“L’indipendenza alimentare della UE assume un crescente valore, alla luce dell’uso dei prodotti agricoli di base come un’arma e come strumento di influenza geostrategica da parte della Federazione Russa”.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’annuncio del ministero dell’Agricoltura di Mosca relativo alla decisione di cedere a titolo gratuito grano russo ad alcuni Paesi africani.
Nel complesso, saranno mobilitate circa 200 mila tonnellate entro i primi mesi dell’anno venturo. Due navi, con un totale di 50 mila tonnellate, sono già in viaggio alla volta di Somalia e Burkina Faso.
“Secondo le autorità russe – prosegue Giansanti – la decisione è resa possibile da un potenziale produttivo che resta elevato, nonostante le sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina. Secondo le stime più accreditate, le esportazioni di grano della Federazione Russa potrebbero arrivare ad incidere per oltre il 20% sul totale mondiale”.
Le autorità di Mosca hanno anche annunciato la sospensione delle esportazioni di grano duro dal 1° dicembre a tutela della disponibilità sul mercato interno.
“L’export di grano duro russo è limitato – rileva il presidente di Confagricoltura – ma il blocco è indice della grande condizione di incertezza esistente sui mercati internazionali”.
La prossima settimana, l’assemblea plenaria del Parlamento europeo voterà sul progetto di regolamento che prevede la riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci. Rilancio l’invito a tener conto delle implicazioni in ordine alla salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura europea.
“La ricerca e le innovazioni ci danno la possibilità di produrre di più con una minore pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente“, conclude il presidente di Confagricoltura.