Emergenza idrica, Confagricoltura: buon lavoro al Commissario Dell’Acqua. Il settore primario pronto a dialogare nell’interesse dei territori

Confagricoltura accoglie con favore la nomina del Commissario Nicola Dell’Acqua alla guida della Cabina di regia sull’emergenza idrica. Nicola Dell’Acqua, scelto da Palazzo Chigi, già direttore Arpav, è anche presidente dell’Associazione nazionale delle Agenzie regionali per lo sviluppo e l’innovazione agronomiche forestali (Anarsia).

La Confederazione rivolge gli auguri al neo-Commissario per l’importante compito che è chiamato a svolgere, a partire dal coordinamento degli interventi di manutenzione degli invasi e delle altre infrastrutture idriche nazionali. 

Il lavoro è lungo e complesso perché ciò di cui il Paese ha bisogno, ribadisce Confagricoltura, è di un vero e proprio Piano per le acque irrigue, fatto di interventi specifici per le diverse esigenze locali. Ciò sarà possibile se verrà portato avanti con un dialogo costruttivo con il settore primario. 

La struttura di Confagricoltura è disponibile a una piena collaborazione con il Commissario Dell’Acqua per contribuire ad avviare, al più presto, le attività necessarie a fronteggiare l’emergenza in corso.

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Olio d’oliva, non cambiano le norme UE per la vendita del prodotto sfuso. Accolte le istanze di Agrinsieme a difesa della qualità e della sicurezza

Roma, 5 maggio 2023 – Agrinsieme esprime grande soddisfazione per la decisione della Commissione UE di ritirare la proposta di modifica delle norme di commercializzazione per consentire la vendita di olio di oliva sfuso.

Agrinsieme aveva fortemente caldeggiato questo esito nei vari tavoli di confronto a livello nazionale ed europeo, sottolineando la pericolosità dell’apertura alla vendita di olio sfuso per diversi motivi, in particolare per il rischio di peggioramento della qualità del prodotto e la difficoltà ad eseguire i controlli necessari per evitare frodi e garantire sicurezza del consumatore. 

In caso di bottiglie aperte e riutilizzabili – spiega il Coordinamento – non ci sarebbe infatti alcuna garanzia né della qualità, né del rispetto delle norme igieniche. La vendita di olio sfuso comporterebbe sicuramente una conservazione inadeguata per errata esposizione alla luce e al calore, per l’ossidazione e la contaminazione da batteri. 

Inoltre – aggiunge Agrinsieme – la vendita di olio sfuso avrebbe potuto vanificare gli sforzi compiuti dagli operatori e dagli Stati membri per garantire il rispetto delle norme di commercializzazione degli oli d’oliva. Nel corso degli anni gli operatori si sono impegnati affinché la qualità del prodotto immesso sul mercato interno ed esportato fosse ottimale,  sensibilizzando i consumatori anche sui valori nutrizionali e aumentandone la riconoscibilità. 

Con la vendita di olio sfuso sarebbero stati annullati molti risultati fin qui ottenuti.

Alla decisione della Commissione nell’ultima riunione del Comitato di gestione ha contribuito l’azione congiunta dei Paesi dell’area del Mediterraneo. Agrinsieme ringrazia il MASAF, che ha compreso e sostenuto nelle sedi europee l’istanza della filiera produttiva nazionale per la valorizzazione del settore dell’olio di oliva.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

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Emergenza clima, Confagricoltura: accelerare su Decreto Siccità, fondamentale governance che ascolti i territori

Più di 250 persone evacuate nel Ravennate, un centinaio a Faenza. È il bollettino che arriva in queste ore dall’Emilia-Romagna dopo l’esondazione di due fiumi che ha provocato anche una vittima e ha portato all’interruzione di diverse linee ferroviarie. Notizie che rendono ancora più evidente l’esigenza di accelerare sull’avvio della macchina dell’emergenza, prevista dal decreto-legge sulla crisi idrica. 

Della necessità di mettere a terra al più presto i provvedimenti previsti dal governo ha parlato ieri Confagricoltura con i suoi rappresentanti territoriali della provincia di Alessandria, Piacenza, Piemonte, Vercelli e Biella, Lombardia, Rovigo, Veneto e della provincia di Brescia. 

La prima richiesta che i territori fanno a Palazzo Chigi è proprio quella di attuare rapidamente il DPCM che permetterà di passare alla fase operativa. L’Italia ha bisogno di un Piano delle acque irrigue che delinei una gestione integrata non solo dei grandi bacini idrici, ma anche di laghi e fiumi. Un piano in cui sono chiamati a fare la loro parte anche i Consorzi di Bonifica. A sostegno di una gestione moderna e sostenibile, Confagricoltura chiede l’istituzione di un Fondo da 500 milioni di euro per sostenere gli investimenti delle imprese agricole in tecnologie che permettano di ottimizzare l’impiego di risorse irrigue. 

I rappresentanti confederali sui territori auspicano, inoltre, che il futuro Commissario per l’emergenza idrica e la Cabina di regia siano messi nelle condizioni di operare a stretto contatto con i territori per poter indirizzare la governance verso le reali e diversificate esigenze locali.

I cambiamenti climatici impongono di rivedere anche le regole sul deflusso ecologico dei corsi d’acqua e di avviare una strategia per ricaricare artificialmente le falde sotterranee. Un intervento, questo, fondamentale per contrastare la salita del cuneo salino e per garantire la captazione dai pozzi. Infine, in attesa della realizzazione delle infrastrutture di cui la rete idrica nazionale ha bisogno, Confagricoltura auspica l’inizio, nel brevissimo tempo, delle opere di manutenzione di quelle esistenti.

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Lavoro, Confagricoltura: ora necessario sostenere competitività delle imprese. Apprezzamento per aiuto ai consumi

In una fase di riduzione dei consumi dovuta all’inflazione valutiamo positivamente il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che ci auguriamo diventi presto strutturale. Il percorso imboccato è quello giusto, ora occorre accelerare ancora per alleggerire finalmente il costo datoriale del lavoro agricolo, che resta tra i più alti d’Europa, riducendo le aliquote contributive delle imprese per sostenere, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario. Lo afferma Confagricoltura in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.

Positiva anche la semplificazione apportata nelle comunicazioni da dare al lavoratore all’atto dell’assunzione, che potranno ora essere fornite dal datore di lavoro rinviando alla contrattazione collettiva, come peraltro richiesto da Confagricoltura. 

L’auspicio dell’Organizzazione è che si consideri l’importanza del fattore umano per le aziende agricole. E, soprattutto in questa fase in cui viene richiesto un grande sforzo produttivo, impegnarsi anche sul contenimento del costo degli oneri sociali sarebbe fondamentale per favorire lo sviluppo del settore e promuovere la stabilizzazione degli occupati in agricoltura.

L’agricoltura, ricorda la Confederazione datoriale, con un milione di dipendenti, senza contare l’indotto, i lavoratori autonomi, coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, nonostante le difficoltà causate dell’aumento dei costi di produzione. 

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Pomodoro, Confagricoltura: riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori per valorizzare il prodotto nazionale

I prossimi giorni saranno decisivi per la campagna del pomodoro. Ad oggi permangono le distanze tra parte agricola e industriale, con quest’ultima irremovibile nel non voler riconoscere il prezzo auspicato di 150 euro a tonnellata, già individuato da operatori nazionali ed esteri.

Confagricoltura evidenzia la necessità di una trattativa aperta sulla base delle condizioni di mercato, in un contesto che identifica il prodotto italiano top quality, ma non lo riconosce agli agricoltori dal punto di vista dei prezzi.

Nei giorni scorsi le parti si sono incontrate, ma l’industria è rimasta ferma sulle sue posizioni, proponendo 140 eur/ton per un accordo annuale, oppure 135 eur/ton per due anni. Una proposta che non può essere accettata dagli agricoltori, alla luce degli incrementi dei costi e delle prospettive di mercato.

Il 2022 è stato un anno nero per il comparto sul fronte dei costi – sottolinea Confagricoltura -. Ai rincari di energia, gasolio agricolo e fertilizzanti si aggiungono oggi quelli delle materie prime: dalle piantine ai materiali per la coltivazione in campo al costo dell’acqua, che prevede aumenti fino al 20%.

Sul mercato il prodotto trasformato sta andando molto bene, anche nel canale Ho.Re.Ca.: la richiesta di passate, polpa e concentrati rimane alta e con quotazioni del prodotto che, sia in Italia, sia all’estero, sono in aumento. Dovremmo colmare il gap tra quello che viene riconosciuto ai coltivatori e il prezzo allo scaffale. 

L’Italia – aggiunge Confagricoltura – è il terzo produttore mondiale dopo la California e la Cina, e non può permettersi di arretrare ulteriormente: soltanto lo scorso anno le superfici si sono ridotte dell’8% e la produzione del 10%”. (cfr tabella allegata)

L’auspicio dell’Organizzazione è di arrivare entro fine settimana a un’intesa che riconosca il giusto prezzo alla parte agricola, in un’ottica di collaborazione e valorizzazione dell’intera filiera italiana. Domani è previsto un ulteriore incontro tra agricoltori e industriali e si apre anche Macfrut a Rimini, dove non mancheranno momenti di confronto auspicabilmente costruttivi. Sarebbe altrimenti la prima volta che non si addiviene a un accordo.

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Alleanza dei Giovani dell’Ortofrutta: produttori e grossisti insieme per una nuova visione strategica di filiera

Roma, 29.04.23 – Rafforzare il rapporto fra produzione e commercio all’ingrosso per una filiera più competitiva ed efficiente, rilanciare gli ortomercati italiani come punto di riferimento fondamentale per la produzione, dando così valore al prodotto lungo tutta la filiera, creare nuove strategie per il futuro del comparto e dei giovani imprenditori. Sono questi gli obiettivi della giornata di dialogo organizzata per il prossimo 3 maggio a partire dalle ore 10 alla fiera Macfrut di Rimini.

All’incontro saranno presenti Giovanni Gioia, Presidente Giovani di Confagricoltura-ANGA, e Gianpaolo Forcina, Presidente Gruppo Giovani Fedagro, con la partecipazione dell’on. Jacopo Morrone, Lega Salvini Premier. Interverranno anche Valentino Di Pisa, Presidente di Fedagromercati-Confcommercio, Nicola Cilento, componente giunta Confagricoltura, Roberta Tardera, rappresentante comparto orticolo per Giovani di Confagricoltura, Edoardo Rovetta, referente Nord Italia Fedagro Giovani, Luigi Bosi, rappresentante comparto frutticolo Giovani di Confagricoltura, e Riccardo Di Pisa, referente Centro Italia Fedagro Giovani.

“Noi Giovani di Confagricoltura siamo consapevoli della necessità di costruire filiere agroalimentari sempre più integrate, dinamiche e sostenibili, nelle quali produttori e grossisti lavorino insieme per valorizzare le eccellenze italiane. Crediamo in questa collaborazione – afferma Giovanni Gioia – perché siamo certi che dall’unione delle nostre forze con i giovani di Fedagromercati deriveranno pratiche virtuose a beneficio del comparto, degli associati e delle loro aziende”.

Così dichiara Gianpaolo Forcina: “Quest’alleanza, che parte da oggi ma con uno sguardo al futuro, nasce dalle volontà delle nostre due organizzazioni di collaborare per rafforzare il valore del nostro sistema ortofrutticolo nella sua interezza e dall’esigenza delle nuove generazioni di lavorare insieme per un unico obiettivo condiviso, e cioè rendere il nostro prodotto Made in Italy performante per i mercati nazionali ed europei per poter crescere insieme ed affrontare le nuove sfide globali che ci aspettano”.

L’appuntamento per la stampa è mercoledì 3 maggio alle ore 10.00 nella sala Tulipano, Padiglione B5, presso Macfrut. 

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L’amaro ragusano Ulibbo è tra i migliori al mondo: medaglia d’argento al World Liqueur Awards 2023 a Londra

È siciliano, per la precisione ragusano, il secondo miglior amaro al mondo e si chiama Ulibbo, realizzato seguendo un’antica ricetta che prevede l’infusione di foglie di ulivo e carrubo: a certificarlo il World Liqueur Awards di Londra, uno dei più importanti contest mondiali nel campo della liquoristica inserito all’interno del circuito World Drinks Awards, che ha conferito a Ulibbo il “silver award” nella categoria Amari. Il prestigioso riconoscimento internazionale arriva dopo il Sol&Agrifood – Il Golosario che premia le eccellenze agroalimentari italiane, ricevuto al Vinitaly 2022.

Ulibbo è realizzato all’interno del progetto Nativi dall’azienda agricola Verso le origini, associata a Confagricoltura, che nasce a Ragusa da un’idea maturata in anni di ricerche sullo sviluppo delle imprese e delle economie locali, sull’importanza del territorio e dei suoi prodotti e sull’impatto che le scelte alimentari hanno sulla salute e sull’ecosistema.

Un progetto imprenditoriale che punta a ritrovare le radici, sporcarsi le mani e raccogliere i frutti che la Sicilia offre, ridando valore ai prodotti e alle tradizioni. E da questi obiettivi nascono i vari ambiti di realizzazione di Verso le origini: produzione di liquori alle erbe tipiche iblee, allevamento all’aperto di galline livornesi, allevamento dello Spino degli iblei e un progetto per il recupero della pecora Barbaresca Siciliana (una razza tipica in via d’estinzione).

“Dentro Ulibbo – spiega l’ideatore e responsabile aziendale di Verso le origini, arch. Roberto Floridia – c’è la Sicilia, la campagna di Ragusa, il sole che illumina e riscalda questo angolo di paradiso. E poi ancora gli ulivi secolari, i maestosi carrubi che si presentano con tutta la loro potenza olfattiva e aromatica in un distillato che nasce da un’antica ricetta di famiglia tramandata di generazione in generazione”.

“Siamo davvero felici e orgogliosi – aggiunge la titolare di Verso le origini, Edoarda Anzaldo – per questo premio che certifica la validità di Ulibbo a livello internazionale. Dopo il successo del Golosario Award come miglior liquore al Vinitaly 2022, quest’anno vediamo ancora una volta apprezzata la qualità e la passione che mettiamo nel nostro prodotto, dalla campagna ragusana alla City londinese”.

La manifestazione internazionale World Drinks Awards, all’interno della quale è inserito il World Liqueur Awards, è la manifestazione internazionale che premia i migliori prodotti nelle categorie spirits, birra, sidro evino, organizzata da TheDrinksReport.com, il primo punto di riferimento al mondo per i professionisti del beverage.

“Un’eccellenza ragusana che fa parte della grande famiglia di Confagricoltura – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – sul podio dei migliori distillati al mondo è una notizia straordinaria che ci riempie di gioia e di orgoglio. Congratulazioni vivissime all’architetto Floridia e a tutto il team per l’eccellente risultato e complimenti per il lavoro quotidiano che svolgono nel portare avanti un progetto imprenditoriale etico volto a valorizzare il nostro territorio e le sue produzioni in Italia e nel mondo”.

Ragusa, 28 aprile 2022

L’addetto stampa
Bartolo Lorefice

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Emissioni, Confagricoltura: bene voto UE che esclude stalle da norme revisione

“Con il voto di ieri sono state accolte le richieste di Confagricoltura a difesa del comparto zootecnico, escludendo gli allevamenti bovini dagli obblighi derivanti dalla Direttiva sulle emissioni industriali ed eliminando ogni ulteriore aggravio per gli allevatori di suini e pollame”. E’ il commento del presidente dell’Organizzazione, Massimiliano Giansanti, all’esito della commissione Agricoltura dell’Eurocamera, in merito alla proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. Ora il voto passerà in commissione Ambiente.

Confagricoltura ha seguito il dossier da vicino, lavorando insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca, evidenziando l’insostenibilità dell’applicazione della direttiva sugli allevamenti, già fortemente provati da molte difficoltà che rischiano di compromettere irreversibilmente la produttività delle imprese agricole italiane.

“Riteniamo assurdo ed infondato paragonare gli allevamenti alle attività industriali – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, – dal momento che c’è un impegno forte da parte del mondo zootecnico nel dare una risposta ad una sempre maggiore richiesta di attenzione verso l’ambiente, che vede l’Italia primeggiare sul fronte delle tecnologie innovative e della sostenibilità, come peraltro dimostrano i risultati ottenuti rispetto alle emissioni di ammoniaca e gas serra che, negli ultimi 30 anni, si sono ridotte rispettivamente del 24% e 12% (fonte Ispra)”.

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Ucraina, Confagricoltura: costruire sistema agroindustriale solido per rendere il Paese partner strategico dell’UE

Nella foto a destra, al podio, Nicola Cilento

Confagricoltura ha preso parte stamani alla Conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina. A intervenire per la Confederazione il componente di giunta Nicola Cilento, che ha fornito un quadro dell’Organizzazione agricola più antica d’Italia e analizzato la situazione del settore primario in relazione al conflitto in atto da ormai più di un anno.

“L’aggressione russa all’Ucraina – ha affermato Cilento – ha spinto le istituzioni europee a dare maggiore priorità al processo di integrazione. In questo iter, l’Ucraina rappresenta un Paese dal grande impatto agricolo e demografico, capace, solo con il proprio ingresso nell’Ue, di ridisegnare la geografia dell’Unione, dispiegando un peso politico di elevata caratura e obbligando, a suo tempo, a rivedere interamente la PAC, ridimensionando il quadro finanziario pluriennale europeo”. 

La guerra ha generato una grave destabilizzazione a livello di sicurezza alimentare globale, viste le ingenti quantità di grano e semi oleosi che l’Ucraina esportava in tutto il mondo, ponendola al terzo posto a livello internazionale per export agricolo. 

Dopo lo scoppio del conflitto, la ratifica dell’Accordo del Mar Nero siglato sotto l’egida dell’ONU ha rappresentato un passaggio significativo per la sicurezza alimentare, evitando una crisi che avrebbe spinto alla fame gran parte del continente africano. 

“Un investimento mirato sull’agroindustria ucraina – ha spiegato Cilento – permetterebbe l’esportazione di materie trasformate, evitando disequilibri di offerta produttiva di alcune materie prime come il mais, il grano o i semi oleosi. Inoltre, investire sull’agroindustria del Paese significherebbe generare valore aggiunto in loco e favorire l’occupazione”. 

La realizzazione di un sistema agroindustriale solido renderebbe l’Ucraina un partner strategico per gli Stati membri, che importerebbero prodotti già trasformati senza dazi interni, evitando così di creare un pericoloso disequilibrio nel mercato interno.

“La sospensione da parte dell’Ue dei dazi sui prodotti agricoli importati dall’Ucraina  – ha ricordato Cilento – ha comportato un precedente con cui il Paese si è insediato, nel giro di un anno, al terzo posto tra i fornitori di prodotti agricoli per l’Europa. Per questo, alcuni Stati membri dell’Est europeo hanno posto in essere degli accordi per non collocare i prodotti agricoli sul proprio territorio, evitando così gravi squilibri di mercato nazionale”.

E’ rilevante – aggiunge Confagricoltura – il ruolo dell’Ucraina per supplire alla carenza di materie prime, tra cui i fertilizzanti, originariamente importati in massa dalla Russia. Nel processo di ricostruzione, il Paese potrebbe pertanto sviluppare un sistema di produzione dei fertilizzanti utile a ridurre la dipendenza europea dai Paesi terzi, fra cui la Russia.

Il percorso di adesione all’Ue portato avanti dalle istituzioni europee mostra un elevato livello di fiducia e una propensione ad assicurare un futuro più certo ai cittadini ucraini. – conclude Confagricoltura – L’Ucraina rappresenta in questo momento storico un baluardo della democrazia e, come tale, deve essere preservato nelle sue fondamenta, garantendo al contempo una transizione rapida e irreversibile verso il sistema Ue, sviluppando un progresso agroindustriale capace di salvaguardare e valorizzare la vocazione esportatrice del Paese.

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Confagricoltura e Assoverde creano KEPOS, associazione per promuovere la sostenibilità verde in Italia

Agire concretamente per la salute e il benessere della comunità locale, diffondendo una cultura della sostenibilità ambientale attraverso la pubblicazione del Libro Bianco del Verde, promuovere il pieno sviluppo di attività finalizzate alla coesione sociale, alla crescita civile e culturale e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Questi gli obiettivi principali di Képos, la neonata associazione del terzo settore, fortemente voluta da Confagricoltura e Assoverde.

È stato nominato presidente, per i prossimi quattro anni, l’imprenditore Francesco Maccazzola, al vertice di “Floricoltura San Donato Milanese – Grandi Trapianti”. Sarà affiancato dai vicepresidenti Francesco Ferrini, Ordinario presso Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze, e Alberto Giuntoli, paesaggista e componente del Comitato nazionale Sviluppo Verde Pubblico del ministero dell’Ambiente. Eletti consiglieri Grazia Francescato, Carlo Gaudio, Piero Mastroberardino, Fabio Ernesto Rappo, Rosario Rasizza e Donato Rotundo. 

“Con Képos – spiega il presidente Maccazzola – intendiamo, moltiplicare l’impegno che ci siamo assunti con la pubblicazione di due edizioni del Libro Bianco del Verde, dedicandoci ancora di più a promuovere lo sviluppo della cultura ambientale e della sostenibilità. Continueremo a coinvolgere istituzioni, tecnici, professionisti e volontari per generare nuova conoscenza basata su evidenze scientifiche. Il nostro obiettivo è quello di proseguire in questo processo virtuoso in grado, da un lato di far crescere la consapevolezza e l’informazione nei cittadini, dall’altro di promuovere progetti, interventi e servizi concreti per tutelare il patrimonio culturale e del paesaggio, valorizzando il verde urbano ed extra-urbano. Proponiamo un percorso di formazione universitaria e post-universitaria, iniziative turistiche di interesse sociale e culturale, in raccordo con il mondo della scuola e della formazione e le Pubbliche amministrazioni”. 

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