Pomodoro, Confagricoltura: riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori per valorizzare il prodotto nazionale

I prossimi giorni saranno decisivi per la campagna del pomodoro. Ad oggi permangono le distanze tra parte agricola e industriale, con quest’ultima irremovibile nel non voler riconoscere il prezzo auspicato di 150 euro a tonnellata, già individuato da operatori nazionali ed esteri.

Confagricoltura evidenzia la necessità di una trattativa aperta sulla base delle condizioni di mercato, in un contesto che identifica il prodotto italiano top quality, ma non lo riconosce agli agricoltori dal punto di vista dei prezzi.

Nei giorni scorsi le parti si sono incontrate, ma l’industria è rimasta ferma sulle sue posizioni, proponendo 140 eur/ton per un accordo annuale, oppure 135 eur/ton per due anni. Una proposta che non può essere accettata dagli agricoltori, alla luce degli incrementi dei costi e delle prospettive di mercato.

Il 2022 è stato un anno nero per il comparto sul fronte dei costi – sottolinea Confagricoltura -. Ai rincari di energia, gasolio agricolo e fertilizzanti si aggiungono oggi quelli delle materie prime: dalle piantine ai materiali per la coltivazione in campo al costo dell’acqua, che prevede aumenti fino al 20%.

Sul mercato il prodotto trasformato sta andando molto bene, anche nel canale Ho.Re.Ca.: la richiesta di passate, polpa e concentrati rimane alta e con quotazioni del prodotto che, sia in Italia, sia all’estero, sono in aumento. Dovremmo colmare il gap tra quello che viene riconosciuto ai coltivatori e il prezzo allo scaffale. 

L’Italia – aggiunge Confagricoltura – è il terzo produttore mondiale dopo la California e la Cina, e non può permettersi di arretrare ulteriormente: soltanto lo scorso anno le superfici si sono ridotte dell’8% e la produzione del 10%”. (cfr tabella allegata)

L’auspicio dell’Organizzazione è di arrivare entro fine settimana a un’intesa che riconosca il giusto prezzo alla parte agricola, in un’ottica di collaborazione e valorizzazione dell’intera filiera italiana. Domani è previsto un ulteriore incontro tra agricoltori e industriali e si apre anche Macfrut a Rimini, dove non mancheranno momenti di confronto auspicabilmente costruttivi. Sarebbe altrimenti la prima volta che non si addiviene a un accordo.

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Alleanza dei Giovani dell’Ortofrutta: produttori e grossisti insieme per una nuova visione strategica di filiera

Roma, 29.04.23 – Rafforzare il rapporto fra produzione e commercio all’ingrosso per una filiera più competitiva ed efficiente, rilanciare gli ortomercati italiani come punto di riferimento fondamentale per la produzione, dando così valore al prodotto lungo tutta la filiera, creare nuove strategie per il futuro del comparto e dei giovani imprenditori. Sono questi gli obiettivi della giornata di dialogo organizzata per il prossimo 3 maggio a partire dalle ore 10 alla fiera Macfrut di Rimini.

All’incontro saranno presenti Giovanni Gioia, Presidente Giovani di Confagricoltura-ANGA, e Gianpaolo Forcina, Presidente Gruppo Giovani Fedagro, con la partecipazione dell’on. Jacopo Morrone, Lega Salvini Premier. Interverranno anche Valentino Di Pisa, Presidente di Fedagromercati-Confcommercio, Nicola Cilento, componente giunta Confagricoltura, Roberta Tardera, rappresentante comparto orticolo per Giovani di Confagricoltura, Edoardo Rovetta, referente Nord Italia Fedagro Giovani, Luigi Bosi, rappresentante comparto frutticolo Giovani di Confagricoltura, e Riccardo Di Pisa, referente Centro Italia Fedagro Giovani.

“Noi Giovani di Confagricoltura siamo consapevoli della necessità di costruire filiere agroalimentari sempre più integrate, dinamiche e sostenibili, nelle quali produttori e grossisti lavorino insieme per valorizzare le eccellenze italiane. Crediamo in questa collaborazione – afferma Giovanni Gioia – perché siamo certi che dall’unione delle nostre forze con i giovani di Fedagromercati deriveranno pratiche virtuose a beneficio del comparto, degli associati e delle loro aziende”.

Così dichiara Gianpaolo Forcina: “Quest’alleanza, che parte da oggi ma con uno sguardo al futuro, nasce dalle volontà delle nostre due organizzazioni di collaborare per rafforzare il valore del nostro sistema ortofrutticolo nella sua interezza e dall’esigenza delle nuove generazioni di lavorare insieme per un unico obiettivo condiviso, e cioè rendere il nostro prodotto Made in Italy performante per i mercati nazionali ed europei per poter crescere insieme ed affrontare le nuove sfide globali che ci aspettano”.

L’appuntamento per la stampa è mercoledì 3 maggio alle ore 10.00 nella sala Tulipano, Padiglione B5, presso Macfrut. 

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Emissioni, Confagricoltura: bene voto UE che esclude stalle da norme revisione

“Con il voto di ieri sono state accolte le richieste di Confagricoltura a difesa del comparto zootecnico, escludendo gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva sulle emissioni industriali ed eliminando ogni ulteriore aggravio per gli allevatori di suini e pollame”. E’ il commento del presidente dell’Organizzazione, Massimiliano Giansanti, all’esito della commissione Agricoltura dell’Eurocamera, in merito alla proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. Ora il voto passerà in commissione Ambiente.

Confagricoltura ha seguito il dossier da vicino, lavorando insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca, evidenziando l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti, già fortemente provati da molte difficoltà che rischiano di compromettere irreversibilmente la produttività delle imprese agricole italiane.

“Riteniamo assurdo ed infondato paragonare gli allevamenti alle attività industriali – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, – dal momento che c’è un impegno forte da parte del mondo zootecnico nel dare una risposta ad una sempre maggiore richiesta di attenzione verso l’ambiente, che vede l’Italia primeggiare sul fronte delle tecnologie innovative e della sostenibilità, come peraltro dimostrano i risultati ottenuti rispetto alle emissioni di ammoniaca e gas serra che, negli ultimi 30 anni, si sono ridotte rispettivamente del 24% e 12% (fonte Ispra)”.

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Ucraina, Confagricoltura: costruire sistema agroindustriale solido per rendere il Paese partner strategico dell’UE

Nella foto a destra, al podio, Nicola Cilento

Confagricoltura ha preso parte stamani alla Conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina. A intervenire per la Confederazione il componente di giunta Nicola Cilento, che ha fornito un quadro dell’Organizzazione agricola più antica d’Italia e analizzato la situazione del settore primario in relazione al conflitto in atto da ormai più di un anno.

“L’aggressione russa all’Ucraina – ha affermato Cilento – ha spinto le istituzioni europee a dare maggiore priorità al processo di integrazione. In questo iter, l’Ucraina rappresenta un Paese dal grande impatto agricolo e demografico, capace, solo con il proprio ingresso nell’Ue, di ridisegnare la geografia dell’Unione, dispiegando un peso politico di elevata caratura e obbligando, a suo tempo, a rivedere interamente la PAC, ridimensionando il quadro finanziario pluriennale europeo”. 

La guerra ha generato una grave destabilizzazione a livello di sicurezza alimentare globale, viste le ingenti quantità di grano e semi oleosi che l’Ucraina esportava in tutto il mondo, ponendola al terzo posto a livello internazionale per export agricolo. 

Dopo lo scoppio del conflitto, la ratifica dell’Accordo del Mar Nero siglato sotto l’egida dell’ONU ha rappresentato un passaggio significativo per la sicurezza alimentare, evitando una crisi che avrebbe spinto alla fame gran parte del continente africano. 

“Un investimento mirato sull’agroindustria ucraina – ha spiegato Cilento – permetterebbe l’esportazione di materie trasformate, evitando disequilibri di offerta produttiva di alcune materie prime come il mais, il grano o i semi oleosi. Inoltre, investire sull’agroindustria del Paese significherebbe generare valore aggiunto in loco e favorire l’occupazione”. 

La realizzazione di un sistema agroindustriale solido renderebbe l’Ucraina un partner strategico per gli Stati membri, che importerebbero prodotti già trasformati senza dazi interni, evitando così di creare un pericoloso disequilibrio nel mercato interno.

“La sospensione da parte dell’Ue dei dazi sui prodotti agricoli importati dall’Ucraina  – ha ricordato Cilento – ha comportato un precedente con cui il Paese si è insediato, nel giro di un anno, al terzo posto tra i fornitori di prodotti agricoli per l’Europa. Per questo, alcuni Stati membri dell’Est europeo hanno posto in essere degli accordi per non collocare i prodotti agricoli sul proprio territorio, evitando così gravi squilibri di mercato nazionale”.

E’ rilevante – aggiunge Confagricoltura – il ruolo dell’Ucraina per supplire alla carenza di materie prime, tra cui i fertilizzanti, originariamente importati in massa dalla Russia. Nel processo di ricostruzione, il Paese potrebbe pertanto sviluppare un sistema di produzione dei fertilizzanti utile a ridurre la dipendenza europea dai Paesi terzi, fra cui la Russia.

Il percorso di adesione all’Ue portato avanti dalle istituzioni europee mostra un elevato livello di fiducia e una propensione ad assicurare un futuro più certo ai cittadini ucraini. – conclude Confagricoltura – L’Ucraina rappresenta in questo momento storico un baluardo della democrazia e, come tale, deve essere preservato nelle sue fondamenta, garantendo al contempo una transizione rapida e irreversibile verso il sistema Ue, sviluppando un progresso agroindustriale capace di salvaguardare e valorizzare la vocazione esportatrice del Paese.

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Confagricoltura e Assoverde creano KEPOS, associazione per promuovere la sostenibilità verde in Italia

Agire concretamente per la salute e il benessere della comunità locale, diffondendo una cultura della sostenibilità ambientale attraverso la pubblicazione del Libro Bianco del Verde, promuovere il pieno sviluppo di attività finalizzate alla coesione sociale, alla crescita civile e culturale e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Questi gli obiettivi principali di Képos, la neonata associazione del terzo settore, fortemente voluta da Confagricoltura e Assoverde.

È stato nominato presidente, per i prossimi quattro anni, l’imprenditore Francesco Maccazzola, al vertice di “Floricoltura San Donato Milanese – Grandi Trapianti”. Sarà affiancato dai vicepresidenti Francesco Ferrini, Ordinario presso Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze, e Alberto Giuntoli, paesaggista e componente del Comitato nazionale Sviluppo Verde Pubblico del ministero dell’Ambiente. Eletti consiglieri Grazia Francescato, Carlo Gaudio, Piero Mastroberardino, Fabio Ernesto Rappo, Rosario Rasizza e Donato Rotundo. 

“Con Képos – spiega il presidente Maccazzola – intendiamo, moltiplicare l’impegno che ci siamo assunti con la pubblicazione di due edizioni del Libro Bianco del Verde, dedicandoci ancora di più a promuovere lo sviluppo della cultura ambientale e della sostenibilità. Continueremo a coinvolgere istituzioni, tecnici, professionisti e volontari per generare nuova conoscenza basata su evidenze scientifiche. Il nostro obiettivo è quello di proseguire in questo processo virtuoso in grado, da un lato di far crescere la consapevolezza e l’informazione nei cittadini, dall’altro di promuovere progetti, interventi e servizi concreti per tutelare il patrimonio culturale e del paesaggio, valorizzando il verde urbano ed extra-urbano. Proponiamo un percorso di formazione universitaria e post-universitaria, iniziative turistiche di interesse sociale e culturale, in raccordo con il mondo della scuola e della formazione e le Pubbliche amministrazioni”. 

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Earth Day, Confagricoltura: giornata importante per ricordare il ruolo del settore primario

Tutela della natura e sviluppo sostenibile, educazione ambientale, partecipazione fattiva di imprese e cittadini ad iniziative che promuovano la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di preservare il pianeta da squilibri ed abusi di un bene che non è inesauribile: è questa, per Confagricoltura, la mission della Giornata Mondiale della Terra, evento annuale che si celebra il 22 aprile per far luce sulle questioni ecologiche più urgenti come la crisi climatica, il riscaldamento globale e il consumo di suolo. Il tema di quest’anno è “Invest in our Planet”. E gli agricoltori da sempre investono su questo bene vitale, sanno quale dono sia la Terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le generazioni future – sottolinea l’Organizzazione agricola -. Il loro impegno è produrre cibo sano per tutti preservando le risorse naturali.


I primi risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura diffusi nel 2022 da Istat registrano in Italia una SAU (Superficie agricola utilizzata) di 12.535 mila ettari e una SAT (Superficie agricola totale) di 16.474 mila ettari.


“L’innovazione digitale e quella genetica, come le Tea, sono il supporto concreto per rendere i sistemi produttivi sempre piu’ sostenibili – ricorda il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Sono un valido aiuto nella lotta ai mutamenti climatici, consentono di ridurre il consumo di acqua, di produrre di più, e meglio, per una popolazione in continua crescita. Occorre perciò investire di più in ricerca e innovazione, solo così sarà possibile un sistema economico globale equo e sostenibile”.

 

L’agricoltura fa dunque della sostenibilità il suo più grande investimento: attraverso l’economia circolare ricicla di più per produrre meno scarti inutili, riduce il consumo di acqua attraverso i sistemi di irrigazione a goccia per conservare questa risorsa in futuro, preserva la biodiversità avendo cura dei suoli e del paesaggio, custodendo i boschi e le foreste.

 

Sono infatti – sottolinea Confagricoltura – oltre 700mila le imprese agricole attive sul territorio nazionale a garantire, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità colturali attraverso pratiche benefiche per l’ambiente e modelli di produzione sempre più evoluti. Lo dimostra il report di AGRIcoltura100, il progetto che Confagricoltura e Reale Mutua portano avanti da anni per la misurazione del livello di sostenibilità del settore primario. Attraverso parametri specifici di valutazione e i risultati ottenuti, il report testimonia come sostenibilità ambientale e sociale siano centrali per più della metà delle oltre 2.800 imprese coinvolte nell’indagine.

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Innovation for Sustainability Summit, Giansanti (Confagricoltura): “Il mondo di oggi ha bisogno di filiere del cibo intelligenti”

“Un’agricoltura forte contribuisce anche alla solidità delle democrazie perché l’efficienza della sua produttività garantisce lo stato di salute degli ecosistemi in cui i cittadini vivono”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, durante il suo intervento alla seconda edizione del summit romano dell’European Institute of Innovation for Sustainability (EIIS). 

Le imprese agricole condividono con quelle dell’industria la principale delle sfide di oggi. “Siamo chiamati a pensare ad un nuovo modello produttivo, orientato verso filiere intelligenti che tengano insieme produttività e sostenibilità – ha spiegato Giansanti –. Ecco perché, protagonisti di questa fase di grande cambiamento sono gli imprenditori professionali del settore, quelli che sanno esprimere competitività sul mercato”.  

Il rinnovamento della filiera del cibo è un obiettivo reso ancora più complesso dai cambiamenti climatici e dalle ripercussioni ambientali ed economiche che questi hanno sulle colture. Ecco perché è fondamentale il contributo di tutti gli ambiti convolti nell’agroalimentare. Compreso quello della ricerca scientifica. 

“Finalmente – ha chiosato il presidente della Confederazione – si torna a parlare di genetica vegetale e animale. Un discorso avviato in Italia nella prima metà del ‘900 e che oggi, insieme alla rivoluzione digitale già in corso, risulta centrale per selezionare produzioni che permettano di ridurre al massimo il consumo di risorse naturali”. 

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Riforma IG, Confagricoltura: il voto in ComAgri accoglie molte nostre richieste

Con il voto di oggi della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche sono state accolte molte istanze presentate da Confagricoltura che mirano a rafforzare la protezione delle Dop e Igp, a snellire le procedure di approvazione e di modifica dei disciplinari, prevedere un ruolo per i produttori agricoli nei consorzi, aumentare la trasparenza verso i consumatori e tutelare il settore vitivinicolo.

E’ un provvedimento importante, evidenzia Confagricoltura, ricordando che l’Italia è il primo Paese europeo per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine, con un valore di circa 20 miliardi di euro.

La proposta di regolamento va a normare le Associazioni di produttori e le Associazioni di produttori riconosciute.

Confagricoltura giudica molto positive le misure introdotte per semplificare le procedure di gestione delle IG, con tempistiche per la registrazione e la modifica dei disciplinari più snelle rispetto alle attuali, che oggi richiedono oltre i 12 mesi.

Bene anche il mantenimento del ruolo dell’EUIPO, agenzia che gestisce i marchi Ue a cui sono attribuiti solo compiti amministrativi nella gestione delle richieste.

Positivi, inoltre, il carattere volontario degli impegni di sostenibilità, che possono essere inclusi nel disciplinare di produzione o in un documento a parte, e la maggiore protezione su internet, per esempio sui siti di e-commerce.

In ambito vitivinicolo, il risultato di oggi va incontro alle richieste di Confagricoltura: sono infatti stati lasciati nella regolamentazione di base elementi importanti di tutela delle IG. Le norme che regolano la protezione, l’omonimia, la relazione con i marchi e gli impegni di sostenibilità restano dunque specifiche per il vino, contrariamente a quanto inizialmente proposto dalla Commissione.

La Confederazione ringrazia infine gli europarlamentari per il lavoro svolto, auspicando che l’assemblea plenaria e il Consiglio possano sostenere le posizioni della ComAgri.

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Xylella, Agrinsieme chiede la nomina di un commissario straordinario

Roma, 19 aprile 2023 – Un Commissario straordinario ad acta in grado di governare gli attuali strumenti finanziari e tutte le azioni necessarie messe in campo, al fine di accelerare l’uscita dall’emergenza e gestire in maniera programmatica il ripristino del patrimonio olivicolo perso e la gestione di quello indenne.

E’ la richiesta avanzata con forza dal Coordinamento di Agrinsieme durante l’audizione indetta dalla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati in merito all’indagine conoscitiva avviata dalla stessa Commissione sull’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia.

“Riteniamo tale provvedimento non più procrastinabile – ha affermato Luca Lazzàro, di Confagricoltura, intervenuto a nome di Agrinsieme – Il Commissario straordinario dovrà essere immediatamente operativo e, seguendo il modello della Zone Economiche Speciali, dovrà essere accompagnato da un’adeguata struttura sul territorio pugliese e da strumenti di natura fiscale e contributiva che possano agevolare la ripresa dell’occupazione nell’area. Si ricorda infatti la perdita di circa 30.000 posti di lavoro a causa dell’avanzata del batterio. Con adeguati strumenti utili alla rigenerazione produttiva in Puglia, coadiuvati da procedimenti autorizzativi e burocratici snelli e veloci, si potrebbe dare nuovo slancio all’area colpita”.

Tali iter – ha precisato il Coordinamento – dovranno inoltre servire a incidere sulla gestione della sputacchina, che va necessariamente contrastata pulendo i cigli stradali e le aree pubbliche e intervenendo per garantire la pulizia dei terreni in stato di abbandono.

Un primo passo è stato fatto con la misura contenuta nel Milleproproghe, relativa agli interventi a favore del comparto olivicolo colpito dalla Xylella fastidiosa per l’annualità 2023, con una proposta che aveva come obiettivo anche una ricomposizione fondiaria e una rigenerazione dei territori interessati dall’evento patogeno. Utile per intervenire anche su un rilevante fattore di competitività, quale la taglia aziendale, ad esempio con il finanziamento di progetti di rigenerazione su lotti minimi che partano dalla superficie minima di cinque ettari. Un ruolo importante a tal riguardo possono rivestirlo le cooperative di conduzione dei terreni che possono semplificare i processi di aggregazione e rendere più funzionali e sostenibili gli investimenti.

L’audizione è stata l’occasione per Agrinsieme per richiedere ulteriori fondi e un’attuazione più incisiva del Piano di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese con l’implementazione di tutte le misure e la valutazione di un eventuale riorientamento delle risorse verso gli strumenti più utilizzati e per ribadire l’importanza della ricerca e dell’innovazione come uniche chiavi di volta per giungere a una vera soluzione della problematica.

Sempre in tema di ricerca e innovazione – ha concluso Agrinsieme – è necessario che il Commissario straordinario abbia tra i propri compiti quello di coordinare la ricerca scientifica, da attuarsi anche sul patogeno, facendo sì che tutte le università e gli enti di ricerca lavorino all’unisono a progetti che abbiano ricadute pratiche in termini di rallentamento del contagio.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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DEF, le richieste di Confagricoltura per il settore primario

“Rafforzare la posizione negoziale dei produttori agricoli nella fase di formazione dei prezzi nella filiera agroalimentare, in modo che il prezzo riconosciuto ai produttori agricoli sia allineato sui costi di produzione”. Lo ha chiesto il direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, all’audizione odierna sul Documento di Economia e Finanza (DEF) dinanzi alle Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera. 

“Per contrastare la volatilità dei prezzi e garantire un maggior equilibrio nella catena alimentare – ha detto il DG – in diversi Paesi europei questo meccanismo è stato fissato a livello legislativo mostrando risultati estremamente positivi anche in fasi con elevata inflazione, come l’attuale”. 

Confagricoltura evidenzia che il DEF vede la luce in un quadro economico incerto e non privo di rischi, a causa delle tensioni geopolitiche ancora elevate e il rialzo dei tassi di interesse che incrementano crisi nel sistema bancario internazionale. 

Nel 2022 la produzione agricola italiana si è ridotta dello 0,7%, le coltivazioni sono diminuite del 2,2%, con riflessi sui prezzi al consumo che ha avuto picchi del 12,9% a ottobre e del 15,5% nel febbraio scorso per i prodotti alimentari lavorati. 

“In questo contesto – ha aggiunto Barrile – risultano essenziali quelle misure in grado di garantire la tenuta delle imprese”. Preoccupa, pertanto, l’assenza di interventi di correzione delle aliquote di agevolazione sul credito d’imposta Transizione 4.0, ancora dimezzate rispetto al 2022”. La richiesta di Confagricoltura è di ripristinare le aliquote del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali al 40% (beni strumentali 4.0), auspicando allo stesso tempo un più generale riconoscimento dell’agevolazione anche per altre tipologie di beni.

Con riferimento all’estensione delle disposizioni per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca, estesa anche alla spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali, il DG di Confagricoltura ha suggerito “il mantenimento della misura fino a una stabilizzazione dei prezzi europea e il riconoscimento, anche per il settore agricolo, dei crediti d’imposta per i carburanti per i trimestri successivi al primo del 2023, utile soprattutto in assenza di una traccia comunitaria sulla gestione dei prezzi energetici”.

“Ribadiamo infine la richiesta di inserire il settore primario all’interno della categoria dei comparti energivori, – ha concluso Barrile – per tutelare maggiormente le imprese agricole in questo periodo critico, a vantaggio anche delle famiglie. Resta fondamentale, infatti, intraprendere un’azione di contrasto al caro bollette, anche tenendo conto dei modelli già adottati da altri Stati membri nostri principali concorrenti (Francia, Germania, Spagna) e, soprattutto, delle relative tempistiche di adozione”.

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