sono percepite come un luogo dove si mangia bene, si vive a contatto con la natura e ci si rilassa. E gli imprenditori di Agriturist adeguano alle richieste dei clienti offrendo sistemazioni diverse: dagli agriturismi di charme a quelli sportivi,  dalle spa alle attività per bambini e le escursioni”.

Maggio e giugno 2018 molto piovosi, non hanno aiutato la partenza della stagione e gli operatori sperano di recuperare, oltre che in agosto e a ferragosto in particolare, con un’estate allungata a settembre. Proprio dall’estate, ricorda Agriturist, dipende in gran parte la performance dell’intero anno. E’ in questo periodo che si concentrano oltre i due terzi delle presenze turistiche degli italiani.

Il Centro studi di Confagricoltura stima che l’anno scorso l’agriturismo ha registrato 3,2 milioni di arrivi con un incremento del 4,8% rispetto al 2016, e 12,6 milioni di pernottamenti, con un incremento dell’4,9% e il fatturato complessivo per i soli alloggi ha raggiunto  443 milioni di euro.

Tabella 1 – Stranieri che hanno viaggiato in Italia nel periodo gennaio-aprile

(2016-2018 – x 000)

Viaggiatori Pernottamenti Durata media del soggiorno gg.
2016 12.981 77.306 5,95
2017 14.171 80.076 5,65
2018 14.495 83.587 5,76
Var % 2016-17 +9,17% +3,58% -5,04%
Var % 2017-18 +2,29% +4,38% +1,95%

Elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Bankitalia

Leggi

Decreto Dignità, con nuove norme più flessibilità per le prestazioni occasionali in agricoltura

“Con le nuove norme si è ampliato e reso più flessibile quanto previsto dal contratto di prestazione occasionale in agricoltura, venendo incontro alle esigenze delle aziende agricole”. Così commenta Confagricoltura le disposizioni per il lavoro occasionale (come la raccolta della frutta e la vendemmia) previste nell’ambito del “Decreto Dignità”, approvato giovedì sera alla Camera e che passa ora all’esame definitivo del Senato.

“Le nuove disposizioni –  fa presente Confagricoltura – hanno ampliato il periodo  di impiego (da tre a dieci giorni ) e semplificato le procedure con l’autocertificazione del lavoratore (che attesta di essere disoccupato anche di altri settori, o studente fino a 25 anni, o pensionato)”.

“Dopo l’introduzione dei voucher nel 2008  in occasione del periodo della vendemmia – ricorda Confagricoltura – con la legge 96/2017 si definì  il contratto per le prestazioni occasionali.  In agricoltura non si è mai abusato dello strumento: nel periodo 2008-2016 solo il 4,3% dei voucher complessivamente venduti venne destinato alle attività agricole. Se poi si guarda solo all’ultimo anno disponibile (2016), la percentuale scese addirittura all’1,8% del totale”.

Leggi

In estate aumenta il consumo di pesce, Api (Confagricoltura): quello allevato in Italia è sano e sicuro

Mangiare pesce fa sempre bene e in estate cresce il consumo di prodotti ittici. “Per meglio rispondere alle esigenze dei consumatori – sottolinea Pier Antonio Salvador, presidente dell’Associazione Piscicoltori Italiani, aderente a Confagricoltura – è aumentata la produzione nazionale dell’orata, specie molto richiesta (dalle 7600 tonnellate del 2016, siamo passati alle 9500 tonnellate del 2017 e il trend positivo si confermerà certamente anche nel 2018), anche se il pesce più allevato in Italia resta la trota, con 35.100 tonnellate prodotte nel 2017”.

Il pesce è un’importante fonte di elementi minerali, di proteine ad elevato valore biologico, ma soprattutto di acidi grassi polinsaturi Omega 3, alcuni dei quali sono contenuti esclusivamente nei prodotti ittici. Tali componenti entrano nella costituzione delle nostre membrane cellulari, sono essenziali per lo sviluppo cerebrale e della retina, contribuiscono ad abbassare il livello del colesterolo e dei trigliceridi. “E i nostri allevamenti ittici – spiega Salvador– seguono criteri rigorosi per offrire un prodotto sempre fresco, sicuro e controllato, che possa da soddisfare la crescente domanda di pesce pregiato a costi contenuti”.

 L’acquacoltura – ricorda l’Associazione Piscicoltori Italiani di Confagricoltura – contribuisce anche a preservare l’ambiente e le risorse marine: consente di prelevare soltanto il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, che arriva sulle tavole fresco, senza eccessi o sprechi di prodotto. La professionalità degli operatori e l’accuratezza dei controlli garantiscono l’intercambiabilità tra i prodotti di acquacoltura e il pescato tradizionale, come ha conferma anche l’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (ISPA) del CNR (Consiglio nazionale delle Ricerche).

 “Più del 50% dei prodotti dell’acquacoltura e della pesca viene consumata fuori dalle mura domestiche e il consumatore deve essere correttamente informato e sapere che il pesce ‘made in Italy’ è di qualità superiore – conclude il presidente dei piscicoltori – mentre non sempre il prodotto importato da altri Paesi offre le medesime caratteristiche e garanzie. Per questo chiediamo una più forte azione a tutela del consumatore e delle produzioni ittiche nazionali prevedendo l’obbligo di indicare l’origine ed il metodo di produzione anche da parte degli operatori della ristorazione collettiva”.

Leggi

Canapa industriale, Confagricoltura: “Potenzialità di sviluppo ma occorrono certezze”

Convegno oggi a Roma promosso dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli su “Storia, opportunità e criticità attuali, prospettive future” di questa coltura

Alimenti e cosmetici; semilavorati per le industrie e le attività artigianali; fibre naturali destinati ai lavori di bioingegneria e bioedilizia; materiale per la fitodepurazione e la bonifica di siti inquinati; florovivaismo. Sono queste le principali destinazioni della canapa industriale, un settore che vantava in Italia, nel ventesimo secolo, superfici importanti (poco meno di 110.000 ha nel 1940) e che ha registrato una fortissima contrazione a partire dagli anni Sessanta, dovuta al diffondersi delle fibre artificiali, all’evolversi del costo della manodopera ed alle problematiche legate alla possibile presenza di sostanze psicotrope. I dati più recenti indicano che nel periodo 2013-2014 gli ettari coltivati a canapa fossero poco più di 3.000 e che oggi siano circa 5.000.

Di questi temi si è discusso nel convegno “Canapa industriale: storia, opportunità e criticità attuali, prospettive future”, organizzato a Roma da Confagricoltura, moderato dalla conduttrice di Matrix Greta Mauro, a cui hanno preso parte rappresentanti del mondo della produzione, della trasformazione, ricercatori e Istituzioni.

“Il nuovo, crescente interesse per questa coltura – ha detto la componente di giunta Diana Pallini, aprendo i lavori – è dovuto fondamentalmente a tre motivi: grande potenzialità, a livello internazionale, delle fibre naturali, sia per l’impiego tessile, sia per gli impieghi alternativi della fibra tecnica (bioedilizia, materiali compositi, componentistica per auto, cellulosa, ecc.). Si prevede, infatti, che la domanda mondiale di fibre passi dagli attuali 50 milioni di tonnellate ai 130 milioni di tonnellate nel 2050, conseguentemente al raddoppio della popolazione. La richiesta di alimenti alternativi, caratterizzate da proprietà salutistiche che possano fornire sostanze ad alto valore biologico. La crescente sensibilità per le problematiche ambientali e quindi l’aumento della domanda di risorse rinnovabili: piante erbacee da fibra in sostituzione di piante legnose o di altre colture erbacee richiedenti elevati input energetici in termini di diserbo chimico, concimazioni, fitofarmaci.

In tale quadro con la legge n. 242 del 2 dicembre 2016 recante Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa si è cercato di dare nuovo impulso a questa coltura (cannabis sativa L.), permettendo la libera coltivazione delle varietà indicate nel Catalogo comune delle specie di piante agricole di cui è consentita la coltivazione/commercializzazione nei territori dell’Unione europea. Nel caso specifico della canapa, le varietà previste sono caratterizzate da valori di delta-9-tetraidrocannabinolo1 (THC) inferiori allo 0.2%, che non rientrano pertanto tra quelle a cui si applicano le disposizioni sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope che in Italia sono disciplinati dal DPR 9 ottobre 1990, n. 309.

“Abbiamo dunque una buona legge – commenta Confagricoltura – ma mancano alcuni passaggi normativi che facciano chiarezza su determinati aspetti.” Come nel caso degli alimenti a base di canapa (oli e farine e loro derivati), per i quali non sono stati definiti i livelli massimi di residui di THC ammessi, che dovrebbero essere stabiliti con un decreto del ministero della Salute che l’Organizzazione degli imprenditori agricoli  si augura venga emanato al più presto. O in quello delle proprietà nutraceutiche del cannabidiolo (CBD) che, contrariamente al THC, non ha effetto psicoattivo e che, tra i suoi potenziali effetti terapeutici, esercita un’azione antiossidante, antinfiammatoria, anticonvulsivante, antiemetica, ansiolitica, ipnotica o antipsicotica.

“Sebbene gli effetti benefici del CBD siano stati confermati da vari studi clinici pubblicati sulle più importanti riviste del settore, in Italia il percorso per arrivare ad un utilizzo di CBD come nutraceutico è tutto da fare – rimarca Confagricoltura – anche se il ministero della Salute ha presentato un dossier per includere l’olio di CBD tra i novel food, facendolo così rientrare negli alimenti e non nella farmaceutica, favorendone la diffusione”.

Tra le questioni da definire c’è quella che riguarda le infiorescenze che, pur non essendo citate espressamente dalla legge n. 242 del 2016 né tra le finalità della coltura né tra i suoi possibili usi, rientrano nell’ambito delle coltivazioni destinate al florovivaismo, purché tali prodotti derivino da una delle varietà ammesse. “Con la circolare del 21 maggio 2018 – spiega l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è stato fatto un primo passo molto importante per il riconoscimento delle infiorescenze, che rappresentano il punto più delicato della legge, ma resta ancora da chiarire come possono essere utilizzate”. A seguito di questi problemi, Confagricoltura, insieme a Cia e Federcanapa, ha definito un disciplinare di produzione dedicato all’infiorescenza di canapa coltivata in Italia, al fine di creare una filiera tracciabile e di qualità e supportare le imprese nel cogliere tutte le opportunità che derivano dalla coltivazione della canapa industriale.

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nelle conclusioni del convegno, ha messo l’accento sull’esigenza di aumentare l’impegno nell’attività di ricerca, sia pubblica, sia privata: “Dobbiamo lavorare su nuove varietà di canapa maggiormente rispondenti alle nuove esigenze industriali e di mercato e, in funzione delle nuove varietà, devono essere anche valutate le tecniche agronomiche più adatte ed affinate le macchine per la raccolta in relazione ai diversi impieghi. Per uno sviluppo equilibrato e dalle basi solide occorre, inoltre, integrare i diversi segmenti produttivi in distretti di bioeconomia agricola attraverso l’aggregazione degli agricoltori, dei fornitori di servizi, dell’agroalimentare e dell’agroindustria.”

Tra i temi dibattuti durante il convegno anche quello dei prodotti medicinali, la cui disciplina è stata ampiamente dibattuta in Parlamento nella passata legislatura nell’ambito del DDL “Disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della cannabis a uso medico. “È importante – sostiene Confagricoltura – che il dibattito sui prodotti medicali a base di cannabis venga ripreso dal nuovo Parlamento. Il ministero della Salute ha comunicato in data 19 luglio di aver deciso di incrementare l’import dall’Olanda di 250 kg del prodotto, in aggiunta ai 450 kg già concordati sia per il 2018 che per il 2019. Oltre il 50% in più. Un’altra parte è poi importata dalla Germania. In tale contesto la filiera agricola nazionale potrebbe fare la differenza, dal momento che la produzione italiana attuale effettuata per l’Istituto Chimico Farmaceutico militare di Firenze è marginale rispetto alla domanda da parte dei pazienti”.

Leggi

“Spiga Verde” per Ragusa, unico comune siciliano insignito del riconoscimento

I comuni rurali hanno la “Spiga verde” come le località turistiche balneari hanno la “Bandiera blu

Le Spighe Verdi 2018 per i Comuni rurali sono state annunciate da FEE Italia – Foundation for Environmental Education e Confagricoltura ieri a Roma, presso la Sala Spadolini al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Presenti i Sindaci dei Comuni premiati, tra cui il neo-sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì. Il capoluogo ibleo è stato l’unico comune siciliano ad ottenere l’importante riconoscimento giunto alla terza edizione.

L’iter procedurale, messo a punto secondo lo schema UNI-EN ISO 9001-2015, ha guidato la valutazione delle candidature, permettendo alla Commissione di Valutazione il raggiungimento del risultato finale. Nel gruppo di lavoro è stato importante il contributo di diversi Enti istituzionali come il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo; il Ministero per i Beni e le Attività Culturali; il Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri; l’ISPRA, il CNR e Confagricoltura.

31 località rurali potranno fregiarsi, in questa terza edizione, del riconoscimento Spighe Verdi 2018.

“Spighe Verdi” è un programma FEE, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità.

“Spighe Verdi” è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione. Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’Amministrazione comunale d’iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione.

Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema “Spighe Verdi”, FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Questi sono solo alcuni degli indicatori che guidano programma e che saranno suscettibili di variazioni, in un’ottica di miglioramento continuo e di massimo coinvolgimento dei Comuni italiani.

“Spighe Verdi” si basa sull’esperienza trentennale di FEE, presente in 73 Paesi n ella gestione del programma internazionale “Bandiera Blu”, un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari.

L’agricoltura ha un ruolo prioritario nel programma “Spighe Verdi”, poiché è qui che deve avvenire la vera rivoluzione culturale. Da questa necessità nasce la collaborazione tra FEE Italia e Confagricoltura, già impegnata su questo fronte con il progetto EcoCloud al quale si ispirano molti degli indicatori selezionati.

“Annunciamo con soddisfazione 31 Spighe Verdi sul territorio italiano – ha detto Claudio Mazza presidente di FEE Italia – un incremento rispetto allo scorso anno, che dimostra l’impegno di tanti Comuni rurali che si sono avviati a questo percorso di sostenibilità. Sarà sempre più importante- continua Mazza – creare uno stretto legame tra amministrazioni pubbliche e agricoltori, un patto strategico per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio rurale nazionale”.

“Agricoltura e sostenibilità, un connubio necessario per salvaguardare l’integrità ambientale, l’economia dei territori e il futuro del nostro Paese – ha dichiarato Francesco Postorino, direttore generale di Confagricoltura -. La nostra Organizzazione è decisamente impegnata a valorizzare e diffondere la conoscenza delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, che un numero sempre crescente di aziende attuano o sperimentano”.

Le “Spighe Verdi” 2018 sono state assegnate in 12 Regioni, una in più rispetto alla precedente edizione, la Calabria (Trebisacce). Le tre Regioni con il maggior numero di riconoscimenti sono Marche, Toscana e Campania: la prima con 6 località (Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano e Numana), la seconda con 5 (Castellina in Chianti, Massa Marittima, Castagneto Carducci, Fiesole e Bibbona) ex aequo con la Campania (Agropoli, Positano, Pisciotta, Massa Lubrense e Ascea). Seguono, con tre località la Puglia (Castellaneta, Ostuni e Carovigno) e il Veneto (Calalzo di Cadore, Caorle, Montagnana. Vantano due località il Lazio (Canale Monterano e Gaeta) e l’Abruzzo (Tortoreto e Giulianova), mentre vi è un Comune rurale per ognuna delle restanti Regioni: Piemonte (Alba), Liguria (Lavagna), Umbria (Montefalco) e Sicilia (Ragusa).

Tra i sostenitori di FEE Italia anche JTI (Japan Tobacco International) che dallo scorso anno si è impegnata per la realizzazione del progetto JTI Clean Way: un viaggio a tappe all’insegna della sostenibilità ambientale che si pone l’obiettivo di mettere in connessione comuni certificati Bandiera Blu e Spighe Verdi condividendo e valorizzando le azioni “green” portate avanti dalle comunità locali. Da sempre JTI realizza campagne di comunicazione per promuovere comportamenti responsabili da parte dei cittadini e sensibilizzarli al rispetto dell’ambiente, in nome di quei princìpi che da anni guidano le azioni dell’azienda all’interno delle comunità in cui opera.

Leggi

Estensione accordo Ue-Marocco: necessaria valutazione di impatto prima del via libera

Estensione dell’accordo Ue-Marocco. Per Confagricoltura va fatta una valutazione di impatto prima del definitivo via libera, così come per  tutti gli accordi euro mediterranei

“La notizia dell’estensione dell’accordo UE Marocco ai territori del Sahara occidentale ex spagnolo apre un nuovo scenario sugli effetti di tale intesa”. Così Confagricoltura sulla decisione assunta nei giorni scorsi dal Consiglio dell’Unione europea.

Il Consiglio ha deciso di estendere un importante accordo bilaterale euro mediterraneo ad una parte contesa del territorio africano che avrebbe ottime potenzialità in campo ortofrutticolo e che è in grado di competere con i nostri prodotti.

Occorre, quindi, a parere dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, che prima di procedere al voto definitivo su questa modifica dell’accordo, il Parlamento europeo chieda uno studio di impatto preventivo dei suoi possibili effetti. Anche analizzando le potenzialità offensive del territorio del Sahara Occidentale rispetto alle agevolazioni già concesse e alle nostre produzioni strategiche.

“Più in generale – conclude Confagricoltura – questa potrebbe essere l’occasione per un monitoraggio di tutti gli accordi euro mediterranei in essere che interessano le produzioni della nostra agricoltura, al fine di valutare quanto siano effettivamente equilibrati e fondati sui principi di reciprocità e mutuo vantaggio che dovrebbero essere alla base di tutte le intese bilaterali”.

Leggi

Al via la III edizione del concorso “Coltiviamo agricoltura sociale” e il nuovo bando “Tesori”

Incentivare l’agricoltura sociale per favorire e accompagnare lo sviluppo di attività imprenditoriali in grado di coniugare sostenibilità e innovazione. E’ questo l’obiettivo dei due bandi che saranno online il 23 luglio sulla piattaforma www.coltiviamoagricolturasociale.it istituiti da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza, con Intesa Sanpaolo, e da Fondazione Snam. In ambedue i casi è prevista la partecipazione attiva della Rete Fattorie Sociali e la collaborazione dell’Università di Roma Tor Vergata.

I concorsi, a valenza nazionale, sono dedicati a imprenditori e cooperative agricole e sociali per sviluppare il potenziale dell’agricoltura nell’ambito sociale, con un occhio attento al rafforzamento e allo sviluppo di servizi socio educativi e/o socio assistenziali già esistenti e alla sperimentazione di nuovi attraverso la costruzione di reti e partenariati tra i diversi attori territoriali.

Nello specifico i due concorsi sono così articolati:

Coltiviamo Agricoltura Sociale:

I progetti a valenza nazionale, che concorrono ai tre premi di 40.000 euro ciascuno più 8 borse di studio per la partecipazione al Master interdisciplinare sull’Agricoltura sociale, dovranno distinguersi per innovazione, capacità di risposta a criticità del territorio, esempi concreti di integrazione.

Dovranno riguardare i minori e i giovani in situazione di disagio sociale, gli anziani, i disabili e gli immigrati che godono dello stato di rifugiato e richiedenti asilo.

“Tesori” – TErre SOlidali in Reti Inclusive.

Il concorso si rivolge ad Enti del Terzo Settore, società benefit, imprese agricole sociali, enti pubblici e start-up innovative a vocazione sociale e ha l’obiettivo di realizzare progetti in grado di generare impatti positivi per i territori in termini di sviluppo locale e sostenibilità ambientale ed economica.

Per i vincitori è prevista la concessione di terreni di proprietà di Snam nei Comuni di Rimini, Palù e Ronco all’Adige in comodato d’uso gratuito per dieci anni, contributi in denaro, attività di mentoring e borse di studio per il Master on-line in Agricoltura Sociale organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata.

E’ possibile partecipare a entrambi i bandi. Tutte le informazioni sulla piattaforma Internet dedicata www.coltiviamoagricolturasociale.it

Leggi

Jefta, accordo Ue-Giappone opportunità per export olio, pomodoro, pasta, vini, carni e formaggi

“Grazie all’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Giappone, siglato oggi dal premier giapponese Shinzo Abe, dal presidente del Consiglio UE Donald Tusk e dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, le esportazioni agroalimentari comunitarie verso il Paese del Sol levante potrebbero aumentare sensibilmente per i cibi trasformati”. Così il coordinatore di Agrinsieme Franco Verrascina, sulla base di elaborazioni statistiche dell’esecutivo comunitario, esprimendo soddisfazione per i contenuti dell’accordo bilaterale, che offre grandi possibilità di crescita e semplificazione per l’export nazionale.

“Il Jefta, acronimo che sta per Japan-EU Free Trade Agreement, è stato firmato oggi in occasione del summit Ue-Giappone di Tokyo, e sarà ora esaminato dal Parlamento Europeo e dalla Dieta nazionale, l’organo legislativo del Giappone; se approvato entro la fine dell’anno da entrambi i parlamenti entrerà in vigore all’inizio del 2019”, ricorda il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Il Giappone è il quarto mercato in ordine di grandezza per le esportazioni agricole comunitarie, che hanno un valore venti volte superiore a quello delle esportazioni giapponesi nell’UE; il Paese, inoltre, si presenta come un mercato ‘ricco’, caratterizzato da consumatori molto esigenti, continuamente alla ricerca di prodotti di nicchia e di assoluta qualità e che hanno finora mostrato grande interesse nei confronti dell’eccellenza del Made in Italy agroalimentare”, fa notare Agrinsieme.

“Il Giappone è il sesto maggior partner commerciale dell’Italia al di fuori dell’Unione Europea, con un surplus commerciale di 2,4 miliardi di Euro: l’Italia, infatti, esporta verso il Paese del Sol levante beni per circa 6,6 miliardi di Euro, a fronte di importazioni per 4,2 miliardi. Tra i prodotti agroalimentari più esportati ci sono il vino, l’olio d’oliva, il pomodoro, la pasta e l’aceto”, evidenzia il coordinamento.

“Dall’accordo deriveranno inoltre evidenti benefici per le esportazioni di: vini, che attualmente scontano dazi del 15%, i quali saranno eliminati; carni suine, che hanno alte barriere tariffarie che verranno sensibilmente ridotte; carni bovine, il cui import sarà favorito senza modificare le norme comunitarie sul trattamento con ormoni e sugli Ogm; formaggi, che hanno dazi al 30-40%”, precisa Agrinsieme.

Con il Jefta, infine, verranno riconosciute oltre duecento indicazioni geografiche europee indicate dagli Stati membri, di cui 45 italiane (nello specifico 19 per prodotti agroalimentari e 26 per vino e alcolici) che rappresentano il 90% del valore dell’export agroalimentare delle denominazioni del nostro Paese, rendendo al contempo illegale la vendita di prodotti di imitazione; si tratta di un risultato positivo, anche se ci saremmo aspettati di più per il completo riconoscimento delle indicazioni geografiche”, conclude Agrinsieme.

***

Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

Leggi