Confagricoltura: cala l’inflazione, non l’impegno degli agricoltori

“I dati diffusi dall’ISTAT certificano il rallentamento dell’attività economica, dopo una fase di crescita che durava da dieci trimestri consecutivi.  In pratica – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti  – nel terzo trimestre dell’anno, la crescita è stata pari a zero”.

L’ISTAT ha evidenziato che il risultato è dovuto, tra l’altro, a una diminuzione del valore aggiunto dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca. “Non è certo diminuito l’impegno degli imprenditori agricoli – sottolinea Giansanti – La riduzione del valore aggiunto è dovuta ai ripetuti eventi climatici eccezionali che hanno ridotto i raccolti a fronte di costi di produzione rimasti su livelli elevati”. 

L’Istituto nazionale di statistica ha anche rilevato che si è registrato un contributo negativo dal lato della domanda nazionale al netto delle scorte. I consumi alimentari si sono ridotti del 5%, a causa del taglio del potere d’acquisto delle famiglie.

“A questo riguardo, è un segnale importante il deciso rallentamento dell’inflazione dovuto essenzialmente alla diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici. Anche l’aumento delle quotazioni al consumo dei generi alimentari si è ridotto di due punti percentuali su base annuale”.

“Risulta fondamentale la conferma del taglio del cuneo fiscale deciso dal governo nel quadro della manovra di bilancio per il prossimo anno. Ora – puntualizza il presidente di Confagricoltura – è altrettanto fondamentale incentivare gli investimenti per le transizioni energetica e ambientale”.

“In attesa degli incentivi previsti nella revisione del PNRR all’esame della Commissione europea – conclude Giansanti – chiediamo al governo e alle forze politiche di concentrare l’attenzione sulla diffusione delle innovazioni tecnologiche che possono ridurre l’impatto del cambiamento climatico e sulla revisione della normativa riguardante le assicurazioni per la difesa del reddito degli agricoltori”.

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Europa, von der Leyen riconosce il valore del settore primario. Confagricoltura: passo importante, auspichiamo maggiore protagonismo dell’agricoltura

 “Cogliendo appieno il valore dell’intervento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, auspichiamo un maggiore protagonismo dell’agricoltura, con politiche che salvaguardino le potenzialità produttive delle nostre imprese”.

Questo il commento di Confagricoltura alle parole odierne di Ursula von der Leyen in occasione dell’annuale discorso sullo Stato dell’Unione all’assemblea plenaria a Strasburgo. La presidente della Commissione Ue ha riconosciuto ufficialmente, per la prima volta, il fondamentale ruolo dell’agricoltura. “Un fatto di rilievo – evidenzia Confagricoltura – che pone le basi di una nuova prospettiva con il settore primario al centro delle scelte politiche europee per garantire sicurezza alimentare, stabilità sociale e sostenibilità”.

“E’ necessario ora includere nella strategia di crescita un principio su cui Confagricoltura si batte da tempo: non c’è contrapposizione tra produttività e sostenibilità”.

Alla luce delle parole odierne della presidente von der Leyen, nell’ambito del processo di revisione del quadro finanziario pluriennale europeo, la Confederazione ribadisce perciò la necessità di procedere a un adeguamento del bilancio agricolo, rimasto invariato nonostante il forte rialzo dell’inflazione.

“Prendiamo inoltre atto delle indicazioni della Commissione di concludere entro l’anno corrente l’accordo con l’Australia e implementare quello con i Paesi del MERCOSUR – conclude Confagricoltura – Siamo da sempre favorevoli agli accordi di libero scambio, ma nel rispetto del principio di reciprocità, in particolare riguardo ai processi produttivi dei Paesi terzi”.

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Pomodoro, Confagricoltura: riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori per valorizzare il prodotto nazionale

I prossimi giorni saranno decisivi per la campagna del pomodoro. Ad oggi permangono le distanze tra parte agricola e industriale, con quest’ultima irremovibile nel non voler riconoscere il prezzo auspicato di 150 euro a tonnellata, già individuato da operatori nazionali ed esteri.

Confagricoltura evidenzia la necessità di una trattativa aperta sulla base delle condizioni di mercato, in un contesto che identifica il prodotto italiano top quality, ma non lo riconosce agli agricoltori dal punto di vista dei prezzi.

Nei giorni scorsi le parti si sono incontrate, ma l’industria è rimasta ferma sulle sue posizioni, proponendo 140 eur/ton per un accordo annuale, oppure 135 eur/ton per due anni. Una proposta che non può essere accettata dagli agricoltori, alla luce degli incrementi dei costi e delle prospettive di mercato.

Il 2022 è stato un anno nero per il comparto sul fronte dei costi – sottolinea Confagricoltura -. Ai rincari di energia, gasolio agricolo e fertilizzanti si aggiungono oggi quelli delle materie prime: dalle piantine ai materiali per la coltivazione in campo al costo dell’acqua, che prevede aumenti fino al 20%.

Sul mercato il prodotto trasformato sta andando molto bene, anche nel canale Ho.Re.Ca.: la richiesta di passate, polpa e concentrati rimane alta e con quotazioni del prodotto che, sia in Italia, sia all’estero, sono in aumento. Dovremmo colmare il gap tra quello che viene riconosciuto ai coltivatori e il prezzo allo scaffale. 

L’Italia – aggiunge Confagricoltura – è il terzo produttore mondiale dopo la California e la Cina, e non può permettersi di arretrare ulteriormente: soltanto lo scorso anno le superfici si sono ridotte dell’8% e la produzione del 10%”. (cfr tabella allegata)

L’auspicio dell’Organizzazione è di arrivare entro fine settimana a un’intesa che riconosca il giusto prezzo alla parte agricola, in un’ottica di collaborazione e valorizzazione dell’intera filiera italiana. Domani è previsto un ulteriore incontro tra agricoltori e industriali e si apre anche Macfrut a Rimini, dove non mancheranno momenti di confronto auspicabilmente costruttivi. Sarebbe altrimenti la prima volta che non si addiviene a un accordo.

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Agrinsieme: agricoltore custode, provvedimento condivisibile che mette in risalto il valore ambientale ed ecosistemi del primario

“Esprimiamo pieno apprezzamento per l’impianto di un provvedimento diretto a strutturare in maniera uniforme la figura dell’agricoltore quale ‘custode dell’ambiente e del territorio’, dando maggiore risalto alle sue funzioni in termini di salvaguardia ambientale ed ecosistemica, ma anche in relazione alla protezione del territorio dallo spopolamento, dall’abbandono e dal dissesto idrogeologico”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini, intervenendo per Agrinsieme in audizione in Commissione Agricoltura del Senato nell’ambito dell’esame del ddl recante disposizioni per il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio e per l’istituzione della Giornata nazionale dell’agricoltura.

“Per tali ragioni, non possiamo che supportare questa iniziativa legislativa, che incontra il nostro pieno sostegno, in quanto intende operare un deciso rilancio dell’immagine del Primario, troppo spesso bersagliato da accuse di inquinamento ambientale che in molti casi si stanno traducendo in politiche comunitarie poco attente verso coloro che producono cibo sano, di qualità e che lavorano quotidianamente per difendere la capacità produttiva del Paese”, ha evidenziato il rappresentante del coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Per Agrinsieme, “va accolta con favore l’istituzione di una Giornata nazionale dell’agricoltura, così come di iniziative per la celebrazione della Giornata che coinvolgano anche gli istituti scolastici di ogni ordine e grado attraverso la promozione di iniziative didattiche, percorsi di studio ed eventi dedicati al tema dell’agricoltura”.

“E’ bene però continuare a lavorare per migliorare l’impianto normativo del testo, facendo in modo che questo, anche grazie alle proposte di modifica avanzate dal Coordinamento, vada a rappresentare un valido strumento per dare nuovo impulso al settore primario; in particolare, bisogna scongiurare il rischio che una simile iniziativa vada a creare delle differenziazioni tra gli agricoltori stessi, a vantaggio di tutti coloro i quali andranno a beneficiare di premialità perché iscritti nell’Elenco degli agricoltori custodi dell’ambiente e del territorio”, ha concluso Bernardini.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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