Giansanti al Fruit Logistica di Berlino: “Innovazione e infrastrutture per far crescere il settore ortofrutticolo”

Il mondo dell’ortofrutta si è incontrato ieri all’Ambasciata d’Italia a Berlino all’ottava edizione dell’appuntamento organizzato da Confagricoltura con Messe Berlin (Fiera di Berlino) e ICE Agenzia, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

In occasione di Fruit Logistica, la più importante fiera di settore che si chiude oggi nella capitale tedesca, Confagricoltura, che ha consolidato negli anni le relazioni internazionali, è promotrice, insieme all’Ambasciata e a Fruitimprese, di un confronto tra il mondo della produzione italiana e quello della distribuzione tedesca, insieme ai massimi rappresentanti di istituzioni, enti e imprese.

Giansanti a Berlino 2

“In un anno caratterizzato da Brexit, dazi ed emergenze fitosanitarie – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – dobbiamo più che mai lavorare insieme. Le aziende vogliono fare strategia e sono pronte, quindi bene il Tavolo dell’ortofrutta convocato dal ministro il prossimo 25 febbraio, ma andiamo avanti”.

“Se c’è una nazione che ha lavorato bene sulla sicurezza alimentare, questa è l’Italia. In un mondo di pandemie, saper garantire sicurezza e standard elevati può essere un vantaggio”, ha aggiunto Giansanti in relazione alle conseguenze dell’emergenza Coronavirus sul settore agricolo.

Al Fruit Logistica si sta registrando un’affluenza molto elevata, gli stand sono affollati e si respira una generale voglia di crescita per un comparto che per la nostra Penisola rappresenta un quarto del valore della produzione agricola. L’Italia è il Paese più rappresentato in fiera, con uno spazio dedicato ulteriormente ampliato e realtà imprenditoriali, da Nord a Sud, fortemente innovative. Spiccano i valori della sostenibilità ambientale, delle produzioni certificate di cui siamo leader e del packaging ‘plastic free’. A fianco delle produzioni standard ci sono poi quelle di nicchia: antiche varietà valorizzate in chiave moderna o prodotti trasformati innovativi.

La bilancia commerciale registra qualche segno meno nelle esportazioni, ma il mondo dell’ortofrutta ha un alto livello di aggregazione, elemento fondamentale per competere sui mercati internazionali.

”Tra le priorità da affrontare segnalo migliori infrastrutture, materiali e immateriali – ha ribadito Giansanti- oltre a una food policy europea affinché le norme sugli standard di sicurezza siano uguali per tutti“.

E riguardo alla cimice asiatica, Confagricoltura ha ribadito la necessità di attivare tempestivamente un fondo europeo a sostegno delle aziende colpite, attraverso il ricorso all’articolo 221 dell’OCM, che prevede la possibilità di varare misure eccezionali per settori in crisi.

 

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Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare: Italia capofila con Confagricoltura e Università di Torino

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità. Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.

 

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Pomodoro da industria, Confagricoltura: “Necessaria una programmazione con più certezze e tempi brevi”

“Servono certezza nella programmazione e un clima di condivisione e di massima trasparenza all’interno della filiera per rilanciare la produzione del pomodoro da industria, riconoscendo il giusto valore al prodotto made in Italy che rispetta tutte le certificazioni richieste dagli operatori a valle della filiera”. Lo ha detto Fabrizio Marzano, presidente della Federazione nazionale del pomodoro da industria di Confagricoltura, che si è riunita ieri a Palazzo Della Valle.

“E’ inconcepibile che ogni anno non si riesca ad avere per il 31 gennaio una programmazione concordata delle superfici investite a pomodoro – ha proseguito il presidente della Federazione -. La mancanza di indicazioni in tempo utile nuoce alle aziende agricole, non consentendo loro di pianificare in maniera adeguata la produzione”. Ha sollecitato quindi a definire rapidamente la programmazione per la prossima campagna, per la quale si registra già un notevole ritardo.

“Confagricoltura – ha concluso Fabrizio Marzano – ha sempre evidenziato che una corretta programmazione delle superfici a pomodoro dovrebbe avere un arco temporale più ampio, non annuale, ma triennale, così da consentire la definizione di un corretto piano di investimenti aziendali”.

 

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“Protagonisti dell’ortofrutta italiana”, l’azienda iblea “Vittoria Tomatoes” di Salvatore Tomasi premiata a Genova

Tre aziende di Confagricoltura sono tra i dieci “Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana”, riconoscimento ideato dal Corriere Ortofrutticolo per premiare le realtà più innovative e interessanti del comparto a livello italiano.

L’evento, che precede di poco Fruit Logistica, la più importante fiera internazionale dell’ortofrutta che si svolgerà la prima settimana di febbraio a Berlino, ha avuto luogo quest’anno a Genova e ha riunito operatori del comparto, decision maker e vertici delle più grandi realtà imprenditoriali ortofrutticole.

Le aziende di Confagricoltura entrate nella top ten sono la Jingold di Cesena, la Cooperativa Agricoltori Ionici di Messina e la Vittoria Tomatoes di Salvatore Tomasi, della provincia di Ragusa, un’organizzazione di produttori specializzata nella coltivazione di ciliegino ad alto gusto. Una realtà innovativa e vocata all’internazionalizzazione, che conta oggi 9 organizzazioni associate, con una rete in cui lavorano fino a 300 dipendenti.

Iniziative come questa – ha sottolineato Albano Bergami, presidente della Federazione Nazionale Ortofrutta di Confagricoltura, intervenuto alla premiazione – valorizzano le nostre eccellenze, soprattutto in un periodo in cui le criticità da fronteggiare, per il comparto, sono molteplici. È  importante continuare a promuovere l’ortofrutta italiana, un comparto che rappresenta quasi il 24 % dell’agricoltura nazionale ed è la seconda voce dell’export agroalimentare italiano.”

Ancora una volta – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrèun’azienda ragusana associata a Confagricoltura ottiene un riconoscimento importantissimo che attesta le eccellenze che qualificano il nostro tessuto produttivo locale. “A Salvatore Tomasi – aggiunge Pirrè – vanno i vivi complimenti dell’Unione Provinciale di Ragusa. Siamo fieri di avere con noi imprenditori illuminati che fanno della loro lavoro quotidiano strumento per uno sviluppo economico diffuso e strutturato, rappresentando il valore aggiunto e qualificante della nostra organizzazione”.

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Europa e programmi di finanziamento, Confagricoltura Ragusa lancia una “Call for Ideas”

Confagricoltura Ragusa si farà promotrice di una “Call for Ideas”, ovvero di un concorso di idee, aperta al contributo delle imprenditrici e degli imprenditori associati per costruire un progetto da candidare a finanziamento europeo, con il supporto dei professionisti in europrogettazione del CeSDA (Centro Studi di Diritto Amministrativo, ente di formazione e ricerca di eccellenza): l’idea è emersa durante i lavori del workshop di formazione su “Europa 2021-2027 e progetti di finanziamento” che si è tenuto ieri negli uffici di Confagricoltura a Ragusa.

Un momento di confronto proficuo in cui i soci si sono confrontati nel merito della tematica oggetto del workshop con la dott.ssa Simona Zelli, mettendo in evidenza la necessità di approfondire e di mettersi in gioco direttamente.

Decidiamo di cogliere un’opportunità nata durante un momento di formazione, mettendoci in campo come organizzazione di categoria che vuole incentivare e sostenere il fare rete tra imprese che rappresentano dei modelli in termini di efficienza e organizzazione aziendale”: questo dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè, a margine dei lavori di ieri.

Quindi adesso si porrà in essere un percorso che coinvolgerà tutti i soci in una prima raccolta di idee progettuali da portare avanti con la supervisione tecnica del CeSDA, con l’ambizione di ottenere finanziamenti importati da investire nell’innovazione delle imprese agricole iblee.

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Tavolo vino, la filiera al ministro Bellanova: una cabina di regia per dare valore all’Italia vitivinicola

“Instabilità geopolitiche, guerre commerciali, dazi e Brexit hanno forti ripercussioni sulle esportazioni vinicole. È fondamentale avviare una vera e propria ‘cabina di regia’ tra istituzioni e filiera del vino, luogo di confronto per avviare un prezioso gioco di squadra ed individuare opportune strategie per un settore che è ambasciatore nel mondo del made in Italy”.

Lo ha ribadito al ‘Tavolo del Vino’, promosso dal ministro Teresa Bellanova, la filiera rappresentata dai presidenti delle organizzazioni più autorevoli del settore (Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Assoenologi, CIA Agricoltori, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini).

“Abbiamo apprezzato l’approccio pragmatico e la disponibilità espressa dalla ministra Bellanova ad un confronto diretto e costruttivo – hanno aggiunto i rappresentanti della filiera -. I produttori intendono essere al fianco delle istituzioni e da queste si aspettano un reciproco sostegno anche su tutta una serie di delicati temi da affrontare nei prossimi mesi, come la nuova politica agricola comune, la semplificazione degli adempimenti burocratici, l’evoluzione dei modelli di commercializzazione, l’attenzione alla sostenibilità, il vino come parte integrante della dieta mediterranea, il suo consumo responsabile e le nuove sfide legate all’etichettatura. Ci auguriamo – hanno continuato – che la cabina di regia possa essere operativa in tempi rapidi, con obiettivi chiari e scadenze definite, coinvolgendo i soggetti maggiormente rappresentativi delle imprese attive in vigna, in cantina e sui mercati”.

Le organizzazioni agricole e settoriali da vari anni hanno attivato un tavolo di analisi e proposte che ha consentito di raggiungere importanti traguardi come il ‘Testo Unico del Vino’. La richiesta, ora, è di avere presto tutti i decreti applicativi entro Vinitaly 2020, la fiera in programma a Verona dal 19 al 22 aprile prossimi.

“L’esortazione – hanno concluso i presidenti – è di collaborare all’obiettivo comune della crescita in reputazione e valore dell’Italia del vino”.

 

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Green economy: Confagricoltura aderisce al Manifesto di Assisi

Confagricoltura ha aderito al Manifesto di Assisi “per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”.

Il documento mette in luce l’esigenza di affrontare la crisi climatica con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali e soprattutto la partecipazione dei cittadini.

E’ stato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a firmare il Manifesto che ha raccolto la condivisione di tanti imprenditori, politici, istituzioni e associazioni di categoria. “Si tratta di una sfida decisiva per il futuro di tutti – afferma Giansanti – e per la quale l’Italia può giocare un ruolo importante”.

Nel documento sono contenuti alcuni principi che hanno ispirato da tempo Confagricoltura nella propria azione a favore di una nuova economia, attenta al pianeta ma anche ai territori, alla sostenibilità e alla qualità, all’innovazione, alla crescita e all’inclusione.

“Un’economia che richiede un impegno serio e costante da parte delle imprese e della politica – ribadisce Giansanti – Siamo convinti che insieme ai cittadini e alle istituzioni possiamo dare un futuro migliore alle nuove generazioni, facendo già oggi la nostra parte”.

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“Europa 2021-2027 e programmi di finanziamento”: workshop di formazione organizzato da Confagricoltura a Ragusa

Il workshop è organizzato in collaborazione con il Centro Studi di Diritto Amministrativo

Continuano i momenti di formazione organizzati da Confagricoltura Ragusa per offrire ai soci aggiornamenti e strumenti per affrontare le sfide complesse con le quali deve confrontarsi chi investe giornalmente in agricoltura, tra mercato globale, normative nazionali ed europee.

Giovedì 23 gennaio, con inizio alle ore 9.30, presso la sede di Confagricoltura a Ragusa (via G. Spampinato 4), si terrà il workshop sul tema “Capire l’Europa: Europa 2021-2027 e progetti di finanziamento”, organizzato in collaborazione con il CeSDA, (Centro Studi di Diritto Amministrativo), ente di formazione e ricerca di eccellenza che mette insieme giuristi, informatici, economisti ed esperti in finanziamenti europei e chi si occupa di innovazione per la Pubblica Amministrazione e per le imprese che partecipano alle gare di appalto, ai partenariati pubblici-privati e alle procedure di finanziamento europee. A relazionare la dott.ssa Simona Zelli, europrogettista e policy advisor.

 

PROGRAMMA DEI LAVORI

9:30-10.00 Apertura dei lavori – Introduzione del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè

10:00-11:00 Europa 2021, tra continuità e cambiamento: Mission Oriented policies

11:00-11:30 Quali missioni per quali obiettivi

11:30-12:00 Dove reperire le informazioni utili per individuare i documenti di interesse: il portale Europa, il Partecipant portal e i siti tematici di riferimento

12:00-12:30 Idee a confronto, domande e dibattito

 

Per noi di Confagricoltura – spiega il presidente Pirrè – è imprescindibile fornire validi momenti di formazione continua agli imprenditori agricoli associati, condividendo strumenti e know-how necessari per essere sempre più competitivi in un mercato globale governato da dinamiche complesse da comprendere con consapevolezza e ricco di opportunità importanti da cogliere al meglio”. “Lo facciamo – aggiunge il presidente di Confagricoltura Ragusa – organizzando workshop come quello in programma coinvolgendo relatori e professionisti di primo livello. Perché noi siamo Confagricoltura e intendiamo il nostro ruolo di organizzazione di categoria in un’accezione ampia e che va oltre la mera assistenza burocratica”.

La partecipazione al workshop è riservata ai soci di Confagricoltura.

 

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Dazi Usa – Cina, a rischio i prodotti simbolo del Made in Italy: il presidente di Confagricoltura scrive a Conte e Di Maio

E’ terminata ieri la missione a Washington del commissario UE Hogan per evitare, dopo l’accordo tra Usa e Cina, l’inizio di una “guerra” commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Continua, intanto, il pressing di Confagricoltura per contrastare le nuove ipotesi di dazi aggiuntivi statunitensi sui prodotti agroalimentari europei. Dopo la conclusione, il 13 gennaio, della consultazione pubblica avviata dall’Amministrazione Usa, si attende ora la decisione, che sarà assunta in tempi brevi, sui prodotti a cui applicare le tariffe doganali, che potrebbero arrivare fino al 100 per cento su vini, pasta e olio d’oliva importati dall’Italia. Potrebbero essere aumentati anche i dazi, in vigore da ottobre, su formaggi, agrumi e salumi made in Italy.

Per questo, dopo l’incontro a Bruxelles e la lettera inviata al Commissario europeo al Commercio Phil Hogan alla vigilia della missione negli Usa, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio per ringraziarli per le iniziative politiche e diplomatiche finora intraprese e per chiedere un rafforzamento delle azioni nei confronti dell’Amministrazione statunitense, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori italiani.

“E’ difficile comprendere come un contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai consorzi Airbus e Boing – commenta il presidente Giansanti – possa mettere a rischio la tenuta e le prospettive del sistema agroalimentare europeo. Se i nuovi dazi venissero applicati ai nostri prodotti, compresi quelli a indicazione geografica protetta, rischieremmo una perdita di posizioni sul mercato statunitense, con pesanti danni economici per le filiere produttive interessate, a cui si sommerebbe la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro”.

A tale riguardo Confagricoltura ha apprezzato molto l’attenzione che l’ambasciata a Washington ha dedicato al tema del riconoscimento e della tutela delle indicazioni geografiche protette.

Confagricoltura ricorda che le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare destinate al mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l’anno. Si tratta del primo mercato per i nostri prodotti fuori dall’Unione europea ed il terzo in assoluto. Quasi la metà delle esportazioni totali è assicurata dalle vendite di vini, pasta alimentare e olio d’oliva.

 

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Agroalimentare: serve un piano di azione comune per il controllo del settore e del territorio

Il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli interviene al convegno del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri

Uno specifico piano di azione concordato tra le Istituzioni politiche, Forze dell’Ordine, imprese, parti sociali e Autorità preposte, teso non solo al recupero del controllo dell’indotto agroalimentare, ma anche dell’intero territorio: è quanto ha chiesto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel suo intervento al convegno “Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più qualità”, organizzato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Giansanti ha ricordato come l’agricoltura italiana si sia profondamente rinnovata: è cresciuta ed ha saputo valorizzare in particolar modo le produzioni vegetali di più alto pregio, che hanno permesso all’Italia di conquistare un ruolo guida tra i Paesi agricoli dell’Europa. Nel 2018 il valore aggiunto dell’agricoltura italiana è stato stimato su 32,2 miliardi di euro. Quello della Francia in euro 32,1 miliardi; della Spagna in euro 30,2 miliardi e alla Germania in 16,8 miliardi. E questo valore aggiunto è il risultato di produzioni importanti per quantità e qualità.

Il settore dei prodotti agroalimentari, soprattutto di qualità (DOP, IGP), costituisce un segmento nel quale l’Italia riveste in Europa un ruolo guida, non solo per il numero di riconoscimenti ottenuti (esclusi i vini sono 299 i prodotti alimentari tutelati in Italia sugli 822 protetti nella UE), ma anche per la capacità di farne un traino per l’economia ed i territori. Nel 1992 i marchi DOP e IGP costituivano una piccola nicchia di mercato. Oggi sviluppano un fatturato all’origine di circa sette miliardi di euro, che diventano oltre 14,7 al consumo e un giro di affari all’estero di 3,5 miliardi. Dal 2008 ad oggi il fatturato della produzione è aumentato del 46%, quello al consumo del 63%, ma il vero e proprio boom è stato quello dell’esportazione, più che triplicata.

“A fronte di questa situazione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura – non si è però ancora consolidata un’adeguata tutela internazionale della nostra produzione agricola, soprattutto di quella che si fregia di riconoscimenti di marchi o di titoli valoriali, che ne attestano la genuinità, la qualità, le capacità nutrizionali.”

Questo non può far dimenticare gli interventi compiuti dall’ICQRF a tutela dei prodotti italiani fuori dai confini nazionali e sul web. Le iniziative di controllo nel 2018 sono state 561 nel settore del vino. Gli interventi a tutela delle produzioni agricole fuori dai confini nazionali e sul web sono stati, negli ultimi quattro anni, pari a 2763.

“Questa azione di contrasto – ha rimarcato Giansanti – pur avendo dato risultati positivi e lusinghieri, e a cui va il nostro sincero riconoscimento, va potenziata per combattere i danni incalcolabili che procura la contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani, compresa l’imitazione servile delle nostre produzioni, che va sotto il nome di italian sounding.”

Per questo, a parere di Confagricoltura, occorre rivedere la normativa penale, oramai superata e comunque non adeguata a fronteggiare organizzazioni criminali che oggi si avvalgono di mezzi e strutture tecnologiche, particolarmente sofisticate e che agiscono su base transnazionale; ponendo al centro della tutela repressiva, nuovi valori come quelli identitari del patrimonio agroalimentare, che racchiude in sé, non solo le tradizioni, ma che rappresenta anche la sintesi dei saperi e delle capacità creative ed innovative del mondo produttivo.

“Ma è l’intero ‘sistema Paese’ – ha concluso il presidente Giansanti – che deve dare risposte e trovare soluzioni per soddisfare le istanze di innovazione di un’imprenditoria agricola impegnata sul fronte dell’ammodernamento delle proprie strutture e di una crescita competitiva delle proprie produzioni.”

 

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