Olio, Confagricoltura: annata migliore rispetto al 2020, ma ancora sotto le potenzialità

Buoni risultati qualitativi. Quantità variabili da zona a zona. Diminuisce la produzione nelle aree centrali, soffre il Nord. Si paga il prezzo dei cambiamenti climatici.

 

La campagna olearia 2021/22, mediamente, si annuncia in leggera ripresa rispetto a quella dello scorso anno, seppur con forti differenze tra il Nord e le aree del Centro e del Sud. Confagricoltura presenta le stime del comparto mentre si svolgono le prime operazioni di raccolta delle olive in Sicilia.

 

La qualità è buona, e in generale gli operatori sono soddisfatti per lo stato fitosanitario delle drupe – spiegano i tecnici dell’Organizzazione – L’umidità controllata ha infatti contribuito a contenere gli attacchi di mosca, ma la mancanza d’acqua, dovuta a un’estate particolarmente asciutta, limiterà la resa in molte province olivicole.

 

La produzione di olio extravergine d’oliva, in particolare in Veneto e Lombardia, è stata praticamente azzerata a causa delle condizioni climatiche avverse: prima le gelate, che hanno ritardato le fioriture, poi le grandinate estive che hanno dato il colpo di grazia, con perdite anche del 90%. In Liguria la riduzione arriverà al 50% per fitopatologie che a luglio hanno provocato cascola di frutti sani. Dimezzata la produzione in Emilia-Romagna.

 

La situazione al Centro e al Sud si presenta estremamente variegata e altalenante a causa del clima e della disponibilità idrica. In Toscana, sulla costa, si avrà circa il 50% della produzione potenziale; nelle zone interne si andrà al 30%, ma lo stato fitosanitario è sotto controllo. In Abruzzo, rispetto allo scorso anno, la produzione registrerà un aumento del 10% con performance migliori nel Chietino e nel Pescarese. In Umbria si avrà un calo importante, anche se la qualità è ottima. Per Marche e Sardegna si prevede una contrazione, mentre nel Laziol’andamento produttivo si mostrerà a macchia di leopardo, con le province di Latina e Frosinone che lasciano presagire una buona raccolta, mentre Rieti, Viterbo e Roma avranno volumi più bassi. In generale ci si aspetta una riduzione del 25% rispetto allo scorso anno.

 

Tiene l’olio extravergine nelle regioni meridionali, ad eccezione della Campania, dove si prevede un calo del 30%. In Molise, nonostante la siccità, si prevede un aumento del 10% e un prodotto di discreta qualità. In Puglia si annuncia un’annata di carica, ma con i volumi in parte condizionati dalla siccità. Laddove è stata possibile l’irrigazione di soccorso – evidenzia Confagricoltura – si è riusciti a tamponare a scapito di costi di produzione più elevati. Nel Salento c’è grande attesa per i primi impianti di Favolosa (varietà al batterio della Xylella Fastidiosa) che entrano in produzione quest’anno e che lasciano intravedere una luce in un territorio flagellato dalla malattia.

 

In Sicilia c’è soddisfazione per lo stato fitosanitario; la quantità invece è variabile. Si sta già iniziando a raccogliere nella zona orientale per le produzioni di alta qualità, con rese in olio limitate fra il 6% il 10%. In Calabria la campagna presenta una situazione decisamente diversificata, con le aree costiere di Cosenza e Crotone in carica e una buona produzione anche nelle zone interne. Valida la performance anche nel Catanzarese, mentre nelle province di Vibo e Reggio le produzioni si preannunciano meno positive dal punto di vista dei volumi.

 

“Il settore olivicolo-oleario è fortemente influenzato dai cambiamenti climatici estremi – afferma Walter Placida, presidente Federazione (FNP) Olio di Confagricoltura –Abbiamo avuto una stagione segnata da una diffusa siccità, in particolare nelle regioni meridionali, che ha favorito il contenimento delle problematiche fitosanitarie, ma che ha influenzato i volumi produttivi. Soltanto le prossime settimane, con il clima che ci sarà all’inizio dell’autunno, potranno chiarire l’andamento anche in termini di resa in olio”.

 

Il presidente di UNAPOL (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli) Tommaso Loiodice, aggiunge: “Mi auguro che si possano trovare le risorse finanziare da mettere a disposizione del comparto, per ampliare i sistemi di irrigazione in modo da affrontare meglio periodi di siccità che hanno caratterizzato la campagna attuale”.

 

Alcuni dati di mercato

 

L’Italia è il primo importatore mondiale di olio di oliva (da Spagna, Grecia, Tunisia, Portogallo) e il Paese che ne consuma di più: quasi 13 litri/anno pro capite.

 

L’Italia è il secondo produttore, dopo la Spagna e secondo esportatore mondiale. Il 50% dell’export nazionale è concentrato su quattro Paesi, in primis gli USA, che accolgono il 30% del prodotto tricolore, poi Germania, Giappone e Francia. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale (a fronte del 45% in media della Spagna).

 

La produzione nazionale è concentrata in 3 regioni (Puglia 49%, Calabria 14%, Sicilia 11%), è tendenzialmente in calo e soggetta a una eccessiva variabilità. Negli ultimi 4 anni si registra una diminuzione media del 55%.

Produzione olio Italia 2020

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Fertilizzanti, Confagricoltura: serve iniziativa europea per evitare ulteriore aumento dei prezzi e il crollo delle produzioni agricole

“La carenza di fertilizzanti avrebbe un impatto devastante sulla quantità e sulla qualità delle produzioni agricole a livello mondiale. Serve un’iniziativa in ambito europeo – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – per far fronte a una situazione che non sarà di breve durata, a causa dello straordinario aumento del prezzo del gas”.

Negli ultimi giorni – segnala Confagricoltura – si sono registrati ripetuti annunci di tagli dell’attività da parte delle principali imprese produttrici di fertilizzanti. Alla chiusura di alcuni stabilimenti nel Regno Unito, si è aggiunto l’annuncio del taglio del 40% della produzione in Europa da parte di uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca – da cui si ricavano i fertilizzanti – e primo operatore italiano del settore. In Italia, il mercato dei fertilizzanti vale circa un miliardo di euro.

“Il settore agricolo è già sottoposto a una crescita record dei costi di produzione che non vengono generalmente trasferiti sui prezzi di cessione dei prodotti” – sottolinea Giansanti.

“L’ulteriore aumento dei prezzi dei fertilizzanti, o addirittura una prolungata carenza, porterebbe fuori controllo la situazione sotto il profilo economico e produttivo, con possibili ripercussioni sociali nei Paesi meno avanzati, dove la spesa per l’alimentazione ha un’incidenza elevata sul costo della vita”.

“A livello mondiale, ci sono segnali di vero e proprio accaparramento. In questa situazione di emergenza – puntualizza il presidente di Confagricoltura – andrebbe anche valutata l’ipotesi di procedere con acquisti centralizzati di fertilizzanti da parte dell’Unione europea”.

“In Italia l’uso di prodotti chimici è in costante calo da anni – conclude Giansanti – ed è in atto un processo condiviso tra agricoltura e industrie di settore per una accresciuta tutela delle risorse naturali, grazie alla ricerca, alle innovazioni e agli investimenti”.

“Occorre, però, essere consapevoli che i fertilizzanti continuano ad essere fondamentali per ottenere quantità e rese adeguate. E livelli qualitativi in linea con le esigenze del mercato”.

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G20 Firenze, il ministro Patuanelli in visita al Padiglione Agrinsieme: “Le sfide della sostenibilità e della fame zero si vincono insieme”

“Il futuro dell’agricoltura è oggi, perché il pianeta non aspetta. Dobbiamo produrre più cibo per la crescente popolazione mondiale, ma dobbiamo farlo riducendo l’impatto ambientale. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare insieme, sfruttando l’innovazione e la tecnologia che possono dare risposte importanti”.

Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, in visita a Firenze al padiglione di Agrinsieme in Piazza della Repubblica, dove ha incontrato i vertici di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e dialogato in un incontro pubblico con il coordinatore, Massimiliano Giansanti.

“Esiste un modello Italia nella sfida della sostenibilità – ha detto Giansanti – e noi agricoltori vogliamo continuare a dare un contributo concreto, garantendo cibo e presidio del territorio, ma anche preservando il reddito delle imprese, perché senza le imprese agricole non si può sfamare il pianeta”.

La visita del ministro Patuanelli corona il percorso di confronto sul tema dell’agricoltura sostenibile che ha visto ieri i quattro presidenti delle sigle di Agrinsieme impegnati all’Open Forum al Teatro della Pergola, nelle varie sessioni sulla produttività dei sistemi agroalimentari, la crescita economica inclusiva, la sostenibilità ambientale e la cooperazione internazionale.

Questa le sfide che i protagonisti dell’Open Forum hanno affrontato congiuntamente in una logica inedita di confronto aperto pubblico-privato, dove i rappresentanti delle imprese agricole hanno indicato ai responsabili istituzionali la loro visione e le loro esigenze per contribuire in maniera costruttiva all’elaborazione della dichiarazione finale del vertice, attesa per domani.

L’invito di Agrinsieme ai protagonisti istituzionali del G20 è quindi di proseguire nel coinvolgimento delle organizzazioni degli agricoltori, e in generale del partenariato privato, che sicuramente potrà continuare a fornire considerazioni ed elementi utili di valutazione per queste complesse problematiche.

 

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

 

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G20 Agricoltura, le attività di Confagricoltura in Piazza della Repubblica a Firenze: storia, innovazione e sostenibilità

L’evoluzione dell’agricoltura e l’innovazione per affrontare le sfide della sostenibilità e della competitività. Sono questi i temi caratterizzanti la presenza di Confagricoltura a Firenze, in occasione del G20 dell’Agricoltura, nello stand allestito nella centrale Piazza della Repubblica.

Uno spazio espositivo che intende raccontare questa evoluzione e gli strumenti a disposizione delle imprese agricole italiane. Uno spaccato dell’agricoltura 4.0, fortemente voluta da Confagricoltura quale elemento fondamentale per il miglioramento delle performance del settore primario in termini di processi produttivi, rispetto dell’ambiente, risparmio energetico, qualità dei prodotti.

Da oggi a sabato, tutto il giorno, sarà possibile provare il simulatore della guida satellitare di un trattore insieme a TopCon; conoscere le prerogative dei droni utilizzati per le analisi georeferenziata dei campi, ma anche scoprire l’universo dell’alveare insieme alla FAI, la Federazione Apicoltori Italiani, o tuffarsi nella storia attraverso una selezione delle opere di Samuele Colosi dedicate al mondo contadino.

Lo stand ospiterà anche il materiale illustrativo delle iniziative che Confagricoltura sta portando avanti a livello nazionale e sui territori, in collaborazione con numerosi partner, nella convinzione che la sostenibilità sia una sfida da affrontare insieme. Quindi la formazione, con Enapra e i corsi dedicati all’agricoltura innovativa.

Non mancherà il verde curato dai vivaisti di Pistoia.

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La presenza di Confagricoltura si arricchisce poi con le conferenze organizzate nello spazio di Agrinsieme, nella stessa piazza, dedicate ai cambiamenti climatici e all’agricoltura sociale. Con Confagricoltura ci saranno esponenti dell’Accademia dei Georgofili, della Regione Toscana, della Croce Rossa Italiana.

Sul sito www.confagricoltura.it, ci sarà uno spazio web cliccabile dall’homepage, interamente dedicato ai temi e ai protagonisti del G20 Agricoltura e in particolare alle attività e agli interventi della Confederazione.

 

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Fai (Confagricoltura): Italia senza miele, in flessione l’import. Ungheria primo fornitore, crolla la Cina

Nell’anno apistico peggiore di sempre l’Italia ha gli alveari vuoti, ma anche i magazzini di scorta stentano a riempirsi: è quanto emerge dall’analisi dei dati Istat del primo semestre 2021, con importazioni che tendono al ribasso e scendono a 8.550.990 kg. Si conferma così – informa la Federazione Apicoltori Italiani (FAI), aderente a Confagricoltura – l’andamento su base annua del 2020, con l’import in calo nell’ultimo triennio e il miele straniero transitato alle nostre dogane ridotto da 27.874.961 a 22.303.640 kg (-20%).

Da sottolineare, secondo la FAI, che l’85% del miele acquistato da operatori commerciali e confezionatori italiani risulta di provenienza europea (UE a 27 Stati membri), ma non è detto che sia stato anche prodotto nei Paesi dichiarati d’origine. Metà di quello che mangiamo è miele che proviene dall’Ungheria, che si consolida come nostro primo partner commerciale: il prodotto sdoganato come magiaro è costato circa 15 milioni di euro a fronte dei primi 4.239.445 kg di quest’anno, vale a dire 3,5 euro/kg.

Tra i paesi europei si fa notare anche la Spagna, nostro secondo partner europeo, che raddoppia il quantitativo esportato in Italia, sfiorando i 700.000 kg, per un controvalore di 1.840.255 euro, pari a 2,6 euro/kg.

Crolla, infine, l’import di miele dalla Cina che si ritrova per ora declassata al terzo posto nella lista dei fornitori extra-europei di miele all’Italia; Ucraina e Serbia viaggiano ormai su quantitativi ben superiori ai 314.070 kg del miele proveniente dal Paese del Dragone, nonostante il modico costo di 1,38 euro/kg.

Un quadro sempre più complesso, difficile da decifrare e dietro il quale si potrebbe nascondere la pratica della nazionalizzazione di miele cinese venduto per europeo, informa la Federazione Apicoltori Italiani. Situazione che vede comunque l’Italia stretta in una morsa che rischia di rivelarsi fatale per i nostri apicoltori: costretti a competere in un mercato dove scarseggia la materia prima, i reali costi di produzione non vengono riconosciuti, si legittimano sistemi produttivi sleali se non addirittura illegali. Condizioni che, nel protrarsi di annate improduttive come quella del 2021, potrebbero innescare abbandoni di massa nel segmento dell’apicoltura da reddito.

(Fonte: Elaborazione FAI su dati ISTAT)

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Natura Iblea conquista il primo posto al Welfare Index PMI 2021

Il prestigioso riconoscimento premia le migliori politiche di welfare aziendale nelle PMI. Quattro le imprese associate a Confagricoltura che sono state premiate

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Un’azienda ragusana si qualifica al primo posto al Welfare Index PMI 2021 per la sezione Agricoltura. Si tratta di Natura IbleaPaniere Bio che è si è posizionata prima nella classifica del rapporto sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni, Confcommercio e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Natura Iblea – Paniere Bio, associata a Confagricoltura Ragusa, è una realtà produttiva del comparto ortivo biologico ibleo che, con il proprio gruppo, composto per quasi metà da personale extracomunitario, ha messo a disposizione, da metà maggio 2021, un servizio per favorire la prenotazione dei vaccini per i propri dipendenti e le loro famiglie. Natura Iblea Paniere Bio ha anche aperto le porte a molte donne che erano rimaste disoccupate a causa del Covid in altri settori e sta ora valutando l’apertura di un asilo nido aziendale.

“Una bella conferma – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – per un’eccellenza imprenditoriale che fa parte della grande famiglia di Confagricoltura, vanto del nostro territorio, in cui operano imprenditori illuminati che sanno bene quanto il successo e i buoni risultati sono imprescindibili dal benessere delle lavoratrici e dei lavoratori. Su questo versante il dott. Roberto Giadone e Natura Iblea sono esemplari. Il premio di oggi dà il giusto valore a un impegno quotidiano e generoso che deve rappresentare un esempio per tutti”.

“A Natura Iblea che, ancora una volta, ci rende orgogliosi – conclude Pirrè – le congratulazioni di Confagricoltura Ragusa”.

Complessivamente le imprese di Confagricoltura che sono state premiate al Welfare Index Pmi 2021 sono state quattro.

Seconda classificata l’azienda Barone Ricasoli, storica realtà vinicola fiorentina, da sempre impegnata, anche al suo interno, nell’integrazione dei lavoratori stranieri con la gente del posto.  Al terzo posto si è piazzata l’azienda Peverelli di Como, che si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione del verde. L’azienda in questo periodo si è organizzata per garantire ai lavoratori la sicurezza e il distanziamento. Sono stati offerti tamponi e test sierologici gratuiti e periodici a tutti i lavoratori. Una menzione speciale per l’agricoltura sociale è andata all’azienda Baggini di Pavia, specializzata in produzioni ortofrutticole, che si occupa dell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, accreditata dalla Regione Lombardia come fattoria sociale e didattica.

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Il welfare aziendale genera impatto sociale

Il welfare aziendale genera impatto sociale: le piccole e medie imprese italiane hanno avuto un ruolo centrale nell’affrontare l’emergenza Covid-19 ed è aumentata la consapevolezza del loro impatto sociale attraverso iniziative di welfare aziendale. Oggi le PMI sono fondamentali per la ripresa e rinascita del Paese e le loro strategie di welfare aziendale sostengono le priorità del PNRR: Salute, Donne, Giovani, Famiglie e Comunità.

È quanto emerge dal Rapporto Welfare Index PMI 2021 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla sesta edizione, che ha coinvolto più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni, ed è stato illustrato oggi a Roma alla presenza di: On. Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Anna Ascani, Sottosegretaria di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico; Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni; Dario Bruni, Delegato del Presidente Confartigianato al Lavoro e Bilateralità; Maurizio Grifoni, Presidente Fondo FON.TE Confcommercio; Maurizio Stirpe, Vice Presidente Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali; Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Italia e Membro del Comitato Welfare Index PMI; Enea Dallaglio, Partner Innovation Team – Gruppo Cerved. Nell’occasione, è stato assegnato a 105 imprese Welfare Champion il rating 5W (erano 22 nel 2017).

 

 

Ragusa, 9 settembre 2021

 

 

L’addetto stampa

Bartolo Lorefice

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Sostenibilità, fondamentale il contributo delle aziende agricole per la qualità e la sicurezza alimentare

Confagricoltura e Reale Mutua presentano a Cibus la seconda edizione del progetto “AGRIcoltura100”

Il 48% delle imprese agricole ha un elevato standard di sostenibilità che emerge chiaramente dalle iniziative messe in atto con investimenti mirati. Ma non solo: la reazione al Covid ha generato maggiore consapevolezza verso questo tema, che ha posto al centro dell’attenzione il valore della salute.

Sul palcoscenico di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione in corso a Parma, Confagricoltura e Reale Mutua hanno presentato la seconda edizione di “AGRIcoltura100”, il progetto che analizza il livello di sostenibilità ambientale e sociale delle aziende agricole italiane e i loro effetti sulla qualità e sicurezza alimentare.

“L’agricoltura italiana parte già dal più alto valore aggiunto d’Europa – ha affermato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – ma gli imprenditori agricoli sono chiamati a fare ancora di più. Il percorso verso una maggiore sostenibilità è particolarmente apprezzato dalle generazioni più giovani, che si dimostrano più sensibili su questo tema. La sfida è riuscire a farlo in modo condiviso e convinto, con adeguate misure per le imprese”.

Sono state 1850 le realtà analizzate dalla prima edizione dello studio, realizzato da Innovation Team, dal quale emerge uno spaccato che valorizza l’impegno degli imprenditori del settore primario: risparmio energetico, uso sempre più ridotto di fitofarmaci, analisi costanti del terreno, certificazioni di qualità, formazione, integrazione sociale. I numerosi parametri della ricerca scavano a fondo e danno uno spaccato scientificamente valido di cosa rappresenti la sostenibilità nell’agricoltura italiana.

L’obiettivo è monitorare costantemente l’evoluzione di questo impegno; la seconda edizione dell’indagine è in corso e già ora il numero delle aziende partecipanti è superiore a quello della prima edizione.

“Siamo sempre più impegnati sul fronte della protezione e valorizzazione del comparto agro-alimentare, e lo facciamo a tutto tondo – ha concluso il direttore commerciale e Brand di Gruppo di Reale Mutua, Michele Quaglia – Il percorso di sviluppo insieme a Confagricoltura è un tassello importante del nostro impegno per lo sviluppo sostenibile che intendiamo proseguire per valorizzare il contributo dell’agricoltura in questo ambito e per la rinascita del Paese dopo l’emergenza Coronavirus”.

 

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:

www.agricoltura100.com

 

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Etichetta cibi, Giansanti a Cibus: “Insieme contro il Nutriscore, a difesa dell’agricoltura “

Ieri affollato convegno di Confagricoltura e Agronetwork a Cibus, con il ministro Patuanelli

“La posizione sul Nutriscore a livello europeo sta cambiando e va dato atto al ministro Patuanelli di aver contribuito in modo determinante a cambiare il sentiment sul tema etichettatura fronte pacco. Prima la posizione era contro l’Italia: insieme a tutta la filiera possiamo vincere la battaglia a difesa della corretta informazione, dell’agricoltura e di tutto il comparto agroalimentare”.

Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al convegno organizzato ieri a Cibus da Confagricoltura, dedicato alla presentazione della ricerca sui sistemi di etichettatura agroalimentari e il loro utilizzo da parte dei consumatori.

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Opinione condivisa e ribadita anche dal presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio: “L’impegno contro il Nutriscore – ha detto – non è una battaglia di lobby, ma per l’Italia”.

Sala gremita e grande attenzione ai risultati dello studio, commissionato da Confagricoltura e Agronetwork a Format Research, illustrato ufficialmente al ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il quale ha evidenziato l’importanza del lavoro di squadra necessario a portare avanti la battaglia a favore del sistema di etichettatura proposto dall’Italia, il Nutrinform Battery.
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“Il Nutriscore non dà informazioni – ha detto il ministro – ma è un metodo intelligente di condizionamento del consumatore. Il grande lavoro che abbiamo fatto e stiamo portando avanti in Europa sta dando i primi risultati: la strada è ancora in salita, ma le posizioni stanno cambiando, perché anche gli altri Paesi si sono resi conto che il consumatore, che è sempre più consapevole, vuole essere informato e non condizionato” .

“La partita che si gioca è ampia – ha concluso Giansanti – perché riguarda il futuro dell’agricoltura italiana e dell’industria alimentare, che rappresentano il primo comparto produttivo del Paese. E’ la partita tra il cibo sintetico e quello frutto della terra: noi agricoltori vogliamo continuare a scrivere il futuro, spiegando ai consumatori il nostro impegno a difesa dei prodotti della terra e di chi li produce”.

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Cibus, Focus su PNRR e agevolazioni per i giovani

Il 2 settembre alla Fiera di Parma convegno di Anga e dei Giovani di Federalimentare

I fondi stanziati dall’Europa e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno i temi del convegno “PNRR: Strumenti per i giovani imprenditori dell’agroalimentare” organizzato dai Giovani di Confagricoltura – ANGA e di Federalimentare il 2 settembre a Cibus, a Parma.

L’appuntamento, che avrà luogo esclusivamente in presenza, sarà un momento di confronto tra attori del settore primario ed industriale, del mondo istituzionale e delle imprese sulle strategie del PNRR dedicate ai giovani imprenditori.

Ad aprire i lavori sarà il presidente dei Giovani di Federalimentare, Alessandro Squeri. “Il PNRR sarà uno strumento chiave per le imprese italiane, in ottica di ripresa post covid e di trasformazione digitale e ambientale – dice Squeri – Questo incontro vuole fare da ponte per aiutare le imprese e i giovani imprenditori a valorizzare al massimo le opportunità provenienti dal PNRR”.

Agricoltura sostenibile, economia circolare, transizione energetica, risorse idriche, inquinamento, cambiamenti climatici: questi i grandi temi dei progetti di investimento del PNRR. Oggetto di un approfondimento specifico al convegno in programma a Cibus saranno gli strumenti di finanziamento agevolato attivabili dal PNRR, con un focus particolare su quelli per la filiera agroalimentare.

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“Una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è quella di garantire cibo sicuro e sostenibilità ambientale, anche attraverso una maggiore efficienza, un minore utilizzo delle risorse e la digitalizzazione del Paese. – dichiara il Presidente dei Giovani di Confagricoltura, Francesco Mastrandrea. – I giovani dell’ANGA sono pronti a questa sfida, con filiere intelligenti, innovative e competitive.”

L’appuntamento prevede inoltre una tavola rotonda con quattro imprenditori che racconteranno la loro esperienza: Valentina Massa, Responsabile Sviluppo e Relazioni Esterne di “Dalma Mangimi”, azienda leader nazionale nella preparazione di mangimi a base di ex prodotti alimentari; Daniele Grigi, AD Food Italiae – Grigi, tra le principali aziende nel settore mangimistico per allevamenti di animali domestici; Emma Cogrossi, dell’“Azienda Cogrossi Ada e Emma Soc. Sgr. SS”, impresa zootecnica e produttrice di energie rinnovabili; Maria Luisa Terrenzio, Marketing Manager dell’azienda ortofrutticola biologica “Prima Bio”.

 

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Informazioni nutrizionali in etichetta: Confagricoltura e Agronetwork ne parlano a Cibus

È Cibus, il Salone Internazionale dell’Alimentazione ospitato dalla Fiera di Parma, il palcoscenico dove Confagricoltura presenterà i risultati della ricerca di Agronetwork – la associazione di promozione dell’agroindustria fondata dalla Confederazione insieme a Nomisma e LUISS – sui sistemi di etichettatura nutrizionale e il loro utilizzo da parte dei consumatori.

L’indagine, commissionata a Format Research, riguarda le aspettative degli italiani sulle informazioni nutrizionali in etichetta e sarà illustrata e commentata nel convegno “L’informazione nutrizionale in Europa fra rischi e opportunità”, in programma mercoledì 1° settembre alle ore 15.00 nella Sala Plenaria del Padiglione fieristico di Parma.

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Interverranno Pierluigi Ascani e Daniele Serio di Format Research; Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare; Marco Silano, direttore dell’Unità Alimentazione, Nutrizione Salute dell’Istituto Superiore di Sanità; Laura Rossi, ricercatrice senior del CREA. All’evento parteciperà il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, mentre le conclusioni saranno affidate al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Sono previste anche le testimonianze di alcune realtà associative ed imprenditoriali: il Consorzio di Garanzia dell’Olio Extra Vergine di Oliva di Qualità, rappresentato da Maria Grazia Minisci; Unionfood con Luca Ragaglini; Granlatte Granarolo con Gianluca Ferrari e Ruggero Lenti, presidente di Assica.

Condurrà Daniele Rossi, segretario generale di Agronetwork.

La ricerca indaga il livello di conoscenza, da parte della popolazione italiana, dei sistemi di etichettatura dei cibi e delle fonti da cui i consumatori attingono le informazioni funzionali all’acquisto degli alimenti. L’indagine di Agronetwork risulta di estrema attualità in questo periodo in cui si dibatte sulla revisione del Regolamento UE 1169/11: l’Unione Europea è chiamata a decidere entro il 2022. Il dibattito è oggi incentrato sul Nutriscore, un sistema di etichettatura basato esclusivamente su quantità standard di assunzione senza fare differenze tra tipologie e caratteristiche e porzioni di alimenti, meccanismo che rischia di ledere la comunicazione sulla qualità e sulla tipicità dei cibi che compongono una dieta ricca e variegata come quella mediterranea.

È per questo motivo che Confagricoltura si è schierata fin da subito contro il Nutri-score, appoggiando la proposta italiana del Nutrinform Battery, un sistema più articolato che indica la quantità del contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale per singola porzione, in rapporto al reale fabbisogno giornaliero. Intervistati sul punto, anche il campione di italiani intervistato dalla ricerca Agronetwork, preferisce il Nutrinform Battery al 34 % e soltanto il 17% predilige il Nutriscore.

 

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