Confagricoltura, bene proroga domande ristrutturazione vigneti

Con decreto del 30 agosto 2020 (prot. 9076226) il ministero per le Politiche agricole ha differito dal 30 agosto al 15 settembre il termine ultimo per la presentazione delle domande di ristrutturazione e riconversione dei vigneti che producono vini a denominazione di origine ed a denominazione di origine controllata e garantita; ha quindi fissato al 15 febbraio 2021 la data per la definizione della graduatoria di ammissibilità delle domande di aiuto.

Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento ministeriale che ha pienamente recepito le sollecitazioni dell’Organizzazione nazionale e delle proprie sedi territoriali, rivolte al Mipaaf ed alle Regioni, affinché si spostasse di 15 giorni il termine ultimo, consentendo una più agevole gestione delle domande da parte delle imprese.

Le aziende viticole – informa Confagricoltura – possono chiedere un aiuto economico per gli interventi finalizzati a riconversione varietale, ristrutturazione di vigneti, modifiche delle forme di allevamento e sostituzione di pali e fili.

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Influenza aviaria, arrivano gli indennizzi comunitari per le aziende escluse

“Valutiamo positivamente le misure comunitarie eccezionali a sostegno degli allevamenti italiani colpiti dall’influenza aviaria. Si tratta di un intervento che Confagricoltura aveva fortemente sollecitato, d’intesa con le associazioni di settore UnaItalia e Assoavi. Ringraziamo il ministero delle Politiche agricole per aver recepito con tempestività le nostre istanze ed essere intervenuto efficacemente presso la Commissione UE”. Questo il commento dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli in relazione al regolamento comunitario 2020/1206 che autorizza l’Italia ad ulteriori interventi per le aziende avicole interessate da restrizioni veterinarie.

Di fatto, come richiesto da Confagricoltura, si autorizza il Mipaaf a procedere alla quantificazione dei danni per influenza aviaria per circa 300 aziende rimaste escluse dai precedenti interventi per una serie di problematiche burocratiche e amministrative.

“Attendiamo ora – conclude Confagricoltura – che l’amministrazione proceda con l’attuazione del provvedimento, in modo da consentire alle aziende avicole interessate di predisporre ed inviare la necessaria documentazione attestante il diritto all’indennizzo”.

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Pomodoro da industria, il Mipaaf accoglie le segnalazioni di Confagricoltura sulla mancata raccolta

Con un’apposita circolare, il Ministero delle Politiche Agricole ha autorizzato le Organizzazioni di Produttori ortofrutticole ad attivare, su richiesta, l’intervento di mancata raccolta del pomodoro da industria nell’ambito della Misura 6 dei programmi operativi “prevenzione e gestione delle crisi di mercato”.

L’intervento accoglie le richieste di Confagricoltura che, in particolare per l’Emilia Romagna, aveva segnalato il deperimento in campo dei pomodori a causa dell’andamento climatico.

Le temperature eccezionalmente elevate delle ultime settimane, affiancate da piogge particolarmente intense e durature, hanno infatti determinato una contemporaneità della fase di maturazione in tutte le zone di produzione, con conseguente impossibilità, da parte delle industrie, di ritirare il pomodoro ormai pronto per la raccolta, dato che gli impianti di trasformazione sono già spinti al massimo delle proprie capacità.

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Si tratta – evidenzia Confagricoltura – di un danno economico ingente per le aziende che, nel Nord Italia, contano quasi 40.000 ettari dedicati, due terzi dei quali nella sola Emilia Romagna.

Confagricoltura esprime pertanto soddisfazione per la tempestività dell’intervento del Mipaaf – grazie al quale ora le OP interessate potranno presentare un’apposita richiesta per le superfici ammesse a beneficiare della misura – mentre valuterà con i tecnici l’efficacia del provvedimento e l’opportunità di eventuali azioni aggiuntive da porre in atto in tutta Italia.

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Confagricoltura: “Troppo caldo anche per i pomodori, lessati in campo e spaccati dalla pioggia”

Salta al Nord la programmazione produttiva del pomodoro da industria con una preoccupante crisi di mercato. Danni anche al Sud

Le alte temperature, minime e massime, della settimana del 26 luglio-2 agosto, hanno praticamente “lessato” in campo i pomodori, nel Nord Italia (ed in particolare in Emilia Romagna, regione vocata a questa coltivazione da industria). La condizione si è ulteriormente aggravata per la successiva perturbazione del 3 e 4 agosto che ha provocato la spaccatura delle bacche. Ma ciò che preoccupa di più è la maturazione in contemporanea del prodotto, la cui raccolta era programmata a scalare per le tre settimane successive.

Confagricoltura pone in evidenza la preoccupante crisi di mercato che si sta registrando per l’oro rosso, nonostante una programmazione produttiva 2020, sia quantitativa sia temporale, ben pianificata da parte degli operatori.

La concentrazione dei periodi di maturazione del prodotto ha mandato in tilt la tempistica della campagna di trasformazione – osserva Confagricoltura -. Le industrie, pur lavorando a pieno ritmo, non sono in grado di assorbire, in un periodo così ristretto, tutto il prodotto già maturo e pronto per la lavorazione.

Il pomodoro maturo, quindi, sta rimanendo in campo, destinato ad essere distrutto. Un danno economico ingente per le aziende che contano, nel Nord Italia, quasi 40mila ettari in produzione, due terzi dei quali nella sola Emilia Romagna.

Per la situazione meteo grandi difficoltà anche nel Sud Italia ed in particolare in Puglia, con condizioni anomale per la raccolta e la consegna del prodotto e con perdita della sua qualità.

Confagricoltura sollecita il ministero per le Politiche agricole ad attivare misure straordinarie di sostegno ai produttori, al Nord come al Sud, per minimizzare il danno dovuto all’andamento meteo climatico straordinario e avverso. Intanto sta monitorando la situazione in tutta Italia, in maniera da sollecitare contromisure adeguate.

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Confagricoltura: “Bene il divieto di import di agrumi argentini. Va evitata diffusione della macchia nera”

“Accogliamo con favore la notizia del divieto da parte dell’UE di importazioni di arance e limoni provenienti dall’Argentina fino al 30 aprile 2021, a causa della presenza in quel Paese della ‘macchia nera’ o CBS (citrus black spot). Avevamo sollecitato il provvedimento da parte di Bruxelles, che ha recepito il fatto che sussista ‘un rischio fitosanitario inaccettabile’”. È stato il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, in relazione alla decisione europea.

“Abbiamo sempre richiamato l’attenzione delle autorità competenti su questa grave fitopatia di cui il territorio europeo è indenne – ha sottolineato il presidente Giansanti -. La situazione in Argentina è assolutamente allarmante, così come in Sudafrica-, Uruguay, Brasile ed anche, nel bacino mediterraneo, in Tunisia”.

“Se la macchia nera si diffondesse in Europa ed in Italia, provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo, mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione – ha aggiunto il presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura Gerardo Diana -. In un momento in cui siamo impegnati a superare il problema della ‘Tristeza’, con ingenti investimenti, non possiamo assolutamente permetterci l’arrivo di una nuova fitopatia”.

“Non bisogna abbassare la guardia – ha proseguito – e va rafforzato il sistema di controlli alle frontiere delle importazioni di prodotti ortofrutticoli, in modo standard in tutti i punti di accesso al mercato europeo, prestando particolare attenzione al prodotto proveniente dal Sudafrica, che è forte esportatore in Europa ed Italia”.

“Stiamo monitorando attentamente la situazione mondiale, in coordinamento con le organizzazioni agricole di Italia, Francia e Spagna, sollecitando puntuali provvedimenti da Bruxelles – ha concluso il presidente di Confagricoltura Giansanti -. Il territorio europeo va assolutamente preservato dall’ingresso di pericolose malattie, anche a fronte della riduzione dei principi attivi a disposizione degli agricoltori europei. E ribadiamo, ancora una volta, la necessità di reciprocità: le importazioni ortofrutticolo devono offrire le stesse condizioni di sicurezza richieste al prodotto europeo all’estero”.

Le importazioni comunitarie di agrumi dall’Argentina – ha ricordato infine Confagricoltura – sono ammontate a oltre 165 mila tonnellate nel 2019 (oltre 124 mila tonn di limoni e lime e più di 41 mila tonn di arance), per un valore di 155 milioni di euro.

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Confagricoltura: “Ricerca scientifica e sostenibilità ambientale rappresentano sfide inderogabili”

“Trovare nuovi modelli produttivi coniugando sostenibilità ambientale e ricerca scientifica è una sfida a cui è chiamata non solo l’agricoltura, ma anche il mondo accademico, l’industria e la politica. Anche perché c’è uno stretto legame tra sostenibilità e ricerca, e se questo si rompe, si rischia il crollo delle produzioni e la perdita di posti di lavoro”.

Lo sostiene il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che riporta quanto accaduto in Francia in questi giorni: il ministero dell’Agricoltura ha annunciato la deroga, per tre anni dal 2021, all’utilizzo di neonicotinoidi nella coltivazione della barbabietola, a fronte del calo della produzione di circa 200 milioni di euro dovuto alla presenza di afidi dannosi per la pianta.

Il ministero della transizione ecologica ha ammesso che attualmente non sono disponibili prodotti di pari efficacia per combattere la malattia e pertanto la deroga è necessaria per non mettere a rischio l’intera produzione francese di barbabietole.

La Francia è il primo produttore europeo di zucchero, con 25mila imprese che, con la trasformazione, occupano 45mila addetti e garantiscono 1 miliardo di euro di avanzo commerciale. Un tracollo del comparto avrebbe pertanto ripercussioni pesanti sull’economia agricola transalpina.

Le richieste dei produttori – che hanno provato a lottare contro gli afidi vettori del virus con ripetuti trattamenti, rivelatisi inefficaci – sono state pertanto accolte dal ministro dell’Agricoltura che, contestualmente, ha annunciato alcune misure: sarà proposta una modifica legislativa per consentire l’utilizzo di emergenza dei neonicotinoidi ai sensi della normativa comunitaria e prevedendo comunque un piano per proteggere gli impollinatori; saranno indennizzati i bieticoltori per le perdite subite; si stanzieranno 5 milioni per investimenti in ricerca e innovazione per individuare soluzioni alternative valide contro la diffusione della patologia che ha colpito le barbabietole.

Quanto accaduto in Francia – rileva Confagricoltura – dimostra che le decisioni improntate al solo divieto, che non tengono della reciprocità e non sono supportate sul piano scientifico, non fanno neanche avanzare la sostenibilità ambientale e la protezione delle risorse naturali.

Confagricoltura confida che si adottino anche in Italia scelte in grado di garantire la sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni agricole, con soluzioni tecniche adeguate a preservare la produzione e la produttività nazionale delle colture.

“Puntare su ricerca e innovazione – conclude Giansanti – è necessario anche per garantire la sostenibilità ambientale dei processi, senza rinunciare al contributo essenziale del settore primario in termini di crescita e occupazione nei vari comparti”.

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L’impegno concreto di Confagricoltura per la sostenibilità e il sociale

Confagricoltura aumenta il proprio impegno per l’agricoltura sociale: alla nuova edizione del bando “Coltiviamo Agricoltura Sociale” – insieme alla Onlus Senior ‘L’Età della Saggezza’ e, da due anni, anche Reale Foundation – si aggiunge quest’anno “Agro Social: seminiamo valore”, in collaborazione con JTI Italia (Japan Tobacco International) per premiare progetti capaci di coniugare sostenibilità e innovazione nel comparto.

In cinque anni Confagricoltura raggiunge quindi, insieme ai partner, il traguardo di 670.000 euro a favore dell’agricoltura sociale. “Un impegno che ha premiato in questi anni storie concrete di impresa e di solidarietà – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – in vari territori del nostro Paese, dimostrandosi uno strumento di sviluppo capace di generare benefici e servizi per persone a rischio di esclusione sociale”.

Nel dettaglio, la quinta edizione di “Coltiviamo Agricoltura Sociale” mette in palio 120.000 euro – suddivisi in 40.000 euro per ciascuno dei tre progetti vincitori – e una borsa di studio per conseguire il master in Agricoltura sociale all’Università di Roma Tor Vergata. C’è tempo per presentare la propria candidatura fino al prossimo 15 ottobre.

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Scade invece l’11 settembre la fase uno di “Agro-Social: seminiamo valore”, il programma in collaborazione con JTI Italia che premia, rispettivamente con 40.000 e 30.000 euro, due progetti capaci di coniugare sostenibilità e innovazione in quattro regioni: Veneto, Toscana, Umbria e Campania.

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Insieme a Reale Mutua Assicurazioni, Confagricoltura intende inoltre promuovere il contributo del settore primario alla crescita sostenibile e alla stessa rinascita del Paese dopo l’emergenza Coronavirus. Lo fa con “AGRIcoltura100”, l’iniziativa che valuta l’orientamento delle imprese agricole alla sostenibilità, valorizzando quelle che hanno adottato soluzioni o promosso azioni in grado di migliorare la sostenibilità sociale, ambientale ed economica.

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“L’Italia – conclude il presidente Massimiliano Giansanti – si merita, e ha, una grande agricoltura. Abbiamo l’importante compito di garantire cibo buono e di qualità. Siamo attenti alla situazione del Paese e, soprattutto in questa fase, vogliamo fare la nostra parte per riconoscere l’impegno di quelle imprese che hanno lavorato anche per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della propria attività e delle loro comunità in un periodo particolarmente difficile”.

 

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Dazi Usa invariati sull’agroalimentare italiano, Giansanti: “Ottima notizia in questa fase di ripresa”

I dazi Usa sulle importazioni di prodotti agroalimentari italiani restano invariati. Scongiurati gli aumenti – fino al 100% del valore – che sono stati in discussione nei giorni scorsi. Lo fa sapere Confagricoltura sulla base della nota ufficiale diffusa dall’Ufficio del Rappresentante statunitense per i negoziati commerciali (USTR).

“E’ un’ottima notizia – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – perché l’inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l’emergenza sanitaria”.

“Un particolare ringraziamento va al governo e alla nostra rappresentanza diplomatica per l’efficace azione svolta nei confronti dell’amministrazione statunitense” – sottolinea Giansanti.

Confagricoltura ricorda che gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco del Made in Italy agroalimentare fuori dalla UE. Nel 2019 l’export di settore ha superato 4,5 miliardi di euro. I vini, da soli, incidono sul totale per 1,5 miliardi.

“E’ anche importante rilevare che gli Stati Uniti hanno formalmente espresso la disponibilità a negoziare con la UE un accordo che metta fine al contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing” – aggiunge il presidente di Confagricoltura – E’ una disponibilità che va colta con la massima urgenza da parte della Commissione europea, per raggiungere un’intesa che consenta di eliminare i dazi che gravano sui nostri prodotti dall’ottobre dello scorso anno”.

I dazi, pari al 25% del valore, si applicano su formaggi – tra i quali Parmigiano Reggiano e Grana Padano – salumi, agrumi e liquori, per un totale di circa 500 milioni di euro.

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Giansanti (Confagricoltura): “L’autunno caldo si combatte aiutando le famiglie e rafforzando le imprese”

L’autunno della ripartenza si preannuncia difficile dal punto di vista economico. In Italia la povertà continua a crescere. Lo evidenzia l’ultimo rapporto del centro studi di Confagricoltura. La povertà assoluta, nell’ultimo decennio, è cresciuta del 60%, pur avendo registrato, lo scorso anno, un trend in diminuzione del 9% in confronto al 2018, ma l’effetto Covid, sottolinea l’indagine, fa prevedere un incremento del 30%, rispetto all’anno precedente.

“L’agricoltura – rimarca Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – ha confermato, nella difficoltà, la sua primaria importanza. E’ il settore che ha licenziato di meno, ricorso in modo minore alla cassa integrazione, offrendo opportunità a chi era rimasto senza lavoro attenuando così, almeno in parte, il disagio sociale. Il terzo e, in particolare, il quarto trimestre dell’anno, assorbono infatti molta manodopera per operazioni come la vendemmia, la raccolta di pomodori, olive e frutta. Ma non basta”.

“E’ fondamentale impegnarsi per la ripresa economica del Paese. Per far questo – continua il presidente di Confagricoltura – occorre agire su più fronti. E’ sacrosanto, come sta facendo il governo, avviare misure immediate per sostenere le famiglie. La tenuta del tessuto sociale, però, va di pari passo con la tenuta di quello produttivo. Occorre investire sulle imprese e sul lavoro, per creare le condizioni per far ripartire economia e occupazione, senza dimenticare l’export”.

“Per evitare che, in autunno, esploda la bomba sociale è indispensabile – conclude Giansanti – il contributo dell’agricoltura che, per quasi per il 90% degli italiani, sarà il motore della ripresa. Ma serve agire presto, accompagnando i provvedimenti tampone a misure che rafforzino le imprese, riducendo gli oneri sociali e riconquistando quote nel commercio mondiale, provato da dazi. Un primo passo è il “piano indigenti” da 250 milioni di euro, contenuto nel decreto rilancio, che da un lato fornirà una risposta ai bisogni primari delle persone, dall’altro aiuterà a riequilibrare un mercato interno asfittico”.

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Bilancio Ue, Confagricoltura agli europarlamentari italiani: “Indispensabile salvaguardare le risorse per l’agricoltura”

“Chiediamo al Parlamento europeo di prendere posizione a favore dell’invarianza in termini reali del bilancio pluriennale per l’agricoltura”.

E’ la richiesta avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in una lettera indirizzata agli europarlamentari italiani, in vista dei prossimi passaggi a livello istituzionale per la definitiva approvazione dell’accordo raggiunto tra i capi di Stato e di governo sul piano di rilancio dell’economia e sul bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027.

“L’accordo è di fondamentale importanza – sottolinea Giansanti – per il futuro del processo di integrazione europea e per la salvaguardia del mercato unico. Con riferimento, però, al bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni, alcuni aspetti possono essere migliorati grazie all’azione del Parlamento europeo”.

Confagricoltura ricorda che il Consiglio europeo ha concordato per l’agricoltura una dotazione finanziaria per il 2021-2027 inferiore del 10% in termini reali rispetto a quella assegnata per il periodo in scadenza alla fine di quest’anno. In valore assoluto, la riduzione ammonta nel complesso a 40 miliardi di euro.

“Nell’ambito, poi, dei fondi che saranno mobilitati per il ‘Next Generation Ue’ – rileva il presidente di Confagricoltura – lo stanziamento previsto per lo sviluppo rurale è di 7,5 miliardi. Appena l’1% sul totale. Una somma troppo limitata per un settore che l’emergenza sanitaria ha messo in luce come essenziale”.

“Sulla base delle indicazioni già formulate dalla Commissione – prosegue Giansanti – il nostro settore sarà chiamato ad assumere nuovi impegni per una maggiore sostenibilità ambientale, per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali. Ai nuovi impegni, però, deve corrispondere un volume di risorse adeguate per le necessarie innovazioni tecnologiche e per il supporto dei redditi”.

Una richiesta analoga a quella di Confagricoltura è stata lanciata nei confronti degli europarlamentari spagnoli dall’Asaja, l’associazione dei giovani agricoltori.

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