Mercati chiusi e commesse estere annullate: la psicosi da Coronavirus colpisce le aziende agricole ragusane

La preoccupazione di Confagricoltura Ragusa per gli effetti concreti e pesanti del panico Coronavirus che stanno colpendo le aziende agricole ragusane

Siamo fortemente preoccupati per quello che stiamo registrando nelle ultime ore in un numero crescente di importanti aziende a noi associate, ovvero gli effetti negativi, concreti e pesanti, legati alla psicosi creata nei mercati internazionale dal Coronavirus: commesse estere annullate, mercati ortofrutticoli chiusi o che funzionano a singhiozzo”: questa la dichiarazione congiunta del presidente (dott. Antonino Pirrè) e del direttore (dott. Giovanni Scucces) di Confagricoltura Ragusa.

Che aggiungono: “Se si ferma il comparto agroalimentare, si ferma il cuore della nostra economia. Ci associamo alla richiesta del presidente di Confcommercio Ragusa nei confronti del Libero Consorzio di Ragusa di indire gli Stati Generali dell’economia, al fine di individuare e porre in essere strategie comuni e straordinarie da parte dei soggetti che rappresentano le imprese e il lavoro. È evidente che occorre il supporto immediato del governo nazionale con misure che prevedano sgravi e sostegno economico alle aziende”.

Confagricoltura Ragusa sta monitorando costantemente la situazione, mettendo a disposizione i propri uffici territoriali e nazionali per qualsiasi tipo di esigenza da parte degli imprenditori agricoli associati in questa fase di emergenza.

 

Ragusa, 3 marzo 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Il pomodoro ibleo sotto attacco del virus Tomato brown rugose fruit: capiamo meglio di cosa si tratta

Il Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) appartiene al genere virale dei Tobamovirus, ed è stato identificato e caratterizzato per la prima volta in Giordania nel 2015 su piante di pomodoro. Nell’autunno 2014, una nuova malattia su pomodoro con sintomi simili era stata già segnalata nel sud di Israele da dove si è diffuso rapidamente in tutto il Paese.

Nell’arco del 2018, nuove segnalazioni vengono riportate in pomodoro in Germania e California, in Messico su pomodoro e peperoncino, in Palestina ed in Italia dove il virus è stato trovato su piante di pomodoro in Sicilia, provincia di Ragusa.

Considerando la simultanea emergenza del virus in diversi areali produttivi, l’importanza della coltura del pomodoro e le caratteristiche proprie dei tobamovirus, ToBRFV è stato inserito all’inizio del 2019 nella “Lista di Allerta” dell’EPPO (European Plant Protection Organization).

Ospiti naturali

Principali specie ospiti sono Solanum lycopersicum e Capsicum spp. Ospiti sperimentali che hanno sviluppano sintomi della malattia sono: Nicotiana benthamiana, N. glutinosa, N. sylvestris, N. tabacum, N. Clevelandii, Datura stramonium, Chenopodium murale, C. amaranticolor, C. quinoa. Ospiti sperimentali non sintomatici sono risultati Petunia Hybrida e Solanum nigrum.

 

Sintomi

Su pomodoro:

– foglie: clorosi, mosaico, maculature e in alcuni casi restringimento dei lembi.

– peduncoli, calici e piccioli: spot necrotici.
– frutti: maculature gialle, verdi o brunastre, decolorazioni, rugosità, striature solcate, deformazione e maturazione irregolare che possono rendere i frutti incommerciabili.

In peperone causa ingiallimenti, mosaico e deformazione sulle foglie, mentre sui frutti causa deformazioni accompagnate da aree (maculature) gialle e/o marrone o striature verdi.

 

Trasmissione

Come altre specie appartenenti al genere Tobamovirus, il virus si trasmette per seme, via vegetativa (talee, innesto) e per contatto. La trasmissione per seme avviene per la contaminazione dei tegumenti e trasmissione meccanica (microlesioni) all’apice vegetativo durante il germogliamento. Ancora non nota la percentuale (stima dalle prime analisi intorno al 0,29%) ma anche se a bassa essa determina la presenza di piantine infette all’interno del semenzale, e successivamente al trapianto nella serra di coltivazione determinando in seguito la diffusione rapida del virus attraverso le operazioni culturali, con gli strumenti e indumenti contaminati, con le mani e tramite contato diretto tra le piante. I tobamovirus possono rimanere infettivi per un periodo lungo (anni) nei semi e per diversi mesi nei residui vegetali e sulle superficie di arnesi e strutture venute a contatto con succo infetto mettendo a rischio la coltura successiva.

Il virus può diffondersi a lunga distanza attraverso il commercio di materiale infetto come semi o piantine infette. Recentemente, è stato anche riportato il ruolo dei bombi (Bombus terrestris) nella diffusione del virus all’interno delle serre.

Misure di controllo

Effettuare controlli del seme in importazione, in modo particolare in sementi provenienti da paesi dove il virus è stato segnalato o di cui non è nota la presenza ma produttori di semente commercializzata di Ditte i cui lotti sono stati trovati infetti.

Non essendo ancora presente sul territorio laziale, far attuare tutte le norme preventive
di profilassi ed igiene in vivaio (seme) e sorveglianza frequente delle piante nelle nuove
coltivazioni (avviate con piantine certificate).

In caso di piante sospette, delimitare la pianta e quelle circostanti e, in attesa dell’esito
delle analisi diagnostiche, mettere in isolamento la serra rispetto al corpo aziendale (uso di indumenti monouso e sanificazione degli strumenti ad uso comune (ipoclorito di sodio 10%).

In caso di positività ai test diagnostici, attuare tutte le norme di eradicazione con
distruzione del materiale e sterilizzazione della struttura della serra, senza ritorno di pomodoro o peperone per almeno un ciclo. Attivare come norma le misure preventive in tutto il copro aziendale (indumenti monouso per singola serra; sterilizzazione degli strumenti).

 

Vertice della Commissione Attività Produttive all’Ars 

Mercoledì 12, a Palermo, la commissione Attività produttive dell’Ars, presieduta dall’on. Orazio Ragusa, ha cercato di fare il punto su questa fitopatia, alla presenza dell’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, dei dirigenti generali del Dipartimento regionale dell’agricoltura, dei dirigenti dei servizi fitosanitari regionali, di docenti universitari, dei rappresentanti degli Ordini professionali e delle aziende che operano nel settore. Dalla riunione è emersa la gravità di questo nuovo virus. Il Tomato brown rugose fruit virus è stato identificato per la prima volta su pomodoro in Israele nel 2014. Il primo focolaio riscontrato in Sicilia risale alla fine del 2018. Da qui la diffusione ha assunto proporzioni molto preoccupanti.

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Numerosi sono stati i danni segnalati dalle aziende. E per questo motivo si sta cercando di correre ai ripari. “Il vertice che abbiamo promosso – afferma l’on. Ragusa – ha avuto proprio questo scopo dopo avere preso atto dell’entità che il fenomeno ha assunto. Ecco perché è stato deciso, intanto, di costituire un tavolo di crisi con gli uffici fitosanitari regionali, le Università siciliane e gli addetti ai lavori. Inoltre, l’assessore Bandiera si è impegnato a mettere in campo una serie di iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione della problematica su tutto il territorio siciliano. Non si deve perdere tempo. E’ indispensabile che le notizie possano essere veicolate nella maniera più rapida per garantire risposte agli operatori del settore. Infine, un altro obiettivo verso cui si punta è quello di concretizzare una serie di provvedimenti che intendono aiutare le aziende agricole attraverso alcuni sgravi fiscali che mirano ad abbattere il costo del lavoro. Prima, però, è necessaria la segnalazione, il riconoscimento della calamità e la successiva declaratoria. E’ indispensabile un’azione concertata e mirata. Ma soprattutto occorre procedere con una certa tempestività. Non si può perdere di vista l’obiettivo principale, cioè contenere il fenomeno della diffusione del virus e salvare le coltivazioni delle nostre aziende isolane. E tutto ciò per preservare l’economia agricola che sappiamo quanta importanza assume per lo sviluppo e la crescita del territorio siciliano e della provincia di Ragusa che, non a caso, può vantare un’alta vocazione agricola. Sappiamo quale e quanto il reddito che l’agricoltura garantisce alle famiglie dei nostri territori ed ecco perché diventa prioritario tutelare questa produzione d’eccellenza”.

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Siccità in Sicilia, il presidente regionale di Confagricoltura scrive all’assessore Bandiera

“Da parte di tutte le nostre sedi provinciali ci vengono segnalate le preoccupazioni degli agricoltori per l’andamento anomalo di questo primo scorcio di anno”.E’ l’inizio della lettera che il presidente della Confagricoltura regionale, Ettore Pottino ha inviato all’assessore all’agricoltura Edy Bandiera in merito all’attuale situazione delle campagne siciliane.

“La mancanza di piogge accompagnata da temperature molto al di sopra delle medie stagionali, per non dire estive – scrive Pottino – sta producendo ritardi e fallanze a carico delle produzioni cerealicole ed anticipi di fioritura per quelle arboree con notevoli rischi in caso di riabbassamento delle temperature o gelate. Si tratta di un fenomeno abbastanza inconsueto, non solo per l’agricoltura siciliana, al punto che non sembrano esserci spazi per l’applicazione, in caso di mancato reddito, delle disposizioni previste dal Fondo di Solidarietà Nazionale”.

Queste, si legge ancora nella nota, trovano infatti applicazione solo nel caso di perdita della Produzione Lorda Vendibile causata da avversità atmosferiche, tra cui anche la siccità, o sanitarie. Resterebbero quindi senza protezione, anche assicurativa, tutte le fasi antecedenti la mancata produzione dovuta alle stesse calamità naturali. Poiché quello del cambiamento climatico è un fenomeno di cui ormai bisogna tenere conto visto anche gli esempi del recente passato, all’assessore viene chiesto di voler avviare una seria ed urgente riflessione sulle disposizioni attualmente in vigore e che non contemplano in modo chiaro tale evenienza.

“Si rappresenta ancora – conclude il presidente Pottino – che specie per il settore cerealicolo gli agricoltori hanno già dovuto affrontare, con la messa a dimora delle sementi, il grosso delle spese di coltivazione. Per queste tipologie di danni dovrebbero essere anche modificate le metodologie di accertamento da parte degli organismi competenti”.

Fonte: Siciliaagricoltura.it

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Caro navi, sciopero autotrasportatori in Sicilia solo rinviato. Confagricoltura: “Affrontare subito la questione”

“La sospensione dello sciopero siciliano degli autotrasportatori per il ‘caro navi’ – che protestano per il notevole incremento europeo delle tariffe di trasporto via mare – è una buona notizia per i produttori agricoli. Nell’isola, in questo momento, si è nel vivo della campagna di raccolta di agrumi e ortaggi in serra che hanno shelf-life breve e quindi vanno spediti velocemente. Il blocco delle navi nei porti avrebbe provocato forti ripercussioni sulle imprese agricole, sia per la perdita del prodotto, sia per il mancato rispetto dei contratti di fornitura assunti. Però il problema dello sciopero è solo rimandato”. Così commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti le notizie relative alla protesta degli autotrasportatori siciliani.

Le preoccupazioni sulla situazione in atto in Sicilia e nel Mezzogiorno ha spinto il presidente di Confagricoltura a scrivere al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, sollecitando una soluzione alla vertenza degli autrasportatori.

Già ora – come rilevano i dati del Centro Studi di Confagricoltura – la situazione è difficile con l’export dei prodotti agricoli siciliani che continua a perdere terreno (si stima -15,6% nel 2019 rispetto al 2018), nonostante l’alta qualità della materia prima. E con le esportazioni ortofrutticole ed agrumicole che non riescono a risalire (tra l’altro -11,3% per le arance italiane, stimato nel 2019 rispetto al 2018).

“Gli agricoltori – pone in evidenza il presidente di Confagricoltura – si trovano tra due fuochi: da un lato una protesta che finisce per penalizzarli nell’immediato; dall’altro lato i rincari delle tariffe di trasporto che faranno lievitare ulteriormente i costi che già ora sono più elevati rispetto a quelli dei principali competitor degli altri Paesi. Non si può penalizzare ulteriormente un’attività di primaria importanza per l’economia del Mezzogiorno e un importante settore del Made in Italy agroalimentare che avrebbe bisogno invece di essere sostenuto per diventare più competitivo e redditizio”.

 

Export Sicilia dei prodotti agricoli e agroalimentari (in valore – €)
2018 2019* Var. % 2019/2018
Agricoltura, della silvicoltura e della pesca 592.982.872 500.211.189 -15,6%
Industria alimentare 663.206.821 671.168.088 +1,2%

*stima

Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat

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Dirillo e Ficuzza: la strana storia del fiume e del torrente di nessuno tra Acate e Gela

Confagricoltura Ragusa: “Sollecitiamo le autorità preposte ad intervenire. Non sono tollerabili ulteriori danni alle nostre aziende che operano nel territorio”

La vicenda che stiamo per raccontarvi ha del paradossale e dell’inquietante e ha come protagonisti il fiume Dirillo e il torrente Ficuzza, a confine tra Acate e Gela, nonché diverse importanti aziende agricole presenti su un pezzo di Sicilia, a quanto sembrerebbe, di nessuno.

In che senso di nessuno? Ve lo spieghiamo subito: appena qualche giorno fa, durante l’ultima ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Sicilia sudorientale, il torrente Ficuzza è esondato, all’altezza dell’intersezione con la SS 115, trasportando con sé detriti di ogni genere che hanno ostruito il ponte di attraversamento, assolutamente privo della necessaria manutenzione; in questo modo, il torrente ha invaso i terreni a valle, con danni notevoli a impianti seminativi e vigneti.

Non è la prima volta che avvengono fatti simili in tempi recenti in questa zona cerniera tra la provincia di Ragusa e quella di Caltanissetta: appena un mese fa importanti aziende agricole operanti nell’area, hanno subìto una grave inondazione dei propri terreni a causa dello straripamento del fiume Dirillo, vedendosi costretti a rimuovere l’acqua di superficie al fine di impedire danni gravissimi alle colture.

Già in quella occasione, un imprenditore socio di Confagricoltura che possiede circa 80 ettari di terre coltivate nelle aree danneggiate, ha inoltrato regolare segnalazione per iscritto sia al Genio Civile che all’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia. La risposta? Il Genio Civile si è dichiarato non competente; l’Autorità di Bacino? Non pervenuta.

Non è ammissibile che, proprio laddove ricadono importanti aziende agricole, ci siano terre di nessuno. La prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico in questa zona particolarmente esposta è inderogabile. Rivolgiamo un appello alle autorità competenti e al Presidente della Regione, Nello Musumeci, affinché lo Stato ritorni laddove è necessario che sia. Le nostre aziende sono stanche e rischiano, a causa dell’incuria di chi dovrebbe monitorare e pulire questi corsi d’acqua, di perdere importanti investimenti. Non intervenire, inoltre, vuol dire mettere a rischio la sicurezza di tutti”: così interviene sulla questione il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirré.

Ci aspettiamo risposte solerti – aggiunge il presidente Pirrè – a garanzia della serenità degli imprenditori che credono nella nostra Terra e che, con il loro lavoro quotidiano, garantiscono ricchezza e benessere alla Sicilia, conquistando i mercati internazionali. Senza infrastrutture e senza prevenzione non può esserci sviluppo sano e duraturo”.

 

Ragusa, 18 dicembre 2019

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Sugar e Plastic tax, il presidente Giansanti in Sicilia per incontrare produttori di frutta e agrumi

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è in questi giorni in Sicilia per una serie di incontri con gli agricoltori associati, fortemente allarmati per l’introduzione delle tasse su plastica e zucchero.

“Si è riusciti ad ottenere uno slittamento per entrambe le misure ed una riduzione della Plastic Tax ma non basta – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura -. Continueremo ad impegnarci affinché vengano eliminate del tutto. In ogni caso anche l’agricoltura dovrà essere esclusa dalla Plastic Tax così come si è previsto per il farmaceutico”.

“I produttori di ortofrutta – ha spiegato Giansanti – non possono subire una tassa sulla plastica, che andava preceduta da specifiche azioni dirette a sviluppare soluzioni efficaci e alternative, né da un’altra sullo zucchero, che colpisce tutta la filiera agrumicola e non ha nessun beneficio per la salute dei consumatori”.

“Plastic e Sugar Tax – ha concluso il presidente di Confagricoltura – sono e restano misure inutilmente penalizzanti per i nostri produttori che si vogliono giustificare come interventi di salvaguardia ambientale e della salute e che invece rischiano di dare il colpo fatale ai comparti frutticolo e agrumicolo, vitali per l’economia siciliana e per l’Italia. Ci attendiamo semmai interventi di rilancio dell’agrumicoltura e dell’agricoltura e non diretti ad aggravare le difficoltà”.

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Le aziende agricole tra lavoro, welfare aziendale e innovazione: successo per il workshop di Confagricoltura e Randstad a Ragusa

Un pubblico numeroso e attento ha partecipato al workshop “Le aziende del settore agricoltura: somministrazione di lavoro, welfare aziendale e innovazione professionale” tenutosi giovedì 21 novembre presso il Teatro Donnafugata a Ragusa.

I lavori sono stati caratterizzati da un alto livello di interazione tra i qualificati relatori che si sono alternati e il pubblico che ha affollato la sala. L’evento è stato organizzato da Confagricoltura Ragusa e da Randstad, in collaborazione con il Centro Orientamento, Formazione & Placement.

Dopo i saluti del Dr. Bruno Piccoli (Area Manager Randstad Italia) e della Dr.ssa Vicky Di Quattro (Direttore E.N.F.A.G.A. – Ente Nazionale per la Formazione e l’Addestramento dei Giovani Agricoltori), si è entrati nel merito delle tematiche del programma del workshop.

Il dott. Antonino Pirrè, presidente di Confagricoltura Ragusa, ha parlato degli elementi distintivi del contratto di appalto, tracciandone i punti essenziali e chiarendone gli aspetti tecnici.

A seguire, il Dr. Giovanni Vindigni (Direttore servizio XIV CPI Ragusa) ha relazionato sugli aspetti giuridico-amministrativi del contratto di somministrazione, mettendo in evidenza punti di forza e limiti.

Il prof. Salvatore Bordonaro (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Di3A – Università di Catania) ha presentato i Corsi di Laurea in Agraria, concentrando l’attenzione sui nuovi sbocchi professionali e occupazionali in un mondo in continua innovazione.

Subito dopo, l’intervento di Jacqueline Verdicchio (Welfare Manager Randstad Italia) e Luca Citera (Consulting Coordinator Randstad Italia), che hanno parlato di Flexible Benefits, dall’analisi del bisogno dei dipendenti alle fonti di finanziamento dirette aziendali.

A concludere i lavori la dott.ssa Domiziana Murabito (Unit Manager – Randstad Italia).

Abbiamo creduto all’organizzazione di questo momento di formazione – spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – in quanto le aziende agricole negli ultimi anni ricorrono sempre di più alla esternalizzazione di fasi della propria attività mediante appalto, ovvero ricorrono alla somministrazione. Abbiamo voluto fornire quindi agli imprenditori agricoli le corrette informazioni per non incorrere in rischi”.

Ancora una volta – aggiunge Pirrè – una partecipazione che ha superato le nostre aspettative e che ci incentiva a continuare sulla strada della formazione, che rappresenta solo un tassello dell’ampio ventaglio di servizi che Confagricoltura Ragusa offre ai propri soci”.

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

 

 

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Cartelle Consorzio di Bonifica, Confagricoltura Ragusa: “Non pagare non basta. Occorre fare ricorso”

Confagricoltura Ragusa ricorda agli imprenditori agricoli che occorre fare regolare ricorso nei termini previsti dalla legge per non incorrere in ulteriori aggravi

Confagricoltura Ragusa prende atto delle dichiarazioni del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, sulla vicenda delle cartelle salatissime che i Consorzi di Bonifica della Sicilia Occidentale e Orientale stanno emettendo in queste settimane.

Bloccare i pagamenti dei ruoli del Consorzio di Bonifica – ha dichiarato il presidente Musumeci – diventa una necessità non più rinviabile. Agli agricoltori non si può chiedere di tirare fuori quattrini per servizi mai ricevuti o dopo annate disastrose“.

Dichiarazioni che salutiamo positivamente – affermano il presidente Antonino Pirrè e il direttore Giovanni Scucces –, tuttavia occorre chiarire, al fine di evitare ulteriore confusione, che limitarsi a non pagare è sbagliato. È necessario fare ricorso entro 30 giorni dalla notifica della cartella per non incorrere in ulteriori aggravi”.

Confagricoltura Ragusa, che da subito ha posto l’attenzione sulla vicenda, è in campo con i propri uffici a supporto degli imprenditori iblei che intendono porre in essere la procedura burocratica necessaria per il ricorso alle cartelle.

 

Ragusa, 7 novembre 2019

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Sosteniamo il progetto “Semi” di Mangrovia e MH – Casa delle Culture: ecco come votare!

Si è aperta la votazione online che deciderà quali saranno i progetti vincitori della IV edizione del premio nazionale “Coltiviamo Agricoltura Sociale, c’è tempo per votare fino al 23 novembre 2019.

“Coltiviamo agricoltura sociale” è indetto da Confagricoltura con la Onlus Senior L’Età della Saggezza, insieme a Reale Foundation (la fondazione corporate di Reale Group), in collaborazione con la Rete delle Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

Il bando mette in palio tre premi da 40.000 Euro ciascuno, a copertura totale dei costi, per altrettanti progetti innovativi di agricoltura sociale: due premi sono erogati dalla ONLUS Senior – L’Età della Saggezza e uno, da quest’anno, da Reale Foundation.

Per la selezione dei vincitori, in considerazione del valore sociale dell’iniziativa e con l’obiettivo di dare alle diverse proposte il massimo della diffusione, la procedura prevede due fasi distinte: una votazione online e una valutazione di merito.

Dopo la votazione online sul sito (che si conclude il 23 novembre), i 30 progetti che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze accederanno alla fase di valutazione da parte della Commissione di Esperti nominata da Confagricoltura, Onlus Senior, Reale Foundation e Rete Fattorie Sociali. I vincitori saranno decretati dalla giuria entro la fine di dicembre 2019. I tre progetti dovranno essere realizzati entro fine 2020.

Tra le imprese candidate c’è Mangrovia, la start up ragusana (di Scicli, per l’esattezza) guidata da Lorenzo Cannella e attiva nel settore dell’acquacoltura, già vincitrice del Premio Innovazione per l’Agricoltura 2019.

Mangrovia è candidata con “Semi – Coltiviamo il futuro”, in collaborazione con MH – Casa delle Culture, struttura attiva nel settore dell’accoglienza a Scicli, e numerose realtà del territorio che lavorano con il trattamento dei disturbi dello spettro autistico.

Un progetto che vuole dar vita ad un luogo dedicato alla didattica e formazione con la finalità dell’inclusione sociale e lavorativa.

L’obiettivo è quello di creare un gruppo di persone diverse per tanti aspetti e che, grazie all’interazione e all’inclusione, possa essere esempio di come handicap momentanei o permanenti possano essere superati. Un luogo per tutti dove si possa condividere, crescere e arricchirsi di esperienze umane e sociali.

Come votare il progetto “Semi, coltiviamo il futuro” di Mangrovia

1) vai sul sito del bando a questo link https://www.coltiviamoagricolturasociale.it/iscriviti/ e compila l’iscrizione. L’iscrizione sarà completa solo dopo aver ricevuto la mail di conferma (potrebbe arrivare nella posta indesiderata);

2) vai a questo link  https://www.coltiviamoagricolturasociale.it/…/semi-coltivi…/ e per votare clicca sul tasto ;

3) condividi questo articolo per invitare i tuoi amici a votare.

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Psr Sicilia, in arrivo 260 milioni per i giovani agricoltori: via libera alla graduatoria

Duecentosessanta milioni di euro, dalla Regione Siciliana, per i giovani agricoltori dell’Isola. Giunge, infatti, al traguardo una delle misure più attese del Programma di sviluppo rurale 2014/2020 con la quale vengono finanziati i progetti di insediamento per 1.625 giovani con meno di quarant’anni.

«Altre risorse finanziarie dalla Regione – evidenzia con soddisfazione il governatore Nello Musumeci – per offrire nuove opportunità di impresa ai giovani siciliani che vogliono tornare nelle campagne. Un grande capitale umano, particolarmente qualificato, che sono certo potrà far fare un salto di qualità alla nostra agricoltura. So bene che serve ancora molto altro per abbattere le diseconomie dei nostri imprenditori, ma ci stiamo lavorando giorno dopo giorno. E a ottobre contiamo di presentare un Piano globale di rilancio dell’impresa agricola».

I progetti finanziati spaziano tra i diversi comparti dell’agricoltura: agrumicolo, orticolo, olivicolo, frutticolo, leguminose, piante officinali alla frutta secca, zootecnia da carne e lattiero caseario. E ancora diversificazione delle attività aziendali, come agriturismo e accoglienza nelle aree rurali, oltre che realizzazione di boschi produttivi che contribuiscono al miglioramento ambientale, paesaggistico e alla riduzione delle emissioni di gas serra.

«Sono in corso di emissione – afferma l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera – i decreti di finanziamento. Siamo di fronte a una nuova stagione dell’agricoltura in Sicilia, segnata da un vero e proprio ricambio generazionale, da nuove competenze e da significative innovazioni nei processi produttivi. Un’agricoltura che cambia per assicurare nuove opportunità a quei giovani siciliani che stanno raccogliendo quest’opportunità per affacciarsi al mondo del lavoro».

I progetti sono distribuiti in tutte le nove province siciliane: 84 ad Agrigento; 84 a Caltanissetta; 141 a Catania; 180 a Enna; 140 a Messina; 233 a Palermo; 43 a Ragusa; 44 a Siracusa; e 51 a Trapani.

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