“Leggiamo esterrefatti sulla stampa accuse calunniose su un presunto caso di schiavismo nelle campagne iblee”: questo il commento a caldo del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, dopo la comparsa su un quotidiano regionale di un articolo che lancia pesanti accuse all’indirizzo di un’impresa agricola del Ragusano.
“Accuse infondate e gravi – prosegue Pirrè – per due ordini di motivi: 1) come può una testata giornalistica prestarsi alla pubblicazione di accuse così pesanti lanciate da un foglio anonimo e senza verificare la fondatezza delle stesse?; 2) il merito delle accuse, gravemente lesive dell’onorabilità di un’azienda che rappresenta un modello esemplare a livello nazionale ed internazionale”.
“Dalla lettera anonima (e, quindi, non pubblicabile), emerge un quadro assolutamente non aderente alla realtà. Non è vero che, con il passaggio al comando dell’azienda, sono cambiate le condizioni per i lavoratori. Falso come tutto il resto dei fatti presentati come reali. L’anno scorso, ho partecipato personalmente alla visita in azienda di una delegazione di parlamentari europei che voleva rendersi conto delle condizioni di lavoro nelle aziende agricole ragusane, alla luce dell’articolo pubblicato dal giornale The Guardian. Non a caso capo della delegazione era una parlamentare romena.
La delegazione ha ha avuto modo di visitare l’azienda e di soffermarsi a parlare con i lavoratori. Debbo dire che sono andati via visibilmente soddisfatti per l’organizzazione del lavoro altamente rispettosa dei diritti dei dipendenti”.
Confagricoltura Ragusa manifesta la propria piena e convinta solidarietà e vicinanza ai titolari dell’azienda “in stato d’accusa” per questa calunniosa operazione da macchina del fango.
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