Confagricoltura a Madrid per Fruit Attraction: l’andamento del settore ortofrutticolo nazionale tra rincari e crisi

In occasione di Fruit Attraction, appuntamento internazionale di riferimento per tutti i professionisti del settore ortofrutticolo a Madrid da domani al 5 ottobre, Confagricoltura partecipa alla tavola rotonda “Le tendenze attuali del mercato ortofrutticolo”, organizzata dall’ambasciata italiana in Spagna. Presenti in fiera anche gli imprenditori di Confagricoltura Salerno con un proprio stand.

 

“L’alternarsi di avversità climatiche con temperature eccezionalmente alte sono un binomio deleterio, che ha portato a pesanti diminuzioni di quantità e riduzioni di calibro. La dinamica dei costi, la carenza di manodopera, a cui si aggiunge l’incremento dei tassi d’interesse e una generale diminuzione del potere d’acquisto, frenano gli investimenti e riducono ulteriormente i consumi delle famiglie”. Lo afferma Rosario Rago, componente della giunta Confagricoltura con delega al settore ortofrutticolo, relatore alla tavola rotonda in ambasciata.

 

Inevitabilmente, a pagare le spese di questa crisi sono le imprese del primario. Eppure, l’Italia arriva a Madrid con un asset ortofrutticolo di tutto rispetto: prima voce dell’export agroalimentare, frutta e ortaggi italiani rappresentano un valore della produzione superiore a 14 miliardi di euro, pari al 25% in valore dell’intero settore agricolo nazionale.

 

“Serve  farsi guidare da logica e buon senso. Le misure tampone, pur importanti, non sono sufficienti – sottolinea Rago -. Completare l’iter d’approvazione per le TEA porterebbe significativi risultati sulla sostenibilità delle produzioni, riducendo la pressione sulle risorse naturali come l’acqua, l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti e fornendo strumenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Con l’ innovazione possiamo aumentare la produttività e ridurre i costi di produzione delle imprese per renderle più competitive sui mercati esteri, ma occorre anche superare il deficit logistico e infrastrutturale nazionale”.

 

“La IV gamma in particolare sta subendo il suo primo vero momento di crisi, colpita dall’aumento dei costi di produzione. È diventato indispensabile – conclude il componente di giunta di Confagricoltura – partire dall’apprezzamento dei consumatori per i prodotti impacchettati in materia d’igiene e sicurezza. Abbiamo proposto un tavolo di confronto italiano e un gruppo di contatto europeo per ragionare sulle strategie più opportune da mettere in atto per far comprendere i vantaggi e il valore di questi prodotti”.

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Approvazione DL Asset in Senato, Confagricoltura: inseriti importanti emendamenti su risorse boschive, vitivinicoltura, biometano e attività venatoria

Il Senato ha approvato in prima lettura il DL Asset convalidando rilevanti modifiche per il settore primario italiano introdotte nel corso dell’iter dalle Commissioni incaricate.

 

In primis, Confagricoltura accoglie con favore l’emendamento relativo ad interventi urgenti a sostegno delle attività economiche strategiche per il Made in Italy. La misura inserita nel DL introduce la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive ordinarie sostenendo, così, il ruolo delle filiere italiane di trasformazione e di utilizzo dei sottoprodotti del legno.

 

Confagricoltura accoglie con favore anche l’emendamento relativo all’incentivazione – come previsto dal Pnrr – di energia da fonti rinnovabili. L’intervento normativo, riguardante la produzione di biometano, introduce una misura anti-inflazione consistente in un’attività di aggiornamento mensile, da parte del Gse, delle tariffe e delle spese ammissibili.

 

Ulteriori risorse sono in arrivo per il comparto vitivinicolo, duramente colpito dalla malattia della peronospora, che ne ha ridotto la produttività di 6 milioni di ettolitri. Al milione di euro già previsto nel Fondo di Solidarietà vengono aggiunti altri 6 milioni.

 

Positivo l’emendamento a sostegno dei consorzi e delle imprese del comparto acquacoltura. Per loro è previsto un fondo da 500mila euro, messi a disposizione dal Masaf per fronteggiare la proliferazione della specie del granchio blu. La distribuzione delle risorse seguirà alla definizione delle aree geografiche interessate, dei beneficiari e delle modalità di presentazione delle domande, dei costi sostenuti dai consorzi e dalle imprese.

 

Importanti anche le modifiche inserite nel DL sulle specie cacciabili e i periodi di attività venatoria. A partire dall’emendamento che fornisce maggiori certezze agli operatori del settore sulle procedure, e le tempistiche di approvazione dei calendari. La Confederazione condivide anche la ratio dell’emendamento che interviene sulla determinazione delle specie cacciabili, riconoscendo alle Regioni la possibilità di intervenire con modifiche sempre nel rispetto dei periodi previsti dalla legge, e previo parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Un ulteriore emendamento sulle attività venatorie interviene in merito all’esercizio dell’attività di tiro, introducendo alcuni chiarimenti in merito all’applicazione della normativa sull’uso delle munizioni contenenti piombo, soprattutto in fase di trasporto, in modo da evitare sanzioni non pertinenti.

 

Adesso si attende il voto nella Camera dei Deputati. La Confederazione auspica che l’approvazione definitiva del provvedimento si concluda senza intoppi e in tempi celeri, così da fornire al settore primario importanti strumenti per fronteggiare la complessa fase economica in corso.

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Granchio blu, Piscicoltori Italiani: bene provvedimenti d’emergenza, ora occorre trasformare il rischio in risorsa

L’Api, associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura, plaude per gli ulteriori dieci milioni di euro a sostegno della perdita di prodotto e la protezione degli allevamenti di cozze e vongole, in aggiunta ai 2,9 milioni già stanziati annunciati dal ministro Lollobrigida per sostenere i produttori di vongole veraci, della mitilicoltura e della vallicoltura, colpiti dall’invasione del granchio blu.

 

“Nella situazione attuale le imprese di acquacoltura, vista l’impossibilità di difenderli, non immettono nelle concessioni avannotti di vongole veraci – spiega il presidente dell’Api Pier Antonio Salvador – e tra dicembre 2023 e metà 2024 c’è il forte rischio di non trovare più prodotto “made in Italy” e di doverne importare dall’estero, oltre al pericolo che corrono le aziende produttrici di non riuscire più a autosostenersi”.

 

“Siamo soddisfatti per questi provvedimenti, che avevamo peraltro sollecitato nella scorsa riunione. Occorre però – sottolinea Salvador – capire e approfondire, dal punto di vista scientifico, perché il granchio blu, presente nei nostri mari dagli anni ’80, abbia avuto questa improvvisa quanto incontrollata proliferazione. Questo predatore distrugge non solo il prodotto adulto pronto per la commercializzazione, ma anche tutto quello che avrebbe dovuto rappresentare la produzione del prossimo anno”.

 

Ad oggi, la capacità di contrastare la riproduzione di granchio blu vede in campo principalmente gli acquacoltori da molluschicoltura. Il limite nella loro attività di contrasto, come sottolinea l’associazione piscicoltori, è nelle attrezzature autorizzate sulle imbarcazioni, a livello ministeriale e regionale. Occorre anche prestare attenzione anche alle taglie non commestibili del crostaceo alieno.

 

Nel 2022 l’acquacoltura italiana ha prodotto 180.000 tonnellate di pesci e molluschi, con un fatturato che ha superato 500 milioni di euro, allevando 35 specie ittiche in ambienti diversi: acqua dolce, lagune, mare.

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Il vino si conferma ambasciatore del Made in Italy agroalimentare nel mondo

“AGRONETWORK per i Territori: l’oro in bocca!”

 

Al Castello Nipozzano – Marchesi Frescobaldi si è svolto il terzo incontro del tour di Agronetwork di promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori “l’oro in bocca”, dedicato al mondo del vino.

 

Nomisma, socio fondatore di Agronetwork, ha presentato i risultati della ricerca “Il vino italiano nel mondo. Trend, posizionamento e prospettive”, che conferma il vino volano dell’export Made in italy, assestandosi anche nel 2022 al primo posto (13% del totale) delle esportazioni agroalimentari italiane.

 

Trend in continua crescita se consideriamo che dai 4,7 mld di euro del 2012 siamo passati ai 7,8 miliardi del 2022 (+ 68% in 10 anni). Solo nell’ultimo anno le esportazioni sono passate da 7,1 a 7,8 miliardi di euro.

 

L’ANALISI DI NOMISMA

Nell’ultimo decennio le imprese italiane hanno conquistato nuovi spazi di mercato, soprattutto in Nord America e in Asia: sebbene l’Unione Europa continui a rappresentare il principale mercato di destinazione delle esportazioni italiane (40% nel 2022), negli ultimi dieci anni è aumentato il peso di Stati Uniti e Canada (dal 27% del 2012 al 29% del 2022) e dei mercati asiatici (dal 5% al 7%).

In parallelo si è assistito a una riqualificazione dell’export, con il calo del peso degli sfusi (attuale 19% in volume) a favore di spumanti e imbottigliati che rappresentano, rispettivamente, il 24% e il 57% delle esportazioni italiane di vino.

 

“Le esportazioni italiane rimangono concentrate nelle regioni centro-settentrionali del Paese, ma negli ultimi anni anche il sud Italia ha aumentato il proprio grado di internazionalizzazione. Nonostante Veneto (con un peso del 36% sul totale dell’export vitivinicolo italiano nel 2022), Toscana (16%), Piemonte (16%), Trentino (9%) ed Emilia Romagna (6%) continuino a rappresentare le regioni ambasciatrici del vino italiano nel mondo, tra i top-10 territori che sono riusciti a far crescere maggiormente le proprie esportazioni figurano anche Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia grazie a tassi di crescita a doppia cifra tra il 2012 e il 2022”, dice Emanuele di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma.

 

Il complicato scenario macroeconomico internazionale ha registrato per il primo semestre 2023 una frenata per il mercato del vino. Se infatti l’Italia ha mostrato un -0,4% a valore e un -1,4% a volume nei primi 6 mesi del 2023, Usa (-23,5% in valore) e Cile (-23,9% in valore) sembrano in caduta libera. Il calo interessa anche la Francia che segna un -6,1% a volume a fronte però di un +3,1% a valore.

 

Se ci si focalizza sui top-5 mercati di destinazione dell’export italiano, nel I semestre 2023, si segnala una crescita delle importazioni di vini fermi e frizzanti imbottigliati italiani solo nel Regno Unito e in Svizzera (rispettivamente +0,6% e +1,7% a valore rispetto al I semestre 2022). Più positive le tendenze per gli spumanti, grazie in primis al traino della Francia, che nei primi sei mesi del 2023 ha visto aumentare le proprie importazioni dall’Italia di oltre il 30%, grazie al successo del Prosecco su tale mercato.

 

LE PROSPETTIVE

Non ci sono solo ombre, ma anche opportunità da cogliere. Secondo l’indagine condotta da Nomisma, su un campione di consumatori italiani, nei prossimi 2-3 anni a crescere di più sul mercato domestico saranno in primis i vini con certificazione sostenibile (38%) e a marchio biologico (37%), seguiti da quelli prodotti da vitigni autoctoni (34%) e da piccoli produttori (32%). Sui mercati internazionali i produttori italiani – oltre ai vini con attributi green o provenienti da uno specifico territorio nazionale/prodotti con uve autoctone – prevedono una crescita anche della domanda di vini a bassa gradazione alcolica sempre più richiesti dai consumatori esteri.

 

CONSIDERAZIONI

“Il vino italiano, nell’insieme di tutti i prodotti della moda, dell’automotive di lusso e del cibo, non può che avere un futuro brillante. Si impone però una riflessione dopo gli aumenti che abbiamo avuto post-pandemia. Infatti, si sta assistendo a un rallentamento dei consumi specialmente nei prezzi più concorrenziali.  Questa riflessione deve aiutarci a porre l’accento su una maggiore attenzione alla qualità del prodotto e alla sua comunicazione. Saranno molto importanti gli aiuti che potremo riservare alla promozione del vino italiano all’estero”, così Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi e Giunta Confagricoltura.

 

“Oggi che celebriamo i nostri vini nel mondo ritorno sul concetto di sostenibilità per il corpo e per l’ambiente. Le scelte sostenibili sono quelle che ci portano a qualificare i nostri consumi e a migliorare la qualità di ciò che consumiamo.  Anche il vino, per essere più sostenibile, deve essere consumato con moderazione e rispetto, sempre ricercando la salubrità e la qualità.  Aziende come quella che ci ospita questa mattina rispettano l’ambiente e lavorano per l’uomo, che potrà così consumare questi prodotti con maggiore consapevolezza, grazie alla migliore informazione del consumatore ed alla responsabilità assunta dall’imprenditoria agricola” così la Presidente Agronetwork, Sara Farnetti.

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

I prossimi appuntamenti del tour “L’oro in bocca” vedranno Agronetwork impegnata a ottobre in Campania, nel Salernitano, per parlare di conserve vegetali, pomodori, legumi e quarta gamma con Pancrazio SpA e il Gruppo Rago.

A metà novembre in Veneto, a Treviso, presso H-Farms con British American Tobacco per i processi innovativi nel cioccolato e nel tabacco, e a dicembre in Sicilia presso il distretto agrumicolo con Coca Cola Italia per le aranciate.

 

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L’agricoltura coltiva il sale: presentato il progetto di valorizzazione della salicoltura a cura di Confagricoltura e delle Saline Marine Italiane

Nella foto, da sin: Enrico Morgante (Ad Ing. Luigi Conti Vecchi), Piero Galli (Ad Isola Longa), Massimiliano Giansanti (Pres. Confagricoltura), Annamaria Barrile (Dg Confagricoltura), Bruno Franceschini (Pres. Atisale), Giacomo D’Alì Staiti (Pres e Ad Sosalt) e Ciro Zeno (Capo progetto)

 

 

Nasce il coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani: Confagricoltura e le società di gestione delle Saline di mare dell’Italia hanno formalizzato oggi a Palazzo della Valle, a Roma, la loro collaborazione dettata dai molti punti in comune tra l’attività agricola e la coltivazione del sale marino.

 

A firmare l’intesa, insieme a Confagricoltura, cinque partner:

Atisale Spa che, con le saline di Margherita di Savoia (Puglia), tra le più grandi di Europa con 4.500 ettari in produzione, e di Sant’Antioco (Sardegna), si configura come il maggior produttore di sale marino italiano;

Saline Ing. Luigi Conti Vecchi, nella Laguna di Santa Gilla a due passi da Cagliari, con quasi 2.800 ettari in produzione;

Sosalt Spa con le saline nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, circa 1.000 ettari in produzione e maggior produttore di sale marino in Sicilia;

Il Parco della Salina di Cervia, oltre 800 ettari di estensione, fulcro dell’economia del Ravennate e della Romagna per oltre 150 anni, che tanto ha fatto per la valorizzazione del sale marino italiano;

Isola Longa, la maggiore salina di mare del Trapanese, situata nell’omonima isola dell’arcipelago dello Stagnone, che produce oltre 23.000 tonnellate di sale ogni anno.

 

Ai soggetti firmatari si aggiungono inoltre, come sostenitori, le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa ed Isola di Calcara.

 

 

GLI OBIETTIVI

Gli obiettivi del progetto sono molteplici, in primis dimostrare che anche la coltivazione del sale marino è attività agricola, dando così riconoscimento a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale. Vale la pena evidenziare che dal 2019 la Francia ha inserito la “saliculture” nelle attività agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima.

In Sicilia, inoltre, il piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala fa rientrare la salicoltura tra le attività agroforestali.

 

L’intesa prevede inoltre la realizzazione di iniziative nei territori delle saline e attività di valorizzazione di tutti gli aspetti legati alla salicoltura e alla multifunzionalità delle saline, che sono attrattiva anche turistica nelle rispettive regioni.

Il progetto culminerà con gli Stati generali della salicoltura italiana, il prossimo anno.

 

LA PRODUZIONE DI SALE

Il sale può essere sale marino che, come detto, viene ottenuto nelle saline tramite l’evaporazione dell’acqua ed è coltivato e prodotto in modo totalmente naturale, oppure salgemma, estratto nelle miniere sotterranee. Questo si presenta in forma solida, e pertanto viene tritato, pulito e preparato per le varie applicazioni.

 

In Italia la produzione di sale marino corrisponde a poco meno del 30% della produzione totale: mediamente quasi 1,2 milioni di tonnellate/anno su un totale di oltre 4 milioni di tonnellate.

Anche in Europa la produzione di sale marino è circa il 10% della produzione di sale totale. I principali Paesi produttori di sale marino nella UE sono la Francia e l’Italia, seguiti da Spagna e Grecia.

 

Il sale, oltreché per uso alimentare, viene impiegato nell’industria metallifera, vetraria, chimica, cartaria, farmaceutica, nell’edilizia, nel settore tessile, nella cosmetica e nei detersivi, come antighiaccio nel disgelo stradale. Nell’ambito alimentare vale la pena ricordare che il sale è elemento intrinseco e necessario nei prodotti di alta qualità, quali prosciutti e formaggi.

 

LA SALICOLTURA

Le saline di mare sono vaste aree naturali di acqua di mare nelle quali si pratica la salicoltura tramite la gestione da parte dell’uomo del suolo e dell’acqua e l’azione evaporante degli elementi della natura quali il sole ed il vento con lo scopo finale della raccolta del sale.

La salicoltura, infatti, è l’attività di raccolta del cloruro di sodio contenuto nell’acqua di mare fatta evaporare in aree appositamente dedicate attraverso la movimentazione lungo percorsi tesi ad esaltare l’azione evaporante del sole e del vento. Come per l’agricoltura praticata sulla terra, quindi, questa attività segue il ciclo delle stagioni ed è soggetta al clima ed ai fenomeni atmosferici.

Le saline oggi sono parchi naturali poiché nei loro ambienti, controllati dal lavoro umano, si sono creati speciali areali di ripristino e salvaguardia di ecosistemi particolarmente adatti ad una flora ed una fauna eccezionali, creando interessantissimi luoghi di biodiversità e di attenzione e salvaguardia del territorio italiano.

Da un punto di vista naturalistico, quindi, le saline marittime rappresentano aree privilegiate per l’avifauna. La vita microscopica dei bacini fornisce nutrimento per fenicotteri, trampolieri, ibis e altri uccelli acquatici. Isolotti e argini ricoperti di vegetazione all’interno dei grandi bacini offrono agli uccelli posti in cui nidificare e riposarsi e li proteggono dai predatori.

Come gli agricoltori, i salicoltori hanno un ruolo di primaria importanza come conoscitori e difensori dell’ambiente.

VALORE SCAMBI COMMERCIALI DI SALE  ITALIA – MONDO

Valore in euro

Anno Import Export Saldo
2019 64.603.771 45.912.471 – 18.691.300
2020 48.716.255 57.876.592 9.160.337
2021 62.988.011 45.599.298 – 17.388.713
2022 72.244.249 45.561.850 – 26.682.399

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

VOLUMI SCAMBI COMMERCIALI DI SALE   ITALIA – MONDO

Quantità in kg

Anno Import Export Saldo
2019 864.072.606 560.143.252 -303.929.354
2020 602.101.499 409.256.219 – 192.845.280
2021 719.980.679 342.062.702 – 377.917.977
2022 714.153.636 465.148.219 – 249.005.417

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

 

 

 

PRINCIPALI PAESI ESPORTATORI DI SALE VERSO L’ITALIA. ANNO 2022 *

Valori in euro

Paese Import dell’Italia Export dell’Italia  Saldo
Austria 23.298.766 896.833 – 22.401.933
Germania 14.842.566 4.588.969 – 10.253.597
Tunisia 14.355.564 7.182 – 14.348.382
Francia 3.998.466 3.592.742 – 405.724
Egitto 2.012.511 26.153 – 1.986.358

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

 

* In Austria e in Germania le saline sono sostanzialmente di salgemma, ovvero il sale è un minerale estratto dalla terra; pertanto, possiamo ipotizzare che il principale Paese dal quale l’Italia importa sale marino sia la Tunisia.

 

 

 

PRINCIPALI PAESI IMPORTATORI DI SALE DALL’ITALIA. ANNO 2022

Valori in euro

Paese Import dell’Italia Export dell’Italia Saldo
Stati Uniti 100.363 11.192.989 11.092.626
Canada 0 864.017 864.017
Cina 55.568 195.310 139.742

Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT

 

Va tenuto presente che il codice di classificazione delle merci per il sale è unico, ovvero non viene distinto il salgemma (da estrazione mineraria) dal sale marino.

PRODUZIONE DI SALE NEL MONDO

I maggiori produttori di sale da cucina nel 2019
Paese Produzione

(milioni di tonnellate)

 Cina 59,0
 Stati Uniti 42,0
 India 29,0
 Germania 14,3
 Australia 13,0
 Canada 11,0
 Cile 10,0
 Messico 9,0
 Brasile 7,4
 Russia 6,7
 Turchia 6,5
 Paesi Bassi 5,9
 Francia 5,6
 Polonia 4,4
 Italia 4,2
 Spagna 4,2
 Regno Unito 4,1

Fonte: elaborazione Confagricoltura su USGS-United States Geological Survey 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: elaborazione Confagricoltura su USGS-United States Geological Survey

 

 

 

 

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Confagricoltura porta la biodiversità in Piazza San Pietro

Una decorazione floreale e arbustiva multiforme a simboleggiare la biodiversità e il rispetto di cui necessita: così si sviluppa l’installazione di Confagricoltura, dal 1920 la più importante organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, al centro dell’iniziativa “Together – Raduno del Popolo di Dio”, la veglia di preghiera in Piazza San Pietro, programmata per sabato 30 settembre, alla vigilia della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

La Confederazione, sensibile ai temi della responsabilità sociale e dei bisogni della collettività in tema di ambiente, con la collaborazione di Assoverde e dell’architetto paesaggista Virna Mastrangelo di Greenatelier, darà vita a una cornice verde di chiome multiformi attorno all’ingresso della Basilica di San Pietro in Vaticano e a una composizione di arbusti, graminacee, erbacee e fioriture che si snoderà dall’obelisco fino al Crocifisso, contornato da ulivi.

L’allestimento, che rappresenta frammenti di natura ed evoca la biodiversità degli ecosistemi, è realizzato grazie al contributo di Confagricoltura Brescia, di BAT (British American Tobacco) e dell’azienda CIFO.

Il concept dell’architetto Mastrangelo per Confagricoltura intende stimolare un sentimento di biofilia nei confronti della natura e di tutte le sue creature, seguendo l’invito alla consapevolezza, alla cura e alla sobrietà diffuso da Papa Francesco.

 

 

Confagricoltura

Dal 1920 la più importante organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, Confagricoltura si impegna per lo sviluppo delle aziende agricole e del settore primario in generale, a beneficio della collettività, dell’economia, dell’ambiente e del territorio, favorendo l’accesso all’innovazione delle imprese, alla sostenibilità delle pratiche agricole e alla competizione delle aziende sui mercati interni e internazionali.  La Confederazione assicura il ruolo multifunzionale dell’agricoltura e promuove lo sviluppo sostenibile attraverso le attività delle imprese nei settori innovativi nel campo agro-energetico.

www.confagricoltura.it

 

Assoverde

L’Associazione Italiana dei Costruttori del Verde opera in Italia dal 1982, in rappresentanza delle imprese e dei professionisti del settore. La salvaguardia dell’ambiente, del suolo e del paesaggio – che rientrano nella missione storica dell’Associazione – si collegano oggi direttamente ai grandi temi del cambiamento climatico, del dissesto idrogeologico, dell’inquinamento ambientale, della qualità e vivibilità delle aree urbane, e non ultimo alla salute dei Cittadini. In questa direzione si muovono le collaborazioni attivate da Assoverde con Istituzioni, Università ed Enti di ricerca, Ordini professionali, altre Associazioni di categoria per promuovere iniziative congiunte e progetti nei diversi settori della pianificazione, progettazione, gestione, manutenzione e cura del verde, pubblico e privato, all’esterno e all’interno delle Città.

www.assoverde.it

 

Il “Libro Bianco del Verde” 

Un’iniziativa co-promossa da Assoverde e Confagricoltura, che ha recentemente condotto alla nascita di un’associazione di promozione sociale Kèpos-Libro bianco del Verde, in collaborazione con Tecnici e Gestori delle Amministrazioni, Docenti universitari e ricercatori, Aziende e Professionisti – presentata per la prima volta il 12 ottobre a Roma, con la consegna ufficiale ai Ministeri competenti. L’obiettivo è riportare il verde nelle città e valorizzare il lavoro di chi opera in questo settore, attraverso un nuovo approccio prima di tutto culturale al valore del verde e al ruolo strategico che tale settore deve avere nei prossimi anni, in stretta connessione con i temi della salute dell’ambiente e delle persone.

 

Il progetto

Il progetto dell’istallazione è dell’architetto paesaggista Virna Mastrangelo e del suo studio Greenatelier (www.greenatelier.it) con Assoverde, mentre la realizzazione è di Enzo Margheriti (socio storico di Confagricoltura) con Vivai Margheriti (www.margheriti.it) e Paesaggistica toscana (www.paesaggisticatoscana.it) aziende leader nel settore del verde.

 

Virna Mastrangelo

Architetto paesaggista è attualmente referente di Assoverde per il Lazio. Con quest’ultima e Confagricoltura partecipa attivamente all’iniziativa del Libro Bianco del Verde. Il suo studio Greenatelier si configura come un laboratorio aperto di lavoro e di ricerca sul tema del rapporto Uomo-Natura, Architettura-Natura di cui promuove il riequilibrio. Svolge attività di progettazione con un approccio ecosistemico sui temi della rigenerazione urbana, della diffusione delle NBS (Nature Based Solutions), del recupero ambientale e del risparmio delle risorse. Promuove la salvaguardia degli ecosistemi e svolge attività di sensibilizzazione alle tematiche ecologiche-ambientali. 

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Napolitano, il cordoglio di Confagricoltura

Il presidente della Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana, Massimiliano Giansanti e la dg, Annamaria Barrile, esprimono sentito cordoglio per la morte del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Nel suo lungo impegno politico e istituzionale ha sempre messo l’interesse generale al centro della sua azione, in Europa e in Italia. Esprimiamo la nostra vicinanza alla moglie Clio e a figli Giovanni e Giulio”.

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Cambiamenti climatici, necessaria una nuova fase per la gestione dei rischi in agricoltura

Gli eventi climatici eccezionali sono ormai ricorrenti e stanno infliggendo un duro colpo all’agricoltura a livello globale. Per quanto riguarda l’Unione europea, basti far riferimento all’ingente perdita dei raccolti e ai danni strutturali provocati dalle alluvioni in Emilia Romagna e in alcune zone nelle Marche e in Toscana.

 

In Spagna, il ministero dell’Agricoltura ha segnalato che, a causa della siccità, la produzione di cereali autunno-vernini è diminuita quest’anno del 40% nei confronti della precedente campagna. Per le arance, è stata stimata una contrazione dei raccolti di circa il 15% sulla media degli ultimi cinque anni. Sempre a causa della siccità, nella campagna 2022-2023 la produzione di olio d’oliva è crollata del 50% rispetto ai livelli ordinari.

 

L’impatto degli eventi climatici eccezionali sul settore agricolo è pesante anche fuori dall’Unione europea. Nell’ultimo rapporto dell’USDA (il dipartimento di Stato Usa all’Agricoltura) sono state ridotte le previsioni sul raccolto mondiale di grano a causa, in particolare, della siccità in Australia e Canada. In dettaglio, i raccolti australiani sono stati rivisti al ribasso per un ammontare di tre milioni di tonnellate. Per quelli canadesi, la diminuzione nei confronti delle precedenti stime si attesta a due milioni di tonnellate.

 

Alla luce di queste cifre, le giacenze mondiali di grano sono state valutate in 258 milioni di tonnellate a fine campagna 2023-2024. Se la previsione fosse confermata dai dati reali, sarebbe il livello più basso dal 2015.

 

La scienza e le innovazioni tecnologiche sono gli strumenti più efficaci che gli imprenditori agricoli hanno a disposizione per limitare l’impatto degli eventi climatici straordinari. Per questo, Confagricoltura ha chiesto di rilanciare il programma “Agricoltura 4.0” con il rafforzamento del credito d’imposta e con la conferma dell’automaticità dell’incentivo. Inoltre, la misura dovrebbe avere una durata almeno triennale al fine di consentire alle imprese la programmazione degli investimenti. Una risposta a queste richieste dovrebbe arrivare dalle risorse finanziarie del capitolo “REPower EU” inserito nella revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Occorre, però, andare oltre.  E non solo in termini di risorse finanziarie complessivamente disponibili. Le conseguenze del cambiamento climatico impongono una maggiore diffusione delle coperture assicurative da parte degli agricoltori. Senz’altro positiva è la scelta fatta dal governo di attivare, come consentito dalla nuova politica agricola comune (PAC), il fondo mutualistico nazionale “AGRICAT” alimentato con una trattenuta sugli aiuti diretti agli agricoltori. Serve anche una revisione normativa che consenta di ristorare i danni e far ripartire l’attività produttiva in tempi brevi.

 

I cambiamenti climatici richiedono, insomma, l’avvio di una nuova fase per la gestione dei rischi climatici in agricoltura.  E’ un tema da affrontare anche nell’ambito del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nella UE che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato di voler avviare nel recente discorso sullo stato dell’Unione.

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L’agricoltura siciliana guarda al futuro e chiede risposte alle Istituzioni

Grande partecipazione all’evento organizzato da Confagricoltura Sicilia a Palazzo dei Duchi di Santo Stefano a Taormina

 

L’iniziativa organizzata ieri da Confagricoltura Sicilia “Coltiviamo eccellenze: le imprese siciliane si confrontano con la politica” presso Palazzo Duchi di Santo Stefano a Taormina si è qualificata come un momento orizzontale, di confronto vero, senza palchi e discorsi programmati, un’agorà dell’agricoltura siciliana a cui hanno partecipato i vertici nazionali di Confagricoltura (il Presidente Massimiliano Giansanti, il Vice Presidente Sandro Gambuzza, la Direttrice Annamaria Barrile), il Presidente della XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, On. Mirco Carloni, il Vice Presidente della Regione Siciliana e Assessore regionale all’Agricoltura, allo Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, On. Luca Sammartino, il Responsabile Commerciale Imprese di Crédit Agricole, Dott. Armando Lo Prinzi, lo Specialista Agricoltura, Giovanni Pluchino e l’Amministratore Delegato di GAA (Gestione Assicurazioni Agricole), Gianni Monti , che si sono confrontati con gli imprenditori agricoli (oltre 40, provenienti da ogni parte della Sicilia), seduti allo stesso tavolo e guardandosi negli occhi.

I lavori sono stati serrati, quattro ore di confronto denso e nel merito delle questioni, senza pause, in cui le eccellenze dell’imprenditoria agricola siciliana hanno consegnato ai rappresentanti delle Istituzioni regionali e nazionali le priorità urgenti da affrontare.

Dopo i saluti istituzionali, si è entrati nel vivo della discussione che è stata ampia e ha toccato tutti i temi strategici riguardanti i vari segmenti dell’imprenditoria agricola siciliana, dall’olivicoltura alla zootecnia, dalla vitivinicoltura alla cerealicoltura, passando per l’ortofrutticoltura, il florovivaismo e l’agrumicoltura.

“Il lavoro della nostra Organizzazione – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura,  Massimiliano Giansanti – è rappresentare gli interessi diffusi degli imprenditori agricoli. E senza ascolto non può esserci rappresentanza effettiva e funzionale, le soluzioni non possono essere calate dall’alto, gli slogan e le ricette preconfezionate non servono. Oggi ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare le istanze che vengono dalla viva voce dei nostri Associati. Un’opportunità per noi e per i politici presenti che dobbiamo accogliere aspettative, necessità, grida di dolore per dare risposte celeri e concrete”.

“Usciamo da anni complessi – aggiunge – in cui gli imprenditori agricoli si sono dovuti confrontare con gli effetti devastanti della Brexit, della pandemia, della crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina e, infine, della pesantissima inflazione in atto. L’agricoltura siciliana ha bisogno di risolvere tutte le criticità annose che sono emerse da questo tavolo e che frenano il pieno sviluppo delle potenzialità del settore primario per potersi proiettare verso le sfide del presente e del futuro, che impongono innovazione e digitalizzazione. Solo così le nostre imprese riusciranno ad essere davvero competitive, resilienti e in grado di governare il cambiamento”.

“Bisogna essere in grado di abbracciare il modello agricolo del futuro, con il coraggio che contraddistingue gli imprenditori agricoli siciliani, pretendendo che le Istituzioni di governo, con le quali ci confrontiamo costantemente, diano le risposte adeguate alle richieste di chi tutti i giorni investe in questa Isola”.

Grande soddisfazione viene espressa dal Presidente regionale di Confagricoltura, Rosario Marchese Ragona, che commenta: “Un successo al di sopra delle nostre aspettative, sia per la partecipazione che per la qualità e la varietà degli interventi. Continueremo a portare avanti questo format che ha dimostrato la sua validità e che permette un proficuo scambio operativo tra i soggetti interessati, lontano dalla retorica e dalle liturgie da convegno. Ringrazio tutti i partecipanti, abbiamo reso un servizio utile ai nostri imprenditori e alle Istituzioni presenti”.

L’iniziativa è stata patrocinata dall’Assemblea Regionale Siciliana, l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il Comune di Taormina, Crédit Agricole e GAA (Gestione Assicurazioni Agricole).

 

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Palermo, 22 settembre 2023

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

Tessera Odg n. 161773

bartolo.lorefice@gmail.com

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Canapa, Agrinsieme chiede la sospensione del decreto che ne limita l’uso a fini farmaceutici

Roma, 20 settembre 2023 – Sospendere il decreto che dichiara illecito l’uso non farmacologico del prodotto da estratti di canapa, alla luce delle evidenze scientifiche e in considerazione anche delle pratiche adottate in altri Paesi europei, e avviare un percorso di approfondimento condiviso e partecipato da istituzioni, operatori e comunità scientifica.

 

E’ la richiesta avanzata da Agrinsieme ai ministri della Salute, Orazio Schillaci, e dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in merito al decreto 7 agosto 2023 (n. 20AO5476) emanato dal ministero della Salute, che revoca il decreto 28 ottobre 2020 e aggiorna le tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti psicotrope.

 

Il provvedimento, – spiega il Coordinamento – inserendo le composizioni ad uso orale di Cannabidiolo ottenuto da estratti di canapa nella tabella dei medicinali, sezione B, è fortemente restrittivo e presenta molte criticità, a partire dall’essere in contrasto con i principi dell’UE relativi alla libera circolazione delle merci, con inevitabili ripercussioni sugli operatori economici.

 

“Le limitazioni sull’utilizzo di CBD – aggiunge Agrinsieme – rischiano di demonizzare un settore come quello della canapa industriale, regolamentato dalla legge 242 del 2016, che presenta un enorme potenziale in termini di fibra, alimenti, florovivaismo, cosmetica, bioplastiche, bioedilizia, etc”.

 

Solo nel nostro Paese la vendita di prodotti a base di CBD vale circa 150 milioni di euro l’anno e impiega, nelle diverse fasi della filiera, circa 10.000 lavoratori, con una percentuale molto alta di giovani impiegati nella produzione agricola.

 

In Europa, Italia compresa, la domanda di prodotti con CBD è inoltre in continuo aumento. “Per questo motivo, – spiega il Coordinamento – la scelta di obbligare la commercializzazione di CBD ad uso esclusivamente farmacologico escluderebbe molte aziende italiane dal mercato, con evidenti conseguenze negative sia dal punto di vista economico che sociale”. Con il provvedimento in oggetto, infatti, l’Italia rischierebbe di essere l’unico Paese europeo a considerare il CBD con le preparazioni ad uso orale come stupefacente favorendo aziende straniere, soprattutto francesi e tedesche, nel complesso di un mercato sempre più fiorente.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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