Europa, Giansanti (Confagricoltura) alla premier Meloni: “No al Fondo Unico. La PAC deve restare una politica centrale dell’Unione”

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per esprimere forte contrarietà all’eventuale proposta di un Fondo Unico nazionale per il finanziamento delle misure che attualmente rientrano nella PAC, nei fondi di coesione e altri fondi diretti europei.

“Questa proposta – evidenzia Giansanti – non solo creerebbe disparità nell’allocazione delle risorse tra gli Stati, ma metterebbe a rischio l’intero sistema della politica agricola europea e del mercato unico”.

La lettera è stata recapitata alla premier in occasione del Consiglio europeo, in corso oggi e domani a Bruxelles.

“La riassegnazione dei finanziamenti UE in un Fondo Unico – spiega il presidente di Confagricoltura – comporterebbe l’eliminazione degli storici strumenti di finanziamento della PAC, ovvero il fondo europeo agricolo di garanzia e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, minacciando la competitività dell’agricoltura e della stabilità delle zone rurali europee”.

Una scelta in questa direzione, insomma, rappresenterebbe un cambiamento radicale nella governance finanziaria dell’UE e avrebbe conseguenze gravissime sull’agricoltura. Da sempre il mondo agricolo chiede, invece, un aumento di bilancio per il settore e un adeguamento dei premi per rispondere alle esigenze che emergono con forza dall’attuale contesto caratterizzato da instabilità geopolitica e incertezza economica.

“E’ invece necessario che l’agricoltura continui a rimanere una politica unionale che non rientri nel Fondo Unico. Un’Europa forte e sicura – conclude Giansanti – non può prescindere da un settore agricolo solido e competitivo, supportato da un bilancio adeguato e mirato, fondamentale per il futuro del nostro Paese, in primis, e dell’Europa in generale”.

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Giansanti (Confagricoltura): importanti le parole di Meloni su Mercosur, necessaria reciprocità per tutelare produzioni Made in Italy

Confagricoltura plaude all’intervento del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’accordo Mercosur, che sottolinea la necessità di garantire reciprocità negli scambi commerciali affinché siano equi.

“Da subito Confagricoltura si è opposta all’attuale formulazione dell’accordo. Senza garanzie di reciprocità, infatti, le carni bovine, il pollame, il riso, il mais e lo zucchero italiani, già messi a dura prova dalle produzioni ucraine a dazio zero, subirebbero l’impatto disastroso delle importazioni dal Sud America. Le parole pronunciate oggi dal Premier Meloni ci fanno ben sperare. Confidiamo che si vada verso una negoziazione che difenda la qualità dei prodotti made in Italy e tuteli il reddito delle nostre imprese. Auspichiamo il medesimo approccio alle negoziazioni in corso con India e Thailandia, che rischiano di mettere in difficoltà gli stessi comparti interessati dal Mercosur”, ha concluso Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura.

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Zootecnia, è emergenza. Confagricoltura chiede l’attivazione della riserva di crisi UE. Lunedì a Bruxelles il primo Agrifish sotto la presidenza polacca

Attivare la riserva di crisi unionale che permetterebbe, con l’aiuto delle risorse europee, di affrontare la grave crisi del settore zootecnico. E’ quanto propone Confagricoltura, che ha scritto al ministro Lollobrigida per sollecitare un suo intervento in questa direzione.

La zootecnia italiana sta infatti affrontando una crisi senza precedenti a causa del diffondersi inarrestabile di diverse epizoozie e del proliferare della fauna selvatica. I dati relativi all’influenza aviaria sono allarmanti: secondo il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, solo nei mesi di dicembre 2024 e metà gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 1.700.000 animali tra tacchini, polli e galline, con un incremento significativo rispetto ai periodi precedenti. I focolai confermati nello stesso periodo sono arrivati ormai a 51 nel domestico e a 77 nel selvatico, con un tasso di crescita che sta accelerando.

Per il comparto suinicolo – aggiunge Confagricoltura – stanno partendo le procedure per la liquidazione dei danni indiretti subiti dagli allevatori per il periodo 1° dicembre 2023-30 novembre 2024, con un plafond che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto al fabbisogno.

A rendere ancora più complessa la situazione è la conferma della presenza dell’afta epizootica, virus ad altissima morbilità, in campioni prelevati da alcuni bufali presenti in un allevamento tedesco nel Brandeburgo e per cui si auspica la messa in atto di tutte le misure possibili per evitare il diffondersi della patologia.

Nonostante il forte impegno del ministro Lollobrigida nel reperire le risorse stanziate, la gravità della situazione supera le capacità finanziarie di intervento attualmente disponibili – evidenzia Confagricoltura – rendendo impossibile garantire un adeguato indennizzo  ai produttori colpiti. Per fronteggiare l’emergenza sanitaria l’istituzione di un fondo nazionale per le emergenze zootecniche che possa attingere al cofinanziamento comunitario, come già avvenuto in passato per l’aviaria, aumenterebbe la leva finanziaria degli interventi compensativi.

Lunedì prossimo, 27 gennaio, il presidente di Confagricoltura Giansanti, nel ruolo di presidente del COPA, sarà a Bruxelles alla prima riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca (Agrifish) sotto la neo presidenza polacca che presenterà il suo programma di lavoro e le sue principali priorità per il settore primario nel prossimo semestre. Sarà anche l’occasione per tornare sulla questione, che per l’Italia è una vera emergenza.

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Congratulazioni a von der Leyen: Confagricoltura auspica una transizione verde fatta con gli agricoltori. Pronti a lavoro congiunto

Confagricoltura si complimenta con la Presidente Ursula von der Leyen per la rielezione.

L’auspicio è che l’agricoltura torni ad essere una colonna portante dell’Unione e che la Presidente resti favorevole a una transizione verde costruita insieme agli agricoltori.

Palazzo della Valle esprime soddisfazione per alcuni passaggi del discorso pronunciato stamattina alla plenaria del Parlamento europeo; in particolare, per il riferimento a un’Europa che “sostiene i cittadini e le imprese, improntata al pragmatismo, dove prosperità e competitività sono i driver principali di sviluppo”. La Confederazione, infatti, come ampiamente affermato durante la recente Assemblea Estiva a Palazzo Mezzanotte (Milano), ribadisce l’urgenza di sostenere la produttività degli agricoltori, puntando quindi sulla sostenibilità economica e sociale, oltre che su quella ambientale. Fondamentale la tutela del reddito degli agricoltori e del rafforzamento della catena del valore lungo la filiera agroalimentare.

Ottimo, a questo proposito, il rimando di von der Leyen alla necessità di diminuire la burocrazia e aumentare gli incentivi all’impresa, oltre che il passaggio su una dotazione maggiore al bilancio dell’UE. Al riguardo, l’auspicio di Confagricoltura è che possa aumentare anche il bilancio destinato all’agricoltura che attualmente corrisponde solo allo 0,33% del PIL degli Stati membri.

La Presidente ha anche segnalato la necessità, per l’agricoltura e per l’industria, di “investire su tecnologie digitali e strategiche, ma anche sulle competenze delle persone”. Confagricoltura è pronta a lavorare in maniera congiunta in questa direzione, adoperandosi da sempre per accompagnare le imprese agricole verso una transizione digitale che ne aumenti la competitività e le doti degli strumenti necessari per fare fronte alle sfide contemporanee. Per far questo, sottolinea la Confederazione, bisogna favorire l’accesso delle imprese alle innovazioni che, oltretutto, sono le migliori alleate per il raggiungimento della carbon neutrality.

Sempre in relazione al Green Deal e agli obiettivi di sostenibilità ambientale, Confagricoltura sottolinea l’importanza della reciprocità negli scambi con i Paesi terzi, affinché i prodotti importati nel mercato europeo rispettino i parametri di sicurezza e qualità adottati dall’Unione.

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Confagricoltura, NGT: rammarico per il mancato accordo su un dossier fondamentale per l’agricoltura italiana ed europea

 Gli ambasciatori delle rappresentanze permanenti degli Stati membri presso l’Unione Europea (COREPER I) non sono riusciti a trovare un accordo per il mandato negoziale sulla proposta della Commissione europea relativa alle Nuove Tecniche Genomiche (NGT – New Genomic Techniques).

Confagricoltura si rammarica di questo ennesimo fallimento istituzionale per un settore che garantisce l’unica autonomia strategica dell’Unione Europea, quella alimentare, nonostante le numerose difficoltà che continuano a bersagliare il settore primario. Eventi climatici avversi, fitopatie e una crescente domanda da parte dei consumatori sono sfide che possono essere affrontate grazie all’innovazione e alla ricerca scientifica, come dimostrato da Paesi terzi che già ampiamente adoperano le Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura.

“L’Italia, grazie al contributo di Confagricoltura, si è dimostrata all’avanguardia approvando la sperimentazione in campo già l’anno scorso, in attesa di una legislazione europea più completa in materia di commercializzazione, che tarda ad arrivare per questioni, a nostro avviso, ampiamente superabili”, questo il commento del Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Il nostro auspicio” – conclude Giansanti – “è che la prossima Presidenza del Consiglio europeo possa giungere a una posizione comune per concludere quanto prima l’iter legislativo di questo dossier fondamentale per l’agricoltura, italiana ed europea, del futuro”.

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Elezioni europee, Confagricoltura: il nuovo Parlamento dovrà rivedere il Green Deal

La campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo deve ancora entrare nel vivo, ma il sistema delle imprese italiane, dall’agricoltura all’industria, ha già lanciato un messaggio assolutamente chiaro e univoco in vista della nuova legislatura. In sintesi: l’obiettivo strategico della neutralità climatica non è in discussione, ma vanno radicalmente cambiate le modalità operative del Green Deal. I fatti hanno dimostrato che la via del fondamentalismo genera forti contrapposizioni e non arriva da nessuna parte.  L’alternativa è rappresentata dagli investimenti per la diffusione delle innovazioni tecnologiche. Le imprese vanno messe nelle condizioni migliori per raggiungere gli obiettivi fissati in materia di sostenibilità ecologica.

Dopo le elezioni, l’attenzione sarà anche rivolta al rapporto curato da Mario Draghi sul rilancio della competitività del sistema produttivo europeo e alle indicazioni del gruppo di lavoro incaricato dall’Esecutivo UE di riflettere sul futuro dell’agricoltura. Per tratteggiare le prospettive della nuova legislatura, secondo Confagricoltura, saranno importanti le decisioni che matureranno su alcuni dossier rimasti in sospeso.  E’ il caso dell’intesa raggiunta sulla nuova normativa per il ripristino della natura, fermata in dirittura d’arrivo dal Consiglio, per il possibile impatto restrittivo sul potenziale produttivo agricolo. Inoltre, è in programma la presentazione di un nuovo progetto legislativo sui fitofarmaci, dopo il ritiro formale della proposta che prevedeva di ridurre l’utilizzo del 50% in media entro il 2030.  Attesa anche la revisione della normativa sulle emissioni industriali che si estende anche al comparto agricolo. Di recente, sono stati resi più pesanti e onerosi gli obblighi a carico degli allevamenti di suini e avicoli.  Va poi raggiunta l’intesa per inquadrare le tecniche di evoluzione assistita (TEA) nell’ordinamento dell’Unione.

Resta il fatto, evidenzia Confagricoltura, che le iniziative della UE per la lotta al cambiamento climatico devono essere inquadrate nel contesto globale. Stando ai dati della Commissione, le emissioni inquinanti dell’Unione incidono solo per il 7% sul totale mondiale. Le emissioni dell’intero settore agricolo pesano per meno del 12% su quelle complessive dell’Unione. Di recente, un gruppo di fisici dell’atmosfera dell’Università di Oxford ha pubblicato alcuni studi dai quali risulta che, distinguendo tra inquinanti climatici a vita breve e lunga e tenendo conto dell’assorbimento al suolo del carbonio, l’incidenza del settore agricolo sul totale dell’UE scenderebbe sotto i cinque punti percentuali.  La discussione è aperta.

Intanto, conclude Confagricoltura, nell’ultimo rapporto sulle emissioni di gas serra in Italia curato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è stato evidenziato che l’impatto dell’agricoltura sul totale nazionale è diminuito di quasi il 19 per cento.  Migliorare la sostenibilità ambientale è dunque possibile. Anche senza divieti e irrealistiche imposizioni a carico delle imprese.

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Dazi USA sui prodotti cinesi, Confagricoltura: si rischia guerra commerciale che potrebbe coinvolgere l’agroalimentare

Il drastico aumento dei dazi su alcune produzioni in arrivo dalla Cina che è stato annunciato negli USA è comprensibile sul piano economico. Sostenuta da generosi sussidi pubblici, la capacità produttiva cinese continua a superare largamente e in misura crescente la domanda interna: auto elettriche, pannelli solari, i semiconduttori Made in China hanno letteralmente invaso i mercati internazionali.

“Resta il fatto – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che la decisione dell’amministrazione USA rischia di innescare una guerra commerciale che può influire negativamente sull’andamento economico globale. La Cina ha già reagito, facendo sapere che adotterà ogni misura necessaria. Vale a dire, ritorsioni sulle importazioni dagli Stati Uniti”.

Secondo le ultime previsioni del WTO, gli scambi internazionali di merce dovrebbero crescere quest’anno solo del 2,6%, dopo la contrazione di oltre un punto percentuale registrata nel 2023.

Confagricoltura ricorda che la Commissione europea sta conducendo un’indagine sui sussidi pubblici cinesi alla produzione di auto elettriche. Anche alla luce delle decisioni annunciate a Washington, il rialzo dei dazi della UE potrebbe essere deciso nel giro di poche settimane.

“A quel punto – evidenzia Giansanti – dovremo mettere in preventivo la possibilità di misure di ritorsione da parte delle autorità di Pechino che potrebbero riguardare anche le importazioni agroalimentari dalla UE”. La Cina è il terzo mercato di sbocco per le produzioni di settore degli Stati membri. Secondo i dati della Commissione europea, le vendite sul mercato cinese sono ammontate a 14,6 miliardi di euro alla fine del 2023.

L’export agroalimentare dell’Italia si attesta attorno ai 18 miliardi di euro, con potenzialità di crescita di tutto rilievo. Vini, olio d’oliva, lattiero-caseari e salumi, i prodotti più richiesti.

“La situazione che si profila – conclude il presidente di Confagricoltura – aggiunge nuove tensioni in uno scenario internazionale già ad alta instabilità. Paghiamo il prezzo di aver messo da parte le regole multilaterali per la governance del commercio internazionale”.

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Revisione PAC, Confagricoltura: semplificazione significativa a vantaggio delle imprese anche grazie a retroattività. Resta comunque indispensabile una profonda riforma

“L’approvazione da parte del Consiglio UE della parziale revisione della PAC è un grande risultato per le imprese agricole che imprime un’accelerazione importante verso un’incisiva semplificazione, riducendo i vincoli all’attività produttiva. Sebbene ci sia ancora molto da fare, questo è un primo traguardo, ottenuto grazie al documento presentato a febbraio dal Governo italiano alla Commissione, che includeva le proposte di Confagricoltura annunciate durante l’Assemblea straordinaria a Bruxelles”. Ha così commentato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, aggiungendo: “Ottima la retroattività a partire dall’inizio dell’anno in corso”.

Il presidente ringrazia il Governo, e in particolare il ministro Lollobrigida, per il lavoro essenziale e positivo svolto in ambito europeo. Occorre ora procedere a livello nazionale alla modifica del Piano strategico per l’applicazione della PAC. A livello comunitario, intanto, proseguono le iniziative per la revisione della direttiva sulle pratiche sleali e per rafforzare il ruolo dell’agricoltura all’interno della filiera.

“Resta comunque indispensabile una profonda riforma della PAC, più attenta alla produzione, alla competitività e alla tutela dei redditi”, ha concluso il presidente Giansanti.

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Ue, Confagricoltura: reciprocità sulle importazioni per preservare la stabilità dei mercati

I produttori spagnoli hanno espresso nei giorni scorsi profonda preoccupazione per le conseguenze dell’eccezionale aumento delle importazioni di patate dall’Egitto. Negli ultimi cinque anni, spiega Confagricoltura sulla base dei dati resi noti dalla FEPEX, la Federazione che riunisce le associazioni di produttori e gli esportatori di prodotti ortofrutticoli, l’import è passato da 2.400 ad oltre 50.000 tonnellate, con un rialzo che sfiora il duemila per cento. Dal canto suo, EUROSTAT, il Servizio Statistico della Commissione Ue, ha reso noto che, in ambito europeo, le importazioni di patate egiziane si sono attestate lo scorso anno a 413mila tonnellate, quasi il doppio sul quantitativo del 2022.

A fine aprile, in Francia,  – continua Confagricoltura – le organizzazioni dei produttori ortofrutticoli francesi hanno protestato per l’aumento delle importazioni di pomodori dal Marocco. Nella campagna 2022-2023 sono ammontate a circa 425 mila tonnellate, con un rialzo di oltre il 7% in volume e del 27,5% in valore (nel complesso, 168 milioni di euro) nei confronti della precedente annata. A livello europeo, l’import di pomodori dal Marocco è salito del 42% nel trascorso decennio.

Il protezionismo è contrario agli interessi strategici dell’Unione. “L’Europa è un continente commerciale e una parte significativa del nostro benessere deriva dal commercio”, ha sottolineato la presidente della Commissione von der Leyen in un discorso pronunciato di recente al Parlamento europeo.

Confagricoltura ricorda che per i prodotti agroalimentari l’Ue è il primo esportatore a livello globale e il saldo attivo dell’interscambio commerciale di settore con i Paesi terzi ha toccato nel 2023 il massimo storico di 70 miliardi di euro. Un risultato di assoluto riguardo, da consolidare e migliorare. Alcuni aspetti della politica commerciale della Ue, ad avviso della Confederazione, devono tuttavia essere rivisti e aggiornati. Per preservare la stabilità dei mercati all’interno servono clausole di salvaguardia automatiche di fronte ad aumenti eccessivi delle importazioni dai Paesi terzi. Servono anche maggiori controlli alle frontiere, codici doganali più chiari, regole sull’origine in grado di fornire precise indicazioni ai consumatori.

Sul piano generale, per Confagricoltura è evidente che l’evoluzione del commercio internazionale non risponda più alle regole del WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio. I sussidi pubblici erogati negli Stati Uniti e in Cina determinano la competitività, piuttosto che la libera concorrenza tra le imprese.

L’Ue non può più permettersi di avere gli standard ambientali più avanzati su scala mondiale, di investire molto meno per la diffusione delle innovazioni rispetto a Stati Uniti e Cina, di non applicare la reciprocità delle regole nei confronti delle importazioni dai Paesi terzi. Questo modello – conclude Confagricoltura – è stato superato dagli eventi e alla lunga non può reggere. Il rischio è quello di una crisi di competitività tale da compromettere i livelli raggiunti di reddito, occupazione e benessere sociale.

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Incontro Von Der Leyen-Giansanti (COPA) per chiedere modifiche più incisive alla PAC a sostegno delle produzioni e dei prezzi all’origine

Come primo vicepresidente del Comitato europeo delle organizzazioni professionali agricole (Copa) il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, oggi è stato presente ad un incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e a cui hanno partecipato i due presidenti del Copa Cogeca, Christiane Lambert, e Lennart Nilsson.

L’incontro, che rientra nell’ambito del dialogo strategico avviato di recente dalla presidente, è servito a ribadire la necessità di rafforzare la capacità produttiva agricola dell’Europa e di tutelare la sua sicurezza e la sua sovranità alimentare.

Clima, guerre, dinamiche finanziarie speculative e inflazione sono i principali ostacoli a cui l’Ue deve fare fronte. E per farlo, ha sottolineato Giansanti a margine dell’incontro, “c’è bisogno di una Pac più semplice e moderna che accompagni gli agricoltori sul mercato”.

Durante la riunione di stamattina si è parlato anche del regolamento per l’applicazione semplificata della Politica agricola comune approvato dalla Commissione il 24 aprile scorso. Un provvedimento che il Copa Cogeca giudica come un primo passo verso un cambiamento necessario.

Con la presidente von der Leyen è stato affrontato anche il tema delle pratiche sleali e del principio di reciprocità da applicare nei rapporti commerciali con Paesi Terzi. Ci sono ancora troppe misure che non favoriscono le imprese europee e ancora tanto c’è da fare per sostenere i prezzi all’origine e riconoscere il giusto valore alle produzioni. Obiettivi, raggiungibili soltanto potenziando i controlli alle dogane e facendo valere, appunto, il principio di reciprocità.

Riguardo al sostegno alle imprese, Giansanti valuta positivamente anche la modifica alla Direttiva Nitrati l’estensione all’uso dei fertilizzanti Renue per il recupero di azoto. “Adesso bisogna lavorare per agevolare le imprese agricole nella produzione del digestato”, ha aggiunto.

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