Fase 2, le proposte di Confagricoltura: liquidità alle imprese e riapertura del canale Ho.Re.Ca

“Le imprese hanno urgente bisogno di liquidità. I ritardi e le complessità burocratiche fanno salire il costo economico della pandemia”. E’ quanto ha evidenziato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’odierna riunione del Comitato Direttivo di Palazzo Della Valle dedicata alla gestione dell’emergenza Covid-19.

“In primo luogo – aggiunge – proponiamo il riconoscimento di un credito di imposta commisurato alle perdite di reddito subite dalle imprese, quindi l’estensione all’intero territorio nazionale degli oneri previdenziali attualmente applicati nelle zone montone”.

Giansanti ha fatto il punto sui contatti in corso con il Governo e con il mondo politico, in vista della presentazione, nei prossimi giorni, del decreto legge sui nuovi interventi per le imprese.

“Stiamo mettendo l’accento sulla necessità di salvaguardare il tessuto produttivo e l’occupazione – indica Giansanti – Dobbiamo farci trovare pronti per la fase di ripresa economica, senza lasciare spazio ai nostri concorrenti. Per questo chiediamo, tra l’altro, la ristrutturazione almeno a dieci anni delle posizioni fiscali e contributive pregresse, il sollecito recepimento della direttiva Ue sulle pratiche sleali, nuove risorse finanziarie per la promozione all’estero del Made in Italy agroalimentare, il miglioramento del bonus verde”.

“A sostegno della ripresa, proporremo inoltre al sistema bancario un piano per il consolidamento a lungo termine dei prestiti in essere”.

Nel corso del dibattito è stata ribadita la persistente carenza di manodopera per le imminenti operazioni stagionali: “Continuiamo a svolgere tutte le possibili iniziative per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro – sottolinea Giansanti – Restiamo invece in attesa delle specifiche iniziative del Governo. Deve essere chiaro a tutti che ogni giorno che passa, sale il rischio di perdita dei raccolti”.

A livello europeo, Confagricoltura considera assolutamente inadeguati i provvedimenti annunciati nei giorni scorsi dalla Commissione europea.

“Nel contesto di una crisi epocale – sottolinea Giansanti – è inaccettabile l’assenza di fondi aggiuntivi per le produzioni più tipiche dell’agricoltura mediterranea: vino, ortofrutta, olio d’oliva. Contestiamo, inoltre, la mancanza di interventi per le produzioni suinicole”.

“L’emergenza sanitaria – prosegue il presidente di Confagricoltura – ha dimostrato che la sicurezza alimentare è un punto di forza e un elemento strategico per la coesione sociale. Va fatto ogni sforzo per l’aumento della produzione agroalimentare italiana, grazie anche a una maggiore integrazione tra tutte le parti della filiera”.

In vista della cosiddetta “fase 2”, Confagricoltura chiede di accelerare, in presenza di adeguate condizioni di sicurezza, la ripresa dell’attività del canale HoReCa per favorire il collocamento delle produzioni di settore.

La filiera vino chiede al Governo la riapertura del canale Ho.Re.Ca

Far ripartire ristoranti, bar ed enoteche il prima possibile è vitale per il futuro delle cantine italiane, altrimenti per molte aziende non ci sarà alcuna fase due

“La notizia della riapertura delle attività ristorative al 1° giugno è un altro duro colpo per il nostro settore. Oggi più che mai il canale Ho.Re.Ca è di vitale importanza per le aziende vitivinicole, che hanno già perso irreversibilmente almeno il 30% delle vendite con danni permanenti. Per questo occorre farlo ripartire il prima possibile, pur nel pieno rispetto di tutte le misure di sicurezza e di distanziamento. Altrimenti per molte imprese del canale HoReCa ecantine italiane non ci sarà alcuna fase due”.

E’ questo l’appello unanime rivolto al Governo da parte della filiera vino – che riunisce le principali organizzazioni del settore Confagricoltura, CIA, Copagri, Unione italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi – a pochi giorni dall’adozione delle misure contenute del nuovo DPCM che dà il via libera alla cosiddetta fase due dell’emergenza Coronavirus. Disposizioni sull’allentamento del lockdown che però non contemplano una rapida ripresa delle attività di bar, enoteche e ristoranti con conseguenze disastrose non solo per gli operatori del settore, ma anche per le migliaia di piccole e medie imprese del comparto vitivinicolo nazionale già alle prese con un export quasi completamente bloccato e costrette a ricorrere alle vendite online come unica, ove possibile, via per la sopravvivenza.  Nell’esprimere piena solidarietà e sostegno agli operatori dell’Ho.Re.Ca e alle loro famiglie duramente colpite dal lockdown, la filiera auspica dunque che il Governo, pur nel rispetto delle indicazioni espresse dal Comitato tecnico scientifico, tenga conto delle urgenti richieste di ripartenza di questo canale e prenda in seria considerazione un ripensamento dell’impianto normativo recentemente proposto per dare una risposta concreta ad uno dei comparti più strategici e decisivi per l’economia e il turismo italiani.

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Coronavirus, le imprese della filiera agroalimentare e distributiva italiana in prima linea al servizio del Paese

“La drammatica situazione che stiamo attraversando a causa della pandemia del COVID-19 ha dimostrato in maniera inequivocabile quanto le imprese della filiera agricola, industriale, della pesca e distributive siano in prima linea a servizio del Paese, continuando ad assicurare con grande senso di responsabilità, non senza difficoltà, un costante rifornimento di prodotti agroalimentari di qualità, con gli standard più elevati a livello globale, in quantità sufficiente e a prezzi accessibili a tutti i consumatori, contribuendo in tal modo alla tenuta socio-economica dell’Italia”.

Lo sottolineano Alleanza delle Cooperative Italiane del settore Agroalimentare, Cia-Agricoltori Italiani, ANCD-Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti Conad, ANCC-Coop Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori, Confagricoltura, Copagri, Federalimentare e Federdistribuzione, evidenziando il ruolo strategico delle produzioni agricole, agroalimentari, della distribuzione e di tutte le imprese collegate.

Per la parte agricola e agroalimentare, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle Cooperative del settore Agroalimentare rappresentano oltre i 2/3 delle aziende e delle cooperative agricole italiane, con oltre il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e più di 800.000 persone occupate. Per la parte che riguarda l’industria del food & beverage, Federalimentare rappresenta il secondo settore manifatturiero del Paese che in Italia conta 56mila imprese e dà lavoro a 400mila addetti. Per la parte distributiva, ANCD-Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti Conad, ANCC-Coop Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori e Federdistribuzione rappresentano oltre il 70% delle vendite della Grande Distribuzione Organizzata, operando sul territorio con 15.000 punti vendita e 340.000 addetti.

“Riteniamo, infatti, che l’aver consentito che tali filiere proseguissero la loro attività, garantendo tutte le forniture e i servizi essenziali ad esse connessi, abbia permesso di far fronte, in modo meno traumatico e drammatico, alla gravissima crisi”.

“Tuttavia – aggiungono le otto sigle della filiera – mentre siamo impegnati a far fronte all’emergenza, abbiamo la consapevolezza di essere davanti a una situazione straordinaria che non si esaurirà in tempi brevi. Non possiamo, pertanto, non guardare con attenzione a quanto sta avvenendo intorno a noi e che potrà condizionare le scelte e le prospettive dell’intera filiera alimentare italiana”.

“Vogliamo perciò ribadire con forza alle Istituzioni e all’opinione pubblica tutto l’impegno delle imprese agroalimentari e distributive italiane a fare la propria parte, con la consapevolezza che saremo in grado di rispondere nel modo migliore a questa sfida”.

“Continueremo a impegnarci a promuovere i nostri valori, tipici di quella cultura di impresa, di ‘buona impresa’, che è per noi senso di appartenenza, senso della comunità, di cultura, di valori sociali e patrimonio di tutti noi, prerequisito fondamentale e imprescindibile per continuare a costruire assieme un Paese migliore”.

 

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Coronavirus, Giansanti: “Per la ripresa servono più coraggio e meno burocrazia”

“Ci avviamo ad affrontare la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, ma serve maggiore coraggio. L’agroalimentare è tra settori che hanno garantito continuità produttiva, ma oggi, a quasi due mesi dall’avvio del lockdown, ogni giorno di limitazione ulteriore al generale sistema imprenditoriale confina l’Italia a una recessione troppo pericolosa e difficilmente recuperabile”.

All’indomani della presentazione del nuovo DPCM da parte del premier Conte, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, pone l’attenzione alla fase di ripartenza, evidenziando l’esigenza di un cambio di passo.

“L’agroalimentare è strategico e rientra tra i settori ‘protetti’ dal Golden Power, – afferma – dobbiamo pensare di affrontare questo periodo con capacità di visone e strategia. Serve uno scatto di coraggio da parte della politica, che deve delineare la strada della ripresa assumendosi le responsabilità delle scelte ed evitare che ogni incertezza possa pesare gravemente sulla tenuta economica e sociale del Paese”.

“Analogamente, – continua Giansanti – non possiamo permettere alla burocrazia di essere così soffocante, soprattutto in un periodo di grave crisi in cui è necessario e urgente semplificare. Lo abbiamo visto con la questione manodopera in agricoltura: ad un mese dalle nostre proposte per affrontare l’emergenza, ad oggi non si è ancora trovata una soluzione”.

“Ciascuno deve fare la propria parte, e le imprese hanno dimostrato di saperla fare, – conclude il presidente di Confagricoltura – ma chiediamo che ci siano chiare strategie nazionali, ed europee, per rafforzare l’agroalimentare, aumentandone la capacità produttiva e competitiva per garantire l’autoapprovigionamento e non permettere all’Italia di perdere spazi di mercato e risorse preziose. Il nostro Paese deve mantenere la leadership in Europa per valore aggiunto e recuperare terreno sulla Francia in termini di PLV”.

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Coronavirus: la grande famiglia di Confagricoltura e la sua Onlus campioni di solidarietà

Il mondo agricolo – in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus per garantire cibo sulle tavole degli italiani – si sta distinguendo anche per le tante manifestazioni di solidarietà. Confagricoltura e la sua Onlus “Senior – L’età della saggezza” si sono mobilitate da subito per dare una mano a quanti, in questo momento, stanno svolgendo un lavoro straordinario negli ospedali, sia attraverso donazioni, sia mediante forniture di dispositivi di sicurezza.

Confagricoltura Abruzzo, ad esempio, con l’iniziativa #aiutiamoliperaiutarci, ha donato 1000 mascherine e 16 ventilatori all’ospedale di Avezzano; Confagricoltura Modena ha fornito all’ospedale di Mirandola 25 apparecchi di misurazione dell’ossigeno; Confagricoltura Frosinone ha regalato all’Ospedale Spaziani un monitor da terapia intensiva. Confagricoltura Roma destinerà i fondi raccolti allo Spallanzani. E un’iniziativa analoga analoghe sta partendo anche ad Alessandria.

Le sedi Confagricoltura FoggiaMilano–LodiParmaViterboCosenzaMarche e l’ANPA (Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori) di Ferrara, si sono attivate per raccolte fondi per diversi ospedali.

E sono sempre medici e personale ospedaliero i destinatari di un’altra donazione particolare: un centinaio di chili di fragole sarà consegnato all’ospedale di Borgo Roma, di Verona. È il regalo dell’azienda agricola di Damiano Valerio, di Confagricoltura Verona, tra le maggiori produttrici di fragole della zona.

Non sono stati da meno i Giovani di Confagricoltura – Anga Piacenza che hanno regalato alla “Pubblica assistenza Carpaneto Soccorso” 2500 mascherine chirurgiche e 2000 euro all’Azienda Ausl, per la terapia intensiva dell’ospedale di Castel San Giovanni.

Iniziative in tutta Italia, ma con un’unica regia. “La Onlus della Confederazione è ancora una volta in prima linea con le strutture territoriali – sottolinea il segretario nazionale, Angelo Santori – per dare supporto dove c’è più bisogno. Ci stiamo attivando in tutta Italia, d’intesa con le sedi provinciali di Confagricoltura, per avviare altre raccolte fondi per l’acquisto di dispositivi di sicurezza per medici e operatori sanitari e respiratori per i malati da destinare ad altri ospedali”.

Una solidarietà, quella a cui si assiste, che non conosce confini, come quella dell’azienda di Novara, “Riso preciso”, che ha donato 6mila porzioni di riso agli ospedali di Bergamo; o come “Maremma a domicilio”, progetto di vendita a domicilio, con cui i Giovani di Confagricoltura – Anga Grosseto devolvono il 10% del fatturato alla Croce Rossa.

La generosità delle imprese di Confagricoltura ha assunto anche altri volti e declinazioni, come quello delle donazioni ai più bisognosi: è il caso di Confagricoltura Ragusa che, con #Rialziamociinsieme, mette a disposizione – per i centri di raccolta solidali – derrate alimentari, che poi la Protezione Civile e la Croce Rossa distribuiscono alle famiglie in difficoltà. Inoltre, Confagricoltura Ragusa, ha donato 2 respiratori polmonari all’Azienda Sanitaria Provinciale. E sono destinati ai più bisognosi anche 250 quintali di latte a lunga conservazione delle aziende di Confagricoltura Cremona che, insieme con Latte Soresina, Granarolo, Padania Alimenti, Bonizzi ed Èpiù, distribuisce pacchi alimentari alla popolazione in difficoltà.

Altri 1.500 chili di riso per le famiglie in difficoltà economiche, sono in arrivo alla Croce Rossa di Rovigo, da Confagricoltura Rovigo, con l‘azienda Tre Po (Tenuta Ca’ Vendramin dei fratelli Giorgio e Lino Uccellatori).

In Sardegna, tramite il coordinamento di Agrinsieme, le imprese hanno creato un’apposita piattaforma per la distribuzione dei prodotti agricoli ai bisognosi, attraverso la Croce Rossa Italiana.

Tra le tante sedi di Confagricoltura impegnate per far arrivare cibo ai meno abbienti, c’è anche Padova che ha donato alle cucine della Caritas locale ragù d’oca, salsicce, riso, farina e vino. Sempre in provincia di Padova non è mancato un gesto dal forte valore simbolico in questo tempo di pandemia: il dono di un’orchidea – da parte dell’azienda florovivaistica Menin – e di una confezione di uova – dell’azienda di Michele Barbetta, presidente della Confagricoltura provinciale – a tutti gli abitanti del comune di Carceri, come segno di speranza e rinascita.

La rete di solidarietà cui hanno dato vita Confagricoltura e la sua Onlus si va ampliando sempre di più, a testimonianza del vero volto del mondo agricolo, il volto di chi non si arrende, di chi svolge il proprio lavoro con abnegazione, ma anche con grande senso civico e generosità.

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Coronavirus, Giansanti: misure Ue sbilanciate a favore del Nord Europa

“Un pacchetto importante, ma senz’altro da migliorare a favore delle produzioni tipicamente mediterranee”.

E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’annuncio fatto oggi dalla Commissione europea a proposito di un pacchetto di misure per limitare le conseguenze della pandemia Covid-19.

Le misure annunciate dalla Commissione – informa Confagricoltura – riguardano il varo di aiuti allo stoccaggio privato per latte in polvere, burro, formaggi, carni bovine e del settore ovi-caprino. Prevista, inoltre, la distillazione di crisi per i vini e la possibilità di realizzare iniziative straordinarie (come, ad esempio, la distribuzione gratuita) a sostegno delle produzioni colpite dalla crisi, anche se non rientranti nell’organizzazione comune dei mercati.

“Finalmente la Commissione ha preso atto della necessità di mobilitare risorse finanziarie aggiuntive a favore del settore che sta garantendo, in piena emergenza sanitaria, la sicurezza alimentare ai cittadini europei” – sottolinea Giansanti – Tuttavia, i fondi supplementari risultano insufficienti e, secondo le nostre valutazioni, troppo sbilanciati sulle produzioni più tipiche dei Paesi membri del Nord Europa. Notiamo che non è stato considerato il settore suinicolo. E’ una lacuna che va colmata, tenendo conto della specificità della nostre produzioni”.

I provvedimenti annunciati oggi dalla Commissione sono ancora in via di definizione a livello formale e dovranno essere votati dagli Stati Ue.

“Lavoreremo con la massima determinazione – dichiara Giansanti – perché siano prese nella giusta considerazione le esigenze delle produzioni mediterranee che, in aggiunta all’impatto della pandemia, sono messe a rischio anche da una preoccupante situazione di siccità”.

“L’emergenza che stiamo attraversando dimostra che l’Unione europea deve puntare sulla piena sovranità alimentare – conclude il presidente di Confagricoltura – Per centrare l’obiettivo, occorre un incremento significativo del bilancio agricolo. Sovranità alimentare, sostenibilità ambientale delle produzioni e protezione delle risorse naturali possono assolutamente coesistere”.

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Le falsità che non fanno bene all’agricoltura iblea

All’interno della trasmissione radiofonica “Sportello Italia”, l’Associazione Donne Romene in Italia afferma che nelle campagne ragusane si pagano i braccianti 3 euro al giorno. La risposta della signora Dumitrache contattata da Confagricoltura Ragusa

All’interno della trasmissione radiofonica “Sportello Italia” di Radio 1, andata in onda martedì 14 aprile, la signora Silvia Dumitrache, rappresentante dell’Associazione Donne Romene in Italia, ha affermato che nelle campagne del Ragusano si pagherebbero i braccianti 3 euro al giorno. Un’affermazione grave, infondata e lesiva della reputazione del comparto ortofrutticolo ragusano che arriva in piena fase emergenziale, proprio mentre le nostre imprese sono impegnate in uno sforzo produttivo straordinario per garantire frutta e verdura agli italiani e non solo.

A domanda precisa del giornalista, la signora Dumitrache ribadisce che non si tratta di dati vecchi, ma di numeri attuali, e che tale trattamento verrebbe riservato tanto ai lavoratori stranieri che italiani. Per supportare la sua tesi la Dumitrache fa riferimento a non meglio precisati “video su Youtube” e ad “inchieste giornalistiche”.

“Attacchi simili alla reputazione delle nostre imprese agricole – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – sono inaccettabili, a maggior ragione se sferrati senza alcun dato certo, concreto e verificato, ma facendo riferimento a video e inchieste giornalistiche vecchie di anni. Mi sento, anzi, di poter affermare con assoluta certezza che in provincia di Ragusa non esiste alcuna azienda che paga i lavoratori con queste cifre balorde e da schiavisti. In più, come Confagricoltura Ragusa, da tempo ci siamo dotati di un codice etico a tutela dei diritti del lavoro”.

“Abbiamo contattato la signora Dumitrache  – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – per chiedere nomi e cognomi degli imprenditori agricoli che pagherebbero cifre così assurde e fuori dal mondo e per invitarla a venire direttamente a visitare le nostre aziende per verificare come stanno realmente le cose. Confagricoltura Ragusa, infatti, è da sempre in prima linea nella lotta al caporalato e per il rispetto dei diritti umani nelle campagne”.

La signora Dumitrache non è stata in grado di fornire alcun nome e ha ritrattato la sua affermazione sull’attualità dei numeri che ha rilanciato in diretta nazionale, richiamando un’inchiesta del The Guardian del 2017 sullo sfruttamento sessuale, che a sua volta si basa su una precedente inchiesta dell’Observer e su una ricerca universitaria del 2015. Quindi numeri estrapolati da inchieste giornalistiche datate e riferite a temi diversi da quello del lavoro e che, da quello che ci risulta, non hanno avuto sviluppi giudiziari.

“Non si possono lanciare accuse così pesanti – conclude Pirrè – e così a cuor leggero, perché sono dannose e ingiuste. La nostra Organizzazione, da sempre in prima linea per la legalità e il rispetto delle regole, rimane a disposizione degli organi di informazione che volessero approfondire e chiarire come stanno realmente le cose garantendo il legittimo diritto di replica delle imprese”.

Qui il link al podcast della trasmissione oggetto del comunicato: https://www.raiplayradio.it/audio/2020/04/SPORTELLO-ITALIA-b68949d0-b470-4b0e-86c0-1e87841e8177.html?wt_mc=2.www.wzp.raiplayradio_ContentItem-b68949d0-b470-4b0e-86c0-1e87841e8177.&wt

 

Ragusa, 16 aprile 2020

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

 

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“Inadeguata e deludente la risposta del commissario Ue all’Agricoltura su risorse finanziarie per il settore”

“Una risposta deludente e non adeguata alla gravità della situazione del settore agricolo in Italia e nella UE. L’emergenza non può essere gestita con il ricorso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei fondi ancora non spesi a livello nazionale per lo sviluppo rurale”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’intervento svolto ieri dal commissario UE all’Agricoltura nel corso della riunione della competente Commissione del Parlamento Europeo. Secondo il commissario il bilancio dell’Unione non dispone delle risorse finanziarie, per dare seguito agli interventi richiesti dagli Stati membri – tra i quali l’Italia – per reagire alle crisi già in atto in termini di contrazione dei prezzi ed instabilità dei mercati.

“In sostanza – sottolinea Giansanti – il commissario ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci nazionali sotto pressione, o attingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura”.

“E’ una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte strategico – dichiara il presidente di Confagricoltura -. La crisi è profonda e non sarà di breve durata. E’ indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’agricoltura almeno fino alla fine di quest’anno. La recessione economica taglierà la domanda interna e, secondo le recenti stime del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), il commercio internazionale farà registrare nel 2020 una contrazione in volume di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi. Va ricordato, al riguardo, che la UE è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari.”

Per continuare ad assicurare, per la propria parte, la sicurezza alimentare, l’agricoltura ha bisogno di interventi straordinari dal lato del sostegno dei redditi, della gestione dei mercati, della liquidità delle imprese. Sulla base della normativa vigente, alcune proposte sono già arrivate sul tavolo della Commissione. Ad esempio, gli aiuti allo stoccaggio per i prodotti della zootecnia.

“Nel bilancio agricolo della UE esiste già una riserva di crisi – evidenzia il presidente di Confagricoltura – con una dotazione di circa 450 milioni di euro, a cui attingere per il varo dei provvedimenti più urgenti. Ulteriori e adeguati stanziamenti dovranno essere individuati nella proposta sul nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’Unione che la Commissione presenterà entro la fine di aprile”.

Confagricoltura ricorda che nel 2014, per limitare l’impatto del bando delle esportazioni agroalimentari della UE verso la Federazione Russa, furono stanziati fondi extra-agricoli per oltre un miliardo di euro.

“Di fronte ad una crisi di portata storica – conclude Giansanti – la Commissione non può trincerarsi dietro i limiti di bilancio.”

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Ebat Ragusa: mascherine per i lavoratori agricoli iblei e donazione all’ospedale “Giovanni Paolo II”

L’Ebat Ragusa (Ente bilaterale agricolo territoriale), presieduto da Maria Concetta Di Gregorio, nelle scorse ore ha destinato 60 mila euro del proprio bilancio per l’acquisto di mascherine monouso che saranno distribuite ai lavoratori agricoli.

In questo modo l’Ebat, (composto da Flai Cgil-Fai Cisl-Uila Uil e da Cia-Coldiretti-Confagricoltura), vuole rispondere sia pure in parte all’esigenza di dispositivi di protezione individuale che nel settore primario, in piena attività malgrado l’emergenza Coronavirus, è particolarmente diffusa e urgente. La richiesta delle mascherine sarà fatta all’ente dalle aziende agricole, in funzione degli assunti.

L’Ebat Ragusa, infine, ha concordato con la Direzione dell’Asp di Ragusa la donazione di una centrale di monitoraggio per la refertazione cardiologica dei pazienti critici e colpiti da Covid-19. L’apparecchiatura sarà installata nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa.

Di seguito il modulo per la richiesta delle mascherine da parte delle aziende agricole:

Ebat Ragusa - Modulo richiesta mascherine

 

Ragusa, 10 aprile 2020

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Cresce la campagna solidale #RialziamociInsieme: si aggiunge un nuovo punto di raccolta a Ispica

Grande successo di partecipazione da parte degli imprenditori agricoli iblei alla campagna solidale #RialziamociInsieme, lanciata dall’OP Abiomed e da Confagricoltura Ragusa per mettere in moto una macchina di solidarietà in cui le aziende agricole donano i propri prodotti ortofrutticoli che, attraverso i servizi sociali, la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana, raggiungono le famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza Coronavirus di tutti i comuni dell’ex provincia di Ragusa.

Sin dal lancio della campagna, a testimonianza della grande generosità che caratterizza il cuore degli imprenditori agricoli iblei, il numero delle aziende che hanno aderito è cresciuto di giorno in giorno, rendendo necessaria, per una più adeguata e funzionale organizzazione, l’apertura di un secondo punto di raccolta solidale a Ispica (presso i F.lli Giamblanco, azienda associata all’OP Abiomed, in contrada San Basilio – Marza) e l’estensione dei giorni di consegna dei prodotti dal lunedì al venerdì.

Di seguito l’elenco aggiornato e completo dei Centri di Raccolta Solidale della campagna #RialziamociInsieme con i recapiti da contattare:

F.LLI CORALLO S.R.L.

Km. 1500, Contrada Valleforno – 97014 ISPICA (RG)

TEL. 0932 950098 (referente GIUSEPPE)

 

F.LLI GIAMBLANCO

S.P. 50 – Km 7,000

C/da San Basilio – Marza – 97014 ISPICA (RG)

TEL 3394336752 (referente GIAMBATTISTA)

 

F.LLI GALANTI SRL

C.DA PIANO CONTI SNC – 97018 SCICLI (RG)

TEL 0932 1733004 (referente GIUSEPPE)

 

GST SERVICE SRLS

Contrada Alcerito km 6 – 97019 VITTORIA (RG)

TEL  3929286693 (referente MIRKO)

 

EMMOLO SALVATORE & C. SRL

Contrada Petraro Box 8 – 97017 SANTA CROCE CAMERINA (RG)

TEL 0932 911659 (referente TONINO OCCHIPINTI)

 Campagna #RialziamociInsieme -Grafica aggiornata

Ragusa, 10 aprile 2020

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Coronavirus, Confagricoltura: Italia tra gli ultimi Paesi in Europa per uso di internet e servizi informatici

L’attuale situazione di emergenza causata dal Coronavirus rende ancor più necessario l’uso di Internet e di servizi informatici: dai rapporti con la Pubblica Amministrazione allo smart working, dall’attività didattica all’home banking, all’e-commerce: molte attività in questo periodo si stanno trasferendo sul web, con nuove modalità. E l’Italia, da quanto emerge da un’analisi condotta dal Centro Studi di Confagricoltura su dati Eurostat 2019, risulta più indietro rispetto agli altri Paesi europei, per l’utilizzo di Internet e dei servizi informatici in generale.

Il nostro Paese si colloca al 20° posto per l’accesso a Internet: solo l’85% delle famiglie italiane ha questa possibilità, contro una media europea del 90%. Dalle cifre relative alla banda larga (almeno 30 Mbits/secondo) risulta, inoltre, che l’Italia è al 18° posto in Europa, con l’84% delle famiglie (rispetto alla media europea dell’89%) che può disporre di una tale velocità di connessione. Se si guarda poi alla banda ultralarga (100Mbits/secondo) scendiamo addirittura al 25° posto, seguiti solo da Croazia, Cipro e Grecia (elaborazione Corte dei Conti UE su dati Commissione UE 2017).

Anche sul fronte dei servizi on line per l’espletamento di adempimenti vari, il Centro Studi di Confagricoltura rileva dati poco confortanti: sebbene ci sia stato un aumento (fra il 2015 e il 2019 dal 28% al 36% della popolazione) nell’utilizzo dell’internet banking, ovvero nella gestione dei conti correnti bancari on line, siamo comunque al 23° posto in Europa (media UE 58%).

Nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (per informazioni, pagamenti e gestione pratiche) la situazione non è certo migliore: in Italia i cittadini che si avvalgono di Internet sono solo il 23%, rispetto a una media UE del 55%, collocandoci al 27° posto in Europa, precedendo sola la Romania.

Quanto all’e-commerce, nel nostro Paese solo l’8% della popolazione effettua acquisti di beni e servizi on line, rispetto al 20% della media europea: una percentuale che ci relega al 24° posto in Europa.

Nonostante gli impegni fissati a livello nazionale ed europeo e l’approvazione del progetto “Strategia Digitale Italiana” nel 2015 (per gli obiettivi di crescita UE 2020), che prevedeva che entro il 2020 almeno il 50% delle abitazioni fosse dotato di connessione a banda ultra larga, il nostro Paese – rileva Confagricoltura – continua a scontare un pesante ritardo, anche culturale, su questo fronte. E l’emergenza Coronavirus, che sta costringendo la popolazione a ricorrere necessariamente ai servizi telematici per diversi adempimenti, fa affiorare in maniera ancora più evidente l’inadeguatezza del sistema infrastrutturale digitale italiano.

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