NGT, Confagricoltura: bene il sì di oggi al Parlamento UE. Accelerare per arrivare all’intesa finale entro fine legislatura

Un passo importante per chiudere un buon accordo ed evitare il rinvio alla nuova legislatura

Confagricoltura accoglie con soddisfazione il voto di oggi del Parlamento europeo a favore delle nuove tecniche genomiche. Resta ora pochissimo tempo a disposizione per definire l’orientamento generale del Consiglio e avviare il trilogo in vista dell’intesa finale. Ricordiamo che l’Italia si è già portata avanti autorizzando formalmente la sperimentazione in campo delle tecniche di evoluzione assistita.

Per la Confederazione il via libera dell’Eurocamera alle NGT è una conferma della validità delle posizioni da sempre sostenute a favore della scienza e della ricerca: il voto in plenaria riconosce l’importanza di fornire agli agricoltori gli strumenti necessari per garantire la capacità produttiva e conseguire gli obiettivi di sostenibilità.

Le NGT, infatti, sono in grado di assicurare un fondamentale contributo per contrastare le conseguenze del cambiamento climatico – sottolinea Confagricoltura -:  consentono di salvaguardare il potenziale produttivo, limitando allo stesso tempo la pressione sulle risorse naturali e il ricorso alla chimica.

Confagricoltura confida ora in un’azione diplomatica del ministro Lollobrigida nell’ambito del Consiglio Agricoltura UE per arrivare all’approvazione prima della scadenza dell’attuale legislatura. 

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A Berlino l’ortofrutta mondiale a Fruit Logistica. Attualità e prospettive del comparto sotto la lente di Confagricoltura

Fruit Logistica, la principale fiera internazionale dell’ortofrutta, si apre domani a Berlino in un clima di grande attenzione per il settore primario. La manifestazione sarà il fulcro delle relazioni mondiali degli operatori del settore e di tutto l’indotto. Attenzione puntata sullo scenario economico, al quale Confagricoltura dedica numerosi approfondimenti nello spazio A12, nel padiglione 4.2, con talk quotidiani insieme a istituzioni, imprese e stakeholder.

 

Al contesto generale di aumento dei costi di produzione, effetti tangibili del cambiamento climatico sulle coltivazioni, marginalità sempre più ridotte per le aziende, si aggiungono le incertezze derivanti dallo scenario mondiale con il protrarsi della guerra in Ucraina, la crisi del canale di Suez che ha un impatto consistente anche sul nostro export ortofrutticolo e la protesta dei trattori in corso in Europa.

 

Su questo sfondo, domani si aprono i padiglioni di Messe Berlin, che ospitano fino al 9 febbraio oltre 2600 espositori da 92 Paesi. L’Italia, come sempre, ha uno spazio importante, forte del settimo posto mondiale per produzione di ortofrutta e del sesto posto per l’export di settore. Foltissima la rappresentanza di aziende aderenti a Confagricoltura presenti in fiera.

 

Il comparto dell’ortofrutta fresca, esclusi i trasformati industriali, vale oltre 16 miliardi di euro. L’export di tutto il comparto, comprensivo anche della filiera, nei primi dieci mesi del 2023 ha raggiunto quota 9,4 miliardi di euro (+ 11,5% rispetto all’anno precedente), confermandosi settore di punta delle esportazioni agroalimentari.

 

L’Italia – ricorda Confagricoltura – occupa poi un ruolo di primo piano nella classifica europea per l’export di molti prodotti ortofrutticoli: 1° Paese esportatore di kiwi, uva da tavola, conserve di pomodoro e nocciole sgusciate, 2° Paese esportatore di mele e cocomeri, 3° Paese esportatore di insalate, cavolfiori e broccoli.

 

Sul fronte dei consumi, l’ortofrutta assorbe una fetta importante della spesa alimentare, con una quota percentuale che nel 2023 si attesta al 19,1% anche se in lieve flessione rispetto all’anno precedente.

 

Gli ultimi dati Ismea, relativi all’anno 2023, fanno registrare un incremento in valore dei consumi domestici di ortofrutta (fresca e trasformata) del 7,1% rispetto all’anno 2022 a cui fa da contraltare una flessione dei volumi acquistati del -1,7%. All’interno del segmento frutta fresca, la maggiore contrazione in termini di volumi è relativa agli agrumi, che fanno registrare un -6,6% rispetto al 2022.

 

Nel segmento ortaggi freschi il dato più preoccupante riguarda il comparto della IV gamma che, oltre la diminuzione in quantità (-3,6%), è l’unica voce del paniere orticolo che subisce anche una contrazione in valore (-1,3%).

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Fitofarmaci, Confagricoltura: quando il pragmatismo prevale sull’ideologia è sempre una buona notizia

 “Quando il pragmatismo prevale sull’ideologia è sempre una buona notizia. E’ stata accolta una richiesta avanzata da tempo dalla nostra Organizzazione per salvaguardare il potenziale produttivo del nostro settore. Prendiamo atto positivamente che la Commissione europea ha scelto di dare ascolto alle proteste in atto in numerosi Stati membri. Ora occorre andare avanti su questa strada”.

E’ il commento del presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’annuncio della presidente von der Leyen che proporrà al Collegio dei commissari il ritiro formale della proposta di regolamento per ridurre della metà, entro il 2030, l’utilizzo dei fitofarmaci.

 

“In Italia – sottolinea Giansanti – il taglio avrebbe potuto superare addirittura il 60 per cento. La nostra linea è chiara. Il ricorso alle medicine delle piante nei processi produttivi va ridotto, come già si sta verificando, ma ogni divieto deve prevedere un’alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico”.

 

“Il ritiro della proposta di regolamento sui fitofarmaci dimostra che la soluzione dei problemi che stanno affrontando gli agricoltori vanno risolti in larga misura a Bruxelles. Per questo abbiamo deciso di tenere nella capitale belga un’assemblea straordinaria il 26 febbraio”.

 

“Ora – conclude il presidente della Confagricoltura – va sospesa l’entrata in vigore delle nuove misure in materia di emissioni industriali estesa agli allevamenti e sul ripristino della natura. I testi potranno essere rivisti alla luce dei risultati del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione UE. E’ una questione di coerenza”.

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La Commissione UE annuncia semplificazione PAC, Giansanti: primo passo verso esigenze degli agricoltori

Sarà presentata il 26 febbraio a Bruxelles, giorno dell’assemblea straordinaria di Confagricoltura nella capitale belga

“Un primo passo verso una politica agricola della UE più attenta alle esigenze degli agricoltori”. E’ positiva la reazione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’annuncio della prossima presentazione, da parte della Commissione europea, di una proposta per ridurre gli oneri amministrativi che gravano sui produttori.

“Quello del sovraccarico burocratico è uno dei temi prioritari che abbiamo portato all’attenzione delle Istituzioni di Bruxelles”, sottolinea Giansanti.

La proposta della Commissione sarà presentata al Consiglio Agricoltura UE in programma, a Bruxelles, il 26 febbraio.

“Nella stessa data – prosegue il presidente di Confagricoltura – si terrà nella capitale belga la nostra assemblea straordinaria. Avremo così l’occasione per esprimerci in tempo reale sulle proposte della Commissione”.

“Intanto, continuiamo a lavorare per migliorare la proposta già presentata di deroga alla destinazione non produttiva dei terreni. Occorrono modifiche incisive perché la deroga sia effettivamente operativa in tutti gli Stati membri”, conclude Giansanti.

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Confagricoltura a Bruxelles per portare le istanze degli agricoltori nelle sedi competenti

In molti Paesi dell’Unione, tra i quali l’Italia, sono in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo. Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della PAC – Politica Agricola Comune – e del “Green Deal” applicato all’agricoltura.

Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confederazione, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale rispetto alle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione.

In questo senso, la giunta di Confagricoltura, riunitasi ieri a Palazzo della Valle, ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante della nostra economia che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità.

Le iniziative già avviate potrebbero portare ad un primo risultato già nei prossimi giorni, segnala Confagricoltura, con il rinnovo della deroga all’obbligo di destinare a finalità non produttive una parte dei seminativi.

L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali.

La Confederazione annuncia un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles, convocata per il 26 febbraio, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC.

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Crisi Mar Rosso, Confagricoltura: l’Italia tra i Paesi più esposti. Gli effetti sull’agricoltura devono essere portati sui tavoli europei

“L’Italia è tra i Paesi più esposti in seguito al blocco del transito delle navi nel canale di Suez. Il 40% dell’intero interscambio marittimo passa dal Mar Rosso e il settore agroalimentare risente più degli altri di questa situazione, che deve essere esaminata e approfondita sul piano europeo”.

Lo afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, evidenziando le preoccupazioni del settore agricolo e, in particolare, dei comparti ortofrutticolo e vitivinicolo.

“Soltanto per l’agroalimentare, il transito verso i mercati asiatici vale 4 miliardi di euro di prodotti. Il circumnavigare l’Africa per evitare il canale di Suez comporta problemi di conservazione dei prodotti freschi, ma anche di tipo economico, con costi raddoppiati delle merci, tensioni sui consumi e un generale rallentamento degli scambi”.

Nell’ambito della frutta, le esportazioni di questo periodo sono costituite principalmente da mele (soprattutto verso l’India), kiwi e agrumi. La qualità delle nostre produzioni – sottolinea Confagricoltura – rappresenta un valore importante e riconosciuto, ma la prolungata percorrenza verso i mercati finali dell’Asia non garantisce più le stesse caratteristiche di freschezza. Inoltre, nei Paesi importatori, la merce deve essere venduta a un prezzo inevitabilmente più alto per far fronte alle nuove rotte del trasporto marittimo intercontinentale.  

La situazione acuisce le difficoltà che il comparto ortofrutticolo italiano sta attraversando per la minore produzione dovuta alla siccità e all’aumento dei costi di produzione.

Anche per il comparto vitivinicolo il blocco delle navi verso i mercati asiatici è un ulteriore colpo all’equilibrio economico delle aziende e all’export del settore.

“Portiamo all’attenzione delle istituzioni europee un’ulteriore emergenza per il settore primario. Dobbiamo evitare – conclude Giansanti – che questa congiuntura incida in modo irreversibile sulle imprese agricole, già alle prese con una situazione complessa dal punto di vista climatico, economico e degli scambi internazionali. Se aumenta l’inflazione, infine, sarà inevitabile un ulteriore calo dei consumi agroalimentari, già in discesa di quasi 5 punti percentuali nello scorso anno”.

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Confagricoltura: vicinanza all’Unione degli Agricoltori Tedeschi (DBV) in sciopero contro i tagli ai sussidi

Confagricoltura esprime vicinanza al Deutscher Bauernverband (DBV), il sindacato agricolo tedesco, che dal mese di dicembre sta organizzando manifestazioni di protesta contro i tagli alle agevolazioni al gasolio agricolo.

Le azioni del governo di Berlino, secondo quanto riportato dal DBV, “mettono a repentaglio la competitività e l’esistenza degli agricoltori e delle imprese di trasporto di medie dimensioni”: un rischio per il Paese e l’Europa.

L’agricoltura, ricorda Palazzo della Valle, è una risorsa fondamentale per il mercato europeo; pertanto, è bene che sia messa nelle condizioni di produrre, garantendo approvvigionamenti e, quindi, sicurezza alimentare.

L’aumento del costo dei carburanti è un problema che mette a rischio la competitività delle imprese agricole europee che, a causa degli elevati standard di produzione, a tutela dei consumatori, hanno costi maggiori rispetto a chi produce fuori Europa. Inoltre, è uno degli elementi che incide maggiormente sul costo del prodotto finito e quindi sul cosiddetto carrello della spesa.

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Negoziati adesione Ucraina e Moldavia in UE, Giansanti (Confagricoltura): “Indispensabile un appropriato aumento del bilancio comune e delle risorse da assegnare al settore agricolo”

“Una decisione di grande rilevanza politica per l’intera comunità internazionale in una fase di grande instabilità e di incertezza”. Lo dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in merito alla decisione del Consiglio europeo di avviare i negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldavia all’Unione.

“Il processo negoziale non sarà agevole e richiederà tempo, anche per il profondo impatto dell’allargamento sul settore agricolo. L’Ucraina, in particolare, è tra i primi esportatori al mondo di cereali e semi oleosi”, sottolinea Giansanti.

Per effetto della sospensione dei dazi e dei contingenti sulle importazioni accordata dalla UE a seguito dell’invasione russa, l’Ucraina è diventata il terzo fornitore di prodotti agroalimentari della UE, dopo Brasile e Regno Unito. Nel 2021, le importazioni degli Stati membri ammontavano a 7 miliardi di euro. Un anno dopo erano salite a più di 13 miliardi. Nei primi sei mesi di quest’anno, secondo i dati della Commissione europea, si è registrato un ulteriore aumento del 45% in valore sullo stesso periodo del 2022. Grano, mais, semi oleosi, zucchero e uova i prodotti più esportati sul mercato europeo.

“Anche i costi dell’adesione saranno elevati e non compatibili con l’attuale dimensione del bilancio dell’Unione europea”, aggiunge il presidente della Confagricoltura.

“L’estensione all’Ucraina della vigente politica agricola comune (PAC) determinerebbe maggiori oneri finanziari nell’ordine di 100 miliardi di euro in sette anni. A bilancio invariato, dovrebbero essere tagliati di almeno il 20% i trasferimenti agli agricoltori negli attuali Stati membri”.

“Alla luce di queste cifre, risulta di tutta evidenza che le nuove adesioni dovranno essere precedute da appropriate decisioni dell’Unione. E’ indispensabile un appropriato aumento del bilancio comune e delle risorse finanziarie da assegnare al settore agricolo”, conclude Giansanti.

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Riso, Confagricoltura: bene il no del Parlamento UE alle importazioni con livelli di Triciclazolo oltre la soglia consentita in Europa

Il Parlamento europeo, oggi, in plenaria, si è schierato contro l’adozione della proposta della Commissione europea sull’aumento dei limiti di Triciclazolo per il riso importato nell’Unione.

“Si tratta di un risultato importante per le nostre produzioni – spiega il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Riso di Confagricoltura, Giovanni Perinotti – che formalizza la posizione già espressa il 29 novembre scorso dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento Ue, contraria all’adozione del provvedimento che proponeva di aumentare a 0,09 mg/kg il livello massimo residuo per il Triciclazolo, limitatamente al prodotto importato.

Attualmente in Europa il fungicida è di fatto vietato, in quanto la soglia massima è di 0,01 mg/kg. “L’aumento dei valori – spiega Perinotti – avrebbe ulteriormente favorito l’import di riso da Paesi che non hanno gli stessi vincoli alla produzione applicati nella UE: questo significa che non sarebbe stato possibile garantire la reciprocità nella tutela della sicurezza alimentare, né la tenuta della competitività delle nostre imprese. L’India sarebbe stato il principale beneficiario dell’eventuale adozione della misura respinta oggi dal Parlamento”.

Il comparto risicolo è molto rappresentativo dell’agroalimentare italiano: siamo i primi produttori europei di riso, con circa il 50% della coltivazione presente nell’Unione.

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COP 28, Giansanti (Confagricoltura): “Accordo storico. Di grande importanza l’obiettivo di triplicare la produzione di rinnovabili entro il 2030”

“Un accordo storico perché, per la prima volta, è stato concordato un processo di transizione verso l’abbondono dei combustili fossili che sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di gas ad effetto serra a livello globale. Un processo che è indispensabile per raggiungere senza incertezze e ritardi gli obiettivi già fissati nell’Accordo di Parigi”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta l’accordo raggiunto alla COP 28, a Dubai.

“Di grande importanza, – aggiunge – anche l’obiettivo di triplicare la produzione di energie rinnovabili entro il 2030 e la chiara indicazione di rafforzare le iniziative per lo stoccaggio al suolo del carbonio. In quest’ottica, l’agricoltura e le foreste hanno un ruolo ancora più importante da svolgere”. In Italia, ricorda Confagricoltura, viene già assorbito il 10% delle emissioni annuali totali.

Fanno parte della stessa partita sicurezza alimentare e lotta al cambiamento climatico. “Dai dibattiti svolti nel corso della COP 28 – afferma Giansanti – sono emerse alcune indicazioni di rilievo, per rendere i sistemi agroalimentari più produttivi e sostenibili. Si tratta di indicazioni che, a nostro avviso, torneranno utili durante la presidenza italiana del G7”.

“Il raggiungimento dell’intesa alla COP 28 è risultato difficile. Era scontato, ma la logica multilaterale è insostituibile, anche per tener conto della diversità delle situazioni economiche”.

Europa, USA, Cina e India rappresentano il 60% delle emissioni globali. Si sale al 70% con Federazione Russa e Giappone. L’incidenza della UE è inferiore al 10% e continua a diminuire con una velocità superiore a quella degli Stati Uniti.

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