Il Pomodoro è davvero l’Oro Rosso dell’area iblea

La più grande area agricola italiana per produzione di pomodoro da mensa, prima in Europa per concentrazione di serre di pomodoro

La provincia di Ragusa rappresenta la prima area agricola d’Italia per produzione da pomodoro da mensa: 6000 ettari di serre, di cui oltre 1800 ettari in idroponica fuori suolo con impianti ad alta tecnologia, che producono pomodoro che viene esportato nei mercati di tutta Europa.

Dai mercati di Vittoria, Santa Croce, Scicli partono quotidianamente centinaia di Tir frigoriferi per portare l’”oro rosso ibleo” nelle case di milioni di cittadini europei. Ecco “Oro Rosso dell’area iblea”, mutuato dal titolo del bellissimo ed erudito libro della scrittrice giapponese Yuko Okuma, “Il pomodoro: Oro Rosso di Italia”, presentato a Scicli venerdì 31 maggio a Palazzo Spadaro, in una cornice culturale e tecnica. L’incontro è stato promosso da Svimed – Centro Euromediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, Confagricoltura Ragusa, Lions Club locale, associazione Coltivazioni Urbane, con il patrocinio del Comune di Scicli.

Importanti considerazioni sono emerse durante il dibattito in occasione della presentazione del libro: il pomodoro ha rappresentato, rappresenta e potrà ancora rappresentare la ricchezza di questo territorio, occorre supportare con orgoglio questo comparto con il necessario supporto della politica, la Regione non può dimenticare questo settore, sono piuttosto necessari investimenti pubblici a sostegno dell’innovazione tecnologica, della concentrazione dell’offerta, dell’assistenza tecnica e della ricerca universitaria.

“Il Pomodoro: Oro rosso d’Italia”, scritto in collaborazione con Sara Sergenti, storica ed esperta di produzioni agroalimentari, è un volume ricco di un ampio repertorio iconografico e ripercorre le tappe della trasformazione del pomodoro da bacca sospetta a curioso ornamento protagonista della cucina italiana. Antichi erbari, antichi ricettari, diari di viaggio e lettere di maggiordomi, immagini e scatti delle conserve, delle coltivazioni, delle grandi industrie e delle cucine dei grandi chef stellati. Eccellente la collaborazione con il fotografo siciliano, Gianni Mania, che ha saputo rendere vibrante il paesaggio ibleo, in cui le serre sembrano un mare argenteo.

Yuko Okuma vive in Italia da trent’anni a Parma ed è considerata una delle massime esperte di mercato agroalimentare italiano, rappresentando diverse grandi aziende giapponesi per l’individuazione e l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani di eccellenza.

Il libro è un viaggio attraverso tutte le realtà italiane coinvolte nella produzione del pomodoro, dall’Emilia Romagna alla Campania, dalla Puglia alla Sicilia, sia per quanto riguarda il pomodoro da trasformazione che da mensa. Il libro si sofferma anche sulla fascia trasformata iblea e su Scicli, patria del pomodoro siciliano ante-serra (a Scicli già si produceva pomodoro in maniera “industriale” a fine Ottocento, con magazzini per la selezione e lavorazione, e poi, con l’arrivo della ferrovia a Scicli, si iniziò l’esportazione).

La serata è stata l’occasione per riflettere sullo stato dell’agricoltura della cosiddetta fascia trasformata iblea, insieme a tecnici, esperti, imprenditori del settore, ma anche politici locali e regionali. Per esempio è emerso che, anche in un momento di crisi generale, e specie dell’agricoltura iblea, nel settore c’è un fortissimo fermento, una voglia d’innovazione tecnologica delle produzioni, per vincere la sfida dei mercati internazionali. Si è parlato delle nuove tecniche idroponiche in “fuori suolo” che permettono un’agricoltura sostenibile, con l’abbattimento dell’utilizzo di risorse idriche, fertilizzanti e pesticidi.

Interessanti e stimolanti gli interventi dell’esperto di agricoltura in serre, dott. Bartolomeo Ferro, del dott. Salvatore Occhipinti, Direttore del GAL Terra Barocca, che ha ribadito l’azione del GAL a supporto degli imprenditori agricoli e ha annunciato la prossima pubblicazione di bandi per coniugare agricoltura, turismo ed enogastronomia, di Emanuele Scala, imprenditore agricolo del famoso marchio Costa dei Sapori, che rappresenta diverse aziende agricole in oltre 60 ettari di serre, Carmelo Arestia, patron del famosissimo marchio Agromonte, eccellenza iblea nel mondo delle salse di ciliegino.

Sono intervenuti per i saluti di rito la vicesindaco di Scicli Caterina Riccotti, l’on. Orazio Ragusa, presidente della Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana. La serata è stata presentata dal Presidente di Svimed, Giovanni Iacono, e moderata dal prof. Giuseppe Pitrolo.

Presentazione Scicli    pomodoro 2    pomodoro 3

 

Foto di Gianni Mania

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

Tessera Odg Sicilia n. 161773

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Canapa, Confagricoltura: “Colmare vuoti normativi che penalizzano la filiera”

La Cassazione, con propria soluzione, afferma che non possono essere commercializzati prodotti a base di cannabis che abbiano un effetto drogante. Ma le varietà ammesse dalla legge 242/2016 non devono destare allarme, perché sono a basso contenuto di THC (che è la sostanza che produce l’effetto psicoattivo) con valori entro lo 0,2%. Riguardo all’effetto drogante la giurisprudenza si è ampiamente espressa negli ultimi anni escludendo dal campo di applicazione del DPR 309/90 sugli stupefacenti, i prodotti della canapa industriale con valori di THC entro lo 0,5%”. Commenta così Confagricoltura la decisione adottata ieri dalle Sezioni Unite della suprema Corte di Cassazione in merito alla commercializzazione dei prodotti della cannabis sativa.

“In attesa di conoscere le motivazioni, riteniamo che la decisione della Cassazione non debba essere letta come divieto generalizzato di vendita dei prodotti a base di canapa industriale – sottolinea Confagricoltura -. In ogni caso il Parlamento, il Governo ed i Ministeri competenti dovranno intervenire al più presto per perfezionare la normativa, ad esempio regolamentando i prodotti nutraceutici e cosmetici a base di cannabinoidi quali il CBD e definendo i livelli massimi di THC ammessi per gli alimenti, che vanno stabiliti con un decreto del ministero della Salute che aspettiamo ormai da quasi due anni.

“Ci preoccupa il fatto che la sentenza possa introdurre ulteriori incertezze – prosegue Confagricoltura -. Abbiamo una filiera produttiva importante che non può essere smantellata per i vuoti normativi. Non è più accettabile che il settore della coltivazione e della trasformazione della canapa debba continuamente raffrontarsi con giudizi e sentenze che spesso rimettono in discussione l’intero apparato normativo del settore”.

“Riteniamo – conclude Confagricoltura – che la canapa industriale, nell’interezza della pianta (fusto foglie, semi, fiori), abbia tutti i requisiti e le potenzialità per soddisfare le diverse domande dei nuovi mercati della bioeconomia (integratori alimentari, nutraceutici, biocosmesi, bioedilizia, bioplastiche, bioenergie) e che oggi, con i circa 5.000 ettari coltivati in Italia, sia una realtà produttiva importante che merita di essere tutelata e salvaguardata”.

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Consorzio di Bonifica di Ragusa, Pirrè: “Situazione gravissima. Intervenire subito per scongiurare danni alle produzioni agricole”

“Stipendi non pagati anche da 20 mesi, dipendenti costretti a usare mezzi propri sui quali non possono pagare né la copertura assicurativa, né il carburante, situazioni debitorie degli stessi pesanti: questa la situazione attuale al Consorzio di Bonifica di Ragusa. Uno status quo insostenibile e grave che, se non sanato in tempi celeri, rischia di paralizzare il comparto agricolo ibleo, con gravissimi danni alle produzioni”. Così il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè.

“Nei prossimi giorni incontreremo il Prefetto, il presidente della Regione e il direttore del Consorzio – spiega Pirrè – al fine di scongiurare il peggio. Il Consorzio di Bonifica, da quello che ci viene riferito da più parti, ha gli strumenti economico-finanziari per porre in essere soluzioni d’emergenza per sbloccare lo stato attuale delle cose. Ricordiamo che si tratta di un soggetto che eroga servizi di interesse pubblico e che, quindi, non può essere gestito in un’ottica privatistica”.

“Sono già pervenute diverse segnalazioni da parte di imprenditori associati, preoccupati del rischio di danni che potrebbero subire le loro produzioni. Chiediamo al direttore – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – di adoperarsi immediatamente per sbloccare lo stato delle cose, ribadendo la piena disponibilità di Confagricoltura Ragusa a fare la propria parte. La posta in gioco è la nostra agricoltura, non è tollerabile l’immobilismo attuale”.

 

 

 

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Il siciliano Francesco Mastrandrea è il nuovo presidente dei Giovani di Confagricoltura

“Non posso pensare ad un lavoro diverso. Sono fiero di essere agricoltore: ho costruito, praticamente da zero, la mia azienda agricola: 40 ettari a vocazione olivicola in provincia di Messina, sulle colline di fronte all’arcipelago delle Isole Eolie, specializzata nella produzione di olio extravergine di oliva da cultivar autoctone della Sicilia tirrenica”. Lo ha detto Francesco Mastrandrea, 33 anni, eletto ieri presidente dell’Anga, l’associazione che riunisce i giovani di Confagricoltura, dall’assemblea riunita a Palazzo della Valle.

Dopo aver completato gli studi economici ed essersi impegnato come consulente aziendale, il neo presidente dei giovani di Confagricoltura ha scelto di scommettere sull’agricoltura, entrando a far parte di quel nutrito gruppo di ‘under 35’: più di 3.500 giovani l’anno, che scelgono di cambiare vita e impegnarsi nel settore primario.  “L’assenza di una tradizione familiare alle spalle – ha rilevato – mi ha portato ad affrontare un mondo sconosciuto da un punto di vista professionale ed imprenditoriale. Ho avuto anche momenti complicati, che mi hanno spinto ad approfondire tutte le tematiche di sviluppo e a interfacciarmi con le problematiche che ogni giorno affrontiamo”.

Francesco Mastrandrea punta sull’agricoltura imprenditoriale, innovativa e internazionale, con un occhio alla sostenibilità e alle nuove tecnologie “perché solo con questa mentalità – rimarca –   riusciremo ad incidere in maniera significativa per riposizionare il nostro settore, che merita le opportunità e le attenzioni degli altri comparti economici. Il giovane imprenditore deve puntare in alto potendo contare sulla ricerca, la rintracciabilità del prodotto, la sostenibilità, la tecnologia, con una visione europea e globale del settore primario”.

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Mastrandrea succede a Raffaele Maiorano e guiderà i Giovani di Confagricoltura per il prossimo triennio. Lo affiancheranno tre vicepresidenti: per il Nord Francesco Longhi, 31 anni, con un’azienda ad indirizzo seminativo estensivo in provincia di Rovigo, per il Centro Giovanni Bertuzzi, 28 anni, si occupa dell’impresa di famiglia a Minerbio (Bo), a prevalente indirizzo cerealicolo e bieticolo, mentre vicepresidente per il Sud è stato eletto il leccese Giangiacomo Arditi, 36 anni, titolare dell’azienda Terresante ad indirizzo olivicolo e vitivinicolo. A completare la squadra i tre componenti del comitato di presidenza: Alessandro Calvi di Bergolo (Al), Francesco Manca (Fe) e Osvaldo De Falco (CS).

Al neo-presidente Mastrandrea i complimenti e gli auguri di buon lavoro da parte del presidente, del direttore e di tutta Confagricoltura Ragusa, orgogliosi di avere un siciliano alla guida dei giovani dell’organizzazione di categoria degli imprenditori agricoli italiani.

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Elezioni europee, Confagricoltura Ragusa: “Ecco le priorità che segnaliamo ai neo eletti”

Il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, interviene sui risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo di domenica: “Ci congratuliamo innanzitutto con i parlamentari siciliani eletti, certi che sapranno perseguire e rappresentare gli interessi diffusi dell’agricoltura siciliana ed italiana. Diamo inoltre il benvenuto agli esponenti politici che fanno il loro ingresso per la prima volta al Parlamento UE”.

“La nuova assemblea – aggiunge il presidente Pirrè – ha davanti sfide importanti per l’Europa, come ad esempio la riforma della PAC, determinante e urgente per la nostra agricoltura. Come imprenditori che operano in un mercato comune chiediamo regole europee reciproche, partendo dal sistema fiscale, che invece oggi opprime le aziende italiane e le penalizza rispetto agli altri Paesi”.

“L’armonizzazione delle norme – spiega il presidente di Confagricoltura Ragusa – deve riguardare anche il costo del lavoro e le pratiche ambientali per costruire un’Europa più competitiva in ambito internazionale. Per farlo abbiamo bisogno di un’Italia più coraggiosa e lungimirante nelle riforme, capace di essere protagonista in questa battaglia. Siamo pertanto al fianco dei nostri parlamentari che condividono queste esigenze e intendono affrontarle con tempestività”.

“Stiamo vivendo una fase politica cruciale – conclude Pirrè – e auspichiamo che il nuovo Europarlamento tenga conto delle nostre peculiarità per valorizzarle a beneficio dell’economia italiana e delle nostre imprese”.

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“Il Pomodoro: Oro Rosso d’Italia”: si presenta a Scicli il libro della scrittrice ed editrice Yuko Okuma

Si presenta a Scicli il 31 maggio, presso la prestigiosa location di Palazzo Spadaro, con inizio alle ore 18.00, Il Pomodoro: Oro Rosso d’Italia, volume a cura della scrittrice ed editrice giapponese Yuko Okuma e di Sara Sargenti, ricco di un ampio repertorio iconografico, ripercorre le tappe della trasformazione del pomodoro da bacca sospetta a curioso ornamento a protagonista della cucina italiana. Antichi erbari, antichi ricettari , diari di viaggio e lettere di maggiordomi, immagini e scatti delle conserve, delle coltivazioni, delle grandi industrie e delle cucine dei grandi chef stellati.

Il libro è frutto di anni di lavoro da parte di Yuko Okuma, durante i quali ha più volte visitato Scicli per la casa editrice Yuko Edizioni, in stretta collaborazione con il fotografo sciclitano Gianni Mania.

L’evento è organizzato da Svi.Med (Centro EuroMediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile Onlus), con il patrocinio del Comune di Scicli (Assessorato Sviluppo Economico e Cultura) e in collaborazione con Confagricoltura Ragusa, Coltivazioni Urbane, Lions Club Scicli, con il prezioso supporto di Gianni Mania.

Modera il dibattito il prof. Giuseppe Pitrolo, sono previsti gli interventi di Salvatore Occhipinti (Gal Terra Iblea), Bartolo Ferro (esperto agronomo), Emanuele Scala (imprenditore agricolo) e di rappresentanti di realtà istituzionali del territorio, esperti agronomi e imprenditori del comparto agricolo per discutere sulle strategie future del settore.

Il Pomodoro Oro Rosso d'Italia - Locandina

La presentazione, che avverrà non a caso a Scicli, patria della serricoltura e del pomodoro, vuole essere un momento di riflessione sull’importanza che l’agricoltura riveste per il territorio, che ha rivestito in passato ed ancora rappresenta una realtà imprenditoriale su cui Scicli ha basato la sua ricchezza, la sua crescita in termini non solo culturali ma di risorse umane , professionalità e competenze all’avanguardia nel settore.

Scicli che guarda al suo passato, ma che deve guardare necessariamente al futuro, senza utopie, poiché le sfide climatiche, sociali, ambientali ed alimentari si rivolgono ad un pianeta, sempre più popolato, che nel 2050 raggiungerà i 10 miliardi di individui e che pertanto richiede un aumento della produzione agricola fino al 70%.

 

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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“L’agricoltura italiana ha bisogno di un’Europa forte e coesa”

Il manifesto di Confagricoltura per le prossime elezioni europee

“L’agricoltura italiana non ha bisogno di meno Europa; bensì di un’Europa più forte e coesa, con un ruolo più incisivo e propositivo dell’Italia”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti introducendo i lavori dell’assemblea degli imprenditori agricoli, che si è svolta sabato a Milano a Palazzo Mezzanotte, ribadendo il profondo attaccamento degli agricoltori alla “casa comune europea”.

“Le prospettive dell’economia italiana e della nostra agricoltura – ha continuato – sono strettamente legate al futuro dell’Unione europea, ma questo futuro è incerto. La nostra proposta è di imboccare la strada verso un’Unione sempre più vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese”.

Giansanti ha ricordato che sulle vicende dell’economia italiana hanno avuto un impatto negativo i ritardi accumulati nel completamento del mercato unico, dell’unione bancaria e del rafforzamento dell’euro-zona. Nonostante la ripresa che si è registrata negli ultimi anni, il reddito nazionale resta inchiodato sui livelli in essere nel lontano 2004. “Per tornare a crescere – ha detto Giansanti – l’economia italiana ha bisogno di misure straordinarie, ma inquadrate nell’ambito di un piano strategico con una visione a lungo termine. Ed è indispensabile far ripartire gli investimenti pubblici, per sostenere la competitività del sistema produttivo ed agevolare la presenza dei nostri prodotti sui mercati di sbocco all’estero.

Per la politica di coesione della UE, stando alle proposte della Commissione, l’Italia avrebbe a disposizione 38,6 miliardi di euro, a prezzi costanti (2018), dal 2021 al 2027. La proposta di Confagricoltura è che una larga parte di quelle risorse sia destinata alla modernizzazione delle infrastrutture, con una scelta in termini di concentrazione dei programmi che è mancata in passato. In via immediata, va ridotto il cuneo fiscale sulle retribuzioni, per sostenere la competitività delle imprese, riportandolo almeno sulla media dei nostri più diretti concorrenti. Rispetto ai Paesi dell’area OCSE il divario è di 11 punti percentuali.

Il processo di armonizzazione europea, oltre al lavoro, dovrà riguardare anche i temi della fiscalità e della tutela dell’ambiente, consentendo l’aumento della competitività delle imprese italiane e il rilancio della domanda interna.

“La crescita dell’economia italiana non può continuare a dipendere solo dalla dinamica delle esportazioni – ha evidenziato il presidente di Confagricoltura -. E se è vero che quelle del settore agroalimentare continuano a crescere, è altrettanto vero che l’Italia sta diventando sempre più un Paese che trasforma materie prime agricole in arrivo dall’estero, rinunciando così ad una parte del valore aggiunto generato all’interno della filiera. E’ una tendenza che va assolutamente corretta”. La proposta di Confagricoltura è il varo di un progetto Paese comune tra agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione, per rafforzare la dimensione e la competitività dell’intero sistema agroalimentare italiano, che a livello mondiale è inteso come sinonimo di qualità.

“Il fenomeno Italian sounding, a ben vedere, non è altro che l’apprezzamento espresso nei confronti di qualsiasi prodotto che richiama un legame con le nostre tradizioni alimentari e con i nostri standard di qualità”, ha precisato Giansanti, che rilancia l’dea di una etichettatura su base europea basata su valutazioni scientifiche affidate a Autorità indipendenti, perché “su un mercato unico non possono coesistere metodi diversi e contraddittori per informare i consumatori”.

L’agricoltura italiana ha bisogno di mercati aperti e di regole commerciali condivise a livello multilaterale. Per questo Confagricoltura propone il rilancio del sistema multilaterale. Le iniziative a livello politico sono già state avviate, ma i tempi non saranno brevi. E a questo punto gli accordi commerciali sono l’unico strumento a disposizione per aprire nuove possibilità di sbocco per i nostri prodotti e tutelare le indicazioni geografiche e di qualità. “E’ però indispensabile che gli accordi prevedano condizioni di reciprocità – ha sottolineato Giansanti – e che vengano rispettati i nostri standard produttivi e le nostre regole in materia di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali. E’ una questione di valori e sovranità che l’Unione europea potrà difendere, solo se diventerà più solida, più efficace, più vicina ai cittadini e alle imprese. E più autorevole sullo scacchiere internazionale”.

Anche in tema di politiche ambientali l’obiettivo non può che essere comune: la protezione delle risorse naturali e della biodiversità. Tuttavia, va assegnata agli Stati membri la facoltà di individuare le iniziative più idonee, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del proprio sistema produttivo agricolo.

Come per gli altri settori produttivi, il futuro dell’agricoltura è legato alle innovazioni. E’ necessario, quindi, guardare con fiducia, senza pregiudizi, ai risultati della ricerca scientifica, utilizzando tutte le innovazioni disponibili, comprese quelle dell’ingegneria genetica, ben sapendo che sostenibilità economica e sostenibilità ambientale possono coesistere grazie ai risultati della ricerca scientifica. La trasformazione digitale del settore agroalimentare, assieme all’agricoltura di precisione, alla robotica, all’uso dei satelliti e dei droni, possono garantire il miglioramento delle rese/produttività con una più efficace tutela delle risorse naturali e riduzione dei costi di produzione. Così come con le “blockchain” è già possibile fornire ai consumatori, in modo trasparente e garantito, tutte le informazioni sui passaggi dalla produzione fino alla trasformazione. La proposta di Confagricoltura è di creare una banca europea di big data, nella quale far confluire tutte le informazioni relative ai sistemi agricoli negli Stati membri.

Il presidente Giansanti si è poi soffermato sulle prossime scadenze europee. Il 26 maggio si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo che tra i primi impegni che dovrà affrontare, ci sono la riforma della politica agricola comune e il quadro finanziariodell’Unione per il periodo 2021-2027. La richiesta di Confagricoltura è chiara: va contrastato con la massima determinazione il progetto di riforma della Commissione che intende trasformare l’aiuto al reddito in un trasferimento sociale, penalizzando, per di più, le imprese di maggiore dimensione.

“La PAC deve restare a tutti gli effetti una politica economica – ha affermato Giansanti – in grado di assicurare un reddito agli agricoltori che producono cibo sicuro, nelle quantità richieste dai consumatori. Per questo la dimensione del bilancio agricolo deve rimanere invariata nei prossimi anni, mentre le proposte avanzate dalla Commissione europea comporterebbero per l’Italia una riduzione delle spese agricole di circa 3 miliardi di euro”.

“Gli strumenti per far ripartire la crescita economica sono a disposizione, ma l’attenzione va rivolta al di là della gestione delle emergenze – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Spetta alla politica creare le condizioni per consentire al sistema agroalimentare di continuare a crescere in termini di dimensioni e competitività. A vantaggio dell’intera collettività”.

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Enel e Confagricoltura insieme per favorire la competitività del settore agricolo

Accordo per il miglioramento della qualità del servizio attraverso tavoli tecnici dedicati allo sviluppo del settore

Favorire l’innovazione, l’efficienza energetica, la sostenibilità e i processi di digitalizzazione per aumentare la competitività del settore agricolo: questo l’obiettivo dell’accordo che Enel e Confagricoltura hanno firmato per identificare le possibili sinergie tra il settore energetico e quello agricolo e produrre benefici economici, sociali e ambientali.

L’intesa prevede l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla qualità del servizio elettrico per l’analisi delle esigenze delle imprese, un programma di incontri di formazione per migliorare le condizioni di sicurezza durante lo svolgimento di attività agricole in prossimità di impianti di rete.

Enel e Confagricoltura puntano inoltre, attraverso una collaborazione a livello regionale con l’attivazione di un canale diretto per il monitoraggio delle condizioni del servizio elettrico e per agevolare il ripristino delle attività in caso di emergenza.

Grazie a questo protocollo le oltre 375.000 imprese associate a Confagricoltura potranno infine beneficiare di un servizio di consulenza commerciale ed energetica che accompagnerà ogni fase dei rapporti contrattuali con le società del Gruppo Enel.

 “L’intesa – sottolinea Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia – dimostra l’approccio sostenibile di Enel e l’attenzione di cliente attraverso l’individuazione di soluzioni innovative in grado di soddisfarne ed anticiparne le esigenze. Il settore agricolo rappresenta per il nostro Paese un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e la collaborazione con Confagricoltura ci permetterà di migliorare ulteriormente la qualità dei servizi che offriamo alle aziende del comparto.

L’accordo – afferma Massimilano Giansanti, Presidente di Confagricoltura – vuole contribuire ad assicurare alle aziende associate un adeguato livello di qualità del servizio, anche attraverso il presidio delle situazioni di emergenza. E allo stesso tempo grazie al monitoraggio continuo delle esigenze delle imprese, rafforzare la competitività delle imprese e di tutte le filiere agroalimentari congiuntamente alla sostenibilità delle produzioni agricole”.

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Solidarietà ai lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa. Subito incontro con l’assessore Bandiera

La solidarietà ai lavoratori del direttore e del presidente di Confagricoltura Ragusa

Non è tollerabile che i lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa non ricevano lo stipendio, nei casi più gravi, da 20 mesi. Esprimiamo solidarietà e vicinanza“, così il direttore Giovanni Scucces e il presidente Antonino Pirrè.

Non ci spieghiamo – aggiungono il direttore e il presidente di Confagricoltura Ragusa – come sia possibile che, mentre i lavoratori degli altri Consorzi siciliani ricevono gli stipendi, a Ragusa si continua a pretendere lavoro senza pagare gli stipendi arretrati“.

Tuttavia – precisano – riteniamo impensabile e deprecabile il paventato blocco di tutte le attività di competenza dell’ente, il problema è politico e va risolto dalla politica, non possono di certo farne le spese le imprese agricole“.

Non intendiamo stare con le mani in mano – concludono Pirrè e Scucces – e, oltre a manifestare la nostra solidarietà ai dipendenti del Consorzio di Bonifica, chiediamo un incontro formale e in tempi celeri con l’assessore Bandiera, per discutere e porre in campo soluzioni immediate“.

 

Ragusa, 14 maggio 2019

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Lavori in corso per la creazione di un unico Distretto del Cibo Siciliano

Investire sul brand Made in Sicily costituendo un unico Distretto del Cibo siciliano che mira ad ottenere il riconoscimento da parte dell’Assessorato regionale all’agricoltura: la proposta arriva da un comitato che condivide la consapevolezza che i mercati vedono nella Sicilia una terra unica per valori, clima, prodotti e l’ospitalità. I consumatori, ad oggi, non riescono a riconoscere le differenze tra i prodotti dei vari territori. Pertanto il valore assoluto è costituito dal brand Made in Sicily che, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di genuinità, qualità, bontà, salubrità.

Tra i promotori di questa iniziativa il Consorzio di ricerca Coreras, l’Esa, l’Agenzia di Sviluppo degli Iblei e l’Agenzia di sviluppo Sosvima. Ma anche alcuni comuni rurali e costieri, alcuni Flag e numerosi Gal: Madonie, Elimos, Golfo di Castellammare, MetropoliEst, Natiblei, Rocca di Cerere Geopark, Sicani, Sicilia centro-meridionale, Terre Normanne, Tirrenico Mari Monti e Borghi, Tirreno Eolie, Valle del Belice e Terre Barocche.

Per riflettere su questa opportunità sono stati programmati tre incontri. Il primo è in programma a Palermo il 10 maggio alle 10 presso la sede dell’Esa – Ente di Sviluppo Agricolo, il secondo a Catania il 14 maggio sempre alle 10 al Maas, e il terzo a Barcellona Pozzo di Gotto il 14 maggio alle 10 nell’Aula Consiliare.

Gli incontri si svolgeranno proprio a ridosso della pubblicazione del bando per il riconoscimento dei distretti del cibo che si aspetta sulla Gazzetta Ufficiale per il prossimo 10 maggio. Per questo è necessario procedere nei diversi territori ad una rapida consultazione di tutti i potenziali partecipanti del distretto unico del cibo. L’obiettivo è giungere a formulare un’unica proposta che valorizzi il “Made in Sicily”, salvaguardando l’autonomia, le peculiarità e le prerogative di tutte le filiere coinvolte.

Il Distretto unico del cibo siciliano si caratterizzerebbe come strumento di aggregazione di terzo livello. I singoli componenti, pur mantenendo il proprio ruolo autonomo di proposizione e coordinamento delle attività di competenza, parteciperebbero alle attività di promozione del comparto agroalimentare e turistico in ambito nazionale ed internazionale della  nascente aggregazione.

Ai distretti del cibo siciliano in molti, compreso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, attribuiscono un ruolo strategico per promuovere lo sviluppo territoriale e salvaguardare il paesaggio rurale, favorire l’integrazione tra le diverse attività agricole, agroalimentari, di promozione e salvaguardia complessiva del territorio e valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità anche favorendo l’aggregazione delle filiere agroalimentari con imprese di altre filiere produttive.

Un altro motivo che spingerebbe nella direzione di un unico distretto del cibo è la modestia delle risorse che il Mipaaft mette a disposizione dei distretti del cibo: 15 milioni di euro per il primo bando e 10 milioni per i bandi successivi. Bisogna, pertanto, individuare una organizzazione che permetta di evitare gli sprechi e di capitalizzare al massimo le risorse disponibili.

Nella prossima programmazione, inoltre, i distretti del cibo avranno un ruolo fondamentale per l’individuazione di temi e filiere sulle quali investire i fondi strutturali comunitari – Feasr, Feamp, Fesr ed Fse – rappresentando gli Stati generali dell’economia regionale.

Le nuove forme di aggregazione già esistenti in Sicilia – organizzazioni di prodotto, consorzi di tutela, patti di distretto – rappresentano una buona base di partenza per costruire un’aggregazione di livello superiore che possa svolgere un ruolo di coordinamento e non di sostituzione, finalizzato a massimizzare i risultati.

Tuttavia, questo progetto ambizioso, potrebbe riscontrare delle difficoltà nel governare un unico distretto che coinvolgerebbe, al suo interno, componenti assai diverse tra di loro, che già operano in totale autonomia. Non esistono esempi di pari livello ai quali ispirarsi e pertanto la capacità di mantenere unito il distretto dipenderà dalla volontà e dalla capacità dei singoli costitutori. Una bella sfida che punta a una pratica poco diffusa in Sicilia: il lavoro sinergico e di squadra per l’ottenimento di un grande risultato utile all’intero tessuto economico dell’isola.

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