Coronavirus, Confagricoltura: “Garantito approvvigionamento alimentare ma non mancano contraccolpi e difficoltà”

“Va ringraziato il governo per l’impegno messo in essere allo scopo di fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica legata al COVID-19 (Coronavirus). Le aziende agricole continuano a lavorare e ad assicurare la produzione di beni alimentari. Da parte nostra, c’è la massima collaborazione. Le difficoltà, però, non mancano ed occorre risolvere i problemi che limitano l’attività delle strutture produttive nella cosiddetta zona rossa”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al Tavolo straordinario indetto dal ministro Bellanova sulle azioni nel settore agroalimentare a fronte dell’epidemia Coronavirus.

Ad avviso di Giansanti, “vanno anche duramente contrastate le azioni speculative dirette, in questa fase, a screditare all’estero il made in Italy e chiediamo, al riguardo, una particolare attenzione da parte della Commissione europea. Venendo alla situazione dei territori soggetti a restrizioni e blocchi, segnaliamo che i problemi maggiori riguardano il lavoro, per le difficoltà di accesso e di uscita, la logistica e i trasporti”.

“Le aziende spesso si trovano in situazioni complesse con dipendenti che non possono raggiungere le strutture produttive – ha proseguito Giansanti -. Scontiamo senz’altro qualche difficoltà nell’applicazione dei provvedimenti, che potrà essere superata nei prossimi giorni in relazione allo sviluppo della situazione. Intanto, ringraziamo le forze dell’ordine e il personale sanitario che stanno garantendo la salute dei cittadini”.

Confagricoltura ha costituito una “task force” sul problema Coronavirus che opera in costante raccordo con le strutture provinciali e regionali. Per domani, 26 febbraio, ha indetto una riunione della Giunta Esecutiva per fare il punto della situazione con particolare riferimento all’attività delle imprese nelle aree più esposte e alle conseguenze sotto il profilo economico”.

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Bilancio pluriennale UE, Confagricoltura: “No a proposta di tagli all’agricoltura per 54 miliardi di euro”

Per aumentare la sostenibilità ambientale servono risorse finanziarie adeguate

Posizione fortemente critica quella di Confagricoltura sulla proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo sul quadro finanziario 2021-2027 dell’Unione.

Le valutazioni sono già state oggetto di una lettera del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella missiva si evidenzia come le sfide poste dal Patto Verde per l’Europa rischino di essere perse in partenza, almeno per quanto riguarda l’agricoltura. “Gli obiettivi proposti dalla Commissione – evidenzia Giansanti – non sono infatti raggiungibili con gli stanziamenti previsti nella proposta di compromesso”.

La valutazione decisamente critica di Confagricoltura riguarda i contenuti del documento diffuso venerdì scorso per la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo, il 20 febbraio a Bruxelles, convocata per raggiungere l’intesa sul prossimo quadro finanziario pluriennale della Ue.

“Possiamo aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale dei processi produttivi in linea con le giuste aspettative della collettività – sottolinea Giansanti – ma sono necessarie risorse finanziarie adeguate per una maggiore competitività, per gli investimenti e le innovazioni”.

E’ stata proposta, invece, per i prossimi anni una riduzione di oltre il 14% degli stanziamenti per l’agricoltura rispetto alla dotazione 2014-2020. In valore assoluto, il taglio è di 54 miliardi di euro a prezzi costanti (2018). Per l’Italia, nei confronti delle erogazioni relative all’anno in corso, è da mettere in preventivo un taglio di circa 2,7 miliardi.

“Per una maggiore sostenibilità ambientale – chiede Giansanti – la dotazione del bilancio agricolo deve restare almeno invariata in termini reali”.

Oltre agli aspetti finanziari, la proposta di compromesso inviata agli Stati membri tratta anche alcuni punti direttamente legati alla riforma, ancora in discussione, della politica agricola comune (PAC). In particolare, è stato proposto di continuare a ridurre il divario esistente tra gli importi degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri (la cosiddetta “convergenza esterna”).

“E’ una proposta particolarmente penalizzante per l’agricoltura italiana, che esprime il più alto valore aggiunto per ettaro in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura -. Non si può guardare solo ai differenti importi degli aiuti diretti, ignorando la vistosa diversità dei costi di produzione, a partire da quello del lavoro. La PAC è uno strumento di politica economica e tale deve rimanere”.

“La proposta sulla ‘convergenza esterna’ va respinta, perché priva di qualsiasi base economica – aggiunge Giansanti. E conforta il fatto che il presidente del Consiglio e la ministra Bellanova condividano questa posizione”.

Previsto anche il blocco dei pagamenti diretti oltre i 100 mila euro (‘plafonamento’) alle imprese agricole di maggiore dimensione. “Un’altra proposta da respingere, perché illogica sul piano economico – conclude Giansanti -. Sarebbe penalizzata la competitività delle imprese che producono per il mercato e, perciò, più aperte alle innovazioni rese indispensabili dalla transizione ecologica. Il ‘plafonamento’ sarebbe, a conti fatti, un danno per gli imprenditori e un ostacolo verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale”.

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Il pomodoro ibleo sotto attacco del virus Tomato brown rugose fruit: capiamo meglio di cosa si tratta

Il Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) appartiene al genere virale dei Tobamovirus, ed è stato identificato e caratterizzato per la prima volta in Giordania nel 2015 su piante di pomodoro. Nell’autunno 2014, una nuova malattia su pomodoro con sintomi simili era stata già segnalata nel sud di Israele da dove si è diffuso rapidamente in tutto il Paese.

Nell’arco del 2018, nuove segnalazioni vengono riportate in pomodoro in Germania e California, in Messico su pomodoro e peperoncino, in Palestina ed in Italia dove il virus è stato trovato su piante di pomodoro in Sicilia, provincia di Ragusa.

Considerando la simultanea emergenza del virus in diversi areali produttivi, l’importanza della coltura del pomodoro e le caratteristiche proprie dei tobamovirus, ToBRFV è stato inserito all’inizio del 2019 nella “Lista di Allerta” dell’EPPO (European Plant Protection Organization).

Ospiti naturali

Principali specie ospiti sono Solanum lycopersicum e Capsicum spp. Ospiti sperimentali che hanno sviluppano sintomi della malattia sono: Nicotiana benthamiana, N. glutinosa, N. sylvestris, N. tabacum, N. Clevelandii, Datura stramonium, Chenopodium murale, C. amaranticolor, C. quinoa. Ospiti sperimentali non sintomatici sono risultati Petunia Hybrida e Solanum nigrum.

 

Sintomi

Su pomodoro:

– foglie: clorosi, mosaico, maculature e in alcuni casi restringimento dei lembi.

– peduncoli, calici e piccioli: spot necrotici.
– frutti: maculature gialle, verdi o brunastre, decolorazioni, rugosità, striature solcate, deformazione e maturazione irregolare che possono rendere i frutti incommerciabili.

In peperone causa ingiallimenti, mosaico e deformazione sulle foglie, mentre sui frutti causa deformazioni accompagnate da aree (maculature) gialle e/o marrone o striature verdi.

 

Trasmissione

Come altre specie appartenenti al genere Tobamovirus, il virus si trasmette per seme, via vegetativa (talee, innesto) e per contatto. La trasmissione per seme avviene per la contaminazione dei tegumenti e trasmissione meccanica (microlesioni) all’apice vegetativo durante il germogliamento. Ancora non nota la percentuale (stima dalle prime analisi intorno al 0,29%) ma anche se a bassa essa determina la presenza di piantine infette all’interno del semenzale, e successivamente al trapianto nella serra di coltivazione determinando in seguito la diffusione rapida del virus attraverso le operazioni culturali, con gli strumenti e indumenti contaminati, con le mani e tramite contato diretto tra le piante. I tobamovirus possono rimanere infettivi per un periodo lungo (anni) nei semi e per diversi mesi nei residui vegetali e sulle superficie di arnesi e strutture venute a contatto con succo infetto mettendo a rischio la coltura successiva.

Il virus può diffondersi a lunga distanza attraverso il commercio di materiale infetto come semi o piantine infette. Recentemente, è stato anche riportato il ruolo dei bombi (Bombus terrestris) nella diffusione del virus all’interno delle serre.

Misure di controllo

Effettuare controlli del seme in importazione, in modo particolare in sementi provenienti da paesi dove il virus è stato segnalato o di cui non è nota la presenza ma produttori di semente commercializzata di Ditte i cui lotti sono stati trovati infetti.

Non essendo ancora presente sul territorio laziale, far attuare tutte le norme preventive
di profilassi ed igiene in vivaio (seme) e sorveglianza frequente delle piante nelle nuove
coltivazioni (avviate con piantine certificate).

In caso di piante sospette, delimitare la pianta e quelle circostanti e, in attesa dell’esito
delle analisi diagnostiche, mettere in isolamento la serra rispetto al corpo aziendale (uso di indumenti monouso e sanificazione degli strumenti ad uso comune (ipoclorito di sodio 10%).

In caso di positività ai test diagnostici, attuare tutte le norme di eradicazione con
distruzione del materiale e sterilizzazione della struttura della serra, senza ritorno di pomodoro o peperone per almeno un ciclo. Attivare come norma le misure preventive in tutto il copro aziendale (indumenti monouso per singola serra; sterilizzazione degli strumenti).

 

Vertice della Commissione Attività Produttive all’Ars 

Mercoledì 12, a Palermo, la commissione Attività produttive dell’Ars, presieduta dall’on. Orazio Ragusa, ha cercato di fare il punto su questa fitopatia, alla presenza dell’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, dei dirigenti generali del Dipartimento regionale dell’agricoltura, dei dirigenti dei servizi fitosanitari regionali, di docenti universitari, dei rappresentanti degli Ordini professionali e delle aziende che operano nel settore. Dalla riunione è emersa la gravità di questo nuovo virus. Il Tomato brown rugose fruit virus è stato identificato per la prima volta su pomodoro in Israele nel 2014. Il primo focolaio riscontrato in Sicilia risale alla fine del 2018. Da qui la diffusione ha assunto proporzioni molto preoccupanti.

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Numerosi sono stati i danni segnalati dalle aziende. E per questo motivo si sta cercando di correre ai ripari. “Il vertice che abbiamo promosso – afferma l’on. Ragusa – ha avuto proprio questo scopo dopo avere preso atto dell’entità che il fenomeno ha assunto. Ecco perché è stato deciso, intanto, di costituire un tavolo di crisi con gli uffici fitosanitari regionali, le Università siciliane e gli addetti ai lavori. Inoltre, l’assessore Bandiera si è impegnato a mettere in campo una serie di iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione della problematica su tutto il territorio siciliano. Non si deve perdere tempo. E’ indispensabile che le notizie possano essere veicolate nella maniera più rapida per garantire risposte agli operatori del settore. Infine, un altro obiettivo verso cui si punta è quello di concretizzare una serie di provvedimenti che intendono aiutare le aziende agricole attraverso alcuni sgravi fiscali che mirano ad abbattere il costo del lavoro. Prima, però, è necessaria la segnalazione, il riconoscimento della calamità e la successiva declaratoria. E’ indispensabile un’azione concertata e mirata. Ma soprattutto occorre procedere con una certa tempestività. Non si può perdere di vista l’obiettivo principale, cioè contenere il fenomeno della diffusione del virus e salvare le coltivazioni delle nostre aziende isolane. E tutto ciò per preservare l’economia agricola che sappiamo quanta importanza assume per lo sviluppo e la crescita del territorio siciliano e della provincia di Ragusa che, non a caso, può vantare un’alta vocazione agricola. Sappiamo quale e quanto il reddito che l’agricoltura garantisce alle famiglie dei nostri territori ed ecco perché diventa prioritario tutelare questa produzione d’eccellenza”.

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Siccità in Sicilia, il presidente regionale di Confagricoltura scrive all’assessore Bandiera

“Da parte di tutte le nostre sedi provinciali ci vengono segnalate le preoccupazioni degli agricoltori per l’andamento anomalo di questo primo scorcio di anno”.E’ l’inizio della lettera che il presidente della Confagricoltura regionale, Ettore Pottino ha inviato all’assessore all’agricoltura Edy Bandiera in merito all’attuale situazione delle campagne siciliane.

“La mancanza di piogge accompagnata da temperature molto al di sopra delle medie stagionali, per non dire estive – scrive Pottino – sta producendo ritardi e fallanze a carico delle produzioni cerealicole ed anticipi di fioritura per quelle arboree con notevoli rischi in caso di riabbassamento delle temperature o gelate. Si tratta di un fenomeno abbastanza inconsueto, non solo per l’agricoltura siciliana, al punto che non sembrano esserci spazi per l’applicazione, in caso di mancato reddito, delle disposizioni previste dal Fondo di Solidarietà Nazionale”.

Queste, si legge ancora nella nota, trovano infatti applicazione solo nel caso di perdita della Produzione Lorda Vendibile causata da avversità atmosferiche, tra cui anche la siccità, o sanitarie. Resterebbero quindi senza protezione, anche assicurativa, tutte le fasi antecedenti la mancata produzione dovuta alle stesse calamità naturali. Poiché quello del cambiamento climatico è un fenomeno di cui ormai bisogna tenere conto visto anche gli esempi del recente passato, all’assessore viene chiesto di voler avviare una seria ed urgente riflessione sulle disposizioni attualmente in vigore e che non contemplano in modo chiaro tale evenienza.

“Si rappresenta ancora – conclude il presidente Pottino – che specie per il settore cerealicolo gli agricoltori hanno già dovuto affrontare, con la messa a dimora delle sementi, il grosso delle spese di coltivazione. Per queste tipologie di danni dovrebbero essere anche modificate le metodologie di accertamento da parte degli organismi competenti”.

Fonte: Siciliaagricoltura.it

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Giansanti al Fruit Logistica di Berlino: “Innovazione e infrastrutture per far crescere il settore ortofrutticolo”

Il mondo dell’ortofrutta si è incontrato ieri all’Ambasciata d’Italia a Berlino all’ottava edizione dell’appuntamento organizzato da Confagricoltura con Messe Berlin (Fiera di Berlino) e ICE Agenzia, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

In occasione di Fruit Logistica, la più importante fiera di settore che si chiude oggi nella capitale tedesca, Confagricoltura, che ha consolidato negli anni le relazioni internazionali, è promotrice, insieme all’Ambasciata e a Fruitimprese, di un confronto tra il mondo della produzione italiana e quello della distribuzione tedesca, insieme ai massimi rappresentanti di istituzioni, enti e imprese.

Giansanti a Berlino 2

“In un anno caratterizzato da Brexit, dazi ed emergenze fitosanitarie – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – dobbiamo più che mai lavorare insieme. Le aziende vogliono fare strategia e sono pronte, quindi bene il Tavolo dell’ortofrutta convocato dal ministro il prossimo 25 febbraio, ma andiamo avanti”.

“Se c’è una nazione che ha lavorato bene sulla sicurezza alimentare, questa è l’Italia. In un mondo di pandemie, saper garantire sicurezza e standard elevati può essere un vantaggio”, ha aggiunto Giansanti in relazione alle conseguenze dell’emergenza Coronavirus sul settore agricolo.

Al Fruit Logistica si sta registrando un’affluenza molto elevata, gli stand sono affollati e si respira una generale voglia di crescita per un comparto che per la nostra Penisola rappresenta un quarto del valore della produzione agricola. L’Italia è il Paese più rappresentato in fiera, con uno spazio dedicato ulteriormente ampliato e realtà imprenditoriali, da Nord a Sud, fortemente innovative. Spiccano i valori della sostenibilità ambientale, delle produzioni certificate di cui siamo leader e del packaging ‘plastic free’. A fianco delle produzioni standard ci sono poi quelle di nicchia: antiche varietà valorizzate in chiave moderna o prodotti trasformati innovativi.

La bilancia commerciale registra qualche segno meno nelle esportazioni, ma il mondo dell’ortofrutta ha un alto livello di aggregazione, elemento fondamentale per competere sui mercati internazionali.

”Tra le priorità da affrontare segnalo migliori infrastrutture, materiali e immateriali – ha ribadito Giansanti- oltre a una food policy europea affinché le norme sugli standard di sicurezza siano uguali per tutti“.

E riguardo alla cimice asiatica, Confagricoltura ha ribadito la necessità di attivare tempestivamente un fondo europeo a sostegno delle aziende colpite, attraverso il ricorso all’articolo 221 dell’OCM, che prevede la possibilità di varare misure eccezionali per settori in crisi.

 

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Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare: Italia capofila con Confagricoltura e Università di Torino

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità. Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.

 

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Pomodoro da industria, Confagricoltura: “Necessaria una programmazione con più certezze e tempi brevi”

“Servono certezza nella programmazione e un clima di condivisione e di massima trasparenza all’interno della filiera per rilanciare la produzione del pomodoro da industria, riconoscendo il giusto valore al prodotto made in Italy che rispetta tutte le certificazioni richieste dagli operatori a valle della filiera”. Lo ha detto Fabrizio Marzano, presidente della Federazione nazionale del pomodoro da industria di Confagricoltura, che si è riunita ieri a Palazzo Della Valle.

“E’ inconcepibile che ogni anno non si riesca ad avere per il 31 gennaio una programmazione concordata delle superfici investite a pomodoro – ha proseguito il presidente della Federazione -. La mancanza di indicazioni in tempo utile nuoce alle aziende agricole, non consentendo loro di pianificare in maniera adeguata la produzione”. Ha sollecitato quindi a definire rapidamente la programmazione per la prossima campagna, per la quale si registra già un notevole ritardo.

“Confagricoltura – ha concluso Fabrizio Marzano – ha sempre evidenziato che una corretta programmazione delle superfici a pomodoro dovrebbe avere un arco temporale più ampio, non annuale, ma triennale, così da consentire la definizione di un corretto piano di investimenti aziendali”.

 

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Tavolo vino, la filiera al ministro Bellanova: una cabina di regia per dare valore all’Italia vitivinicola

“Instabilità geopolitiche, guerre commerciali, dazi e Brexit hanno forti ripercussioni sulle esportazioni vinicole. È fondamentale avviare una vera e propria ‘cabina di regia’ tra istituzioni e filiera del vino, luogo di confronto per avviare un prezioso gioco di squadra ed individuare opportune strategie per un settore che è ambasciatore nel mondo del made in Italy”.

Lo ha ribadito al ‘Tavolo del Vino’, promosso dal ministro Teresa Bellanova, la filiera rappresentata dai presidenti delle organizzazioni più autorevoli del settore (Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Assoenologi, CIA Agricoltori, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini).

“Abbiamo apprezzato l’approccio pragmatico e la disponibilità espressa dalla ministra Bellanova ad un confronto diretto e costruttivo – hanno aggiunto i rappresentanti della filiera -. I produttori intendono essere al fianco delle istituzioni e da queste si aspettano un reciproco sostegno anche su tutta una serie di delicati temi da affrontare nei prossimi mesi, come la nuova politica agricola comune, la semplificazione degli adempimenti burocratici, l’evoluzione dei modelli di commercializzazione, l’attenzione alla sostenibilità, il vino come parte integrante della dieta mediterranea, il suo consumo responsabile e le nuove sfide legate all’etichettatura. Ci auguriamo – hanno continuato – che la cabina di regia possa essere operativa in tempi rapidi, con obiettivi chiari e scadenze definite, coinvolgendo i soggetti maggiormente rappresentativi delle imprese attive in vigna, in cantina e sui mercati”.

Le organizzazioni agricole e settoriali da vari anni hanno attivato un tavolo di analisi e proposte che ha consentito di raggiungere importanti traguardi come il ‘Testo Unico del Vino’. La richiesta, ora, è di avere presto tutti i decreti applicativi entro Vinitaly 2020, la fiera in programma a Verona dal 19 al 22 aprile prossimi.

“L’esortazione – hanno concluso i presidenti – è di collaborare all’obiettivo comune della crescita in reputazione e valore dell’Italia del vino”.

 

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Green economy: Confagricoltura aderisce al Manifesto di Assisi

Confagricoltura ha aderito al Manifesto di Assisi “per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”.

Il documento mette in luce l’esigenza di affrontare la crisi climatica con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali e soprattutto la partecipazione dei cittadini.

E’ stato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a firmare il Manifesto che ha raccolto la condivisione di tanti imprenditori, politici, istituzioni e associazioni di categoria. “Si tratta di una sfida decisiva per il futuro di tutti – afferma Giansanti – e per la quale l’Italia può giocare un ruolo importante”.

Nel documento sono contenuti alcuni principi che hanno ispirato da tempo Confagricoltura nella propria azione a favore di una nuova economia, attenta al pianeta ma anche ai territori, alla sostenibilità e alla qualità, all’innovazione, alla crescita e all’inclusione.

“Un’economia che richiede un impegno serio e costante da parte delle imprese e della politica – ribadisce Giansanti – Siamo convinti che insieme ai cittadini e alle istituzioni possiamo dare un futuro migliore alle nuove generazioni, facendo già oggi la nostra parte”.

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“Europa 2021-2027 e programmi di finanziamento”: workshop di formazione organizzato da Confagricoltura a Ragusa

Il workshop è organizzato in collaborazione con il Centro Studi di Diritto Amministrativo

Continuano i momenti di formazione organizzati da Confagricoltura Ragusa per offrire ai soci aggiornamenti e strumenti per affrontare le sfide complesse con le quali deve confrontarsi chi investe giornalmente in agricoltura, tra mercato globale, normative nazionali ed europee.

Giovedì 23 gennaio, con inizio alle ore 9.30, presso la sede di Confagricoltura a Ragusa (via G. Spampinato 4), si terrà il workshop sul tema “Capire l’Europa: Europa 2021-2027 e progetti di finanziamento”, organizzato in collaborazione con il CeSDA, (Centro Studi di Diritto Amministrativo), ente di formazione e ricerca di eccellenza che mette insieme giuristi, informatici, economisti ed esperti in finanziamenti europei e chi si occupa di innovazione per la Pubblica Amministrazione e per le imprese che partecipano alle gare di appalto, ai partenariati pubblici-privati e alle procedure di finanziamento europee. A relazionare la dott.ssa Simona Zelli, europrogettista e policy advisor.

 

PROGRAMMA DEI LAVORI

9:30-10.00 Apertura dei lavori – Introduzione del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè

10:00-11:00 Europa 2021, tra continuità e cambiamento: Mission Oriented policies

11:00-11:30 Quali missioni per quali obiettivi

11:30-12:00 Dove reperire le informazioni utili per individuare i documenti di interesse: il portale Europa, il Partecipant portal e i siti tematici di riferimento

12:00-12:30 Idee a confronto, domande e dibattito

 

Per noi di Confagricoltura – spiega il presidente Pirrè – è imprescindibile fornire validi momenti di formazione continua agli imprenditori agricoli associati, condividendo strumenti e know-how necessari per essere sempre più competitivi in un mercato globale governato da dinamiche complesse da comprendere con consapevolezza e ricco di opportunità importanti da cogliere al meglio”. “Lo facciamo – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – organizzando workshop come quello in programma coinvolgendo relatori e professionisti di primo livello. Perché noi siamo Confagricoltura e intendiamo il nostro ruolo di organizzazione di categoria in un’accezione ampia e che va oltre la mera assistenza burocratica”.

La partecipazione al workshop è riservata ai soci di Confagricoltura.

 

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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