Ucraina, Confagricoltura: il mancato accordo sul grano favorisce instabilità e speculazione

“La decisione presa a Mosca fa salire l’instabilità sui mercati internazionali e favorisce la speculazione. La Federazione Russa continua a utilizzare il cibo come un’arma e strumento di pressione per allentare le sanzioni”.

E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sul mancato rinnovo dell’accordo sul grano dal Mar Nero che ha consentito l’esportazione via mare di oltre 30 milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi prodotti in Ucraina, destinati per circa il 25% alla Cina.

A questo punto, è da mettere in preventivo un rialzo dei prezzi delle commodities che, secondo l’indice della FAO, sono in costante diminuzione da un anno rispetto al picco raggiunto nel marzo 2022.

Va comunque segnalato che, sul piano delle scorte globali, la situazione è diversa da quella in essere nel luglio dello scorso anno, quando l’accordo fu sottoscritto. Allora, ad esempio, le giacenze di mais erano al minimo da sei anni. Ora, stando alle previsioni del dipartimento di Stato USA all’Agricoltura, si attesteranno a fine campagna 2023-2024 sul livello più elevato da cinque anni. Anche le scorte di grano sono previste in crescita.

C’è, però, un altro aspetto da evidenziare. “Il mancato rinnovo dell’accordo – rileva Giansanti – può avere come conseguenza anche un aumento dei flussi di prodotti ucraini sul mercato europeo, con il risultato di innescare ulteriori pressioni al ribasso delle quotazioni. Per il grano tenero già scontiamo in Italia un taglio di circa il 30% rispetto ai prezzi del 2022”.

Per effetto della sospensione dei dazi doganali decisa dalla UE lo scorso giugno, dagli ultimi dati diffusi dalla Commissione risulta che le importazioni di prodotti agroalimentari dall’Ucraina sono aumentate del 60% nei primi tre mesi di quest’anno sullo stesso periodo del 2022. Per i cereali, l’aumento è stato di circa 920 milioni di euro, seguono semi oleosi e colture proteiche con 550 milioni.

“Alla luce di questi dati, nel giro di un anno, l’Ucraina è diventata il secondo fornitore di prodotti agroalimentari della UE”, evidenzia il presidente di Confagricoltura.

Da ricordare, infine, che, per limitare l’impatto provocato dal forte aumento degli arrivi dall’Ucraina, la UE ha deciso in via eccezionale, fino al 15 settembre, il blocco delle importazioni di grano, mais, colza e semi di girasole in cinque Stati membri (Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia). E’ consentito solo il transito verso altre destinazioni nella Ue o fuori dall’Unione.

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Ricerca genomica, Confagricoltura: proposta Commissione UE importante cambio di passo verso transizione ambientale e salvaguardia potenziale produttivo

Per Confagricoltura le proposte di sviluppo delle tecniche genomiche presentate dalla Commissione UE al Parlamento di Bruxelles rappresentano un importante cambio di passo, che riporta l’Europa al centro del dibattito sulla ricerca scientifica applicata al settore agricolo.  

In attesa di esaminarla in tutti i dettagli, Confagricoltura giudica positivamente l’iniziativa della Commissione che mira a fare, finalmente, chiarezza sulla differenza tra le nuove tecniche genomiche (NGT) e gli organismi geneticamente modificati (OGM). Dissipando, così, quelle ambiguità che hanno costretto al palo l’intero settore della ricerca europea. 

La proposta inviata al Parlamento di Bruxelles rappresenta un cambiamento di approccio al tema della transizione ambientale: la sostenibilità non può essere perseguita soltanto con divieti e limitazioni, ma è necessario dare agli agricoltori valide alternative e strumenti che permettano di ridurre l’uso di fitofarmaci e lo sfruttamento delle risorse naturali senza intaccare le produttività delle proprie aziende.  

La divulgatrice scientifica e presidente della FNP Proteoleaginose di Confagricoltura, Deborah Piovan, ha dichiarato: “L’Unione Europea ha imboccato la strada giusta manifestando la volontà di riconoscere l’importanza della ricerca di specie vegetali resistenti alle conseguenze del cambiamento climatico. L’applicazione di queste tecniche permetterà di fronteggiare molte delle attuali minacce alla capacità produttiva nazionale: dalle malattie fungine derivanti da eccessive precipitazioni e alluvioni, alla siccità e alla salinità del suolo e delle acque fluviali”.  

Adesso l’auspicio è che l’iter di approvazione di una legge che regolamenti tali tecniche proceda spedito e si concluda, come annunciato, entro i primi mesi del 2024. L’impegno assunto dalla Spagna nel suo semestre alla guida del Consiglio UE, ad avviare un focus sul tema nel prossimo settembre, fa ben sperare che il dossier possa approdare in aula già a febbraio. 

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UE, bilancio agricolo invariato nonostante l’aumento dell’inflazione. Confagricoltura chiede a Governo e Parlamento europeo di modificare la proposta

Da una prima lettura, la Commissione europea non ha proposto aumenti delle spese agricole della UE fino al 2027. Una decisione incomprensibile, alla luce della crescita eccezionale dell’inflazione che ha tagliato il valore reale dei pagamenti diretti e degli incentivi agli investimenti che, secondo la stessa Commissione, hanno già fatto registrare una flessione lo scorso anno.

E’ il commento a caldo di Confagricoltura alla proposta di revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale dell’Unione.

Il sistema agroalimentare ha assicurato i rifornimenti al mercato interno e contribuito ad evitare una crisi alimentare globale – spiega la Confederazione – Il tutto con un impegno di spesa limitato allo 0,4% del PIL europeo. Un aumento del bilancio agricolo è fondamentale per garantire la continuità produttiva e delle iniziative per la transizione ecologica.

E’ poi evidente la grande discrepanza tra l’inflazione prevista quando il bilancio pluriennale fu approvato e quella reale. L’aumento dell’inflazione ha anche innescato un rialzo senza precedenti dei costi di produzione, a partire dall’energia.

Confagricoltura si rivolgerà al governo e al Parlamento europeo per modificare la proposta della Commissione a favore delle imprese agricole. Senza un aumento – conclude Palazzo della Valle – continuerà la concessione degli aiuti di Stato, che sono ammontati lo scorso anno a 7 miliardi di euro. Proseguendo su questa strada, rischia di saltare il mercato unico.

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Confagricoltura: il crollo della diga in Ucraina avrà pesanti conseguenze sul settore primario

Oltre al pesante impatto di carattere umanitario, il crollo della diga Kakhova sul fiume Dnipro, in Ucraina, avrà rilevanti conseguenze sui livelli produttivi dell’agricoltura. I futures relativi al prezzo del grano sui mercati internazionali  – segnala Confagricoltura  – hanno già fatto registrare un aumento del 2,6%. 

Secondo i dati preliminari diffusi dal ministero delle Politiche Agricole di Kiev, circa 10mila ettari di terreno agricolo risultano completamente allagati sulla riva destra dell’area di Kherson controllata dalle forze ucraine. Sono inoltre fuori uso i sistemi che lo scorso anno hanno consentito l’irrigazione di circa 580mila ettari, sui quali sono state raccolte 4 milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi per un valore di 1,4 miliardi di euro.

Con il crollo della diga, ha sottolineato il ministero delle Politiche Agricole, i danni rivestono un carattere strutturale e avranno effetti prolungati negli anni. Otre il 90% dei sistemi irrigui nell’area di Kherson sono rimasti privi di una fonte di approvvigionamento idrico. Nel Sud dell’Ucraina, pertanto, l’anno prossimo i terreni non potranno essere coltivati o daranno rese nettamente inferiori alla media. 

I prodotti agricoli dell’Ucraina, in particolare cereali e semi oleosi – ricorda Confagricoltura – rivestono un ruolo fondamentale per il rifornimento dei mercati internazionali. Nel 2021, le esportazioni di settore si attestarono a circa 27 miliardi di euro.

L’accordo sul ‘grano dal Mar Nero’, che consente l’export via mare delle produzioni ucraine, ha contribuito a evitare finora una crisi alimentare globale. Anche l’agricoltura europea ha assicurato un contributo fondamentale.  

Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha evidenziato che le esportazioni di cereali verso i Paesi del Nord Africa e dell’Africa subsahariana sono ammontate nei primi due mesi di quest’anno a 3,9 milioni di tonnellate, circa 770 mila in più sullo stesso periodo del 2022.

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Bilancio UE, Confagricoltura: più fondi al settore primario per compensare le conseguenze dell’inflazione

Aumentare i fondi destinati all’agricoltura per compensare le conseguenze dell’inflazione.

E’ la richiesta avanzata da Confagricoltura in vista della presentazione, il 20 giugno, delle proposte della Commissione Ue sulla revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale dell’Unione.

“E’ un dato di fatto la grande discrepanza tra l’inflazione prevista quando il bilancio pluriennale fu approvato e quella reale – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – L’aumento dell’inflazione, inoltre, ha innescato un rialzo senza precedenti dei costi di produzione, a partire dall’energia.

Stando alle previsioni della Banca Centrale europea, solo nel 2025 l’inflazione tornerà ad attestarsi attorno al 2%.

Senza l’adeguamento del bilancio agricolo, i trasferimenti diretti agli agricoltori e gli incentivi agli investimenti sono destinati a ridursi del 20% in termini reali.

La Commissione ha segnalato che già nel 2022 gli investimenti hanno fatto registrare una preoccupante diminuzione, mentre le imprese agricole sono chiamate ad accrescere la sostenibilità ambientale della produzione e a ridurre la pressione sulle risorse naturali.

Intanto la Commissione ha presentato la proposta di bilancio dell’Unione per il 2024. Per la Politica Agricola Comune è stata prevista una spesa di 53,8 miliardi di euro: una somma praticamente invariata rispetto a quella assegnata per l’anno corrente, nonostante un rialzo dell’inflazione che, secondo i dati di Eurostat, è salita ad aprile del 7% sullo stesso mese del 2022.

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