Giansanti (Confagricoltura): “Delegazione italiana si impegni per bilancio agricolo e imprese più strutturate”
Parte ufficialmente il negoziato sulle proposte della Commissione europea relative al quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027. Le proposte saranno presentate il 14 maggio al Consiglio Affari Generali della UE ed i rappresentanti degli Stati membri formuleranno nell’occasione le prime reazioni, anche in preparazione del vertice tra i capi di Stato e di Governo in programma a fine giugno.
Alla vigilia della riunione del Consiglio Affari Generali, Confagricoltura ha ribadito la propria posizione sul nuovo quadro finanziario della UE. “La proposta della Commissione è inaccettabile”, ha dichiarato il presidente Massimiliano Giansanti. “A valori costanti il Centro Studi di Confagricoltura ha prospettato una riduzione degli aiuti diretti del 12% e, per i programmi di sviluppo rurale, il taglio sarebbe di quasi il 25%”.
“Bruxelles dimentica che l’agricoltura assicura ai cittadini produzioni abbondanti, stabili e con requisiti di qualità e sicurezza che sono all’avanguardia a livello mondiale – ha proseguito Giansanti -. Inoltre, l’attività degli imprenditori agricoli contribuisce alla gestione dello spazio rurale e alla protezione delle risorse naturali. Per questo, il settore primario rientra a pieno titolo tra i cosiddetti ‘beni pubblici’ che l’Unione europea ha l’obbligo di tutelare e di valorizzare nell’interesse della collettività”.
Ad avviso di Confagricoltura merita un particolare approfondimento il taglio proposto per i contributi diretti della Pac. “I trasferimenti in questione – ha posto in evidenza il presidente Giansanti – non hanno una finalità di natura sociale, ma costituiscono una rete di protezione minima a fronte dei rischi naturali ed economici ai quali sono esposte le aziende agricole. È quindi immotivata e contradditoria la proposta della Commissione, che intende obbligare gli Stati membri a limitare gli aiuti diretti destinati alle imprese di maggiore dimensione, fissando un massimale aziendale o introducendo un sistema di degressività (riduzione progressiva) del sostegno in funzione degli ettari”.
In pratica – ha ricordato – è stato proposto di discriminare le imprese che assicurano la parte preponderante dell’occupazione e della produzione lorda vendibile di settore; che sono meglio integrate con il settore della trasformazione e più idonee a realizzare un processo di innovazione tecnologica, indispensabile anche per far fronte alle nuove sfide poste dal cambiamento climatico.
Giansanti ha così concluso: “Sollecitiamo la delegazione italiana ad assumere, da subito, una posizione determinata per l’invarianza in termini reali del bilancio destinato all’agricoltura e per la tutela di tutte le imprese agricole, senza distinzioni e discriminazioni”.