Assistenza agricola: alleanza tra CAA di Confagricoltura e CAA LiberiAgricoltori

I Centri di Assistenza Agricola (CAA) sono soggetti privati ai quali AGEA delega, per legge, compiti di istruttoria dei fascicoli aziendali delle imprese agricole, oltre che di gestione delle domande che le aziende presentano per l’accesso a specifiche misure di sostegno comunitario all’agricoltura.

“Assicuriamo la più qualificata assistenza per accedere agli aiuti comunitari e nazionali, in un’ottica di trasparenza ed efficienza spiega Vito Antonio Diomeda, Consigliere Delegato del Centro di Assistenza Agricola Confederale garantendo informazioni costanti e aggiornate sulle opportunità e i benefici previsti dalla Politica Agricola Comunitaria. Ora lo faremo anche per e con CAA LiberiAgricoltori”.

Il CAA di Confagricoltura, nelle funzioni di coordinatore, s’impegna a fornire un’adeguata e continua formazione al personale indicato dal CAA Coordinato.

Questo accordo getta le basi per più ampie collaborazioni – ha detto Furio Venarucci, Amministratore Unico CAA LiberiAgricoltori S.R.L – e traccia un percorso originale che vede le due associazioni, dirette da agricoltori a ogni livello organizzativo, mettere al centro gli imprenditori agricoli e la soluzione dei loro problemi. Per LiberiAgricoltori diventa fondamentale contribuire ad una azione costruita attorno al socio, vero protagonista delle battaglie sindacali che le due associazioni possono compiere insieme, con il comune obiettivo di cambiare il modo di occuparsi di agricoltura nel nostro Paese”.

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PNRR, Confagricoltura: bene l’incremento delle risorse destinate al settore agroalimentare

La valutazione positiva della Commissione UE premia il lavoro di aggiornamento del PNRR avviato dal governo, che prevede anche l’inserimento del nuovo capitolo sul Repower.

 E’ un importante risultato per il nostro Paese poiché rafforza il percorso dell’Italia nella crescita economica, nella tutela dell’ambiente, nella coesione sociale e nell’efficienza energetica.

 Di rilievo gli interventi che riguardano le imprese, a partire dalla transizione energetica e digitale con gli interventi di efficientamento energetico 5.0, fortemente caldeggiato da Confagricoltura, al supporto alle Piccole e Medie Imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, alla competitività e resilienza delle filiere produttive strategiche.

 Le imprese agricole hanno un ruolo importante da svolgere, dallo sviluppo delle energie rinnovabili, a quello delle filiere. Gli ulteriori fondi messi a disposizione del settore agricolo per la transazione energetica, ecologica  e digitale sono un importante segnale: 2 miliardi di euro per il finanziamento dei contratti di filiera nei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo e ulteriori 850 milioni di euro per le aziende agricole e di allevamento, per sostenere l’installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione intelligente dei consumi elettrici ed accumulatori, nonché per incentivare la realizzazione di tetti energetici.

Sarà possibile, quindi, accelerare ulteriormente sullo sviluppo delle agroenergie. 

 Senza trascurare gli interventi di ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Toscana e Marche con 1,2 miliardi di euro per i territori colpiti dagli eventi alluvionali del 2023, attesi fortemente dalle imprese.

Perché l’agricoltura possa cogliere appieno le opportunità di crescita contenute nel PNRR e giocare un ruolo da protagonista nella transizione ambientale ed energetica, occorre anche sostenerne la tenuta finanziaria, reperendo risorse per una gradualità nella reintroduzione dell’IRPEF, per la gestione del rischio in agricoltura, dando inoltre continuità al settore del biogas e risolvendo i problemi legati alla tassazione delle agroenergie.

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Edison e Confagricoltura: intesa per la transizione energetica del settore agricolo

L’accordo prevede lo sviluppo di progetti, tecnologie e modelli operativi per favorire la decarbonizzazione delle imprese agricole associate a Confagricoltura 

Milano/Roma, 24 novembre 2023 – Edison, società leader dell’energia con 140 anni di storia, attiva nella produzione rinnovabile e low carbon, nell’approvvigionamento e vendita di gas naturale e nei servizi energetici e ambientali, e Confagricoltura, dal 1920 la più antica organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, hanno firmato un Memorandum of understanding (MOU) per lo sviluppo di iniziative nel campo delle agroenergie.

L’intesa si focalizzerà principalmente sullo sviluppo delle agroenergie, tra cui la produzione di biometano, bioGNL, biomasse legnose per usi energetici e sulla gestione delle risorse idriche in campo energetico oltre che per altri usi, compreso quello irriguo nelle aree individuate congiuntamente con le imprese associale, condividendo e confrontando le rispettive competenze e buone pratiche delle due organizzazioni.

Con questo accordo di collaborazione, Edison e Confagricoltura intendono approfondire nuove opportunità, sviluppare iniziative, applicare tecnologie e modelli operativi con l’obiettivo di aumentare la produzione di energia rinnovabile degli associati di Confagricoltura contribuendo così alla decarbonizzazione del settore agricolo in linea con gli sfidanti obiettivi fissati dall’agenda dell’Unione Europea.

L’intesa acquista valore alla luce delle nuove opportunità legate all’approvazione a Bruxelles dei decreti presentati dall’Italia sull’incentivazione della diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e sull’agrivoltaico.

«La transizione energetica può realizzarsi solo attraverso un impegno concreto di tutti i settori produttivi, compreso quello agricolo che può dare un importante contributo a questo percorso». Dichiara Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. «La firma di questo Memorandum of Understanding con Confagricoltura sancisce un significativo lavoro di cooperazione che farà leva sulle rispettive competenze per favorire la decarbonizzazione delle imprese agricole attraverso, per esempio, lo sviluppo di Comunità energetiche e di agroenergie, la produzione di biometano, bioGNL e delle biomasse legnose».

«Il settore primario intende essere protagonista della transizione energetica e ambientale. Confagricoltura è da tempo in prima linea per incentivare lo sviluppo delle agroenergie e l’intesa con Edison testimonia un ulteriore impegno concreto per la circolarità del comparto e il rafforzamento della sostenibilità dell’agroindustria». Dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

L’accordo prevede inoltre l’avvio di iniziative di promozione e divulgazione sui temi dell’energia, della sostenibilità ambientale e sociale a favore dell’imprenditoria femminile.

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Edison

Edison è società leader dell’energia, con 140 anni di storia e primati che ne fanno il più antico operatore del settore in Europa. L’azienda, che avviò l’attività a Milano nel dicembre 1883, ha inaugurato l’inizio di una nuova era attraverso il processo di elettrificazione del Paese, contribuendo in modo tangibile al progresso sociale, culturale, economico ed industriale italiano. Oggi Edison impiega oltre 5.500 persone, operando in Italia ed Europa nella produzione rinnovabile e low carbon, nell’approvvigionamento e vendita di gas naturale, nella mobilità sostenibile, e attraverso Edison Energia ed Edison Next nei servizi energetici, ambientali e a valore aggiunto per clienti, aziende, territori e Pubblica Amministrazione. Il Gruppo è impegnato in prima linea nella sfida della transizione energetica, in coerenza con i Sustainable Development Goals dell’Onu e le politiche europee di decarbonizzazione. Edison ha un parco di produzione di energia elettrica altamente flessibile ed efficiente, composto da 200 centrali tra impianti idroelettrici, eolici, solari e termoelettrici a ciclo combinato a gas ad alta efficienza per una potenza complessiva di circa 7 GW; e soddisfa l’approvvigionamento di GNL e gas naturale al Paese, grazie a un portafoglio ampio e altamente diversificato pari a 12,6 miliardi di metri cubi all’anno. Nel 2021 Edison ha istituito la Fondazione EOS, Edison Orizzonte Sociale, la fondazione d’impresa con cui la società consolida il proprio impegno sociale contribuendo con le proprie persone e competenze agli obiettivi dell’Agenda 2030.

 

Confagricoltura

Confagricoltura è la più antica Organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Si impegna per lo sviluppo delle aziende agricole e del settore primario in generale, a beneficio della collettività, dell’economia, dell’ambiente e del territorio. Favorisce l’accesso all’innovazione delle imprese, alla sostenibilità delle pratiche agricole e alla competizione delle aziende sul mercato nazionale e su quelli internazionali. La presenza di Confagricoltura nel territorio nazionale si concretizza in modo capillare attraverso le Federazioni regionali, le Unioni provinciali, gli uffici di zona e le delegazioni comunali. Vanta la rappresentanza di oltre 200.000 imprese, che generano occupazione per oltre 500mila lavoratori, e più del 45% del valore complessivo della produzione agricola. È attiva in tutte le principali sedi istituzionali, nazionali e internazionali, in tutti i tavoli di concertazione fra parti sociali e Governo. Stipula il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per operai, impiegati, dirigenti agricoli oltre ai dipendenti delle imprese del verde. È presente anche con un proprio ufficio a Bruxelles. www.confagricoltura.it

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Necessaria una nuova sospensione del contributo ambientale per i vasi in plastica

L’entrata in vigore del contributo ambientale sui vasi in plastica utilizzati dal comparto florovivaistico prevista per il 31 dicembre 2023, come richiesto da Confagricoltura, dovrà essere ulteriormente prorogata dal CONAI.

Ciò in relazione alla oggettiva necessità di proseguire il confronto tra le Amministrazioni competenti, il Conai e le associazioni imprenditoriali, in modo da tener anche conto delle novità che sono in via di definizione a livello comunitario. 

Come Confagricoltura da sempre chiede e come ha sostenuto durante tutto l’iter di approvazione della proposta della Commissione europea per un nuovo regolamento sugli imballaggi, il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che apre alla possibilità di riconoscere il vaso come mezzo di produzione. Un intervento che confidiamo venga confermato anche nei successivi passaggi negoziali del provvedimento (attesi in Consiglio europeo e nel Trilogo) e approvato in via definitiva.

“Si conferma, quindi, la necessità – commenta il presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Florovivaismo di Confagricoltura, Luca De Michelis – più volte sottolineata da Confagricoltura, di approfondire il delicato tema dell’applicazione del CAC che avrebbe impatti negativi sul settore florovivaistico”.

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L’agricoltura coltiva il sale: a Trapani la prima tappa del progetto di valorizzazione della salicoltura a cura di Confagricoltura e delle saline marine italiane

Dopo la nascita ufficiale del coordinamento tra Confagricoltura e gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani, avvenuta a Roma il 27 settembre scorso, il progetto di valorizzazione della salicoltura ha fatto tappa oggi in Sicilia, dove si concentrano numerosi siti dedicati alla coltivazione e alla lavorazione del sale.

Una giornata di visite guidate alle saline Sosalt nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, con mille ettari in produzione e tutte le fasi di trasformazione e impacchettamento del sale; a Isola Longa, emblema della biodiversità nella Riserva dello Stagnone, alla salina Culcasi con il Museo del Sale, e a Ettore e Infersa, che ha ospitato il convegno con enti e istituzioni.

Dopo i saluti del presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona e delle autorità locali, hanno illustrato l’iniziativa il capo progetto Ciro Zeno; il presidente e AD di Sosalt SpA, Giacomo D’Alì Staiti e l’amministratore delegato della Salina Isola Longa, Piero Galli. L’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Luca Sammartino, ha evidenziato in un videomessaggio l’importanza del progetto e la necessità di valorizzare il comparto della salicoltura marina, che in Sicilia rappresenta uno pezzo di rilievo dell’economia locale. Dario Cartabellotta, dirigente generale della Regione, ha confermato la piena condivisione degli obiettivi del coordinamento.

Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Sandro Gambuzza.

Il progetto mira a dimostrare che la coltivazione del sale marino è assimilata all’attività agricola, e pertanto necessita di una normativa mirata in tal senso, sulla quale il Sottosegretario Patrizio La Pietra, si era espresso favorevolmente nel corso dell’evento a Palazzo della Valle a Roma.

Vale la pena evidenziare che dal 2019 la Francia ha inserito la “saliculture” nelle attività agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima. In Sicilia, poi, il piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala fa già rientrare la salicoltura tra le attività agroforestali.

“Confagricoltura – ha affermato il vicepresidente Gambuzza – detiene la massima rappresentanza nelle attività di coltivazione del suolo e dell’acqua, come l’acquacoltura, e tra queste non può che accogliere la salicoltura marina. Ecco perché abbiamo deciso di essere protagonisti di questa iniziativa, che darebbe un riconoscimento concreto a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema, producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale e anche economico”.

In Italia sono presenti oltre 10.000 ettari di saline marine, con una produzione annua di 1,2 milioni di tonnellate di sale (corrisponde a poco meno del 30% della produzione totale), per un valore di oltre 60 milioni di euro.

In Europa la produzione di sale marino è circa il 10% della produzione di sale totale. I principali Paesi “coltivatori” di sale marino nella UE sono Francia e Italia, seguiti da Spagna e Grecia.

Le società di gestione delle Saline di mare dell’Italia che hanno formalizzato la loro collaborazione sono, insieme a Confagricoltura: Sosalt Spa e Isola Longa in Sicilia; Atisale Spa (Puglia e Sardegna); Saline Ing. Luigi Conti Vecchi in Sardegna; Parco della Salina di Cervia (Emilia Romagna).

Ai soggetti firmatari si aggiungono inoltre, come sostenitori, le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa e Isola di Calcara.

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Confagricoltura Ragusa partecipa a New Green Expò a Vittoria, il primo Salone della Serricoltura mediterranea

Da domani, mercoledì 22, a venerdì 24 novembre. Padiglione A, Stand n.1

Tutto pronto per New Green Expò 2023, fiera della serricoltura e dell’agroalimentare nell’area euro-mediterranea, che si svolgerà da domani 22 al 24 novembre 2023 a Vittoria (RG), presso la cittadella fieristica, “Nuova Città Emaia”.

Un format specialistico e innovativo, con ambizioni internazionali, promosso da Food Innova, il cui obiettivo è far ritornare la Sicilia ad essere protagonista nella promozione dell’ortofrutta con una fiera settoriale, dedicata strettamente ai temi più importanti del comparto.

L’evento nasce dall’idea di rendere gli areali di produzione non solo punto di riferimento della serricoltura e dell’agroalimentare, visto il potenziale della fascia trasformata e della sua estensione geografica, ma di estendere il concetto alla promozione diretta degli stessi. Per questo motivo la manifestazione sarà punto di incontro tra aziende, consorzi di tutela, associazioni di categoria e organi istituzionali. Il proposito, però, è anche quello di attirare sul territorio i player della commercializzazione, buyer di catene di supermercati e operatori dei mercati agroalimentari.

Sono previste tre giornate dinamiche e formative che, allo stesso tempo, saranno un’occasione unica per creare un network di settore. Infatti, oltre all’attività espositiva, si terranno alcuni convegni e tavole rotonde incentrati su tematiche attuali e trasversali, quali “Innovazione e digitalizzazione”, “Strategie di crescita e sviluppo del settore”, “Sostenibilità ambientale ed economica” e “Modelli di distribuzione e nuovi trend di mercato”.

Confagricoltura Ragusa presente con un proprio spazio informativo

Confagricoltura Ragusa sarà presente con un proprio stand informativo ed interattivo (Padiglione A, Stand n.1), per promuovere le attività e i servizi erogati dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli iblei e per partecipare attivamente all’interlocuzione fattiva tra aziende agricole, organizzazioni di categoria, consorzi di tutela, buyers internazionali ed Istituzioni. Nello stand ci saranno i giovani di ANGA, i rappresentanti di ENFAGA, ente di formazione, e i rappresentanti di tutti i segmenti che compongono la grande famiglia di Confagricoltura Ragusa.

Diversi i momenti di confronto che coinvolgeranno i rappresentanti dell’Organizzazione: giovedì alle 14.00, presso la Sala Convegni, il presidente di ANGA Ragusa, Lorenzo Cannella, parteciperà al dibattito “La gestione sostenibile dei residui colturali nelle coltivazioni in ambiente protetto”, moderato dal prof. Paolo Guarnaccia (Dip. di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Univ. di CT) e a cui prenderanno parte Francesco Azzaro (Ispettorato Provinciale Agricoltura di Ragusa), Antonio Cassarino (Comitato Terre Pulite),  Gianpaolo Sardo (Ingegnere ambientale e della sicurezza), Federica Gueli (Giurista ambientale), Danilo Pulvirenti (Progetto Ambiente s.a.s.), Vincenzo Taranto (Bio Vivai s.s.), Piero Donzelli (Euro Agri s.a.s.) e Salvatore Di Palma (TerraX s.r.l.).

A seguire, alle ore 16.00, sempre presso la Sala Convegni, il dott. Franco Gurrieri (La Mediterranea) modererà il convegno “Il florovivaismo di fronte alle nuove sfide: tre opinioni a confronto”, a cui parteciperanno Alberto Biancheri (imprenditore agricolo e sindaco di Sanremo), Luca De Michelis (Presidente di Confagricoltura Liguria) e Daniela Romano (Dip. di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Univ. di CT).

Clicca qui per il programma completo di New Green Expò 2023

 

Ragusa, 21 novembre 2023

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Confagricoltura: il grano dalla Russia all’Africa strumento di influenza geostrategica. Indipendenza alimentare Ue sempre più importante

“L’indipendenza alimentare della UE assume un crescente valore, alla luce dell’uso dei prodotti agricoli di base come un’arma e come strumento di influenza geostrategica da parte della Federazione Russa”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così l’annuncio del ministero dell’Agricoltura di Mosca relativo alla decisione di cedere a titolo gratuito grano russo ad alcuni Paesi africani.

Nel complesso, saranno mobilitate circa 200 mila tonnellate entro i primi mesi dell’anno venturo. Due navi, con un totale di 50 mila tonnellate, sono già in viaggio alla volta di Somalia e Burkina Faso.

“Secondo le autorità russe – prosegue Giansanti – la decisione è resa possibile da un potenziale produttivo che resta elevato, nonostante le sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina. Secondo le stime più accreditate, le esportazioni di grano della Federazione Russa potrebbero arrivare ad incidere per oltre il 20% sul totale mondiale”.

Le autorità di Mosca hanno anche annunciato la sospensione delle esportazioni di grano duro dal 1° dicembre a tutela della disponibilità sul mercato interno.

“L’export di grano duro russo è limitato – rileva il presidente di Confagricoltura – ma il blocco è indice della grande condizione di incertezza esistente sui mercati internazionali”.

La prossima settimana, l’assemblea plenaria del Parlamento europeo voterà sul progetto di regolamento che prevede la riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci. Rilancio l’invito a tener conto delle implicazioni in ordine alla salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura europea.

“La ricerca e le innovazioni ci danno la possibilità di produrre di più con una minore pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente“, conclude il presidente di Confagricoltura.

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“Direttiva Breakfast”: la Federazione Apicoltori ringrazia gli eurodeputati italiani per il voto su etichette del miele più trasparenti

«La storica posizione della Federazione Apicoltori Italiani (FAI), anticipatrice dellobbligo di indicare lorigine geografica del miele e le percentuali in caso di miscela, viene sostenuta all’unanimità dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Le scelte espresse oggi sulla Direttiva Colazione”, che riguarda soprattutto i consumatori ma anche noi apicoltori, portano verso una maggiore trasparenza delle etichette e rinforzano l’azione di contrasto alle frodi nel miele. Doveroso, da parte nostra, un ringraziamento a tutti gli Eurodeputati italiani che con il loro voto convinto hanno difeso la nostra apicoltura». Il presidente nazionale della Federazione Apicoltori, Raffaele Cirone, commenta con soddisfazione le decisioni prese oggi a Bruxelles.

Il pacchetto di proposte legislative, noto come “Direttiva Breakfast”, contiene infatti svariate ipotesi di modifica della Direttiva miele 2001/110/CE: un provvedimento che gli apicoltori italiani, insieme ad una gran parte dei loro colleghi europei, hanno sempre considerato ambiguo e inadeguato a difendere i prodotti apistici di qualità, come anche gli interessi di produttori e consumatori.

Già negli anni ’80, ricorda la Federazione Apicoltori Italiani, fu adottato il sigillo tricolore di origine e garanzia “FAI Miele Italiano” che ancora oggi i nostri produttori usano per distinguere e certificare la provenienza geografica del loro miele: iniziativa necessaria perché la Direttiva del miele non obbliga ancora a menzionare in etichetta i Paesi di origine e le percentuali del miele impiegato per le miscele presenti sul mercato e offerte a prezzi che mettono in ginocchio il comparto produttivo.

«L’obiettivo cui miriamo – conclude il presidente FAI Raffaele Cirone – è quello di far venire allo scoperto quegli Stati membri dell’Unione europea che nazionalizzano il miele extracomunitario, aggirando i dazi doganali e commercializzando miscele di mieli a prezzi insostenibili per gli apicoltori europei e italiani». Ben venga dunque il pronunciamento del Parlamento europeo, che, vogliamo tutti augurarci, vorrà presto introdurre l’obbligo generalizzato di etichette trasparenti per il miele.

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Glifosato, Confagricoltura: il mancato rinnovo avrebbe avuto pesanti conseguenze sui livelli produttivi

In Italia è utilizzato solo nelle fasi di pre-semina, garantendo massimi livelli di sicurezza

“Una decisione positiva per le imprese agricole e fondata su solide basi scientifiche. Il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe avuto rilevanti conseguenze sui livelli di produzione”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato l’annuncio odierno della Commissione europea che procederà al rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato per un periodo di dieci anni con nuove condizioni e restrizioni, in assenza di parere da parte degli Stati membri. Anche in seno al comitato di appello, infatti, non è stata raggiunta la maggioranza necessaria per approvare o respingere la proposta di rinnovo presentata dalla Commissione.

La proposta – evidenzia Confagricoltura – ha fatto seguito alle conclusioni a cui è giunta l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dopo un processo di valutazione che è iniziato nel 2019. Secondo l’EFSA, “non sono state individuate aree critiche di preoccupazione per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”.  Nel corso di un’audizione che si è svolta al Parlamento europeo a fine agosto, i rappresentanti dell’EFSA hanno dichiarato che quella sul glifosato è stata la valutazione più approfondita mai effettuata.

Dal canto suo, anche l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha sostenuto che “l’esame dei pericoli posti dal glifosato non soddisfa i criteri scientifici che ne giustifichino la classificazione come sostanza cancerogena”.

“L’uso di prodotti chimici in agricoltura va ridotto, proseguendo un percorso che è già in atto da tempo – sottolinea Giansanti – ma gli agricoltori devono avere a disposizione valide alternative sul piano tecnico ed economico. Nella fase di grande incertezza che è in atto, anche l’impatto sul potenziale produttivo deve essere attentamente valutato”.

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Regolamento UE imballaggi, imprese in audizione: forte allarme, a rischio intere filiere

“Costruire alleanza europea per intervenire per maggiore buon senso ed equilibrio”

Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Federdistribuzione, Casartigiani e CLAAI, oggi in audizione alla Camera sulla Proposta di Regolamento europeo in materia di imballaggi e rifiuti, hanno espresso al Parlamento l’assoluta necessità di fare pressione sulle Istituzioni Europee per un maggiore buon senso ed equilibrio nell’introduzione della nuova disciplina.

Abbiamo ribadito l’allarme che deriva dall’applicazione delle nuove norme.  Sono molti gli aspetti del provvedimento valutati come critici che, se approvato, rischiano di danneggiare un intero sistema di eccellenza. E’ a rischio oltre il 30% del Prodotto Interno Lordo del Paese, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Parliamo dei molteplici settori produttori di imballaggi, i loro fornitori di materie prime, dell’intera industria italiana del riciclo, delle imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, dall’agricoltura a tutte le filiere della produzione alimentare e della ristorazione, dalla cosmetica alla farmaceutica, dai pubblici esercizi al turismo, dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata, al vending, alla logistica, ai produttori di macchinari. Ciò che più preoccupa della proposta è la mancanza totale di neutralità tecnologica.

 Il governo si è assunto l’impegno di farsi portatore delle istanze delle imprese. Ma nelle prossime settimane i negoziati istituzionali giungeranno ad una fase decisiva. In vista del voto in plenaria del Parlamento europeo, previsto per il prossimo 22 novembre, e dell’intenzione della Presidenza spagnola di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre, abbiamo ritenuto doveroso richiamare di nuovo l’attenzione delle Istituzioni italiane per i forti timori di pregiudizi irreversibili per l’economia e le filiere strategiche del Paese.

Pur condividendo la necessità imprescindibile di lavorare insieme ad obiettivi ambientali sempre più ambiziosi, in questo caso non ci sono evidenze scientifiche che confermano che il riuso sia migliore del riciclo sotto il profilo ambientale, anzi per quanto riguarda i beni alimentari è vero il contrario. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano un maggior consumo di acqua ed energia e le emissioni di CO2 sono nettamente peggiorative. L’Italia è tra i Paesi dell’Unione che, a detta della stessa Commissione, non corre il rischio di mancare gli obiettivi di riciclo né per gli imballaggi, né per i rifiuti urbani. Non si capisce quindi il motivo di penalizzare il riciclo a favore del riuso, sia sotto il profilo ambientale che economico.

Le criticità del provvedimento, purtroppo, non sono “limitate” solo al tema del riuso a scapito del riciclo. Sono presenti, infatti, anche divieti di produzione per diverse tipologie di imballaggi monouso.

Infine, un’ulteriore e importante criticità è rappresentata dall’identificazione, per alcune tipologie di imballaggi monouso, del cauzionamento (ovvero nel c.d. Deposit Return System, DRS).

Per tutto quanto, non possiamo che rinnovare l’auspicio, anche in questa sede, di una sostanziale e profonda rivisitazione dell’intero provvedimento, per orientarlo ad un maggiore equilibrio e flessibilità.

E’ fondamentale a nostro avviso concentrare con urgenza tutti gli sforzi su tre fronti: la presentazione e il sostegno di emendamenti per il voto in Parlamento europeo; il dialogo con la Presidenza Spagnola e i Paesi che sostengono la proposta per evitare scelte arbitrarie ed estremamente impattanti per la nostra economia; il consolidamento delle alleanze con gli altri Stati membri – ve ne sono molti – che come l’Italia non condividono le misure del Regolamento, poiché non consentono la necessaria flessibilità e non riconoscono il principio di neutralità tecnologica per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi ambientali attraverso l’economia circolare.

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