“Bene la revisione della contribuzione Inail. Adesso tocca all’agricoltura”

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha annunciato la firma del decreto che rivede la misura dei premi e dei contributi antinfortunistici dovuti all’Inail dai lavoratori autonomi e dai datori di lavoro privati per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Ne dà notizia Confagricoltura sottolineando che l’operazione di restyling – attesa da molti anni e prevista per legge già dal 2013 – vale complessivamente 1,6 miliardi di euro e comporta una consistente riduzione delle tariffe antinfortunistiche delle imprese, differenziata per settore e per tipologia di rischio.

“Il decreto però – rimarca Confagricoltura – non comprende il settore agricolo, per il quale la contribuzione antinfortunistica è disciplinata in modo specifico rispetto a quella degli altri settori produttivi”.

Nell’esprimere apprezzamento per l’avviata operazione, Confagricoltura auspica che si proceda tempestivamente anche alla riduzione della contribuzione INAIL per il settore agricolo.

L’organizzazione di rappresentanza dei datori di lavoro agricolo ricorda che per tutti gli operai agricoli è dovuta un’aliquota contributiva INAIL ordinaria del 13,24%, la più alta tra quelle stabilite per qualsiasi altra tipologia di attività in Italia.

“E’ dunque urgente – prosegue Confagricoltura – giungere ad una significativa riduzione della contribuzione INAIL, alleggerendo il cuneo fiscale per le aziende agricole che occupano manodopera. Peraltro, il settore agricolo in questi ultimi anni ha investito molto in prevenzione, come dimostra il significativo trend discendente degli infortuni dei lavoratori (v.tabella). Di tale positivo elemento non si potrà non tenere conto nella prossima revisione che il settore primario attende da tempo.

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Nei campi il lavoro cresce e cambia: convegno di Confagricoltura sulle esternalizzazioni dei processi produttivi

Confagricoltura: mille aziende impiegano più di un terzo della manodopera totale, ma manca quella specializzata. Presente ai lavori il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè

 L’agricoltura è l’unico settore economico che, negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi, è riuscito a mantenere stabili i livelli occupazionali, con oltre un milione di lavoratori, assorbendo anche manodopera da altri comparti. E’ emerso oggi al convegno “Le esternalizzazioni dei processi produttivi in agricoltura. L’appalto di servizi e la somministrazione”, organizzato da Confagricoltura a Palazzo della Valle.

Confagricoltura ha evidenziato i cambiamenti del tessuto produttivo, a partire dall’evoluzione delle figure professionali e dal miglioramento degli indicatori di qualità, come quello relativo alla diminuzione degli infortuni sul lavoro, negli ultimi 8 anni, di quasi il 29%. Il calo è più marcato nelle aziende più grandi e strutturate.

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Si va verso un’agricoltura più professionale, capace di assicurare occupazione più stabile, con iniziative di welfare aziendale e un’organizzazione del lavoro attenta alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Diminuisce il numero delle aziende, s’ingrandisce la dimensione media, aumentano gli imprenditori agricoli professionali e le società agricole di persone e di capitali. Anche l’occupazione, mette in evidenza Confagricoltura, si concentra sempre più: 1.000 aziende occupano un terzo della manodopera totale e le prime 17 mila ne assorbono i due terzi.

Accanto al contoterzismo, complice la mancanza di manodopera specializzata, si sta anche affermando il fenomeno delle esternalizzazioni, ossia l’affidamento ad altre imprese di alcune fasi del processo produttivo. “Tra le sole aziende associate alla nostra Organizzazione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – dal 2016 al 2018 il numero di quelle che si sono rivolte ad agenzie di somministrazione per la fornitura di manodopera è cresciuto del 120% e le giornate di lavoro somministrate sono aumentate del 46%”.

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“Occorre – ha concluso il presidente – un quadro normativo chiaro, in grado di accompagnare l’evoluzione del settore con adeguate politiche capaci di favorire un’occupazione più stabile e di qualità. Bisogna ancora rimuovere ostacoli come l’elevata pressione fiscale e contributiva sul lavoro e la complessità degli adempimenti. Gli incentivi per l’assunzione devono essere effettivamente fruibili, migliorando anche l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

 

Alcuni dati

Operai a tempo determinato: 965.000 (59% al sud)

Operai a tempo indeterminato 103.000 (56% al nord)

Impiegati 37.000

Lavoratori stranieri 275.000

Datori di lavoro 188.000 (60% imprese, 35% coltivatori diretti, 4% cooperative)

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Fondi europei, Sicilia promossa: superato il target anche su agricoltura, pesca e spesa sociale

Traguardo raggiunto e superato di oltre 21,3 milioni di euro. La Regione Siciliana è riuscita a passare l’esame con Bruxelles anche per le risorse comunitarie – assegnate all’Isola dall’Ue per il periodo 2014/2020 –  relative al Fondo sociale europeo (Fse).

Il target di spesa fissato a fine 2018 era di 96,7 milioni di euro. Si partiva, a dicembre del 2017, da 32,9 milioni di euro. Il dato definitivo è più che positivo vista una certificazione finale di 118 milioni di euro (quindi con una spesa nell’anno appena trascorso di oltre 85 milioni di euro).

Come è noto, anche sul Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale – con il quale vengono finanziate infrastrutture e concessi aiuti alle imprese – il governo Musumeci è stato promosso ieri l’altro con una spesa complessiva di 719 milioni di euro (dato finale al 31 dicembre), maggiore di oltre 44 milioni di euro rispetto al limite minimo imposto di 674,6 milioni di euro.

Un risultato insperato, visto che alla fine del 2017, a tre anni dall’avvio della programmazione, erano stati certificati appena 6,3 milioni di euro.  Una corsa contro il tempo quindi quella che il governo regionale, insediatosi nel dicembre del 2017, ha dovuto fare negli ultimi dodici mesi.

“Un risultato ottimo – evidenzia il governatore della Sicilia Nello Musumeci –  visto il livello bassissimo di utilizzo delle risorse su alcuni Programmi in quel momento. Un obiettivo reso possibile da un grande lavoro di squadra politico e burocratico e da una sinergica collaborazione istituzionale con il ministero per il Sud”.

Buone notizie anche dal Programma di sviluppo rurale – destinato alle aziende agricole – con un superamento di oltre 185 milioni di euro rispetto al traguardo di 377 milioni di euro imposto da Bruxelles . La spesa raggiunta è infatti di 562,3 milioni di euro.

Anche nel Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ampiamente raggiunto il target –  fissato a livello centrale, trattandosi di un Programma nazionale – con 7,9 milioni di euro certificati.

A chiudere in positivo anche il Programma transfrontaliero Italia-Malta, del quale la Sicilia è Autorità di gestione. L’obiettivo imposto da Bruxelles, pena la restituzione delle somme, era di 945mila euro. Spesa raggiunta di 1,5 milioni di euro (+538mila euro).

“Sono veramente orgoglioso – aggiunge Musumeci – di essere il presidente di una Regione che sta iniziando a cambiare passo e che guarda al futuro con ottimismo e minore rassegnazione. Prima le risorse non venivano spese e ritornavano indietro, ora questo non avviene più. Ovviamente è solo il punto di partenza, perché dobbiamo puntare a migliorare la qualità della spesa, modificando quella parte della programmazione, che non abbiamo fatto noi, per adeguarla alle esigenze del territorio. Voglio rivolgere nuovamente un ringraziamento a tutti gli assessori, in particolare a quelli all’Istruzione Roberto Lagalla e all’Agricoltura Edy Bandiera, che erano direttamente responsabili di alcuni Programmi, e un plauso ai dirigenti generali coinvolti e a tutti i loro collaboratori, che hanno dato il massimo per il raggiungimento dell’obiettivo, sacrificando, in alcuni casi, anche i propri affetti familiari”.

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Buone notizie per gli agricoltori sul fronte dei pagamenti degli aiuti Pac

Confagricoltura prende atto delle dichiarazioni del ministro per le politiche agricole Centinaio sull’avvio da parte dell’organismo pagatore Agea dell’erogazione dell’anticipo degli aiuti Pac 2018, nonché degli ulteriori pagamenti a vario titolo effettuati nell’ultimo trimestre.

Attraverso il primo decreto – informa Confagricoltura – si è provveduto all’erogazione di 62 milioni di euro per le aziende delle regioni colpite dal terremoto e entro la prima metà di novembre si completeranno i pagamenti delle residue domande Pac, che proseguiranno poi nella seconda metà del mese per imprese per le quali saranno necessari approfondimenti istruttori.

Le aziende agricole – sottolinea Confagricoltura – debbono poter contare sulla tempestiva erogazione degli aiuti, ancor più in momenti di difficoltà economica. In questi giorni, in cui si contano i danni provocati dal maltempo che ha devastato coltivazioni, strutture ed infrastrutture, assume particolare rilievo l’impegno dell’Amministrazione nel recuperare i ritardi maturati nella erogazione degli aiuti per l’assicurazione delle colture previste dal programma di sviluppo rurale nazionale (PSRN).

Confagricoltura confida che si completi il più velocemente possibile il piano dei pagamenti avviato e si recuperi una capacità di spesa capace di mettere il nostro Paese al totale riparo dal rischio di disimpegno delle risorse comunitarie.

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Florovivaismo, Confagricoltura: “Confermare il bonus verde anche per il 2019”

Confagricoltura: “Il bonus verde va confermato anche per il 2019. Apprezzabili le dichiarazioni del ministro Centinaio sui benefici per ambiente e salute”

“Il bonus verde con le detrazioni fiscali per la sistemazione a verde di giardini, terrazze e balconi va riconfermato anche nella legge di Bilancio 2019”. Lo chiede Confagricoltura in una nota.

“Con il bonus verde si è sfatato il pregiudizio che le opere a verde privato debbano essere considerate una spesa ‘estetica’ e non un beneficio per l’ambiente, per la salute dei cittadini e per il loro portafoglio – sottolinea Francesco Mati, presidente nazionale della Federazione Florovivaismo di Confagricoltura -. Ha ragione il ministro per le Politiche agricole Centinaio quando afferma che il bonus verde è importante per l’ambiente, l’economia e la salute. La sua applicazione non solo ha generato un aumento dell’interesse per i giardini, ma ha favorito anche giardinieri e aziende che operano alla luce del sole”.

Attualmente con il bonus – ricorda Confagricoltura – è prevista un’apposita detrazione ai fini IRPEF nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. La detrazione  spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni (bonifici ‘parlanti’, ecc.).

“Auspichiamo – conclude Francesco Mati – che, con la prossima Finanziaria, sia possibile proseguire con il bonus verde e magari, come accaduto per il settore edile, incrementarne la percentuale a detrazione o l’imponibile”.

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La Sicilia dice no a nuovi accordi commerciali su prodotti agricoli provenienti dal Nord Africa

Siamo pronti, in perfetta sintonia con il mondo produttivo siciliano, a compiere ogni iniziativa che è nelle nostre facoltà per stoppare l’ipotesi di eventuali ulteriori accordi a favore di Paesi extraeuropei dell’area Mediterranea che vadano a discapito della nostra agricoltura”.

A dichiararlo l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera, in relazione alla notizia di una possibile missione in Egitto del Commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan per discutere con il presidente Al-Sisi della ridefinizione dei rapporti commerciali con la UE.

Ritengo invece che questa debba essere l’occasione per rivedere quelli già esistenti e richiedere al Commissario maggiori garanzie a tutela delle nostre produzionirincara Bandiera – in particolar modo per gli agrumi e gli ortaggi e le altre produzioni in generale provenienti da Egitto, Marocco e Sud Africa che, in alcuni di questi paesi presentano problematiche fitosanitarie, fortunatamente non ancora presenti in Sicilia”.

In alcuni di questi Paesi sono presenti malattie da quarantena come il citrus black spot o l’huang long bing che, se dovessero arrivare in Sicilia,  comporterebbero danni economici gravissimi per l’agrumicoltura. Ma il riferimento è anche al possibile ampliamento dell’accordo con il Marocco al territorio del Sahara Occidentale, escluso nell’accordo del 2014.

Ritengo assolutamente necessario – conclude l’assessore – che al Commissario Europeo giungano tutte le nostre richieste per evitare che un’ennesima concessione a favore di Paesi terzi, dove peraltro sussistono enormi differenze negli standard relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro e al salario percepito dai lavoratori rispetto al nostro, danneggi la nostra economia e metta seriamente a rischio la sicurezza dei consumatori a causa dell’utilizzo di fitofarmaci e principi attivi, da noi banditi da svariati anni”.

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Decreto Dignità: tutte le novità sulle prestazioni occasionali

Con la conversione in legge del “Decreto Dignità” sono state inserite delle modifiche alla normativa sulle prestazioni occasionali. Di seguito le principali novità introdotte.

Sono computati in misura pari al 75 per cento del loro importo (ai fini del comma 1, lettera b) i compensi per prestazioni di lavoro occasionali rese dai seguenti soggetti:

  1. a) titolari di pensione di vecchiaia o di invalidità;
  2. b) giovani con meno di venticinque anni di età, se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado ovvero a un ciclo di studi presso l’università;
  3. c) persone disoccupate, ai sensi dell’articolo 19 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150;
  4. d) percettori di prestazioni integrative del salario, di reddito di inclusione (REI) ovvero di altre prestazioni di sostegno del reddito purché i prestatori stessi, all’atto della propria registrazione nella piattaforma informatica di cui al comma 9, autocertifichino la relativa condizione”;

Per prestazioni da rendere a favore di imprese del settore agricolo, il prestatore è tenuto ad autocertificare, nella piattaforma informatica di cui al comma 9, di non essere stato iscritto nell’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli”;

Le somme dovute per l’attivazione del contratto di prestazione occasionale possono essere versate anche tramite un intermediario (di cui alla legge 11 gennaio 1979, n. 12), ferma restando la responsabilità dell’utilizzatore”. L’1 per cento degli importi versati è destinato al finanziamento degli oneri gestionali a favore dell’INPS.

L’utilizzatore deve comunicare almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione, la data di inizio e il monte orario complessivo presunto con riferimento a un arco temporale non superiore a 10 giorni; fermo restando che per il settore agricolo le quattro ore continuative di prestazione sono riferite all’arco temporale così modificato ovvero 10 giorni;

Per quanto riguarda il pagamento del prestatore è previsto che “A richiesta del prestatore espressa all’atto della registrazione nella piattaforma informatica INPS, invece che con le consuete modalità, il pagamento del compenso al prestatore può essere effettuato, decorsi quindici giorni dal momento in cui la dichiarazione relativa alla prestazione lavorativa inserita nella procedura informatica è divenuta irrevocabile, tramite qualsiasi sportello postale a fronte della generazione e presentazione di univoco mandato ovvero di autorizzazione di pagamento emesso dalla piattaforma informatica INPS, stampato dall’utilizzatore e consegnato al prestatore, che identifica le parti, il luogo, la durata della prestazione e l’importo del corrispettivo. Gli oneri del pagamento del compenso riferiti a tale modalità sono a carico del prestatore”;

Viene esclusa per l’imprenditore l’applicazione delle sanzioni previste in casi di violazione accertata da uno dei divieti di ricorso al contratto di prestazione occasionale, nel caso in cui la suddetta violazione derivi dalle informazioni incomplete o non veritiere contenute nelle autocertificazioni rese nella piattaforma informatica INPS dai prestatori.

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Decreto Dignità, con nuove norme più flessibilità per le prestazioni occasionali in agricoltura

“Con le nuove norme si è ampliato e reso più flessibile quanto previsto dal contratto di prestazione occasionale in agricoltura, venendo incontro alle esigenze delle aziende agricole”. Così commenta Confagricoltura le disposizioni per il lavoro occasionale (come la raccolta della frutta e la vendemmia) previste nell’ambito del “Decreto Dignità”, approvato giovedì sera alla Camera e che passa ora all’esame definitivo del Senato.

“Le nuove disposizioni –  fa presente Confagricoltura – hanno ampliato il periodo  di impiego (da tre a dieci giorni ) e semplificato le procedure con l’autocertificazione del lavoratore (che attesta di essere disoccupato anche di altri settori, o studente fino a 25 anni, o pensionato)”.

“Dopo l’introduzione dei voucher nel 2008  in occasione del periodo della vendemmia – ricorda Confagricoltura – con la legge 96/2017 si definì  il contratto per le prestazioni occasionali.  In agricoltura non si è mai abusato dello strumento: nel periodo 2008-2016 solo il 4,3% dei voucher complessivamente venduti venne destinato alle attività agricole. Se poi si guarda solo all’ultimo anno disponibile (2016), la percentuale scese addirittura all’1,8% del totale”.

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I voucher vanno ripristinati: strumento utile in agricoltura usato in passato con equilibrio

I voucher sono uno strumento utile per l’agricoltura e devono essere reintrodotti”. Lo afferma il presidente della Confagricoltura Massimiliano Giansanti a proposito del dibattito in corso in questi giorni che vede coinvolti numerose forze politiche ed esponenti del governo, tra cui il ministro delle Politiche agricole Centinaio.

L’eliminazione dei voucher in agricoltura è stata una scelta frettolosa e non adeguatamente ponderata – continua il presidente Giansanti- . E lo strumento che è stato introdotto in loro sostituzione (contratto di prestazione occasionale) non può certo essere considerato una valida alternativa, a causa di una serie di limitazioni e vincoli che ne restringono fortemente il campo di applicazione, soprattutto nel settore agricolo”.

In agricoltura l’esigenza di svolgere prestazioni meramente occasionali ed accessorie è concreta e tutt’altro che infrequente. Non a caso i voucher sono stati sperimentati nel 2008 proprio nel settore primario, con la vendemmia. E se si valutano i dati INPS in modo sereno e distaccato, si scopre che l’agricoltura è uno dei settori produttivi dove il lavoro accessorio è stato utilizzato in modo equilibrato, senza eccessi.

Confagricoltura ricorda che nel periodo 2008-2016, infatti, solo il 4,3 per cento dei voucher complessivamente venduti e’ stato destinato alle attività agricole. Se poi guardiamo l’ultimo anno disponibile, la percentuale scende addirittura all’1,8 per cento del totale.

“Nel periodo in cui hanno trovato applicazione i voucher (2008-2016) il lavoro dipendente in agricoltura, nonostante la crisi economica che non ha certo risparmiato il settore primario, ha sostanzialmente tenuto  – aggiunge il presidente Giansanti – e in alcuni anni ha fatto registrare addirittura un incremento degli occupati. Non è intervenuta dunque alcuna destrutturazione del lavoro dipendente.”

Confagricoltura auspica quindi che in sede di conversione del decreto Dignità i voucher vengano ripristinati,  anche al fine di garantire una maggiore trasparenza nel lavoro agricolo occasionale.

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L’Italia non ha bisogno di dazi: Confagricoltura plaude alla linea del ministro Centinaio

“Siamo assolutamente d’accordo con il ministro Centinaio. L’agricoltura italiana non ha bisogno di dazi, ma di mercati aperti sui quali continuare ad affermare l’eccellenza del “Made in Italy” in ogni parte del mondo”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato le dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio riportate oggi nell’intervista apparsa su “La Stampa”.

“Le guerre commerciali, a colpi di dazi e contromisure di ritorsione, non hanno mai vincitori e non giovano alle imprese. Non dobbiamo dimenticare che la UE è leader mondiale per l’export agroalimentare”, ha proseguito Giansanti.

Per il presidente di Confagricoltura il problema urgente che si pone è quello della reciprocità e della diversità delle regole di produzione. “Non possiamo – ha spiegato – continuare ad aprire i nostri mercati a prodotti ottenuti con sistemi diversi da quelli imposti agli agricoltori dell’Unione Europea in termini di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e sostenibilità ambientale. E’ una questione di leale competizione tra le imprese e trasparenza nei riguardi dei consumatori”.

Il presidente di Confagricoltura ha così concluso: “Sulla base di queste esigenze auspichiamo la fine delle “guerre commerciali” e la ripresa delle trattative in sede multilaterale, per discutere su come rivedere un processo di globalizzazione che è avanzato senza un adeguato sistema di regole”.

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