L’etichetta a batteria strumento per informare correttamente i consumatori

Massimiliano Giansanti all’European Food Forum

“Nutrinform sì, Nutriscore no”. Lo ha sostenuto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Comitato delle Organizzazioni agricole europee (Copa), nel suo intervento all’European Food Forum (EFF), meeting in remoto dedicato al tema dei sistemi di etichettatura degli alimenti sulla parte anteriore della confezione (Front of Package – FoP). “L’argomento sarà all’attenzione del Consiglio UE dei ministri all’Agricoltura del 15-16 dicembre ma riteniamo che le decisioni vadano rimandate dal momento che servono ulteriori approfondimenti”.

Il Reg. (CE) n. 1169/2011 stabilisce che alcuni particolari della dichiarazione nutrizionale obbligatoria sugli alimenti preimballati possano essere ripetuti sulla parte anteriore della confezione, obiettivo rilanciato nella strategia Farm to Fork. Le istituzioni comunitarie ora dovranno scegliere quale sistema di etichettatura FoP andrà implementato a livello europeo. Più che mai opportuno quindi l’incontro indetto da EFF, think tank di alto profilo fondato da europarlamentari di cinque diversi Stati membri (Italia, Francia, Spagna, Polonia e Bulgaria), a cui Confagricoltura ha aderito sin dalla sua costituzione. Il forum è stata un’importante occasione di confronto tra tutti i rappresentanti della filiera: scienziati, associazioni di consumatori, protagonisti della filiera agroalimentare e rappresentanti di diversi Governi nazionali.

Dal dibattito è emerso come i sistemi di etichettatura siano di grande importanza per il settore agroalimentare, poiché influenzano le scelte dei consumatori; per questo i messaggi che veicolano devono essere non solo di facile comprensione ma anche affidabili e scientificamente fondati.

“Appoggiamo e sosteniamo l’etichetta a batteria proposta dall’Italia (‘Nutrinform Battery’), l’unica pienamente conforme alle disposizioni comunitarie – ha detto Massimiliano Giansanti -. Il Nutrinform è stato sviluppato da qualificati istituti di ricerca nazionali (CREA e ISS) con la collaborazione dell’intera filiera agroalimentare, compresi i rappresentanti dei consumatori. Le posizioni di Confagricoltura e Copa sono convergenti sul No al Nutriscore e sul sostenere i principi ispiratori della proposta italiana di etichettatura”.

Giansanti ha criticato l’utilizzo esclusivo nel Nutriscore dello standard di 100gr per valutare i valori nutrizionali di un prodotto. Dal momento che normalmente i prodotti vengono consumati in quantità maggiori o minori si finisce per fuorviare i consumatori.

“È più realistico basare la valutazione di un cibo, sulle ‘porzioni’. Le persone consumano in porzioni, la cui dimensione varia da una categoria di prodotto all’altra”.

L’etichetta a batteria fornisce tutti i valori relativi ad una singola porzione consumata. All’interno del simbolo ‘batteria’ è presente la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alla dose giornaliera consigliata. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuti in una singola porzione, permettendo così di quantificarla visivamente. In tal modo il consumatore, senza fare complicati calcoli, potrà valutare quante porzioni può consumare in quel giorno.

I sistemi di codifica a colori (come il Semaforo o il Nutriscore) invece discriminano alcune categorie di prodotti alimentari in quanto fondamentalmente fanno una distinzione tra buono o cattivo in modo discutibile.

“Non tenerne conto – ha concluso Massimiliano Giansanti – può portare alle conseguenze che prodotti di alta qualità e nutrienti, come ad esempio l’olio d’oliva, siano posti in cattiva luce, mentre sono vitali nella dieta alimentare e consigliati anche dai medici. In tal senso la decisione spagnola di non assoggettare l’olio all’etichettatura nutrizionale”.

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Elettricità Futura e Confagricoltura firmano un protocollo per lo sviluppo delle energie rinnovabili in agricoltura

È stato firmato ieri il Protocollo d’intesa tra Elettricità Futura e Confagricoltura per promuovere, in linea con gli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, lo sviluppo equilibrato e sostenibile degli impianti a fonti rinnovabili nei contesti agricoli.

Le due Associazioni lavoreranno insieme nella definizione di specifiche linee di azione su temi cruciali quali l’individuazione dei modelli più idonei per i progetti di “Agrovoltaico” nonché l’efficientamento energetico delle aziende agricole anche attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici rurali.

Sarà affidata a un Comitato di Coordinamento la definizione di un piano annuale di attività, che prevederà la redazione di proposte concrete e il lancio di iniziative di sensibilizzazione sui benefici e sulle potenzialità di recupero, sia a fini agricoli sia a fini energetici, di aree abbandonate o incolte.

“L’ulteriore crescita delle agroenergie e lo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo – dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – rappresentano elementi centrali per la sostenibilità delle produzioni agricole e un importante elemento di competitività per le nostre aziende tenuto conto dei forti impegni a cui l’agricoltura è chiamata dal Green Deal. L’agricoltura e le foreste rappresentano una grande opportunità per il Paese per raggiungere gli obiettivi del PNIEC in relazione allo sviluppo delle rinnovabili e dell’assorbimento di CO2.”

“Gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal al 2030 – ricorda Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura – si possono raggiungere solo attraverso un dialogo costruttivo e senza pregiudizi tra tutti i soggetti coinvolti, sia dal lato delle imprese, sia dal lato delle istituzioni. Il Protocollo firmato oggi rappresenta per Elettricità Futura un primo fondamentale tassello in questa direzione e dimostra come il mondo imprenditoriale nel suo complesso sia pronto a raccogliere la sfida della transizione energetica.”

 

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Estensione Psr Sicilia al 2022: in arrivo fondi per 660 milioni

Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Una buona notizia in un periodo triste per l’economia agricola siciliana. Chiediamo tempi certi e celeri nel determinare modalità e tempi di erogazione”

 

In arrivo nuovi fondi europei per l’agricoltura Sicilia, in tutto 330 milioni all’anno per il 2021 e per il 2022: è questo il risultato dell’estensione dell’ambito temporale del Psr Sicilia al 2022, con nuove risorse ed obiettivi decisi di concerto con l’Unione Europea.

I fondi andranno a incrementare gli investimenti per le misure: 4.1 – Sostegno a investimenti nelle aziende agricole, 6.1 – Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori, 10.1b – Metodi di gestione delle imprese ecosostenibili (per ridurre il peso della chimica nei terreni), 4.3 – Sostegno a investimenti nell’infrastruttura necessaria allo sviluppo, all’ammodernamento e all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura – viabilità interaziendale e strade rurali per l’accesso ai terreni agricoli e forestali, ovvero il rifacimento delle strade interpoderali.

Senza dubbio – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrèuna buona notizia per l’agricoltura siciliana, provata dalle pesanti ripercussioni della crisi economica legata al Covid 19 (si pensi, per fare un esempio, al settore florovivaistico, ancora una volta letteralmente in ginocchio)”.

Al presidente della Regione – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – chiediamo tempi celeri e certi sia nella individuazione delle procedure tecniche per l’impegno dei nuovi fondi, che nell’erogazione degli stessi. Si tratta di risorse essenziali a sostegno dei giovani, della sostenibilità e della viabilità rurale”.

 

Ragusa, 27 novembre 2020

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Sandro Gambuzza è uno dei tre nuovi vicepresidenti nazionali di Confagricoltura

Pirrè (Confagricoltura Ragusa): “Una notizia senza precedenti per il nostro territorio. Gioia sincera e felicitazioni a Sandro”

Una notizia senza precedenti per il nostro territorio, mai nessun ibleo era arrivato così in alto nel mondo della rappresentanza delle imprese italiane. Non posso nascondere, al di là della pacatezza che mi viene imposta, oltre dalla mia indole, dal ruolo istituzionale, la gioia con cui tutti noi di Confagricoltura Ragusa abbiamo accolto questa straordinaria notizia. Felicitazioni sincere e commosse a Sandro e auguri di buon lavoro dall’Unione Provinciale di Ragusa per tutto quello che farai, con questo ruolo ancora più impegnativo, per gli interessi diffusi degli imprenditori agricoli italiani nei prossimi quattro anni, a fianco del presidente Giansanti”: questo il commento a caldo del presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè appena appresa la notizia della nomina odierna di Sandro Gambuzza, componente della Giunta Esecutiva di Confagricoltura, a vice-presidente nazionale della più antica Organizzazione di rappresentanza delle imprese agricole italiane.

Oltre al ragusano (di Scicli, per l’esattezza) Sandro Gambuzza, titolare di un’impresa ad indirizzo orticolo ed olivicolo in provincia di Ragusa e presidente di SAC spa (Aeroporto internazionale di Catania), il comitato direttivo di Confagricoltura, riunito via web, ha nominato vice-presidenti Matteo Lasagna, (mantovano, riconfermato nella carica, conduce un’azienda agricola ad indirizzo lattiero caseario per la produzione di Parmigiano Reggiano) e Giordano Emo Capodilista (imprenditore vitivinicolo in provincia di Padova, vicepresidente vicario di Confagricoltura Veneto, già presidente del Consorzio Vini Colli Euganei Doc).

Il direttivo di Confagricoltura, su proposta del presidente Giansanti, ha approvato anche la cooptazione nella giunta confederale di due imprenditori le cui competenze professionali ed esperienze organizzative porteranno valore aggiunto al lavoro della dirigenza. Sono il calabrese Nicola Cilento, già vicepresidente nazionale di Confagricoltura, titolare di un’azienda ad indirizzo prettamente agrumicolo e Nicola Gherardi di Ferrara, che conduce un’azienda ad indirizzo cerealicolo.

 

Ragusa, 26 novembre 2020

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Manovra, Agrinsieme: “L’agroalimentare come volano della ripresa economica”

Transazione digitale, incentivi per i giovani e sostegno alle aziende colpite da calamità naturali tra le misure proposte da Agrinsieme in audizione alla Commissione Agricoltura presso la Camera dei Deputati

“L’efficacia delle azioni messe in campo fino ad oggi per le imprese che operano nel comparto agricolo e agroalimentare è circoscritta al ristoro nel brevissimo periodo, la cui applicazione è spesso rallentata da stringenti maglie burocratiche. E’ quindi prioritario che nella manovra venga messo al centro con maggior decisione il sistema agroalimentare che, se opportunamente sostenuto, può costituire il volano di una sicura e duratura ripresa economica per l’intero sistema nazionale, messo duramente alle corde dall’emergenza socio-sanitaria in atto”. Così il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nel corso dell’Audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sul disegno di legge di bilancio 2021.

Per Agrinsieme, è necessario superare la logica degli interventi emergenziali e inquadrare in una visione strategica alcuni interventi strutturali per l’agricoltura, quali: stabilizzazione del credito d’imposta; transizione 4.0 e bancabilità per incentivare la propensione agli investimenti; incentivi ai giovani imprenditori e assunzione dei giovani per passaggio generazionale; transizione energetica.

Il Coordinamento, in particolare, ha evidenziato la necessità di rendere strutturale e stabile l’esonero contributivo messo in campo a favore dei giovani agricoltori, così da dare un forte segnale di cambiamento all’intero primario, e di mettere in campo azioni a sostegno delle imprese colpite da calamità naturali, al fine di favorire la ripresa produttiva con contributi in conto capitale per quelle zone del paese che sono state completamente distrutte dalle gelate della prima parte dell’anno.

Per favorire il rilancio dell’agricoltura italiana, inoltre, Agrinsieme ha indicato la stabilizzazione delle misure (crediti d’imposta) rientranti nel Piano Transizione 4.0, definendola “un’opzione importante e necessaria per sostenere più efficacemente gli investimenti in innovazione, a partire dal non più rinviabile processo di transizione digitale delle imprese in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità ambientale”.

Come nel corso della precedente legge di bilancio, Agrinsieme ha ribadito invece la ferma contrarietà alla plastic tax e all’imposta sul consumo di bevande edulcorate, che invece dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio 2021. Un’altra proposta avanzata dal Coordinamento, infine, è quella relativa ai contratti di filiera e di distretto, istituiti dall’articolo 66 della legge 289/2002, che rappresentano uno degli strumenti più utilizzati di sostegno agli investimenti nella filiera agroalimentare.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Made in Italy: un fondo a sostegno delle filiere agricole e alimentari DOP e IGP e dei prodotti di IV gamma

Nella legge n. 126 del 13 ottobre 2020 (ex decreto legge n. 104 agosto del 2020), l’articolo 58 ha istituito l’apertura di un Fondo, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con una dotazione di 600 milioni per l’anno 2020, destinato all’erogazione di un contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari anche DOP e IGP, compresi quelli vitivinicoli, al fine di valorizzare la materia prima del territorio.

Nel DL Agosto  – spiega il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova – abbiamo previsto 600 milioni di euro da destinare a bar, pizzerie, ristoranti, mense, servizi di catering continuativi, per l’acquisto di prodotti Made in Italy. L’obiettivo è di assicurare sostegno alle nostre filiere agroalimentari di eccellenza e allo stesso tempo garantire liquidità ai nostri ristoratori in un fase difficilissima”. Per poter accedere al contributo, i soggetti beneficiari devono dimostrare di aver subìto un calo di fatturato e corrispettivi tra marzo e giugno 2020 di almeno tre quarti rispetto al medesimo periodo del 2019. Alle imprese che hanno avviato l’attività a decorrere dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza del suddetto requisito relativo alla riduzione di fatturato e dei corrispettivi.

E’ stato anche istituito l’articolo 58 bis, che prevede un Fondo per la promozione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. Il Fondo avrà una dotazione massima di 20 milioni di euro per l’anno 2020 che verranno spese per sostenere interventi di promozione della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma al fine di stimolare la ripresa e il rilancio del relativo comparto e di sensibilizzare i consumatori rispetto ai livelli qualitativi e di sicurezza alimentare di tali prodotti.

Fonte: Mipaaf

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Brexit: un accordo è ancora possibile, ma dobbiamo prepararci a tutti gli scenari

“I negoziati proseguono e un’intesa è ancora possibile, ma dobbiamo essere preparati a tutti gli scenari, compreso il fallimento del negoziato sulle future relazioni commerciali tra Unione europea e Regno Unito. E’ perciò necessaria e urgente la messa a punto di un piano di emergenza, per limitare i contraccolpi del mancato accordo. Mancano poche settimane al 31 dicembre 2020, data di scadenza del periodo transitorio”.

La richiesta è stata avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Il piano dovrebbe prevedere un rafforzamento del personale della nostra amministrazione doganale, che ha già svolto una rilevante attività di preparazione e informazione nei confronti degli operatori, per supportare le imprese che saranno chiamate, dal 1° gennaio prossimo, a presentare una dichiarazione per le singole partite di esportazione sul mercato britannico”.

Confagricoltura ricorda che l’export agroalimentare della UE sul mercato britannico supera i 40 miliardi di euro l’anno.

“Senza un accordo – rileva il presidente della Confagricoltura – il prevedibile blocco o rallentamento dei flussi commerciali provocherebbe una situazione di instabilità sui mercati agricoli europei, in aggiunta a quella innescata dalla pandemia. La Commissione Ue dovrebbe attivare le misure di gestione previste dalla normativa europea, anche con il ricorso alla dotazione del fondo per le conseguenze del recesso del Regno Unito, previsto nel quadro dell’accordo di luglio del Consiglio europeo sul bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027 e sul Next Generation UE”.

Confagricoltura sottolinea che il governo di Londra ha avviato una serie di negoziati per la conclusione di accordi commerciali con i Paesi terzi. La concorrenza ai nostri prodotti è destinata ad aumentare.

“Andrebbero, quindi, ulteriormente rafforzate le iniziative promozionali per aprire nuovi mercati di sbocco per le nostre produzioni più presenti sul mercato britannico” conclude Giansanti. Si tratta, in dettaglio, di vini, ortofrutta fresca e trasformata, riso e prodotti del settore lattiero-caseario.

Nel complesso, le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare verso il Regno Unito ammontano a 3,4 miliardi di euro. I prodotti a indicazione geografica protetta incidono per oltre il 30% sul totale.

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La dieta mediterranea punto di forza per l’economia e per la società

“La Dieta Mediterranea è garanzia di cibi sani e di qualità, grazie ai quali gli italiani hanno un’aspettativa di vita tra le più alte a livello mondiale”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione del decimo anniversario del riconoscimento della Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

“La Dieta Mediterranea – prosegue Giansanti – è ormai diventata un vero e proprio ‘passaporto’ che certifica un modello alimentare equilibrato e salutare apprezzato in tutto il mondo. Inoltre, va sottolineato che i nostri prodotti tipici hanno uno stretto legame con i territori nei quali le tradizioni sono valorizzate dalla cultura d’impresa, dalle innovazioni e da una visione di lungo periodo”.

“L’emergenza sanitaria ha riportato in evidenza l’importanza di avere a disposizione cibi sani e in quantità adeguata. In quest’ottica, la Dieta Mediterranea costituisce un punto di forza per la società e per l’economia che può essere ulteriormente valorizzato” – conclude Giansanti.

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Salumi, Confagricoltura: “Obbligatoria l’origine in etichetta”

È entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che usano come ingrediente carne suina (salumi, prosciutti e preparati). Ne dà notizia Confagricoltura, valutando positivamente il decreto interministeriale che è nato da una propria precisa proposta espressa al tavolo settoriale nell’aprile 2019.

Vanno indicati in etichetta i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi, e solo quando tutti e tre sono il nostro, si può apporre l’indicazione di prodotti ‘100% italiani’ – informa Confagricoltura -. Però salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare ad essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino ad esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021 (come previsto da circolare del ministero dello Sviluppo economico che ritarda in parte la piena efficacia del DM origine carni suine).

“Dopo un anno e mezzo finalmente – osserva Confagricoltura – è stato concretizzato l’obbligo di informazione al consumatore che è un valore aggiunto anche per il settore agroalimentare. Invitiamo i consumatori a prestare attenzione alle etichette ed a scegliere prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra della filiera”.

Confagricoltura auspica, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore, che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine, invitando i Consorzi di Tutela e tutti gli operatori delle filiere interessate ad una piena valorizzazione delle materie prime nazionali.

 

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Agromafie, Giansanti: ” La tutela dell’agroalimentare deve essere priorità internazionale”

“Controllo dei grandi mercati ortofrutticoli, del trasporto su gomma, del commercio, ma anche usura, accaparramenti dei terreni agricoli, riciclaggio di capitali di provenienza illecita, spandimento di rifiuti tossici o pericolosi, controllo della manodopera illegale, contraffazione e frodi nella gestione dei contributi europei. La criminalità organizzata è entrata da tempo nel grande mercato agroalimentare, dove primeggiano le eccellenze del Made in Italy, limitando la libera concorrenza fra le imprese agricole, attuando pratiche sleali che limitano la competitività delle aziende sane, mettendo anche a rischio la salute dei consumatori e danneggiando l’immagine di tutto il comparto.”

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo alla tavola rotonda organizzata a “Advisora” sulle Agromafie, nell’ambito del corso Mafie e Settori, che ha voluto analizzare le influenze mafiose nei vari comparti dell’economia nazionale e transazionale e la risposta giudiziaria di contrasto.

“Occorrono radicali modifiche normative – ha detto il presidente Giansanti – che riordinino la materia agroalimentare, oggetto di numerosi e non organici interventi legislativi, che pongano al centro, come bene primario, oltre alla tutela della salute pubblica, quello del patrimonio agroalimentare, come parte insostituibile della cultura dei territori e delle comunità locali”.

“E occorrono – ha continuato – controlli rigorosi da parte delle forze dell’ordine e della pubblica amministrazione, con l’auspicio che, grazie alla diffusione del digitale, diminuisca il carico burocratico che tale attività comporta per gli imprenditori.”

La lotta alla contraffazione e alle frodi alimentari, a parere del presidente di Confagricoltura, deve inoltre travalicare i confini nazionali e deve costituire una questione europea, proprio per la grande diffusione del fenomeno e l’organizzazione ormai transnazionale delle associazioni criminali.

“La politica del cibo è ormai un tema internazionale. Per questo c’è bisogno di una Food policy a livello globale – ha spiegato – visto che il fenomeno delle infiltrazioni criminali e della sicurezza alimentare ha assunto dimensioni preoccupanti, amplificate dalle enormi potenzialità espansive, che, nel mercato, è destinato a svolgere il web”.

 

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