Sottomisura 16.2 del Psr: bando a sostegno di progetti pilota e nuovi prodotti

Obiettivo

La Sottomisura 16.2 contribuisce direttamente alla Focus Area 3a “Migliorare integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare, attraverso i regimi di qualità, mercati locali, le filiere corte”. Obiettivo è sostenere la competitività e la sostenibilità delle attività agricole, agroalimentari e forestali tramite interventi di diffusione dell’innovazione e di trasferimento tecnologico aventi valore di collaudo di innovazioni non ancora testate, né introdotte nell’uso comune. Si intende inoltre diffondere nuove conoscenze volte a razionalizzare e ridurre i costi di produzione e consolidare il contatto con le imprese agricole e la ricerca, testando progetti innovativi più rispondenti alle esigenze delle imprese.

 

Tipo di intervento

La sottomisura sostiene progetti da realizzare attraverso la cooperazione tra più soggetti, aventi come finalità l’adozione di innovazioni interattive, di tipo gestionale, di processo e/o di prodotto, di tecnologie e/o pratiche migliorative, oltre l’adattamento di pratiche o di tecnologie in uso (ad esempio pratiche tradizionali applicate in un nuovo contesto ambientale o in una nuova area geografica). Gli obiettivi possono essere realizzati tramite:

-progetti di sviluppo pre-competitivo, volti a trasferire i risultati della ricerca in ambito aziendale ed interaziendale;

-progetti pilota”, ossia progetti sperimentali su piccola/media scala, supportati da una adeguata analisi di contesto, aventi come obiettivo l’applicazione e/o l’adozione di risultati di ricerca caratterizzati da unicità, originalità ed esemplarità, la cui valorizzazione si ritiene importante per il mondo agricolo regionale.

Si tratta di progetti di prova che prevedono attività di sperimentazione e dimostrazione di nuove tecnologie, tecniche, processi, pratiche, metodi ecc…, già operativi e disponibili la cui applicazione in ambito aziendale costituisce la parte finale del processo di test/validazione.

L’azienda rappresenta, quindi, il contesto nel quale svolgere la fase di collaudo e trasferimento, dalla quale sarà possibile trarre gli elementi di validazione di una innovazione non ancora testata e non ancora introdotta nell’uso comune. In questi ultimi aspetti risiede la principale differenza con le attività di dimostrazione finanziate nell’ambito della sottomisura 1.2 del PSR, che si caratterizzano, invece, per il carattere informativo in favore degli agricoltori su innovazioni già esistenti e consolidate. I progetti devono comprendere anche un programma di diffusione dei risultati.

 

Beneficiari

– Gruppi di Cooperazione (G.C.), ossia raggruppamenti di operatori dei settori agricolo, agroalimentare e forestale e altri soggetti che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi e delle priorità della politica di sviluppo rurale, tra cui le associazioni di produttori, le cooperative e le organizzazioni interprofessionali.

– Poli di nuova costituzione o che intraprendono una nuova attività, come stabilito all’art. 35 par. 3, del Reg. UE 1305/2013; per “polo” si intende un raggruppamento di almeno due imprese indipendenti (start up, piccole, medie e grandi imprese, enti di ricerca) concepito per stimolare l’attività economica promuovendo le interazioni, la condivisione di applicazioni pratiche e lo scambio di conoscenze e competenze e contribuendo al trasferimento di conoscenze, alla creazione di reti e alla diffusione delle informazioni tra le imprese del gruppo.

– Reti di nuova costituzione o che intraprendono una nuova attività come stabilito all’art. 35 par. 3, del Reg. UE 1305/2013; per “rete” si intende un raggruppamento di almeno due soggetti che può intraprendere azioni di carattere più generale, potendo attivare meccanismi di disseminazione delle innovazioni lungo le filiere e di emulazione tra imprenditori. Ogni forma di cooperazione deve assicurare la partecipazione di operatori agricoli, in forma singola o associata. I partenariati devono includere imprese agricole, agroalimentari o forestali (con codice di attività ATECO principale agricolo o agroalimentare) operanti sul territorio regionale, con almeno una propria unità produttiva interessata dagli interventi previsti.

Per la determinazione del numero di imprese agricole, agroalimentari e forestali aderenti al partenariato, sono considerate come unico soggetto aderente: 1) le imprese, individuali o collettive, detenute dal medesimo soggetto e/o sulle quali tale soggetto esercita il controllo; 2) le imprese detenute e/o controllate da soggetti che siano legati da un rapporto di coniugio, di parentela e/o affinità entro il secondo grado.

 

Priorità e criteri di valutazione

Nella selezione delle iniziative si terrà conto di:

– Qualità/coerenza del partenariato in relazione alla tipologia del progetto.

– Grado di rappresentatività nel partenariato, anche in termini numerici, del settore agricolo, agroalimentare e forestale regionale coinvolto.

– Concretezza degli interventi previsti; capacità di contestualizzazione in ambito aziendale e interaziendale dell’innovazione di prodotto, di processo, di mercato, organizzativa, sociale e gestionale; capacità di produrre risultati pratici che possano mantenersi e autoalimentarsi nel tempo; grado di chiarezza e di definizione del crono programma.

– Trasferibilità dell’innovazione individuata.

– Qualità e ampiezza delle azioni di divulgazione e trasferimento.

– Contributo diretto alle seguenti tematiche: sostenibilità ambientale, adattamento e sostenibilità dei cambiamenti climatici, benessere animale, qualità delle produzioni, adesione ai sistemi di qualità, valorizzazione della biodiversità, diversificazione dell’agricoltura.

La selezione sarà fondata su un sistema di punteggio con una soglia minima al di sotto della quale le domande non saranno ammesse a finanziamento.

 

Condizioni di ammissibilità

Ciascuna forma aggregativa (GC, Polo, Rete) deve:

– essere formata da almeno due soggetti, come meglio specificato nel paragrafo Beneficiari, che svolgano attività previste dalla sottomisura e contribuiscano alle priorità della politica di sviluppo rurale (priorità 1, 2, 3, 4, 5 e 6);

– essere già costituita in una delle forme associative o societarie previste dalle norme in vigore, formalizzata giuridicamente (ad esempio associazioni temporanee di scopo – ATS, consorzi, contratti di rete), con una durata coerente con i tempi di realizzazione del progetto;

– presentare un progetto innovativo, ossia un progetto pilota o di sviluppo pre-competitivo, che:

• preveda l’avvio di attività nuove rispetto a quelle comuni già in atto;

• descriva la problematica da risolvere mediante soluzioni innovative;

• illustri puntualmente l’intero processo di realizzazione previsto, i risultati che si intende conseguire ed il contributo che il progetto offre alle priorità della politica di sviluppo rurale;

• contenga la lista dei soggetti partecipanti al partenariato con la relativa ripartizione delle attività, il cronoprogramma, il piano finanziario articolato anche per partner e attività;

• illustri le procedure che si intende adottare per la diffusione dei risultati (ad esempio, sito web, convegni, seminari, workshop, pubblicazioni a stampa e on line, manuali per il trasferimento dell’innovazione); tali procedure devono essere specificate in apposito piano di comunicazione.

– avere sottoscritto l’impegno a costituire, in caso di finanziamento del progetto innovativo proposto, un comitato di progetto, per il quale devono risultare fissate l’articolazione delle competenze e le regole di funzionamento;

– essere dotata di un regolamento interno, volto a garantire una corretta e puntuale attuazione delle attività prefissate, trasparenza nel funzionamento e nel processo decisionale, ed evitare possibili conflitti di interessi.

 

Interventi ammissibili

Sono ammissibili i seguenti interventi:

– studi sulla zona interessata, stesura di piani aziendali, di piani di gestione forestale o di documenti equivalenti;

– animazione della zona interessata dal progetto territoriale collettivo selezionato, volto a portare benefici ad una specifica area dotata di una forte identità;

– organizzazione di programmi di formazione, collegamento in rete tra i membri e reclutamento di nuovi membri nel caso in cui il beneficiario sia un polo;

– costituzione dell’aggregazione, in una delle forme previste al paragrafo 4 delle presenti disposizioni attuative, in caso di poli e reti di nuova costituzione;

– esercizio della cooperazione e gestione del progetto;

– realizzazione del progetto innovativo:

• realizzazione di materiale informativo;

• analisi, test e prove necessarie per l’attuazione del progetto;

• attività di sperimentazione e verifica dell’innovazione e attività finalizzate all’introduzione dell’innovazione nel contesto aziendale previsto;

• realizzazione di prototipi già previsti nel progetto innovativo proposto;

• missioni e trasferte legate alla realizzazione del progetto;

• attività di disseminazione e trasferimento dei risultati.

 

Localizzazione

Sono finanziabili esclusivamente gli interventi realizzati nell’ambito del territorio regionale. Non sono ammissibili al sostegno progetti finalizzati al miglioramento genetico e al mantenimento della biodiversità animale in quanto previsti e finanziati esclusivamente dal Programma di Sviluppo Rurale Nazionale, approvato con Decisione (C2015)8312 del 20/11/2015 e s.m.i..

 

Livello del sostegno

Il sostegno è concesso sotto forma di contributo in conto capitale, a fondo perduto, sotto forma di sovvenzione globale, a copertura dei costi di cooperazione e dei costi di realizzazione delle attività previste. Il sostegno è pari al 100% delle spese effettivamente sostenute e documentate per le iniziative proposte e ritenute ammissibili.

 

Dimensione finanziaria delle iniziative progettuali

Il sostegno è erogato per un periodo non superiore a quattro anni. Sono ammessi progetti che prevedono un importo complessivo non superiore a 500.000,00 euro. Per i progetti che prevedono operazioni relative a prodotti non compresi nell’Allegato I del TFUE, e in particolare investimenti relativi al settore forestale e alla trasformazione dei prodotti agricoli in prodotti non agricoli, i contributi verranno riconosciuti con le modalità stabilite dal regime de minimis di cui al Regolamento (UE) n. 1407/2013, art. 3. L’importo complessivo degli aiuti de minimis concessi a un’impresa unica non può superare € 200.000,00 nell’arco di tre esercizi finanziari. Sebbene la rendicontazione delle spese debba essere effettuata a cura del legale rappresentante, l’aiuto de minimis viene concesso e attribuito al singolo partner che sostiene la spesa; per tale ragione, i singoli partner sono tenuti a presentare la dichiarazione de minimis sulla base del modello allegato al bando. Quando il progetto prevede investimenti quali la realizzazione di prototipi ed altre operazioni materiali, è prevista la concessione di anticipi nella misura massima del 50% della spesa pubblica ammessa a sostegno, incluse le spese generali a fronte di presentazione di garanzia fidejussoria pari al 100% dell’anticipo richiesto.

 

Dotazione finanziaria

€ 4.160.000,00 di cui € 2.516.800,00 quota FEASR.

 

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Ondata di gelo in Sicilia, Bandiera: “Censimento dei danni in corso. Pronti per lo stato di calamità”

Segue il testo della dichiarazione rilasciata in queste ore dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Edy Bandiera

“Abbiamo già allertato gli uffici e gli Ispettorati provinciali al fine di garantire e tutelare gli interessi degli agricoltori siciliani, ai quali esprimo la mia assoluta vicinanza”.

“Parte da subito il censimento dei danni per valutarne e verificarne sia la perimetrazione che l’entità del danno, in termini di percentuale sulla produzione lorda vendibile, in maniera tale che poi si possa portare in Giunta di Governo la richiesta, al Ministero per le Politiche Agricole, di declaratoria dello stato di calamità per le successive provvidenze che speriamo di ottenere”.

“Gelo e neve che arrivano fino al mare è un evento assolutamente straordinario faremo leva su queste ragioni per tentare di superare il tema della non risarcibilità, nel caso dei danni non assicurabili”.

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Bando Psr Sicilia da 5 milioni per la prevenzione degli effetti da calamità naturali

Con l’obiettivo di sostenere investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre il rischio di calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana ha pubblicato in data 22 dicembre 2018 il bando relativo la sottomisura 5.1 del PSR Sicilia dal titolo “Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”.

I beneficiari delle sottomisura sono:

– Imprenditori agricoli singoli o loro associazioni, Enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica, per investimenti in azioni di prevenzione da rischi di inondazioni/alluvioni, a condizione che sia stabilito un nesso tra l’investimento intrapreso e il potenziale produttivo agricolo.

L’importo massimo concedibile è pari ad € 150.000,00 per beneficiario, mentre l’importo minimo ammissibile è pari ad € 10.000,00 per beneficiario. Le domande di sostegno per la partecipazione al bando potranno essere caricate sul portale SIAN di AGEA dal 24 gennaio al 9 maggio 2019.

La sottomisura, come accennato sopra, prevede inoltre il sostegno di interventi che potranno essere sia aziendali che interaziendali, realizzati da imprenditori agricoli singoli o loro associazioni, per investimenti in azioni di prevenzione per la gestione del rischio climatico, con impianti di reti antigrandine, e del rischio idrogeologico, mediante la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica e/o realizzazione e riefficientamento di canali di scolo in aree classificate a pericolosità geomorfologica e idraulica elevata/molto elevata.

Si prevede, inoltre, di sostenere gli investimenti, realizzati da Enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica, per il miglioramento delle infrastrutture destinate alla regimazione dei deflussi superficiali ed al controllo dei livelli di falda freatica, finalizzato ad evitare i rischi di inondazione/alluvioni/esondazioni che possono determinare la perdita del potenziale produttivo agricolo.

Il bando che gode di una dotazione finanziaria di 5.000.000 di euro prevede un’intensità del sostegno, concesso sotto forma di contributo in conto capitale,del: 80% del costo dell’investimento ammissibile per interventi di prevenzione realizzati da singoli agricoltori e, in generale, per gli investimenti non riguardanti infrastrutture (anche per gli associati vale 80% se non riguarda infrastrutture); 100% del costo dell’investimento ammissibile solo per gli investimenti in infrastrutture per interventi di prevenzione realizzati collettivamente da più beneficiari o da Enti pubblici a condizione che vi sia un nesso con la produzione agricola.

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Fondi europei, Sicilia promossa: superato il target anche su agricoltura, pesca e spesa sociale

Traguardo raggiunto e superato di oltre 21,3 milioni di euro. La Regione Siciliana è riuscita a passare l’esame con Bruxelles anche per le risorse comunitarie – assegnate all’Isola dall’Ue per il periodo 2014/2020 –  relative al Fondo sociale europeo (Fse).

Il target di spesa fissato a fine 2018 era di 96,7 milioni di euro. Si partiva, a dicembre del 2017, da 32,9 milioni di euro. Il dato definitivo è più che positivo vista una certificazione finale di 118 milioni di euro (quindi con una spesa nell’anno appena trascorso di oltre 85 milioni di euro).

Come è noto, anche sul Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale – con il quale vengono finanziate infrastrutture e concessi aiuti alle imprese – il governo Musumeci è stato promosso ieri l’altro con una spesa complessiva di 719 milioni di euro (dato finale al 31 dicembre), maggiore di oltre 44 milioni di euro rispetto al limite minimo imposto di 674,6 milioni di euro.

Un risultato insperato, visto che alla fine del 2017, a tre anni dall’avvio della programmazione, erano stati certificati appena 6,3 milioni di euro.  Una corsa contro il tempo quindi quella che il governo regionale, insediatosi nel dicembre del 2017, ha dovuto fare negli ultimi dodici mesi.

“Un risultato ottimo – evidenzia il governatore della Sicilia Nello Musumeci –  visto il livello bassissimo di utilizzo delle risorse su alcuni Programmi in quel momento. Un obiettivo reso possibile da un grande lavoro di squadra politico e burocratico e da una sinergica collaborazione istituzionale con il ministero per il Sud”.

Buone notizie anche dal Programma di sviluppo rurale – destinato alle aziende agricole – con un superamento di oltre 185 milioni di euro rispetto al traguardo di 377 milioni di euro imposto da Bruxelles . La spesa raggiunta è infatti di 562,3 milioni di euro.

Anche nel Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ampiamente raggiunto il target –  fissato a livello centrale, trattandosi di un Programma nazionale – con 7,9 milioni di euro certificati.

A chiudere in positivo anche il Programma transfrontaliero Italia-Malta, del quale la Sicilia è Autorità di gestione. L’obiettivo imposto da Bruxelles, pena la restituzione delle somme, era di 945mila euro. Spesa raggiunta di 1,5 milioni di euro (+538mila euro).

“Sono veramente orgoglioso – aggiunge Musumeci – di essere il presidente di una Regione che sta iniziando a cambiare passo e che guarda al futuro con ottimismo e minore rassegnazione. Prima le risorse non venivano spese e ritornavano indietro, ora questo non avviene più. Ovviamente è solo il punto di partenza, perché dobbiamo puntare a migliorare la qualità della spesa, modificando quella parte della programmazione, che non abbiamo fatto noi, per adeguarla alle esigenze del territorio. Voglio rivolgere nuovamente un ringraziamento a tutti gli assessori, in particolare a quelli all’Istruzione Roberto Lagalla e all’Agricoltura Edy Bandiera, che erano direttamente responsabili di alcuni Programmi, e un plauso ai dirigenti generali coinvolti e a tutti i loro collaboratori, che hanno dato il massimo per il raggiungimento dell’obiettivo, sacrificando, in alcuni casi, anche i propri affetti familiari”.

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Pac, Confagricoltura firma documento con le associazioni degli agricoltori tedeschi e francesi

“Rafforzare le convergenze per plasmare il futuro della politica agricola comune (PAC)”. E’ il titolo del documento congiunto che Confagricoltura ha sottoscritto nei giorni scorsi con l’Associazione degli agricoltori tedeschi (DBV) e con la Federazione nazionale delle imprese agricole francesi (FNSEA), anche in vista della ripresa, dopo le festività di fine anno, delle discussioni in seno al Parlamento europeo e al Consiglio.

Le tre organizzazioni sono fermamente convinte che la PAC debba restare una politica comune a tutti gli effetti, per evitare qualsiasi distorsione di concorrenza tra gli agricoltori europei e per garantire il regolare funzionamento del mercato unico, nel quadro di un’effettiva semplificazione burocratica.

I presidenti di DBV, FNSEA e Confagricoltura hanno espresso la determinazione a contrastare qualsiasi riduzione dei fondi destinati alla Pac, anche per salvaguardare la competitività delle imprese. A tal fine, nel documento congiunto viene respinta qualsiasi ipotesi di plafonamento e riduzione degli aiuti diretti in funzione della dimensione aziendale.

Tenuto conto dello stato attuale dei negoziati che non potranno concludersi, nella migliore delle ipotesi, che a fine 2019, le tre organizzazioni sollecitano il varo di misure transitorie per garantire il funzionamento dell’assetto normativo in vigore, in attesa delle decisioni sulla nuova PAC. Anche perché la messa in opera della nuova PAC, si sottolinea nel documento congiunto, richiederà tempi adeguati.

Le tre organizzazioni, infine, ritengono fondamentale raggiungere un accordo sul nuovo Quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027, prima delle elezioni europee in calendario alla fine del prossimo mese di maggio.

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Assemblea Confagricoltura: innovazione, digitalizzazione, infrastrutture e semplificazione per un’agricoltura competitiva

“Quello che proponiamo è un vero e solido rilancio dell’agricoltura come settore strategico per il futuro dell’economia italiana”: questo il passaggio centrale della relazione svolta dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nella seconda giornata dell’Assemblea dell’Organizzazione che si è conclusa ieri a Roma. Presente ai lavori anche l’Unione di Ragusa, nella persona del presidente dott. Antonino Pirrè.

“I vincoli che frenano il sistema produttivo si trovano fuori dalle imprese – ha detto Giansanti -. Modernizzazione delle infrastrutture per arrivare con facilità sui mercati di tutto il mondo. Diffusione delle innovazioni tecnologiche – a partire dal digitale – per far crescere la competitività. Costi di produzione allineati sui livello di quelli dei nostri principali concorrenti. Una Pubblica Amministrazione efficiente a livello centrale e in tutte le Regioni.

Nello scenario che le imprese hanno di fronte incide pure, e in misura rilevante, la nuova politica commerciale avviata dal presidente degli Stati Uniti d’America.

“E’ un fatto positivo la ripresa del negoziato bilaterale per porre fine alla “guerra commerciale” in corso” – ha rimarcato Giansanti -. Resta il fatto che il sistema multilaterale di regolazione degli scambi è entrato in una crisi irreversibile. La diffusione del protezionismo farebbe crollare il “Made in Italy” di settore. Ecco perché difendiamo gli accordi di partenariato economico negoziati dalla Commissione europea se l’analisi dei costi e dei benefici è positiva.”

“Occorre vigilare attentamente sulle regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali – ha continuato il presidente di Confagricoltura -. Ma non ci sono altri strumenti a disposizione, oltre agli accordi commerciali dell’UE, per continuare a far crescere le esportazioni italiane sui mercati di tutto il mondo. Chi critica gli accordi commerciali dell’UE non ha mai indicato soluzioni alternative. Di sicuro, non c’è crescita puntando solo sulla domanda interna.”

“Da imprenditori, come sempre, giudicheremo sui fatti – ha detto Giansanti -. Però, dobbiamo riconoscere in termini positivi che in questa fase politica si è tornati a parlare di crescita, di investimenti, di reddito e di occupazione.”

L’Unione Europea ha di fronte importanti scadenze che culmineranno alla fine di maggio dell’anno venturo con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo: il negoziato sulla Brexit, la riforma della PAC, il nuovo quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027.

“I tre dossier – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – hanno un filo conduttore comune: le decisioni che saranno assunte avranno un forte impatto sulle prospettive delle nostre imprese”.

Brexit. “Vedremo quelle che saranno nelle prossime settimane le decisioni delle istituzioni britanniche. Noi ci auguriamo un esito positivo, con l’entrata in vigore dell’accordo di recesso che tutela in modo adeguato il settore agricolo, comprese le indicazioni geografiche e di qualità. Ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari: anche a quello di una Brexit senza intese.

Proponiamo, al riguardo, la creazione di una “task force” al ministero delle Politiche agricole, per supportare le imprese nella fase di adattamento che sarebbe particolarmente difficile”.

Riforma della Pac. “Ormai è scontato che andiamo verso una proroga della normativa vigente. Il negoziato sulla “PAC post 2020” sarà chiuso dal Parlamento europeo che sarà eletto a fine maggio dell’anno venturo e dalla nuova Commissione che si insedierà a novembre 2019. La richiesta della nostra Organizzazione, condivisa con le principali associazioni degli agricoltori europei è chiara: nessuna discriminazione ai danni delle imprese di maggiori dimensioni che si avrebbe con il plafonamento e la degressività sugli aiuti diretti della Pac. E si proceda verso un’effettiva semplificazione”.

Quadro finanziario dell’Unione europea. “La Commissione europea ha proposto un drastico taglio dei fondi da destinare all’agricoltura nel periodo 2021-2017. In particolare, per i programmi di sviluppo rurale il taglio sarebbe di quasi il 20 per cento. La partita è aperta perché la decisione finale, all’unanimità, spetta ai capi di Stato e di governo dell’Unione. Il Parlamento europeo e il governo italiano, va sottolineato, si sono schierati a favore dell’invarianza delle risorse da destinare all’agricoltura”.

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Stanziamento da 13 milioni per le aziende vinicole siciliane che vogliono ammodernarsi

Per partecipare c’è tempo sino al 15 febbraio: spesa minima di 30.000 euro articolata su due campagne vitivinicole, 2018-2019 e 2019-2020

Un nuovo bando dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, retto da Edy Bandiera, rivolto alle aziende vitivinicole siciliane che intendono ammodernare le attrezzature o realizzare nuove cantine per migliorare la produzione del vino.

“Un regime di aiuti – si legge nel bando – per investimenti materiali o immateriali in impianti di trattamento e in infrastrutture vinicole nonché in strutture e strumenti di commercializzazione del vino diretti a migliorare il rendimento globale dell’impresa vitivinicola e con l’obiettivo di adeguare la struttura aziendale alla domanda di mercato e conseguire una maggiore competitività nel mercato stesso, anche al fine di migliorare i risparmi energetici, l’efficienza globale nonché i trattamenti sostenibili”.

Soddisfatto per il provvedimento, che prevede un finanziamento di 13 milioni di euro per le aziende che vorranno usufruirne, il presidente Nello Musumeci, che ha evidenziato l’efficienza dei nuovi macchinari che i produttori siciliani avranno a disposizione per poter competere con altri imprenditori anche all’estero.

“Una nuova e importante opportunità – ha dichiarato il governatore Musumeci – per i nostri imprenditori che, dotandosi di strumenti all’avanguardia, potranno migliorare le proprie performance sui mercati nazionali e internazionali, concorrendo ad armi pari con le altre aziende”.

Gli imprenditori vitivinicoli siciliani avranno tempo fino al 15 febbraio 2019 per presentare le richieste di finanziamento che, dovranno essere inoltrate attraverso un Centro di assistenza agricola, al portale Sian. Entro sette giorni tutta la documentazione cartacea dovrà pervenire presso l’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura competente per territorio. Si tratta di un bando biennale, che prevede una spesa massima di tre milioni di euro e una minima di trentamila euro, articolato su due campagne vitivinicole: 2018-2019 e 2019-2020. La dotazione finanziaria messa a bando verrà utilizzata per erogare l’anticipo del contributo, pari al 30 per cento, alle aziende collocate utilmente in graduatoria. Per il saldo, saranno appostate le ulteriori risorse necessarie a valere sull’Ocm vino.

Le imprese, per beneficiare dell’aiuto, devono dimostrare che gli investimenti migliorano il rendimento globale dell’impresa attraverso la presentazione di una relazione dettagliata del piano di investimenti che si intende realizzare. Non sono ammessi a contributo investimenti che già beneficiano di altri contributi pubblici, a qualunque titolo erogati o che si configurino come interventi di mera sostituzione di beni mobili e/o immobili preesistenti che non comportino un miglioramento degli stessi.

Un bando che dimostra l’impegno della Regione per la valorizzazione di uno dei settori trainanti dell’economia siciliana, con numerose eccellenze come nel settore biologico.

L’assessore Bandiera ha commentato il provvedimento dichiarando che si tratta del “primo bando per investimenti emesso dal 2016 e dell’ultimo relativo alla programmazione Ocm vino per la Campagna 2018-2019. Adesso abbiamo impegnato tutte le risorse messe a disposizione dal competente ministero”.

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Tutto pronto per la prima edizione del Premio Nazionale Innovazione nel settore Agricoltura

La ricerca e l’innovazione in agricoltura costituiscono una grande opportunità per rilanciare la competitività del settore, anche attraverso un aumento della produttività e una riduzione di costi di produzione, per contribuire ad una sempre maggiore sostenibilità ambientale e sociale e per garantire la qualità e tracciabilità dei prodotti.

Per tali motivi Confagricoltura ha avviato una serie di iniziative dirette a:

  • a supportare la crescita e lo sviluppo delle imprese agricole e dell’intero sistema agricolo attraverso la cooperazione, lo scambio di conoscenze e l’innovazione;
  • rafforzare il processo di informazione, promozione, validazione e valorizzazione dello sviluppo dell’innovazione, ed in particolare della digitalizzazione, in agricoltura.

In tale ambito si è deciso anche di lanciare il Premio nazionale per l’innovazione nel settore dell’agricoltura.  Il Premio diretto alle imprese agricole innovative, nasce con l’idea di costruire un momento celebrativo che mostri quanto il settore sia già ricco di innovazione, mettendo in luce l’ampia e articolata offerta di soluzioni tecnologiche, di prodotto e di processo, organizzative, già poste in essere negli ultimi anni, o in corso di sviluppo. Nel dare rilievo al tema dell’innovazione emerge, inoltre, l’esigenza di valorizzare il ruolo degli imprenditori agricoli in quanto vero motore dello sviluppo non solo aziendale ma anche territoriale.

La prima edizione del Premio è indirizzata a tutte le aziende agricole che abbiano sviluppato o implementato negli ultimi tre anni soluzioni innovative appartenenti alle seguenti categorie:

  1. Nuove frontiere: innovazioni tecnologiche, relative a processi, prodotti e servizi, applicate a livello di impresa;
  2. Reti, filiere, ecc.: soluzioni innovative intraprese tra due o più attori;
  3. Smart land, smart city:
  • innovazioni che mettano in relazione le aree rurali con le aree urbane;
  • progetti innovativi che uniscono arte, turismo e cultura creando sinergie fra la dimensione agricola e quella culturale nelle sue varie forme.

 Le domande di partecipazione all’iniziativa potranno essere compilate e presentate online a partire dal 2 gennaio 2019 accedendo al sito di Confagricoltura nella sezione Premio innovazione in agricoltura e quindi entrando nella categoria del premio in cui si intende partecipare. Il bando sarà disponibile sul sito a partire dal 19 dicembre.

Sempre dalla sezione Premio innovazione in agricoltura, si potrà accedere alla modulistica (Dichiarazione sostitutiva di certificazione di atto di notorietà – all. 2 – ed il Consenso, previa informativa, sulla privacy – all. 3) che andrà compilata, firmata ed inviata al seguente indirizzo e-mail premioinnovazione@confagricoltura.it, congiuntamente ad ogni altra documentazione a supporto dell’innovazione introdotta in azienda.

La premiazione delle domande selezionate avverrà in uno specifico evento celebrativo. Le imprese che hanno presentato le innovazioni selezionate potranno partecipare ad una serie di iniziative, tra cui: far parte della Rete delle imprese agricole innovative ed essere testimonial ufficiali alle attività formative e divulgative del sistema Confagricoltura.

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Tirocini, apprendistato, Resto al Sud: il lavoro al centro del corso del dott. Vindigni da Confagricoltura Ragusa

Molto partecipato l’incontro di formazione tenutosi stamane presso la sede di Confagricoltura a Ragusa. Gli imprenditori associati hanno interloquito con il dott. Giovanni Vindigni, direttore provinciale del Centro dell’Impiego di Ragusa.

Al centro del momento di formazione il lavoro: tirocini formativi, apprendistato (comprese misure che permettono alle aziende di formare giovani studenti, consentendo agli stessi di ottenere il diploma e, nel contempo, di avviare un percorso lavorativo all’interno delle imprese), dispositivi a sostegno dell’auto-imprenditorialità giovanile come Resto al Sud.

“Ringrazio davvero il presidente Pirrè e Confagricoltura Ragusa per aver permesso un momento come quello di stamattina, in cui gli imprenditori si formano su normative recenti ed acquisiscono strumenti utili al poter creare lavoro”: questo il commento del dott. Giovanni Vindigni, che aggiunge: “Formare è trasferire know-how, sono certo che non mancheranno altri momenti, richiesti dagli imprenditori stessi, di collaborazione proficua tra il Centro per l’Impiego di Ragusa e Confagricoltura”.

L’incontro di oggi si aggiunge ad altre iniziative avviate da Confagricoltura sul versante della formazione delle aziende, nella consapevolezza che senza l’adeguata formazione e senza l’ausilio di professionisti validi e competenti non si può essere all’altezza della sfida dell’innovazione. Attività che proseguiranno anche nei prossimi mesi, per creare sempre più connessioni tra le imprese agricole e il tessuto produttivo locale.

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Incontro formativo sul lavoro presso Confagricoltura Ragusa con il dott. Giovanni Vindigni

Continua senza sosta la programmazione di eventi di formazione per i propri iscritti di Confagricoltura Ragusa. Oltre al corso sui fondi europei diretti (che si concluderà con l’ultimo modulo giovedì 13 dicembre), in calendario un altro importante momento sarà giorno 11 dicembre, a partire dalle ore 9.30, con il dirigente dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana e direttore provinciale del servizio Centro per l’Impiego di Ragusa, Giovanni Vindigni.

Un momento di prezioso confronto in cui si affronteranno i seguenti temi:

– Sistemi incentivanti previsti dalla normativa nazionale inerente sgravi contributivi SUD;
– Applicazione dei dispositivi relativi all’avvio dei tirocini formativi in agricoltura;
– Approfondimento circa la nuova normativa regionale in merito all’apprendistato di I e II livello;
– Dispositivi di finanziamento per i giovani, ai sensi di Resto al Sud e Selfemployment.

“Confagricoltura Ragusa, consapevole dell’importanza del ruolo che deve assumere un’associazione di categoria imprenditoriale in un tessuto produttivo attraversato da criticità, ma anche da grandi opportunità, continua ad offrire il massimo in termini di protocolli, servizi e momenti di formazione “, spiega il presidente, dott. Antonino Pirrè.

“Uno sforzo necessario – aggiunge Pirrè – per offrire alle imprese agricole associate strumenti per poter competere al meglio in un mercato caratterizzato da insidie ma anche da straordinarie opportunità di sviluppo”.

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