Acqua, Confagricoltura: “L’uso efficiente e consapevole passa per l’innovazione delle reti idriche”

“L’acqua è un bene prezioso da preservare con attenzione promuovendone l’uso responsabile. L’agricoltura ha ridotto, negli ultimi decenni, di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, come l’irrigazione di precisione. Ma non basta. Occorre mettere mano con urgenza all’intera rete idrica nazionale, che dopo trent’anni di abbandono è in pessime condizioni”. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione del 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.

Nel nostro Paese solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta, è necessario costruire nuovi invasi, rinnovare i sistemi irrigui, sanare la rete dell’acqua potabile che perde il 42% tra quella immessa e quella erogata. Per Confagricoltura sono queste le priorità su cui intervenire. Va ripristinata e rinnovata una rete infrastrutturale vecchia, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.

Le annate siccitose hanno creato danni per più di 15 miliardi, metà dei quali in quattro regioni: Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. E l’Italia è al terzultimo posto nella classifica europea per investimenti nel settore idrico: solo 40 euro per abitante l’anno, contro una media europea di 100 euro.

Confagricoltura invita a cogliere l’occasione del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e del Recovery Plan per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, forieri di eventi estremi siccitosi e alluvionali, per ripristinare e realizzare quelle infrastrutture necessarie a gestire la risorsa idrica.

Nei prossimi anni l’aumento delle temperature aggraverà ulteriormente la carenza idrica dell’Italia. L’agricoltura è il settore che più risentirà della siccità, per questo diventa sempre più importante riuscire ad accumulare l’acqua piovana, per poterla utilizzare nei momenti di carenza. Occorre distinguere fra l’acqua prelevata e l’effettivo consumo. Quello primario è l’unico settore economico che produce rispettando la risorsa idrica, perché quella impiegata nell’uso irriguo – ricorda Confagricoltura – non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale, ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

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Florovivaismo, Agrinsieme: “Avanti con una legge quadro per il settore”

Audizione in Commissione Agricoltura del Senato

“Agrinsieme vede con grande favore la promulgazione di una Legge quadro volta alla promozione e alla valorizzazione delle attività del florovivaismo, che ha pagato ingente dazio a seguito delle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus, con notevoli perdite; ai positivi intenti del disposto normativo occorrerà però dare seguito con azioni concrete, finalizzate a garantire al settore una maggiore attenzione e promozione”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Commissione Agricoltura del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico.

“La filiera florovivaistica rappresenta il 6% circa della produzione agricola nazionale, grazie a una superficie coltivata che sfiora i 30mila ettari e conta oltre 24 mila aziende e 100mila addetti, per un giro d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro; grazie a tali numeri, il nostro Paese rappresenta ben il 15% della produzione comunitaria”, ha evidenziato il Coordinamento.

“Durante la pandemia, e in particolare il lockdown che ad esso ha fatto seguito, il florovivaismo ha subìto perdite ingentissime che hanno portato il comparto vicino al collasso; la perentoria soppressione di numerosi appuntamenti legati a eventi celebrativi, infatti, ha causato difficoltà non ancora bene quantificabili e sulle quali andrà fatta una riflessione accurata”, ha ricordato Agrinsieme.

In tal senso, ad avviso del Coordinamento, “va accelerata l’approvazione definitiva del ddl, apportando alcuni importanti miglioramenti all’articolato; in particolare, è essenziale che la definizione dell’attività florovivaistica e quella dei centri di giardinaggio si richiami strettamente ai princìpi contenuti nell’articolo 2135 del Codice Civile, mentre i riferimenti alle altre attività devono comunque rinviare al concetto di connessione alla attività di produzione vegetale”.

“E’ quindi prioritario mettere in campo una strategia di sostegno a favore della valorizzazione del verde e del florovivaismo, instaurando e rendendo strutturale una sinergia tra i diversi dicasteri interessati, ovvero Ambiente, Salute, Sviluppo Economico e ovviamente Agricoltura, cui spetterà il ruolo di coordinare e promuovere le diverse iniziative”, ha concluso Agrinsieme, ringraziando la Commissione Agricoltura del Senato per aver concordato con il Coordinamento sulla rilevanza del provvedimento e sulla necessità di una sua rapida approvazione.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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Governo, Giansanti: “L’agricoltura ha ruolo centrale nella transizione ecologica e nella ricostruzione economica e sociale”

“Il settore agroalimentare può dare un solido contributo alla ricostruzione sociale ed economica che è al centro del programma presentato al Parlamento dal presidente del Consiglio Draghi”. E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alle linee programmatiche del nuovo governo.

“La ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro possono accelerare con il rilancio della produzione agricola e dell’attività di trasformazione e commercializzazione dei nostri prodotti – sottolinea Giansanti – Servono investimenti, ma prima di tutto serve un progetto e una visione strategica”.

Nel processo di transizione ecologica l’agricoltura ha un ruolo importante, ma in una dimensione globale. Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale è una priorità. “E a riguardo, come Confagricoltura, lanciamo al nuovo governo la proposta di un’iniziativa, da realizzare durante la presidenza italiana del G20, per discutere sul legame tra sostenibilità ambientale, protezione delle risorse naturali e ruolo delle innovazioni tecnologiche”.

Un altro passaggio importante e fortemente innovativo del discorso di Draghi, ad avviso di Confagricoltura, è quello relativo alla protezione delle attività economiche che non possono essere tutte sostenute in modo indifferenziato.

“Ci auguriamo – evidenzia Giansanti – che sia il primo passo verso una concentrazione degli incentivi e degli investimenti sulle imprese che hanno un futuro, perché producono per il mercato, danno lavoro e sono aperte alle innovazioni”.

Infine la formazione: “Ho particolarmente apprezzato l’attenzione che il premier intende riservare agli Istituti tecnici superiori nel quadro dei percorsi scolastici e formativi. Come già si verifica in altri paesi europei, gli Istituti possono essere un punto di riferimento per il crescente interesse dei giovani nei confronti del mondo agricolo”.

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Aiuti di stato, Giansanti: “Sfruttiamo a fondo le opportunità concesse dalla Commissione Ue per limitare gli effetti della pandemia”

“E’ una decisione positiva, che avevamo sollecitato le scorse settimane nei colloqui con la Commissione Ue e in ambito Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee”.

Il presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa, Massimiliano Giansanti, commenta così la decisione della Commissione di prolungare al 31 dicembre 2021 il regime straordinario degli aiuti di Stato alle imprese per contenere i contraccolpi economici della pandemia, aumentando anche gli importi che possono essere erogati alle aziende agricole.

“Il provvedimento della Commissione – afferma Giansanti – è una risposta necessaria alla luce delle conseguenze economiche del Covid sulle imprese del settore primario, che scontano in particolare la prolungata chiusura del canale HoReCa non solo in Italia, ma in Europa e in gran parte del mondo”.

“Va poi approfondita a livello nazionale la possibilità concessa dalla Commissione europea di rivedere gli aiuti già stanziati per trasformarli a fondo perduto. Si tratta di un’opportunità da cogliere per le somme già erogate, migliorando così le condizioni finanziarie e di liquidità delle imprese”.

Confagricoltura rileva inoltre che l’emergenza sanitaria, oltre che sull’andamento dei consumi interni – dove l’aumento di quelli domestici non consente comunque di compensare il deficit del blocco dell’HoReCa – pesa anche sull’export: secondo gli ultimi dati della Commissione Ue, nei primi dieci mesi del 2020 si è registrato ad esempio un calo delle esportazioni di vino dall’Europa per un valore di 1,4 miliardi di euro.

Inoltre, un ampio numero di Stati membri, tra cui l’Italia, nei giorni scorsi ha sollecitato l’Ue il varo di aiuti straordinari al settore suinicolo, in modo da fermare la preoccupante contrazione di prezzi in atto che pesa gravemente sul comparto.

Confagricoltura, poi, ha anche evidenziato direttamente alla Commissione le difficoltà del comparto delle clementine e del settore agrumicolo.

“L’agricoltura, sebbene non abbia mai interrotto la produzione – conclude Giansanti – sconta anch’essa gravi conseguenze economiche, in particolare su alcuni settori. Ed è per questo che la proroga e l’ampliamento delle misure di aiuti di Stato risulta un provvedimento necessario in questo particolare periodo di difficoltà”.

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Recovery, Giansanti al lancio di Italy Next Generation: “Agricoltura più sostenibile con digitale e infrastrutture”

“Il contributo dell’agroalimentare all’economia è fondamentale: con 540 miliardi di euro è la prima voce del Pil nazionale, ma produciamo il 75% di quello che mangiamo. Per raggiungere il 100% abbiamo bisogno di alcuni interventi importanti, diventati fondamentali con la pandemia”.

E’ quanto ha premesso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla presentazione di Italy Next Generation, la coalizione di alcuni dei principali player del mondo aziendale, associativo e accademico, che ha dialogato oggi con il viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, sulle strategie per investire le risorse del Recovery Fund.

Le priorità indicate da Giansanti ricalcano le direttrici del Manifesto della coalizione e sono state declinate in chiave agricola: digitale, perché il settore primario oggi richiede connessione, banda larga, 5G, “pertanto è necessario recuperare la mappatura di tutto il territorio nazionale”.

Altrettanto indispensabile – ha evidenziato il presidente di Confagricoltura – è la creazione di un Big Data agricolo per favorire maggiore competitività delle imprese sui mercati globali, con un’attenzione forte alla sostenibilità ambientale e alla salute.

“Sempre più urgente – ha concluso – sono le infrastrutturemateriali e immateriali, la logistica avanzata, l’efficientamentoenergetico e gli investimenti sul capitale umano, compresa anche una comunicazione capace di raggiungere le nuovissime generazioni, che pongono la sostenibilità ambientale ai primi posti delle loro priorità”.

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Agromafie, Giansanti: ” La tutela dell’agroalimentare deve essere priorità internazionale”

“Controllo dei grandi mercati ortofrutticoli, del trasporto su gomma, del commercio, ma anche usura, accaparramenti dei terreni agricoli, riciclaggio di capitali di provenienza illecita, spandimento di rifiuti tossici o pericolosi, controllo della manodopera illegale, contraffazione e frodi nella gestione dei contributi europei. La criminalità organizzata è entrata da tempo nel grande mercato agroalimentare, dove primeggiano le eccellenze del Made in Italy, limitando la libera concorrenza fra le imprese agricole, attuando pratiche sleali che limitano la competitività delle aziende sane, mettendo anche a rischio la salute dei consumatori e danneggiando l’immagine di tutto il comparto.”

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo alla tavola rotonda organizzata a “Advisora” sulle Agromafie, nell’ambito del corso Mafie e Settori, che ha voluto analizzare le influenze mafiose nei vari comparti dell’economia nazionale e transazionale e la risposta giudiziaria di contrasto.

“Occorrono radicali modifiche normative – ha detto il presidente Giansanti – che riordinino la materia agroalimentare, oggetto di numerosi e non organici interventi legislativi, che pongano al centro, come bene primario, oltre alla tutela della salute pubblica, quello del patrimonio agroalimentare, come parte insostituibile della cultura dei territori e delle comunità locali”.

“E occorrono – ha continuato – controlli rigorosi da parte delle forze dell’ordine e della pubblica amministrazione, con l’auspicio che, grazie alla diffusione del digitale, diminuisca il carico burocratico che tale attività comporta per gli imprenditori.”

La lotta alla contraffazione e alle frodi alimentari, a parere del presidente di Confagricoltura, deve inoltre travalicare i confini nazionali e deve costituire una questione europea, proprio per la grande diffusione del fenomeno e l’organizzazione ormai transnazionale delle associazioni criminali.

“La politica del cibo è ormai un tema internazionale. Per questo c’è bisogno di una Food policy a livello globale – ha spiegato – visto che il fenomeno delle infiltrazioni criminali e della sicurezza alimentare ha assunto dimensioni preoccupanti, amplificate dalle enormi potenzialità espansive, che, nel mercato, è destinato a svolgere il web”.

 

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Sviluppo rurale, Confagricoltura: “Fondamentale garantire tempestività e qualità della spesa pubblica in agricoltura”

“I Piani di sviluppo rurale sono strumenti di importanza capitale per le aziende agricole: serve massima efficienza da parte delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali in questa delicata fase di transizione”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, manifestando preoccupazione per il livello di spesa nazionale dei PSR che ristagna attorno al 50% della dotazione complessiva 2014-2020, sebbene quasi tutte le risorse siano state impegnate.

“Già da qui a fine anno – rimarca Giansanti – abbiamo un rischio di disimpegno di circa 450 milioni di euro di risorse comunitarie, corrispondenti a 810 milioni di euro circa di spesa pubblica complessiva. Sarebbe in ogni caso importante, assodato che le regole della PAC rimarranno invariate almeno per il prossimo anno, che le autorità di gestione predispongano, già da ora, tutte le condizioni necessarie ad iniziare ad impegnare da subito le risorse del periodo 2021-2027”.

Per il presidente di Confagricoltura è indispensabile iniziare a definire le priorità ed i nuovi bandi, soprattutto per alcune misure, come quelle ad investimento o le misure a superficie e a capo, che, in quasi tutte le Regioni, non sono attivate da molto tempo.

Il regolamento di transizione della PAC, mette in guardia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, è di durata massima biennale e si basa sul principio dell’utilizzo delle vecchie regole. Avvalendosi delle nuove risorse entrerà in vigore il 1° gennaio 2021, costringendo le autorità regionali a gestire contemporaneamente vecchia e nuova dotazione finanziaria.

Occorre evitare ogni soluzione di continuità tra il precedente e il prossimo periodo di gestione delle misure di sviluppo rurale. “Sono risorse quanto mai preziose per gli agricoltori – conclude Giansanti – e che non possiamo assolutamente permetterci di dissipare. Si tratta di 9,7 miliardi di euro di fondi comunitari disponibili nei prossimi sette anni per l’Italia, che possono sviluppare una spesa pubblica molto maggiore e che sono pari ad oltre l’11% del totale della spesa comunitaria complessiva destinata dal bilancio della UE al ‘secondo pilastro’ della PAC”.

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Giansanti (Confagricoltura): “L’autunno caldo si combatte aiutando le famiglie e rafforzando le imprese”

L’autunno della ripartenza si preannuncia difficile dal punto di vista economico. In Italia la povertà continua a crescere. Lo evidenzia l’ultimo rapporto del centro studi di Confagricoltura. La povertà assoluta, nell’ultimo decennio, è cresciuta del 60%, pur avendo registrato, lo scorso anno, un trend in diminuzione del 9% in confronto al 2018, ma l’effetto Covid, sottolinea l’indagine, fa prevedere un incremento del 30%, rispetto all’anno precedente.

“L’agricoltura – rimarca Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – ha confermato, nella difficoltà, la sua primaria importanza. E’ il settore che ha licenziato di meno, ricorso in modo minore alla cassa integrazione, offrendo opportunità a chi era rimasto senza lavoro attenuando così, almeno in parte, il disagio sociale. Il terzo e, in particolare, il quarto trimestre dell’anno, assorbono infatti molta manodopera per operazioni come la vendemmia, la raccolta di pomodori, olive e frutta. Ma non basta”.

“E’ fondamentale impegnarsi per la ripresa economica del Paese. Per far questo – continua il presidente di Confagricoltura – occorre agire su più fronti. E’ sacrosanto, come sta facendo il governo, avviare misure immediate per sostenere le famiglie. La tenuta del tessuto sociale, però, va di pari passo con la tenuta di quello produttivo. Occorre investire sulle imprese e sul lavoro, per creare le condizioni per far ripartire economia e occupazione, senza dimenticare l’export”.

“Per evitare che, in autunno, esploda la bomba sociale è indispensabile – conclude Giansanti – il contributo dell’agricoltura che, per quasi per il 90% degli italiani, sarà il motore della ripresa. Ma serve agire presto, accompagnando i provvedimenti tampone a misure che rafforzino le imprese, riducendo gli oneri sociali e riconquistando quote nel commercio mondiale, provato da dazi. Un primo passo è il “piano indigenti” da 250 milioni di euro, contenuto nel decreto rilancio, che da un lato fornirà una risposta ai bisogni primari delle persone, dall’altro aiuterà a riequilibrare un mercato interno asfittico”.

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Bilancio Ue, Confagricoltura agli europarlamentari italiani: “Indispensabile salvaguardare le risorse per l’agricoltura”

“Chiediamo al Parlamento europeo di prendere posizione a favore dell’invarianza in termini reali del bilancio pluriennale per l’agricoltura”.

E’ la richiesta avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in una lettera indirizzata agli europarlamentari italiani, in vista dei prossimi passaggi a livello istituzionale per la definitiva approvazione dell’accordo raggiunto tra i capi di Stato e di governo sul piano di rilancio dell’economia e sul bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027.

“L’accordo è di fondamentale importanza – sottolinea Giansanti – per il futuro del processo di integrazione europea e per la salvaguardia del mercato unico. Con riferimento, però, al bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni, alcuni aspetti possono essere migliorati grazie all’azione del Parlamento europeo”.

Confagricoltura ricorda che il Consiglio europeo ha concordato per l’agricoltura una dotazione finanziaria per il 2021-2027 inferiore del 10% in termini reali rispetto a quella assegnata per il periodo in scadenza alla fine di quest’anno. In valore assoluto, la riduzione ammonta nel complesso a 40 miliardi di euro.

“Nell’ambito, poi, dei fondi che saranno mobilitati per il ‘Next Generation Ue’ – rileva il presidente di Confagricoltura – lo stanziamento previsto per lo sviluppo rurale è di 7,5 miliardi. Appena l’1% sul totale. Una somma troppo limitata per un settore che l’emergenza sanitaria ha messo in luce come essenziale”.

“Sulla base delle indicazioni già formulate dalla Commissione – prosegue Giansanti – il nostro settore sarà chiamato ad assumere nuovi impegni per una maggiore sostenibilità ambientale, per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali. Ai nuovi impegni, però, deve corrispondere un volume di risorse adeguate per le necessarie innovazioni tecnologiche e per il supporto dei redditi”.

Una richiesta analoga a quella di Confagricoltura è stata lanciata nei confronti degli europarlamentari spagnoli dall’Asaja, l’associazione dei giovani agricoltori.

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Ragusa modello di sviluppo rurale che funziona

Focus a cura dell’Ufficio Stampa e Comunicazione Istituzionale di Confagricoltura Ragusa

 

Giuseppe Cassì (sindaco di Ragusa): “La nostra città modello per qualità della vita e rispetto dell’ambiente”

Un riconoscimento autorevole che premia il nostro territorio che eccelle per qualità della vita, attenzione all’ambiente e alla sostenibilità e vivacità economica”: questo il commento del sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì, ai microfoni dell’Ufficio Stampa di Confagricoltura Ragusa, dopo il riconoscimento al comune ibleo, anche per il 2020, della Spiga Verde. “Il nostro territorio – aggiunge il primo cittadino – ha la fortuna di essere attrattivo per tante ragioni, tra cui le nostre eccellenze agroalimentari e agrituristiche che valorizzano al meglio le nostre campagne. Siamo molto soddisfatti di essere l’unico comune siciliano ad essere stato premiato, a testimonianza che Ragusa rappresenta un modello di sviluppo economico attento all’ambiente. Per noi la sostenibilità è un atto d’amore necessario per il futuro dei nostri figli”.

Le Spighe Verdi vengono assegnate annualmente dalla Fee Italia, sezione della ong danese Foundation for Environmental Education. Le Spighe Verdi 2020 per i Comuni rurali sono state annunciate da FEE Italia e Confagricoltura martedì (28 luglio) in conferenza telematica con i sindaci vincitori.

“Spighe Verdi” è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione. Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’Amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione.

I Comuni sono stati valutati in base a requisiti ben specifici riguardanti diverse aree tematiche: partecipazione pubblica, educazione allo sviluppo sostenibile, corretto uso del suolo, presenza di produzioni agricole tipiche, sostenibilità e innovazione in agricoltura, qualità dell’offerta turistica, gestione rifiuti, valorizzazione delle aree naturalistiche, cura dell’arredo urbano, accessibilità.

L’iter procedurale, certificato ISO 9001-2015, ha guidato la valutazione delle candidature, permettendo alla Commissione di Valutazione il raggiungimento del risultato finale. Nel gruppo di lavoro è stato importante il contributo di diversi Enti istituzionali come il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo; il Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri; l’ISPRA; il CNR e Confagricoltura.

 

Antonino Pirrè (presidente di Confagricoltura Ragusa): “Orgogliosi dei nostri imprenditori agricoli, fautori di uno sviluppo rurale sostenibile”

“Con le Spighe Verdi il comune di Ragusa e l’intero territorio provinciale hanno ricevuto, ancora una volta, un riconoscimento autorevole (a cui va dato il giusto risalto) che attesta il valore di un modello di sviluppo rurale di una comunità animata da imprenditori che investono, quotidianamente, in un’agricoltura innovativa, responsabile e sostenibile”: questa la dichiarazione del presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè.

“Non ci può essere una costa bella, pulita e fruibile – aggiunge Pirrè – se non c’è una campagna altrettanto bella, pulita e fruibile. Bandiera Blu per il mare e la bandiera di Spighe Verdi per la campagna rappresentano un doppio riconoscimento, un biglietto da visita per l’intero territorio provinciale che va opportunamente comunicato e difeso. Complimenti e grazie all’Amministrazione Cassì”.

Come Confagricoltura Ragusa – conclude il presidente Pirrè – siamo orgogliosi di questo attestato che rende onore al lavoro quotidiano di un tessuto imprenditoriale laborioso e responsabile. Uno stimolo forte nel continuare a promuovere l’idea di uno sviluppo rurale sostenibile che valorizza al meglio la nostra identità territoriale”.

 

 

Ignazio Nicastro (vice-presidente Confagricoltura Ragusa): “Ragusa all’altezza della sua fama”

Ragusa dimostra di essere all’altezza della sua fama, dopo la Bandiera Blu anche la Bandiera delle Spighe Verdi, che premia la nostra identità fatta di un’alta sensibilità rurale, trasmessa di padre in figlio, che è premessa alla nostra florida e sostenibile economia agricola”: commenta il vice-presidente di Confagricoltura Ragusa, Ignazio Nicastro. “La campagna iblea ospita aziende che investono in zootecnia e produzioni attente al rispetto dell’ambiente, ma anche agriturismi che valorizzano il nostro patrimonio enogastronomico, portando avanti un’idea di turismo etico e armonico nei confronti della natura. Sono queste le nostre ricchezze: non solo mare e Barocco, ma anche ulivi, carrubi, mandorli, ecc.”.

Le “Spighe Verdi” 2020 sono state assegnate a 46 località rurali in 13 Regioni. Le due Regioni con il maggior numero di riconoscimenti sono Marche e Toscana, con 6 località. Per le Marche: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano e Numana; per la Toscana: Castellina in Chianti, Massa Marittima, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole e Bibbona. Con 5 località seguono la Campania: Agropoli, Ascea, Massa Lubrense, Positano, Pisciotta; il Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Roccagorga; il Piemonte: Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo, Canelli e Volpedo; la Puglia: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Ostuni. Vantano tre località l’Abruzzo (Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Tortoreto), la Calabria (Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce) e il Veneto (Caorle, Montagnana, Porto Tolle), mentre per l’Umbria ricevono il riconoscimento Montefalco e Todi. Vi è un Comune rurale Spiga Verde in Liguria (Lavagna), in Lombardia (Sant’Alessio con Vialone) e in Sicilia (Ragusa).

 

Ragusa, 30 luglio 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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